there's a kid hanging in your doorstep

gwen + barbie

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    «questa missione è un fottuto suicidio, gallagher. vuoi fingere non sia così? benissimo. ma non sono qui per prendere per il culo nessuno» Non lo capiva. O almeno, non lo voleva capire: a scuola era stata un disastro, non capiva neppure la matematica basilare e nella vita di solito faceva scelte pessime, ma non era stupida. O almeno, non così tanto: lo sapeva bene a cosa aveva deciso di andare incontro, nel momento in cui aveva deciso di partecipare alla missione. Lo sapeva quali sarebbero state le conseguenze, ed era consapevole di tutto ciò che avrebbe inevitabilmente perso. Sapeva che, per lei, Danielle Leroy Baudelaire Gallagher sarebbe stato soltanto un nome tra tanti, finchè non fosse arrivata all'età giusta per scoprire che si trattasse del proprio, così come sapeva che i rapporti con tutte le persone che amava non sarebbero mai più stati gli stessi. Sapeva che, incrociando lo sguardo di Dominique, le sarebbe potuto sembrare un volto tra tanti, e non quello della sua gemella, la sua metà, la persona con cui non aveva mai avuto nemmeno il bisogno di parlare per comprenderne ogni pensiero, preoccupazione o gioia. Sapeva che, trovandosi davanti Jessica, difficilmente avrebbe sentito quel senso di affetto incondizionato e bisogno di proteggerla che da sempre aveva provato nei suoi confronti. Sapeva che avrebbe rivisto i suoi genitori, e non sarebbero stato altro che due ragazzini, ben lontani dagli splendidi papà che avevano cresciuto lei e le sue sorelle. Ma sarebbero stati entrambi sani e Dani non vedeva l'ora di vederli crescere le loro figlie in un mondo migliore di quello in cui era cresciuta lei, un mondo in cui non si sarebbero dovute preoccupare troppo presto della salute dei loro genitori e dei loro parenti. «lo so a che cosa ho acconsentito» ci faceva i conti tutti i giorni, ripetendo a sè stessa che stava facendo la cosa giusta «credi che non me ne renda conto?» poteva accettare di esser considerata in tanti modi, ma ingenua? non lo era mai stata «ho solo imparato ad accettarlo» La ragazza che era non sarebbe stata che un nome tra tanti, uno tra i resti di una vita a cui aveva detto addio «ma ho anche la speranza che certi legami siano più forti di qualunque cosa» anche più di un fottuto viaggio temporale. Non poteva accettare che ciò che la legava alla sua famiglia ed ai suoi amici potesse esser cancellato del tutto. Doveva esserci qualcosa di più forte di tutto il resto: aveva sempre creduto nel destino, Danielle, ed era certa che in un modo o nell'altro avrebbe fatto il suo corso. Ma, cristo santo, dubitava che sarebbe riuscito a fare bene il suo lavoro con un Sander a mettergli i bastoni tra le ruote, decidendo di tornare nel mille-e-novecento, a ben cento fottutissimi anni da tutti gli altri. «non vi ricorderete neanche di me» Cazzate. Erano Sander-e-Dani, loro due: magari non se ne sarebbe accorta subito, magari nemmeno dopo dieci, venti o settant'anni, ma prima o poi sì. Sander Bitchinskarden era parte di lei. Se fosse stata una persona più equilibrata, avrebbe tentato di spiegarglielo. Gliel'avrebbe detto e ridetto, persino urlato, se ne avesse sentito il bisogno. L'avrebbe preso a schiaffi o a pugni sul petto, finchè al ragazzo non fosse entrato in testa che non era la stessa cosa. Che non poteva prendere una decisione del genere senza consultare nessuno, che non era per niente giusto prendersi la libertà di sparire così dalle loro vite. Voleva rinfacciarli quanto fosse un fottuto egoista, e quanto avesse bisogno di lui. «sai che non te l’avrei mai detto.» Ma aveva la tendenza a chiudersi in se stessa ogni volta che veniva ferita, Danielle. Ad innalzare intorno a sè un muro, a chiudersi per non far trapelare tutto il suo disappunto ed il fatto stesso che sì, anche lei era in grado di provare emozioni. Con Sander Bitchinskarden però non l'aveva mai fatto, non ne aveva mai avuto motivo.
    Ma nessuno l'aveva mai ferità così tanto.
    «sarebbe stato un addio in ogni caso» Avrebbe potuto lottare un po' di più. Provare a fargli capire il suo punto di vista, tentare di fargli cambiare idea. Ma era comunque una Danielle Leroy Gallagher, ed era troppo tardi per disattivare i suoi meccanismi di difesa. «le avevo portate per scegliere le più significative insieme» Voce fredda e distaccata, si allontanò dal ragazzo per avvicinarsi alla sua borsa e rovesciarne il contenuto sulla scrivania del ragazzo. Erano tutte le loro foto, istantanee che raccoglievano anni di amicizia e complicità. Una vita intera. «ma a questo punto penso non abbiano più alcun valore, no? tanto non mi ricorderò di te, meglio rendere la cosa definitiva» come avrebbe potuto, un giorno, ritrovarsi tra le mani quelle foto e cercare il volto di Sander invano, inconsapevole del fatto di non poterlo mai ritrovare? Le avrebbe fatto solo del male.
    E non piangeva mai, Danielle, ma quando, mentre era sul punto di uscire della stanza, Dander le si avvinghiò alla gamba, la ragazza fece uno sforzo enorme per trattenere le lacrime. «lo porti prima della partenza? Avrò bisogno di salutarlo per l'ultima volta»
    Così come avrò bisogno di salutare te

    ❖ ❖ ❖

    «è la mia eredità!» non poteva credere che Aidan stesse tentando di fregargliela. Insomma, era oramai un anno che si presentava a casa della signora Yellow e le teneva compagnia, ascoltando le sue storie di gioventù e persino preparandole il tè, nell'attesa della sua morte. Dopo un'accurata ricerca tra le signore in chiesa, infatti, Gwendolyn era arrivata alla conclusione che la Yellow fosse la più ricca e la più prossima a crepare tra le vecchie di Bodie: sì, forse a soldi la Monteiro era messa meglio, ma..scherziamo? Quella donna faceva paura a chiunque (Forse per questo il povero BJ non si vedeva spesso in giro??? Chissà se lo aveva chiuso in cantina per punizione #cos) «a me serve molto più che a lui» visto che 1) aveva una famiglia da mandare avanti, e le offerte rubate in chiesa non erano abbastanza per far fronte alle esigenze di tutta la famiglia, non quando la ragazza era costretta a dividerle con Gemes e 2) i vestiti da donna constavano molto più di quelli da uomo ed infine 3) Aidan veniva comunque sempre a casa Simmons quindi se i soldi li avesse presi Gwen, avrebbero fatto comodo anche a lui. «siamo sei a casa, mica possiamo campare d'aria» perchè, mentre lei voleva quei soldi per condividerli con tutti gli altri - e provvedere a cose basilari tipo le scorte di droga o...l'educazione di Tooth? Anche dai - dubitava che suo padre sarebbe stato altrettanto altruista. Lo amava eh, ma bisognava ammettere che fosse un tantino egoista. «non posso nemmeno cambiare obiettivo, capisci?» Dubitava che capisse, ma vabbè, non era fondamentale: aveva solo bisogno di qualcuno con cui sfogarsi «farmi Buchanan Gallagher sarebbe troppo...ew, è sempre di famiglia» alla lontana, ma sempre quasi nonno era (???) «devo conquistare definitivamente il cuore di quella vecchia prima che lo faccia Aid..Woody , non credi anche tu?» A giudicare dalla faccia confusa di Charlotte no, non credeva anche lei. Non sapeva bene perchè avesse scelto quella povera bambina, quel pomeriggio, come sua confidente: Tooth non era nei paraggi e a volte aveva persino paura non fosse troppo affidabile (insomma, voleva bene anche ad Aidan, se fosse andato a fare la spia e riferirgli i suoi piani??? Inaccettabile), Jay era con i suoi cavalli, a cui la ragazza non si sarebbe mai e poi mai avvicinata (aveva ancora i traumi per la morte di Unicorno), ed Arci era a lavoro per migliorare la sua macchina. La povera Scotts (sua cugina, capite??? A VOLTE NON CI CREDEVA NEPPURE LEI!!&) l'aveva tormentata per tutta la mattina facendosi dare informazioni su Nicky, o meglio, su Jessica (aveva persino scoperto che,omg, era la migliore amica della figlia di Penn Hilton???? ASSURDO. Per una sempre stata povera come lei, faceva fatica a immaginarsi in una realtà in cui sua sorella minore era amica di una celebrità ed aveva persino partecipato a qualche puntata del loro programma come guest star. Non vedeva l'ora di tornare nel presente - perchè, insomma, prima o poi sarebbero tornati dai - per scoprire se l'amicizia delle jeny (??) era ancora forte ) quindi non le sembrava il caso scocciarla anche di pomeriggio. Così non le era rimasto altro che fare il suo lavoro e tenere d'occhio i bambini del catechismo, anche perchè la loro vicinanza le trasmetteva tranquillità: vederli così stupidi mentre si rotolavano nel fango o inciampavano su rastrelli lasciati random nei prati e poi scoppiavano a piangere era la sua alternativa /far west/ alla televisione. «posso....posso raggiungere gli altri?» oh, charlotte. Che delusione. E pensare che le era sembrata persino una buona ascoltatrice. Rassegnata, Gwendolyn annuì e subito la bambina sfrecciò dagli altri: invece che nella stanza cupa e triste della chiesa, la ragazza aveva accompagnato i bambini all'aria aperta ed aveva dato loro piena libertà di gioco, con l'unica regola di non ammazzarsi a vicenda. O meglio, potevano pure ammazzarsi, ma la responsabilità non era di gwen. «SIGNORA MARIEL!!» !!!! SI ERA FORSE IMPAZZITO??? «COME SI DICE?!» Doveva forse sospenderlo dal catechismo?? E poi, perchè stava correndo verso di lei?? «signorina mariel» già molto meglio «che vuoi timothy?» di solito i bambini non le venivano mai a parlare quando li portava all'aperto, preferendo sporcarsi di terra e giocare tra loro «è per Theo, è rimasto incastrato nelle scale» cosa? cosa. Non...capiva. Erano in mezzo al verde, quali scale potevano esserci?? «a testa in giù» continuava a non capire. E forse il bambino percepì la sua confusione, perchè le afferrò una mano iniziandola a trascinare «le scale sull'albero! è diventato tutto rosso e non riesce a liberarsi» ooookay. Si chiese se quei diavoli non avessero scovato il suo nuovo nascondiglio per l'erba. Non avendo voglia di opporsi alla presa del bambino, la ragazza si fece trascinare per capirci finalmente qualcosa e, dopo ben dieci minuti di cammino (per prima cosa, perchè erano arrivati fin lì??? Aveva detto loro di non allontanarsi troppo, o se proprio volevano farlo, di non tornare poi indietro a scocciarla) Gwendolyn capì: davanti a lei, vicino al punto più alto delle scale a pioli sul tronco di un albero, c'era il povero Theo a testa in giù, la faccia rossa come un peperone e gli occhi gonfi di lacrime. E non era una scala qualunque, quella: portava a casa di Barbie. Negli ultimi tempi, la ragazza aveva fatto un'ottimo lavoro ad ignorare il Jagger ed evitare ogni posto frequentato dal ragazzo, così da non doverlo incrociare mai. Quindi, tra tutti i posti dove uno dei suoi bambini poteva andare ad incastrarsi, quell'idiota doveva scegliere proprio quello??? L'avrebbe lasciato lì. Si liberò dalla presa di Timothy e diede le spalle a Theo: un modo per cavarsela da solo l'avrebbe trovato. «non puoi lasciarlo lì!!» ??? Lo stava già facendo ?? «non sta gridando nemmeno aiuto, secondo me sta comodo» un po' di posizione del pipistrello non faceva male a nessuno «ma Theo è muto!!» Ah già, quel dettaglio le era sfuggito. Sbuffando esasperata, la ragazza fu costretta a rigirarsi ed avvicinarsi all'albero. In fondo, non era detto che Barbie fosse a casa, no??? Anzi, sicuramente non c'era. Però sarebbe stato molto più comodo se qualcuno avesse liberato il bambino dall'alto, essendo molto più vicino alla porta della casa piuttosto che al terreno, quindi bisognava controllare «SERSCIA BELLISSIMA SEI A CASA?? C'È UN BAMBINO CON UN PIEDE INCASTRATO DAVANTI ALLA PORTA DI CASA TUA, È UNO DEI MIEI QUINDI SE MI AIUTASSI A LIBERARLO MI FARESTI UN ENORME PIACERE» Sperò davvero che, in quella casa sull'albero, ci fosse unicamente la sua seconda bionda preferita (sks sersha, la prima è mamma taylor) piuttosto che Barbie.
    Non era pronta, Gwendolyn, a ritrovarselo davanti, non dopo tutto quello che Scotts le aveva raccontato su loro due e sulla loro amicizia nel 2043. Perchè, se Sander e Danielle erano stati così amici come sua cugina le aveva ripetutamente ribadito, allora che diamine ci faceva nel far west?
    my zodiac? I'm a dumbass. Moon in dramatic bitch
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
     
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