What about that cupcake?

Hazel × Amélie

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    Con la canzoncina di Mission Impossible rigorosamente in testa, Haz sbucò fuori dal cespuglio dietro cui era nascosta, sporgendosi per sbirciare dalla vetrina di Madama Piediburro, il naso contro il vetro freddo che si appannò all’istante.
    Aveva appena smesso di piovere ed era una giornata piuttosto demme uggiosa, ma ci voleva ben più di un po’ di umidità per fermare Hazel McPherson. Magari fosse bastato quello, suo fratello l’avrebbe già rinchiusa nel frigo. Che poi chiariamoci, a lei non sarebbe dispiaciuto essere rinchiusa in un luogo con tanto cibo, ma quello era un discorso a parte. In quel momento, mentre spiava i clienti del locale, il suo intento era un altro e non riguardava i dolcetti – quelli sarebbero venuti dopo, sciocchini –: era lui, il ragazzo appena entrato. Tassorosso, sguardo da cucciolo sperduto, riccioli castani, palesemente dell’altra sponda, almeno secondo Haz. E quello che era secondo Haz era qualcosa come il Vangelo secondo Haz, quindi nessuno poteva opporsi e doveva prendere la cosa come verità assoluta e incontrastata. #dittatrice
    Il tipetto non era altri che una delle tante vittime che il tornado Haz mieteva in continuazione e con una precisione allucinante, che ti faceva venire il dubbio se fosse stupida solo quando pareva a lei e in altre occasioni si trasformasse in una faina ninja, che poi sarebbe stata anche carina(?). E diciamo che Hazel era in fase “ship in progress” e aveva fatto recapitare al ragazzo un biglietto in cui il Corvonero con cui lo shippava lo aveva invitato a un appuntamento. Solo che, ehm, non era stato precisamente lui, dato che la scrittura era la sua e ne aveva inviato uno al Corvo in questione, ufficialmente da parte del Tassorosso. Avete capito? No?? Nemmeno io.
    Detto ciò, Hazel era lì in veste di supervisore, come quei vecchietti che stanno a osservare i cantieri con le mani dietro la schiena; l’unica differenza era che lei si era nascosta dietro un cespuglio e, adesso che aveva varcato la soglia di Madama Piediburro, stava praticamente rotolando da una sedia di un tavolo all’altra per non farsi scoprire, manco avessero potuto sapere che era stata lei. Sì, stava davvero rotolando per terra, così lesta che si sarebbero accorti di lei solo se vi avessero inciampato sopra, fatto che sarebbe probabilmente avvenuto prima della fine della giornata.
    Da sotto la tovaglietta del tavolino, poté accorgersi che il Tassorosso si era appena seduto e si guardava intorno con fare sperduto. Aaaw, che carino era!! Ora non rimaneva che aspettare l’altra parte della sua ship, ed era sicura che un bel cupcake avrebbe fatto scoppiare l’amore(??). Che duro lavoro il suo. Sorridendo ottimista, spuntò fuori dalla tovaglia e prese posto al tavolo stesso, ritrovandosi davanti una ragazza dai capelli biondi e i lineamenti fini che la osservava. Haz era sicura di averla già vista da qualche parte, ma dove? Aggrottò appena le sopracciglia tentando di ricordarlo, prima di rivolgerle un saluto con la manina ed esclamare un: «Ciao! Non fare caso a me, sono nel bel mezzo di una missione importantissima. Capirai. Allora, come va?? Io sono Haz!»
    Come se fosse stato perfettamente normale tutto quello? Sempre. Perché, non lo era?

    HAZEL E. MCPHERSON
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    Era passato fin troppo tempo dall'ultima volta che la Dumont aveva passato un po' di tempo in tranquillità ed in solitudine, diversamente da come accadeva nella prima fase della sua vita in Francia, luogo di pace e spensieratezza in cui poter dare libero sfogo alle sue caratteristiche più eccentriche e al suo stile più sfrenato.
    Per quanto in Inghilterra stesse riuscendo ad integrarsi con il trascorrere del tempo e non poteva lamentarsi della compagnia recentemente acquisita, ma questo certamente non implicava che lei volesse vivere circondata da persone in ogni istante della sua vita. Aveva bisogno di un po' di tranquillità, tempo da passare da sola con i suoi pensieri a vagare per la mente.
    Era stata proprio questa impellente necessità di star da sola che la spinse a prendere l'indispensabile e recarsi da Madama Piediburro, la piccola sala da tè in cui l'odore di dolci e biscotti appena sfornati era una deliziosa costante. Aveva trovato un posto appena più appartato ma dal quale poteva vantare una vista completa sull'intero locale e sulla strada di hogsmeade facilmente visibile dalla vetrina.
    Fu proprio questa sua posizione strategica a farle notare, mentre riceveva la sua ordinazione, una ragazza spiare dall'esterno dentro il locale e poi dirigersi furtiva all'interno rotolando da un tavolo ad un altro.
    Non poteva negare che gli inglesi fosse particolarmente strani, da quando si era recata in quel posto nuovo non aveva fatto altro che vedere scene sempre più bizzarre e sicuramente questa si sarebbe annoverata una buona posizione nella top 10 delle migliori.
    La scenetta continuò fino a quando la nuova venuta non trovò rifugio proprio sotto il tavolo di Amélie che si trovava ad essere sempre più spiazzata di fronte a quella situazione.
    «Ciao! Non fare caso a me, sono nel bel mezzo di una missione importantissima. Capirai. Allora, come va?? Io sono Haz!» disse gioviale sbucando da sotto il tavolo e prendendo posto come se fosse stata invitata da qualcuno «Veuillez vous asseoir! ehm... cioè, siediti pure se vuoi» indicando con un gesto della mano la sedia libera di fronte a sè e con sguardo incerto e abbastanza confuso le chiese cortese «macarons?» sorridendole e avvicinando alla ragazza il piattino pieno di biscotti. «je m'appelle Amélie. La tua missione, di cosa si tratta?» chiese incuriosita dal fare quasi comico di Haz.
    Amélie Marlène Dumont
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    Aujourd'hui, ça commence avec toi!
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    Dovete sapere che Hazel non capiva una ceppa, nel suo bellissimo mondo fatato con miliardi di arcobaleni gay nel cielo e aerei che portavano lo striscione “McOakes” in ogni angolo del pianeta, non si rendeva per nulla conto di comportarsi in maniera bizzarra. Voglio dire, chi non si sarebbe prodigato per far scoppiare l’amore tra due cari fanciulli, realizzandosi così una ship in cui credeva fermamente? La risposta era scontata! I mezzi con cui lo faceva erano quelli che aveva a disposizione, ovvero lo stalking matto e disperatissimo, in cui di disperato c’era solo chi lo subiva. Haz sapeva essere invadente, testarda, logorroica e cocciutissima nelle proprie idee – potreste anche usarla come ariete per sfondare le porte, perché tanto la sua testa non si romperebbe a morire –, ma per lei quelle erano missioni e le missioni andavano portate a termine in qualunque modo. Non lo faceva con cattiveria, anzi, le sue intenzioni erano innocenti e consistevano nel diffondere l’amore nell’universo.
    Pertanto, non si sentì affatto a disagio di fronte allo sbalordimento della ragazza bionda e non comprese perché la fissasse in quella maniera. Aveva qualcosa in faccia? Forse si era dimenticata di togliersi la bandana con la scritta “Join the gay side”? Si passò la mano sulla fronte, ma le sembrava tutto nella norma. Bah, questi giovani di oggi coi loro sguardi stralunati. Da ignorante capretta che come seconda lingua aveva solo il linguaggio tecnico del Quidditch, on comprese niente delle parole in francese che la ragazza le rivolse. Atteggiò il volto a un’espressione palesemente confusa, che successivamente si distese in un sorriso solare e divertito.
    «Oh! Grazie ma sono già seduta!» Di nuovo, non ci trovava nulla di male nel sottolinearlo! Era persino contenta, averla battuta sul tempo era chiaramente un punto a favore per la sua intelligenza! mmmh no Ridacchiò allegra, per poi sgranare gli occhi estasiati all’offerta della francesina. «Adoro i macarons! Sono coloratissimi! I miei preferiti sono quelli al cioccolato, tu quali preferisci?» E sì, sembrava tanto dolce e innocente all’apparenza mentre addentava vorace il suo macaron con la stessa felicità di una bambina ma, nel suo caso, dietro quel faccino roseo e paffuto si nascondeva un genio del male che non si lasciò distrarre a lungo dai piaceri del cibo. Certo, questo non le impedì di fregare alla ragazza un secondo macarons, parlando poco elegantemente a bocca piena. Di elegante, purtroppo per Amélie, aveva solo il secondo nome; non a caso lo detestava.
    «Allora, Amélie,» iniziò, abbassando la voce con fare da confabulatrice, sporgendosi verso di lei per custodire meglio il preziosissimo segreto che stava per condividere con lei. Si schiarì persino la voce, lanciando un’occhiata verso il Tassorosso da lei soprannominato Cupcake. «C’è un’operazione ship in corso. Vedi quel ragazzo, ricci castani e occhi enormi che ha appena ordinato- un pasticcino? Con tutto il ben di Dio che c’è ordina solo un misero pasticcino?? Santo Godric! - dicevo, è lui l’obiettivo. Penso proprio che assisteremo alla nascita di un nuovo amore! Lo so perché sono stata io a combinare l’appuntamento tra lui e il ragazzo che arriverà.»
    Se Amélie fosse rimasta interdetta dal suo impicciarsi nelle vite altrui, bé, sarebbe stato perfettamente comprensibile. Ma era solo l’inizio. «Però loro non lo sanno, ecco. Sono convinti che uno abbia invitato l’altro. Ma io sono convinta che siano anime gemelle e lo capiranno anche loro! Poi si sposeranno e io sarò una delle damigelle.» Annuì soddisfatta della spiegazione, fissando Amélie in attesa del suo appoggio. Perché dai, non poteva non appoggiarla!!! «Non ci rimane che aspettare. Tu?? Eri qui da sola o forse stai aspettando qualcuno? Posso spostarmi al tavolo accanto se vuoi!» esclamò, orripilata all’idea di aver interrotto un appuntamento amoroso. Nel suo codice comportamentale mettersi in mezzo a una ship – a patto che questa le piacesse, ovvio, sennò dov’era il senso? – era peccato mortale, una macchia sulla fedina penale che non si poteva cancellare in alcun modo?
    Se così non fosse stato, be’, chiacchierare le piaceva parecchio e la bionda Corvonero era la malcapitata di turno.

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