I've been embarrassing myself since about birth.

Godric x Dante x Ryan

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    Spolliciometro
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    «Ah beh.»

    Beh.
    Era tutto quello che era riuscito a dire, stravaccato nel proprio letto a fissare con un cipiglio stralunato uno dei suoi migliori amici. C’era da dire che non fosse affatto… sorpreso? da quella confessione stretta tra i denti di Ryan, ritrovatosi a capo delle Cheerleaders dopo l’ennesima ubriacatura. Se non avesse avuto un briciolo di amor proprio, probabilmente, avrebbe iniziato a ridere talmente forte da attirare l’attenzione di tutti i fantasmi presenti nella scuola, ma giacché era abbastanza legato al suo bel faccino, l’espressione neutra a stirargli le labbra era la migliore arma che avesse contro i pugni dell’Allen.
    Si era limitato a lanciare un’occhiata basita a Jack, poi a Godric, chiedendo silenziosamente agli altri se non fosse il caso di iscrivere Ryan ad un gruppo di Alcolisti Anonimi, così da evitargli imbarazzanti pomeriggi a chiedersi come fosse finito a fare un qualcosa piuttosto che un’altra, ma poi ricordava perfettamente con chi avesse a che fare e che anche solo proporlo avrebbe segnato la sua condanna a morte.
    E lui ci teneva alla propria vita, così tanto da non lasciarsi sfuggire neppure un sospiro.

    «Buon per te» afferma, dopo qualche minuto a ponderare la risposta più adatta, conscio che l’altro fosse fin troppo legato al concetto di “vero uomo senza timore” alla Mulan, piuttosto che vivere la vita serenamente senza attaccarsi a stupide e virili dimostrazioni da macho tutto muscoli e niente cervello «il tuo sogno si è finalmente avverato» ovvero quello di essere circondato da così tanta figa da non sapere cosa farsene «certo che bevi davvero tanto» mormora, sovrappensiero, quasi preoccupato per la salute dell’Allen. Ma c’era davvero bisogno di essere così tanto in ansia? Forse sì. Non solo perché a diciassette anni fumava come se ne avesse cinquanta, ma l’alcol ingerito da quel ragazzo superava di gran lunga quello che era solito bere una persona normale. Aveva quella maledetta fiaschetta da alcolizzato a portata di mano e ne prendeva dei lunghi sorsi, sempre, ogni ora del giorno, quasi che fosse acqua.

    «Comunque» si schiarisce la voce, puntando le iridi azzurre sul drappo del baldacchino, portandosi le braccia dietro il capo, ciondolando la gamba fuori dal letto «l’appuntamento a San Valentino non è stato… come dire, soddisfacente» tutt’altro. Si era ritrovato a dover conversare con una ragazza molto più grande di lui, per di più aristocratica e in seguito a pregare affinché non l’avesse uccisa lanciandola in un’aiuola per salvarle la vita dalle macerie della casetta in legno devastata da Hazel.
    Che. Sfiga. Si poteva essere più sfortunati? Il suo primo appuntamento della vita rovinato per così tanti motivi da non poterli nemmeno contare sulle dita «spero che almeno i vostri abbiano portato risvolti interessanti. Il mio… solo un dolore al fondo schiena» che ehi, non doveva essere interpretato malamente.
    Era too pure, too kind per poter anche solo immaginare l’opzione del letto condiviso; il suo dolore derivava piuttosto dall’essersi trovato la McPherson seduta comodamente sulla sua colonna vertebrale e che per non sapeva bene quale miracolo, non l’avesse rotta spezzandogliela in due.
    Chiaramente non le imputava la colpa della riuscita dell’appuntamento, anzi. Gli aveva dato modo di non continuare una conversazione che avrebbe portato sicuramente la sua accompagnatrice ad offendersi.
    Era così—stupido, alle volte. Così maledettamente imbranato.

    «E la voglia di sparire per sempre sotto terra» ma questo, più o meno, succedeva tutte le volte in cui un essere maschile o femminile gli rivolgeva la parola «o buttarmi a volo d’angelo dentro l’Etna» che era pure uno dei vulcani attivi, per cui sarebbe andato a colpo sicuro nel tentativo di darsi l’estrema unzione.
    Si erano fregati vicendevolmente, alla fin fine, no? Lui aveva iscritto Ryan e Godric alla lista di San Valentino, mentre Jack si era approfittato della sua distrazione per fare altrettanto.
    … l’unico che non aveva ricevuto delusioni o comunque imbarazzo gratuito era stato il ragazzo di colore. Che carogna. Conosceva perfettamente il suo limite, il totale mutismo che spesso lo accompagnava in presenza di altri che non fossero i Golden, eppure…

    «Tipo Ezio Auditore. Il Salto della Fede, no? Ecco. Ma senza paglia ad aspettarmi all’arrivo. Che imbarazzo…» bofonchia, poggiandosi una mano sul viso, nascondendolo.
    I've been embarrassing myself since about birth.
    Gryffindor | 17 y.o. | Ah beh.
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    Dante
    Renzo Rinaldi
     
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    Comodamente accomodato nella sala comune dei grifondoro, raccontò la magnifica storia di quando si era ritrovato a fare il cheerleader per la squadra di quidditch ed.. era stato selezionato come capo cheerleader, o meglio circuito e costretto visto che era palesemente ubriaco e privo della facoltà di intendere e di volere.
    Terminato il racconto, denso di commenti terribilmente espliciti su tutto ciò che aveva visto alle prove, non potè non notare le espressioni palesemente preoccupate e giudicanti -Godric- dei golden che avevano celato dietro sorrisi tesi.
    «certo che bevi davvero tanto» si fece sfuggire Dante in un sussurro, bastò una semplice frase per agitare nel cervello un turbinio di pensieri che accompagnò ad una sigaretta appena accesa, sua fedele compagna.
    Possibile, ma sai disse interrompendosi per un'altra boccata di fumo a volte è l'unio modo per spegnere un po' il turbinio che c'è qua dentro indicandosi con un gesto distratto la testa come se volesse emulare la confusione che vi si trovava.
    Dopo un attimo di silenzio il Rinaldi cambiò argomento puntando su un argomento decisamente più leggero, san valentino.
    «l’appuntamento a San Valentino non è stato… come dire, soddisfacente. Spero che almeno i vostri abbiano portato risvolti interessanti. Il mio… solo un dolore al fondo schiena. E la voglia di sparire per sempre sotto terra o buttarmi a volo d’angelo dentro l’Etna. Tipo Ezio Auditore. Il Salto della Fede, no? Ecco. Ma senza paglia ad aspettarmi all’arrivo. Che imbarazzo… » ah si? Che peccato! Per colpa tua stronzo mi sono ritrovato ad uscire con un cinese esaltato, potrei aiutarti io a buttarti in quel cazzo di vulcano. disse a denti stretti come se volesse colpirlo da un momento ad un altro A te invece com'è andata la carognata? chiese rivolgendo lo sguardo verso Godric, l'unico che fino a quel momento fosse rimasto in religioso silenzio intento semplicemente a schivare le nuvole la cappa di fumo che provenivano da Ryan e che continuava a guardarlo come se avesse una ramanzina pronta per lui. Immaginava che con buone probabilità non si sarebbe pronunciato, ma dopo gli anni trascorsi insieme riusciva a percepire il disappunto provenire dall'amico fraterno.


    TAKE THIS LONELY HEART CAUSE I WONT NEED IT NO MORE.
    Gryffindor |17 yo| Cheerleader
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    Ryan
    Allen
     
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    godric osborne
    Heaven knows that I'm born too late
    For these ghosts that I chase.

    La cosa bella dell'essere un Godric Osborne era che, per quanto turbato, nervoso o rammaricato, la sua espressione cambiava tanto impercettibilmente da risultare la stessa di sempre anche all'occhio più attento. Invero, c'era da dire che il suo essere praticamente per i tre quarti del tempo turbato, nervoso o rammaricato non rendeva il compito di discriminazione particolarmente semplice, ma tant'é.
    Quel pomeriggio, per esempio, avrebbe voluto affermare che si trattasse della consueta seccatura legata al vizio alcolico dell'allen, che ormai da tempo aveva smesso di provare a salvare da sé stesso ma che, in cuor suo, avrebbe soltanto voluto vedere per una volta se non felice, almeno sobrio. Avrebbe voluto dire che dietro al suo cipiglio scuro vi fosse anche l'irritazione per il modo in cui dante si era preso la piena libertà d'iscriverlo ad un appuntamento a cui da solo non avrebbe certo mai partecipato, che fosse ad un passo così dall'esasperazione per la totale irresponsabilità e mancanza di tatto dei suoi amici, ma, su, chi avrebbe potuto prendere in giro? Forse jack, dante e ryan - e non ne era neppure così certo -, ma a prendere in giro la propria coscienza non era mai stato affatto bravo. Forse era una questione di eccessiva perspicacia la sua, l'impossibilità d'ignorare ciò che sotto al suo naso era tanto evidente da risultare preponderante, o forse, semplicemente, il suo cervello si divertiva a prendersi gioco di lui. Ed in fondo c'era anche abituato, visto il modo in cui il fato si era accanito su di lui dal giorno della sua nascita, eppure questo non lo rendeva certo più preparato a quel senso di sopraffazione che l'assaliva ogni qual volta un pensiero od un'emozione diventavano troppo grandi perché riuscisse ad elaborarli com'era solito farlo: razionalmente, senza eccessivo coinvolgimento, un passo per volta.
    Ma come si faceva ad essere logici nelle questioni che esulavano la logica stessa? Per intenderci: poteva spiegare la casualità in mille modi diversi, appellarsi alle leggi matematiche sul calcolo della probabilità e sul margine d'errore e credere che questo potesse bastare a mettersi il cuore in pace, ma sarebbe forse bastato a cancellare dalla sua memoria l'orribile ed al contempo tremendamente appagante sensazione d'aver conosciuto qualcuno e di desiderare di vederlo ancora? Non per godric. Non per qualcuno che aveva sempre preferito i libri alle persone, il silenzio alle parole di troppo, la solitudine al pericolo di venire ferito dagli altri.
    Forse, davvero, il problema era soltanto dante. In fondo era stato lui ad avere quella maledettissima idea del san valentino, ad averlo trascinato in quel casino. Senza, forse sarebbe stato il godric di sempre. Senza, forse non avrebbe avuto così tanta paura di sé stesso.
    «com'è andata?» si voltò verso ryan con espressione ironica, proferendo parola per la prima volta da quando aveva messo piede nel dormitorio grifondoro «divinamente: non ci sono andato» perché mentire? Perché non farlo. Non che non si fidasse dei golden, al contrario, eppure dubitava che avrebbero capito. Probabilmente tendeva a sottovalutarli, un po' come faceva con la maggior parte delle persone, ma una cosa era certa: comprendere godric non era semplice, e lui lo sapeva, motivo per cui non gliene avrebbe mai fatto una colpa. In fondo, in quella precisa circostanza, era difficile persino per lui individuare le cause di quel tumulto di roba che era diventata la sua testa.
    «chi mi assicurava che non fosse un complotto per uccidermi o usarmi come cavia di un esperimento sociale?» semicit. «oltre al fatto che, anche se per voi era evidentemente superfluo, avevamo dei compiti da fare» scrollò le spalle, poggiando la schiena alla parete e reclinando il capo ad osservare il soffitto. Cristo, talvolta sapeva essere davvero un guastafeste, ma che poteva farci? Fino a che gli avrebbero voluto bene così, non avrebbe potuto far altro che esser loro grato.
    «o magari qualcuno di voi ha voglia di un secondo giro in sala torture?» rude. A sua discolpa, davvero, se n'era pentito nell'istante in cui aveva aperto bocca, correndo immediatamente con lo sguardo a cercare l'espressione di dante per cogliervi il minimo segno d'asprezza, ed ecco perché preferiva sempre star zitto. La questione è che era più forte di lui: odiava ancora l'idea di essere finito in sala torture soltanto per aver seguito la malsana idea degli altri tre ma, più di ogni altra cosa, odiava l'idea che anche a loro fosse stato inflitto lo stesso male. Che se lo fossero in qualche modo cercato. Aveva quest'idea di poter controllare ogni cosa godric, di essere superiore e di poter avere sempre le redini di ogni situazione: le loro stronzate erano la prova più evidente di quanto questo suo senso d'onnipotenza fosse deficitario, e non era così semplice da digerire.




    ravenclaw
    17 yo
    deatheater


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    made in china — I'm here at the beginning of the end
     
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