[oblinder] All Of Me

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +5    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    316
    Spolliciometro
    +366

    Status
    Offline
    Da che Godric aveva messo piede in casa Butler, capitava piuttosto di frequente che Deja Osborne decidesse d'invitare le sue decisamente poco sobrie compagne di pilates per il tè delle cinque. Del Godric bambino bisogna sapere innanzitutto una cosa: che era identico alla sua versione diciassettenne, solo un po' meno alto. I suoi genitori dicevano che vecchio dentro c'era proprio nato, ma certo il trauma non doveva aver aiutato molto nello sviluppo della sua giovialità. Ecco, il fatto è che teneva sempre su quell'espressione, la sua tipica per intenderci, che lo faceva sembrare perennemente disinteressato a ciò che gli stava intorno e, al contempo, anche lievemente disgustato.
    «perché non vai un po' in camera tua, tesoro?» zia Deja aveva sempre quel tono sdegnosamente zelante di rivolgerglisi, quasi che non riuscisse a provar altro che pena per il suo povero nipote orfanello. E Godric, che da una parte avrebbe voluto impuntarsi e restare soltanto per potersi godere l'estremo disagio delle presenti, non faceva mai troppe storie perché in fondo tutta quella voglia di starle a sentire non l'aveva mai davvero avuto. Però, nel suo andamento sempre estremamente posato, non perdeva mai di cogliere i sussurri che le donne si scambiavano puntualmente nella convinzione che lui fosse già abbastanza lontano: «povero caro, veder morire i suoi genitori... così giovane, poi». Adesso, se l'Osborne fosse stato in grado di provare ed esprimere le proprie emozioni in maniera adeguata, probabilmente si sarebbe incazzato. Non tanto perché era stanco di sentirsi compatito, quanto più per quel continuo mormorare senza alcuna cognizione di causa: come facevano, loro, a sapere cosa avesse e non avesse visto la notte del fatidico incendio? Perché, se glielo avessero chiesto, lui avrebbe risposto senza troppi giri di parole che, no, in verità non aveva visto proprio un bel niente. L'ultima immagine che aveva dei suoi genitori erano confusi ricordi delle loro voci intente a chiamarlo, a fornirgli le istruzioni necessarie per uscire dalla casa e salvarsi. Non li aveva visti consumarsi tra le fiamme, né aveva poi avuto modo di vedere i loro corpi successivamente; non ne era rimasto niente, comunque.
    Dunque non si trattava dell'aver assistito ai loro ultimi istanti, quanto più dell'esserseli persi, perché non aveva la più pallida idea di quali fossero stati gli ultimi pensieri di sua madre, le ultime parole di suo padre, gli ultimi gesti prima di abbandonarsi alla perenne incoscienza. Per quanto gli riguardava, non aveva alcuna certezza che oltre il fuoco i suoi genitori avessero davvero incontrato la morte e forse per questo, più che per qualsiasi altra ragione, ne era sempre stato più incuriosito che spaventato. Perché non aveva avuto alcuna occasione di vedere, ed ora non se lo sarebbe più perso per niente al mondo.
    Ci si può ancora stupire, alla luce di questo, della sua completa impassibilità dinanzi al cruento omicidio consumatoglisi dinanzi? Sicuramente chiunque altro ne sarebbe rimasto sconvolto, avrebbe o urlato o avrebbe perso la voce per sempre. Godric si limitò a mormorare «meno una», depennando mentalmente l'ennesimo caso umano di cui era certo che quel mondo non avesse bisogno. In quel momento, più che la morte di una donna bene o male innocente - perché colpevole di estrema stupidità era un reato solo nella testa di Godric, al massimo anche in quella di Hyde -, a turbarlo erano un paio d'altre cose: a) le due monete a vagare nel tessuto dei suoi boxer; b) i residui cerebrali (uao, aveva davvero un cervello??) della non-più-così-viva cinquantenne a macchiargli il cappotto; c) l'indecisione fra l'avvicinarsi prima al suo cadavere per ammirare il foro d'entrata e d'uscita del proiettile o chiedere al suo carnefice delucidazioni sulla sua arma super fika.
    Metodo, Godric.
    Per prima cosa abbassò lo sguardo sui propri vestiti, scrollandosi di dosso un po' di roba senza mostrare alcuna espressione in particolare, salvo poi afferrare una delle schegge craniche e rigirarsela tra le dita con una certa ammirazione. Ah, l'anatomia umana.
    Si abbassò poi sul corpo della donna, voltandole delicatamente la testa prima a destra, poi a sinistra, quasi che si trattasse di un medico legale alle prese con un'autopsia particolarmente complessa.
    «ma che bordello fate» sollevò lo sguardo giusto un attimo, scuotendo il capo alla vista delle altre seguaci di Lory del Santo intente ad urlare ed a tentare la fuga dalla piscina in maniera disordinata e, a suo modesto parere, piuttosto poco funzionale. Tornò poi ad ignorarle, notando solo a quel punto la bottiglia di qualcosa incastrata sotto al cadavere «aveva il tappo chiuso» gli sembrò giusto sottolineare, prima di allungarla verso Hyde e sollevarsi, raggiungendolo su una delle sdraio al suo fianco. «un millimetro più a destra e se la sarebbe anche potuta cavare con un'afasia» commentò, indicando la donna con un gesto del capo. Si lasciò poi scivolare sullo schienale, portando un braccio dietro la testa e socchiudendo le palpebre, godendosi finalmente il ritrovato silenzio. Aprì poi un solo occhio, osservando l'altro di sottecchi e ponderando qualche istante prima di parlare «la pistola-bacchetta, è opera tua?» perché, se fosse stato un po' meno Godric, avrebbe probabilmente cominciato a riempirlo di domande sul suo funzionamento — ma aveva ancora un po' di contegno. O almeno, l'avrebbe a pieno avuto, se solo la sua quiete non fosse stata nuovamente interrotta. «ah» sollevò la seconda palpebra, inquadrando la figura della donna che aveva poco prima scaraventato nell'acqua ora intenta a cercare di riemergere. Si tastò la tasca per riprendere la bacchetta, puntandogliela contro e risollevandola nuovamente per aria, stavolta curandosi di mandarla a sbattere contro il soffitto così che smettesse di far casino. «dicevi qualcosa su un buon avvocato?»
    godric + jack
    bookworm
    17 y.o.
    alexithymia
    ravenclaw
    i libri + il silenzio + osservare la gente in maniera inquietante + i cadaveri?? + gli uccelli (quelli con le ali) + studiare, tipo davvero, con le pagine e le parole e tutto il resto + scrivere, ma in gran segreto
    love
    hate
    le persone che parlano troppo + le persone eccessivamente emotive + le persone ficcanaso + le persone che gli fumano ad un soffio dal naso + le persone
    Leave all your love and your longing behind you
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    +7 ♥
     
    .
  2.     +4    
     
    .
    Avatar

    i'm not dead yet

    Group
    Death Eater
    Posts
    393
    Spolliciometro
    +745

    Status
    Offline
    Hyde era ad un passo dalla linea che divideva supposizione da certezza, e si trattava di un passo molto breve. Lo osservò di sottecchi quando si tolse, con una non curanza quasi invidiabile, un frammento d’osso dal cappotto, e continuò a guardarlo impassibile anche quando prese posto al suo fianco, non permettendosi di distogliere lo sguardo. Riflettendo su quanto appena visto, allungò meccanico un braccio per appropriarsi della bottiglia che, coerente a se stesso, non avrebbe offerto al ragazzo, gli occhi ridotti ad una fessura. Percepiva in maniera quasi concreta la lista di domande farsi e disfarsi nella propria mente, ma, almeno per il momento, le ingoiò tutte con l’ombra di un sorriso a far capolino sulle labbra. «sei strano» che non era un complimento, ma neanche una critica. Avrebbe potuto dire diverso, ma avrebbe implicato un diverso rispetto a chi?, e non aveva alcuna intenzione di mostrare ad un ragazzino qualunque di essere quasi - sempre quasi - impressionato. Strano andava più che bene per le sue esigenze, rimarcando quanto fosse un ammiratore di un’ostentata e del tutto sincera aridità. Scosse il capo in quella che avrebbe avuto l’intenzione di essere un’altra secca risata, ma a cui il CW diede modo d’essere solo uno sbuffo fra i denti. «me la apri?» domandò, volutamente cortese, alla donna ancora su di lui. Visto? Un gentiluomo. Poco importava che, con la bacchetta di Hyde incastrata nella trachea, non avesse realmente la possibilità di reclinare – era un gioco di potere, ed ella aveva perso. Benvenuta nel mondo reale, dove i mostri s’inchinano solo per prendere il pugnale dal suolo. Tornò a guardare l’Osborne, domandandosi quanto quella fosse una facciata, e quanto invece l’universo gli avesse fottuto il cervello. Se fosse stato più Crane-Winston, avrebbe sperato nella prima ipotesi.
    Ma era più Hyde, e poteva solo suggerirgli di unirsi al cazzo di club. «un millimetro più a destra, e non sarei stato io a premere il grilletto» Perché non sbagliava mai mira, il biondo; non si trattò di pomposo orgoglio, quanto più di giustificata arroganza. Non era un vanto per il CW, che di lusinghe o vantarsi non ne aveva mai avuto bisogno - era una questione di principio. Annuì alla menzione sull’arma, gli occhi a scivolare sulla canna della pistola. Rivolse un cenno del capo alla Signora, ignorando consapevolmente le dita di lei a vibrare come diapason, quando prese dalle sue mani la bottiglia di whisky. Il solo profumo bastò a dargli quel poco di calore che sempre gli mancava, annegando il più forte sentore di sangue che iniziava a mescolarsi al cloro della piscina. Portò la bottiglia alle labbra, un sospiro a scivolare sul vetro quando il liquore gli punse la lingua e la gola.
    Morte e alcool significavano solo una cosa, per Hyde: casa.
    Vide Godric sfoderare ancora la bacchetta contro la donna grondante d’acqua, ma non si sprecò ad osservare il secondo – ed ultimo #rip – volo ad angelo di Valeria Marini, rimanendo invece a guardare lui. Era un drogato? Era sotto imperius? La sua più credibile teoria era fosse psicopatico – ma non gli dispiaceva l’idea che potesse essere un fuggitivo di Azkaban sotto mentite spoglie. O un androide, perché no. Bevve un altro sorso, gli occhi chiusi ed inebriati dalla familiarità del fuoco a corrodere le vene. «solo che ne conosco uno, se volessi una consulenza» replicò vago, liquidando l’argomento con una stretta di spalle. Non che, con i cadaveri a zampillare come fiori in primavera, dovesse ancora averne bisogno – o forse sì? Hyde era ancora in tempo ad andarsene ed incastrate il giovane non-Grifondoro per pluri omicidio. Ma non l’avrebbe mai fatto, il CW - anche perché c’erano molte più probabilità che Godric finisse a far compagnia alle non più tanto fanciulle. «ho come la sensazione che andreste d’accordo» rifletté ad alta voce, sollevando entrambe le sopracciglia.
    E questo momento, cari lettori, prima o poi doveva arrivare – avevano troppe cose in comune, per non giungere ad un punto di non ritorno era troppo bello per essere vero. Hyde ficcò la mano in tasca prendendo un pacchetto stropicciato; infilò una sigaretta fra i denti, e porse l’accendino alla sua Amica perché gliela accendesse. A malapena attese che la brace s’accendesse ed i polmoni bruciassero, ed il sapore di tabacco e nicotina si mescolasse a quello dell’alcool, prima di sfilare l’arma da fuoco dalla bacchetta, la quale rimase al collo di Costanza, e cambiare target alla pistola. «perchè non dovrei sparare anche a te?» E di nuovo, malgrado il pensiero cozzasse con le parole, non intendeva minacciarlo: la trovava una domanda del tutto legittima, Hyde, e sapeva per esperienza che il miglior modo per motivare un proprio interlocutore, era metterlo in faccia alla realtà – in quel caso, la canna di una semiautomatica. Aspirò il fumo soffiandolo riflessivo dalle narici, le palpebre assottigliate. Si può sapere chi cazzo sei?
    hyde + godric
    vigilante
    20 y.o.
    hater
    slytherin
    niente
    love
    hate
    tutto
    And I know my folks they worry Cause I'm a little sad faced
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


     
    .
  3.     +4    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    316
    Spolliciometro
    +366

    Status
    Offline
    Godric il senso pratico l'aveva sempre avuto. Persino da piccolissimo, piuttosto che preferire i più classici giochi di fantasia, si era sempre orientato su attività adatte a fasce d'età più alte della sua, che lo stimolassero intellettualmente più che da un punto di vista esclusivamente ludico. E se dunque quel genio l'aveva sempre avuto, la sua vita aveva iniziato a girare attorno ad essa subito dopo essere rimasto orfano. La razionalità, la totale apatia, gli permettevano di discostarsi da quel mondo che non aveva mostrato il minimo di giustizia nei suoi confronti e di vedere le cose semplicemente per ciò che erano. Che senso aveva piangere, arrabbiarsi, crollare quando bastava fingere che non fosse niente di che, imparare a convivere con ogni cosa, anche la peggiore.
    Lo dicevano i suoi zii che era strano, i suoi parenti in visita per il Natale, i suoi compagni e talvolta persino i suoi amici, ma per lui non era mai stato motivo d'offesa. Certo, c'erano delle volte in cui forse avrebbe preferito essere nato con qualche neurone in meno, abbastanza stupido da non rendersi conto di quanto schifo avvolgesse la sua intera esistenza, ma in fondo non avrebbe mai voluto essere come loro. Perché se normalità era un concetto socialmente costruito, allora la sua normalità non comprendeva certo inutili riunioni di famiglia al solo scopo di preservare un'inutile facciata di finta cordialità, né il buttarsi via per una donna, o per una stupida festa vuota e frivola. Per quanto talvolta non potesse negare di soffrirne, preferiva di gran lunga la propria solitudine, i suoi libri, le sue passioni non propriamente convenzionali. E strano era solo un modo per riassumere il suo concetto di migliore, sebbene in un senso certamente relativo.
    Solo che anche strano, pronunciato da quella bocca, aveva un che di diverso da ciò a cui Godric era abituato. Non era giudicante, non era sarcastico — solo una constatazione di fatto. Hyde aveva sparato a sangue freddo ad una donna, eppure Godric non era riuscito ancora a classificarlo come uno psicopatico. Strano, quello forse sì, con qualcosa di simile a sé, andava ammesso anche quello, ma niente di più. O magari, alla fine, non era Hyde lo psicopatico fra i due.
    Non aveva mai ucciso l'Osborne, ma non perché lo trovasse particolarmente immorale o perché fosse spaventato dall'idea, ma anche lì era una mera questione logica: perché sprecare tempo ed energie in un gesto inutile? Non biasimava l'altro per aver innalzato il livello medio dell'intelligenza mondiale risparmiando all'umanità un soggetto evidentemente poco rilevante ai fini dell'evoluzione ma, dal suo canto, sentiva d'aver bisogno di maggiori informazioni per poter giungere alla stessa conclusione del Winston.
    «dovresti farmelo conoscere, allora» malgrado le sue convinzioni, non aveva certo scordato l'Osborne di trovarsi nel bel mezzo di una scena del crimine e di non star facendo assolutamente nulla per rendere le cose meno crude di quanto in verità non fossero. Ma, ecco, per qualche misteriosa ragione non riusciva ad esserne preoccupato. Innanzitutto, sapeva di non aver direttamente contribuito all'omicidio — al massimo giusto a qualche violenza alla Valeria Marini in piscina, ma poteva sempre essere giustificata come legittima difesa ad una molestia sessuale. In secondo luogo, non si trovava certo sotto un governo particolarmente attento a quel genere di questioni, inutile affermare il contrario. Terzo, ma non per importanza, c'era qualcosa nell'estrema calma di Hyde che in qualche modo impediva anche a lui di potersi anche lontanamente preoccupare. Magari l'altro era già un pluriomicida in attesa di condanna e dunque era questa la ragione di tanta lucidità, o forse era solo abbastanza stupido da non comprendere le conseguenze delle proprie azioni. O ancora, un'altra volta, era soltanto uno psicopatico. E Godric era uno che a quelle cose pensava parecchio, che perdeva il suo tempo dietro alle ragioni di ogni cosa, solo che in quella precisa circostanza aveva deliberatamente deciso di non farsi domande. Per una volta voleva soltanto fidarsi, seppur di uno sconosciuto. «può sempre tornare utile» scrollò dunque semplicemente le spalle, come se il sangue non gli stesse ancora imbrattando il viso e i vestiti, come se non ci fosse un cadavere ai suoi piedi, come se la donna ancora a cavalcioni sul biondo non avesse ancora una pistola puntata addosso e l'espressione di chi potrebbe morire di paura da un momento all'altro.
    «perchè non dovrei sparare anche a te?» talvolta poteva anche non sembrare proprio un essere umano il Godric, ma la sua natura di tanto in tanto finiva per tradirlo. E dunque un guizzo allarmato, seppur fulmineo, gli attraversò lo sguardo alla minaccia-non-minaccia dell'altro. Una fortuna che non si fosse ancora voltato abbastanza da lasciare che Hyde lo cogliesse, eppure non poteva certo negare a sé stesso d'aver provato un fremito dinanzi all'eventualità che l'altro volesse davvero fargli fare la stessa fine della sua precedente vittima.
    Non aveva paura di morire, non era questo il punto.
    Era il come.
    Tralasciando l'immane quantità di progetti incompiuti che si sarebbe lasciato alle spalle e, perché no, la preoccupazione per come Dante, Jack e Ryan avrebbero reagito ad una sua prematura dipartita, c'era una lieve irritazione dovuta a tutto il contesto. Lieve, perché Godric non si arrabbiava mai davvero, ma sufficiente a convincerlo di non volersi fare ammazzare senza una ragione, e non per mano di Hyde. Per quell'ultimo punto non c'era una ragione particolare, ma era così, fine della storia.
    «perché non dovresti?» voltò lentamente il capo, posando prima gli occhi sulla canna della pistola, poi sul viso altrui incrociandone lo sguardo «non è mai una reale scelta, quella fra vivere o morire» -semicit.
    Aveva senso estrarre la bacchetta e provare a contrattaccare? Probabilmente no, vista l'abilità che l'altro aveva già mostrato d'avere con l'arma da fuoco. C'era davvero qualcosa che avrebbe potuto dire per fargli cambiare idea? Sarebbe comunque rimasta una decisione di Hyde.
    «ma, per quanto mi riguarda, sarebbe un po' deludente» non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire, buttando un'occhiata alla nuova apri-bottiglie / accendi-sigarette del Winston e ritrovandovi una sorta d'ironia, tanto da dover reprimere un mezzo sorriso prima di continuare «voglio dire, a che pro sparare anche a me?» perché se avesse voluto provare a denunciarlo, l'avrebbe già fatto. Se avesse voluto biasimarlo, ne avrebbe largamente avuto l'occasione. Se avesse voluto perdere la testa ed irritarlo, che cosa avrebbe avuto da indugiare ancora? «soltanto per il gusto di farlo?» non trovava un'altra plausibile spiegazione. «beh, fa' pure se vuoi» sospirò, sistemandosi meglio sulla sdraio e tornando a guardare il soffitto «ma priveresti entrambi della possibilità di scoprire se abbiamo davvero tante cose in comune come sembra, o se uno dei due avrebbe dovuto beccarsi una pallottola in fronte alla nascita» non che la cosa sarebbe stata poi così male, precisiamo.
    godric + jack
    bookworm
    17 y.o.
    alexithymia
    ravenclaw
    i libri + il silenzio + osservare la gente in maniera inquietante + i cadaveri?? + gli uccelli (quelli con le ali) + studiare, tipo davvero, con le pagine e le parole e tutto il resto + scrivere, ma in gran segreto
    love
    hate
    le persone che parlano troppo + le persone eccessivamente emotive + le persone ficcanaso + le persone che gli fumano ad un soffio dal naso + le persone
    Leave all your love and your longing behind you
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    +8 ♥
     
    .
  4.     +3    
     
    .
    Avatar

    i'm not dead yet

    Group
    Death Eater
    Posts
    393
    Spolliciometro
    +745

    Status
    Offline
    «perché non dovresti? non è mai una reale scelta, quella fra vivere o morire» Non stava succedendo davvero. Si rifiutava di cedere all’impellente tirare di labbra che avrebbe voluto piegarsi in un sorriso, stringendo invece i denti e distogliendo lo sguardo per puntarlo sul pavimento dalla parte opposta. Forse stava impazzendo; forse quel whisky era davvero forte, ed Hyde non avrebbe più avuto la rigidità morale di giudicare le attempate Signorine per la loro ubriachezza molesta. Aveva appena – aveva appena rigirato la sua logica contro di lui? Irrealistico. L’ultima volta in cui né risata né sorriso erano stati a discapito d’altri, era il 2041, quando lui e Levi avevano creato un nuovo tipo di droga pasticca in grado di affinare l’intelletto: la loro cavia era stata Jekyll (chiaramente: lui fra tutti era l’unico potesse dimostrare l’effettiva validità della ricetta), e quando il fratello aveva iniziato a parlare di teoria delle stringhe in terminologia corretta e scientificamente approvata, Hyde aveva riso davvero - e poi aveva, di comune accordo con il collega, distrutto la ricetta: era un’arma troppo pericolosa, se poteva permettere agli Orwell CW del mondo di masticare fisica quantistica. Scosse il capo e socchiuse le palpebre, senza allentare la presa né sulla bacchetta, né sull’arma da fuoco ancora puntata su Godric. Anzi, vi dirò di più: solo per quel motivo, gli avrebbe sparato sul serio – così, senza avvisi o preliminari da villain. Perché? Perché poteva, in primis; perché nessuno avrebbe potuto fermarlo, se per capriccio avesse deciso di premere il grilletto. E perché c’era qualcosa che lo turbava, nel modo troppo semplice in cui Godric rispondeva, nel mondo logico ed ordinato riflesso negli occhi chiari. Se l’Osborne avesse conosciuto Jack Daniels, o anche Hyde Crane Winston, avrebbe compreso realmente quanto rara fosse la smorfia a sporcare le labbra o le iridi cerulee – quanto assurdo fosse un mondo in cui il primo impulso di Hyde non fosse quello di uccidere o uccidersi. Non che avesse davvero il grilletto così facile; la lista di persone che aveva ucciso, non era lunga quanto (gli sarebbe piaciuta.) faceva credere, limitandosi a coloro che ostacolavano il suo cammino, o creavano impiccio. Se avesse tolto la vita a chiunque gli fosse stato sul cazzo, non avrebbero riempito una classe da dieci banchi – e, per inciso, lui non ci sarebbe stato. Nella storia si spacciava l’ideale romantico e tossico dell’uccidere per qualcuno, ma gli Hyde dell’universo lo sapevano che il vero sacrificio fosse vivere, per qualcuno. «ma, per quanto mi riguarda, sarebbe un po' deludente» Inarcò le sopracciglia, il capo ad inclinarsi verso la fine della sdraio per poter buttare la cenere a terra, il naso arricciato in un filo di fumo. Pur essendo tante cose, non praticava quel tipo di vandalismo all’ambiente: sapeva che, prima di andare via, avrebbe dovuto pulire (sapete, no: sangue, cervella, ecc ecc.) quindi non si preoccupava di un po’ di tabacco bruciato. «voglio dire, a che pro sparare anche a me? soltanto per il gusto di farlo?» Meno di un minuto prima aveva dovuto spostare il dito dal grilletto per impedirsi di cedere all’egoista, stupida, tentazione di togliersi il vezzo, eliminando il problema alla radice – aveva già troppi stronzi di cui preoccuparsi, Hyde, perché il nome di uno sconosciuto finisse in lista; lussi che no poteva, né voleva, permettersi - quindi insomma: la risposta era sì. Volse il capo verso Godric per permettergli di leggere la risposta nel sincero sguardo cobalto, le sopracciglia arcuate. «beh, fa' pure se vuoi. ma priveresti entrambi della possibilità di scoprire se abbiamo davvero tante cose in comune come sembra, o se uno dei due avrebbe dovuto beccarsi una pallottola in fronte alla nascita» Battè lentamente le palpebre, un riso ironico a prudere in gola. Strinse il labbro inferiore fra i denti sentendo la bocca schiudersi in un sorriso cinico ed arrendevole. «sei davvero -» strano, assurdo – un qualcosa ch’era abbastanza certo non avrebbe mai dovuto vedere la luce. Sapeva che nel mondo ci fossero più di sette miliardi di persone, e che statisticamente fosse possibile che almeno una di loro avesse la stessa mente contorta di Hyde – semplicemente, non aveva mai previsto la possibilità di incontrarne fisicamente una. Era in qualche modo destabilizzante, come vedersi per la prima volta allo specchio, e farsi una mezza idea di come lo vedessero gli altri. Scosse il capo lasciando la frase in sospeso, la lingua a schioccare sul palato.
    Fu di nuovo tentato di sparare comunque.
    Ed invece, sollevò il pollice mettendo la sicura all’arma, tornando a riporla nella tasca. «onestamente, non credo di voler sapere quanto altro abbiamo in comune» Si strinse nelle spalle, un guizzo impercettibile delle labbra. «è già piuttosto inquietante così» Ruotò lo sguardo sull’altro, sollevando la bottiglia in un non mutuale brindisi prima di portarla alle labbra. Osservò la sigaretta stretta fra pollice ed indice, ponderando la questione fra denti ed interno della guancia. «e poi, perché dovremmo?» Sarebbe stato come dare il nome ad un animale allevato per il macello, ma quella specifica non richiesta la tenne per sé. Indicò la porta con un cenno del capo, sentendo la bocca riempirsi di ironia e divertimento a senso unico. «usciti da qui, non sentirai più parlare di hyde joyce» Un po’ gli dispiaceva, quando gli altri non potevano capire le sue battute.
    Ma non abbastanza da spiegarle.
    hyde + godric
    vigilante
    20 y.o.
    hater
    slytherin
    niente
    love
    hate
    tutto
    And I know my folks they worry Cause I'm a little sad faced
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


     
    .
  5.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    316
    Spolliciometro
    +366

    Status
    Offline
    Non lo disse, né lo diede a vedere, ma rimase sinceramente sorpreso nel vedergli riporre l'arma. Invero, in prima istanza aveva ritenuto egli stesso illogico volergli sparare, ma nel pronunciare quell'ultima frase aveva ricevuto — diciamo una sorta d'illuminazione. Una ragione per toglierlo di mezzo c'era, e forse doveva esser stata chiara al Winston - al Joyce, così come lui lo conosceva - ancor prima che lui potesse anche solo avvicinarsi al realizzarla: erano davvero troppo simili. Ed il punto non era ciò che Godric avrebbe potuto fare nell'immediato futuro, ma come quella somiglianza avrebbe potuto a lungo termine ripercuotersi su entrambi . Lungi dal preoccuparsi per le conseguenze in termini umani dell'esistenza di un Hyde ed un Godric a così stretto contatto, la vera questione era che l'evoluzione di un rapporto del genere non poteva che procedere in in due possibili direzioni: a) avrebbero finito per ammazzarsi a vicenda; b) avrebbero finito per piacersi.
    E no, non c'era un'opzione giusta, né tanto meno una contemplabile per l'Osborne. Un conto era restare lì per, quanto?, un'ora al massimo, a fingere di non compiacersi per uno scambio straordinariamente diverso da qualunque altro avesse mai avuto prima, un altro era sperare che continuasse, andare oltre il mero interesse pratico. Una cosa era concedersi una tale debolezza con un Ryan o un Dante, che non avrebbero potuto nuocergli neppure volendo, un altro era avere a che fare con qualcuno che facilmente avrebbe potuto supporre le sue debolezze, scavargli dentro e tirar fuori quel briciolo di emozione che gli era rimasta, manipolarlo ed infine gettarlo via, o gettarsi via, proprio nell'istante in cui sarebbe divenuto ormai difficile disfarsi della sua presenza senza risentirne da qualche parte all'altezza del petto. Sarebbe anche potuto essere soddisfacente per qualche tempo, sì, ma Godric era uno che pensava al futuro, ed impelagarsi in una situazione ad alto rischio di perdita sarebbe stato sciocco, oltre che doloroso.
    E dunque non gli restava che alzarsi e andar via, ma se la sua testa non faceva che ordinargli di farlo, il suo corpo restava su quella sdraio e non accennava a muoversi, incapace di voltare le spalle ad una situazione surreale eppure tangibile, che difficilmente gli si sarebbe ripresentata una seconda volta. Allora forse era il caso che uno dei due sparasse, e certo non era lui ad avere in mano una pistola. Una pallottola, ed il problema sarebbe stato risolto per sempre. Il pollice di Hyde sulla sicura, ed ignorare le conseguenze per godersi soltanto il momento presente avrebbe rappresentato una delle più difficili sfide che l'Osborne si fosse mai trovato a dover superare.
    Ma era stato il Joyce a scegliere per entrambi, proprio lui che aveva rifiutato l'idea di una scelta fra vita e morte, ed a quel punto avrebbe anche voluto dirglielo, fargli notare come in fondo si trattasse sempre di una decisione presa più o meno consapevolmente, ma se l'avesse fatto avrebbe dimostrato di averci riflettuto, di avervi effettivamente posto più attenzione di quanto in realtà non fosse il caso di fare. E dunque tacque, non sollevato dal non avere più un'arma puntata addosso, ma paradossalmente ancor più sull'attenti di prima.
    «onestamente, non credo di voler sapere quanto altro abbiamo in comune, è già piuttosto inquietante così» avrebbe dato maledettamente ragione alle parole dell'altro, se solo non le avesse trovate estremamente poco concilianti al gesto d'abbassare la pistola che, seppur poteva avergli risparmiato la vita, certo non gli aveva facilitato le cose.
    «eppure non hai sparato» ecco, forse quello avrebbe potuto risparmiarselo. Non voleva essere una provocazione, né tanto meno uno strano tentativo di flirt fra psicopatici, solo una semplice constatazione, cosa che era propenso a fare praticamente dinanzi a qualsiasi cosa. Si era risparmiato di commentare con un 'è morta' dinanzi al cadavere della donna solo perché gli era sembrato già piuttosto ovvio, ma quello — quello gli sembrava tutto fuorché scontato. Non credeva che Hyde si sarebbe fatto troppi scrupoli ad uccidere anche lui, né che fosse stato frenato dal senso di giustizia o dalla morale. E dunque non poteva che esser stata una scelta consapevole, dettata più dalla volontà che da una ragione più alta, motivo per cui non poteva che — no, non avrebbe sorriso. Ma in un altro tempo, in un'altra vita, in un altro Godric l'avrebbe fatto.
    «e poi, perché dovremmo?» nice question, perché? L'avrebbe volentieri rigirata al Joyce, se solo non avesse avuto l'impressione di tirare un po' troppo la corda, ma il fatto è che in effetti non avrebbe saputo trovare una degna risposta a quel quesito. Eppure erano ancora entrambi lì, vivi.
    «non dovremmo, infatti» anche perché, a quel punto, dubitava che esistessero regole che il Joyce non potesse prescindere «ma, fintantoché siamo qui, non vedo perché precluderci una possibilità» si passò un pollice sulla guancia, percependo ora la macchia di sangue asciutto tirargli la pelle «quando poi le nostre moleste amiche avranno disseminato sufficientemente il panico da costringerci a sloggiare, potremmo anche voltarci le spalle e fingere di non esserci mai conosciuti» il che, per qualche ragione, gli lasciò un certo amaro in bocca. Tornò a concentrarsi sul sangue rimastogli sul suo dito, a marcare di rosso le sottili linee della sua impronta. Fece per strofinarselo sui vestiti, cosa che certo non avrebbe potuto renderlo più impresentabile di quanto già non fosse, ma in un gesto più istintivo che ragionato si allungò invece verso la donna a cavalcioni sull'altro, sorridendole appena prima di passarle il pollice sulla fronte.
    'simbaH' avrebbe detto Dante, ma Godric aveva ancora un po' di contegno.
    «è sicuramente meglio per entrambi» tornò al proprio posto, tornando a vagare con lo sguardo sopra di sé «sto bene col mio sdegno per il mondo, non ho bisogno di farmi piacere nessuno».
    godric + jack
    bookworm
    17 y.o.
    alexithymia
    ravenclaw
    i libri + il silenzio + osservare la gente in maniera inquietante + i cadaveri?? + gli uccelli (quelli con le ali) + studiare, tipo davvero, con le pagine e le parole e tutto il resto + scrivere, ma in gran segreto
    love
    hate
    le persone che parlano troppo + le persone eccessivamente emotive + le persone ficcanaso + le persone che gli fumano ad un soffio dal naso + le persone
    Leave all your love and your longing behind you
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    +9 ♥
     
    .
  6.     +3    
     
    .
    Avatar

    i'm not dead yet

    Group
    Death Eater
    Posts
    393
    Spolliciometro
    +745

    Status
    Offline
    Non poteva neanche giustificarlo dicendosi di aver dato l’idea sbagliata di sé, una versione più quieta ed accomodante; non poteva trovare mezzo motivo al mondo per cui «eppure non hai sparato» fosse una frase appropriata da dire ad un Hyde, un Hyde qualunque - e non tanto perché pareva un’aperta sfida a farlo, quanto più per l’idiozia stessa intrinseca nell’osservazione dell’ovvio. Inclinò il capo verso di lui, squadrandolo di sottecchi prima di tornare con lo sguardo al nulla distratto del soffitto, delle pareti, della donna terrorizzata a coprirgli buona parte della visuale. «se conoscessi empatia e misericordia, l’avrei fatto» ricordò secco, il tono volutamente lento e basso. «a scanso di equivoci:» indicò con la bottiglia la tasca nel quale aveva riposto la pistola, ruotando poi gli occhi azzurri sull’altro. «non ha nulla a che vedere con te» che, per quanto lo riguardava, era abbastanza vero: non c’era nulla di personale fra il non premere il grilletto, ed il farlo – non era Godric in sé, a fare la differenza. Un sorriso piatto e anaffettivo sporcò le labbra del CW, il quale si ritrovò a chiudere stancamente gli occhi. «non sono un assassino» bisbigliò appena, privo d’esitazione malgrado il cadavere a pochi passi da loro il quale, sicuramente, non la pensava come lui. Non sono un assassino. Non una questione d’etica né di morale, le quali comunque non mancavano nel CW, semplicemente focalizzate su altri campi, quanto più di…aspettativa. Di ricordi difficili da cancellare, e giudizi che avrebbero pesato più di altri. Hyde era il genere di ragazzo che gets shit done a qualunque costo, e quello - quello - per quanto poco…ortodosso, poteva accettarlo e giustificarlo anche ai tristi occhi di sua sorella, o dei suoi genitori. «non se non mi dai un motivo valido per diventarlo» Corresse, ampliando di un millimetro la smorfia sulla bocca. E Godric aveva avuto perfettamente ragione, nel rigirargli la domanda poco prima: a che pro?, perché era l’ l’inghippo esistenziale di Hyde. Aveva sempre uno scopo, e per raggiungerlo sarebbe stato disposto a quasi, maledettamente quasi, qualunque cosa, privo della bontà d’animo che, contro ogni comune logica, l’avrebbe spinto a piantare una pallottola nella fronte corrugata dell’Osborne. Avrebbe potuto risparmiargli una vita di incomprensioni ed altri dolori, di domande a cui nessuno avrebbe potuto rispondere – di conversazioni a stanze vuote, e stanze piene di gente per asfissiare i propri pensieri. «non dovremmo, infatti. ma, fintantoché siamo qui, non vedo perché precluderci una possibilità» il Serpeverde vedeva almeno un centinaio di motivi per cui precludersi la possibilità, ma preferì tacere ed osservare le proprie mani. Chiunque li avesse scelti ed infilati nella stessa stanza, doveva realmente aver puntato all’auto distruzione, perché d’altro non poteva trattarsi. Un reciproco peggiorarsi a vicenda, uscendo da lì con la consapevolezza di non essere gli unici al mondo – ed era un male, perché era la solitudine a trascinarli sulle rive meno affilate e più accomodanti dei Jekyll, delle Chelsey. Vero, avrebbero potuto rimanere su quelle sdraio a scambiarsi pareri sui sofisti o le teorie dell’universo, sul malessere esistenziale o le tecniche più accurate di tortura, ma a quale pro?
    Lo scopo. Mancava sempre lo scopo, mentre vedeva con chiarezza l’abisso poco distante. Il primo insegnamento che la sua famiglia gli avesse mai dato, era che bisognasse sempre migliorarsi a vicenda. Sempre. Hyde aveva sempre contribuito poco alla parte del dare, ma il ricevere aveva perlomeno lenito gli angoli più duri e taglienti. Vagamente stupido, ma incredibilmente Crane-Winston, il capo del consiglio non voleva che Godric uscisse da lì pensando di aver trovato qualcuno come lui - doveva vedere, e capire, che fine avrebbe potuto fare se avesse continuato con quella strada. Era egocentrico, e credeva di meritarsi di conquistare e dominare il mondo, ma non avrebbe comunque augurato - o voluto - a nessuno di essere un Hyde.
    C’era decisamente posto solamente per uno dei due, e che cazzo, Hyde se l’era meritato.
    «sto bene col mio sdegno per il mondo, non ho bisogno di farmi piacere nessuno». Piacere!! Non ricordava, in vent’anni di vita, che qualcuno avesse mai detto qualcosa di simile nei suoi confronti, eccetto i vari ma com’è adorabile!!!! delle vecchie al mercato della frutta. Hyde non piaceva a nessuno - era contrario alla sua indole, a tutto ciò ch’era e faceva. Ammirazione? Okay. Tolleranza? Benissimo. Ma piacere? Prese la sigaretta fra pollice ed indice e coprì nuovamente la bocca con il palmo, una risata incredula e scettica ovattata nella mano. Scosse il capo, si schiarì la voce con un asciutto colpo di tosse. «non ho bisogno di farmi piacere nessuno» ripetè, un po’ perché della stessa idea, ma perlopiù per la stessa logica già citata: far apparire la frase più sensata, se detta con la propria voce. «io invece credo che dovresti andartene.» asserì dal nulla, lo sguardo intenzionalmente annoiato a posarsi su Godric. «come avrai intuito, ho un po’ da fare qui» ruotò l’indice nell’aria indicando il piccolo ambiente, riponendo poi la sigaretta fra le labbra. E nel momento in cui chiuse bocca, quasi rimpianse di averla aperta; quasi se ne dispiacque, Hyde, ancora incuriosito e affascinato dalla mera esistenza di un esemplare di Godric Osborne. Ancora quasi, allentò la stretta dei denti sull’interno della guancia per dirgli che avrebbe potuto rimanere, un altro po’.
    Ma a quale scopo?
    Ecco perchè sempre quasi.
    hyde + godric
    vigilante
    20 y.o.
    hater
    slytherin
    niente
    love
    hate
    tutto
    And I know my folks they worry Cause I'm a little sad faced
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


     
    .
  7.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    316
    Spolliciometro
    +366

    Status
    Offline
    Che si trattasse di estrema selettività o di noncuranza a scanso di eccezioni, le persone cui Godric aveva concesso più di qualche istante del proprio tempo si contavano appena sulle dita di una mano. Si poteva pensare che il suo ritrarsi dalle relazioni sociali fosse essenzialmente dovuto alla paura di perdere gli affetti, di ritrovarsi nuovamente solo, ma il fatto era che, se così fosse stato, allora si supponeva che un minimo di sentimento albergasse dietro quella sua fredda apparenza. Eppure no, affatto: nella maggior parte dei casi non provava davvero niente. Né un minimo d'interesse nell'approfondire una nuova conoscenza, né il desiderio di avere qualcuno accanto, né la voglia di sperimentare. Spesso era persino infastidito dalla presenza altrui.
    La prima persona a guadagnarsi un minimo della sua attenzione era stata, signori e signore, non Ryan. No, perché nel disordinato susseguirsi d'incidenti - così amava chiamare i ragazzini in affidamento che di tanto in tanto i suoi zii si ostinavano a portare in casa - con cui era stato costretto a convivere, ce n'era stato uno, al massimo due, con cui forse, e dico forse, avrebbe anche potuto provare a schiudersi quel minimo sufficiente a non doversi auto-etichettare come anaffettivo. Ma erano durati, quanto? Certo non il tempo necessario ad un Godric per decidere se ne valesse davvero la pena. E poi c'era stato Ryan, che pur essendo esattamente l'opposto di ciò che era generalmente disposto a tollerare, in qualche modo era riuscito a guadagnarsi la sua simpatia. Non che l'Osborne gli avesse mai mostrato più di quel che in genere dava a vedere, figurarsi, ma per lui, così come poi era stato per Jack e per Dante, avrebbe anche potuto fare il sacrificio di trovarsi in situazioni poco calzanti con il suo modo di vedere le cose pur di assicurarsi che stessero bene — che non facessero più stronzate del solito, per intenderci.
    Tutto ciò per dire che, al di là di quei tre - ed anche lì in maniera molto relativa -, non c'era alcuna ragione per cui Godric avrebbe dovuto usare il termine 'piacere' per riferirsi ad un altro essere umano. Era talmente fuori dal suo abituale modo di essere, talmente dissonante che a stento si accorse di averlo fatto, prendendone piena consapevolezza solo nel risentirlo sulla bocca dell'altro. Se ci avesse riflettuto, se si fosse concesso di farlo, probabilmente ne sarebbe rimasto terrorizzato. Ma non lo fece, limitandosi piuttosto a circoscriverlo a quella circostanza già di per sé inconsueta, raccontandosi di come fosse effettivamente lieto di esser stato fortunato nella sfortuna, di aver trovato qualcuno di passabile in una situazione che altrimenti sarebbe stata davvero troppo per i suoi fragili nervi. Se preferiva trovarsi invischiato in un omicidio piuttosto che ad un appuntamento a lume di candela? Senza alcun dubbio, .
    «comprendo quanto possa essere allettante l'idea di ripulire un'intera scena del crimine da solo» arcuò le sopracciglia in una smorfia semi divertita, spostando lo sguardo prima sul cadavere, poi su Hyde «ma, che ti piaccia o no, ci sono dentro anch'io, dunque perdonami se non ho tutta questa fiducia nell'umanità da voler lasciare a te tutto il piacere» prima che possa sorgere il minimo dubbio: no, non gli importava così tanto di come avrebbe potuto evolversi la questione accusa per concorso in omicidio. Certo, avrebbe senz'altro preferito andare finalmente incontro alla morte piuttosto che perdere il suo tempo ad Azkaban, ma confidava nella propria capacità di tirarsi fuori dalle peggiori situazioni col solo uso dell'intelletto. E poi, andava ammesso, c'era ancora quel suo irragionevole confidare nel fatto che il Joyce non gli avrebbe rigirato la questione contro per potersi liberare dall'impiccio, sebbene certo sarebbe stata la scelta più ovvia da parte sua. Il punto aveva a che fare proprio con quello in verità: c'era quella tendenza contro intuitiva a voler restare malgrado non ve ne fosse ragione. C'era l'ostinarsi a fingere che trovarsi dinanzi ad un Hyde non l'avesse in alcun modo destabilizzato. C'era lo sciocco perpetuare a trattare il tutto come fosse una situazione a sé stante, una bolla di sapone che sarebbe scoppiata senza lasciare traccia alcuna una volta usciti di lì.
    Perché più semplice del troncare il tutto sul nascere, c'era il fingere che quel tutto non fosse niente di che, niente per cui preoccuparsi, niente da dimenticare una volta tornati alla vita di sempre.
    «ma, al contrario, tu puoi andare se preferisci» prese a rigirarsi tra le mani la bacchetta, mormorando poi un incantesimo per darsi una ripulita ai vestiti «io posso sempre godermi la compagnia della signora» accennò alla donna su di lui con un cenno del capo, affrettandosi a precisare «purché stia zitta» priorità.
    Sollevò la schiena dalla sdraio, rizzandosi a sedere e sporgendosi appena per poter dare un'altra occhiata al corpo della donna sul pavimento ed a tutto ciò che la sua morte aveva comportato. Chiunque avrebbe potuto crederlo intento a studiare il modo più adatto per liberarsi delle incriminanti, ma la verità era che un altro quesito continuava a martellargli imperterrito le tempie. «personalmente, però, non ho tutta questa gran fretta di liberarmi di te» ecco, alla fine l'istinto aveva finito per scegliere al suo posto «ed in fondo neanche tu, dal momento che i motivi validi per spararmi ce li avresti avuti eccome» anche troppo «e nope, non è un'insinuazione, solo un dato di fatto».
    godric + jack
    bookworm
    17 y.o.
    alexithymia
    ravenclaw
    i libri + il silenzio + osservare la gente in maniera inquietante + i cadaveri?? + gli uccelli (quelli con le ali) + studiare, tipo davvero, con le pagine e le parole e tutto il resto + scrivere, ma in gran segreto
    love
    hate
    le persone che parlano troppo + le persone eccessivamente emotive + le persone ficcanaso + le persone che gli fumano ad un soffio dal naso + le persone
    Leave all your love and your longing behind you
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    +10 ♥
     
    .
  8.     +2    
     
    .
    Avatar

    i'm not dead yet

    Group
    Death Eater
    Posts
    393
    Spolliciometro
    +745

    Status
    Offline
    Godric stava forse dubitando delle capacità di Hyde Joyce Fuckin Crane Winston di ripulire una scena del crimine? Ma non lo sapeva che era diventato magiavvocato guardando tutte e nove (spoiler: Annalise mette alla luce il nuovo messia; crossover con Supernatural stagione 34) le stagioni di How To Get Away With Murder? No, Hyde. No.
    Giusta osservazione. Non potè comunque impedirsi uno sbuffo incredulo fra i denti, le labbra piegate verso il basso ed un’occhiata mesta al soffitto della stanza. Gli occhi si ridussero ad una fessura alla menzione di potersene andare, ed il biondo si ritrovò, in quella maniera ironica con la quale si soppesa sempre una situazione di per sé assurda, l’idea di seguire il consiglio, e lasciarlo in merda. Così, giusto perché nella sua esistenza peccava di passatempi sani, e portare gli adolescenti al lato oscuro della forza facendoli incriminare per omicidio, sembrava un hobby come un altro. Sorrise fra sé, la bottiglia in equilibrio instabile sul petto. «personalmente, però, non ho tutta questa gran fretta di liberarmi di te» Doveva essere davvero più stupido di quanto sembrasse, allora - ma se proprio ci teneva tanto. Lasciò che le parole dell’Osborne rimbalzassero su una pelle di gomma lasciando l’espressione di Hyde impenetrabile, di modo che non fosse possibile leggervi il minimo accenno di quel che l’ex Serpeverde provò. Una strana forma di sollievo, anche se definirla tale sarebbe stato inesatto. Era più un prurito al palato dal sapore arcano e ferroso, e dovette contemplare quel grumo di saliva sulla lingua per un paio di secondi, prima di capire perché, seppur quasi dimenticato, avesse la sensazione fosse familiare. Lo stesso pizzicore di una Dallaire dodicenne testardamente seduta al suo fianco durante le lezioni, di un Jekyll che osservando i fogli della Missione, concordava sul non partire. Non era abituato, Hyde, a chi sceglieva di rimanere. Rimase in silenzio una manciata di respiri, lo sguardo assorto sulle proprie mani. Non negò di non morire (ha, jokes on u era morto alla nascita) dalla voglia di liberarsi dell’altro, nè confermò un dubbio lecito; stringendo fra le dita la beata ignoranza, non diede proprio segno di averlo sentito, con l’indice a tamburellare distratto sulla bacchetta. «puoi guardare» concesse infine, le sopracciglia lievemente corrugate, ruotando gli occhi chiari sul moro. «ma non toccare un cazzo, a meno che non sia io a chiedertelo» scandì lentamente, ritrovandosi a ripetere frase che, oramai, era diventata un mantra (eh jek). «o dovrò ripulire anche i tuoi, resti. sono stato chiaro?» domanda retorica, giacchè di suo, un quesito simile, non ammetteva repliche che non fossero positive. Sarebbe morto (…che non voleva dire molto, considerando che sarebbe morto per un sacco di cose, ma /linguaggio figurato/) prima di permettere ad uno studente non ancora diplomato di mandare tutto a puttane. Spense la sigaretta con indice e pollice, marginalmente conscio del lieve bruciore sui polpastrelli affogato subito nel liquore ingoiato come acqua – per lui, oramai, era come la fosse. Fece scivolare la punta della bacchetta verso la tempia della Signora, bisbigliando appena «extractum»; con una mano premuta sulla sua spalla, ne resse il peso mentre si adagiava (ugh) verso il basso, scivolando da sotto di lei prima di un contatto davvero non desiderato che gli avrebbe fatto rimpiangere di non averla uccisa.
    Perché no, ovviamente non progettava di ucciderle tutte. Non era mica un fottuto serial killer. Si alzò in piedi e scrollò il capo in un sibilo, infilando la mano sotto la giacca per recuperare i suoi fidati occhiali da sole, che infilò con il solo ausilio di anulare e mignolo.
    Non era la prima volta che Hyde si trovava in una situazione simile, anzi: nell’anno precedente, era quasi diventata un abitudine, tutto circoscritto alla possibilità di poter far esistere jack e franklin daniels. Lui e Jek avevano un modus operandi che richiedeva occhiali da sole, e l’unico talento di Jekyll (dare fuoco alle cose) per la trionfale uscita di scena. In mancanza delle fiamme, avrebbe dovuto attenersi solo alla prima, inutile ma rituale, parte del piano. Si guardò attorno con un sospiro già tediato, il capo piegato sulla spalla. «secondo te perché ho usato l’incantesimo suffodio?» domandò, vagamente curioso di sapere quanto Godric Osborne fosse stato attento alle lezioni di sua madre. Beh? Era pur sempre un Winston - conoscenza prima di tutto.
    …okay, *giudizio prima di tutto: vi voglio bene Winston, ma nessuno ha la nostra stessa testa di minchia in quanto ad assumere che il resto del mondo non ci arrivi. smak
    hyde + godric
    vigilante
    20 y.o.
    hater
    slytherin
    niente
    love
    hate
    tutto
    And I know my folks they worry Cause I'm a little sad faced
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


     
    .
  9.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    316
    Spolliciometro
    +366

    Status
    Offline
    A scanso di equivoci: non erano molte le cose in grado di superare la soglia della perenne eppur leggera irritazione di Godric. Odiava tante, forse troppe cose, e certo non si poteva dire che fosse un tipo paziente. Non era in grado di sopportare la compagnia di sua zia oltre i due minuti, non più di trenta secondi le sigarette di Ryan sotto al naso, appena un millisecondo i discorsi da bassa autostima di Dante. E, prima che possiate anche solo pensarlo, non provava mai neppure minimamente a nasconderlo: voltava le spalle a Deja Osborne lasciandola lì a parlare da sola senza troppi complimenti, strappava le sigarette dalle labbra di Ryan noncurante delle sue proteste, lanciava la prima cosa che gli capitava a tiro sulla fronte di Dante per impedirgli di continuare a blaterare. Posta in questo modo forse potrà sembrare anche un tipo irascibile ma, davvero, non lo era. Se lo fosse stato, avrebbe già ucciso sua zia da tempo, spento almeno una decina di sigaretta sulla fronte dell'Allen e soffocato l'italiano nel sonno. Ma no, il suo era un limitarsi a quel flebile nervosismo che, accumulandosi, poteva stemprarsi soltanto con un gesto sì impulsivo, ma quanto meno efficace.
    Una volta, una singola volta nei suoi diciassette anni simili a quelli d'un ottantenne, aveva lasciato che la sua voce, generalmente atona e priva di qualsivoglia espressione, risultante quasi assomigliante a quella di una persona pseudo normale per l'eccesso di rabbia. Quando? Dopo la bravata in Sala Torture, ovviamente. Non perché i suoi amici fossero stati per l'ennesima volta degli incoscienti, non perché seguirli gli avesse procurato non poche seccature oltre che un piede rotto, ma perché, cristo, odiava saperli in pericolo e non poter far nulla per rimediare. E, nel misto dell'ira e della preoccupazione, non aveva potuto far altro che sottolinear loro quanto fossero stati fortunati a cavarsela solo con qualche taglio ed un paio d'ossa spezzate, sbattendogli letteralmente la porta in faccia a tutti e tre. Tutto ciò per ribadire ancora una volta come, sebbene nessuna emozione arrivasse abbastanza intensamente al cervello di Godric da scomporlo più di tanto, non era del tutto incapace di provarne qualcuna.
    Hyde non si era spinto oltre il confine della sua apparente indifferenza ma, senza saperlo, c'era andato dannatamente vicino. Non fino a quel momento, invero, ma doveva ammettere che «secondo te perché ho usato l’incantesimo suffodio?» era riuscito a provocargli un leggero tremore al sopracciglio, perché non c'era niente che il Corvonero odiasse più dell'essere sottovalutato o l'esser trattato come uno sprovveduto.
    «un altro cadavere non sarebbe servito a nessuno, obliviarla avrebbe destato fin troppi sospetti» cominciò ad elencare come fosse un tecnico o un perito esterno, non qualcuno effettivamente coinvolto in un omicidio «mentre farla apparire svenuta per lo shock o per la sbronza potrebbe facilmente renderla una testimone poco attendibile» piegò appena il capo su un lato, riflettendo qualche istante prima di continuare «anche perché è oggettivamente l'unica che potrebbe dare una descrizione, seppur forfettaria, dei due decisamente-non-spogliarrellisti presenti alla loro festa» tutte troppo ubriache, o troppo distanti, o troppo poco acute per aver avuto il tempo di memorizzare i suoi tratti e quelli di Hyde in così poco tempo.
    «perciò credo abbia il suo senso usare un incantesimo abbastanza discreto da risultare quasi impercettibile» spostò lo sguardo sul biondo, sollevando un sopracciglio e trattenendo a stento un sorrisetto ironico «chissà se tu invece hai davvero idea di quello che stai facendo» non che ne avesse davvero dubbi, anche gli occhiali da sole da gangster vero avevano fatto la loro parte, ma Hyde era letteralmente riuscito a pungerlo nell'orgoglio ed ora, meh, Godric aveva soltanto voglia di ripagarlo con la stessa moneta.
    godric + jack
    bookworm
    17 y.o.
    alexithymia
    ravenclaw
    i libri + il silenzio + osservare la gente in maniera inquietante + i cadaveri?? + gli uccelli (quelli con le ali) + studiare, tipo davvero, con le pagine e le parole e tutto il resto + scrivere, ma in gran segreto
    love
    hate
    le persone che parlano troppo + le persone eccessivamente emotive + le persone ficcanaso + le persone che gli fumano ad un soffio dal naso + le persone
    Leave all your love and your longing behind you
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    +11 ♥
     
    .
  10.     +2    
     
    .
    Avatar

    i'm not dead yet

    Group
    Death Eater
    Posts
    393
    Spolliciometro
    +745

    Status
    Offline
    Hyde annuì fra sé, lo sguardo celato dalle lenti scure. Un breve cenno con il capo, appena percettibile, e la lingua a punzecchiare pensosa l'interno della guancia. Attese una manciata di secondi, il tempo necessario a Godric Solo Osborne di aggiungere supposizioni superflue e non necessarie alla causa (non si difese al suo gngngn chissà se tu sai cosa stai facendo perché illazioni simili non meritavano neanche il sopracciglio sollevato del Crane Winston, il quale di suo non era mai stato dedito a far notare quanto, e sempre, avesse ragione: uno spreco di fiato per polmoni di loro cagionevoli) prima di decidersi a schioccare sonoramente la lingua sul palato. «sbagliato.» ed un sorriso crudele e vittorioso piegò gli angoli delle labbra del magiavvocato verso l'alto, il sollievo nel petto di essere tornato al suo status quo - dove gli altri fallivano, e lui vinceva sempre. Hyde era esattamente quel genere di persona petulante e fastidiosa che amava poter dire no, falso, scorretto per il puro principio di essere ancora se stesso, ed essere il migliore; non era interessato a spiegare le proprie ragioni, o - che Dio non volesse - esplicare dove si insediasse l'errore: non era mica la caritas. Non era fra le priorità di alcun predatore quello di insegnare alle pecore la strada più corta da percorrere per fuggire; non era interessato a migliorare gli altri, Hyde. Per quello c'erano le Mabel e le Maeve del mondo; la sua funzione era solo quella dell'umiliazione silente. Negli errori altrui, il Crane Winston trovava la propria perfezione. Di natura e d'indole, il Vigilante avrebbe concluso lì la sua lezione: gli aveva dato la possibilità di dire la cosa giusta, Godric aveva fallito, fine della partita. Non era compito di Hyde, correggerlo, ed anzi, per puro principio avrebbe voluto crogiolarsi nella sua personale giustizia, abbandonando lo studente alla propria ignoranza (sì, infatti era stato un insegnante di merda - fategli pure causa, tanto conosce un buon avvocato. Smak), ma. Ma.
    In realtà non c'era alcun ma. Odiava doversi spiegare, punto. Passò l'indice sul sopracciglio destro e sospirò piano. «innanzitutto, se vogliamo parlare di pragmatismo, uccidere tutti sarebbe la soluzione più semplice» ed Hyde avrebbe scelto quella strada, se solo non fosse stato Jack Daniels - se solo, nell'occhiata intelligente rivolta al gruppo di signore, non avesse colto un certo potenziale utile alla sua causa. Uno scopo. Ma quei cazzi se li sarebbe tenuto per sé, a Godric aveva già dato troppa confidenza. «ma, come avrai brillantemente dedotto» l'ironia s'insinuò nella bocca del biondo, un arco malizioso e piatto. «non è mia intenzione ucciderla» stavolta il sopracciglio scattò scettico verso l'alto, nell'opaco sguardo lanciato di sottecchi al moro. «ciò non significa che la farò uscire da quella porta senza un oblivion.» ovviamente: cioè, ma da dove arrivava riccioli d'ebano? E poi non aveva visto gli occhiali in pieno stile man in black? Lui e Jek avevano ovviamente preso spunto dal film; spoiler alert, in man in black 5 l'alieno villain era nicki minaj, e la leggenda narrava non avesse avuto bisogno di alcun effetto speciale. «serviva ad indebolirla. A rendere la sua mente piú fragile e modellabile» osservò privo di intonazione, ruotando il capo verso la sua Amika. «per quanto ne so, potrebbe essere un occlumante particolarmente resistente. agevolarmi il terreno è il minimo, ed in questa condizione non ha alcuna possibilità di ribellarsi» si scrollò nelle spalle indicandola pigro con una mano. «se vuoi occultare un cadavere, il primo passo è eliminare il ricordo di com'è diventato un cadavere - le basi, osborne. le basi» Scosse il capo ruotando la bacchetta fra indice e pollice. «fortuna che non sei un serial killer, perché saresti davvero un serial killer di merda.» Severo ma giusto.

    hyde + godric
    vigilante
    20 y.o.
    hater
    slytherin
    niente
    love
    hate
    tutto
    And I know my folks they worry Cause I'm a little sad faced
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


     
    .
  11.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    316
    Spolliciometro
    +366

    Status
    Offline
    L'aveva intuito sin dal principio che, qualunque cosa avesse detto, sarebbe inevitabilmente giunto ad un esito negativo. Primo, perché era impossibile indovinare una fra le decine di plausibili spiegazioni al comportamento del Joyce. Secondo, perché era evidente quanto questi morisse dalla voglia di contraddirlo, di eliminare quella sensazione di eccessiva familiarità che senz'altro doveva aver invaso anche lui. Quindi perché aveva comunque scelto di parlare? Meh, difficile a dirsi.
    Da una parte forse perché aveva voluto provarci, perché era fin troppo abituato a dare la risposta corretta da non aver nemmeno voluto considerare l'idea di poter sbagliare. Dall'altra perché non aveva avuto altra scelta: eludere la domanda avrebbe soltanto dato prova d'insicurezza e, per quanto Hyde si ostinasse a rivolgerglisi come avesse dinanzi uno sprovveduto, Godric non desiderava affatto passare come tale.
    Non era una questione di orgoglio, ma certo non doveva essere semplice per uno come l'Osborne, che per diciassette anni aveva convissuto esclusivamente con individui meno caparbi di quanto considerava sé stesso, trovare qualcuno che, per quel poco che aveva avuto modo di conoscere, si avvicinasse al suo standard di quasi interessante.
    E dunque, forse - no, sicuramente avrebbe odiato essere contraddetto da chiunque altro, ma in quello specifico caso non fu il fastidio a pizzicargli il palato, quanto più una strana forma di soddisfazione. Si trattava di un semplice quanto ingegnoso compromesso: considerare l'altro meno di sé l'avrebbe automaticamente reso oggetto di svalutazione; considerarlo migliore l'avrebbe senz'altro irritato; assecondarlo come simile ma con più esperienza era qualcosa che invece poteva accettare.
    Aveva l'impressione di poter imparare da Hype piuttosto che di dovervisi unicamente scontrare senza fine alcuno, ed in fondo un po' lo divertiva la possibilità di essere in grado di anticipare mentalmente le sue risposte -sebbene certo non del tutto- perché dannatamente simili a quelle che avrebbe utilizzato egli stesso.
    «fortuna che ho trovato un ottimo insegnante allora» roteò gli occhi con uno sbuffo, quasi volesse minimizzare il fare saccente del Joyce, eppure riuscendo solo malamente a reprimere un mezzo sorriso compiaciuto.
    «ma continuo ad avere un dubbio» fece schioccare la lingua sul palato, passandosi una mano fra i ricci corvini con fare lascivo «se lei non conserverà alcun ricordo di noi due, ma qualcuna delle altre farà cenno alla nostra presenza — non pensi che potrebbe risultare un tantino strano?» e non c'era presunzione in quel quesito, solo la stessa curiosità che uno studente particolarmente curioso avrebbe riservato ad uno stimato insegnante «a meno che tu non voglia in qualche modo manipolare il ricordo piuttosto che eliminarlo del tutto» rifletté, spostando lo sguardo dalla donna svenuta al cadavere di bene in meglio «o probabilmente c'è ancora qualcosa che mi sfugge, non lo escluderei» ammise, sollevando le mani in segno di resa e percependo chiaramente le proprie labbra stendersi appena di più «in fondo sei tu l'esperto nel campo, inutile fingere il contrario, no?» poteva anche credere di avere il mondo tra le mani, di saperne più di tutti i suoi compagni di casata messi insieme, ma proprio per questo non era uno sciocco: conosceva i suoi limiti, e sapeva riconoscere i meriti altrui quando gli si presentavano chiaramente dinanzi.
    godric + jack
    bookworm
    17 y.o.
    alexithymia
    ravenclaw
    i libri + il silenzio + osservare la gente in maniera inquietante + i cadaveri?? + gli uccelli (quelli con le ali) + studiare, tipo davvero, con le pagine e le parole e tutto il resto + scrivere, ma in gran segreto
    love
    hate
    le persone che parlano troppo + le persone eccessivamente emotive + le persone ficcanaso + le persone che gli fumano ad un soffio dal naso + le persone
    Leave all your love and your longing behind you
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    +12 ♥
     
    .
  12.     +2    
     
    .
    Avatar

    i'm not dead yet

    Group
    Death Eater
    Posts
    393
    Spolliciometro
    +745

    Status
    Offline
    «fortuna che ho trovato un ottimo insegnante allora» Hyde sollevò un sopracciglio al sarcasmo di quell’affermazione, senza però dare altro sintomo di fastidio. Dal suo punto di vista, non sapeva se reputare più ironico fortuna o insegnante, entrambi così lontani dalla realtà da far infine curvare un angolo delle labbra del biondo. Fece spallucce, un liquido cenno con la mano di fronte a sé. «sai cosa si dice della fortuna» con il braccio sinistro poggiato sul costato ed il gomito destro sul pugno, alzò indice e pollice mimando una pistola. «ciò che la fortuna da, la fortuna toglie» strinse le labbra fra loro imitando lo sparo, il dito puntato contro la tempia. La parodia di un sorriso solleticò la bocca del Crane, lo sguardo già riportato sul resto delle fanciulle (che, quante erano? Sara non lo sa, quindi Hyde rimarrà per sempre sul vago). A quel punto della giornata, avrebbe - ed era - dovuto essere chiaro ad entrambi che un’alleanza come la loro, avrebbe solamente portato ad una conclusione: il fatto che quel giorno, forse, sarebbero usciti entrambi incolumi dall’appuntamento, non significava che sarebbe stato così per sempre. Non il giorno dopo, né probabilmente la settimana od il mese dopo, ma prima o poi le loro strade si sarebbero incrociate di nuovo, e l’Osborne avrebbe compreso quanto quella parentesi di quieta diplomazia, perlomeno nei suoi confronti, fosse stata solo quello – aperta e chiusa nella stanza, senza seguiti dal medesimo risultato al botteghino. In un ambiente privo di stimoli esterni, o di spinte da terzi, poteva mondo a far da contorno, sarebbe stato più complesso scendere a patti con quella sottile, ma non non esistente, affinità di due menti forse troppo stabili. Era una scienza sociale, non mere supposizioni. Senza contare che il magiavvocato avrebbe vissuto a cavallo di un unicorno, piuttosto che ammettere con suo fratello (o, che Dio ci salvi, Chelsey) di non aver ucciso qualcuno pur avendone la possibilità ed alcun testimone – ed anzi, di aver quasi trovato semi piacevole la compagnia dell’altro.
    Per quanto Hyde Joyce Crane Winston potesse trovare piacevole qualsiasi cosa non fosse alcool, dipingere, o suicidio morte.
    «se lei non conserverà alcun ricordo di noi due, ma qualcuna delle altre farà cenno alla nostra presenza — non pensi che potrebbe risultare un tantino strano?» E tutti i loro sudati progressi, crollarono di fronte a quella domanda. Davvero un serial killer di merda, ribadì fra sé, piegando il capo sulla spalla come un rapace non particolarmente amichevole. «o probabilmente c'è ancora qualcosa che mi sfugge, non lo escluderei» ah ecco.gif. Erano diverse le cose che gli sfuggivano, ma decise – bonariamente – di tenere i commenti poco simpatici per sé: avrebbe avuto tutta un’intera vita (quindi pochi mesi, anni al massimo #rip hyde) per sfotterlo, poteva ancora - «senza “probabilmente”.» okay, niente, ma ci aveva provato per quasi due (2!) secondi a tenere il caustico commento per sé. Rilasciò la presa sul proprio petto indicandosi con un ampio cenno del braccio, mostrandogli chiaramente quel che gli sfuggiva, in primo luogo, era lui - che bassa considerazione poteva avere, se credeva realmente le altre donne potessero essere un problema?
    Mai fidarsi di un gen z.
    «in fondo sei tu l'esperto nel campo, inutile fingere il contrario, no?» sassy Hyde era a tanto così (così) da schioccare le dita in formazione stella, e sibilare bitch i am, ma fortunatamente era un lato che tendeva a non mostrare al primo appuntamento (simpy) riservandolo per quelle rare persone che avrebbero (non) apprezzato l’impassibilità del suo viso nel spegnere ogni loro entusiasmo ma kon klasse. «corretto» si limitò a commentare, stringendosi ancora nelle spalle. «<i>infatti, l’operazione andrà – o v v i a m e n t e – ripetuta su tutte le ragazze, altrimenti non avrebbe alcun senso» arcuò le sopracciglia volgendo nuovamente il capo sull’altro. «a volte dimentico che voi gen z non abbiate un minimo di buon senso» Tolse gli occhiali per pulire le lenti su un lembo della giacca, spingendoli nuovamente sulla punta del naso con un mezzo sorriso secco. «questo fetish per la morte è il darwinismo che cerca di fare il suo corso» Perché nel loro intimo c’era chilly lo sapevano di non avere le skills per esistere. «scienza» concluse, lasciando che le labbra si schiudessero in un sorriso più ampio e quasi - ancora quasi - genuino.
    hyde + godric
    vigilante
    20 y.o.
    hater
    slytherin
    niente
    love
    hate
    tutto
    And I know my folks they worry Cause I'm a little sad faced
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


     
    .
  13.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    316
    Spolliciometro
    +366

    Status
    Offline
    «ciò che la fortuna da, la fortuna toglie» e Godric, che i modi di dire li aveva sempre trovati così commerciali, per una volta si ritrovò più che d'accordo con quell'affermazione. Al di là dell'ironia, non poté non sembrargli estremamente calzante alla situazione: la fortuna di aver trovato un Hyde, e la sfortuna di aver trovato un Hyde.
    Fortuna, perché tra miliardi di persone la possibilità d'incontrare qualcuno di così simile a sé era talmente rara che sarebbe risultata praticamente impossibile entro qualsiasi indagine statistica. Perché avrebbero potuto accoppiarlo con chiunque altro, con qualcuno in grado di annodargli le budella per il fastidio o di dargli il mal di testa al solo doverlo stare a sentire. Perché tornare a casa con la rinnovata consapevolezza di essere una mosca bianca in un mondo pieno di mosche nere gli sembrata un'eventualità ben più plausibile del ritrovarsi quasi a desiderare di restare. Quasi. Perché c'era la sfortuna da considerare, il fatto che Godric non avesse mai chiesto qualcuno come Hyde, che non avesse mai neppure osato sperarlo, che al contrario ne avesse rifiutato l'idea come si fosse trattato di una malattia, un terribile morbo che non lo avrebbe più lasciato in pace di giorno e che gli avrebbe disturbato il sonno di notte. Lui non voleva qualcuno da apprezzare, non qualcuno per cui preoccuparsi, qualcuno a cui pensare, qualcuno da cui imparare e con cui condividere ciò che sapeva. Non l'aveva mai voluto. E se aveva per qualche istante potuto credere il contrario, illudersi che esistesse una remota possibilità di non essere il solo ad essere diverso, in fondo l'Osborne sapeva quanto si trattasse invece solo di una sciocca fantasia. Cosa si aspettava d'ottenere restando, prolungando oltre quella seppur piacevole agonia?
    Non l'avrebbe raccontato a Dante, che certo avrebbe iniziato a insinuare cose a cui il corvo non voleva neppure pensare. Non l'avrebbe detto a Ryan, che probabilmente non avrebbe compreso. Non si sarebbe azzardato ad accennarlo a Jack, vi avrebbe trovato un lato buono che non c'era, non doveva esserci. Avrebbe semplicemente finto che non fosse mai accaduto, fine della questione.
    Ah, e l'avrebbe fatta finita con quella cazzo di accondiscendenza nei confronti dell'altro, neanche si fosse trovato dinanzi ad Stephen Hawking nei tempi migliori in persona.
    «allora non è a me che sfugge qualcosa, doc» rispose svogliato, alzandosi in piedi per dare le spalle al Joyce, per impedirsi d'avere ulteriori indugi. Avanzò di qualche passo invece, dando un'occhiata a tutte le uscite della stanza.
    «un paio delle nostre amiche hanno pensato di lasciare la festa in anticipo mentre m'illustravi le regole del delitto perfetto» semicit «ed io non sarò un esperto, f i g u r i a m o c i, ma sono quasi certo che non si possa obliviare la gente senza trovarsi ad una discreta distanza» mosse lievemente il capo in direzione dell'altro, sbirciandolo con la coda dell'occhio.
    Inutile: più lo guardava, e più lo trovava assurdo, ed al contempo aveva voglia di fuggire e di non andar via per niente al mondo. Ma Godric non era un impulsivo, Godric seguiva la testa, e la testa non faceva che urlargli 'scappa, finché sei in tempo'. Guess what? L'avrebbe ascoltata, come aveva sempre fatto, pur non riuscendo a fare a meno di chiedersi: in tempo per cosa?
    «per cui mi sa che proverò a rendermi utile ed a salvare il salvabile» spostò la bacchetta tra medio ed indice, facendola oscillare con noncuranza «tu continua pure qui con calma eh, e se riesci vedi di non fare cose per cui dovremmo essere costretti a rivederci» tipo lasciare soltanto le mie impronte per incastrarmi ♥ «sappiamo entrambi come finirebbe» indicò il cadavere con un eloquente cenno del capo, abbastanza sicuro che solo un altro morto sarebbe potuto venir fuori da un secondo loro incontro «adesso ho anche i rudimenti del serial killer, non vorrei essere nei panni del prossimo gruppo di festaiole» piegò le labbra in una smorfia che avrebbe anche potuto assomigliare ad una risata, ma piegò leggermente il capo per impedire che fosse eccessivamente manifesto.
    «ciò che la fortuna da, la fortuna toglie» mormorò prima di smaterializzarsi appena fuori l'Amortentia, ponderando l'idea di obliviare anche sé stesso.
    godric + jack
    bookworm
    17 y.o.
    alexithymia
    ravenclaw
    i libri + il silenzio + osservare la gente in maniera inquietante + i cadaveri?? + gli uccelli (quelli con le ali) + studiare, tipo davvero, con le pagine e le parole e tutto il resto + scrivere, ma in gran segreto
    love
    hate
    le persone che parlano troppo + le persone eccessivamente emotive + le persone ficcanaso + le persone che gli fumano ad un soffio dal naso + le persone
    Leave all your love and your longing behind you
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    +13 ♥
     
    .
27 replies since 20/2/2019, 00:00   963 views
  Share  
.
Top