[oblinder] Stay With Me

«AAAAAHHH NOOOON VOGLIO MORIREEEE»
Era troppo giovane, mehan tryhard. Soprattutto per tirare le cuoia a causa di un volatile non meglio identificato e deciso a suicidarsi piombandogli addosso. Nonostante avesse solo sedici anni, il grifondoro si era già immaginato il momento della sua dipartita, con un trionfante picchetto d'onore al funerale, back in black degli ac/dc in sottofondo e un distrutto behan chinato sulla tomba e trattenuto a stento dagli altri losers per evitare che ci cadesse dentro. Perchè che dovesse andarsene prima lui del gemello non era assolutamente in discussione. Al massimo insieme, together ot not at all, come i veri bro. Fu la potenza di quel pensiero a pompargli adrenalina nelle gambe, facendolo scattare al limite della velocità consentitagli da articolazioni e muscoli in fiamme, mentre l'esemplare evidentemente ubriaco di eros piumato planava inesorabile standogli con il fiato sul collo; tutto inutile, comunque: capicollarono insieme, uniti infine da un comune destino di dolore, e lì sull'asfalto umidiccio di diagon alley, a pochi passi dal red velvet, mehan capì finalmente perchè tante brave persone erano terrorizzate dai piccioni. Ti puntavano, fissandoti con quegli occhietti rossi e senza vita, muovendosi rapidi come falchi non appena ti beccavano ad abbassare anche di un minimo la guardia; l'unica differenza, nel suo caso, era che il piccione in questione non mirava a fregargli un panino, ma direttamente ad ucciderlo.
«merlino caro, che dolore!» si rimise in piedi a fatica, togliendo con non poco schifo qualche piuma rimastagli attaccata al giubbino, mentre non contento il pennuto gli lanciava in faccia un cartoncino rosso e tutto decorato, chiuso dentro ad una busta altrettanto sbrilluccicosa. Ci vedeva momentaneamente doppio, il grifondoro, ma tentò comunque di leggere il messaggio - breve e conciso - riportato sul foglietto, passando dal dolorante all'incredulo e poi al perplesso; sapeva bene di non essersi rivolto ai due tizi i cui nomi apparivano in fondo al testo, nonostante l'arrivo di san valentino lo avesse messo inizialmente a dura prova: era la prima volta che gli capitava di passarlo da solo, senza nemmeno un'amichetta alla quale regalare dei cioccolatini. Per questo aveva già pensato a nicky come vittima sacrificale, perché affrontare ufficialmente erin il 14 febbraio era davvero troppo sgamo. «mhhh mi avrà iscritto beh? tu ne sai niente, cocorito?» e niente, erano già amici, meh e l'eros piumato. Ovviamente la creatura magica non ne sapeva un cazzo, motivo per cui i due rimasero a fissarsi per cinque minuti buoni, in silenzio: un ragazzo e il suo uccello (title of mehan's sex tape).«vabbè, senti.. per come stanno le cose direi che tanto male non può farmi.» primo, gravissimo errore. Ancora troppo giovane e ingenuo, il sedicenne, per capire che la sfiga si annidava dietro ad ogni angolo, e che un limite al peggio non esisteva; ma aveva tempo per imparare. «anche se l'inferius sembra più adatto ad una comrpavendita di droga che ad un appuntamento.» cocorito piegò la testa di lato con l'espressione di chi sapeva esattamente di cosa si stava parlando, poi diede un rapido battito di ali e si sollevó nuovamente in volo, un verso acuto a sferzare l'aria; stava chiaramente attirando l'attenzione del ragazzo, che a quel punto non aveva intenzione di farsi pregare. Tanto se qualcuno decideva di rapinarlo cascava male: in tasca aveva giusto due spiccioli. «ok coco, arrivo aspettAMIH»

Ci misero un quarto d'ora a raggiungere il quartiere, tra i cui vicoli semideserti mehan era certissimo di lasciarci presto le penne, e a quel punto il grifondoro dovette affidarsi a Cocorito per trovare il posto giusto. «e figurati.» era mica planato attraverso la vetrina mancante di un vecchio negozio alla'apparenza in disuso? Ovviamente. So romantic. Osservò l'animale scomparire all'interno, senza avvertire ulteriori suoni se non il lieve sfarfallio di ali a scemare, indeciso sul da farsi. Lo stuzzicava l'idea di partecipare ad un appuntamento al buio proprio il giorno di san valentino, ma guardando l'ingresso spoglio del locale gli sembrava sempre più di trovarsi sul set di un programma televisivo, tipo scherzi a parte.«Beh, se sei lì dentro e pensi di fregarmi, sappi che te la faccio pagare.» un tentativo valeva la pena di farlo, prima di mettere finalmente piede all'interno del negozio e fare i conti con il proprio destino.

mehan tryhard+ ALTRO PG

danger mouth operates faster than brain

Non aveva investito grandi speranze su quell'appuntamento al buio, il sedicenne, e forse per questo motivo il duro colpo del karma su di lui ebbe meno impatto, una sorta di incredula constatazione finale di quanto la vita potesse essere lurida. Anzi, inizialmente nemmeno si rese conto dell'effettiva gravità della situazione, perché riconoscendo la sagoma di suo fratello nella penombra del negozio il primo pensiero fu quello già avuto in precedenza: si trattava di uno scherzo. Ben architettato, certo; un po' privo di suspance, magari, considerato che aveva scoperto il trucco quasi subito. Voleva credere in cuor suo che Beh lo avesse fatto per lui, perché sapeva che l'alternativa del gemello sarebbe stata passare la giornata in sala comune ad abbuffarsi di quegli stessi cioccolatini comprati teoricamente per nicky, riempiendo stomaco e cuore fino a scoppiare.
«Meh?» che domande erano.
Corrugó la fronte, mehan tryhard, le braccia aperte e un briciolo di esitazione di fronte al volto improvvisamente color cenere del gemello, quasi a voler sottolineare l'ovvio. «no, sono il fantasma della prozia carmen.» che, tra parentesi, aveva tirato le cuoia dieci anni prima, andandosene beatamente nel sonno con una fetta di crostata in mano e un sorriso sulle labbra, un'immagine che fin dal principio aveva terrorizzato i gemelli perseguitandoli entrambi nei loro incubi. Ma behan non si mosse, nonostante il nome della prozia avesse il potere di riavegliarlo anche dalla più profonda delle trance, e un principio di sospetto si fece largo nella mente del sedicenne grifondoro, le nuvole della beata ignoranza ancora da superare del tutto. «ah, ma certo! ho capito tutto!» spoiler: non aveva capito nulla.
Ma il suo cervello continuava a provare imperterrito, perché qualunque soluzione sarebbe stata preferibile all'incomprensibile verità, quella che i gemelli tryhard avevano già sperimentato ad halloween e in una miriade di altre occasioni. Glielo diceva sempre suo padre, che quel cognome era una garanzia. «non ti aspettavi che io e cocorito arrivassimo così presto, eh!!1!1» puntò un dito in faccia al fratello, che nel frattempo non aveva cambiato minimamente espressione né colore (il grigiolino era forse variato un po' più sul verde oliva?) «scommetto che pensavi di vedere arrivare nicky.. magari anche hunter e halley! per godervi lo scherzo tutti insieme! EH?» che mente eccelsa. Doveva pur esserci un motivo se il cappello parlante non lo aveva smistato a corvonero, e mehan non faceva assolutamente niente per nascondere l'evidenza. Rientrava tutto nel suo fascino unico, come insegnavano egregiamente eugene jackson e jacob peralta prima di lui.
Con un agile balzo raggiunge la porta dalla quale era entrato solo una manciata di minuti prima, affacciandosi fuori dal negozio convinto di beccare il resto della combriccola con i cellulari pronti a registrare le sue reactions, ma l'unica presenza degna di nota gli planó in faccia (di nuovo) sotto forma di demone con le ali. Un altro cocorito pronto all'azione, probabilmente lo stesso che aveva condotto beh nel negozio abbandonato, quando ancora quella farsa racchiudeva speranze e pensieri positivi. «AAAAHHH!» l'aveva già detto che non voleva morire? si raggomitoló a terra, il tryhard, con uno scatto degno delle ciatelle a torino quando i piccioni puntano i loro panini al parco, seguendo con lo sguardo il secondo eros piumato una volta scampato il pericolo imminente. «aspetta.. perché ne hai uno anche tu?» e solo in quel momento il grifondoro si rese conto che il verso strozzato precedentemente attribuito al suo cocorito non arrivava dal pennuto in questione, ma si diffondeva acuto dalle labbra dischiuse di behan, una specie di singhiozzo isterico da pterodattilo morente. «non-- non me lo dire.» dai. andava bene tutto, ma non quello. conosceva il fratello abbastanza bene da sapere quanto fosse importante un appuntamento, per quanto organizzato da due tizi trash conduttori di programmi altrettanto trash, anche se a dirla tutta se l'era immaginato diversamente: nella sua fantasia più sfrenata behan e maple passavano il pomeriggio mano nella mano in un parco, a mangiare zucchero filato e scambiarsi idee e teorie sulle loro otp tra pokemon e winx, non credeva certo di beccarlo ad un appuntamento al buio con il rischio di finire insieme ad una squinzia qualunque. O a suo fratello, tanto per dire. «ti prego dimmi che non sei tu sharknado02. ti prego» eh. come se avessero davvero avuto bisogno di una conferma. «se vuoi posso mentire, ma..» si strinse nelle spalle, una smorfia dipinta sul volto imberbe. Persino i due uccellacci del malaugurio ridevano alle loro spalle, rendendo l'interno del negozio ancora più deprimente di quanto già non facevano banconi pieni di polvere e scatoloni accatastati pieni di cianfrusaglie. «guardiamo il lato positivo, bro» perchè per mehan tryhard ne esisteva sempre uno, indipendentemente da quanto sembrasse disperata una situazione. Si avvicinò maggiormente al fratello, mettendosi al suo fianco con un braccio attorno alle spalle di lui, sollevato sulle punte dei piedi perchè potessero stare tempia contro tempia - dannata pubertà -. «siamo anime gemelle, bro.»
Grasse
risate.

mehan+ behan tryhard failharder

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