[oblinder] Scary Love

Aveva immaginato che potesse avere le labbra così morbide, ma sentirle sulle proprie era tutta un’altra cosa. Un mondo che la fantasia non avrebbe mai potuto raggiungere, nè le parole spiegare. L’assaporò, inebriandosi del profumo della sua pelle così vicina a lui, e desiderò di approfondire quel contatto. Gli occhi chiusi a godersi quella piacevole sensazione di intimità, il calore del corpo di lei attaccato al suo, così tanto da spingere su zone dolenti, delle quali ormai non si preoccupava più: era probabile che fosse stato scoperto, per cui... Ma, un po’ contrariato, si dovette fermare prima di poter approfondire ulteriormente quel contatto. Aveva ragione lei, erano fin troppo esposti a ridosso della pizzeria. E nonostante fosse probabile che nessuno stesse dando peso a loro, l’idea che potessero fissarli era fastidiosa - se fosse passata Hazel, poi ! ! ! Tragediah -
Si staccò con riluttanza, leccandosi appena le labbra in un gesto naturale e non pensato. Sorrise, dolce.
Sì, perché no? Domandò retorico, con un’indecifrabile espressione sul volto che esprimeva tutto il suo disagio. Le gote arrossate, ed in generale tutto il volto di un anomalo colorito color pesca, mettevano in evidenza la sua situazione emotiva: qualcosa suggeriva che non fosse affatto avvezzo a determinate avventure, ma Amélie doveva averlo capito da un pezzo. Le sorrise, mentre lei l’osservava ancora con quello sguardo incredibilmente malizioso e bello da togliere il fiato. Raccolse la bottiglietta e tenendo stretta la mano della ragazza nella propria, cercò con lo sguardo un luogo più appartato. Tipo... una panchina in un parco? Perfetta, nessuno sembrava essere nei paraggi, nonostante si trovasse nei pressi di un piccolo parco giochi per bambini.

Ridacchiò imbarazzato, quando arrivati nei pressi della panchina, si ritrovò, di nuovo, a non sapere da dove iniziare, dove mettere le mani, se mettere le mani, quando mettere le mani. Erano dettagli importanti ! ! ! È abbastanza appartato qui? Sollevò la mano all’altezza del suo viso, accarezzandone la pelle morbida con due dita. Si sarebbe aspettato tutto, da quell’appuntamento, ma non che proseguisse così. Aveva evidentemente sottovalutato i propri ormoni per troppo tempo.

Gideon + amélie

it's okay to have your soft side

L’aria fresca della sera gli accarezzò i capelli bagnati, ma non fu per quella sensazione che ebbe dei brividi lungo tutta la schiena, nè per questo che il suo corpo venne scosso da impercettibili e piacevoli scariche elettriche. Fu il contatto con la ragazza, di nuovo ricercato con lo sguardo e con i gesti, a farlo infuocare. Vicini, troppo vicini perché non succedesse di nuovo. E questa volta fu Amélie a prendere l’inziativa - grazie a Merlino, perché fosse dipeso solo da Gideon probabilmente le avrebbe proposto un giro sulle giostre per uscire dal disagio e dall’imbarazzo che si sarebbe creato altrimenti - e con “giro sulle giostre” non avrebbe inteso niente di malizioso, nessun doppio senso, ahimè. Una leggera spinta della mano di lei e si ritrovò a ridosso della panchina, seduto , piacevolmente impressionato e sempre più stretto là sotto, per quel suo outfit che stava iniziando ad odiare. Anche Amélie sembrava riscontrare non poche difficoltà causate dall’abbigliamento scelto per quella serata, tant’è che dovette sedersi sulle sue gambe praticamente di traverso, per evitare di aprire le gambe e strapparlo - oh Gesù, stava davvero immaginando che lo facesse? Così in un luogo aperto? Cristo, sarebbe finito all’inferno molto presto. Le fece spazio, quanto le sue cosce consentivano, afferrandola dalla schiena per tenerla salda sopra di sè e lasciò che lei guidasse il movimento in un bacio più profondo di quello precedente, del tutto più sentito, più bagnato. Fu talmente improvviso ed inaspettato che il McPherson iniziò a dubitare che fosse reale. E si domandò se davvero, lui, proprio lui si trovava fuori, su una panchina, a limonare con una francesina bionda appena conosciuta. Surreale, davvero. Il massimo del limone che si era concesso, ultimamente, era avvenuto sul gdr sui vampiri a cui si era iscritto con la sua bella prestavolto Isla Fisher. Capite il disagio? La guardava, la cercava con lo sguardo, finché non si ritrovò a corrispondere quel bacio con occhi socchiusi, perso nella sua bocca.
Giocò con le sue labbra, mordendole con le proprie e schiudendole per lasciare che le loro lingue si incontrassero, piano, senza irruenza, ma con dolcezza. Si staccò un attimo solo per prendere aria e la guardò negli occhi dal basso di quella posizione che lo vedeva sottomesso, ma era troppo piacevole. Era troppo bella, con le labbra arrossate per quel bacio che si era rivelata una piacevole tortura. Si permise di far salire le mani sul suo corpo, esplorando con le dita insicure zone che, solo un’oretta prima, si era quasi sentito in colpa per aver guardato.
Come anche lei stava facendo - forse per caso o più probabilmente con movimenti studiati per farlo impazzire - navigando con le mani sul suo corpo e toccando i punti giusti per rendergli la vita un po’ più difficile ma del tutto più piacevole, così anche Gideon fece con lei. I palmi salirono sul seno, accarezzandolo da sopra la stoffa, ma riuscendo a sentirne alla perfezione la consistenza morbida ed al tempo stesso soda. Esattamente come aveva immaginato ...anzi, meglio. Merlino, che succede? domandò stralunato, ma senza aspettarsi una vera risposta. Era così eccitato da non riuscire a fermarsi, e si ritrovò quasi a desiderare di aver scelto un posto diverso, ancora più appartato, per loro due.

Gideon + amélie

it's okay to have your soft side

Le mani fresche di Amélie si insinuarono presto sotto la sua camicia di jeans, facendolo gemere appena per quel nuovo tocco più intimo, a contatto diretto con la sua pelle calda. Avrebbe voluto fare lo stesso, ma...come? Lei aveva un vestito troppo stretto perchè potesse succedere, ed al tempo stesso si sentiva frenato dal permettersi di abbassarle la zip e spogliarla in quel parco. La situazione rischiava di sfuggirgli di mano, ma per fortuna intervenne il fato, vecchio baldracco amico di Gideon da ormai sedici anni e mezzo, per sedare la situazione. Già da più di qualche istante aveva avuto la sensazione di essere osservato da altri due occhi estranei, che non erano quelli più familiari di Amélie. Questa sensazione si fece martellante finchè, appena dietro le spalle della bionda, vide comparire un...losco individuo.
Sobbalzò, staccandosi dalle labbra della ragazza ed, istintivamente, stringendo la presa sulla sua schiena.
“Se smezziamo il prezzo posso usufruirne anch’io?”
Aveva iniziato a spogliarsi. Panico.
Jack lo squartatore a Diagon Alley.
Uno dei compagni di merende.
"Okay, Gideon, mantieni la calma." Iniziò a sudare, e non per la situazione calda che solo poco prima si era venuta a creare.
Aveva visto fin troppi documentari sui serial killer per definirsi tranquillo, ma provò a mostrarsi del tutto freddo e sicuro di sè, nella risposta.
Noi... Iniziò, candidamente, ricercando nella sua mente le parole esatte per esprimere un concetto che nella sua testa non era nemmeno così chiaro. Siamo affetti da una rara forma di herpes genitalis sifilidorum evoluta in fascite necrotizzante. (???) what the fuck, ed era stato persino convincente a sè stesso, pronunciando quelle parole. Si manifesta con bolle e vescicole su tutto il corpo, e morte dei tessuti. La pelle diventa nera ed inizia a marcire, e poi si muore...malissimo. Stiamo cercando di curarla ma...niente. Sicuro di voler rischiare?
MA CHE CAZZO, non era proprio quello che avrebbe voluto dire, ma ehi, era la prima cosa che gli era venuta in mente - e questo la diceva lunga su quali fossero i suoi hobby fuori da Hogwarts.
Per avvalorare la sua tesi medica, del tutto inventata su due piedi, Gideon tirò su la manica della camicia, mostrando la pelle del braccio adesso ricoperta di bolle rosse e bianche, pronte ad esplodere da un momento all'altro e dall'aria decisamente poco sana.
La fortuna di essere un metamorfomagus e di poter modificare il suo corpo a proprio piacimento, in sostanza. Sono ovunque, persino lì. Annuì, convinto, ma tagliò subito il discorso, decidendo che era meglio andarsene subito.
Per di più, stiamo andando via. Continuò, con fermezza, turbato dal fatto che l'uomo avesse fissato i suoi capelli con aria libidinosa (?) ma sperò di averlo schifato a sufficienza perchè cambiasse idea. Detto questo, invitò Amélie a scendere dalle sue gambe per potersi alzare e tenendola per mano l'avrebbe praticamente trascinata via da lì, per allontanarsi dal maniaco e raggiungere, nuovamente, un luogo più popolato.

Era evidente che non fosse la sua serata, le cose erano andate fin troppo bene fino a quel momento, il karma doveva riportare l'equilibrio nel mondo.

Gideon + amélie

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Non si era ancora del tutto tranquillizzato dopo quell’esperienza, perchè nonostante fosse abituato alle emozioni "forti" e tentava sempre di mantenere il sangue freddo, dentro di sè celava un terrore primordiale per il pericolo, per ciò che non poteva contare, catalogare, controllare. E quella serata era stata così, tutta, dall'inizio alla fine, nel bene e nel male.
Il suo battito cardiaco era diventato più regolare con il passare dei minuti, ma era ancora irrequieto. Aveva preso un bello spavento, rischiando molto e nonostante fosse andato tutto bene non riusciva a fare a meno di immaginare il peggio. Per di più era del tutto irritato dal fatto che fossero stati interrotti, maledizione!
Amélie non aveva fatto altre domande sulla sua "condizione", al contrario gli era sembrata del tutto comprensiva, avvicinandosi a lui senza timore che potesse davvero nascondere qualche strana malattia contagiosa ed accarezzandogli il braccio. Carina Le sue dita sulle braccia gli lasciavano addosso una piacevole sensazione familiare, e quel contatto gli dava, in un certo senso, sicurezza. Lasciò che accettasse l’offerta del milkshake, mentre prendendogli il braccio nel proprio gli sorrideva più tranquilla di quanto fosse un qualche minuto prima. Lo era davvero? Gideon si domandava se fosse davvero tutto a posto o se, in realtà, stesse fingendo per non rovinare l’appuntamento in qualche modo, ma non credeva che fosse tutto ok, al contrario era convinto che lei fosse molto scossa da tutto. Per questo si permise di sporgersi verso la sua guancia, abbassandosi per darle un bacio soffice e rassicurante. La differenza di altezza, adesso che lei non aveva le scarpe, era talmente lampante da far quasi sentire Gideon a disagio. Non gli dispiaceva, ovviamente, al contrario suscitava in lui un senso di protezione e voglia di coccole.
Entrarono nella gelateria, uno dei posti preferiti del Corvonero, a dire il vero, e ordinò un milkshake al cioccolato con tanto di panna, granella di nocciole sopra e due cialde, giusto perché non ci teneva a farsi mancare le calorie. Amélie, invece, venne attratta da yogurt, con glassa alla fragola e praline colorate, che lui osservò con curiosità. Gli zuccheri fanno passare lo shock, lo sanno tutti. Disse, spargendo perle di saggezza medica come fossero caramelle (?) Quella cosa rosa è commestibile? Domandò, curioso e con espressione poco convinta.
L'unica cosa a cui Gideon sperava, mentre assaggiava quella mistura al cioccolato, era che non gli venisse il cagotto. Sarebbe stata la ciliegina su una torta che non desiderava.
Tornati fuori, il ragazzo raccolse un po' di panna con la punta della lingua, assaporandone il gusto dolce. Comunque odio quel tipo, andiamo...ha rovinato un momento perfetto. Non avevano parlato affatto di ciò che era accaduto poco prima, forse per imbarazzo o perchè non c'era stato il tempo, ma avrebbe voluto tornare indietro per vedere cosa sarebbe successo se non fossero stati interrotti #EhGid

Gideon + amélie

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