[oblinder] Scary Love

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    pteropus70
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    Siete pronti per un appuntamento FA-VO-LO-SO-H?
    Certo che sì! Altrimenti non sareste stati così disperati da rivolgervi a noi! Se non lo avete fatto, potete comunque star certi di essere dei casi quasi persi o, più plausibile, che non siate al corrente di quanto la vostra situazione sia effettivamente TRAGICA!
    Tranquilli, la nostra agenzia per cuori solitari è quello che fa al caso vostro, armata delle peggiori migliori intenzioni e delle ultime tecnologie per far tornare a battere il vostro ancora per poco cuore!
    [prompt #1] Il giorno di San Valentino, un esercito di Eros Piumati (ibridi magici potenziati) viene liberato nel mondo magico per far scoppiare l’amore in ogni angolo del Regno Unito e far trovare a ognuno la propria anima gemella! I simpatici volatili si illuminano ed emettono un suono particolarmente insistente quanto più questa è vicino. Troverete una pergamena attaccata alla loro zampa, sulla quale verrà indicato il luogo dell’appuntamento non appena anche l’altro uccello avrà compiuto la sua magia MLMLMLML
    Potete:
    - Esservi recati di vostra spontanea volontà da Mara Myoncki e Christian Maljoeyo e aver ricevuto in anticipo la pergamena con il luogo dell’incontro non appena avvenuto il match;
    - Essere stati iscritti da qualcun altro in agenzia;
    - Essere stati colpiti in pieno dall’Eros Piumato.
    E ALOOORA! Datevi una mossa che con questa ricerca dell’amore ci avete rotto i maroni!
    Vecchio edificio abbandonato
     
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    HAZEL?! Ringhiò verso sua sorella, tenendo tra le mani una pergamena che gli era appena stata recapitata da un Eros Piumato. Non era stato complicato capire che vi fosse lo zampino di quell'australopiteca poco evoluta, mentre con lo sguardo scorreva velocemente - e con disperazione - le righe d'inchiostro in cui era segnato un appuntamento con quella che avrebbe dovuto essere la sua anima gemella.
    Sua sorella non ci aveva nemmeno provato a negare, aveva ammesso con orgoglio di aver mandato il suo nome all'agenzia degli esperti Oblinder per fargli conoscere la sua anima gemella il giorno di San Valentino.

    Non le aveva rivolto parola per tutto il giorno del 13 febbraio.

    Il bello era che avevano avuto la stessa, folle, idea: anche Gideon aveva iscritto lei all'agenzia, ma era la prima volta che lo faceva e solo perchè ci credeva davvero! Era convinto che se Hazel avesse trovato l'anima gemella, forse, avrebbe cessato di tartassarlo. Mentre lei erano anni che gli combinava appuntamenti al buio, e solo per dargli fastidio. Questa volta Hazel aveva strafatto, perchè non era una cosa fatta a caso ma calcolata e purtroppo persino Gideon - che si reputava una persona sveglia - ci credeva.
    Ci aveva pensato, però, ed alla fine aveva accettato solo all'ultimo, e solo per pura curiosità.
    Voleva scoprire chi fosse la sua anima gemella secondo l'agenzia di Mara Myoncki e Christian Maljoeyo - segretamente era loro fan, ma non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce ihih. Il profondo imbarazzo che stava provando mentre decideva di vestirsi per l'occasione gli mandò a fuoco volto ed orecchie. Come ci si comportava agli appuntamenti? Tentò di vuotare la mente, per scacciare l'ansia, alla fine lo faceva per il bene della conoscenza e dell'esperienza, non per altro.
    Indossò una camicia di jeans blu, tenendo due bottoni aperti nel colletto, lasciando che la collanina con il impresso il santino si intravedesse sul petto. Jeans dello stesso colore e poi, completò il suo look a caso. Con il cervello del tutto annebbiato.

    Avrebbe dovuto iniziare a farsi due domande una volta scoperto che l'indirizzo dell'appuntamento indicava un edificio nel malfamato quartiere Inferius. Non proprio il posto perfetto per un incontro...
    I muri scrostati dell'interno della struttura erano ricoperti di un pesante strato di muffa, l'umidità aveva iniziato a farsi sentire ancora prima che Gid mettesse piede là dentro. Si fece un giro per la sala, curiosando ogni anfratto. Sparsi agli angoli del grande salone spoglio erano presenti preservativi usati, così come aghi e siringhe, flaconcini di metadone e coperte polverose. Oh Cristo.
    Più i minuti lì da solo passavano, più Gideon realizzava.
    Come aveva fatto ad essere così stupido? Si trovava con precisione nel posto perfetto per un omicidio. Non avrebbero nemmeno dovuto faticare a nascondere il suo corpo in quell'edificio abbandonato.
    Glem24? Domandò, all'aria, percependo un rumore sinistro provenire dall'ingresso, mentre i peli del braccio si rizzavano, ed un lungo brivido correva lungo la sua spina dorsale.
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  3. wabi·sabi
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    San Valentino in solitudine? Non sarebbe mai stato accettabile, così Amélie decise di mandare il suo nome all'Oblinder. In fin dei conti cosa le sarebbe costato almeno provare e vedere se per la prima volta dopo tanto estenuanti ricerche avrebbe trovato -questa volta senza sforzo- la sua anima gemella.
    In verità non aveva così alte aspettative, ma l'emozione al solo pensiero delle possibili conseguenze, non faceva che crescere man mano che l'ora dell'appuntamento si avvicinava. Per prepararsi all'incontro aveva svuotato l'intero armadio sul letto della sua stanza e stava praticamente annegando nella moltitudine di vestiti. Dopo aver provato tutto più e più volte optò per un vestito avorio, che aderente le fasciava il corpo fino a metà coscia, le paillettes dello stesso colore creavano una tenue sfumatura che dal versante inferiore del vestito saliva fino alla vita ed in parte proseguiva fino sotto al seno. La scollatura provocantemente profonda lasciava scoperto il décolleté arricchito da una collana di brillanti. Il tutto era coronato da delle scarpe rosa pallido dal tacco vertiginoso.

    Arrivata al luogo dell'appuntamento si pentì molto dell'abbigliamento scelto, certo se l'avesse saputo in tempo non si sarebbe mai presentata nel quartiere Inferius combinata in quel modo, figuriamoci poi in un edificio del genere. Pensò che si trattasse di uno scherzo, era sul punto di girare i tacchi ed andarsene quando sentì una voce dall'interno del locale chiamare il suo nickname Glem24? sarebbe potuto essere chiunque - tipo il suo assassino che la stava traendo in trappola - ma il bisogno di sapere chi le era stato assegnato la spinse a fare un respiro profondo e decidersi ad entrare, in fin dei conti il nome era segreto, magari avrebbe avuto fortuna.
    L'edificio già spoglio e abbandonato non migliorava il suo aspetto all'interno e anzi non faceva che confermare i suoi sospetti sulla sua possibile fine prematura. Tremava di terrore guardandosi intorno, osservando il livello scandaloso di sporcizia e come se già non bastasse anche le siringhe abbandonate, i materassi logori accatastati agli angoli che tanto facevano sembrare quel luogo un covo per drogati. Alla fine della perlustrazione lo vide, un ragazzo di spalle, terrorizzato almeno quanto lei -bell'affare, non l'avrebbe difesa e sarebbero morti insieme- con un fisico non esattamente atletico, ma accettabile. Era vestito interamente di jeans, Amélie alzò gli occhi al cielo chiedendosi dove, i ragazzi inglesi, avessero lasciato il loro stile. Voleva comunque saperne di più e facendo qualche passo avanti disse Pteropus70 sei... sei tu? che razza di nome poi aveva scelto quello strano ragazzo! Praticamente impronunciabile.

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    Se avesse dovuto farsi un'idea sulla sua anima gemella, Gideon avrebbe senza dubbio immaginato una una ragazza occhialuta, con un libro in mano, vestiti larghi e poco femminili, pronta ad affrontare una sessione potente di Fortnite insieme a lui e batterlo alla stragrande. Una ragazza con cui avere tanto in comune e con la quale battibeccare ogni giorno sui più svariati argomenti, dalla scienza, alla letteratura, alla storia. Qualcuna con cui non averla mai vinta, ma con la quale combattere - mentalmente parlando. Un'amica, prima di essere la sua ragazza.
    Questa era la perfetta immagine della sua "anima gemella", ma poteva aspettarsi di tutto, davvero.
    Non certo di vedere entrare una modella, però. Alta, bionda, occhi di ghiaccio e... sembrava appena uscita da una fashion week!
    Per giunta era abbastanza sicuro di averla già vista girovagare per la sala comune dei corvonero, anche se non ricordava il suo nome.
    Sbattè le palpebre più volte, mentre lei si avvicinava sui suoi tacchetti - pericolosamente alti e rosa - stretta nel suo vestitino color avorio, la cui scollatura non lasciava spazio all'immaginazione. Il giovane corvonero dovette costringersi a guardare più su del collo, obbligandosi a non scendere oltre. Ed una volta che l'ebbe davanti, non riuscì a pensare ad altro, in quel momento, che al proprio senso di colpa: gli dispiaceva troppo, anche se non era colpa sua. Era mortificato per lei, perfettamente elegante in quel posto squallido.
    I-io...mi dispiace molto. Ammise. Questo posto fa schifo.
    Pteropus70 sei... sei tu? Non gli sfuggì il marcato accento francese, che faceva sembrare quella parola ancora più stramba di quanto fosse in realtà. Sì, pteropus! E' il nome scientifico della volpe volante...sai tipo...un pipistrello. Era piuttosto sicuro che a lei non fregasse un accidente di quel particolare scientifico. Le mani iniziarono a sudare, per il disagio ed un sorrisetto nervoso si fece largo sulle sue labbra.
    "Non guardarle le tette, Gideon, non guardarle le tette. TROPPO TARDI CAZZO."
    Bella collana. Commentò ancora prima che le sue labbra potessero sincronizzarsi con il cervello e tentando di porre rimedio, annuendo mentre lo sguardo passava dalla collana di brillanti, al volto di lei. Molto vistosa.
    Ok, panico. Calò il silenzio, un silenzio imbarazzante.
    Gideon portò una mano ai capelli castani, accarezzandosi la nuca con aria visibilmente a disagio. Ehm...è un posto squallido, vuoi che andiamo da un'altra parte? Mi chiamo Gideon, comunque, e credo anche di averti già vista a scuola. Non lo credeva, ne era certo.

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  5. wabi·sabi
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    Al richiamo di Amélie il ragazzo si voltò immediatamente e il suo sguardo lasciò trapelare l'alone di paura che sicuramente accomunava entrambi. Non era esattamente il suo tipo, ma con quel viso affabile e da bravo ragazzo le aveva dato la certezza che di certo non si trovava di fronte uno stupratore. Fortuna, tanta sfacciata fortuna.
    Il tipo di ragazzo a cui normalmente era interessata Amélie era totalmente diverso, sicuramente più muscoloso, di bell'aspetto, capelli ed occhi chiari, ma certo non si poteva negare che lui fosse quanto meno carino. Normalmente non avrebbe sprecato il suo tempo, ma in questo caso decise di dargli una possibilità, in fin dei conti era San Valentino e l'idea di trascorrere la giornata da sola non la allettava affatto. Non sarebbe stato da lei e comunque era sempre meglio che trovare rifugio in schifezze che -se avesse voluto mantenere la sua invidiabile linea- non avrebbe nemmeno potuto mangiare.
    Si stava avvicinando al nuovo arrivato e notò come questi fosse sempre più disperatamente concentrato ad evitare la sua provocante scollatura, era un test? Umh potrebbe anche essere. Aveva fallito? Miseramente. Accennò un sorriso notando lo sguardo saettare e cercare di deviare l'attenzione su un elemento più neutro, la sua collana le fece addirittura un commento confuso, allusivo a tratti, ma era abbastanza sicura che in fondo si trattasse di una specie di complimento.
    Le diede conferma del fatto che fosse proprio lui l'acclamata anima gemella, con tanto di spiegazione sul suo bizzarro nome Sì, pteropus! E' il nome scientifico della volpe volante...sai tipo...un pipistrello. sapeva di cosa stesse parlando. Amélie dava a tutti la sensazione di essere una stupida svampita a cui non interessava altro se non il suo aspetto, vero ma in fin dei conti aveva anche lei delle conoscenze e degli interessi nascosti. No, non le scienze, ma una volta aveva visto un documentario sul Madagascar in cui si parlava di quegli strani esseri, ma in termini più semplici -per comuni mortali- non aveva però intenzione di scoprire sin da subito le sue carte così rimase in silenzio aspettando una mossa successiva. La quale non tardò ad arrivare, era palesemente imbarazzato e passandosi una mano sulla nuca tra i castani capelli ondulati disse Ehm...è un posto squallido, vuoi che andiamo da un'altra parte? Mi chiamo Gideon, comunque, e credo anche di averti già vista a scuola.
    Si sembrava decisamente un bravo ragazzo e anche lei aveva la sensazione di averlo già visto ad Hogwarts, Gideon un nome di certo non banale.
    Piacere Gideon, il mio nome è Amélie. Penso anche io di averti già visto, ma non ricordo dove... En tout cas, mais oui andiamocene da questo posto, mi da i.. umh come si dice... i brividi! Portami in un bel posto, sorprendimi mon cher! disse sfoggiando il miglior sorriso che le circostanze potessero permettere.

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    L’aria si fece sempre più tesa quando il Corvonero si rese conto di essere stato beccato il flagrante a fissarle il seno, seppur per un breve frangente. Non era stato così bravo a sviare l’attenzione su altro come aveva creduto, ma Amélie non aveva fatto commenti di alcun tipo, quindi Gideon si rilassò. Le mani guizzarono dentro le tasche dei jeans, mentre lui improvvisamente desiderava di trovarsi altrove, non certo a causa della sua compagna, semplicemente perché... non ci sapeva fare con le ragazze.
    Non aveva idea di cosa dire o fare, avrebbe finito con fare commenti imbarazzanti o sproloquiare su rettili e anfibi, o magari insetti. “Sapevi che la rana lignea può sopravvivere a bassissime temperature ibernandosi?“ Forse doveva scappare subito, prima che fosse troppo tardi.
    In quei frangenti, dinnanzi a quella ragazza, avrebbe dato tutto per essere una ranocchia, un bellissimo quanto goffo esemplare di lithobates sylvaticus ibernato. Quanto meno, avrebbe sopportato meglio il freddo.
    Sorrise impacciato.
    Non sono proprio della zona, sono nuovo in Inghilterra, ma vediamo se c’è qualcosa di carino! E si avviò all’uscita dell’edificio insieme a lei. L’aria fredda dell’esterno rendeva quel quartiere abbandonato ancora più lugubre di quanto già non fosse, e Gideon sapeva che non era saggio girare da soli. Per smorzare l’ansia ed il silenzio che si sarebbe venuto a creare, tentò di mettere insieme due parole in croce.
    All’agenzia mi ha iscritto mia sorella, in genere non sono esattamente un tipo da ...appuntamenti. Sicuramente ti aspettavi qualcun altro! In questo caso mi dispiace molto. Finirà presto. uao che positività. Rallentò il passo per rimanere al suo fianco, convinto che su quei tacchi non fosse proprio facile camminare, anche se aveva fretta di andare via da quel quartiere.
    Essendo arrivato ad Hogwarts solo a settembre, non era strano per Gideon non ricordare tutti coloro che incrociava per i corridoi, o anche solo in Sala comune.
    Anche tu sei Corvonero? Domandò, sempre più convinto di averla vista nella sua stessa Sala, probabilmente frequentava un altro anno, se no avrebbero frequentato dei corsi insieme.
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  7. wabi·sabi
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    Era così a disagio, sembrava un cucciolo indifeso e bisognoso di cure e d'amore. Le classiche tattiche da mean non sarebbero servite a nulla con il ragazzo che, se avesse potuto si sarebbe sotterrato da un momento all'altro pur di porre fine a quello che per lui era evidentemente un supplizio.
    Non sono proprio della zona, sono nuovo in Inghilterra, ma vediamo se c’è qualcosa di carino! sorrise impacciato Anche io sono arrivata da poco! Che combinazione, io sono francese, ma penso che fosse già abbastanza evidente senza che te lo dicessi disse la Dumont ridendo e arrancando al tempo stesso per stare dietro a Gideon che nel pieno del suo ottimismo se ne uscì con All’agenzia mi ha iscritto mia sorella, in genere non sono esattamente un tipo da ...appuntamenti. Sicuramente ti aspettavi qualcun altro! In questo caso mi dispiace molto. Finirà presto. naïf Oppure... potrebbe non finire così rapidamente! Chissà cosa ha in serbo il destino per noi disse sfoggiando il suo sorriso, intanto il ragazzo aveva rallentato il passo e in un misto tra il grato e divertito si lasciò andare aggrappandosi al suo braccio e stringendosi al suo fianco continuando a ridere come se il suo fosse stato il gesto più normale che potesse compiere. Non era abituata a quel tipo di ragazzi, aveva indovinato, per cui non sapeva che reazione aspettarsi rispetto ad un simile comportamento, si sarebbe irrigidito e sarebbe scappato più veloce della luce? Si sarebbe lasciato un po' andare? Sperava più per la seconda, gli era molto simpatico e magari cambiando genere di ragazzo avrebbe ottenuto risultati migliori chissà, serviva solo che si sciogliesse un po', magari lasciandolo parlare.. Anche tu sei Corvonero? ecco dove l'aveva visto! Sicuramente alla sala comune e illuminata dall'informazione appena acquisita splendente di gioia gli rispose Oh là là oui sono anche io una Corvonero, pensavo di averti già incontrato, ma non riuscivo a ricordare dove! . Dopo un attimo di silenzio per agevolare la conversazione gli chiese entusiasta Parlami un po' di te, mon cher, hai detto di avere una sorella, com'è?

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    Chissà quale strana combinazione matematica avevano usato per decidere che, tra tutti, Amélie fosse la sua anima gemella. Ma più passavano i minuti in compagnia della ragazza, più Gideon riusciva a scorgere ciò che li accomunava: non solo la Casa di Hogwarts, ma anche il fatto che entrambi venissero da un altro paese ed era curioso di sapere se ci fosse altro ancora da scoprire.
    Lasciò che lei si aggrappasse al suo braccio, arrossendo appena sulle gote per quel contatto più intimo, ma senza evitarlo, anzi, rafforzandolo, mentre lei rideva di positività, ticchettando sulle sue apparentemente costosissime scarpe. Al contrario, il calore del suo corpo gli piaceva, lo scioglieva, facendolo sentire meno rigido di quanto non fosse in realtà.
    Oppure... potrebbe non finire così rapidamente!
    MADO CHE ANSIA DA PRESTAZIONE.
    Avrebbe voluto dirle che il destino era sempre stato crudelissimo con lui, e sperava che non fosse altrettanto per lei, se no chissà che tragedia! Ma basta negatività, stava andando tutto bene, no? Per lo meno...andava tutto bene finchè la bionda non nominò sua sorella. Allora Gideon si accese come un fiammifero: in fretta, e con vigore.
    Si chiama Hazel. È una peste...no, davvero, una ragazzina impossibile. Un raro e fastidioso esemplare di amadriade. Iniziò un'accurata descrizione di sua sorella, più dettata dalla rabbia che aveva covato tutto il giorno precedente nei suoi riguardi, che per altro. Petulante. Gode nel mettermi in imbarazzo, mi organizza appuntamenti al buio con dei ragazzi nella speranza di farmi fare coming out, scrive fan fiction boys love che mi vedono protagonista e le sparge a scuola. È una shipper compulsiva e odia le altre ragazze. Mi ha iscritto all’agenzia solo perché era convinta che la mia anima gemella fosse Hunter Oakes, il nostro prefetto. Era sicuro che l'intenzione di Hazel fosse quella - ma era probabile che non fosse così furba e sveglia, in verità. Quanto meno, comunque, si aspettava che venisse accoppiato con un ragazzo, non certo con Amélie.
    Probabilmente si era sciolto anche troppo. Ma le voglio bene. Concluse, sentendosi un po' meno in colpa per aver vomitato così su sua sorella, alla quale alla fine teneva davvero, nonostante tutto.

    Usciti dal malfamato quartiere, si ritrovarono in una zona più tranquilla, ricca di negozi di ogni tipo e della vita che caratterizzava Diagon Alley. Persino l'aria gli sembrò un po' meno fredda, non era più scosso dagli stessi brividi di poco prima, anche grazie alla vicinanza della ragazza a sè.

    Improvvisamente, nella sua mente si materializzò una malsana idea, bizzarra quanto elaboratamente malvagia (?) Se ci vedesse insieme a scuola....E lasciò la frase in sospeso perchè, sì, si era distratto: erano arrivati dinnanzi ad una pizzeria al cui interno si intravedevano pizze volanti che si impastavano e condivano da sole, per poi infilarsi in forno e fuoriuscire calde ed invitanti. Si leccò le labbra, affamato. Davanti al cibo ragionava poco. Si permise di far scivolare la mano sul fianco di lei, non troppo in basso, nè troppo in alto: in una via di mezzo pericolosamente calcolata perchè non apparisse un maniaco. Ti va di mangiare o facciamo più tardi? Domandò, adesso con tono più tranquillo.

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  9. wabi·sabi
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    Non appena si aggrappò al braccio di Gideon, Amélie notò immediatamente con la coda dell'occhio il suo colorito farsi più vivace, ma -con sua grande sorpresa- riuscì a mantenere il controllo quindi non svenne, nè gli venne una paralisi cosa che francamente iniziava a temere, al contrario sembrava stesse prendendo più coraggio. Sembrava quasi trarne piacere comprensibile, ma soprattutto un insospettabile coraggio.
    Paradossalmente non riusciva a togliersi dalle labbra quello stupido sorriso e non si spiegava a cosa fosse dovuto, lui era un tipo così bizarre, sopra le righe, ma la metteva di buon umore.
    Capì che aveva messo davvero il ragazzo a suo agio quando notò che la sua ultima domanda aveva scatenato una valanga di informazioni a catena, che snocciolava senza posa e senza prender fiato. Voilà aveva trovato il suo punto debole, la sorella non smetteva più di parlarne divagando e fornendo una serie di informazioni di considerevole entità. Sua sorella voleva che facesse coming out? Sempre più strano, interessante a suo modo, ma non poco strano. Se fosse stato necessario ci avrebbe pensato lei a chiarire le idee di entrambi al riguardo, wink. Ancora più strano era il fatto che lei ricordasse quel nome Hunter, dove ne aveva già sentito parlare.. non era però quella la circostanza più adatta a lasciarsi andare alle sue riflessioni, se avesse continuato avrebbe sicuramente perso frammenti importanti della discussione e non voleva sembrare scortese. Ma le voglio bene ne aveva parlato in toni accusatori, si, ma era evidente il sentimento che il corvo provava per la sorella e questo non fece altro che provocare nella povera Dumont un cocente senso di invidia, non dimentichiamo che si era recata fino in Inghilterra per suo fratello, ma ancora il suo trasferimento non aveva sortito gli effetti desiderati, il fratello l'aveva snobbata, anch'egli fin troppo ferito dall'indifferenza del padre da potersi fidare della sua altra figlia.

    Erano finalmente usciti da quell'orribile quartiere e Amélie si sentì alleggerita dalla sensazione di paura che gravava sulle spalle degli altri. L'aria di Diagon Alley era come sempre tutto quello che le serviva per vivere la vita con maggiore tranquillità, le bastava trovarsi in quelle vie affollate, vedere le vetrine illuminate dei negozi, i sorrisi gioiosi della gente, le mille fragranze provenienti dalle profumerie, dagli empori e dagli innumerevoli locali sulla strada a riportarla a momenti di felicità e spensieratezza. Se ci vedesse insieme a scuola.... quando ci vedranno a scuola non potranno che invidiarci disse osservandolo in volto con fare ammiccante e terminando la frase con tanto di occhiolino. Non potè fare a meno di notare con un sorriso appena accennato che la mano di Gideon si era lentamente spostata sfiorandole appena il fianco come se non la volesse sciupare, come se volesse che il suo gesto passasse inosservato. A quel punto notò una strana reazione sul volto del ragazzo, si era appena leccato le labbra, sicura del fatto che non fosse una tecnica di rimorchio -era stata già abbastanza tempo con il corvo da capire che non sarebbe mai potuto essere il suo stile- si voltò laddove il suo sguardo puntava e vide alle sue spalle una pizzeria che sprigionava un invitantissimo profumo e capì che con ottime probabilità era semplicemente affamato Ti va di mangiare o facciamo più tardi? non aveva affatto fame, ma non l'avrebbe fatto stare a stomaco vuoto per il solo gusto di farlo così rise, prese la sua mano e accelerando il passo -per quanto i tacchi glielo permettessero- lo condusse all'interno del locale.
    Appena entrata individuò subito un tavolo abbastanza isolato da fare al caso loro, lo indicò con un gesto al ragazzo, ma in questo caso ignorando ogni sua preferenza si fece strada e si sedette leggiadra. Alzando lo sguardo sul ragazzo ancora in piedi spensierata disse Allora, cosa aspetti mon cher?

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    Riuscì a notare il cambiamento nel volto di lei quando, una volta a Diagon Alley, la vide sorridere, illuminata dalle luci emanate dai negozietti del quartiere e sorrise a sua volta. Un ambiente di sicuro più consono per un apputamento. Si rilassò ancora di più, riuscendo persino a non infartare quando lei ammiccò, alludendo all'essere visti a scuola. Aveva sinceramente paura? Sì.
    "No, Amélie, fidati. E' meglio che mia sorella non sappia mai di questa uscita. Lei è pazza."
    Il suo cervello riuscì a frenare per tempo quel flusso di parole, che rimasero solo pensieri. Si frenò dal continuare il discorso "Hazel" perchè avrebbe finito con il rovinare quella che, sebbene fosse iniziata in un modo un po' creepy, pareva stesse evolvendo in una bella serata. Si limitò a sorridere a quell'affermazione, convinto che la sua fosse una frase di circostanza e che Amélie, per qualche oscura ragione che frullava nel suo cervello, non fosse davvero interessata a bazzicare con lui ad Hogwarts. Chiamiamola insicurezza o sesto senso, ma ne era certo. Sempre detto che Hogwarts è una scuola di invidiosi, Salem è meglio! Rise di gusto, rispondendo alla sua battuta.
    Amélie sembrò intuire il suo disperato bisogno di cibo, e lo afferrò dalla mano per trascinarlo dentro il locale. AW che foga! Che anche lei morisse dalla voglia di strafogarsi di cibo? Non nascondeva che amava le persone che prendevano l'iniziativa, forse perchè il più delle volte lui non lo faceva, per carattere o pigrizia, o entrambi.

    La temperatura interna al locale lo convinse ad aprire di due bottoni ancora la camicia di jeans, mostrando un accenno di peluria sul petto #virile #cos Lo aveva chiamato di nuovo mon cher, non era sicuro di cosa volesse dire, ma il tono con cui lo diceva era dolce, ed era piuttosto certo che non si trattasse di un insulto. Comunque non se lo fece ripetere due volte, prendendo posto dinnanzi a lei nel tavolino della pizzeria sul quale poco dopo comparvero dei menù, scritti con caratteri antichi ed altamente incomprensibili. Dei menù per veri Corvonero! Ed intanto aveva appena realizzato il loro terzo punto in comune: entrambi erano bilingue. Avrebbe dovuto stupirla con qualche affermazione in spagnolo? Ogni cosa a suo tempo.

    Le loro gambe erano talmente vicine da sfiorarsi, se non altro, perchè quelle di Gideon erano molto lunghe #eh ed in genere stava scomodo seduto su qualsiasi sedia parte che non fossero le alte seggioline dei bar.
    Sotto la luce dell'interno della pizzeria gli occhi di Amélie sembravano meno gelidi ed infondevano calore, ed il trucco perfettamente applicato sul viso non mostrava nessun difetto. Le sorrise. Essendo dinnanzi a lei, aveva sott'occhio, tutto, ma prorprio tutto. Lo sguardo scivolò, di nuovo, ed inevitabilmente sul seno, per poi deviare sul menù che aveva sotto il naso, con espressione concentrata. E tu invece? Come mai sei qui in Inghilterra? Domandò, curioso.

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  11. wabi·sabi
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    Oh là là si stava forse per spogliare? Non appena si sedette Gideon iniziò a sbottonarsi la camicia, probabilmente perchè in quella stanza c'erano almeno quaranta gradi, ma il gesto non le permise di trattenere lo stesso un lieve sorriso. Adesso che ne aveva l'opportunità, non più terrorizzata dall'ambiente o troppo impegnata a non cadere, si concentrò ad osservare con maggiore attenzione l'accompagnatore si, d'accordo sappiamo tutti che non era il suo prototipo di ragazzo, ma non si poteva negare che i suoi lineamenti fossero invero belli e malgrado in quasi ogni sua manifestazione risultasse almeno in parte maldestro, si poteva ritenere avesse il suo fascino. Per osservarlo meglio si protese in avanti, la scollatura pericolosamente in vista -volutamente provocante? Assolutamente si.- il mento adagiato sulla mano e tanto d'occhi ad ispezionarlo, indugiando su ogni particolare. I menù erano appena arrivati e accavallando le gambe si rese conto di quanto quelle di lui fossero vicine e non mancò di sfiorarle non troppo debolmente con il piede. Questa breve manovra però non la distrasse abbastanza da perdere il secondo fugace sguardo al seno missione compiuta della serata, era sempre più convinta che in fin dei conti l'idea di rivolgersi all'agenzia d'incontri non fosse stata così discutibile, che fosse quella la volta buona?
    Per non farsi scoprire Gideon aveva immediatamente tuffato il naso nel menù, facendo l'unica domanda che avrebbe voluto evitare in quel momento E tu invece? Come mai sei qui in Inghilterra? Mah niente di che mia madre è morta, mio padre è diventato un alcolizzato, una notte da ubriaco mi ha detto di avere un fratello così mi sono detta, perchè no veniamolo a trovare! E' uno stronzo, continuo a non sapere niente di lui, ma a parte questo tutto nella norma... no non sarebbe stata una risposta adeguata, non per un primo appuntamento oltre tutto, così optò per la versione beve e sobria della risposta Nulla di troppo importante, mi ero stancata di stare in Francia e volevo changer d'air, tutti mi parlavano così bene dell'Inghilterra, di Hogwarts così ho pensato di venire qui. Volevo anche migliorare ma prononciation ho ancora qualche difficoltà con alcune parole terminata la versione romanzata della sua storia rise come imbarazzata, abbassò lo sguardo e vedendo la mano di lui poggiata sul tavolo provò ad essere ancora più audace la avvicinò e intrecciò le dita alle sue riportando lo sguardo sui suoi occhi alla ricerca di una reazione che potesse indicarle come sarebbero andate le cose.
    Plutôt parlami di te disse mantenendo lo sguardo, non più solo cordiale, fisso su di lui.

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    Magari erano i forni, eh, ma Gideon stava iniziando a sudare. Chissà che non c'entrasse anche il seno di Amélie, pericolosamente esposto alla sua vergine vista. Bè, per tutte le tettigoniidi, Gideon non era certo un santo, insomma... sembrava di avere dinnanzi un televisore con il suo canale preferito - per la precisione, Discovery Channel - lì a sua completa e totale disposizione. E se non gli era stato chiaro in precedenza, adesso stava iniziando a pensare che quello di lei fosse un approccio...voluto. #agenius. Per cui si sentì un po' meno in colpa, un po' meno maniaco, a lanciare sul suo balconcino più che un semplice sguardo distratto. Nonostante questo, però, non si fece del tutto rincitrullire - non ancora, per lo meno - rimanendo perfettamente lucido e seguendo la sua spiegazione sul perchè lei si trovasse in terra inglese, ed annuendo di tanto in tanto.
    Si ritrovò a pensare che non aveva mai rivelato a nessuno il vero motivo che aveva costretto la sua famiglia a trasferirsi, lasciando l'instabile costa orientale degli Stati Uniti per raggiungere la fosca Londra.
    Nemmeno Perses, il suo migliore amico, aveva mai saputo la verità e non avrebbe potuto essere altrimenti, perchè Gideon non poteva parlarne con nessuno.
    "Mio padre è un mago purosangue della famiglia Rosier, ma non ha riconosciuto nè me nè mia sorella perchè siamo mezzosangue. Però viviamo sotto lo stesso tetto, imitando alla perfezione la famiglia del Mulino bianco" Chissà se Amélie conosceva la pubblicità del mulino bianco, o avesse anche solo una vaga idea del mondo babbano. Non voleva pensare alla sua famiglia, Gideon. Si rese conto di non voler pensare a nient'altro che non fosse quell'uscita, liberare la mente da ogni pensiero e godersi la serata senza appesantire le cose. Per questo, sollevò le spalle.
    Parlarle di sè? Cosa c'era da dire? Di cosa era orgoglioso?
    « Sono uno studente modello. »
    Concluse, e questo era ciò di cui più andava fiero, di cui più si vantava, ciò che nella sua vita andava bene, senza sè e senza ma. Nonostante si sentisse molto sicuro di sè, in quel momento, lo sguardo penetrante di Amélie minacciava di far crollare ogni sua certezza. Lo fissava in un modo che lo faceva sentire strano #iykwim, ed al tempo stesso smarrito. Lei gli prese la mano, intrecciando le dita sottili con le proprie, e fu istintivo spostare lo sguardo, intimidito, dai suoi occhi chiari alle loro mani. Stava succedendo davvero? E poi, non seppe di preciso cosa accadde ma fu un degenerare improvviso e veloce. Non era mai successa una cosa simile in vita sua. Andò letteralmente a fuoco quando, da sotto il tavolo, percepì il piede di lei accarezzargli una gamba. E se inizialmente aveva creduto - o se ne era convinto - che fosse un tocco casuale, dopo più di qualche istante dovette cedere alla consapevolezza che sì, era un gesto voluto. Gli stava davvero facendo piedino?!?!? Ma lo sapeva che aveva subito un trapianto di cuore a sei anni? Probabilmente no.
    Il volto in fiamme, fisso sulle loro mani ancora intrecciate, l'aria di chi aveva davvero bisogno di un po' d'ossigeno, ed il suo piede ancora lì, sotto il tavolo, ad eccitarlo. Aveva sempre sbeffegiato scene simili nei film, ritenendole poco veritiere, come poteva, dopotutto, un piedino, essere ritenuto sensuale? Bè, il McPherson dovette ricredersi alla grande, perchè dentro quella pizzeria di duro non c'erano più solo pareti, tavoli e sedie. C'era anche qualcos'altro, per la precisione nei suoi jeans, e faceva un male cane. Stringeva, non lo lasciava riflettere.
    Ma non spostò la gamba, cedendo a quell'approccio.
    E rispose alla cosa vomitando, di nuovo, un fiume di informazioni non richieste.
    « Fingo di non essere divertito quando racconto curiosità scientifiche e la gente mi fissa come se venissi da un altro pianeta. Ma la verità è che mi piace essere fuori luogo, tipo adesso. » "Sapevi che i maschi delle tettigonidi procurano come dono nuziale alle femmine una massa di sperma? Decisamente poco romantico"
    « Mi sento molto confuso, Amélie. »
    Magari necessitava anche di una bombola di ossigeno, chissà. « Ho anche cambiato idea sulla pizza, non ho più fame, ho bisogno d'aria. » Coerente. « Usciamo? »
    Faceva davvero, davvero troppo caldo, per rimanere là dentro ancora e non svenire.


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    Edited by selenophile. - 25/2/2019, 13:41
     
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  13. wabi·sabi
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    « Sono uno studente modello. » non serviva che lo sottolineasse, aveva proprio la faccia del secchione, ma anche quella contribuiva in gran misura al suo fascino, il suo sguardo si era nuovamente perso nel vortice di pensieri e parole che non lasciava spazio a nessun commento. Ma nell'istante stesso in cui strinse la sua mano lo vide spostare lo sguardo sul nuovo oggetto di interesse. Si atteggiava, parlava, si muoveva come se fosse la stata la prima volta in assoluto in cui si trovasse a condividere un momento del genere con un esemplare del sesso opposto al suo... ma con ottime probabilità si sarebbe potuto estendere il commento un po' ad ogni essere vivente. Arrossiva e sobbalzava come una piuma al vento e fu palpabile l'agitazione causata sul povero ragazzo nel momento in cui Amélie gli sfiorò la gamba, lo vide avvampare, divenire immediatamente rosso e sudare d'agitazione, se lo aspettava, ma non immaginava una reazione così violenta. Non avrebbe mai creduto che un gesto tanto banale potesse avere un simile riscontro.
    « Fingo di non essere divertito quando racconto curiosità scientifiche e la gente mi fissa come se venissi da un altro pianeta. Ma la verità è che mi piace essere fuori luogo, tipo adesso. » «E' vero non è sempre facile seguirti, ma ora non sei fuori luogo, anzi mi sto divertendo, non passavo una serata del genere da molto tempo» disse raggiante come sempre.
    « Mi sento molto confuso, Amélie. Ho anche cambiato idea sulla pizza, non ho più fame, ho bisogno d'aria. Usciamo? »
    Forse l'aveva provocato un po' troppo, aveva notato i cambiamenti sul suo viso, il calore della sua pelle farsi sempre più cocente, ma aveva anche notato un atteggiamento più libero, espansivo, più rilassato che le sembrava potesse essere un'opportunità da non perdere, stava iniziando a piacergli quel ragazzo e non avrebbe desistito troppo in fretta. Si, l'avrebbe assecondato uscendo dal locale, ma non avrebbe di sicuro mollato la presa. Così alle sue parole si alzò e con sguardo preoccupato rispose «Bien sûr, mon cher, usciamo» pese le sue cose e si diresse verso l'ingresso con Gideon al suo fianco, non appena fuori, l'aria fresca ad accarezzarle il volto, rivolse al ragazzo un sorriso dolce e prendendogli nuovamente la mano gli chiese con fare complice «Cosa vuoi fare adesso?»
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    Edited by wabi·sabi - 26/2/2019, 00:15
     
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    E chi se lo aspettava un appuntamento così? Di certo non Gideon McPherson. In genere era il tipo di ragazzo che annuiva, ascoltando i racconti degli amici - piuttosto dettagliati - sui loro appuntamenti.
    In realtà per molte cose della vita aveva sempre preferito essere uno spettatore passivo, che un attivo partecipante. E quella sera non essere solo uno spettatore lo metteva a disagio, ma al tempo stesso non avrebbe voluto trovarsi in nessun altro luogo che non fosse Diagon Alley, ne con altri che non fossero Amélie. Sedotto. Il nostro McPherson era stato bellamente sedotto da due occhi di ghiaccio, un seno mozzafiato ed una voce dolce dal caratteristico accento francese. Avevano tutto il tempo per conoscersi, ma Gideon non sarebbe durato così a lungo sotto i suoi corteggiamenti: se non sviene, viene. #citBabbiLaSaggia
    Un piccolo problema di calcolo gli ricordò che l'evidenza nei suoi jeans non sarebbe passata inosservata ad un occhio attento come sembrava quello di Amélie, per cui si maledì quasi subito quando lei si alzò dalla sedia per uscire fuori, come lui aveva chiesto. Sperò vivamente che l'aria fredda gli raffreddasse i bollenti spiriti, perchè ANDIAMO, che figure di merda. Accidenti a Valentino, Mara Myoncki e quell'altro. Accidenti ad Hazel. Si ritrovò a sperare che il suo partner di San Valentino le desse buca, per farla sentire un po' sola #stronzo #StaAndandoDavveroCosì

    Arrivo! Annunciò, pensando bene di fermarsi alla cassa della pizzeria, prima di uscire definitivamente, dando il tempo materiale al suo corpo per riprendersi. Comprò una bottiglietta d'acqua e prima che potesse chiedere a Amélie se volesse qualcosa, lei era già fuori. La raggiunse subito, beandosi dell'aria fredda e del tutto diversa da quella afosa del locale, peccato che non servì a molto, questa non gli schiarì le idee e sostanzialmente cambiò poco e niente. Merlino, faceva davvero caldo lì dentro! Commentò, aprendo la bottiglietta e facendo gocciolare un po' d'acqua sulla mano destra e passandosela poi sui capelli e sul collo, per rinfrescarsi ancora, nella speranza che un bello shock termico ammazzasse ciò che nei suoi jeans pareva più vivo di quanto lui sarebbe mai stato in cento anni di vita. Quando si fu bagnato a sufficienza, riportò l'attenzione sulla bionda che, per tutta risposta gli riprese la mano libera nella propria. Il suo sguardo sembrava ancora volergli bruciare i vestiti addosso, e non aiutava.
    Chi era Gideon per opporsi a tale contatto fisico?
    Anzi, perchè avrebbe dovuto fermarlo se, al contrario, voleva che continuasse?
    Cosa c'era di male nel volerla baciare nonostante si conoscessero così poco? Niente.
    Era pur sempre San Valentino, persino le vie di Diagon Alley meritavano di ricevere un po' d'amore. In risposta a quella domanda...."Cosa vuoi fare?" Gideon palesò le sue intenzioni. Mollò la bottiglietta che cadde a terra con un tonfo sordo. Avanzò di un passo verso di lei, con la piena convinzione nello sguardo, finchè lei non si trovò con le spalle al muro della pizzeria.
    Dai, ok...e adesso?
    Le mani insicure strinsero la presa su quelle di lei, tremando appena. La osservava come si osservano i muffin prima di mangiarli, o come una pizza appena sfornata. La voleva, in sostanza.
    Non senza qualche difficoltà visibile e data da una certa insicurezza di fondo, pensò bene di chinarsi sulle sue labbra, annullando quasi del tutto la distanza che li separava a causa della differenza d'altezza, con l'intento di rubarle un bacio. Il cuore gli sarebbe presto saltato fuori dal petto, ne era certo, ma non era ancora svenuto e questa era una grande cosa.

    Inutile dire, comunque, che lo shock termico non aveva funzionato.
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    Merlino, faceva davvero caldo lì dentro! disse Gideon aprendo la bottiglietta appena acquistata e.. bagnandosi??? Ok, iniziava ad avere qualche dubbio sul fatto che quelle potessero essere in vero delle calcolate tecniche di seduzione e... rullo di tamburi... stavano funzionando contro ogni aspettativa!
    Fu allora che lo prese per mano e gli fece la fatidica domanda che si accese nei suoi occhi un bagliore che non si sarebbe mai aspettata di vedere, aveva lasciato da parte quel pudore così attento che lo aveva contraddistinto dal primo istante, non sembrava più solo intenzionato a guardarla con riverente rispetto, no affatto, la stava letteralmente spogliando con gli occhi. Avrebbero forse dovuto cercare un luogo più appartato?
    SI. Gideon aveva appena lasciato cadere per terra la bottiglietta e avanzando malfermo ammettiamolo la fece retrocedere fino a trovarsi con le spalle al muro, il tremolio delle mani non era ancora cessato, ma la presa si era fatta più sicura su di lei.
    Proprio a quel punto fece quello che non si sarebbe aspetta mai, non così in fretta, si era ormai convinta che sarebbe dovuta essere lei a compiere il primo passo e invece chinandosi su di lei la baciò dolcemente.
    Un bacio tenero, ingenuo, breve quasi rubato che sciolse il cuore della Dumont, aveva forse trovato ciò che ammirava tanto nei film strappalacrime e soprattutto nei suoi genitori? Non l'avrebbe potuto dire con certezza, non ancora, ma sapeva che stava nascendo qualcosa di diverso dal solito, qualcosa di più profondo e autentico rispetto alle storie che aveva vissuto fino a quel momento.
    Il corvo rimase fermo, ad un battito di ciglia da lei, il respiro leggero e caldo, non avrebbe potuto far sfuggire quell'occasione così facendo scivolare le dita tra i suoi capelli lo avvicinò ulteriormente a sè e ricambiò il suo bacio, in una versione altrettanto dolce, ma al contempo più intensa, voluttuosa. Così vicina al ragazzo non riuscì a non notare quanto fosse eccitato #winkwink e suo malgrado si allontanò di quel tanto che bastava a permetterle di parlare Forse dovremmo cercare un posto più.. isolé, ci stanno fissando disse maliziosa allungando lo sguardo oltre la sua spalla.
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