[oblinder] Die A Happy Man

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    Baldi giovinotti e graziose pulzelle, sentite anche voi l'amore nell'aria? Talmente forte e penetrante da sovrastare la puzza di sterco delle vacche del vostro vicino?
    Noi sì, decisamente!
    Come ben sapete, il celeberrimo Joshua Brown, autore di harmony romanzetti d'amore che hanno spianato la strada a 50 Sfumature, è in città e si aggirerà in incognito tra voi. Durante il suo soggiorno in questa ridente cittadina dimenticata da Dio e dal tempo, cercherà ispirazione per i suoi capolavori. Come? Osservando alcuni fortunati abitanti del luogo e trasformandoli nei protagonisti dei suoi prossimi racconti.

    [prompt #1] La sera del 13 febbraio vi viene recapitata una missiva profumata e decorata con trame eleganti, contenente questa citazione (uguale per ogni coppia):
    "Find what you love and let it kill you.
    Let it drain you of your all
    ."

    Il giorno di San Valentino, la frase in questione svanisce lasciando il posto a luogo e ora dell'incontro.

    Potete:
    - essere a conoscenza dell'evento ed esservi rivolti alle assistenti di Josha, Gertrude e Octavia, chiedendo loro di partecipare all'esperimento;
    - essere stati iscritti da qualcuno;
    - essere vittime inconsapevoli delle due donne e di seguire le indicazioni ricevute.

    Mungi la vacca finché è calda!
    Yee-haw!
    cimitero
     
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    «ma dove è Edward?» si domandò la mora guardandosi intorno, che fosse già morto? Non era da escluderlo visto l'appuntamento al cimitero. Da diverso tempo continuavano a dirle che in quanto Bella doveva avere nella sua vita un Edward. Ma chi cazzo fosse lei proprio non lo sapeva. Magari lo avrebbe trovato quel giorno anche se non fraintendetela non ci credeva nell'anima gemella. Non era una persona romantica se pensate che il massimo della dolcezza per lei era condividere una canna e per i tempi che correvano era un gesto davvero molto significativo perché voleva dire che ci teneva molto a quella persona. Comunque finalmente era arrivata qualche gioia, anche se lei a differenza di Shia stava davvero molto bene in quel posto, non era male vivere senza tecnologia anche se ogni tanto l'assenza di Netflix si faceva sentire anche per lei. Di conseguenza capitava che si annoiasse perché non le facevano fare mai niente se non la dama di compagnia di Run; non che non le piacesse eh, ma insomma potevano anche farla uscire con Cj ad esempio. («Solo quando vorremo sterminare una popolazione» - «ma padre Gemes non sono mica la peste» - «dubito del contrario»).
    Ma torniamo alla sua gioia perché finalmente in città c'era Joshua Brown, un famoso scrittore dell'epoca e lei non si era persa neanche uno dei suoi romanzi ( si la mora sa anche leggere), aveva voglia di scovarlo per farsi fare un autografo. Se fosse tornata nel suo secolo ci avrebbe fatto sicuramente un sacco di soldi. Aveva quindi accettato di sua volontà a fare quell'esperimento. Al contrario di quanto ci si aspetta lo aveva davvero fatto, non tanto perché credeva in quello che stavano facendo, ma insomma avrebbe passato qualche ora di puro divertimento o era quello che sperava, se avesse saputo che quel biglietto si sarebbe trasformato in un invito al cimitero, ci sarebbe andata lo stesso.
    Si guardò intorno e si ritrovò davanti ad una lapide, semplice come tutto in quel posto di poveri, c'era scritto “Qui giace Edward Cullen. Figlio coraggioso” rimase paralizzata, era davvero il suo appuntamento al buio? Lo avrebbe fatto con un morto? Merda. Sentì un brivido percorrerle la schiena e non era per l'astinenza di erba, ma aveva improvvisamente paura. Che fosse meglio tornare a casa? Di colpo sentì dei passi alle sue spalle e forse qualcuno parlò ( non voglio muoverti il pg) si girò di scatto e alzò le mano al cielo «giuro che non l'ho ucciso io!»
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    Scrocca tutto quello che può perchè è pigra (non so se sono collegati tra di loro).
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    Non le piace stare ferma in un solo posto per troppo tempo, anche se le piace non fare niente per giorni #wat
    I discorsi seri le fanno paura.
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    «E così il leone s'innamorò dell'agnello. Che agnello stupido. Concordo.»
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    Era ben consapevole del fatto che, un anno prima, avrebbe accolto un evento del genere con entusiasmo: certo, all'inizio - com'era suo solito - avrebbe trovato qualche motivo per cui criticarlo (aveva una reputazione da mantenere, sapete) ma un attimo dopo si sarebbe comunque offerta volontaria trascinando mac con sè. Era sempre stata un concentrato di energie ed entusiasmo, Harper Hale. Peccato che le erano brutalmente state strappate via.
    Spesso, troppo spesso, si chiedeva se suo fratello riuscisse a riconoscere in lei la sorella che aveva lasciato un anno prima, se le piacesse la persona che era diventata: se lo chiedeva ogni volta che lui la metteva in pari con le vite scandalose (#cos) dei bodiotti e lei si limitava ad ascoltarlo con un sorriso pacato stampato sul volto, senza interromperlo a metà frase o riempirlo di domande come aveva sempre fatto. Se lo chiedeva quando le chiedeva di accompagnarlo da qualche parte, anche solo a comprare il pane per il pranzo quando a casa rimanevano senza, e ogni volta riusciva a legger la delusione nei suoi occhi quando lei, gentilmente, declinava. Si sentiva in colpa anche solo quando incrociava il suo sguardo a tavola, quando rimaneva in silenzio mentre le sorelle Fay non smettevano di parlare tentando di coinvolgerla nelle conversazioni. Si sentiva in colpa, Harper, per non esser più la sorella che Mac ricordava: era cambiata, ma non era stata colpa sua.
    «sicura di non volerti iscrivere anche tu?» Ovvio che non voleva: da quando era entrata a villa Fay, non ne era neppure mai più uscita, e sicuramente non avrebbe voluto che la sua prima volta fosse per un appuntamento al buio organizzato da Joshua Brown. Eppure Mac aveva accettato, ed in quel momento la stava osservando ed era impossibile, per Harper, non notare il barlume di speranza nei suoi occhi «..ochei sì» voleva già piangere.

    Voleva tornare a casa. Insomma, tra tutti i posti, proprio il cimitero?? Che razza di idea di romanticismo avevano lì a Bodie??? Davvero non riusciva a capire. Davvero, avrebbe voluto buttarsi alle spalle quell'esperienza, girare i tacchi e tornare nella tranquillità delle mura della sua stanza. Sfortunatamente per lei, non aveva idea di come fare: Run l'aveva accompagnata fin lì, per poi sparire un attimo dopo averle mostrato l'ingresso del cimitero. Che, tra parentesi, a prima occhiata sembrava del tutto vuoto. "Gesù aiutami tu" Chissà perché continuava a ripetersi quel mantra: da lassù non le era arrivato nessun aiuto, e il suo rapporto con la chiesa si era infranto del tutto nel momento in cui era riuscita a fuggire dalla casa di riabilitazione gestita da suore in cui i suoi genitori l'avevano rinchiusa. Facendosi coraggio, iniziò a camminare tra le lapidi, e davanti ad una di esse riuscì infine a scorgere una chioma bruna. Beh, almeno non le avevano dato buca. Titubante, si avvicinò alla ragazza, per poi scattare all'indietro e per poco non rischiare di cadere su un'altra lapide dietro di lei, quando la mora si alzò in all'improvviso, girandosi verso Harper «giuro che non l'ho ucciso io!» Non..l'aveva mai detto? Neppure pensato??? «ti...credo??» Le credeva?? Dai sì. Insomma, la Hale non poteva mica sapere che era la frase tipica che di solito pronunciava ogni assassino: nata ad inizio '900, non aveva potuto godere di un'infanzia persa a guardare don matteo la domenica sera. «sei..» tirò fuori dalla tasca della gonna la lettera sulla quale era apparso il luogo dell'incontro «...complicated18?» Non aveva ancora capito il perché di quei nomi. Sapeva solo che, mentre lo sceglieva, aveva avuto una strana conversazione con Run [«non penso possa esser solo 38, serve anche una parola» «..flora?» «come la winx??» «cosa?» «ah, ignorante gen z» «???»]
    Chissà come stava andando l'appuntamento a suo fratello.
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    Ellis non era mai stata una persona che sorrideva alla vita, ma non era neanche una persona alla Hyde che voleva solo morire; di fatto non avrebbe mai pensato che il cimitero potesse essere un posto per un appuntamento anche se per molti, cioè quelli malati e gli assassini per inciso, poteva essere il contrario, ma lei non rientrava in nessuna di quelle due categorie. Non era una persona che rispettava la legge e spesso veniva ripresa da padre Shaw, ma da lì a finire a fare il suo appuntamento di San Valentino in un cimitero ci correva davvero un oceano.
    «ti...credo??» Le credeva? Sarebbe stata la prima volta e l'unica persona, di solito non le andava così bene («Giuro che non sono stata io»- «non ti credo. Eri con Cj» - «Non vuol dire niente»- «Sono morte 20 persone») Ma insomma era vero che non faceva niente, solo sembrava che la morte prestasse la falce a Cj ed Ellis quando erano insieme, si prendeva una pausa dando a loro la possibilità di fare il lavoro al posto suo.
    «grazie» si diceva così in quel caso? Non ne aveva idea perché a lei non capitava mai come ho già detto. Si spostò di qualche passo dalla lapide di Edward, avrebbe dovuto dirlo a Gemes che il suo cavaliere era morto, anzi forse no, non voleva prendersi la colpa anche di quello. «Dovrei portarti da padre Shaw» disse a bassa voce, ma era meglio davvero lasciar perdere, aveva il terrore di vederlo apparire lì, come un fantasma, chissà perché sembrava essere sempre dietro l'angolo a fingere di essere un bravo uomo del signore. Bodie lo stava cambiando e non in meglio.
    «sei..complicated18?» ah vero, si era dimenticata di aver dato quel nick, forse aveva fumato e aveva cercato di chiarire alcuni punti cruciali della vita, non riuscendoci perché troppo strafatta per capire davvero come arrivare persino al bagno. Forse era proprio quello il motivo per il quale aveva deciso quel nome. La vita era così complicata.
    «Si, ma mi chiamo Bella Swan e vorrei andarmene da questo posto che ne dici?» avrebbe anche volentieri preso per mano la ragazza e portata via pur di non rimanere in un posto dove la morte incombeva «ah che maleducata, tu sei? Ti prego non dirmi che vuoi fare un pic-nic perché potrei iniziare a correre via da questo posto e da te. Senza offesa eh» oppure si, non voleva stare con una psicopatica e soprattutto in quel posto, già pronto ad accoglierla nel caso in cui avesse avuto intenzione di ucciderla. No, ma, no Grazie.
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    Vi scambiano per le figlie del signor Williams da poco defunto. Una piccola folla di uomini e donne in lacrime si avvicinano a voi, scambiando baci e parole di cordoglio. Sono invitate a tenere un discorso d’addio.
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    Ellis non era una fifona ma se ne sarebbe voluta davvero andare via da quel posto prima che il morto, Edward, iniziasse a scavare per uscire dalla propria bara per mangiarsi il suo cervello, ma sembrava quasi che quella fosse una punizione divina piuttosto che un appuntamento. Ripeto, forse non è chiaro, Ellis non era una fifona, era pur sempre una ragazza di strada, che spesso si era ritrovata a spacciare ed avere a che fare con criminali, vedi Cj ma quel posto le stava davvero mettendo i brividi e che le si voglia credere o no, non le piaceva stare così a contatto con la morte, se vogliamo aggiungere che probabilmente molti di quelli li aveva uccisi per sbaglio con Cj, aveva il terrore che questi volessero tornare per tormentarla. Fece per prendere la mano della ragazza che forse impaurita dal posto non sembrava muoversi <b>«Sul serio, andiamocene da...» un rumore la distrasse e istintivamente gettò uno sguardo verso la lapide di Edward «Se torna in vita e mi mangia il cervello, io farò lo stesso col tuo sappilo!» disse ora indispettita, stava quasi per lasciare la compagna lì, non voleva morire in quel posto e agli altre avrebbe detto che non si era presentato nessuno. Poi una mano toccò la sua spalla. Fu in quel momento che vide la propria vita scorrerle davanti: Una piccola Ashley annaffiava una pianta che subito veniva calpestava dal padre; Vide i suoi giorni passati a Hogwarts dove fin troppo spesso finiva in sala torture per non essersi presentata a lezione; poi suo padre. Aveva visto Will molte volte, aveva persino comprato dell'erba da lei o il contrario, avrebbe voluto incontrarlo di nuovo, forse sarebbe stato meglio lui come padre (dato che era pure quello vero) piuttosto quello che aveva avuto.
    Se non morì d'infarto in quel momento, non l'avrebbe più fatto, ma il volto era bianco come i cadaveri che avrebbe raggiunto ora che Edward era tornato per ucciderla. «non uccidermi. » Maledetto San Valentino e quel cazzo di appuntamento. Alzò le mano per arrendersi ancora una volta, per poi accorgersi solo in un secondo momento che non era uno zombie ma una donna, chiaramente in lutto,così come le dieci persone dietro di lei.
    «Condoglianze. »
    «Cosa?»
    «Per vostro padre.»
    «Will?» Barrow toccati chiese innocentemente, non sapeva neanche lei perché le era venuto in mente suo padre, cioè non era neanche con lei. Ma la donna sembrava conoscerlo e confermò la sua morte, mentre porgeva alla mora un mazzo di fiori. «Mi dispiace. Questo è per voi, ragazze. Se dovesse servivi qualcosa, non esitate. La mia porta è sempre aperta.»
    «cosa?» la ragazza era molto confusa al riguardo, ma stavano parlando dello stesso Will?ne dubitava. Ma aveva fumato e ora stava avendo un'allucinazione o Edward le aveva già mangiato il cervello. Aiuto.
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