these strangers getting stranger every day

barbie + mads

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    Barnaby Jagger aveva passato ventiquattro anni della propria vita, convinto di non poter soffrire di mal di testa: aveva la guarigione, buon Dio!
    Poi era arrivato a Bodie, California, dove tutte le sue certezze erano andate a puttane. Massaggiò le palpebre abbassate con un basso grugnito di gola, un gomito poggiato su un divano dalla copertura floreale che, a meno che Kentucky o Brooklyn non si fossero messi a fare gli arredatori d’interni, non era suo. Socchiuse le palpebre osservando pigro il salotto nel quale s’era risvegliato, sentendo ogni, minimo!, rumore, rimbalzare da una parte all’altra del cervello. Non aveva mai provato il post sbronza (anche per la sbronza era difficile, in realtà, considerando che il suo organismo eliminava immediatamente le tossine, ma approfittando di chi poteva annullare il suo potere, almeno quella talvolta se l’era goduta) ma immaginava che la sensazione provata fosse simile a quella che provava in quel momento. Tossicchiò ed appoggiò la schiena al sedile, sospirando la propria frustrazione al triste lampadario di villa Fay. «buongiorno, principessa» Non fu la voce a costringerlo a piegare il capo sulla spalla, quanto il tono: c’era qualcosa di aguzzo e cauto nel timbro di Martha Fay, o Heidrun Crane che dir si volesse, in piedi a pochi metri da lui, che obbligò Barbie a ricambiare confuso l’occhiata. «mh-mh» mugugnò, massaggiando la radice del naso. Cercò di capire che ore fossero dalla quantità di sole che inondava la stanza, ma dato che non era un maledetto boy scout, decretò fosse semplicemente giorno e se lo fece bastare. «da quanto tempo va avanti?» Nel futuro non si usava offrire ai propri ospiti caffè, prima di intavolare una qualsivoglia conversazione? E di cosa stava parlando. Ancora nel limbo sonno-veglia, Barbie corrugò le sopracciglia castane in direzione della ragazza, invitandola tacitamente a rendere comprensibile la…domanda? Accusa? Per quel che ne sapeva, poteva trattarsi di entrambe. «i vuoti di memoria» ah, ochei. Rimase impassibile, sperando che la curiosità (perché di quella si trattava, giusto?) scemasse evitandogli di affrontare una conversazione che, volendo essere onesti, lo terrorizzava.
    Perché avrebbe voluto – oh, se l’avrebbe voluto! – non sapere di cosa la mora stesse parlando, ma lo sapeva. Dolorosamente bene. Non aveva mai creduto che il suo problemino potesse diventare complicazione d’altri – o che qualcuno potesse accorgersene – e di conseguenza non aveva mai studiato una risposta ad un quesito del genere. Dovresti negare, Barbie. Succhiò il labbro inferiore fra i denti, prendendo marginalmente nota del terriccio e la polvere incrostati alle mani ed ai vestiti. «c-c-come…» riuscì infine a formulare, sollevando il capo in direzione di Run, ma senza incrociarne gli occhi verdi. Lasciò la frase a metà, interpretabile, così ch’ella potesse dargli il finale più semplice – quel che intendeva, però, era: come fai a saperlo? Perché gli veniva in mente una sola possibilità, ed avrebbe davvero, davvero tanto, preferito non fosse così.
    Nei ventiquattro anni in cui s’era convinto di non poter soffrire di emicrania, aveva anche creduto di non conoscere il significato di disagio, ma Bodie pareva pensarla diversamente. Si aspettava che da un momento all’altro apparisse anche Dio a colpirlo con una fionda esattamente in mezzo agli occhi, così, giusto perché non credeva né in Dio né nella mira delle fionde. «non ricordi come sei arrivato fin qui, vero?» E onestamente? Non voleva neanche saperlo. Non rispose a nessuna delle due domande, abbastanza (scioccante, lo so) sveglio da comprendere fosse il momento di, se perdonate il francesismo, portare via il cazzo: non gli piacevano le discussioni, ed ancor meno amava essere messo all’angolo. Gli piacevano le fughe strategiche, il vivi e lascia vivere, ed il drama altrui, come a tutti gli ante millenials che si rispettassero. «eh v-v-vabbè» si strinse nelle spalle, deciso ad alzarsi ed ignorare (ancora? sempre) la faccenda, ma quando si sollevò in piedi, Heidrun fu rapida a frapporsi fra lui e la porta. Osservò con uno sguardo interrogativo la sua via d’uscita, e poi la ragazza, facendo avanti e indietro fra le due cose così da far cogliere l’antifona perfino alle zucche più dure. Quando lei non fece cenno di volersi spostare, Barbie fece un liquido – e scazzato – cenno con la mano per dirle, gentilmente, di levarsi dai coglioni. Poi osavano dire non fosse un gentiluomo! «ti ho fatto una domanda» E? Arcuò entrambe le sopracciglia; all’irritato broncio di lei, decise che la situazione gli stesse piacendo sempre meno. Aveva creduto davvero, Barbie, di potersela squagliare con una stretta di spalle – nel futuro non era forse una cosa normale, la sua? Non capitava a tutti? Comprendeva perché i Bodiotti, per una cosa simile, potessero volerlo mettere al rogo, ma l’inquisizione da parte di un viaggiatore del tempo, gli sembrava una reazione piuttosto esagerata e non necessaria. «barnaby, sono seria» bARNABY. Nessuno l’aveva mai chiamato Barnaby? Indietreggiò colpito, la bocca piegata verso il basso. La voce di Run continuava a disturbarlo ad un livello più profondo che gli gridava di fuggire, ma la patina d’opaca tristezza delle iridi smeraldine lo convinse a rimanere immobile. Razionalmente, Barbie si rendeva conto che i vuoti di memoria non fossero una cosa normale – né nel suo tempo, né in quello successivo. Lo sapeva di avere qualcosa che non andava, ma Cristo! Potevate biasimarlo se fingeva di no? Non aveva già abbastanza fottute puttanate metafisiche nella sua vita, perché dovesse anche preoccuparsi di non esserci troppo con il cervello? Il silenzio del Jagger venne evidentemente frainteso dalla presunta Fay, la quale sospirò massaggiandosi gli occhi. «la gente sta morendo, barbie» Avrebbe voluto volgerle un mezzo sorriso e dirle che la gente moriva ogni maledetto giorno, ma il contorno nel quale era stata lanciata l’affermazione, gli fece storcere il naso. Tacque ancora, seguendo – lento, ma facendolo - i fili che avevano portato a quella drastica conclusione. Non poteva…non poteva essere seria, vero? Non intendeva che «n-non s-sono stato io?» si rese conto che suonasse più come una domanda che come una certezza, ma era davvero troppo confuso per mettere più enfasi alla sua determinazione. Cioè, okay, sapeva che qualche contadino californiano stesse morendo, ma cosa c’entrava lui? «non presentano alcun segno di lotta, sembrano …svuotati» chiuse la mano a pugno, indicandolo poi con l’indice, alzando allusivamente le sopracciglia. Beh? Sapeva che avrebbe potuto assorbire la loro energia, ma mica significava che l’avesse fatto – ew, chissà quale malattie avrebbero potuto attaccargli, tipo il razzismo o la misoginia. Scosse il capo alzando le spalle. «ti ho trovato mentre prendevi a calci il signor Balister, eri in stato confusionale e non mi hai neanche riconosciuta. ho dovuto metterti fuori gioco - e quando hai riaperto gli occhi poco dopo, mi hai chiesto dove fossimo, prima di svenire nuovamente. non mi guardare come se fossi stupida. sono giustificata dal pensarlo» L’aveva – cosa? «io…» Battè le ciglia, piegò il capo su una spalla. Abbassò lo sguardo per celarle la sorpresa negli occhi scuri, lasciando il resto dei muscoli rilassato ed impassibile. Aveva fato cosa? L’ultima cosa che ricordava era la sua officina, dove poco gentilmente aveva mandato i ragazzini psicopatici a farsi fottere; per quanto gli volesse bene, c’era un limite alla merda che voleva spalare a causa loro, e loro tendevano sempre a superarlo. Era…era arrabbiato, lo ricordava – anche se non era certo del perché- ed era stanco, sia fisicamente che emotivamente.
    Era un periodo complesso, quello lì. Barnaby si era reso dolentemente conto di essere abituato alla presenza degli Stranieri nella sua vita – e sapeva, lo sapeva, che non avrebbe dovuto. Era come dare un nome all’animale da fattoria che sapevi dovesse andare al macello.
    Non si faceva, punto. «n-non sono s-s-stato io» rimarcò, corrugando le sopracciglia. «n-n-non sono un c-cazzo di v-v-vampiro» se era tanto preoccupata che il killer fosse uno di loro, avrebbe dovuto chiedere al ragazzino Dornette, quello che s’illuminava sotto al sole: detto fra noi, non sarebbe stata l’unica cosa che il fanciullo amasse succhiare.
    Eh! «c-che modi» borbottò, scrollando i vestiti. «come fai a saperlo?» Non gli piacque proprio – ma proprio – per un cazzo, l’espressione nelle iridi giada della mimetica. C’era un velo di comprensione, sì, perfino tristezza, ma anche…anche certezza, come se già si fosse messa in pace al cuore, ed avesse trovato il suo colpevole. Da una parte poteva comprendere le sue ragioni; dall’altra, vaffanculo. «l-l-lo s-so» «non puoi esserne sicuro» Chiariamoci. Non si sentiva in colpa per gli stronzi (eddai. Statisticamente parlando, erano dei pezzi di merda: nessun bravo cristiano viveva a bodie, california) morti, ma gli girava il cazzo che qualcuno - che Heidrun! - potesse crederlo un fottuto assassino seriale. Questione di principio, più che morale.
    E odiava che potesse avere ragione. Che potesse perdere il controllo abbastanza da uccidere qualcuno e non saperlo - era quello, a farlo incazzare di più. inaccettabile! Credeva di poter aver preso a calci il signor Balinger, e sapeva anche che presumibilmente lo meritava, ma il resto? Gli sembrava un po’ un azzardo. «f-f-fidati e b-basta» liquidò seccato, certo di concludere la conversazione così. Insomma, era Barbie - andiamo! «non posso»
    In che – in che sensoh non poteva. Si guardò attorno, arricciò il naso. Finse che la risposta non l’avesse ferito, preferendo sempre rimanere sul superficiale (rendeva tutto più facile, più tollerabile).
    Ma pensa te che stronza. Inspirò dalle narici, alzò una mano per passarla nei capelli – e fu in quell’istante che la vide irrigidirsi ed indietreggiare. Solo mezzo passo, nulla di che; quando se ne accorse riacquistò terreno, ma quel sussulto bastò a sostituire l’irritazione del Jagger con sorpresa. Aveva…aveva paura di lui? Cioè.
    Ricapitoliamo. Gli stronzi erano arrivati dal futuro con armi che nel suo tempo non esistevano, ed avevano occupato la terribile cittadina di Bodie come fosse loro di diritto; un giorno come un altro, per andare a recuperare i loro amiki, avevano aperto una frattura spazio temporale fra dimensioni. Uccidevano o picchiavano la gente per noia, e mai Barnaby Jagger aveva alzato un dito accusatorio nei loro confronti, né li aveva giudicati. Lo tagliuzzavano e mutilavano; bullizzavano il resto degli abitanti, psicologicamente e fisicamente.
    E poi era lui quello folle che uccideva la gente con il tocco? Lui da cui stare in guardia?
    Gli ci volle l’intera conversazione per capire cosa non andasse nel tono della ragazza – cosa lo turbasse.
    L’aveva già visto. E rivisto. E ri-fottutamente-visto.
    Barnaby Jagger era tornato ad essere quello strano. «e allora vaffanculo» fece spallucce, soffocando la fitta al petto con un’espressione arida ed impenetrabile – quasi annoiata. «sono solo preoccupata barbie, non-» Le sorrise, secco ed arrogante, alzando le mani in segno di resa. «no, capisco perfettamente, figurati» Una parte del suo cervello registrò di non star balbettando, ma il restante era troppo concentrato a non fargli fare cazzate per prestarci attenzione. «perché dovresti fidarti? non sono uno di voi. anzi, probabilmente hai ragione» la spostò, fisicamente, dall’entrata così da poter fottutamente uscire. «bARbie-» «bella chiacchierata, cià»

    «non puoi stare qui, lo sai» Alzò gli occhi al cielo, inspirando dalle narici per evitarsi di prendere la testa della signorina, e sbatterla ripetutamente contro il tavolo. Sì, sapeva di essere stato bannato (ingiustamente!) dal bordello, ma non era lì per loro nello specifico: «s-sto cercando m-m-m» MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM «madelaine» L’espressione della vecchia non cambiò di un millimetro.
    Vipera bastarda. «v-v-vabbè la aspetto q-qui» si abbandonò su una palla di fieno fuori dal locale, senza mai staccare gli occhi dalla donna.
    In quel momento sperò davvero di essere il serial killer di Bodie, California. Mimò con le labbra un sei la prossima alla Vekkia.
    «cosa?»
    «amen s-sorella.»
    Ho molto sonno.
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    «Oh. Mio. Dio.»
    Normalmente Mads avrebbe tirato uno scappellotto al ragazzo per l'esclamazione (non pronunciare il nome di Dio invano non gli diceva niente?? Non voleva andare in Paradiso??), ma il sorriso sulle sue labbra sottili la fermarono da qualunque gesto o ramanzina. Si limitò a sorridere di rimando, annuendo compiaciuta. «Lo so» Aveva fatto un buon lavoro, considerati i mezzi che aveva a Bodie.
    Seduto al suo fianco al posto del guidatore del pick up, Archibald allungò una mano sull'apparecchio che aveva scatenato il suo interesse, premendo il pulsante detto poco prima da Mads con l'intenzione di accenderlo. Il marchingegno si limitò a emanare un rumore di fondo disturbato, ma questo non sembrò demoralizzare il ragazzo. La russa sapeva perfettamente che per Arci un oggetto simile non doveva essere nulla di che, abituato alle tecnologie del ventunesimo secolo, ma per lei aver messo le mani su una radio e essere riuscita a farla di nuovo funzionare per montarla su quell'auto era un'enorme scoperta. Un colpo di fortuna l'aereo americano caduto nel deserto e lì abbandonato, certamente, o il disinteresse che nelle città vicine chiunque paresse provare per pezzi unici che quindi aveva comprato per niente, ma era abbastanza fiera del proprio lavoro per poter ammettere che il proprio talento avesse fatto la sua parte.
    Ancora sorridente, si passò il dorso della mano sulla guancia, sporcandola di olio.
    «L’impiego di apparecchi a valvola con frequenze stabilizzate con antenne a telaio di piccola dimensioni agevola l’organizzazione dei servizi a maglia. Ho montato in officina una stazione con la stessa lunghezza d’onda: su di una stessa maglia può trasmettere una sola stazione per volta, ma per ora dovremo accontentarci. L’insieme delle maglie di una grande unità forma una rete, i cui nodi sono costituiti dalle località dove convergono i vertici di più maglie e- non mi stai ascoltando»
    «Non ti sto capendo»
    Mads roteò gli occhi al cielo, ma neanche il disinteresse per la parte tecnica (e più interessante!) del Leroy bastò per farle andare via la soddisfazione che provava. «significa» la wesley diede compiaciuta un colpetto alla radio. «che da questo pick up a questa officina potremo comunicare. Che puoi uscire da Bodie senza paura di perderti novità, perchè verresti immediatamente contattato; e in maniera non magica!» Quasi lo vide vibrare come un diapason d'emozione. Dopo aprile scorso, in cui il portale per l'universo alternativo si era aperto inaspettatamente, Mads sapeva che il ragazzo era stato sempre più restio a mollare la base di Bodie, per paura di perdersi altri fenomeni simili. Sapeva di avergli tolto un peso.
    «Potrai canticchiare da qua mentre sono in auto e farmi da colonna sonora?»
    «no. Ma potrei mettere un giradischi a carica vicino al microfono...»
    L'abbraccio fu inaspettato, ma ridacchiando Mads se lo prese comunque, ricambiando. «Mi dispiace, non posso farti un telefono - non con i mezzi che ho adesso. Spero apprezzerai comunque questo primo tentativo» «Scherzi? È più di quanto mi aspettassi dal far west!» «È 1919» «Siam lì»
    Dopo essersi staccato raggiante, Arci afferrò il microfono, parlandoci dentro.
    «Danihel a Bodie, mi sentite?» la voce rimbombò nell'officina, dalla radio sul bancone. «direi di sì»
    Mads ridacchiò allegramente. «dovremmo testarlo. Se vuoi puoi farti un giro, mentre io aspetto qui» afferrò dalla tasca l'orologio, osservando l'ora. «domani però, adesso devo andare a lavoro» arricciò il naso, e nonostante Arci ancora stesse dedicando tutta la propria attenzione alla radio dovette percepire che qualcosa non andava, perchè senza guardarla commentò: «Un giorno guadagnerai abbastanza con questa roba per poterci vivere, e non sarà più solo un hobby»
    Mads non era certa che restando a Bodie questo sarebbe mai successo, e non aveva intenzione di andarsene finchè sarebbe potuta essere utile lì, ma si limitò a sorridergli gentilmente. «grazie. Ci vediamo domani quando hai finito con Floyd; chiudi col lucchetto, quando te ne vai» Arci annuì distrattamente, e Mads uscì dal veicolo rapidamente, affrettandosi verso la casa di tolleranza dopo essersi presa la tracolla con dentro i propri (pochi) averi. Non le dispiaceva fare la tuttofare al bordello - le ragazze la trattavano bene e persino la vecchia maitresse aveva iniziato a affezionarsi a lei e a non trattarla più come una sguattera - ma ovviamente non era la vita che aveva sognato quando la prima volta aveva abbandonato a casa propria; persino a lavorare in una fabbrica tessile a San Pietroburgo con uno stipendio da fame si era sentita più appagata.
    Scivolò sulla terra svoltando verso il bordello, fermandosi col fiato corso di fronte al palazzo - vecchio e rovinato - alla vista di un volto familiare. Sistemandosi la tracolla, si avvicinò con un sorriso a Barbie. «Stai protestando il tuo esilio da qui?» Lanciò uno sguardo alle finestre, dove individuò la maitresse che li osservava arcigna, prima di sparire rapida dietro la tenda. «non credo stia funzionando»
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    non succede niente di utile: chiacchiera con arci nel pickup e raggiunge barbie al bordello MLMLML
     
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    Dire che fosse offeso, sarebbe stato un eufemismo; a Barnaby Jagger, londinese di nascita e apolide da un paio d'anni a quella parte, giravano le palle ad una velocità che, in futuro, avrebbe assicurato elettricità per un mese ad una cittadina di modeste dimensioni. Non voleva attenzioni (anche se le avrebbe meritate), non chiedeva elogi per i meriti bellici (anche qui, leciti) né esigeva rispetto (che sarebbe proprio stato il minimo sindacale, eh), ma era forse troppo almeno demandare che non gli fracassassero le palle? Che fingessero, buon Dio, almeno fingessero di dargli un margine di dubbio sulle sue intenzioni? Tutti cristiani quando c'era da baciare il culo a Gemes e pregare Dio di avere un buon raccolto, ma le guance da porgere le riservavano solo quando si guadagnavano un pugno in faccia. Strinse le labbra fra loro mantenendo le braccia incrociate sul petto, e l'espressione truce di chi avrebbe voluto essere almeno un quarto di quel che tutti credevano fosse: la progenie di Satana, il braccio destro di Morte e Carestia. E dire che, fra gli abitanti di quel di Bodie, Barbie era la minaccia minore per loro: non gli importava abbastanza - né dei suoi concittadini, né di Barbie - per mettere in pratica quello di cui lo accusavano essere in grado. In pubblico fingeva maturità e indifferenza, ma il Jagger era solo pigro, stanco di combattere guerre che aveva sempre perso prima di scendere in campo: come soleva dire, un gesto dell'ombrello era più soddisfacente di una martellata nelle ginocchia; meno forza richiesta, e stesso effetto sul ricevente. Sh00ck.
    Non distolse mai lo sguardo dalla Signora del Bordello, lasciando ch'ella interpretasse l'ira nei suoi occhi come un serio pericolo alla sua incolumità - talvolta era più semplice vivere di rendita di una reputazione non meritata - e, con lenta intenzione, sollevò indice e medio di fronte alla bocca, facendo rimbalzare la lingua sulle due dita in un gesto abbastanza esplicito da risultare chiaro perfino per le teste di cuoio della California. Ebbe la soddisfazione di vederla volgere un rapido segno della croce ed un'intensa occhiata al cielo, prima che sparisse dietro le tende.
    «Stai protestando il tuo esilio da qui? Non sembra stia funzionando» fu con ancora l'ombra di un meschino, ed infantile, sorriso vittorioso, che piegò il peso delle iridi scure su Madeleine Wesley. «l-lo dici t-t-tu» sollevò le sopracciglia allusivo, il divertimento a sporcare leggero gli angoli della bocca. Le offrí la spontanea risposta che quella domanda richiedeva ai Barbie del mondo, le spalle a stringersi con una parvenza - che solo parvenza era - d'umiltà. Infilò il pollice in bocca e, come ogni brava madre che si rispettasse (non che Barbie avesse esperienze personali su cui basarsi, ma i cliché erano la debolezza di tutti), strofinò la guancia della ragazza togliendole una macchia di quello che poteva essere olio, ma anche sangue di qualche demone evocato direttamente dalla madre patria russa (tipo putin): con Mads, non si poteva mai sapere. Osservò corrucciato il dito, pulendosi poi su pantaloni ancora sporchi di terriccio e polvere. Con Madeleine, così come con Floyd, non si sentiva in dovere di trattenere tutto il suo essere Barnaby Jagger, perché mai aveva temuto, da che li conosceva, che potessero semplicemente iniziare a evitarlo. Non mancanza di modestia: conosceva la concorrenza di Bodie, California, 1919, e semplicemente non c'era competizione.
    Non un vanto, ma comunque qualcosa.
    «t-ti s-sei m-m-mai chiesta s-s-se avessero r-r-ragione?» perché non era un ragazzo da convenevoli, Barnaby Jagger, e troppo orgoglioso per ammettere che fosse andato lì per cercare lei, avrebbe lasciato che fosse Mads a giungere a quella conclusione. Si viveva di non detti, lì - di cose che non c'era bisogno di dire, in qualunque vita. Il perché fosse andato a cercare la Wesley, era piuttosto semplice: sapeva che non gli avrebbe raccontato cazzate, ma sapeva anche che avrebbe mostrato più tatto ed empatia del loro spacciatore di coca preferito. Era un ragazzo dal cuore fin troppo delicato, Barbie.
    Lo so, chi l'avrebbe mai detto (tutti).
    «t-tutto quello c-c-che dicono s-su d-di m-m-me» Spinse con indifferenza le labbra all'infuori, impegnando mani e sguardo su un pacchetto di sigarette stropicciato. Attese una manciata di battiti di cuore, prima di continuare.
    «c-c-credono sia s-stato io a f-f-fare p-pulizia etnica nei d-dintorni» non specificò chi l'avesse accusato, preferendo che la Wesley incolpasse l'ennesimo, pregiudicante, Bodiotto - perché almeno quella parte di rancore, l'essere incompresi, avrebbe potuto condividerla anche lei: erano entrambi immigrati ed entrambi diversi, e dove Mads aveva il bonus femmina, Barbie aveva quello Satanico - insomma, avevano le loro croci. «assurdo, v-v-vero?» così, con calcata indifferenza nell'avvicinare la fiamma dell'acciarino alla sigaretta.
    Giusto perché pregarla di dirgli che fosse una cazzata, sarebbe stato un po' troppo ooc.
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    Si era (fortunatamente) persa il gesto volgare del Jagger per guardare alla finestra, ma questo non voleva dire che Mads non poteva intuire dal suo visetto soddisfatto che qualcosa lo aveva fatto - qualcosa che non avrebbe dovuto fare. Con un sorriso storto, la bruna assottigliò lo sguardo, studiando Barbie come una mamma che vorrebbe sgridare il proprio bambino per gli occhietti da marachello impunito, ma non sa esattamente per cosa.
    «l-lo dici t-t-tu»
    «sei ancora fuori», fece notare schioccando la lingua sul palato.
    Si irrigidì leggermente, una mano già a mezz'aria per fermare l'intrusione (forza dell'abitudine) quando il pollice di Barbie si posò sulla sua guancia, prima di rendersi conto di quale fosse la sua intenzione. Sollevò gli occhi al cielo, e ci mancava solo il "maa/aaa/aammaaa" per rendere completo il quadretto "genitore-figlia adolescente". Non poteva neanche prendersela col ragazzo, conscia che se non fosse stato per quel suo istinto da crocerossina, Mads probabilmente non sarebbe neanche stata viva in primo luogo. Trovava sempre assurdo che le persone di quella città non riuscissero ad apprezzare il buon vecchio Jagger, senza vere motivazioni dalla loro parte; non era uguale a loro, questo era poco ma sicuro, e forse a loro pareva un demone immortale (perchè poi non un angelo o un miracolato come lo aveva visto fin da subito lei?) ma era perfetto così, pur nel suo essere un po' sbeccato qua e là dalla guerra e dalla vita. Era tanto difficile rendersi conto di quanto fosse speciale senza cercare di incrinarlo ancora di più nel tentativo - inopportuno - di aggiustarlo, o peggio di liberarsi di lui? Mads veniva decisamente ascoltata poco in quella città, ma la sua crociata "salvate il soldato Barnaby" era costituita da tante battaglie quotidiane in cui difendeva l'amico alle spalle «grazie», borbottò divertita, ma il sorriso scomparve notando l'espressione tormentata del ragazzo. Si era offeso perchè si era mossa per difendersi per il gesto improvviso? Nah, era stato in guerra anche lui; a casa si era portato il balbettio e probabilmente l'impossibilità di avere mai più quella che per altri era una vita normale, sapeva che i tic di Mads non erano niente di personale. O almeno, lei lo sperava.
    «t-ti s-sei m-m-mai chiesta s-s-se avessero r-r-ragione?»
    Ah. Strinse le labbra, alzando nuovamente lo sguardo verso il bordello. Quando tornò su Barbie, gli angoli della bocca erano nuovamente sollevati. «Facciamo un giro?» non la pagavano abbastanza per andare a lavoro piuttosto che parlare con un amico; non avrebbe potuto farlo manco volendo.
    Prese a camminare intorno al palazzo, le dita di nuovo strette alla tracolla. «t-tutto quello c-c-che dicono s-su d-di m-m-me... c-c-credono sia s-stato io a f-f-fare p-pulizia etnica nei d-dintorni»
    Si voltò verso Barbie rallentando il passo fino a fermarsi, lo sguardo a vagare dalle mani impegnate con la sigaretta al volto del ragazzo. «assurdo, v-v-vero?»
    Si passò la lingua sulle labbra, prima di rispondere, con quanto tatto e quanta serietà aveva nell'ammettere: «Sei un idiota, Barnaby» Riprese a camminare, aspettando giusto che il Jagger si muovesse accanto a lei. «no, non credo sia stato tu. Sai almeno se puoi farlo, col tuo potere? Puoi assorbire fino a uccidere, lasciando i corpi in quello stato simil addormentato?» Alek non era mai stato in grado di fare niente del genere senza lasciare segni, e Mads gli aveva visto usare il potere per più di un anno; certo, forse Barbie era più bravo del suo vecchio commilitone, ma se c'era una cosa che Mads aveva imparato dai poteri degli special, come li chiamavano gli inglesi, era che avessero dei limiti. L'unica che sembrava soppiantare questo ordine naturale delle cose era stato Seth nell'altro universo, ma le piaceva credere fosse l'eccezione alla regola. Sollevò le spalle «Ti conosco, e mi fido più di te quando sei... assente, che di Mar- Heidrun. La ragazza del prete» si voltò verso di lui sollevando le sopracciglia. «Se sospettassi di te, dovrei sospettare anche di lei, non ti pare?» In fondo non la conosceva molto, sapeva giusto che non le piacevano particolarmente i bodiotti e che avrebbe potuto copiare il potere di Barbie. «ma se ti senti più sicuro, posso fare un paio di ricerche e cercare esattamente quando sono morte quelle persone; se eri cosciente anche in uno solo dei casi, sei innocente. O potrei darci io un'occhio a te» gli diede una spallata, sorridendo «se qualcuno muore mentre tu sei sotto la mia protezione, BUM! scagionato. O se preferisci possiamo chiedere alla bella perpetua...» gli ammiccò ridacchiando, ma la risata fu di breve durata. Mads si fermò nuovamente, e questa volta si mise di fronte al Jagger, per fronteggiarlo. Era decisamente più bassa del falegname, perciò dovette alzare la testa per osservarlo; era più seria, adesso, le labbra appena incurvate. «Sei buono, Barbie. Anche fossi tu non sarebbe davvero colpa tua»
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