For intel's [and cash's] sake!

Svetlana + JJ | 12.11.2018

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  1. [mocking]-jj
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    Finnegan McPherson
    JJ Odair [x]
    Essere il compagno di stanza di Perses Sinclar è un’esperienza terribile, che non augurerei nemmeno al peggiore dei miei nemici. Potrei passare ore ad elencare di tutti gli evidenti e insormontabili problemi che ha quel ragazzo, sul serio. Vogliamo parlare del suo carattere piacevole e solare, che lo rende apparentemente incapace di esprimersi senza ricorrere ad acidità, sarcasmo da due soldi o grugniti? E perché non citare la sua fantastica mise da camera, costituita da un’orribile vestaglietta verde vomito e da un paio di pantofole pelose superkitsch? Avete idea di cosa significhi svegliarsi ogni mattina - già di pessimo umore, visto che non sono affatto una persona mattiniera - ed essere colpiti dalla visione celestiale di quell’essere in vestaglia e ciabatte? Sul serio, vestito in quel modo anche io, che sono evidentemente un 10 e lode meritatissimo, sembrerei l’antisesso. Figuriamoci lui, che già di suo non supera il 7=, ma proprio a voler essere generosi!
    Ma non finisce qui, perché una menzione d’onore va anche al suo animale domestico, Sleepy, che è bellissimo e adorabile, ma ha avuto la tremenda sfortuna di capitare nelle mani di un sociopatico con le capacità relazionali ed educative di un procione rabbioso. Quel povero ghiretto deve essere sempre affamato e costantemente abbandonato a se stesso, altrimenti non si spiegherebbe perché cerca sempre di mangiare i miei libri e i miei compiti. A proposito, dovrò fare ricerche e scoprire di cosa si nutrono i ghiri, così almeno io potrò sopperire alla negligenza del suo padrone.
    Se i miei problemi si limitassero a questo, però, sarei più che disposto a metterci una pietra sopra. Sì, okay, ha rifiutato brutalmente ogni mio gentile e misericordioso tentativo di instaurare un rapporto amichevole, ma insomma, chissenefrega, sono sopravvissuto per oltre sedici anni senza sapere che, apparentemente, Perses Sinclair ha dei genitali luccicanti. Sicuramente potrò andare avanti anche se non soddisfo la mia curiosità a proposito di queste voci.
    Il vero nocciolo della questione è un altro: Perses Sinclair è schifosamente ricco e non perde un’occasione per farmelo notare. Tra lui e quell’altro essere osceno di suo cugino Kallistos - sul serio, famiglia Sinclair, la mitologia greca è piena di nomi bellissimi ed eufonici, vi ci siete messi d’impegno per scegliere quelli più orribili per quei mostriciattoli inutili? -, non so chi mi dia più sui nervi. Giuro su Merlino che non sono una persona rissosa, ma solleverei volentieri uno dei due e, brandendolo come una mazza, lo userei per picchiare violentemente l’altro.
    Si definiscono aristocratici, ma non sono altro che dei plebei arricchiti e spocchiosi che, sebbene siano probabilmente in grado di entrare in un hotel a cinque stelle e dire alla receptionist “lo compro!” utilizzando la loro paghetta settimanale, sono assolutamente privi di buon gusto. E non lo dico perché li odio, sul serio, basta guardare come si veste Perses ogni volta che la perfida Morgana gli offre l’occasione di indossare qualcosa di diverso dall’uniforme! È una vera accozzaglia di abiti e accessori abbinati senza il minimo criterio razionale ed estetico. Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, però: in ogni momento, su di lui ci sono vestiti che costano più Galeoni di quanti io ne abbia posseduti in tutta la mia vita da orfano. E per la miseria, sono un vero nobile, il nuovo Duca di Montmorency, non posso farmi dare costantemente del povero da un popolano qualsiasi con degli orribili capelli palesemente tinti.
    Proprio per rimediare a questa fonte infinita di frustrazione e fastidio, ho pensato di trovarmi un lavoro, come fanno parecchi studenti di Hogwarts. Ovviamente, non mi sono fiondato sul primo incarico disponibile, ma ho esaminato attentamente le mie opzioni per trovare il posto che più si avvicina alle mie esigenze. Che, fondamentalmente, sono riassumibili in un unico punto: guadagnare un discreto gruzzolo di denaro lavorando per poche ore. Che volete? Non è che posso sacrificare il Quidditch o, peggio ancora, la mia media perfetta per rimettere al loro posto quei volgari borghesi spocchiosi dei Sinclair!
    Trovare un lavoro del genere sembrava un’impresa impossibile, ma a quanto pare, esiste ancora una qualche dio che non mi odia completamente, da qualche parte. Che si tratti del mio potente signore Shippeus? Oppure di qualche nuova dea dei gossippari e dei pettegoli, che ha deciso di premiarmi per il mio instancabile lavoro in suo onore?
    In ogni caso, grazie mille, divinità sconosciuta, per aver fatto giungere alle mie orecchie il nuovo, misterioso e segretissimo fatto del momento che, in quanto tale, è costantemente sulla bocca di tutti, ad Hogwarts. All’inaugurazione del Lilum, a luglio, è apparso un tizio a caso che ha parlato di misteriosi intrusi che provengono da altre dimensioni, identici in tutto e per tutto a persone che vivono nel nostro mondo. E insomma, ma che ficata! Arriveranno anche i demogorgon, direttamente dall’Upside Down? Oppure funziona come in The Flash, in cui ci sono tizi random che si spostano da un universo parallelo all’altro con dei portali visivamente mediocri creati col CGI?
    Il mio primo pensiero, ovviamente, è andato subito a Gideon McPherson e al fatto che potesse essere il mio sosia proveniente da Terra-2 - sì, sto continuando a citare The Flash, sono un po’ nerd anche io, non rompete -, ma poi ho realizzato che ci sono due grandi falle in quella teoria. La prima è che questi tizi sono rimasti nell’ombra, per la maggior parte, quindi suppongo che il mio sosia non starebbe a saltellare in giro per i corridoi di Hogwarts come un criceto che si è appena fatto una gran scorpacciata di semi, se fosse rimasto intrappolato in questo universo. La seconda è che, ovviamente, nessuna versione alternativa di me potrebbe mai essere così sfigata.
    In ogni caso, non ha importanza: il Lilum è il luogo in cui posso ottenere soldi e informazioni che, dopo la mia faccia e il mio fondoschiena, sono le cose che preferisco, al mondo.
    Ed è per questo che, in questa domenica mattina, sto attraversando le strade di Diagon Alley per andare verso il famoso locale. Ho ancora un po’ di conati di vomito per aver usato la Polvere Volante, che mi ha trasportato magicamente da una fresca ma soleggiata mattina autunnale scozzese a… Il diluvio universale londinese, fondamentalmente. Sento le gocce gelide infilarsi all’interno dei vestiti e scivolare lungo la mia colonna vertebrale e, se in questo momento non sto letteralmente morendo di freddo, lo devo solo all’abitudine di giocare a Quidditch anche sotto i nubifragi più intensi.
    La via è deserta, i negozi sono chiusi e il cielo ha una vaga sfumatura giallastra e l’atmosfera ha un che di misterioso e spettrale. Sento un brivido attraversare la mia colonna vertebrale e so bene che non è il clima gelido ad averlo provocato. Cioè, okay, magari è anche un po’ il freddo, ma qua sembra veramente di essere in una puntata di Doctor Who o di X-Files, non vedo veramente l’ora di riuscire a venire a capo del mistero!
    Finalmente, vedo l’insegna del locale sovrastare l’ampia parete di vetro dell’ingresso del Lilum e so che finalmente, ci siamo: è arrivato il momento dello show. Accelero ulteriorimente il mio passo già sostenuto, incapace di resistere all’impazienza, mentre immagino cosa penserebbe mia madre del mio proposito di lavorare in un night club. Sicuramente approverebbe, è decisamente quello che avrebbe fatto anche lei, al mio posto.
    Sorrido, mentre afferro la maniglia della porta e mi preparo ad entrare, ma subito prima di abbassarla, mi fermo. C’è una cosa che sento il bisogno di fare, prima. « Se qualcuno dei visitatori da Terra-2 è nelle vicinanze, potete venire a parlarmi, vi giuro che non mordo. Conoscete il JJ del vostro mondo, per caso? O magari Gideon McPherson? Se la risposta è sì, mandateli da me, magari possiamo mettere in piedi una boyband di cloni incredibilmente belli! » esclamo, a voce non troppo alta ma comunque udibile, rivolto al nulla, in quella strada deserta. Merlino, ma perché devo fare queste cavolate? Mi vanto sempre di essere intelligente, dovrei veramente piantarla di vedere così tante serie TV.
    Scuotendo la testa per scrollare un po’ dell’acqua che mi inzuppa i capelli, entro nel locale assolutamente vuoto. Al momento sembra quasi un posto carino, ma assolutamente normale. L’arredamento sembra moderno e curato, certo, e il grande numero di privé, tavoli e lettini non sembrano certo disposti per accogliere scolaresche in gita o famiglie in vacanza, ma la luce del giorno non rende giustizia a quello che tutti, ad Hogwarts, definiscono il luogo del piacere e della perdizione per eccellenza. Avanzo di qualche passo nel locale, togliendomi la giacca di pelle nera per evitare di sgocciolare ovunque e di farmi rimandare a casa ancor prima di aver aperto bocca: rimango, quindi, con una semplice maglietta bianca senza maniche che, a causa della pioggia, si è completamente appiccicata alla mia pelle. Spero che questo contribuisca a farmi guadagnare punti, in un luogo del genere. Anche i miei jeans scuri, già attillati in condizioni normali, sembrano essere diventati un tutt’uno con la mia pelle. L’unica parte del mio vestiario ad essere rimasta praticamente asciutta sono gli anfibi neri, su cui sono riuscito a scagliare un Impervius subito dopo essere giunto a Londra.
    « Bonjour, c’è nessuno? » chiedo a voce alta, nel tentativo di attirare l’attenzione della proprietaria di cui tanto ho sentito mormorare, tra i corridoi di Hogwarts. « Je m’appelle Julien, ho letto l’annuncio per un lavoro e ho pensato di fare un salto, se non è un problema! Vi dico subito che questo sarebbe il mio primo lavoro e non ho delle vere esperienze, ma se conta qualcosa, i party che organizzavo a Beauxbatons erano sempre da paura! »
    Piano, JJ, piano, non vorrai mica sembrare un disperato, vero?
    16 y.o.
    slytheriffic | 6th year
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    Annoyed, wet and ready to undress.
    GRAVITY DON'T MEAN TOO MUCH TO ME. RUN AWAY!
    LIKE IT WAS YESTERDAY AND WE COULD RUN AWAY!


    Role di prova per il posto al Lilum + Week 1 della Challenge.
    Aka Simone è pigro e combina le cose perché sì.
     
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    La punta della piuma incontrò la superficie legnosa della scrivania. Era un movimento ritmico, quasi nervoso. Fu posata accanto al rotolo, le dita che la stringevano l’avevano abbandonata lì, intrecciandosi sotto il mento sottile della donna.
    “No. Non firmo.”
    Constatò placida, scandendo ogni singola lettera, in modo tale che l’uomo dinanzi a lei non potesse fraintendere. Lo vide diventare rosso di rabbia, sentì il tonfo sul pavimento del cappello che in precedenza aveva tra le mani.
    Lei, invece, restò impassibile, immobile dinanzi alla furia di uno dei suoi fornitori. Ascoltò le sue parole e avrebbe davvero voluto alzare gli occhi al cielo, accompagnando il tutto con un sonoro sbuffo. Giocò con un uno dei suoi anelli, facendolo scorrere sul dito più di una volta, unico gesto che poteva tradire il suo disappunto crescente e l’incrinarsi del suo umore.
    “Crederà sia una ragazzina sprovveduta, data la mia giovane età, ma vorrei informarla che sono nel giro da molto più tempo di quanto lei possa credere.” Letteralmente. “Non si tratta di tre bottiglie smarrite o rotte, bensì di tre casse di Whiskey Incendiario. Può mettere a ferro e fuoco l’intero Mondo Magico, non mi interessa. Trovi un modo per consegnarle entro la riapertura di questa sera o sarò io a cercare lei. E no, a differenza sua, non sarà il diluvio a fermarmi.”
    Allontanò la pergamena da sé, facendola scorrere sul tavolo, le fredde iridi puntate sulla figura dinanzi a sé. Non era la prima volta che, ingannati dal suo aspetto, avevano provato a fregarla. Aveva chiuso un occhio sulle bottiglie magicamente scomparse durante il trasporto, aveva finto di credere a quelle frantumatesi nel trasporto, ma non avrebbe anticipato un solo galeone per della merce ancora non pervenuta. Non lo disse all’uomo, ma avrebbe potuto lavorare tranquillamente almeno altri tre giorni e, se non avesse ricevuto il suo ordine nei tempi dai lei prestabiliti, avrebbe cercato un altro fornitore. Nessuno, per lei, era insostituibile.
    Fece cenno al rifornitore di avviarsi verso la porta, segno che la conversazione non sarebbe andata oltre, e lo accompagnò fino all’uscita, prima di sentire delle urla provenire dall’interno del locale.
    “Salazar, un po’ di contegno.”
    Esclamò, più a se stessa che ad altri, scendendo i gradini che l’avrebbero portata nell’ampia sala in cui, ogni notte, si diramava la sua magia. Solo in quel momento notò la figura di un ragazzo che era in piedi, al centro della stanza. Sbatté le palpebre per qualche istante, prima di rendersi conto di cosa stesse accadendo.
    “Goccioli.” Constatò, fermandosi in prossimità degli ultimi gradini. “Sul mio pavimento.” Continuò umettandosi le labbra, evitando così di serrarle. C’erano solo due spiegazioni possibili alla scena che aveva davanti a sé: o il nuovo arrivato era un gran maleducato e Beauxbatons avevano smesso di insegnare le buone maniere, oppure era impossibilitato ad utilizzare la magia perché aveva ancora la Traccia. Optò per la seconda ipotesi, quella che avrebbe consentito al giovane di poter beneficiare del dubbio e di non essere elegantemente scortato fuori.
    “Credi che qui sfacciano feste scolastiche?” Domandò con un movimento secco di bacchetta, asciugando così il ragazzo ed evitando che continuasse a grondare indisturbato nel suo locale, incrociando poi le braccia e fissandolo con occhi sottili.
    No, decisamente quella non era la sua giornata migliore.
    “Credi che qui basti un bel faccino, un corpo da esposizione? Mi spiace deluderti, ma, se la pensi così, la concorrenza è veramente ampia.”
    Si avvicinò al ragazzo, posando una mano sulla sua spalla, mentre l’altra scendeva lentamente lungo il suo fianco, carpendo maggiori dettagli sul suo fisico. “E’ la seduzione, a fare la differenza.”
    Mormorò al suo orecchio, modulando la foce fino a farla diventare un sussurro, prima di spingerlo via, facendolo ricadere sul divanetto alle sue spalle. Se non fosse stato abbastanza chiaro, era lei che comandava lì dentro.
    Lo studiò dall’alto in basso, registrando gli eventuali cambiamenti di espressione.
    “Mostrami ciò che sai fare, Julien.”
    Margaret "Maggie" Piper | Svetlana
    Former Slytherin
    14.02.96 | 22 Y.O.
    L i l u m
     
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