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Phoebe x Behan

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    Mean(z) girls
    Phoebe Campbell

    La sabbia scendeva così velocemente che la clessidra si era girata da sola almeno un paio di volte e questo voleva dire che quella conversazione era davvero una di quelle che si potevano considerare sgradevoli; lo sapeva Phoebe e lo sapeva Phobos. La ragazzina era rinchiusa nell'ufficio del fratello da un tempo indefinito e non era neanche minimamente uno di quei momenti piacevoli; aveva sperato di poter saltare la lezione di pozioni ma era stato quasi meglio essere in aula con Anjelika piuttosto che lì; questo la diceva lunga su quanto fosse critica la situazione per la mora.
    «Per favore Phobos posso andare ora?» chiese disperata poggiando la testa sulla scrivania, era stanca di sentirsi rimproverare; forse quello era il giorno della ramanzia per tutte quelle cose sbagliate che aveva fatto fino a quel momento, come se Phobos si dovesse sfogare solo quell'ultima volta, stile confessione, per poi lasciarla in pace il resto dell'anno, ma era davvero una rottura.
    «Non è uno scherzo, Phoebe. Devi ascoltarmi. Siamo in tempi difficili. Non devi e ripeto non devi più dare fastidio alle api.»
    «e io come lo prendo il miele?»
    «Me lo chiedi. E poi smettila di stare con quelle ragazze e Away, quel ragazzo mi confonde»
    «In che senso ti confonde? Pensi ti possano piacere i ragazzi biondi e depressi?»
    «Phoebe per favore»
    «Phobos per favore»
    «Almeno puoi stare attenta quando esci?» si vedeva che il ragazzo era arrivato all'esasperazione con la sorellina, forse fargli fare da genitore era stato troppo per lui. Spesso Phoebe si rendeva conto di essere un peso per lui, doveva costanemente tenerla sotto controllo perchè faceva cavolate. Probabilmente era immatura, troppo, per la sua età e in quel momento specialmente non era il caso che fosse così. Non fraintendetela, non era davvero superficiale, anche se lo sembrava, solo che preferiva vivere la giornata in modo diverso dagli altri, aveva una fottuta paura di quel mondo, per quello che stava succedendo, ma allo stesso tempo aveva deciso di non farsi abbattere e se fare cazzate da ragazzina aiutava in quell'intento avrebbe continuato su quella strada. Capiva però il fratello, non se lo meritava tutto quel casino, ma lei aveva solo lui. Era la figura che più si avvicinava ad un padre e in quanto tale, ogno tanto doveva fare la ribelle.
    «se ti dico di si, posso andarmene?» chiese alzandosi da quella sedia, le faceva male il sedere da quanto tempo che era lì.
    Fece per andarsene, ma Phobos si mise davanti a lei posando le mani sulle sue spalle «Sono serio, come non lo sono mai stato. Stai attenta se la mia unica ma anche no sorella figlia» E forse fu la prima volta che vide negli occhi dell'uomo la preoccupazione e la serietà in quello che diceva, tanto che rimase in silenzio, non aveva il coraggio di dire qualcosa, specialmente di stupido. Dopo qualche istante di intimità tra di loro decise di abbracciarlo «Grazie paparino» disse per poi staccandosi e facendogli la linguaccia. Se solo avesse saputo quanto fosse vero che quella sua presa di giro fosse stata la verità, ma ahimè era ignara di tutto ciò e non si rese conto che probabilmente il Campbell si era irrigidito per qualche istante per poi tornare a sorridere. Inoltre la mora si era già diretta verso l'uscita con la testa a quello che doveva fare una volta fuorì da lì. «ah, andrò a prendere un dolce» e ciao ciao al “stai attenta” di Phobos; ma lei era così, avventuriera (non è vero) e sopratttutto irresponsabile, ma sicuramente anche era un caratteristica dei Campbell.

    Aveva il pomeriggio libero (o forse no) e decise di andare in giro, perchè nonostante suo fratello le avesse vivamente sconsigliato di andare in giro, lei non riusciva a non disobbidire; che poi se vogliamo dirla tutta la mora non stava andando nella foresta proibita ma solo a prendere qualche dolcino, magari per farsi perdonare perchè era una pessima sorella. Tra l'altro suo fratello aveva firmato l'autorizzazione per le gite fuori da Hogwarts e quel foglio poteva mostrarlo a chiunque volesse avere una prova, era un genio la ragazza, anche se non sembrava.
    Eccola lì che passeggiava indisturbata per le strade di Diagon Alley, probabilmente già da qualche ora dato che la ragazza in realtà non aveva molto senso dell'orientamento, tanto che stava quasi per perdere le speranze e tornare indietro. Un motivo per il quale non usciva mai da sola era anche perchè si perdeva facilmente; fino all'anno precedente c'era stata Bells a farle compagnia quando insieme decidevano di scappare da Hogwarts per farsi un giro in completa libertà. A volte era stata in giro pure Nat, ma per quella volta era sola, perchè non era riuscita a convincere Away a vivere, non lo faceva mai al dire il vero. («Io ho fatto la seduta spirita con te per parlare con Charlie, ma non ci ha risposto» -«perchè è ancora vivo» -«ah. Vabbè allora esci con me?» -«Piuttosto mi uccido» -«ah così posso parlarti con la tavola ouija» ) ma nel frattempo lo aveva abbracciato per farsì che non si facesse del male, anche se era nel suicide club non voleva dire che glielo avrebbe permesso davvero. Vi starete chiedendo come mai si trovava in quel club anche la mora vero? (ma anche no) beh comunque non ve lo dico perchè è un altra storia e in questo momento abbiamo una ragazzina che continuava a cercare il negozio per comprare il dolce preferito del fratello.
    «Ma per la barba di Merlino dove è finito?» alzò lo sguardo verso il cielo, quando alla fine il miracolo avvenne, l'insegna del Red Velvet apparve davanti ai suoi occhi come un oasi nel mezzo al deserto e lei aveva davvero molta sete. «grazie» si sentiva una vincente, cosa che non era ma shh, e aprì la porta del negozio felice come non lo era mai stata, mento, in realtà le capitava spesso di avere una faccia da ebete, grazie all'erba che fumava almeno una volta al giorno, Phobos permettendo perchè spesso gliela sequestrava, il maledetto.
    «Ciao, voglio un dolce» disse miss ovvietà, chissà cosa sperava di trovare in un negozio di dolci se non qualcosa di zuccheroso, per fortuna al banco c'era Beh, non l'avrebbe mai giudicata, in un certo senso gli sembrava così familiare, forse per la stupidità? Sicuramente.


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    prova a prendermi


    Edited by Phoebeinwonderland - 10/4/2019, 16:26
     
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    Il ragazzo non faceva altro che fissare il grazioso orologio a forma di pasticcino appeso sulla parete destra della stanza, adiacente alla finestra più grande del locale, in trepidante attesa della fine del suo turno: normalmente, Behan Tryhard il suo lavoro. Aveva sognato di stare dietro il bancone del Red Velvet fin da bambino, ed averne avuto finalmente la possibilità, seppur come semplice aiutante durante tre pomeriggi a settimana, per lui era un grande onore: quel posto rappresentava tutto ciò che amava nel mondo, e gli aveva sempre dato un senso di pace, calore e tranquillità. E oltre a ciò, c'erano svariati altri motivi per cui si era proposto - aka implorato il proprietario fino a fargli pena - per quel lavoro: punto 1°, suo fratello gliel'aveva consigliato come palestra per abituarsi a parlare con sconosciuti senza andare nel panico e perder l'uso della parola, punto 2°, aveva sperato di imparare qualche trucco di cucina tra un ordinazione e l'altra, sbirciando il lavoro dei pasticcieri da lontano, punto 3°, la possibilità di riportarsi ad hogwarts una parte dei dolcetti avanzati era un vero sogno diventato realtà e, punto 4°, i Losers potevano usare il Red Velvet come punto di ritrovo a tempo indeterminato senza la paura di venir cacciati dopo la seconda ora consecutiva che occupavano un tavolino senza fare alcuna ordinazione. Ci pensava Beh, a far loro sconti speciali o passargli merce sottobanco #cos Scherzo, non era in grado di esser disonesto e per questo, seppur il desiderio di farlo per i suoi amici fosse autentico e sincero, nel concreto non ci riusciva mai per sensi di colpa e paura - anzi, certezza - di venir beccato da qualche suo collega. Anche perchè gli erano sempre col fiato sul collo, a controllarlo ogni secondo per assicurarsi che non combinasse disastri: era abbastanza estenuante, come situazione, ma capiva le loro motivazioni, soprattutto quando nel giro di una settimana faceva fuori minimo cinque ordinazioni inciampando dal tragitto tra bancone e tavoli o fallendo miseramente nel comunicare alla cucina ciò che i clienti desideravano, finendo per portare al tavolo bacon e uova sbattute al posto di cioccolata calda e biscotti. Venne strappato dal suo stato costante di trance da uno schiocco di dita a pochi centimetri di distanza dal suo volto e un «giovane!» praticamente gridatogli in faccia. Perché gli anziani non erano mai pazienti?? E soprattutto, perché dovevano chiamarlo sempre "giovane"?? Non capiva davvero cosa avessero contro la parola "ragazzo" o "cameriere": per qualche incomprensibile motivo, a Behan esser chiamato "giovane" metteva ansia, sopratutto perché gli ricordava i suoi zii quando richiamavano all'ordine Mehan per poi maltrattarlo (con amore ♥︎) come facevano sempre «sei presente e posso darti la mia ordinazione o vuoi rimanere a fissare il muro?!» Quanto odiava i clienti così: come glielo spiegava, che non stava semplicemente fissando il muro, ma l'orologio?? Come avrebbe potuto far capire a qualcuno di una generazione così lontana dalla propria che, il motivo per cui non riusciva a staccare lo sguardo dalle lancette, era perché non vedeva l'ora che il suo turno finisse per poter prender il pc e controllare eventuali nuovi eventi sul frat: era da giorni, ormai, che Beh sentiva aria di quest, e viveva nell'ansia costante che iniziasse mentre lui era impegnato a far altro. Così, consapevole di non potersi metter a parlare con un anziano di un gdr online, si limitò a sorridergli e scusarsi, per poi prender la sua ordinazione ed assicurarsi di trascriverla al meglio per far in mondo che al tavolo gli sarebbe arrivato esattamente ciò che desiderava.
    Il non saper cosa poteva esser successo in quelle ore lo stava divorando vivo, e ad aggravare la situazione c'era il fatto che si fosse dimenticato di caricare il telefono quel giorno e così gli era morto tra le mani dopo dieci minuti su instagram: nemmeno il tempo di controllare tutti i nuovi post, una tortura. Fu allora, perso a riflettere su un modo per chieder in presto il telefono a qualcuno, anche solo per chiamare Nicky e farsi dare qualche eventuale news, che nel negozio fece il suo ingresso Phoebe Campbell. E non dico che, da quando il ragazzo era venuto a conoscenza del particolare ed inaspettato legame che li univa, Beh la stava evitando in ogni modo possibile ed immaginabile, così come suo padre fratello, ma nel concreto la stava evitando. «Ciao, voglio un dolce» Tra sé e sé, Behan le voleva così bene da dimenticarsi a volte che la ragazza facesse parte delle mean girls e, soprattutto, che fosse la migliore amica di nate beech. E per questo motivo era improbabile che sul suo cellulare avesse registrato il numero di Nicky «di che tipo? Una torta, un muffin, un piatto di waffle..?» Aveva decisamente una vasta scelta. Le allungò sorridendo uno dei menù, per poi far appello a tutta la sua forza per porgerle quella domanda: del resto, era del tutto innocua, e tentar non gli sarebbe costato nulla, no? «mentre scegli...non è che...per caso...te conosci il frat??» C'era il 99% di possibilità che l'avrebbe preso semplicemente per strano, ma questo di certo non avrebbe cambiato di molto la percezione che (molto probabilmente) la ragazza aveva su di lui. Era quell'1%, a fargli paura: e se anche Phoebe faceva parte del gdr? Se online erano amici??? Sarebbe stato troppo surreale, per esser vero.
    Ma del resto, fino ad un anno prima avrebbe considerato surreale anche il fatto di non esser figlio del signor Tryhard, eh invece.

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    Phoebe Campbell


    La mora era golosa, ma fondamentalmente era pure una ragazza dai mille dubbi perché le piaceva praticamente tutto, tranne i broccoli, quelli li odiava con tutta se stessa, neanche da piccola suo fratello era riuscito a farglieli mangiare; ma in linea generale, quando si trattava di dolci mangiava qualsiasi cosa, infatti ora che era lì dentro non aveva idea di cosa prendere, la troppa scelta le aveva messo ansia.
    «di che tipo? Una torta, un muffin, un piatto di waffle..?» La ragazza era stata molto dubbiosa al riguardo, avrebbe presto tutto, ma alla fine prese un muffin. Semplice e da Phoebe ma delizioso. Quasi sicuramente la discussione si era persino protratta per diversi minuti in cui la mora aveva elencato pregi e difetti di ogni singolo dolce, questo perché era davvero logorroica e scegliere la cosa più buona tra le delizie era sempre stato difficile per lei. Ma alla fine era uscita con un semplice Muffin, aveva deciso di puntare alla semplicità.

    Tre mesi dopo



    «Ciao Bro.» disse la mora entrando nel locale, dove si trovava Behan; ora non che lo avesse chiamato in quel modo per un motivo particolare,voleva solo essere amichevole dato che in quanto means, spesso veniva considerata snob. Assurdo vero? Lei non aveva mai avuto l'aria di una che si sentiva superiore agli altri, era fin troppo socievole a parere di Heather. Quindi voleva solo essere simpatica con quella sua uscita, ma che lo fosse stata? forse no, ma aveva un'idea strana del divertimento da praticamente sempre;si divertiva persino a far volare piume per il dormitorio solo per far irritare le compagne.
    «A questo giro voglio provare qualcosa di super calorico.» se qualche mese prima Phoebe era stata al Red Velvet solo per la curiosità, finendo per prendere qualcosa di delicato a quel giro aveva deciso di comprare un dolce super dolcioso e anche costoso se fosse stato necessario; tanto aveva rubato i soldi a Phobos, o forse li aveva lasciati di proposito sul tavolo nel suo ufficio dopo averla chiamata senza farsi trovare. Era davvero un fratello premuroso, il fratello migliore al mondo anche se non glielo avrebbe mai confessato ad alta voce, doveva sembrare ancora la sorellina ribelle.
    Che poi perché si ostinassero a fare quel giochetto ogni volta che le servivano i soldi erano un mistero, insomma era da Campbell far sentire la piccola di casa una ribelle quando alla fine lui aveva sotto controllo tutto quanto e sapeva sempre quello che lei faceva, ma fino a che lei viveva nell'ignoranza andava bene. Le piaceva come stava andando andando tra di loro, Phobos era stato il padre che non aveva mai avuto e pure la madre, persa troppo presto. Si meritava un regalo, un dolce, che sicuramente non sarebbe mai arrivato davvero alla sua scrivania, ma contava il pensiero no? Phoebe ne aveva davvero molti di buoni propositi, che poi non li portasse mai a termine era un altro discorso, non ci si poteva aspettare troppo da lei era pur sempre una Campbell.
    «Senti ma, cos'è il frat??» alla faccia di qualcuno che non ricordava le cose eh? La ragazza non gli aveva risposto mesi addietro e dal momento in cui era uscita da quel posto si era completamente dimenticata di quella domanda; come se tutto quello non fosse mai successo, questo perché la ragazza aveva la memoria di un pesciolino rosso. («Xavier!» -«Cosa?» -«il secondo nome di Phobos» -« ma te l'ho chiesto settimane fa.» -«ah») il tempo è relativo, in fondo si era ricordata il secondo nome di suo fratello, non le aveva detto entro quanto poteva rispondere e lei si era ricordata solo in quel momento e come diceva il detto sempre meglio tardi che mai.
    Quindi per lei era del tutto normale che le fosse venuta in mente la domanda solo ora che era tornata da lui, le era venuta voglia di sapere di cosa stesse parlando il moro; che poi probabilmente se ne sarebbe scordata ancora una volta non appena uscita, ma insomma per ora sembrava interessata, andava colto al volo il momento e la buona intenzione della fanciulla.


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    Scusa T_T


    Edited by Phoebeinwonderland - 10/4/2019, 16:25
     
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    «ciao bro»
    Ah
    Ahah
    Ahahah
    AhahahahAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA Ma che Phobos gliel'aveva detto???? Così, a tradimento???? Da quel giorno nel suo ufficio, il tryhard si era fatto promettere niente più sorprese, che convocare lì lui e suo fratello e decider di rivelare a quest'ultimo la verità senza prima chieder l'ok a beh, aveva causato al ragazzino ben più di un solo principio d'infarto. Che doveva fare? Far finta di nulla?? Chiederle «in che senso» o far finta di non averla sentita??? Si ritrovò a tentar di frenare una risatina nervosa, Behan Tryhard, incapace però di trattenersi «A questo giro voglio provare qualcosa di super calorico» ?? Cioè, sganciava una bomba simile con tale nonchalance per poi far finta di nulla? Nel dubbio.. «ciao phoebe!» l’educazione prima di tutto. Chissà se lo stava mettendo alla prova, deviando l’argomento sulle torte: era più che felice della scelta della ragazza, sia chiaro, anche perché non si sentiva ancora pronto ad affrontare quella parentela: sapeva che non era facile da accettare il ritrovarsi uno come behan tryhard in famiglia. Se phoebe poi avesse avuto paura che il ragazzo le attaccasse la sfiga?? O mettesse a rischio la sua posizione tra le mean girls??? Non voleva che lo odiasse!!& «mmh..» calorico, eh? Aveva praticamente a disposizione tutto il bancone: tra i dolci esposti, si potevano contare sulle dita di una mano quelli a basso contenuto di zuccheri «.. se vuoi andare sul classico, potresti prendere una red velvet» vabbè dai, un classico, era pure il cavallo di battaglia del locale!!& «oppure quella agli oreo, è la mia preferita» le importava? Lui intanto faceva il gentile, ecco, soprattutto perché era ancora confuso dall’entrata della ragazza e si aspettava da un momento all’altro che tirasse in ballo la parentela.
    «Senti ma - oddio. Ecco. ERA ARRIVATO IL MOMENTO. Che doveva fare?? Cosa poteva dire????? Era arrabbiata?????? Insomma, Meh l’aveva perdonato dopo cinque minuti per avergli tenuto la cosa nascosta ma erano cresciuti insieme : phoebe, d’altro canto, non aveva alcun motivo per non provare unicamente risentimento nei confronti del sedicenne - cos'è il frat??» ah. AAaaH. Non era certo quello che si era aspettato: quando mesi prima aveva tirato in ballo il frat con la ragazza, la sua domanda era stata totalmente ignorata e per Beh era stato meglio così. Faceva fatica, a persone che non conoscevano il gdr, ad esprimere quanto fosse bello e quanto gli fosse affezionato: i suoi pg erano come figli e gli voleva bene tanto quanto ne voleva ad Epic Fail. Che dire poi di quelli degli altri players??? Si innamorava di loro ad ogni nuovo post. «è un gdr!! Dove.. crei i tuoi personaggi, li muovi per le università dell’ivy league» phoebe sapeva cos’era? Lui lo dava per scontato, ma in realtà non tutti i ragazzi erano così informati sul mondo dei babbani «li fai interagire con i personaggi di altri player e progetti con loro tutte le dinamiche» ??? Si spiegava così???? «otp, brotp e sqwad, tutte queste cose qui» poteva convertirla a quel mondo?? AVREBBE AMATO UN PG DI PHOEBE, NE ERA CERTO!!! «se vuoi ti mando il link e gli dai un’occhiata, sarebbe bello se ti iscrivessi!!&» cioè, una mean girl sul frat?? DOVEVA DIRLO A NICKY AL PIÙ PRESTO!!&

    10/11/18 - red velvet
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