I can put stripper in my CV now, right?

Stiles and Everett

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    “Che vuoi sentire quanto è morbida la mia ascella?” la ragazza di fronte ad Everett fece una smorfia di disgusto e dopo avergli dato del pazzo maniaco se ne andò, il riccio corrucciò la fronte confuso e si guardò intorno, musica altissima e luci colorate, gli sembrava quasi di essere in una discoteca, fece spallucce e si diresse dalla sua prossima vittima. “Hey amico senti un po’ che morbida la mia ascella” disse ad un ragazzo abbastanza palestrato appoggiando una mano sulla spalla del malcapitato, Everett non comprese bene cosa stesse succedendo in quel momento ma era sicuro di una cosa, la sua guancia sinistra era molto calda e faceva molto male e il suo culo era magicamente finito a terra ovvero il tipo gli aveva dato un ceffone e lo stato di ebbrezza del momento aveva fatto perdere equilibrio al povero riccio facendolo cadere. Ma torniamo indietro un attimo al come mai Everett stesse chiedendo alla gente di provare a sentire la sua ascella morbida e soprattutto a come mai stesse indossando solo un paio di shorts di finta pelle super attillati e avesse del trucco sbavato in faccia.
    Tutto era iniziato una settimana prima quando Everett ricevette una visita dal suo collega per discutere su alcune ricerche, “Thompson suoni ancora la chitarra?” gli aveva chiesto tutto d’un tratto l’uomo “Sì, perché?” “Una mia amica cercava un musicista e cantante per un addio al nubilato. Posso dirle di mandarti un gufo?” “Certo, no problema” quelle tre parole scandirono l’inizio della fine. Mancava un termine del contratto nella richiesta del suo collega e della futura lettera dell’organizzatrice della festa ovvero l’outfit. Che addio al nubilato sarebbe stato senza spogliarellista? Ma soprattutto perché spendere soldi in uno spogliarellista quando il cantante che hai assoldato è già di bell’aspetto? In risposta a queste domande il povero Everett si era trovato due giorni prima della festa a scoprire che avrebbe dovuto suonare mezzo nudo e glabro (la testimone di nozze era abbastanza esigente), grazie a Dio i maghi avevano metodi di depilazione indolore.
    Quella sera, per far fronte al velo di imbarazzo che lo aveva assalito, Everett aveva deciso di autofinanziarsi un pre serata a base di whisky incendiario ai Tre Manici di scopa, già un po’ brillo e pronto ad esibirsi un una saletta del Fiendfyre dove non erano mancate le avance delle partecipanti e i drink offerti. Alla fine della sua esibizione, la quale era stata fantastica nonostante la grossa quantità di etanolo in circolo nel suo sangue, Everett era stato abbandonato al suo destino dalla mandria di streghe con gli estrogeni a mille, alcune delle quali aveva dovuto deludere rifiutando i loro molteplici inviti ad appuntamenti dando la shoking news che a lui piacevano solo i serpenti e non i gattini (n.d.a. pussy in inglese significa anche gattino, ma tanto lo sai già, vabbeh), fu così che il riccio ormai quasi completamente ubriaco aveva deciso di godersi il resto della serata ballando in quella discoteca, cosa insolita per lui. Fu mentre stava volteggiando immerso nel suo mondo che Everett ebbe l’illuminazione del secolo ovvero le sue ascelle erano morbidissime perché depilate, illuminazione che ovviamente non era ruscito a tenere per se stesso ed aveva iniziato a diffondere con scarsi risultati.
    Ed ora torniamo a noi, avevamo lasciato Everett a terra dopo un ceffone di un ragazzo random che aveva importunato. Il riccio grugnì rimettendosi in piedi e decise che forse era meglio prendere un po’ d’aria dirigendosi così all’uscita. Fu lì che mentre batteva i denti e si strofinava le braccia per cercare di scaldarsi che vide un ragazzo dall’aspetto famigliare, forse lui non lo avrebbe picchiato se gli avesse chiesto di sentire la morbidezza della sua ascella e proprio dopo questo pensiero il riccio si diresse verso il ragazzo, che dopo avrebbe ricordato essere un suo ex compagno di Casa ad Hogwarts, con un sorriso un po’ da beota stampato in faccia. “Hei, tu, hai un viso famigliare, non è che vuoi sentire quanto è morbida la mia ascella? Ti giuro è fantastica” disse a Stiles biascicando un po’ e alzando le braccia leggermente.
    JACOB EVERETT THOMPSON
    But oh what a wonderful time to be losing attention
    I will always be fine as long as I get a mention
    Then I can let it all go
    1993’s
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    • Jacob Everett Thompson - Andrà in giro a proporre a gente random di sentire quanto morbida sia la propria ascella
    PENITENZA LUCKY STRIKE

    Legenda:
    grassetto+corsivo: serpentese
    SOLO grassetto: dialogo normale
    SOLO corsivo: pensieri
    corsivo+colore diverso: cose dette dall'altra persona
    grassetto+colore diverso: dialoghi nei flashback
     
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    not ure wether i imagined this but arren criss in the ouc us opiuting-. somehow thAt makes oit fimmu- im sorry i cant writw for the life of me. also for some rieason i cant write in italian please forgive anywasys. pok so! actually dareen criss js


    CITAZIONE (‡scaled‘wildboar‡ @ 9/11/2018, 14:58) 
    “Che vuoi sentire quanto è morbida la mia ascella?” la ragazza di fronte ad Everett fece una smorfia di disgusto e dopo avergli dato del pazzo maniaco se ne andò, il riccio corrucciò la fronte confuso e si guardò intorno, musica altissima e luci colorate, gli sembrava quasi di essere in una discoteca, fece spallucce e si diresse dalla sua prossima vittima. “Hey amico senti un po’ che morbida la mia ascella” disse ad un ragazzo abbastanza palestrato appoggiando una mano sulla spalla del malcapitato, Everett non comprese bene cosa stesse succedendo in quel momento ma era sicuro di una cosa, la sua guancia sinistra era molto calda e faceva molto male e il suo culo era magicamente finito a terra ovvero il tipo gli aveva dato un ceffone e lo stato di ebbrezza del momento aveva fatto perdere equilibrio al povero riccio facendolo cadere. Ma torniamo indietro un attimo al come mai Everett stesse chiedendo alla gente di provare a sentire la sua ascella morbida e soprattutto a come mai stesse indossando solo un paio di shorts di finta pelle super attillati e avesse del trucco sbavato in faccia.
    Tutto era iniziato una settimana prima quando Everett ricevette una visita dal suo collega per discutere su alcune ricerche, “Thompson suoni ancora la chitarra?” gli aveva chiesto tutto d’un tratto l’uomo “Sì, perché?” “Una mia amica cercava un musicista e cantante per un addio al nubilato. Posso dirle di mandarti un gufo?” “Certo, no problema” quelle tre parole scandirono l’inizio della fine. Mancava un termine del contratto nella richiesta del suo collega e della futura lettera dell’organizzatrice della festa ovvero l’outfit. Che addio al nubilato sarebbe stato senza spogliarellista? Ma soprattutto perché spendere soldi in uno spogliarellista quando il cantante che hai assoldato è già di bell’aspetto? In risposta a queste domande il povero Everett si era trovato due giorni prima della festa a scoprire che avrebbe dovuto suonare mezzo nudo e glabro (la testimone di nozze era abbastanza esigente), grazie a Dio i maghi avevano metodi di depilazione indolore.
    Quella sera, per far fronte al velo di imbarazzo che lo aveva assalito, Everett aveva deciso di autofinanziarsi un pre serata a base di whisky incendiario ai Tre Manici di scopa, già un po’ brillo e pronto ad esibirsi un una saletta del Fiendfyre dove non erano mancate le avance delle partecipanti e i drink offerti. Alla fine della sua esibizione, la quale era stata fantastica nonostante la grossa quantità di etanolo in circolo nel suo sangue, Everett era stato abbandonato al suo destino dalla mandria di streghe con gli estrogeni a mille, alcune delle quali aveva dovuto deludere rifiutando i loro molteplici inviti ad appuntamenti dando la shoking news che a lui piacevano solo i serpenti e non i gattini (n.d.a. pussy in inglese significa anche gattino, ma tanto lo sai già, vabbeh), fu così che il riccio ormai quasi completamente ubriaco aveva deciso di godersi il resto della serata ballando in quella discoteca, cosa insolita per lui. Fu mentre stava volteggiando immerso nel suo mondo che Everett ebbe l’illuminazione del secolo ovvero le sue ascelle erano morbidissime perché depilate, illuminazione che ovviamente non era ruscito a tenere per se stesso ed aveva iniziato a diffondere con scarsi risultati.
    Ed ora torniamo a noi, avevamo lasciato Everett a terra dopo un ceffone di un ragazzo random che aveva importunato. Il riccio grugnì rimettendosi in piedi e decise che forse era meglio prendere un po’ d’aria dirigendosi così all’uscita. Fu lì che mentre batteva i denti e si strofinava le braccia per cercare di scaldarsi che vide un ragazzo dall’aspetto famigliare, forse lui non lo avrebbe picchiato se gli avesse chiesto di sentire la morbidezza della sua ascella e proprio dopo questo pensiero il riccio si diresse verso il ragazzo, che dopo avrebbe ricordato essere un suo ex compagno di Casa ad Hogwarts, con un sorriso un po’ da beota stampato in faccia. “Hei, tu, hai un viso famigliare, non è che vuoi sentire quanto è morbida la mia ascella? Ti giuro è fantastica” disse a Stiles biascicando un po’ e alzando le braccia leggermente.
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    that was a mistake o shouldt have uploadd
     
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    «mamamamMA» lesbians only stan one (1) dick, e Jericho – con in corpo più alcool che sangue, e più tossine di quante il suo metro e cinquanta potesse permettersi – stava volando. Kinda letteralmente, dato che ogni salto mirava sempre a raggiungere la palla stroboscopica sopra di lei, e per farlo cercava agganci su ogni individuo disponibile. Tipo l’insegnante di storia della magia, che sotto le luci stroboscopiche del fiendfyre pareva avesse dei glitter (riusciva anche a sentire lo sfrigolio dei brilli in 8d). «CAN’T REEEEAD MYYYYYYYYYY» saltava, la telepata, perché pur essendo villain nel cuore e destinata a conquistare le galassie, anche i Kattivi si prendevano giorni di vacanza: on wednesday we wear vestiti da discoteca e andiamo a sbocciare. «CAN’T REAAAD MYYY NO HE CAN’T READ MY» «h» «POOOKER FAAACE» strillò di rimando all’h ominous del docente, continuando a saltare come non ci fosse un domani.
    Che di quei tempi, comunque, era del tutto possibile.
    «oooOOOOOO QUESTA!!» scrollò l’uomo afferrandolo dal colletto, e potè quasi giurare di vedere i suoi occhi cambiare colore («hai le lenti?» «h» ah erano le luci al neon, ttappost). «TIK TOOOK ON THE CLOOOOCK» madonna come se la sentiva la piccola Lowell. Se avesse scoperto le gioie dell’alcool prima, magari non sarebbe diventata una piccola assassina psicopatica.
    Magari. Forse. I magari ed i forse però non portavano la pagnotta a casa, quindi here we go. «you BREAAAAK ME DOOOOOOOOWN» si aggrappò al collo del primo malcapitato di turno, e quando una mano si avvicinò pericolosamente alle sue grazie, decise fosse il momento di un body slang evergreen – sempre a ritmo con Kesha. «TIK TOK MOTHERFUCKER THE PARTY DON’T STOP, OW» e via che lo buttava al suolo, con il suo dolce peso da pulcino bagnato, e gli piantava una gomitata alla gola. Insomma, classica giornata di Jericho Karma Lowell (classica giornata di ferie* per evil mind jericho karma lowell). Non aveva preoccupazioni, la chissaquantianniaveva due anni fa, mentre ascoltava on the floor di pitbull ed ondeggiava come una danzatrice del ventre. Da qualche parte nel mondo, un Lele era evocato dal suo cesto. «ti esco» disse al Magino romano, perché era bene avvisare i serpenti snodati di quando fosse il loro momento di entrare in scena – per non scioccarli, sapete; bestie delicate gli Emanuele, con il cagotto felice. «DON’T STOP KEEP IT MOVIN PUT YOUR DRINKS UP» e così dicendo saltò per afferrare tutti i drink a disposizione, facendo poi il parkour sulla schiena della gente per allontanarsi dalla scena del crimine con la sua refurtiva. Yakuza we, we have una nuova mafia now: se mi amate seguitemi, altrimenti morite chi vi vuole non ho bisogno di voi. «STRAIGTH TO LA» the only straight she gets.
    Ovviamente il suo divertimento non poteva durare all’infinito, perché l’ora X per postare si stava avvicinando con la velocità di un bangarang. E, saltando un po’ più in alto grazie a qualcuno lì vicino che era appena caduto (ciao everett) (cosa? Se gli aveva dato un calcio in faccia? Bitch certo che l’aveva fatto) vide due teste familiari. im the baaaaad guy: «duh.» e seguendo il tututututututututut e muovendosi di soppiatto come un samurai, Jericho abbandonò il fiendfyre prima che suo fratello e il suo amichetto potessero vederla.
    Aveva una reputazione da mantenere.
    I can smell your fear The only reason that I'm here Is to wreak havoc Everybody prayin' that I'll change, yeah Maybe one day but tomorrow I'll be back at it
    09.11.18 | telepathy | hitman
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
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    @jklowell
     
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    elijah


    dallaire

    Non era una buona idea.
    «nns buon idhea» più o meno. Cosa, esattamente, non era una buona idea? Non lo sapeva nemmeno Elijah. «naaaate» tutto ciò che sapeva, con Starships di Nicki Minaj a rimbombargli nelle orecchie, era che fosse totalmente, incondizionatamente, ubriaco fradicio. Non una novità a quel punto della propria vita, laddove gli incontri degli Alcolisti Anonimi funzionavano solo come promemoria di quanto facesse schifo come essere umano: praticamente partecipava alle lezioni, si motivava, rimaneva sobrio per due giorni e poi – «naaaaaaaAAAATE» e poi. Perlomeno quella sera non aveva bevuto da solo, dentro le quattro pareti della villa di Inverness – o forse era già a Londra da Rea; chi poteva ricordarlo? Non Lele, né tantomeno un Dallaire completamente andato nei fumi dell’ebbrezza. Magari l’Henderson sapeva più di quanto non facesse il biondo, ma non avrebbe potuto giurarci: qualcosa (cosa?) (qualcosa) gli diceva che anche lui avesse alzato un po’ troppo il gomito.
    Ma tipo, letteralmente. «Hei, tu, hai un viso famigliare, non è che vuoi sentire quanto è morbida la mia ascella? Ti giuro è fantastica» «ma tu non sei nate» non era Nate. «non era nate» ed annuì anche convinto, mentre effettivamente spingeva l’indice contro la sopracitata ascella. Effettivamente «uau com’è morbida» era morbida. «usi chante claire?» perché mai avrebbe dovuto. «è così pulita» ma in che senso.
    Si voltò, cercando il migliore amico tra la marmaglia di gente che c’era in quella discoteca – perché erano in una discoteca? – solo per far vedere anche a lui il miracolo dell’Ascella, senza accorgersi di aver dato una gomitata in faccia al poveretto nel girarsi di scatto. Come? Non lo sapeva. «naaaate mi hanno molESTAto» eccola lì la merdina, a letteralmente cinque centimetri da dove lo aveva lasciato dieci secondi prima. Gli posò greve le mani sulle spalle, scuotendolo appena per assicurarsi ci fosse (e che fosse lui). Era qualcun altro? «un tizio mi ha toccato l’ascella» non era andata proprio così, ma insomma. «ah ma non sei nate» non era nate, di nuovo. «ciao nicole!» era nicole. «era nicole»
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    take you home with me if I could tonight.
    Era evidente che Nicole avesse un problema.
    Ne aveva tanti, indubbiamente, ma ce n'era uno più di tutti che in quel momento le ronzava in testa come una fastidiosa zanzara: perché si trovava in una discoteca. I mean, se mai ci fosse stato un giorno in cui Dio, il Fato o il Karma avevano distribuito lo starter pack per essere una persona normale, a proprio agio in mezzo alle pERsoNe, lei doveva essersi chiaramente persa qualcosa.
    «mr stilinski i don't feel so good» si aggrappò al braccio del fratello come se andasse della sua stessa vita, guardandosi attorno in un misto tra paura e confusione. Perché la gente sembrava divertirsi?? Ma erano drogati?? «dov'è l'erba di jeremy quando serve» e non che fosse una fattona, ma insomma - non sapeva come essere una persona normale, sapere come rilassarsi era proprio su un altro livello.
    Avrebbero potuto fare un sacco di altre cose: avrebbe potuto ascoltare la radio; avrebbe potuto mettere un vinile; avrebbe potuto usare uno stereotto, a sapere cosa fosse. Avrebbe persino potuto fare la silent disco in casa sua assieme a Stiles e finire sfatti come due lie in botta da candeggina da rikki!! E invece, boh, persone, musica scadente, gente in giro a chiedere di toccare le sue ascelle.
    Cosa? Cosa.
    «stiles ma ke succede» si guardò attorno alla ricerca di intervention per il suo bro, attaccato da una specie di strano maniaco feticista, tastandosi la borsa alla ricerca di un assorbente da brandire.
    «ma sei DROGATOH?» indietreggiò, continuando a lanciare hints ai vicini sul suo disagio esistenziale sempre più crescente «CENTODICIOTTO» stare con suo fratello le faceva più male di quanto non fosse cosciente.
    special(e)
    ex-ravenclaw
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    nicole
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    Nathaniel non aveva mai pensato alla sua morte, ma morire al posto di qualcuno che amava, era un buon modo per andarsene.
    «NO NON VUOLE SENTIRE LA TUA ASCELLAAAAA» mettendosi davanti a Eli ma (NO *elijah. ma anche davanti s Eli sr se necessario), nate alzò una mano, spalmamdola in faccia allo stramboide. «Ha gia un paio di ascelle da tucugnare» quelle di Rea? «Le mie» cado chiuso. CASO chiuso, ma forse vado *CADO anche chiuso tipo a ovetto.
    Nathaniel sbagliava a credersi giovane: era troppo vecchio per quella merda. Musica che sembrava venir pompata da ogni dove fin dentro il suo sistema nervoso, giovani che ballavano la danza del ventre, si contorcevano come serpenti, chi faceva ASMR sensuali parlando in altre lingue ridacchiando come le protagoniste di un soft porn, chi h, altri (8)d, ACQUA!
    cosa stava succedendo.
    «che succede» chi si è sentito male. bugo dove vaiTORNAAAAAA
    il giovane con le ascelle cellulare (*cellulare) (*depilate correttore ti dirò *toro *giro *giro *tiro qualcosa) era ancora li? VOLEVA PICCHIARLO? «non sono neanche ubriaco!» era solo ubriaco HO sbagliato stanco da, tipo, due ore, ed era rimasto sveglio perché voleva bene ai suoi amici, e perché Elijah sembrava fatto come un cocco da ubriaco e lo faceva ridere da solo (ah non era ubriaco? era solo la musica a sbsllarlo?). Erano stati mesi difficili, mesi che non so perché da cellulare non mi da la data ma solo "circa un anno fa". cosa stava facendo nate un anno fa? ma c'erano gli au? ma il pepe? lo filtri? ma si sbuccia?
    chissà che succedeva nel frattempo intorno a loro, la musica a palla gli aveva inibito i neuroni - bis di per sé poco funzionanti. ma com'è possibile che io abbia ancora 5 interi minuti per scrivere ho scritto un sacco, ho raggiunto la scroll (ah ah non ho uno schema role) basta, non so che altro dire.
    quindi proviamo cos'ha da dire il cellulare: lui non capisce niente e poi bunny spunta anche la canzone di hamilton. boia ma non posso fare audio per attirare l'attenzione di tutti quindi per stasera ci sentiamo sempre la stessa ragazza di tutti. che immagine tenera è la canzone preferita easy di kinder e basta. nathaniel e solo negli Usa. in realtà sei ancora sveglia amore non è quando bisognerebbe essere una soluzione che mi fai stare male. è quello che ti piace la carne di tutti quindi per stasera allora ci vuole morire anche PERCHÉ se lo faccio ora è post di Jason non è la conan il papà di yale.
    E dai facciamo che così va bene CIAO come stai amore perché è il momento perfetto grazie per i soldi velocemente il papà è un problema per me
     
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    Per Nolo Can lo scenario che gli si palesò davanti era paragonabile al chiamare quell'ammasso divino (il computer non mi digita le d, è più difficile del previsto, quindi quando non me la inserisce metterò una h in onore di lia) di riso avvolto in una frittura come arancinA, era il mangiare una pasticciotto al di sopra di Lecce e definirlo come tale, ma soprattutto era come offrire una bicchiere di latte fresco (per di più lasciato fuori dal frigo) ad un intollerante al lattosio quando sta per essere soffocato da un pluncake - o peggio, dopo aver mangiato uno spaghetto aglio, olio ed un sacco di peperoncino e la sua bocca era in fiamme.
    Si sentiva semplicemente così, da quando era sbarcato nella terra oltre il mare; sì, lui sempre abituato al sole del sud italia e agli uomini delle pucce che si nascondono dietro gli angoli per offrirti qualche panino farcito, ritrovarsi ad affrontare una situazione del genere in una lingua che non gli apparteneva affatto...IMPENSABILE.
    “Ao, i'm sorry” dopo aver utilizzando un termine aulico della propria terrà, pronunciò l'italiano dopo essersi seduto al bancone del locale ed aver fatto un'attenta scelta nel proprio lessico inglese, gli occhiali da sole ancora indosso nonostante il sole fosse calato da diverso tempo e i polpastrelli che picchiettarono per attirare l'attenzione del barista “Can i go to the bathroom please? Ah no cazzo, possiamo rifarla? NON HO CAPITO IL GIOCO, SCUSATE??????” e si guardò intorno, Can Nolo, cercando qualcuno che potesse aiutarlo semplicemente ad ordinare un drink che non contenesse quella bestia satanica e poi - - - un'ascella depilata? Perché stavano mostrando un'ascella depilata? Forse era tutto nella testa di ale.
    “Is this senza lattosio almeno?”
    Nolo Can
    lactose is meant to fly
    Hands up and touch the bathroom
    Let's do this one last time
    lactose
    free
    cannolo
     
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