Wine not? Life is better in pyjamas

Rose x Hazel x Phoebe x Halley x Antheia

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +6    
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Inferius
    Posts
    3,382
    Spolliciometro
    +108
    Location
    Sardegna

    Status
    Offline

    Rose Anderson
    There's always a reason to smile

    Intrufolarsi nelle cucine era stato abbastanza semplice per Rose. Sin dal primo anno infatti aveva fatto amicizia con un piccolo elfo domestico di nome Belly che l’aveva scoperta a cercare del cibo, affamata, in seguito a una cena saltata per colpa del fratello Charlie. Era infatti andata a trovarlo in infermeria dopo che aveva fatto a botte con uno studente più grande e, sebbene se la fosse cavata spedendo anche questo in infermeria, non era rimasto del tutto illeso (inutile dire la strigliata che si era sorbito dalla sorella in aggiunta ai numerosi lividi dolenti).
    Dal giorno Belly l’aveva presa in simpatia e ogni volta che Rose gli chiedeva un favore era sempre molto disponibile nel metterle da parte qualche vassoio di cibo preparato per gli studenti.
    Quel giorno Rose si era preoccupata di avvisarlo già dalla mattina presto che le sarebbe servito qualche stuzzichino dopo cena, senza entrare troppo nei dettagli, in modo che potesse agire senza troppi problemi e che, in caso fosse stato scoperto, non passasse dei guai. Per ringraziarlo del disturbo gli aveva portato un fumetto che sapeva adorare tanto, ormai faceva la collezione e alla ragazza non dispiaceva ricambiare la sua generosità con qualche piccolo regalo.
    La giornata trascorse in modo abbastanza tranquillo, aveva già organizzato praticamente tutto.
    Qualche giorno prima infatti, le era venuta un’idea per trascorrere quel sabato sera in modo diverso dal solito e aveva coinvolto nell'organizzazione anche le sue compagne di dormitorio Hazel e Pohebe, che si erano dimostrate entusiaste.
    Le lezioni assorbivano quasi tutto il loro tempo e tra allenamenti e ronde i momenti di svago erano abbastanza limitati, quindi perché non organizzare una serata tra sole ragazze?
    In realtà le cose da preparare non erano poi troppe ma Rose ci teneva che fosse una serata ben organizzata (ci sarebbe stato tempo più tardi per incasinare tutto).
    Sarebbe stata una cosa abbastanza ristretta ecco perché aveva deciso di invitare, oltre alle sue due compagne ovviamente, anche altre due studentesse del sesto anno con cui avevano legato un po’ tutte: Halley e Antheia.
    Si era avvicinata loro durante un pranzo in Sala Grande e le aveva invitate per la sera del sabato successivo nel loro dormitorio consegnando anche un piccolo bigliettino scherzoso con il seguente messaggio:

    Ciao, sei stata invitata a trascorrere una magica serata con noi, sabato 10 Novembre dopo cena, nel nostro dormitorio!
    P.S. è necessario indossare il pigiama più brutto che avete, altrimenti non potrete entrare.


    Il bigliettino era stato consegnato più che altro come promemoria ma il P.S. era la cosa più importante.
    Forse in effetti sono solo io ad avere pigiami imbarazzanti. Be va be almeno rideranno per il mio.
    Dopo che gli inviti furono consegnati e tutte le ragazze erano state messe al corrente dell’idea, la grifondoro chiese alle sue due compagne se avevano voglia di accompagnarla da Mielandia a comprare qualche schifezza…e a perdersi tra i mille scaffali di gioia e dolcezza.
    Avevano acquistato un po’ di dolciumi, da quelli più comuni a quelli più strani che sicuramente avrebbero potuto rendere la serata più interessante e poi avevano approfittato dell’uscita per fare un giro tra le vie di Hogsmeade.

    ...

    Il sabato arrivò velocemente e Rose era pronta ad ultimare i preparativi. La mattina si era recata da Belly prima delle lezioni e tra una pausa e l’altra aveva cercato di sistemare un po’ la stanza in modo che le due ragazze non venissero accolte dal più totale caos che normalmente regnava nel loro dormitorio.
    A cena si tenne abbastanza leggera sebbene il pasticcio di patate la richiamasse a gran voce e fu abbastanza difficile resistere a fare il bis ma si trattenne pensando a ciò che sicuramente avrebbe mangiato più tardi.
    Tornata in dormitorio si cambiò i vestiti e indossò un pigiama che il fratello le aveva regalato due Natali prima. Era decisamente largo, sembrava un fagotto e forse era proprio quello l’intento del fratello, annullare ogni tipo di curva del suo corpo, non che fossero tante già di base. Era forse un modo di impedirle di usarlo in presenza di qualche ragazzo? Ma quale ragazzo poi che gli unici che avevano osato avvicinarsi a lei dal giorno dopo non la guardavano nemmeno? Devo avere qualcosa che non va.
    Il pigiama-sacco era di un colore verde acceso con un alce enorme ricamata sulla parte anteriore della maglietta. Phoebe e Haz lo conoscevano bene ormai ma chissà cosa avrebbero detto le altre.
    Le ragazze probabilmente non avrebbero tardato ad arrivare e le due compagne si stavano cambiando, così Rose attese seduta sul suo letto, sormontato da un enorme poster dei Montrose Magpies rileggendo una rivista sul Quidditch a cui ormai da anni era abbonata e che, ogni venerdì arrivava grazie al suo gufo di famiglia Memphis. Che nome per un gufo.




    Gryffindor | 15 y.o.
    Rebel | Animagus
    10 November 2018


    tumblr_m7w2o3N94I1r6o8v2
    made in china — I'm here at the beginning of the end


    Edited by ‚soft boy - 4/2/2021, 00:37
     
    .
  2.     +4    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    258
    Spolliciometro
    +538

    Status
    Offline
    HAZEL MCPHERSON
    «PARTY HARD! Ovvio che ci stiamo, vero Phoebe??» Aveva improvvisato un balletto sul posto, sprizzando allegria da tutti i pori e sicuramente non lasciando in dubbio la propria risposta, ma c’era da aspettarselo: tra le cose che Hazzie amava c’erano le feste e gli amici, e già immaginava tutte le cose – illegali e non, più che altro illegali – che avrebbero potuto fare a un pigiama party tra Grifondoro. Non avrebbe rifiutato per nulla al mondo, a maggior ragione sapendo che la festa si sarebbe svolta nel loro dormitorio. Sarebbe stata davvero pazza a non approfittarne e divertirsi! Insomma, quella continua vita di studio – ma dove? – era stancante, c’era bisogno di staccare la spina per ricaricarsi e quale miglior occasione di una serata tra psicopatiche cospiratrici amiche? CIOÈ.
    Ricevuto l’invito, poi, Hazel si era ritrovata ad affrontare un dilemma ir-ri-sol-vi-bi-le: pigiama-ape o pigiama McOakes, quello su cui si era fatta stampare su ordinazione sulla parte anteriore della maglietta la scritta “MCOAKES IS REAL” a caratteri cubitali? Ma sì dai, ci avrebbe riflettuto sul momento, perché l’importante a un pigiama party, signore e signori, erano le schifezze e non c’è scusa che tenga, no cibo no party, e lei il party lo esigeva; era felice ed orgogliosa che le sue compagne fossero dello stesso parere e il prima possibile erano andate a fare pazze compere a Mielandia, anche se Haz non aveva smesso un attimo di saltellare entusiasta e indicare i vari dolci, tentando talvolta di svuotare scaffali interi. Per fortuna – o per sfortuna, dipende –, Rose e Phoebe erano riuscite a frenare il suo trasporto, ma con sua somma soddisfazione avevano comunque raggruppato un gran bel gruzzoletto che sarebbe bastato e avanzato a tutte. Certo, Haz non avrebbe smesso un attimo di strafogarsi di robaccia fino a sentire la pancia scoppiare, ma si sarebbe contenuta per il bene comune, dai. C’era un motivo, se tempo fa Gid aveva iniziato a nascondere soprattutto le sue caramelle, anche se con lui Hazel si lamentava sempre con sguardo da cucciolo moribondo in perenne astinenza da zuccheri. Aah, i fratelli e le loro ingiustizie!
    Sabato sera, Haz aveva lasciato che fosse Rose a riordinare il loro dormitorio, dato che lei era capace soltanto a creare disordine, ma per quella cosa misteriosa che ruotava attorno al mettere a posto i casini combinati… no, lei proprio non ne sapeva e non ne voleva sapere niente. Ci avrebbe anche provato eh, sul serio, ma tutte erano coscienti del fatto che sarebbe stata in grado di fare solo peggio e magari far cadere qualche armadio o i vetri delle finestre, perciò meglio lasciare l’ordine alle persone ordinate, va.
    Elettrizzata alla prospettiva di poter mostrare il proprio pigiamino che, non per vantarsi, ma almeno a detta sua era semplicemente splendido, Haz si era chiusa in bagno per lavarsi i denti nonostante fosse un gesto inutile, poi si era raccolta velocemente i capelli rischiando di scivolare e finire a gambe all’aria. Infine, aveva indossato i suoi morbidissimi pantaloni sotto la maglietta abbinata di circa due o tre taglie più grande, entrambi a righe orizzontali gialle e nere et voilà, era diventata l’ape più fashion di tutto l’alveare! Ebbene sì, alla fine aveva deciso di accantonare il pigiama McOakes, ma non il disagio insito in esso – quello se lo portava sempre appresso –, solo perché quello era il pigiama delle serate fanfiction in cui tutti i nomi dei protagonisti, nella sua testa, cambiavano in Gideon e Hunter. Che casualità, eh?? Sarebbe veramente stata una degna sacerdotessa di Shippeus, se solo avessero seguito le stesse ship.
    Probabilmente, vedendola, a Theia sarebbe venuto da vomitare per lo scarso stile, dando la colpa alla quantità spropositata di cibo per non offenderla, ma si sapeva che Haz puntava sempre tutto sulla simpatia e noi la amiamo per questo(?). Per quanto riguardava Halley, che raggiungeva livelli di indecenza pari ai suoi, Haz si aspettava grandi cose.
    Incrociando Phoebe in bagno, Hazel le fece un sorrisone e allargò le braccia. «Non è fighissimo???» Guardò l’amica con occhi pieni di aspettative, sperando che il suo stile venisse compreso dalle persone di cui si fidava. Fece un sonoro apprezzamento sul pigiama della ragazza, con tanto di buffetto di approvazione sulla spalla, e di buonumore sbucò di nuovo nel dormitorio. Per un secondo credette proprio di aver scoperto un passaggio segreto a tutti oscuro, perché temette di essere finita in un altro dormitorio visto che, in ordine, il suo sembrava irriconoscibile, e lanciò un’occhiata stupita alla rossa. «Uau Rose, tu sì che sei magica!(?) Come hai fatto??» Mah, chi lo sa?! «Uuuh, è il nuovo numero quello?» Senza aggiungere altro, perché ormai Rose era abituata a condividere con lei tutti i giornaletti della sua rivista di Quidditch, si buttò senza tante storie sul letto e le si affiancò, allungando il collo per dare una sbirciata all’articolo che l’altra stava leggendo. Non amava particolarmente leggere, ma per il Quidditch poteva sforzarsi. Quando anche Phoebe uscì dal bagno, Hazzie le fece cenno di raggiungerle battendo una mano sul materasso nell’attesa che arrivassero Halley e Theia.


    Gryffindor | 15 y.o.
    Troublemaker | 10.11.2018
    Party hard
    make mistakes
    laugh endlessly.
    We're too young to care.
     
    .
  3.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    470
    Spolliciometro
    +807
    Location
    adventurers' guild

    Status
    Anonymous
    THEIA
    SINCLAIR

    I was following the pack,
    all swallowed in their coats
    With scarves of red tied 'round their throats
    To keep their heads from falling in the snow
    Hogwarts era tornata al vecchio splendore, niente pipistrelli volanti nei corridoi, niente scheletri danzanti e niente zucche intagliate a decorare i corridoi del castello. Tutto era tornato alla normalità se così si poteva dire, in fondo ad Hogwarts la normalità era sopravvalutata. Theia si era alzata di buonora e pronta per le lezioni del giorno che comprendevano far esplodere calderoni ed impiastricciare le pareti dell'aula di Pozioni, e qualcosa come mandare culo all'aria qualche serpentello, non c'era niente di meglio per tenersi in allenamento. Forse solo la corsetta mattutina che le dava la carica necessaria per cominciare la giornata nel migliore dei modi. Si era alzata in ritardo pertanto aveva atteso il termine delle lezioni mattutine per andare a correre nei dintorni del castello, godendo della brezza mattutina, del cinguettio degli uccellini e perfino del vento che smuoveva le foglie del Platano Picchiatore, stimolando la reazione violente dello stesso. Sorrise.
    Tornò al castello in tempo per un pranzo veloce prima dell'inizio delle lezioni pomeridiane, recuperò il necessario per una doccia bollente, ciò che le serviva in quel momento per riscaldarsi e ripulirsi dal sudore che si stava velocemente raffreddando addosso a lei. Si lanciò sotto il getto di acqua calda e stappò lo shampoo, sprigionando un forte aroma di menta. Massaggiò con cura la cute permettendo ai rimasugli del viaggio nel parco di scivolarle addosso, scomparendo insieme all'acqua. Si asciugò e vestì senza troppi preamboli, e con i libri alla mano di avviò verso la Sala Grande dalla quale proveniva un'aroma invitante che poteva essere percepito fin dalla scalinata.
    Ciao! salutò alcuni compagni di studi che correvano giù per le scale alla volta della Sala Grande dove sarebbero stati finalmente sfamati. I pasti erano certamente una delle poche cose che riuscivano a mettere tutti d'accordo. E benché tenesse particolarmente alla forma fisica ed al benessere di mente e corpo, non poteva rifiutare un dolce da parte degli elfi domestici che avevano lavorato sodo per sfamarli. E lei da grande golosa che era era disposta a concedersi qualche sfizio, la cosa importante era allenarsi di più e bruciare più grassi. Non che non bruciasse già di suo, anche perché in genere quando era lei ad essere con le mani in pasta, il cibo finiva nei suoi capelli piuttosto che nello stomaco.
    Non era difficile stare attenti alla linea in quelle condizioni.
    Si era seduta in un posto a caso nel tavolo di Grifondoro, non volendo infastidire il fratello con la sua presenza anche se ormai le serpi erano a conoscenza del fatto che avrebbero dovuto sopportare una grifa al loro tavolo di tanto in tanto. Mentre gustava un delizioso piatto di zuppa di cipolle con tanto di cristiani di pane inzuppati -una vera goduria- vide avvicinarsi Rose con una pergamena tra le mani. Non chiacchierarono a lungo, giusto uno scambio amichevole di parole.
    Aprì incuriosita la pergamena:

    Ciao, sei stata invitata a trascorrere una magica serata con noi, sabato 10 Novembre dopo cena, nel nostro dormitorio!
    P.S. è necessario indossare il pigiama più brutto che avete, altrimenti non potrete entrare.

    le venne da ridere leggendo il post scriptum, non credeva di avere davvero un pigiama brutto, ma ne aveva certamente uno che le era stato regalato da Pers, per scherzo. Non poteva tollerare l'idea che lui volesse regalarle qualcosa di simile per davvero. Una festa per sole donne? Verrò sicuramente, non c'è niente di meglio non le dispiacevano le feste ma preferiva di gran lunga le serate tranquille, e quella era un miscuglio tra entrambe e non era così male. Lo vedeva come un modo per socializzare, incredibile come Hogwarts l'avesse fatta uscire dal suo guscio quando tutto ciò che conosceva era socializzare con il gemello. Non che le dispiacesse sia chiaro, ma a volte avete un rapporto con altre donne o comunque persone esterne alla famiglia era piacevole.
    I successivi giorni li trascorse a rimuginare su come avrebbe dovuto comportarsi riguardo il pigiama perché era diffidente a riguardo, ma decise che avrebbe potuto indossare una vestaglia e non toglierla mai. La cosa che non le piaceva era l'idea di presentarsi a mani vuote, benché fossero compagne e magari non si aspettavano nulla da lei. Ma non le sembrava comunque giusto.
    Sabato giunse più velocemente di quanto si sarebbe mai potuta aspettare.
    Nella stanza che condivideva con altre ragazze, tra le quali figurava anche Halley, una delle ragazze che erano state invitate alla serata tra donne in nient'altro che un pigiama. Theia aveva indossato il pigiama che le era stato regalato da Pers alcuni anni prima (sonda mi invento segreti imbarazzanti della famiglia Sinclair come i pigiami orridi) e che mai aveva osato indossare, troppo orgogliosa per passare sopra la natura di take regalo benché fosse da parte della persona a lei più cara. Doppio tradimento dunque, una pugnalata alle spalle che certo aveva trovato vendetta in un certo centro commerciale e che ancora oggi poteva assaporare nei corridoi del tanto amato castello. Se non di infastidivano tra fratello con chi altro dovevano farlo? Gli altri diventavano un nemico, ma tra di loro i dispetti non mancavano mai. Niente e nessuno sarebbe mai riuscito a separarli.
    É la prima volta che partecipo ad un pigiama party, escludendo quelli con mio fratello disse sovrappensiero [color=]cosa di porta in questi casi? Oh Merlino, perché non ho pensato a preparare dei dolci?[/color] di chiese mentre finiva di prepararsi, indossando pigiama ed un paio di ciabatte rosse.
    Erano donne.
    Trovato!
    Comincio a frugare nel baule tirando fuori quasi tutto ciò che conteneva, scovando infine ciò che desiderava di più. Un set di smalti tutti i colori + 1 che aveva acquistato in offerta il mese precedente. Potevano farsi le unghie e magari i capelli, era diventata brava ad acconciare i capelli altri -credici- tanto che le compagne erano arrivate a doverla allontanare da forbici e spazzole.
    Prese un baule più piccolo, della grandezza di uno scrigno che poteva tenere tranquillamente in mano e vi ripose gli smalti, seguiti da spazzola, rossetti e quant'altro aveva che poteva essere usato per abbellire e talvolta nascondere imperfezioni. La sua amica babbana le aveva dato una confezione di maschere di bellezza per tutti i tipi di pelle, ma lei preferiva ricorrere all'argills o al carbone che pulivano la pelle rendendola liscia e delicata. Non era molto esperta ma il sabato sera o la domenica mattina, quando l'agenda era libera da ogni impegno, ritagliava un'ora o due da dedicare completamente a sé stessa, nelle quali ricorreva ad un bagno caldo aromatizzato, seguito a ruota da una maschera di bellezza e la scelta dello smalto che sarebbe andato ad abbinarli al completo che avrebbe indossato il giorno stesso o seguente. Secondo Pers dedicava troppo tempo alla cura del corpo, e ciò che rimaneva era occupato dallo shopping. Secondo Theia però era solo geloso ed infastidito dal fatto che non potesse unirsi a lei per le consuete pratiche.
    Sono pronta disse avviandosi con la compagna nel dormitorio del quinto anno dove le ragazze le stavano certamente attendendo. Non ci daranno alcolici vero? Avrei potuto portare una bottiglia di Odgen Stravecchio ma forse farlo alla presenza del prefetto non è una così grande idea commentò sorridendo mentre scendeva le scale diretta alla stanza delle ragazze. Bussò prima di entrare, improvvisamente imbarazzata per quel pigiama ridicolo che la mortificava, uno scherzo di cattivo gusto. Oh Godric adoro la vostra stanza, spero non vi dispiaccia... Ho portato un pò di colore commentò poggiando lo scrigno si piedi di uno dei letti.
    when
    order
    10.11.2018
    neutral
    blood
    school
    pure
    gryffindor
    b-day
    about
    09.07.2002
    shopping
    WHITE WINTER HYMNAL – FLEET FOXES
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
     
    .
  4.     +5    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Rebel
    Posts
    584
    Spolliciometro
    +870

    Status
    Offline
    Le iridi cobalto seguivano le azioni mostrate dal piccolo schermino che aveva davanti. Erano gli ultimi minuti dell’anticipo serale della Superlega di Quidditch, nonché del suo personalissimo derby del cuore: Falmouth Falcons vs. Holyhead Harpies.
    La prima era la squadra che l’aveva fatta appassionare al Quidditch, facendole muovere i primi passi in quello sport come piccola tifosa indemoniata, ispirando il suo stile di gioco e tutta la sua visione di quel mondo così entusiasmante. Non solo, Elwyn Huxley aveva giocato vestendo quei colori! Era uno dei migliori giocatori che avesse mai visto, il battitore che scendeva in campo con una rabbia che le faceva venire ogni volta i brividi. Pianse tanto quando la Lega lo espulse, bandendolo dal terreno di gioco. COME POTEVANO? COME POTEVANO NON PERDONARLO SOLO PER IL SUO TALENTO? Era bravo, eccome se lo era! Era… era… era bello come il sole. Ogni giorno, quando si svegliava, incontrava i suoi brillanti occhi azzurri che la salutavano da uno dei poster al muro. Le bastava così poco per essere di buon umore! E i capelli! Vogliamo parlare di quel ciuffo morbido, di quella sfumatura corvina che faceva sembrare luminosa anche la notte più buia? Come si poteva restare impassibili davanti quell’aria di totale apatia o indifferenza? Come si poteva ignorare il fatto che fosse uno degli uomini più belli che avesse mai cavalcato una scopa? No, dico, ma li avete visti quei bicipiti? Quelle spalle così larghe e forti che avrebbero potuto sollevare il mondo? Ogni volta che incontrava quello sguardo truce, sospirava amorevolmente. Era bello. Bello. Bello in modo assurdo. Se non lo avesse visto nei suoi ricordi, negli ultimi momenti trascorsi nel 2043, avrebbe sicuramente pensato fosse suo padre. Ma ve lo immaginate? Chelsey Huxley, figlia di Elwyn Huxley e Arabells Dallaire. Godric, avrebbe passato quell’intera esistenza a cercare di convincere sua madre a figliare con lui! Chi non avrebbe voluto? Mh? Sarebbero stati la famiglia perfetta, così devota al Quidditch da dimenticare il mondo esterno. Ogni tanto passava davanti le istantanee ritagliate dai giornali, sussurrando quel nome così esotico e stupendosi di quanto scivolasse dolcemente tra le sue labbra. No, non avrebbe mai potuto spingere sua madre tra le braccia dell’uomo che, per motivi a lui sconosciuti, era destinato a lei. Che Chelsey da bambina avesse un fidanzatino immaginario e che quello fosse proprio l’ex giocatore, non era una novità. Nei suoi sogni si sarebbero sposati e avrebbero volato per sempre, colpendo bolidi a destra e a manca, verso l’infinito e oltre. No, non avrebbe potuto cedere il suo beniamino così facilmente, neanche alla Cercatrice che in un universo le aveva dato i natali. NON QUANDO STAVA PER PRENDERE IL BOCCINO E FAR VINCERE LE HARPIES.
    Squadra per cui la Rossa aveva sempre simpatizzato. Erano la definizione stessa del giochi come una femminuccia, ma di quelle gallesi in grado di spezzare le ossa del malcapitato con un solo sguardo. Erano l’orgoglio femminile, il gruppo meno sottovalutato del campionato. Tutte le giocatrici più forti ricevevano la proposta di andare a giocare lì e quando picchiavano, lo facevano duro. Era una delizia vederle giocare, così compatte e perfette da sembrare quasi un ingranaggio perfetto. La schermata si divise magicamente in due e Chelsey si spinse in avanti, abbracciata al cuscino, lanciando urla contro il dispositivo magico e contro lo specchio che levitava accanto a lei, il volto di Kain in lontananza. Dopo il coprifuoco, guardavano le partite così, commentando live ogni azione. Era scontato che l’entusiasmo dei due teenager fosse indirizzato alle parti opposte dello schermo, se il Tassorosso stava sperando che la Dallaire prendesse il Boccino in un’azione a rotta di collo, la Grifondoro incitava con toni pacati da vera signorina i Cacciatori dei Falcons e i loro battitori. Era il momento in cui avrebbero dovuto usare la testa di falco a una velocità impressionante, sfondando la difesa avversaria e raggiungendo gli anelli prima che le dita di Arabells si stringessero attorno alla pallina dorata. Vide Smith caricare il tiro mentre la Cercatrice delle Harpies scartava O’Connel. Sembrava quasi finita. Era finita. Sentì il fischio dell’arbitro prima ancora di vedere il punteggio finale. Fu una questione di attimi prima di ruggire un “FOT-TI-TI. VI STAREMO SUL COLLO. NON VINCERETE QUESTO CAMPIONATO. PERCHE’ LA DALLAIRE HA PRESO IL BOCCINO MA I FALCONS HANNO VINTO.” Di 10 punti, ma avevano pur sempre vinto. Era scattata in piedi sul letto, lanciandosi in un’esultanza che veniva accompagnata da tutte le immagini attaccate alla parete dietro di lei e che impazzivano ogni qualvolta la Cercatrice chiudeva la partita. “ABBIAMO VINTO. LA DALLAIRE HA PRESO IL BOCCINO!” Continuò a urlare, sembrando più una psicopatica che aveva problemi a riconoscere anche i giocatori della sua stessa squadra. Nella foga, si lanciò dal baldacchino, planando con grazia ed eleganza sulla figura di una delle bionde che avevano la sfortuna abitavano in quella stanza. Persero l’equilibrio, finendo sul tappeto ai piedi del letto, le mani della Furia Rossa strette attorno alle spalle di quella che le sembrava la Oakes. “ABBIAMO VINTO. BOCCINO. DALLAAAAAAAAIRE.” Era ancora a cavalcioni su di lei, intenta a scuoterla energicamente e troppo orgogliosa per la partita che aveva appena giocato sua madre, ma questo non poteva dirlo a nessuno, che solo dopo si accorse della mise della compagna.
    “Ew. Ti do fuoco... Cioè, che schifo.” Alzò le mani, come se si fosse scottata, i capelli che virarono dal rosso vermiglio al verde vomito in una frazione di secondo. “No, aspetta, come si dice in questi casi? Ah! Ma che pigiama bellissimo, perché non ti vai a cambiare IMMEDIATAMENTE?”
    Provò a sorridere, tentando di essere conciliante –come avevano provato a insegnarle- e fallendo miseramente. Era tutto troppo rosa e peloso che faticava davvero a non provare disgusto. E la sua folta chioma ne era un esempio lampante, come se non fosse scritto a caratteri cubitali sul suo viso, tra le altre cose. Chiese fosse diretta a quell’ora, perché non le serviva essere un investigatore per percepire ci fosse sotto qualcosa. In quei mesi, la Oakes non aveva mai indossato un pigiama. Dopo la cocente delusione del non avere un’appassionata di Quidditch nel baldacchino accanto al suo, dopo aver appreso la nefasta notizia che non sapesse volare né giocare a quello sport – e aver perso così un’infinità di punti amicizia-, la Weasley aveva visto un barlume di speranza, flebile come un fuoco fatuo, quando Halley si rivelò essere più maschiaccio di quanto pensasse. Non che entrambe si dessero al rutto libero sui divanetti in Sala Comune, ma andare a dormire con la prima cosa comoda a tiro era uno dei piccoli punti di contatto che stava scoprendo di avere con la nuova Grifa.
    Non ci volle molto a estorcere l’informazione che le serviva, non che Halley stesse opponendo chissà quale resistenza, ma la notizia di un party segreto per le ragazze della Casata rosso-oro l’aveva resa entusiasta. Per una frazione di secondo anche ferita, ma soprattutto entusiasta, prima di sapere chi aveva organizzato quella girl-night.
    “Piccole testine di Troll.” Sibilò alzandosi in piedi e infilandosi al volo la giacca dei Falmouth, i piedi puntati verso la porta della loro stanza. “Oakes, mi hai già dato troppi dispiaceri. Mollami.” Ordinò perentoria, prima di decidere che avrebbe raggiunto il dormitorio del V anno, con o senza l’opposizione della bionda.
    Una volta raggiunto il suo obiettivo, assestò un calcio alla porta, spalancandola davanti a lei, gli occhi neri come quelli di un demone. Surprise bitches
    “Anderson. McPherson. Come avete potuto non invitare anche me. GIOCHIAMO INSIEME! ancora per poco Sottolineò la parte finale, come se fosse quasi scontato che il vestire i colori della stessa maglia significasse avere un legame profondo. Sicuramente, per Chelsey lo era.
    Qualche istante dopo l’entrata a effetto, quando il filtro cervello-bocca riprese a funzionare, quando si rese conto dell’assurda quantità di spazzole, smalti e ninnoli vari che Theia aveva portato con sé, sbiancò di colpo, portandosi istintivamente i capelli dentro la giacca, proteggendoli dalle mani della Sinclair che dal primo anno cercava di coglierla impreparata per poterglieli acconciare. Peccato che a nessuno, NESSUNO, neanche ad Elwyn Huxley era consentito toccarle i capelli. Dov’erano le piume dei cuscini tra i capelli? Dov’era la burrobirra di contrabbando? Dov’erano i giornaletti di Quidditch – che da quella posizione non poteva vedere - ? Dov’era la mascolinità?
    “No. Ok. Avete fatto bene a non chiamarmi. Non me la sono presa.” Girò sui tacchi con l’intento di fuggire via da quel festino così rosa Paris da bruciarle le cornee, ma si scontrò contro il corpo della Oakes, pronto a bloccarle la strada.
    Che delusione di ragazza.
    Traditrice
    “No, Halley. Io esco.”

    Just like fire, burning out the way
    If I can light the world up for one day
    Watch this madness, colorful charade
    Just like magic, I'll be flying free

    Rebel | Quidditch | Welsh
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    CHELSEY WEASLEY
    DALLAIRE


    SORPRESA! Scusate, sentivo troppo la necessità di scrivere questo post ed eccomi qui! ZAN ZAN ZAN.
    Tranquille, se è un problema torna nel suo fantastico mondo fatto di Quidditch e vi lascia in pace u_u/


    Edited by C h e l l S E Y - 13/12/2018, 01:35
     
    .
  5.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    200
    Spolliciometro
    +530

    Status
    Offline
    «Non ho niente da mettere!» sbottò, Halley Oakes, mentre passava in rassegna ogni capo d’abbigliamento presente nel suo baule e lo gettava poi in cima al cumulo già formatosi sul letto. Agli occhi di un estraneo sarebbe apparso come un comportamento normale, una reazione da donna al fatto che nessuno dei settantaquattro maglioncini inclusi nel proprio guardaroba presentasse quella sfumatura di rosso che lo avrebbe reso perfetto per l’ultima gonna acquistata, o una chiara manifestazione del puro terrore provato all’idea che qualcuno avrebbe potuto notare la somiglianza tra l’outfit scelto e quello indossato durante il compleanno di zia Gertrude ben sette anni prima. Tutti pensieri da cui la grifondoro non era mai stata sfiorata, neppure per un istante. Non era interessata a seguire le principali tendenze nel campo della moda, non aveva la minima intenzione di spendere parte delle sue già esigue risorse finanziarie per accaparrarsi gli ultimi arrivi della collezione del momento e non le importava, in assoluto, di quello che la gente avrebbe potuto pensare del suo modo di vestire – utilizzava tutto ciò che la faceva stare bene con se stessa, e tanto le bastava.
    In una scala da Chelsey a Theia, dal perfetto esempio di maschiaccio al suo esatto contrario, la grifondoro si sentiva più vicina alla prima delle due compagne di stanza; compagne che, se non fossero state impegnate in altre attività ad ignorarla, avrebbero trovato quantomeno sospetto il fatto che stesse trascorrendo più di cinque minuti davanti al suo baule. «Non ho nessun pigiama!» e no, non aveva dimenticato di aggiungere un aggettivo come pulito, caldo o adatto; lei, semplicemente, preferiva gironzolare per la stanza in mutande e indossare la prima maglietta che le capitava a tiro; che fosse sua o di Hunter, poi, non aveva importanza. Non lo faceva per alimentare alcun tipo di stereotipo, per unirsi alla schiera delle ragazze che saccheggiavano il guardaroba del fratello impossessandosi di felpe che non sarebbero mai state restituite al legittimo proprietario; lo faceva per pigrizia comodità, per puro spirito di condivisione e per liberarlo da quegli indumenti troppo larghi per il suo fisico da lanciatore di coriandoli prima che il corvonero potesse agitare la bacchetta e ridurne la taglia in pochi istanti. «Cosa si intende poi per brutto? Non comprerei mai qualcosa che non mi piace. Dovrebbero avermela regalat– oh no.» un brivido accompagnò quell’esclamazione, la stessa che Hunter si sarebbe presto fatto tatuare sulla fronte per evitare di dover reagire ad ogni comportamento sconsiderato della sorella. Smise di lanciare oggetti alle sue spalle e, con estrema lentezza, allungò la mano verso un pacchetto posto sul fondo del baule. Aveva un pigiama, Halley, ed era quanto di più abominevole avesse mai visto nell'arco della sua relativamente breve esistenza. Non aveva idea del perché fosse ancora lì: probabilmente perché si era trattato di un regalo e incenerirlo sotto gli occhi della persona che aveva avuto la malsana idea di acquistarlo non sarebbe sembrato un gesto carino; forse perché – nonostante tutto – dava l’impressione di essere piuttosto comodo, e caldo, e la grifondoro aveva valutato la possibilità di trasfigurarlo in qualcosa che non le facesse sanguinare gli occhi; oppure, ancora, aveva rimosso la sua esistenza. Fino a quel giorno.
    Non aveva problemi ad andare in giro nei panni di un pesce gigante, ma sapere di avere addosso quella distesa di rosa decorata con cuoricini e bianchi batuffoli di pelo la disturbava profondamente. Si sentiva una sorta di coniglio pasquale depresso, per restare in tema di feste. Tuttavia, non poteva farci nulla; quel pigiama era esattamente ciò che le serviva per unirsi alla festa che Rose Anderson, grifondoro del V anno, amica e membro dei 404-not-found, aveva organizzato all’interno della sua camera. «Anche per me è la prima volta. Credi sia un rito di iniziazione?» si rivolse a Theia, mentre quella convinzione prendeva consistenza nella sua mente. Non poteva essere altrimenti. Doveva trattarsi di una sorta di test, una prova che entrambe avrebbero dovuto affrontare per capire fin dove sarebbero state disposte a spingersi per entrare a far parte di quel gruppo. Se avesse potuto scegliere, avrebbe preferito riempire il suo corpo con un esagerato numero di mollette, ascoltare lo straziante canto del fwooper o andare in giro nuda come Pers per il castello, ma, in qualità di novellina, non era nella posizione per avanzare pretese. «Mi auguro che gli alcolici ci siano, invece.» sperava sinceramente che Rose avrebbe chiuso la spilla da prefetto nel suo baule e concesso loro di spingersi oltre il succo di zucca. «Ho dimenticato una cosa!» si bloccò, all’improvviso, a pochi passi dal dormitorio delle studentesse del quinto anno. «E no, non è l’Ogden, lo giuro!» si sentì in dovere di specificarlo considerato lo scarso lasso di tempo intercorso tra l’aver scoperto che la sua compagna di stanza era in possesso di una bottiglia della miglior qualità di whiskey incendiario e la sua improvvisa fuga. «Tu entra pure, torno subito.»
    Com'era prevedibile, le si presentò lo stesso scenario che aveva lasciato solo pochi minuti prima. Nello specifico, Chelsey continuava a starsene sul letto a guardare un incontro di Quidditch, circondata da poster dei suoi giocatori preferiti, sciarpe, ritagli di giornale e articoli di ogni genere, tanto da rendere quello spazio un incrocio tra un tempio celebrativo e un negozio di souvenir; era intrappolata in uno stato di trance agonistica talmente profondo da non essersi accorta dei movimenti delle altre due grifondoro, del fatto che avessero lasciato la stanza né, tantomeno, che ci fossero state per gran parte del pomeriggio. Conosceva bene la sensazione, Halley, e da quel punto di vista era piuttosto simile alla compagna: entrambe nutrivano un amore viscerale per la squadra del loro cuore, entrambe non avrebbero esitato a sradicare un seggiolino dallo stadio e lanciarlo all’interno del campo se la situazione lo avesse richiesto, entrambe sarebbero state capaci di perdere il controllo come solo una Veela sapeva fare, trasfigurandosi in esseri dalle fattezze inquietanti e incenerendo con lo sguardo chiunque avesse osato contraddirle. La capiva, in fin dei conti, nonostante si trattasse di sport differenti e i parametri della rossa fossero settati su picchi di violenza, agonismo e ossessione che l’Oakes non avrebbe mai raggiunto – lo aveva imparato a sue spese all'inizio della loro convivenza, commettendo l’errore di interrompere la concasata durante la visione di una partita; tutto ciò che ricordava, di quel momento, erano i suoi occhi da indemoniata, la chioma di un colore ancor più acceso del solito e una ciabatta lanciata nella sua direzione; col senno di poi, sentiva di dover ringraziare il fatto che la grifondoro non avesse avuto oggetti contundenti nei paraggi.
    Prese dal comodino il rotolo di pergamena che aveva dimenticato di portare con sé e fece per andarsene dalla stanza quando venne atterrata dalla rossa, shakerata e travolta da frasi sconnesse sulla partita e su giocatori di cui non era minimamente a conoscenza. Non capiva granché di Quidditch, Halley: si limitava a supportare la squadra della sua casata e le amiche che vi facevano parte, mentre le regole specifiche, il tipo di falli e calcolo del punteggio rimanevano argomenti avvolti da una coltre di nebbia. Non solo, non era neppure particolarmente brava nel volo, una combinazione di lacune che avevano portato la Weasley a guardarla come se le avesse appena svelato di provenire da un altro pianeta – non del tutto inusuale di quei tempi.
    Ascoltò i commenti della ragazza sul suo abbigliamento e la conseguente serie di domande sul perché avesse scelto di indossare qualcosa di simile, su dove fosse diretta e sul perché lei non ne fosse a conoscenza. La sua teoria era che Rose avesse parlato anche con Chelsey, ma che quest'ultima fosse stata troppo impegnata a litigare con qualcuno, a ingozzarsi di zuccotti o a seminare terrore e devastazione per rendersi realmente conto di ciò che le era stato detto. Le suggerì quell’opzione, invitandola a prendere parte a quella serata tra ragazze, ma le apparve chiaro fin da subito che la Weasley non stesse considerando alcuna possibilità al di fuori di quella di essere stata snobbata.
    Seguì la furia rossa fino al dormitorio delle concasate, la osservò sfondare la porta a calci e approfittò di quegli attimi di distrazione – troppo impegnata a rimproverare le compagne di squadra – per agitare la bacchetta e far sparire il gigantesco poster dei Montrose Magpies appeso alla parete. Halley era quasi certa che la grifondoro fosse già a conoscenza delle preferenze sportive di Rose, ma non era del tutto sicura che fosse realmente disposta ad accettarle; nel dubbio, decise che sarebbe stato meglio evitare l’argomento Quidditch per non incendiare gli animi dei presenti e far naufragare la festa ancora prima che potesse cominciare. «No che non esci. Accomodati, su, su!» spinse l’amica all'interno della stanza e chiuse la porta alle sue spalle, poggiando poi la schiena contro la superficie in legno per farle capire, se mai ce ne fosse stato bisogno, che avrebbe potuto abbandonare quella camera solo passando sul suo cadavere. Lo lasciò intendere, appunto, perché era certa che se lo avesse detto ad alta voce, la Weasley non avrebbe esitato un attimo a trasformarsi in un ariete, a caricare e portare via con sé anche Halley e l'infisso. «Allora, ci siamo tutte? Ho fatto qualche ricerca – ovvero, aveva chiesto suggerimenti a tutte le persone incontrate dal giorno in cui era stata invitata alla festa fino a quella sera. – e, beh, possiamo fare qualsiasi cosa!» mentiva, la grifondoro, avendo cancellato dalle opzioni tutte le attività che aveva ritenuto troppo femminili per i suoi gusti. Erano stati banditi smalti, pettini, spazzole, bigodini, creme, strisce depilatorie e qualunque oggetto che avrebbe fatto pensare prima all'Amortentia che ad un pigiama party. Srotolò la pergamena che aveva recuperato dalla sua stanza e fece scorrere rapidamente lo sguardo su vari punti dell’elenco stilato nei giorni precedenti. – Dalla classica battaglia di cuscini, a una gara a chi riesce a mettere in bocca più marshmallow fino al gioco della bottiglia alcolico.» un felice connubio tra la possibilità di pagare imbarazzanti pegni e di affidarsi a quel prezioso nettare per far decollare – e precipitare – la serata. Elencò altre attività, per poi lanciarsi su uno dei letti liberi e incontrare lo sguardo delle concasate. «A cosa avete pensato, voi, per cominciare?»
    HALLEY OAKES
    You say we got no future
    You're living in the past
    So listen up
    That's my generation
    16 y.o.
    troublemaker
    rebel
     
    .
  6.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    248
    Spolliciometro
    +612

    Status
    Offline

    Phoebe Campbell
    «What the Duck?»
    «Fuck»
    «No, Duck is cute.»


    La piuma ondeggiava lentamente tra le dita della mora, sembrava così leggera, ma dopo ore che scivolava sulla pergamena era diventata stranamente pesante per Phoebe; erano diverse ore che ricopiava gli appunti di una De Thirteenth, non una a caso ma di quella bionda. Aveva deciso di catalogare tutti gli animali studiati fino a quel momento a scuola. Perchè vi domanderete? Wendy non era mai stata molto ordinata al dire il vero e più volte le era stato suggerito di ordinare il caos nello studio. Fino a quel momento aveva sempre evitato il problema ma il giorno precedente si era palesato Phobos con sua sorella al seguito, sembrava piuttosto un cane bastonato con le orecchie abbassate e la coda tra le gambe tanto che la bionda la trovò quasi adorabile. Le aveva stritolato anche le guanciotte senza che potesse reagire, non che fosse il tipo infatti si faceva fare tutto alla fine come un cane docile e pure scodinzolante; tra l'altro le piaceva Wendy, era sicuramente meglio scontare la punizione con lei che con qualche altro professore.
    «posso andare?» chiese supplichevole la mora, aveva scritto svariati nomi di animali per tre ore e rischiava di aver il tunnel carpale di quel passo, dato che le era stato proibito di usare la magia per far scrivere la penna, faceva parte della punizone,ma pensava davvero che fosse troppo, insomma che aveva mai fatto di così grave? Aveva fumato nei bagni mica appiccato un incendio, poteva succedere eh ma non lo aveva fatto. Poteva sembrare una stupidaggine nel mondo babbano ma ad Hogwarts era a rischio di morte, letteralmente; per fortuna era stata vista dalla bionda davanti a lei; forse le aveva fatto pena e con Phobos avevano deciso che ordinare le scartoffie, le era andata decisamente bene.
    «va bene piccola Campbell. Hai adempiuto al tuo dovere per oggi» rispose la bionda facendo volare in un pila a caso i fogli appena riordinati. Ma che diavolo di sistema era quello? Lei cercava di fare ordine e lei faceva il caos, quanto lavoro sprecato. Sospirò massaggiandosi il polso, era davvero una torura scrivere per così tante ore. «Arrivederci. A domani, professoressa» disse con quel tono da ruffiana, ma per sua fortuna la bionda non sembrava essersene accorta e a dirla tutta stava proprio facendo altro, come se Phoebe non ci fosse; si era dimenticata di lei? Ma com'era possibile, era ancora nella stanza. In un primo momento pensò di ricordarle della sua presenza ma perchè doveva essere così responsabilmente stupida, così decise di sgattaiolare via dalla stanza, aveva un festa a cui partecipare quel sabato sera. Mentre Rose si era procurata del cibo e Halley, cosa doveva fare lei? Non era sicura di quello che doveva fare la sua compagna, ma probabilmente era colpa di Phoebe che non aveva davvero ascoltato l'organizzazione della serata, non perchè non fosse interessata ma semplicemente si era persa sicuramente in qualche altro pensiero stupido.
    qualche minuto dopo
    Eccola lì che in modo poco furtivo che entrava nello studio di Phobos, sapeva dove nascondeva l'alcool ed era giunto il momento di fare provvista per il pigiama party. In fondo glielo doveva dato che non l'aveva salvata dalla punizione; che senso c'era se avere un fratello come professore se poi doveva subire le stesse cose degli altri eh? Doveva vendicarsi, assolutamente. Prese una sola bottiglia (non sembra una vendetta) anche se per un attimo aveva provato a prenderne un'altra, ma probabilmente solo con Bells avrebbero finito due bottiglie, al contrario le sue compagne di casa non erano alcolizzate. Forse. E poi francamente era già difficile arrivare in camera con una sotto braccio, non poteva chiedere a se stessa di passare inosservata con due,era pur sempre Phoebe Campbell.
    Arrivò a passo svelto nei dormitori non voleva farsi beccare di nuovo da suo fratello, o da qualcuno di peggio, aveva una festa alla quale partecipare. Non poteva correre o avrebbe destato dubbi ma non voleva essere l'unica a non essere pronta per l'inizio del pigiama party.
    Vide Hazel uscire in versione ape maya che le sorrise «Non è fighissimo???»
    «Sei una bellissima ape!!» disse la mora saltellando come una bambina (lo era ma non diteglielo), prese il posto dell'amica in bagno per sistemarsi nel suo bellissimo completo rosa con tanto di pantofole abbinate; le aveva chieste come regalo di natale l'anno precedente e ne andava fiera. Aveva aspettato un'occasione speciale per poterselo mettere e finalmente era arrivato il suo momento.
    Non ci daranno alcolici vero? Avrei potuto portare una bottiglia di Odgen Stravecchio ma forse farlo alla presenza del prefetto non è una così grande idea era troppo tardi per dire che ci aveva pensato lei? O magari alla fine non era stata la sola a portare da bere, era confusa quindi si limitò a mettersi seduta nascondendo sotto al cuscino la bottiglia di alcool, avrebbe aspettato il momento giusto, se fosse mai arrivato. Conoscendola, non se ne sarebbe mai accorta e si sarebbe ritrovata a dormire abbracciata a quella bottiglia, ancora da aprire.
    Si mise sul letto mentre Theia mostrava al resto del gruppo gli smalti. «Li adoro!! Io voglio provarne almeno un paio. Potrei farmi i colori grifondoro che ne pensi? » chiese all'amica; anche se continuare a parlare di alcolici le faceva venire voglia di mostrare il suo bottino, così alla fine cedette, in fondo quello era un pigiama party e oltre al cibo e smalto era d'obbligo bere, magari una bottiglia non sarebbe servita, ma almeno potevano dire di aver anche bevuto come le vere bad girls. «A cosa avete pensato, voi, per cominciare?» si voltò verso Halley e mostrò la bottiglia «io ho questa. iniziamo col bere? e poi smalto ovviamente»





    love kinesi
    Grifondoro
    15 y.o


    tumblr_m7w2o3N94I1r6o8v2
    made in china — I'm here at the beginning of the end


    allora, prima di tutto chiedo scusa per aver scritto di merda e per il tempo che avete aspettato. Phoebe parla con tutte, ma in particolare con Theia per gli smalti e risponde ad Halley mostrando l'alcool. Ah si, ho fatto i compilmenti ad Hazel per il pigiama; così non dovete leggere.
     
    .
5 replies since 7/11/2018, 19:05   377 views
  Share  
.
Top