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Gideon x Rose x Hazel

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    Il lato positivo del lavorare in un bar era quello di poter socializzare e conoscere varie persone. Non era poi così male, sopratutto perchè la clientela dei Tre manici era composta principalmente da studenti di Hogwarts ed a Gideon piaceva chiacchierare, e amava parlare di scuola, informarsi su quale parte del programma scolastico stessero affrontando quelli del settimo anno, prepararsi, conoscere. Il lato negativo poteva essere – a parte dover avere a che fare con clienti ubriachi - per esempio, quello di veder entrare sua sorella affiancata da Rose Anderson del quinto anno, prefetta. Esattamente come stava accadendo in quel preciso momento. Tentò di mantenere un contegno, mentre nella sua mente già si manifestavano scene in cui la rossa lo informava che “tua sorella ha rotto di proposito il braccio di un giocatore tassorosso, purtroppo dovrò fare rapporto ed è probabile che finisca in Sala torture” deglutì, a quel pensiero, mandando giù un groppo troppo grande. Combattè con l’idea di buttarsi dentro uno sgabuzzino a caso perché, davvero, non voleva saperne niente. Sua sorella la conosceva fin troppo bene, mentre per Rose non poteva dire lo stesso, sapeva che faceva parte della squadra di Quidditch di Grifondoro, e l’aveva incrociata varie volte nei corridoi ed a lezione, ma non aveva idea di quali fossero i suoi pensieri, e se davvero fosse stata capace di mandare un altro studente in Sala torture.
    Si affidò alla propria logica, mettendo a tacere la sua parte più vittimistica: se la rossa avesse voluto mandare Hazel in sala torture, che senso avrebbe avuto presentarsi ai Tre manici con lei? Forse volevano solo rilassarsi e godersi un pomeriggio fuori, dopotutto erano della stessa casa, entrambe nella squadra di Quidditch, ci stava che fossero amiche...no? Asciugò un paio di bicchieri mentre le due si avvicinavano al banco, e si soffermò con lo sguardo sul sangue del proprio sangue. « Gesù, cos’hai combinato? » Domandò con tono misto tra il disperato e l'affranto, sperando solo in un "Non sono Gesù, sono Hazel" che gli avrebbe dato tutto il diritto di cacciarla dal locale. Era una cit. piuttosto ricorrente tra i due. Era abituato a chiederle - ancora prima di darle il buongiorno o domandarle come stava - quale danno avesse perpetrato. Poi si ricordò le buone maniere, spostò lo sguardo su Rose, e sorrise caldamente.
    « Buon pomeriggio! Benvenute ai Tre manici di scopa. Cosa vi porto? » Gli era stato detto di salutare sempre con entusiasmo tutti i clienti, sorridere, essere affabile, ed a lui veniva spontaneo farlo, in genere. Quel pomeriggio, la vista di Hazel lo aveva destabilizzato.
    Gideon McPherson | 16 y.o. [sheet]
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    29/09/18 h 16.00


    Edited by s t i t c h e s - 29/9/2018, 20:15
     
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    Non è che le deduzioni di Gideon fossero state così improbabili o sbagliate: Hazel avrebbe tanto voluto spaccare il braccio o la gambetta a quell’insopportabile Tassorosso che sosteneva pubblicamente che i Finchbury Finchies facevano schifo. I Finchbury Finchies erano la sua squadra preferita in assoluto! Haz aveva gonfiato il petto, indignata come un uccellino cui veniva fregato il vermetto di cui si sarebbe nutrito ew e aveva poco elegantemente ribattuto che, se pensava questo, lui faceva schifo. Dal suo punto di vista era inconcepibile che il ragazzo si fosse risentito di questa sua affermazione - più che veritiera, secondo lei –, perché quando si dice una cazz-cavolata simile bisognava solo mettersi nell’angolino della vergogna per un’ora, MACCHÉ, una giornata intera come minimo, fino a quando tutte le colpa siano state espiate. E invece no, non solo Tizio si era offeso, cosa che le risultava assurda, ma – ed ecco che veniva il bello – aveva ribattuto con un «Non sai nemmeno giocare a Quidditch!»
    Da qualche parte le campane avevano iniziato a suonare in un presagio di morte. Chi stava assistendo alla discussione era ammutolito, dato che ormai il caratterino di Hazel era discretamente famoso, gli uccellini avevano smesso di cinguettare(??), e Tizio si doveva essere accorto di essere stato troppo cattivo e allo stesso tempo di star rischiando la sua vita, quindi in un mix di voglia di vivere e sensi di colpa per la cattiveria non-da-Tassorosso aveva saggiamente deciso di chiudere la bocca.
    Non sai nemmeno giocare a Quidditch!
    Non sai nemmeno giocare a Quidditch!
    Non sai nemmeno giocare a Quidditch!
    E no eh. Tutto, ma non quello. Haz aveva assottigliato lo sguardo e stretto i pugni lungo i fianchi, sentendo quella frase rimbombare nel suo cervello, facendo alimentare la sua rabbia. Ma come si permetteva di asserire una cosa simile, quello là, che neanche la conosceva e insultare la sua squadra preferita? Determinata più che mai a portare giustizia(?), aveva già optato per l’opzione “Saltagli addosso e mordilo come una faina” e no, ovviamente non nel senso passionale bensì sanguinolento del termine, quando Rose Anderson si era intromessa e le aveva evitato un omicidio sulla coscienza. Anche se se lo sarebbe meritato.
    Sentendosi prendere per il braccio, Hazel aveva quasi rischiato di morderle la mano prima di riconoscerla e rivolgerle un gran sorriso nonostante l’umore nero: incontrava spesso Rose in giro, erano entrambe nella squadra di Quidditch della loro casata, senza contare che lei era la prefetta e di conseguenza la conoscevano un po’ tutti. L’aveva sempre trovata simpatica e alla mano – e, inoltre, per il momento ancora non l’aveva spedita in Sala Torture –, perciò si era lasciata distogliere dal suo intento. Le ci era voluto un po’ per far sbollire la rabbia, ma Rose si era mostrata un valido aiuto e aveva detto che i Finchbury Finchies le piacevano. Finalmente qualcuno sano di mente! Haz aveva letteralmente alzato le braccia al cielo, ringraziando chiunque avesse fatto sì che qualcuno sano di mente al mondo ancora ci fosse, e tra una chiacchierata e l’altra aveva finito per monopolizzare la rossa e proporle di andare ai Tre Manici di Scopa con un entusiasmo tale da renderle impossibile darle un diniego. Povera ragazza, per lei sarebbe stato più semplice lasciare che si perpetrasse il delitto e spedirla in Sala Torture #wat ma già che c’era perché non fare una piccola gita? E andare a rompere le scatole a suo fratello e assicurarsi che non sorridesse troppo alle ragazze e flirtasse con i ragazzi? No okay, l’ultimo punto era fantascienza, ma non per Hazel.
    Andare ai Tre Manici le metteva sempre allegria, magari perché le piacevano i pub come agli uomini duri e la loro atmosfera semplice e senza pretese. O magari la montagna di cibo che c’era dentro, visto che per Haz cibo corrispondeva a Paradiso e non avrebbe mai smesso di mangiare. Meno male che aveva un metabolismo veloce, doveva essere merito di tutti i segreti allenamenti da ninja che faceva per stalkerare meglio Gid. Che poi suo fratello ci lavorasse, ai Tre Manici di Scopa, era come prendere due piccioni con una fava: non avrebbe potuto desiderare di meglio, e Rose le andava così a genio che le permetteva persino di avvicinarsi a Gideon. Non troppo però, eh. Se questa non era amicizia, allora Gid e Hunter non erano destinati a stare insieme, pff.
    Tutta baldanzosa e coinvolta dallo scambio di opinioni sul Quidditch con Rose – lei sì che ne capiva, mica quel Tassorosso dei suoi stivali! –, Haz entrò nel locale con espressione vispa e leggera. «Se i Finchbury facessero schifo non avrebbero vinto sette- ripeto, SETTE VOLTE la U.S. Cup!» Per quanto potesse arrabbiarsi, Hazel non riusciva a rinunciare al sorriso per più di mezz’ora, ed era anche per questo che non riusciva mai, mai a tenere il muso a Gid e si scioglieva in una risatina alle sue solite battute stupide che solo lei poteva trovare divertenti, dato che era più stupida di quest’ultime. Forse era per la sua incapacità di trascinarsi dietro il malumore che lei e Gid non avevano mai avuto discussioni gravi – quantomeno dal suo punto di vista –, oppure per l’affetto che li legava che Hazel provava pur non rendendosene del tutto conto, poco incline alle dimostrazioni di affetto e molto più incline a darle di santa ragione(?).
    «Gesù, cos’hai combinato?»
    Mai una volta che Gid non la salutasse così. Bah, che malfidato! Haz si appoggiò al bancone con un sorrisetto angelico, e per questo ancora più sospetto, grattandosi la nuca con nonchalance. «Non sono Gesù, sono Hazel» ribatté, alzando e abbassando le sopracciglia come a voler dire “Mamma mia, ma quanto sono simpaticaH?”. «Mi dispiace deludere un credente, ma così stanno le cose.» In realtà, la ragazza stava palesemente ignorando la tensione del fratello, perché poteva darla bere a tutti con il suo bel sorriso e il dolce sguardo da cucciolo, ma lei vedeva che stava chiaramente tentando di sopprimere un imminente tic all’occhio e magari una di quelle risatine da adolescente sull’orlo di una crisi di nervi.
    Dato che un po’ infame Haz la era, soppresse l’istintivo intento di alzare le mani e giustificarsi sottolineando che non aveva fatto nulla di male, non che si notasse troppo insomma, e si godette di essere una volta tanto innocente per merito della ragazza al suo fianco. «Buon pomeriggio fratellone, fatto incontri interessanti oggi?» Non si risparmiò il tono malizioso, che per Gid doveva essere imbarazzante come poche altre cose, e batté una mano sul bancone con fare solenne. Era un miracolo che non avesse fatto cadere nulla solo con quel gesto, doveva essere una buona giornata. «Una burrobirra,» ordinò, fissandolo con aspettativa poco prima di accigliarsi. «Può testimoniarlo anche Rose, un tipo sosteneva che la nostra squadra preferita non è valida. È davvero assurdo!» Contava di avere il sostegno di suo fratello, almeno in quel caso.
    Così facendo, però, non aveva chiarito la questione, facendogli anzi aumentare il sudore freddo(?) E cosa aveva fatto a questo tipo? L’aveva schiantato, ucciso, fatto rotolare giù da un dirupo, gli aveva dato fuoco, l'aveva trasformato in un water facendogli capire neanche tanto velatamente di avere la faccia come il culo, o magari TUTTO INSIEME in ordine alfabetico alla presenza di una Prefetta? Con Hazel, le possibilità erano tante e variegate, proprio come i gusti di gelato #wat Noia? Cos'era la noia?


    Gryffindor | 15 y.o.
    Halfblood | 29/09/18 H 16.00
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    Aveva dimostrato coraggio, questo era sicuro. Oppure è solamente un incosciente.
    Il tassorosso avrebbe dovuto ringraziare che, per puro caso, Rose stesse passando per quel corridoio proprio quando la furia di Hazel stava per scoppiare.
    Aveva un aspetto quasi angelico la grifondoro, capelli biondi, lineamenti delicati… il ragazzo sicuramente non doveva conoscerla, se no ci avrebbe pensato due volte prima di osare pronunciare quelle parole.
    Era risaputo che il caratterino di Haz non fosse certo placido e tranquillo, anzi, ed era anche per questo che Rose la trovava così simpatica e affine.
    La tirò per un braccio istintivamente prima che compisse un linciaggio davanti ai suoi occhi. Si probabilmente ne sarebbe capace.
    -Se proprio devi farlo, non farlo davanti a me…o a nessun testimone- le disse ridendo mentre si allontanava dando le spalle al ragazzo rimasto ammutolito.
    La sua carica le imponeva di controllare gli studenti della sua casa e, in caso di infrazioni delle regole scolastiche e di comportamento civile, riferire a chi di dovere per eventuali punizioni.
    Inutile dire che nessuno era mai finito nella sala torture per opera sua, non avrebbe mai potuto. Le era capitato di finirci per non aver rispettato il coprifuoco al suo terzo anno e l’esperienza era ancora indelebile nella sua mente. Per questo, anche quando le era capitato di vedere qualcuno infrangere le regole, si era limitata a sgridarli e ad avvertirli che la sala torture non era di certo una leggenda e che no, non valeva la pena testare sulla propria pelle.
    Ovviamente questo non doveva essere risaputo, non tanto per l’immagine da dura che di certo non le apparteneva ma non voleva rischiare di perdere la carica e ritrovarsi un prefetto che provasse piacere nello spedire la gente nella sala. Almeno lei sapeva che non l’avrebbe mai fatto se non costretta. È assurdo che esistano questo genere di cose in una scuola!
    Dopo essersi allontanate avevano passato un po’ di tempo a chiacchierare e Rose si era sentita in dovere di sostenere le idee della grifondoro che effettivamente condivideva, anche se la sua squadra del cuore, da vera scozzese non poteva che essere i Montrose Magpies. Era stato amore a prima vista quando a quattro anni era andata allo stadio con Noah e il padre a vedere la sua prima partita di Quidditch.
    Tra una chiacchiera e l’altra le due erano finite, grazie a un’idea di Hazel, a dirigersi verso il pub preferito di Rose, e di gran parte degli studenti di Hogwarts. I tre manici di scopa.
    Il locale era abbastanza affollato ma diversi tavoli erano ancora liberi. Le due si avvicinarono al bancone e fu solo in quel momento che la rossa notò Gideon, il fratello della sua compagna.
    Sapeva bene chi era ma non poteva dire di conoscerlo bene, infatti non riusciva a capire se fosse felice di vedere la sorella o se stesse pensando a un modo per rendersi invisibile…nel dubbio
    -Ehi ma non mi avevi detto che tuo fratello lavorava qui! Ciao Gideon come stai?-
    Gli rivolse un sorriso stando attenta a non dimostrare troppa…troppa qualsiasi cosa onde evitare possibili ripercussioni. A Rose era sempre piaciuta Haz e sin da subito si era trovata molto bene in sua compagnia ma sapeva bene quanto fosse protettiva nei confronti de fratello e, a differenza del tassorosso lei sapeva che era meglio non farla arrabbiare troppo.
    -Una burrobirra anche per me, grazie-
    Ormai era un rito, ai tre manici non si poteva prendere una bevanda che non fosse la burrobirra. Cosa c’è di meglio in fondo?
    Si apprestò poi a sostenere la ragazza aggiungendo -Si è vero e avevi ragione ad arrabbiarti! Ma cosa ne vuole sapere lui poi? È tre anni che tenta di entrare nella squadra di tassorosso e ancora niente, tutta invidia-
    Se c’era una cosa su cui era informata quella era il Quidditch e facendo parte della squadra, così come Hazel, doveva conoscere il nemico…anche quelli eventuali e futuri.
    Rose Anderson | 15 y.o.
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    « Nessun incontro interessante, finora. » Bugiardo. Di incontri interessanti ne aveva avuti eccome #ifyouknow #no. Diede un buffetto sulla guancia ad Hazel, veloce, così da non darle la possibilità di mordergli il dorso della mano, come sarebbe successo altrimenti.
    « Nonna Bana non ci vorrebbe così blasfemi, por co dios. » Ed immaginò sua nonna Estebana imprecare, in un momento di rara lucidità, « Al che Dios quiere castigar le quita la razón! » Proprio lei.
    Si soffermò nuovamente sulla nuova conoscenza, Rose, osservandone i lineamenti con espressione neutra, niente che potesse tradire anche solo un pensiero. Aveva sempre trovato interessanti le ragazze dai capelli rossi, forse perché a Boston non se ne vedevano tante, non erano certo così frequenti come lo erano in Scozia.
    Rise tra sè, alla frase della rossa.
    « Strano non te lo abbia detto subito, ama spargere in giro random facts sul sottoscritto. Ma forse so la ragione... » Immaginava sua sorella saltellare per i corridoi della scuola, con un cesto di vimini in spalla dal quale estraeva e lanciava biglietti con informazioni - private e non, ma certamente imbarazzanti -, su di lui, tanto per minarne autostima e reputazione. Ma era piuttosto sicuro del perchè Hazel avesse preferito tenere per sè quell'informazione e non divulgarla. Quel comportamento aveva radici profonde che affondavano a quando entrambi i McPherson frequentavano ancora le elementari.
    Si avvicinò a Rose, in modo che potesse sentirlo solo lei. « Credo sia un po' gelosa di me. » Lo credi davvero, Gid?!
    Ricordava ancora molto bene quel giorno di fine scuola, quando per la prima volta aveva trovato il coraggio di scrivere un biglietto alla bambina per cui aveva preso una cotta, Leandra, che diceva
    " Ti metti con me? SI ☐ NO ☐ " Con tanto di faccine sorridenti, come se queste avessero potuto influire sulla decisione della bambina.
    La risposta che gli era stata recapitata in classe, recitava tali, secche, parole.
    "Decisamente no, ma dovresti stare con Josh."
    Il povero McPherson aveva passato tutta l'estate a domandarsi cosa ci fosse di sbagliato in lui, a domandarsi il perchè di quella risposta: perchè secondo Leandra avrebbe dovuto mettersi con il suo migliore amico Josh? Ew!
    Solo all'inizio della quinta aveva scoperto che, bè, Leandra non aveva mai ricevuto il suo biglietto, che adesso stava con un altro bambino e, soprattutto, che in realtà Hazel aveva intercettato la sua proposta d’amore ancora prima che le venisse recapitata. Era stata lei a rispondergli. Lei, che da sempre era stata convinta della sua omosessualità e speranzosa su un futuro prossimo coming out.
    Non si era mai vendicato abbastanza per ciò che era successo. E con il tempo se ne era persino dimenticato, ma ogni volta che osservava una ragazza in presenza di sua sorella, provava una sorta di profondo disagio, che comunque non lo bloccava dall'essere gentile.
    « Per quanto mi riguarda, puoi venire qui tutte le volte che vuoi. » Disse a Rose.
    « Anche se Hazel ti farà del terrorismo psicologico, per la burrobirra questo e altro! » Per poi spostare lo sguardo su sua sorella.
    Non voleva certo mettere zizzania tra le due, era solo curioso di vedere chi per prima avrebbe vuotato totalmente il sacco su ciò che era davvero accaduto quel pomeriggio. Riempì due tazze colme di burrobirra, porgendole alle ragazze con annesse due stecche di pallotti cioccocremosi in omaggio, poggiati su un piattino.
    « Ha criticato i Finchbury Finchies?! » Chiese, con indignazione in volto. « Ed è... ancora vivo per poterlo raccontare? » Domandò, allora, interessato alla storia.
    Meglio saperlo e tenersi pronti. Gideon era nato pigro ma pronto, tanto che aveva già redatto un testo da proporre in tribunale a favore di sua sorella quando, in un futuro che sperava lontano, fosse servito. Era probabile che i tempi fossero un po’ più celeri di ciò che pensava, comunque.
    Gideon McPherson | 16 y.o. [sheet]
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    once: gideon rosier
    29/09/18 h 16.00


    Edited by s t i t c h e s - 18/10/2018, 18:51
     
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    Nessun incontro interessante, eh? Beh, peccato, meditò dopo il fallito tentativo di mordergli la mano con un ringhio. Non se ne stupì più di tanto, a dire il vero: senza di lei suo fratello non sarebbe mai riuscito a combinare nulla in campo amoroso e, da brava sorella minore con il compito di accoppiarlo con ogni individuo di sesso maschile che le andasse a genio fargli trovare la felicità ma anche accoppiarlo con ogni individuo di sesso maschile che le andasse a genio, questo non dimentichiamolo, sono LE BA-SI., le spettava il dovere di dare una piccola spinta alle circostanze. Ma chissà, forse quello non era il giorno adatto e lo avrebbe lasciato in pace a lavorare. Forse.
    E mentre una vocina nella sua testa, del tutto contrastante con la sua intenzione di risparmiargli la dignità, le faceva notare che nelle fanfiction che leggeva gli incontri più scottanti avvenivano sempre sul lavoro – mmmh, interessante, magari era proprio un bene che si fosse trovato un lavoretto allora –, fu strappata al suo mondo di complotti dalla conversazione che stava avvenendo sotto i suoi occhi. E prima che l’istinto omicida scattasse e Hazel mettesse in atto proprio il terrorismo psicologico cui Gideon avrebbe accennato pochi secondi dopo, il suo cervellino funzionante a ingranaggi arrugginiti e Quidditch le ricordò che quella era Rose, e Rose non avrebbe mai rubato Gideon alla sua vera anima gemella, no? No?! Fece scattare lo sguardo dalla rossa a Gid, di cui avvertì come sempre nient’altro che gay vibes – santo cielo, era cos’ palese, dai – e viceversa, decidendo che voleva troppo bene alla sua compagna di squadra per minacciarla. Lui, invece, avrebbe dovuto minacciarlo sicuro. Era per il suo bene!
    E a proposito di random facts. «Tutta Hogwarts sa che abbiamo più calzini abbinati che altro.» Così, tanto per dire, sia mai si sarebbe poi sorpreso se qualcuno gli avesse chiesto “Ehi, tua sorella mi ha detto che andate a comprare da Calzedonia insieme!”. Cosa? Messo così il discorso cambiava leggermente, dite? Mah, Haz non aveva mai sparso in giro che suo fratello amasse comprare nei reparti femminili nonostante non fosse vero. Mai. Qui nessuno sa di cosa stiate parlando, men che meno lei.
    Si strinse nelle spalle, fischiettando allegramente. «Credo sia un po’ gelosa di me.» Mamma mia Gid, che gorpa sei, una standing ovation per il tuo spirito d’osservazione! Haz si fermò, guardandolo male. Gelosia? Ora si chiamava così andare in cerca del suo vero amore??? Razza di fratello ingrato, non avrebbe neanche meritato la sua attenzione! Si distrasse a cincischiare con un cartellino sul bancone, e immancabilmente lo fece cadere per terra, seguendolo con gli occhi nella sua inesorabile disfatta. Alzò poi le iridi su Gideon con un sorrisetto innocente. «Ihih, questa forza di gravità, che malandrina eh?».
    Si chinò a raccattare il cartellino per posizionarlo dov’era prima, mentre Rose, con le sue parole, si guadagnava tutto il suo amore incondizionato. Aaah, con lei sì che ci si poteva parlare, pensò, facendo un largo sorriso pieno di soddisfazione, per poi voltarsi verso Gid e fissarlo gongolando, come a esclamare “Visto? Una Prefetta mi sta dando ragione, mhmh”. «Principiante, non saprebbe neanche da dove iniziare per fare un Blagging senza cadere dalla scopa!» Ovvio che sapeva che il Blagging era fallo, era quello il punto! Lei era una vera esperta e ce ne voleva di equilibrio, per non cadere. Insomma, ci voleva talento anche per quello, inutile negarlo. Poi c’era quell’idiota di Kallistos Sinclair, con cui non faceva altro che litigare per quello, e lui era forse l’unico studente al castello che davvero non sopportava: Haz poteva arrabbiarsi e fare fuoco e fiamme per mezz’ora, un’ora, ma poi tornava a ridere e a distribuire pacche sulle spalle. Platinette, però, era capace di lasciarle addosso un malumore duraturo e non appena lo vedeva le veniva voglia di lanciargli un bolide in testa. Ricco viziato narcisista che non era altro.
    «Ed è... ancora vivo per poterlo raccontare?» Vedendo la vaga preoccupazione sul volto di Gid, Haz schioccò la lingua e fece di nuovo spallucce, scambiando un’occhiata complice con Rose. Le sarebbe veramente piaciuto di rispondere di no e che la disputa era terminata con una rissa coi fiocchi – oh, sarebbe stato divertentissimo!! –, eppure si ritrovò ad essere davvero innocente. Uao, quelle occasioni si potevano contare sulle dita di una mano. «Mmh, sì.» Non nascose il lieve disappunto nella voce, pur continuando a sorridere. Si sporse a dare una spallata leggera alla sua compagna di squadra – così le sembrava, c’era tuttavia da sospettare non fosse così povera Rose –. «Colp-MERITO di Rose, ma comunque ci penserà due volte prima di dire certe blasfemie in mia presenza. No?» fece rivolta all’amica. Agguantò la Burrobirra che Gid le mise davanti, attendendo l’avesse anche Rose per fare una specie di cin cin funebre alla mancata morte del disgraziato scampato alle conseguenze delle sue azioni, e bevve con una sorsata degna di uno scaricatore di porto, o del classico giocatore di Quidditch decerebrato e un po’ grezzo. La si amava per com’era fatta, dai.
    «Bravo, nella prossima vita ti assumerò come maggiordomo(???). E farò in modo di avere altri bei maggiordomi che ti spalleggino mlml.» If you know what I mean. Perché sì, sarebbe stata molesta in qualsiasi vita e Gideon ci avrebbe sempre rimesso. «Non accadono mai risse qui, o qualcosa di interessante? Possiamo rimediare se vuoi,» pronunciò, con quell’evil smile che non presagiva mai nulla di buono, mentre Rose avrebbe fatto bene a pensare qualcosa del tipo “Aspetta, possiamo? No Maria, io esco” e Gideon, probabilmente, a compilare il modulo per le dimissioni.


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    Halfblood | 29/09/18 H 16.00
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    Che tempistiche vergognose, non odiatemi svuhnbb
     
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