My snake made me come here

Maggie and Everett

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    “Non ho voglia di uscire stasera Theia” Everett guardò fisso negli occhi il suo pitone bianco steso nel letto della sua camera provvisoria, un sibilo uscì dalla bocca dell’animale e il ragazzo grugnò, “Non sono una persona noiosa” rispose lui anche se un qualsiasi osservatore esterno non avrebbe sentito altro che incomprensibili sibili uscire dalla bocca di Everett. “Okay va bene ci andrò” sbottò alla fine sempre in serpentese guardandosi allo specchio e sbuffando prima di iniziare a sbottonarsi la camicia, ‘Troppo elegante’ pensò prima di lanciarla sul letto di fianco a Theia e di dirigersi verso la sua valigia. Non gli ci volle molto prima di tirare fuori un nuovo outfit: un paio di skinny jeans neri, una maglietta rosa cipria ed una giacca chic ma sportiva nera con dei dettagli pastello lungo le maniche. Il giovane si sistemò i capelli prima di prendere alcuni galeoni e di dirigersi verso la porta. “Fai la brava” disse al suo serpente che sibilò in risposta, Everett ridacchiò scuotendo la testa leggermente prima di uscire definitivamente dalla stanza.
    Doveva ammetterlo, Everett era sempre stato curioso di andare al fantomatico Lilium soprattutto durante i suoi anni ad Hogwarts ma compiuti i 17 anni necessari per andarci il ragazzo non aveva più avuto il tempo o il coraggio di andarci. Quella sera però si trovava a Diagon Alley, si era recato lì per alcun rifornimenti e avrebbe passato la notte lì, avrebbe voluto rimanere nella sua camera e risposarsi un po’ ma se c’era una cosa che Everett non sopportava era ammettere che Theia avesse ragione e che lui fosse veramente diventato una persona noiosa dal momento in cui aveva lasciato Hogwarts. Proprio per questo ora Everett stava davanti alla porta del Lilium osservando l’insegna dal basso, fece un lungo respiro chiudendo gli occhi ‘Everett sei un uomo adulto e vaccinato, passi la maggior parte del tuo tempo in mezzo ai draghi non puoi veramente essere in ansia per un posto come questo, sembra che tu non abbia mai visto un ragazzo nudo’ penso scuotendo la testa prima di entrare finalmente nel locale. Il moro si guardò intorno un po’ per ambientarsi e poi decise di dirigersi al bancone per ordinare qualcosa da bere, si sedette su uno sgabello e non molto concentrato per via della musica e di alcuni ragazzi che stavano camminando lì vicino ordinò. “Qualcosa di forte, decidi te, non ho problemi” disse ancora non guardando bene in faccia chi l’avrebbe servito.
    JACOB EVERETT THOMPSON
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    Legenda:
    grassetto+corsivo: serpentese
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    Edited by ‡scaled‘wildboar‡ - 6/9/2018, 17:34
     
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    Era passata anche quell’ora. Una delle tante, una di quelle produttive, almeno economicamente.
    Dopo tanti anni, ancora non le era chiaro come mai certa gente fosse disposta a pagare un’attrice, perché in fondo lei era anche quello, per ristabilire una sorta di ordine nella propria vita. Era come se essere forti, predominanti, a letto fosse una sorta di catartica presa in giro. Era tutta un’illusione, un gioco di ruolo in perenne equilibrio tra finzione e realtà. Era pagata, appunto, per recitare una parte, anche quella della sottomessa, pur di alleviare le frustrazioni di alcuni dei suoi clienti. Eppure, si chiedeva come mai tornassero ogni volta, a volte per anni, senza mai mostrare il minimo cambiamento. Alcuni si erano innamorati di lei, certo, ma per Svetlana era tutto un gioco. Era devota solo al Dio Denaro e, di conseguenza, al Dio del Sesso, seppur non aveva ancora mai avuto modo di conoscere la sua personificazione in pene ed ossa.
    C’erano giorni in cui si chiedeva se qualcuno sarebbe stato in grado di portare quel mero atto fisico a un livello superiore, dove anche lei avrebbe potuto dire di esserne, finalmente, coinvolta. Era sempre stata brava a fingere, fin dai tempi di Hogwarts, tanto da renderlo un lavoro, eppure… eppure le mancava qualcosa, non solo un orgasmo.
    Sistemò la chioma bionda con precisione quasi millimetrica, mentre le ciglia si chiudevano quasi con noia, prima di scrutare la sua figura attraverso esse. Inclinò la testa di lato, sollevò il mento, portò in avanti le labbra, come se volesse lasciare un bacio nell’aria, come se qualcun altro, dopo di lei in quella stanza, fosse in grado di afferrarlo. Un tesoro misero, ma pur sempre un briciolo di buon umore.
    Un ultimo ritocco al rossetto, e fu nuovamente fuori dalla Pleasure House, in quello che era ormai il centro del suo mondo, il cuore pulsante del Lilum. Si fece avvolgere dalla sua musica, cullare dalle sue luci. Poteva un luogo così al limite dell’illegale e del profano essere considerato casa? Sì, decisamente. O, almeno, per lei lo era.
    Si muoveva nel locale con grazia, dispensando sorrisi e saluti a quella che ormai considerava la sua clientela fissa. Arrivò al bancone giusto quando qualcuno ordinò il drink più forte della casa.
    “Servi al signore un AK-47, Sebastian.” Tese le labbra in un sorriso furbo, calcolatore. “Se dovesse arrivare a fine serata, ricordando ancora il suo nome, offro io.”
    Sedette sullo sgabello, incrociando le gambe e aspettando che l’uomo accettasse la sua sfida. Se lo avesse fatto, ci sarebbe stato sicuramente da divertirsi.


    Margaret "Maggie" Piper | Svetlana
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    14.02.96 | 22 Y.O.
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    L'AK-47 è uno dei cockail più forti in circolazione e di certo non famoso per la sua bevibilità. Tra gli ingredienti:
    Brandy
    Vodka
    Rum
    Cointreau
    Bourbon whiskey
    Scotch whisky
    Gin
    Succo di lime
     
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    “Se dovesse arrivare a fine serata, ricordando ancora il suo nome, offro io.” Everett guardò la ragazza bionda con un sottile ghigno “Come posso rifiutare una tale sfida?” rispose ridacchiando leggermente per nascondere un velo di nervosismo ricordandosi il risvolto della sua ultima sfida alcolica. Il riccio guardò il bicchiere che gli era stato posto davanti, il forte odore di alcohol raggiungeva le sue narici senza la necessità di prendere il bicchiere in mano, Everett deglutì nervosamente prima di prendere il bicchiere e sorseggiare leggermente il drink ‘non tossire, non tossire, non tossire.’ si disse il moro per trattenersi. “Oh wow, ti piace vincere facile” le disse sorridendo e prendendo un altro sorso cautamente. “Meno male ho già perso la mia dignità a causa dell’alcool almeno un paio di volte.” disse più a se stesso che alla ragazza “l’ultima volta ho dedicato una canzone super trash chiamata Jessica ti amo ad un ragazzino che passava davanti a me fuori dal pub in quel momento. Oddio, l’ho proprio cantata a squarciagola non solo dedicata, si era vergognato un sacco, poverino. Ridevano un po' tutti, più a me che a lui ma quel poverino non aveva fatto niente di male, che sfortunato. Chissà dove è finito quel tipo.” disse corrugando la fronte “Sting, Sing, Swing si chiamava così credo, forse Swing.” esordì guardando la ragazza “Ovviamente non ti importa” disse ridendo leggermente scuotendo la sua testa e bevendo un altro sorso questa volta più grande. “Comunque la tua faccia non mi è nuova” disse poi “per caso ci conosciamo già?” sorrise cercando di non sembrare patetico. Onestamente si sentiva impacciato a parlare con un altro essere umano, soprattutto con una ragazza che sembrava sapere il fatto suo, parlare agli animali era di certo più semplice, almeno loro non avevano chiare espressioni facciali che facevano intuire quello che passava per la loro mente. “Io sono Everett” concluse porgendole la mano con un sorriso prendendo un ultimo sorso dal drink inevitabilmente tossendo con un’espressione di disgusto sul viso per la troppa quantità di liquori in quel bicchiere.
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    • Everett Thompson - dovrà raccontare di quando ha dedicato Jessika Ti Amo a Swing - PENITENZA LUCKY STRIKE
    Scusa la poca lunghezza ma ho finito le idee sulle figure di merda da fargli fare in un singolo post.

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    grassetto+corsivo: serpentese
    SOLO grassetto: dialogo normale
    SOLO corsivo: pensieri
    corsivo+colore diverso: cose dette dall'altra persona
    grassetto+colore diverso: dialoghi nei flashback


    Edited by ‡scaled‘wildboar‡ - 25/10/2018, 11:22
     
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    “Semplicemente, non puoi.”
    Le labbra carnose tese in un ghigno leggero, tipico di chi assapora già la vittoria imminente. L’ex Serpeverde amava scommettere e lo faceva solo ed esclusivamente quando era certa del risultato.
    “No, mi piace vincere.” Tutto. Ogni cosa. Sempre.
    Amava prevalere e dominare, avere tutto sotto controllo e prevedere gli esiti di qualsivoglia situazione. Non sopportava l’incertezza, i se o i forse. Si poteva dire vivesse una vita noiosa, pre-impostata, è vero, ma si sentiva protetta. Era l’unico modo per sentirsi al sicuro dopo anni in cui le incertezze avevano violato ogni parte del suo corpo.
    Era caduta, in ginocchio, talmente tante di quelle volte che aveva dimenticato cosa fosse l’amor proprio, cosa fosse l’ambizione, cosa significasse sopravvivere. Perché sì, aveva smesso di fare anche quello, lasciandosi andare in balia di eventi che non avevano mai avuto un retrogusto di speranza.
    Solo a causa dell’alcool? pensò divertita, mentre ricordava alcuni flashback dei giorni a Hogwarts, quando, prima di capire che Everett parlasse in Serpentese, tutti si chiedevano come mai il ragazzino fosse più interessato ai pitoni che agli essere umani. Che questa poi fosse diventata una costante nella vita del Thompson era un altro paio di maniche.
    “Non l’hai mai più rivisto?” Domandò incuriosita, assottigliando leggermente lo sguardo e scrutando meglio il giovane davanti a sé. La comunità magica non era poi così numerosa, i posti frequentati dai maghi erano sempre gli stessi, specialmente da quando si erano verificati nuovamente degli attacchi terroristici nel loro mondo. “Ammesso non si stia nascondendo da te. Era davvero una pessima esibizione? Peccato. Ti avrei lasciato il palco…” continuò ammiccante, con un velo di ironia tra le parole.
    “Oh no. Certo che mi interessa!” Si voltò completamente verso il suo interlocutore, posando una mano su quella dell’uomo. Le importava davvero, magari per altri fini, ma ciò non minava l’importanza di ogni informazione che potesse giungere alle sue orecchie. “Dato il nome, deduco sia straniero. Sicuro non fosse un turista? Soprattutto, ti piaceva?” Sorrise in modo morbido, invitandolo ad aprirsi con lei. “E sì ci siamo già conosciuti, a scuola. Tuttavia, qui, sarò solo Svet-” fece per stringergli la mano, bloccandosi a metà strada per celare un’espressione di orrore quando Everett iniziò a tossire rischiando di farlo sulle sue dita. “-lana.”
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    14.02.96 | 22 Y.O.
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