[mini q] It's about to be legendary

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    La risata di Tae Hyunjin gli arrivò nelle orecchie come un fulmine a ciel sereno. Naturalmente Jaeyong concordava con il suo acerrimo nemico perché una relazione -di qualunque tipo- tra loro due era assolutamente IMPOSSIBILE, però c'era comunque una parte del giovane mago che non poteva che esserci rimasta parecchio male per le esternazioni del maggiore. Anzi, Jaeyong era proprio incavolato nero! Sicuramente era un problema del giovane perché, comunque, Jaeyong tendeva ad arrabbiarsi per qualunque cosa Hyunjin facesse o dicesse, indistintamente. In questo caso, però, lui aveva percepito quella risposta di Tae e quella sua risata come un rifiuto ingiustificato, nonché come un 'mi fai troppo schifo, quindi è impossibile che tu mi piaccia', un pensiero ipotetico che l'aveva comunque colpito nell'orgoglio. Tutto questo ci poteva stare, per carità. Anche Jaeyong non sopportava Tae Hyunjin, l'Eletto pomposo, quindi la cosa era assolutamente reciproca. Il problema, però, era un altro. Il giovane si ritrovò ad essere molto arrabbiato con il suo nemico perché non riusciva a capire come un essere inutile come Hyunjin potesse anche solo pensare che lui 'facesse troppo schifo', quando era evidente che non era di certo Jaeyong ad essere una schifezza. "Come si permette? Dovrebbe essere lui a non sentirsi degno di una persona come me!" pensò subito il giovane ma perse l'occasione di dirglielo in faccia perché Hyunjin sparì il lontananza. « Maledizione! » disse lui e si infilò un pugno in bocca, stizzito. Odiava non avere l'ultima parola in una discussione ed il modo in cui l'altro non gli aveva permesso di replicare, inevitabilmente, lo portò ad odiarlo ancora di più (era possibile?).

    La rabbia di Ayeong era percepibile anche a diversi km di distanza. Poteva essere paragonata ad un'aura fosforescente che le avvolgeva strettamente il corpo. Ma con chi ce l'aveva? Con Taeyong, ovviamente. Il maggiore si era permesso di bloccarla sul più bello, ossia quando stava per confessare ogni cosa ai suoi bisnonni. Era più che certa che il suo piano avesse grandi possibilità di riuscita, ma ora che il fratello l'aveva bloccata... il momento era passato. Quando le sarebbe ricapitato di prenderli di sorpresa? In realtà avrebbe proprio voluto farli baciare in bocca, però non era riuscita a direzionare le loro teste nel modo giusto. "Che ne so io? Magari un bacio potrebbe risolvere tutto! Come nelle favole!" aveva pensato Ayeong, poco prima di far cocciare le loro teste insieme. Le cose alla fine non erano esattamente andate come da programma, però avrebbe potuto comunque continuare da lì se Taeyong non si fosse intromesso. « TI ODIO! » disse lei, incrociando le braccia al petto come una bambina capricciosa. «Pensi di essere cupido? Non essere sciocca. Non funziona così. Loro non inizieranno ad amarsi solo perché tu glielo ordini. Capito?» disse lui ma Ayeong aveva un pensiero totalmente diverso rispetto a quello del fratello. « E invece, TE LO DICO IO, si sarebbe risolto tutto se solo tu non ti fossi INTROMESSO! » disse lei, sottolineando le parole più importanti. In realtà non era proprio vero che Ayeong avesse sempre ragione, però lei lo credeva sul serio. Era convinta di avere un sesto/settimo senso che le permetteva di riconoscere sempre la strada più giusta per ottenere tutto quello che voleva. E questo l'aveva convinta che quello che avrebbe voluto fare poco prima l'avrebbe portata a far mettere insieme i suoi bisnonni -per qualche assurda spiegazione-. « Non ti sopporto. » disse lei e si diresse a passo deciso verso il bisnonno Jaeyong.

    Il colpo inferto con la katana andò perfettamente a segno, sebbene Jaeyong fosse troppo impegnato a salvare Ayeong per accorgersene. La nuova ferita era collocata sul fianco della donna e da lì sgorgava un sangue molto denso che si andava ad unire a quello che già fuoriusciva dal ventre. Il giovane mago, però, non riuscì a godersi quella piccola vittoria perché le sue mani erano impegnate in una battaglia contro le stesse mani della sua compagna. Sembrava che esse avessero vita propria ed istante dopo istante portavano il ventaglio della ragazzina sempre più vicino alla bocca di quest'ultima. Era chiaro che si trattasse di un incantesimo ma Jaeyong aveva troppa paura che mollando la presa la situazione sarebbe ben presto degenerata, quindi rimase lì a combattere con tutta la forza che aveva finché un incantesimo non li raggiunse. «accio ventaglio» disse una voce femminile ed in un lampo il ventaglio sparì dalle mani di Ayeong, lasciando la giovane donna scossa e tremante. Aveva rischiato davvero tantissimo. « Stai bene? » chiese Jaeyong velocemente, mostrando un'umanità che fino a quel momento nessuno aveva visto. Che si stesse affezionando? Di solito le ragazzine lo irritavano e basta, però questa aveva fegato, quindi probabilmente aveva solo imparato ad apprezzarla (un pochino). « Si... si. Sto bene. » disse lei, insicura. Jaeyong la vide prendere la bacchetta in mano, ormai sguarnita del suo ventaglio, e le toccò la spalla velocemente, quasi a rassicurarla.

    Ayeong aveva passato un momento davvero difficile. Questa volta non credeva che l'avrebbe fatta a sopravvivere, soprattutto a causa di quell'improvvisa mancanza di controllo. Le sue mani avevano volontà propria e non riusciva a fare altro che spingere quel ventaglio verso la sua gola. Se non fosse stato per il suo bisnonno e per l'aiuto improvviso di quella ragazza, Ayeong sarebbe morta. La giovane tremò al pensiero. Si trovava comunque nel bel mezzo di una battaglia, quindi non poteva distrarsi. Senza più il ventaglio in mano, arma che doveva comunque recuperare al più presto, Ayeong prese la sua bacchetta e notò un ragazzo in lontananza a cui stava per essere tagliata la gola. « Protego! » urlò lei, scagliando l'incantesimo in quella direzione. Dopodiché si concentrò sulla sua avversaria ufficiale, la donna/creatura. Recuperò il ventaglio con un "accio ventaglio" e staccò una delle lame dall'arma stessa, lanciandola con tutta la forza che aveva in direzione del petto della donna. Avrebbe voluto capire subito se la sua avversaria fosse stata colpita ma i suoi occhi catturarono una scena spaventosa: Jaeyong teneva il pomo della sua katana con entrambe le mani e, lentamente, la alzava verso l'alto, lama verso il suo stomaco, come a volersi auto-colpire. « Immobilus! » urlò lei in preda al panico.
    Jeon A-yeong (전아영)
    When I am just me
    I shine the brightest
    so don't get scared when darkness comes.
    Are you joking? What am I to you?
    Am I easy to you? Are you playing with me?
    You’re in danger right now, why are you testing me?
    22 Y.O. (Aye) | 17 Y.O. (Jae)
    2118 (Aye) | 2018 AU (Jae)
    Nephew & Great-grandfather
    Upside Down: Kook Jae-Yong


    COMBO DIFESA RINGO (Ayo + Barbie): Ayo scaglia un "Immobilus" per impedire che Jaeyong si auto-trafigga
    COMBO DIFESA FLOYD (Ayo + Floyd): Ayo lancia un "Protego" nella direzione di Floyd
    ATTACCO SU SERAFINA: Ayo stacca una lama dal ventaglio e la scaglia contro il petto di Serafina
     
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    Beltè si era allontanato da Ringo ma non pensava di diventare un oggetto per poi essere gettato su Tecno. Per fortuna non si fece neanche troppo male. In teoria doveva essere proprio Tecno a chiedere al nonno come stava, perchè nella sua testa tra i due quello più piccolo non era Beltè. Ma ancora prima che potesse muovere un muscolo o elaborare una frase, il ragazzo dai capelli chiari gli si piazzò davanti e « Hyung, stai bene? » chiese al rosso che sorridente annuì. Inutile negare che gli facesse davvero strano sentirsi chiamare in quel modo da una persona più grande di lui. Forse aveva ragione Ayo e dovevano dire la verità ai due ragazzi. Ma tra le tante cose che detestava, c'era quella di dare ragione alla sorella e mai lo avrebbe fatto. «ehm si» rimase a fissarlo mentre il ragazzo gli sorrideva, arrossì; che sensazione strana che aveva provato, quel sorriso squadrato scioglieva i cuori, davvero. Forse iniziava a capire perchè si erano innamorati i nonni, Hyunjin era così angelico. E poi il modo in cui si avvicinò e lo controllò per vedere se davvero stava bene lo mise a disagio «sicuro? Fammi vedere » prese a girargli intorno, imbarazzandolo sempre di più, poi fece una cosa che lo spiazzò gli toccò il mento «stai attento » disse dolce. Aspetta un secondo ci stava provando con lui? Quasi gli venne la nausea, non doveva andare in quel modo. Era così strano. « oo-ok » disse balbettando, era così a disagio, non voleva neanche cacciarlo in malo modo, non era carino ma lui, loro insomma doveva stare con Ringo. Fece per voltarsi ma sentì il corpo staccarsi violentemente da terra; Dominga l'aveva colpito a tradimento mentre era troppo preso a imbarazzarsi per il comportamento di suo nonno. Anche se beh, da una parte lo aveva salvato da una situazione scomoda, ma non voleva finire con la testa schiacciata su terreno ricolma di sangue. « Oh no...» vide il pavimento sempre più vicino e provò con un « arresto momentum » davvero non voleva morire in quel modo. Se fosse riuscito a mettere i piedi per terra invece che da sdraiato e senza vita avrebbe anche reagito a quella tipa che continuava a volerlo morto. Lo avrebbe fatto utilizzando il bastone, sembrava odiare quanto lui quella tipa, visto che ogni volta riusciva a farle male, non quanto voleva visto che era ancora in piedi e in forma.
    Così provò a colpirla, facendolo prima roteare con una mano un paio di volte, come un vero ninja e poi impugnandolo con due mani avrebbe provato a spaccargli la testa.
    Ma quanto si sentiva figo in quel momento? Se solo sua sorella fosse stata attenta alle sue mosse, in fondo non era la sola ad essere brava nella arti marziali, anche se lei aveva un ventaglio con delle lame. Così continuato a far ruotare il bastone si avvicinò verso Eldmiro e prima che questo potesse staccare davvero un braccio col machete, provò a colpirlo proprio lì. Non c'era miglior soluzione che colpire le parti basse di una persona maschio o femmina che fosse, non importava alla fine il sesso, era sicuro che si sentisse un male atroce in entrambi i casi. E se avesse conosciuto Wendy, avrebbe confermato la cosa, dato che aveva provato entrambe le cose, ma non stiamo parlando di lei, ma bensì di Tecno.


    Jeon Taeyong
    Have I lost myself or have I gained you. I suddenly run to the lake, There’s my face in it
    Please don’t say anything
    Reach my hand out to cover the mouth. But in the end, spring will come someday. The ice will melt and flow away
    24 y.o // 19 y.o
    2118// 2018
    MESSICO
    Tae Hyunjin au!


    Frankie → Barbie+Tecno : Usa il bastone per colpire tra le gambe Eldmiro
    Tecno → Tecno + Minkia: arresto momentum
    Attacco su Dominga: riprova a spacciargli la testa.
     
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    Stringeva ancora il filtro tra le dita, un po' come fosse un rosario dedicato ad una divinità che lui, personalmente, non riconosceva. Osservò le volute di fumo compiere acrobazie nell'aria, un po' come fossero delle ginnaste esperte. Si muovevano, facevano qualche capriola e poi sparivano nel nulla, lasciando soltanto un odore acre che lui mal sopportava, nonostante riuscisse comunque a conviverci e che anzi, portava molto spesso alle sue labbra per poter assumere un po’ di quel lento veleno. Spesso, anche il ritmo con cui una persona aspirava dalla sigaretta lasciava intendere quanta agitazione provasse, o, in alternativa, cosa avesse intenzione di fare; e così Minhyuk Barrow, guardò le proprie mani macchiate da un liquido cremisi che non era il suo. Avrebbe dovuto sentirsi in colpa, straziato, sentirsi un assassino, o perlomeno sentirsi soddisfatto o trionfante per aver colpito il suo avversario. Ma Minkia Barrow sapeva che quelle mani, quelle falangi troppo sottili e affusolate per un ragazzo della sua mano, sarebbero stato il mezzo per qualcosa di più grande. E dunque non sentiva niente. Niente. Una parte di lui, piccola, piccolissima, parte di lui si dibatteva, ma oramai noi tutti sappiamo che i Barrow non sono mai stati completamente sani di mente.
    « Tranquillo, piccolo raviolo al vapore da chiudere delicatamente con tanto amore, non mi chiamo Park Swing Sehyung, non mi faccio ammazzare. » rispose tenendo la sigaretta tra i denti, Minkia, avvicinandosi al suo compagno per potergli esaminare rapidamente la ferita. I polpastrelli andarono a scostare i brandelli di maglietta dalla sua spalla e le sopracciglia ad inarcarsi prima di sfoggiare un ghigno.
    « nOn Mi ChIaMo PaRk SwInG sEhYuNg, NoN mI fAcCiO aMmAzZaRe. » rantolò il maggiore, andandogli a scostare la mano dalla spalla parecchio in disappunto.
    « Vedi di riposare un po’, non voglio diventare necrofilo. Non prima del tempo, almeno. Quindi, vedi di tenere il tuo sedere cinese vivo, va bene, piccolo sashimi inzuppato nella soia? » domandò retoricamente divertito, con un ghigno malizioso ad incurvargli le labbra verso l’alto. Era tutto uno scherzo, nemmeno troppo divertente, per lui.
    Aspirò il fumo lasciando che si depositasse sulle pareti dei polmoni, veleno strisciante in un corpo giovane. Lo trattenne fra i denti, sulla lingua, quasi a volergli impedire di andarsene. Un capriccio testardo e ardente, e sciocco a dire il vero, ma voleva tenero ancora un po’, fin quando non avrebbe bruciato implorando di saggiare l’aria con le sue dita indistinte.
    « Ma quindi tu sei amico loro? Sei un spagnomessicaportogese anche tu? Grazie per avermi salvato la vita, comunque. Amigos, Spidy Gonzale, nachos. Tu capire me? Chili con tacos. » e lasciò scivolare il fumo dalle narici, sentendo il naso bruciare ed un gusto agrodolce sulla punta delle labbra. Come se non fosse abbastanza, il cinese chiuse la mano libera in quel tipico meme italiano con il quale aveva tappezzato i muri della stanza dei suoi friendz ad Hogwarts. « Tus aiutares mes, amigos. My friends Swing tra poco fa caput, capito???? MARACAS!!! No aspetta, PIGNATTA!!! COSI’ CAPUT BOOM BOOMS. » con un cenno del capo indicò al suo interlocutore il ragazzo coreano dalla chioma in quel momento nuovamente rosa che, con il fiatone, aveva deciso di ripararsi qualche secondo con la schiena contro un albero.
    Corse in direzione del suo compagno, Minkia, l’arco in spalle e la faretra ben legata al proprio corpo così da non lasciarla cadere, ed è così che gettando la sigaretta oramai ridotta ad uno sputo a terra, il sedicenne avrebbe utilizzato le ombre per poter bloccare l’arma del suo avversario. Non contento di ciò, come si permetteva a colpire il suo amato bah B A H, il Barrow estrasse una freccia dalla faretra per poterla incoccare e tentare di scoccarla in direzione dell’Enrico Inglesiasi femminile Au o qualsiasi cosa fossa quella tipa. E per giunta aveva la mamma lama, che irrispettosa.
    « OH NO, PICCOLO FIORELLINO, ATTENTO. »
    « Ah, quindi ora chiami gli altri con i nomignoli? Mi tradisci? »
    « Tu non apprezzi il mio amore. ANCHE SE RIMARRAI SEMPRE IL MIO PICCOLO ANATROCCOLO AL VAPORE. »
    Minhyuk voltò il capo per poter ammiccare a Sehyung in un sorriso che non era del tutto tra i più casti. Sì, lui e il suo metro e sessantacinque di altezza si sentivano veramente dei fighi.
    Subito dopo i piedi del sedicenne tornarono a muoversi sul terreno per poter correre incontro alla ragazza sollevata in aria e, se l’incantesimo del suo amiko kinese non fosse andato completamente a segno, Minkia si sarebbe gettato lì per poterla prendere al volo – magari poi l’avrebbe ringraziato con un kissino ihih -.


    park sehyung
    A sound of something breaking
    I awake from sleep
    A sound full of unfamiliarity
    Try to cover my ears but can’t go to sleep
    The pain in my throat gets worse
    Try to cover it
    I don’t have a voice
    Today I hear that sound again
    18 y.o | 16 y.o.
    ravenclaw | Darkness Manipulator
    MEXICO
    upside down: Minkia Barrow




    COMBO DIFESA (per swing, minkia + floyd): usa le ombre per bloccare l'arma del nemico
    COMBO DIFESA (per tecno, minkia + tecno): la prende al volo
    ATTACCO SU ZAIRA: scocca una freccia
     
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    «ehi, g-gwen» Barbie piegò le labbra verso il basso, un’occhiata oltre il Gkoala per assicurarsi che la Markley fosse ancora intera – cose che un tanto bravo ragazzo come Barbie doveva sapere, eh. For science. «quanto b-bruci da 1 a uau b-barbie ma ti sei t-tolto la maglia?» sollevò gli angoli della bocca ed un pollice nella sua direzione, giusto per essere quel cheerleader che il Messico meritava, ma non quello di cui aveva bisogno in quel momento. Beh, oh, quando si veniva sbattuti a cent’anni di distanza e in un’altra dimensione, si faceva quel che si poteva. Avrebbe potuto continuare a farsi i cazzi propri, il buon Jagger, fischiettando in giro un po’ di cotton eyed joe e guardando sotto palme e banani se per caso quei simpatikoni degli aztechi avessero nascosto la scorta di sudore degli dèi, lacrime di Chalchiutotolin o, perché no, un po’ di sangue di Itztlacoliuhqui-Ixquimilli (ossia un qualunque alcolico che meritasse d’essere definito tale), giusto in caso avessero avuto ospiti inattesi (dai, quale tribù pre colombiana non nascondeva della tequila sotto le radici di qualche bell’albero di ananas? Cosa, gli ananas non avevano un albero? Tsk: era un’eresia al quale il Jagger non avrebbe mai creduto – non si faceva mica fottere dalle usanze occidentali.) ma non lo fece, Barbie. E sapete perché?
    Perché era un giovane uomo coraggioso, lui. Un guerriero mandato direttamente da Homer Simpson per salvare le giovane creature di un’altra realtà. Un geco killer creato nei laboratori per conquistare il mondo conosciuto e non.
    E perché sotto quegli alberi dall’aria triste (un po’ salici piangenti, avrebbe detto) non c’era un cazzo se non ragni più grandi del brufolo di Buster-Brufolo-Selvaggio il corriere di Bodie. Corriere nel senso che correva e gridava (IIIIIIIIIIIIII) perché si credeva un cavallo.
    Vabbè. Evidentemente quel branco di Gutturali bestie di Satana, oltre ad avere un pessimo gusto in fatto di abiti, erano astemi (davvero una blasfemia: cosa sei sacerdote a fare se non ti puoi scolare il vinello buono? Assurdo), il che rese Barbie ancora più triste ed amareggiato dalla vita. Che merda. Schioccò con disapprovazione la lingua sul palato, quindi volse gli occhi scuri sulla morte generale dei propri compagni (ma guarda te sto gregge di stronzetti che osa crepare mentre tu, oh, ti distrai cinque minuti a cercare del buon rhum d’annata: non c’era più rispetto per i centenari) scuotendo indispettito il capo. «f-f-f-franco, ma non v-vedi che s-sta cercando di ucciderti?» INKREDIBILE quanto i giovani ignorassero le problematiche della vita, tipo la vita, in favore di un Like in più sui social (???). Avrebbe allungato un braccio afferrando Franco (HAIL FRANCO IL GENERALISSIMO!!&&) dalla collottola, ed avrebbe cercato di tirarlo via prima che l’Incartapecorito potesse decidere di fare un porta collane con il suo braccio. Allontanato il ragazzino dal pericolo imminente, uno stanco Jagger avrebbe stretto entrambe le mani sulla mazza chiodata e, molleggiando sulle ginocchia, avrebbe alzato un seccato dito su Edelmiro. «c-cuccia» ma dato che non parlava la sua lingua e Floyd era troppo giovane (uaU SCIOKKANTE) per fare da interprete con una civiltà millenaria, Barbie avrebbe saggiamente decretato che una mazzata in faccia dicesse più di mille parole (oh uau che frase figa, magari quando torno a Bodie posso creare dei cioccolatini e riempirli di frase romantike e sagge come questa!!, ingenuo d’un Bodiotto, i Baci Perugina ti ruberanno l’idea e non ti daranno i copyright: it’s a very very mad world). Gli stronzetti però continuavano a fare quel che loro veniva meglio (ossia le MERDE D’EPOCA) il che fece alquanto incazzare l’anima redenta del Jagger. Vedendo un tipo (o tipa? Era difficile quando non li guardavi perché avevi da meglio da fare che assicurarti di che sesso fossero i tuoi nemiki, e poi OH BELLA Lì INSULTI GENDER FLUID!!!) approcciarsi in maniera poco appropriata alla cinesina con i capelli lunghi, mentre uno dei tre (..o erano due. O quattro. Magari era uno solo che si muoveva velocissimo) Tencent ciao wechat avrebbe immobilizzato la ragazza, Barnaby si sarebbe occupato dell’avversario: «M-M-MALEDUCATO CHIEDI S-SCUSA» con tanto di infastidito coppino alla nuca e sguardo di disapprovazione.
    Ah, i giovani.

    barnaby "barbie" jagger
    Up, down, but the world keeps spinning 'round and 'round
    I see this place ain’t big enough for me
    I want you to take me away
    I don't like the music other people tend to share
    Hate your loser lyrics, middle fingers in the air
    1918 vs au 2018
    healing (x) factor
    1894's | 2001's
    upside down: frankie cobain


    COMBO DIFESA: (per frankie, con tecno): tira via frankie
    ATTACCO (su edelmiro): mazzata #severo ma giusto
    COMBO DIFESA (per ayo, con ringo): tira un coppino a serafina
     
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    Floyd Villalobos, guardando il coreano al quale aveva appena parato il culo, avrebbe preferito non sembrare così confuso – le labbra strette tra i denti nell’imbarazzo delle parole taciute, le dita a grattare le sopracciglia nel vano tentativo di spostare l’attenzione altrui dall’evidente disagio dipinto tra le rughe di un viso ancora giovane. «perdonami» tentò aiutandolo a rialzarsi, sinceramente dispiaciuto per quel mancato rispetto: da sempre, Juan, si era schierato dalla parte delle minoranze e delle differenze – inizialmente per dispetto nei confronti della propria famiglia, bigotta e bastarda nei confronti di ogni individuo che potessero etichettare come diverso, lui ed i poteri a renderlo il germoglio di un seme demoniaco, impiantato dal Diavolo in persona nel grembo della madre puttana, per primi; in seguito, per puro istinto: probabilmente, si diceva, l’unica cosa buona che abbia mai fatto. Il suo palese non comprendere chi fosse quale ragazzo dagli occhi a mandorla, in quel momento, lo poneva su un piedistallo umiliante – ed onestamente, molto più importante per lui della battaglia in corso in Messico: già detto che tutta quella roba non lo riguardava nemmeno per la minchia non Barrow?
    Beh, non era colpa sua se l’unico asiatico che avesse mai visto in vita sua era stato Adam Akers, maggiordomo tuttofare della magione dei Fay a Bodie, in California; non lo giustificava, ma nemmeno lo aiutava. Non avevano nemmeno dei tratti caratteristici, a dirla tutta. L’unico degno di nota era il fatto che Swing avesse i capelli colorati - scioccante, per giunta: da quando permettevano alla gente di tingersi il cuoio capelluto? Ricordava che suo padre in Colombia era solito farlo, ma in modi che avrebbe preferito non rivedere: sperava che nel futuro la gente non si facesse scuoiare un maiale sopra la testa, per avere i capelli rossi. Non era nemmeno permanente, tra l’altro. E poco igienico (il che spiegava perché Sebastiàn amasse tanto quel metodo: la gente moriva lentamente e dolorosamente di qualche strana piaga conseguente al bagno).
    Comunque, confidava che prima o poi si sarebbero messi delle targhette al petto con il proprio nome. Come a scuola, dai. Bellissimo! «ma quindi tu sei amico loro? Sei un spagnomessicaportogese anche tu? Grazie per avermi salvato la vita, comunque. Amigos, Spidy Gonzale, nachos. Tu capire me? Chili con tacos.»
    Cosa.
    Piegò il capo verso il giovane appena aiutato, la lingua ad umettare le labbra. Ok, quello era… strano? «hablo tu lengua, ragazzo» rispose sbrigativo, gli occhi azzurri a cercare quelli più scuri di Barbie, o di Mads - a supplicarli: sperava che anche loro fossero nello stesso stato di interdetta confusione che lo attanagliava, e che come lui volessero semplicemente tornare alla monotona e triste vita di Bodie. «ti sembro amico loro domandò, sinceramente perplesso, indicandogli un Tito che tornava all’attacco per, uau, tagliargli la gola. Una cosa molto rude, a dirla tutta. Non tanto per il gesto, lo capiva - era entrato nell’ottica che erano in guerra e che lo volevano uccidere, wow che bello!, quindi era anche impressionato dall’audacia dell’azteco -, quanto per il barbaro metodo. Avrebbe quindi cercato di sfiorare con dita intangibili il potere più vicino a lui, e fu veramente molto felice di percepire l’oscurità lambire il coreano vicino a lui – l’avrebbe presa in prestito, strappandone giusto un po’ per aprirsi un varco alle proprie spalle nel quale rintanarsi. Lo stesso che, per magia!, si sarebbe riaperto alle spalle del messicano: senza indugiarci troppo, lo avrebbe preso per le spalle, facendo scivolare la lama della katana sotto l’orecchio sinistro del moicano. «esta» avrebbe sibilato, facendo scorrere la lama lungo la gola dell’avversario, premendo il più possibile, fino a giungere al lombo opposto. «es una corbata colombiana»
    Inutile dire che non sarebbe morto (20 ps), lo sapeva, ma intanto ci avrebbe provato – e dato una lezione di folklore colombiano alla gente!
    «Tus aiutares mes, amigos. My friends Swing tra poco fa caput, capito???? MARACAS!!! No aspetta, PIGNATTA!!! COSI’ CAPUT BOOM BOOMS.» «prima intendevo dire che parlo la tua lingua» ripeté, dato che il kinese non sembrava aver capito. O forse sì e lo stava prendendo per il culo?
    Chissà; non Floyd, dato che si sarebbe precipitato davanti a Swing, katana alla mano pronta a tagliare la mano di quel peccatore pagano.
    floyd juan villalobos
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    No consequences
    Would I go touch the flame?
    Or would I run for the exit?
    I ponder of something great
    My lungs will fill and then deflate
    They fill with fire, exhale desire
    I know it's dire my time today
    24 y.o. | 17 y.o.
    mimesis | slytherin
    mexico
    upside down: scott noah larson


    DIFESA FLOYD (floyd + ringo): si apre un varco d'ombra per risbucare dietro a tito e-
    ATTACCO SU TITO (floyd): fargli una bella cravatta colombiana
    DIFESA SWING (floyd + minkia): cerca di amputare la mano di zaira
     
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    tito20 PA10 pd15 psattacco: 11sciabola | medium
    swing15 pa15 pd33 psARMA: fioretto | arco
    minkia
    zaira20 PA10 pd18 psattacco: 15mazza ferrata | assorbimento cinetico
    jayson15 pa15 pd50 psARMA: pistola | mazza
    freddie
    Belèn20 PA10 pd10 psattacco: 16balestra | idrocinesi
    mads15 pa15 pd50 psARMA: bastone | fucile
    nathaniel
    Bienvenida20 PA10 pd40 psattacco: 6falce | criocinesi
    marion15 pa15 pd48 psARMA: revolver | machete
    rebecca
    rafa20 PA10 pd40 psattacco: 2lancia | guarigione
    dustin15 pa15 pd47 psARMA: sparachiodi | mazza da baseball
    rudy
    hugo20 PA10 pd34 psattacco: 13scimitarra | chiaroveggenza
    byron15 pa15 pd50 psARMA: pistola semiautomatica | arco
    angelina
    cruz20 PA10 pd9 psattacco: 1frusta | ombrocinesi
    kebab15 pa15 pd47 psARMA: mazza chiodata | pugnale
    coraline
    estela20 PA10 pd40 psattacco: 20nunchaku | moltiplicazione
    zaira15 pa15 pd50 psARMA: fioretto | martello
    jazz
    javier20 PA10 pd28 psattacco: 9sciabola | empatia


    DIFESA MARION (angelina + rudy): 1 + 6 = 7 pd (-2 ps)
    Rafa ti cade comunque addosso, ma meno violentemente: ti becchi un calcio alla spalla.
    ATTACCO SU RAFA (angelina): 5 pa. DIFESA RAFA: 6 pd.

    DIFESA DUSTIN (angelina + rebecca): 2 + 5 = 7 pd (-3 ps)
    La scimitarra ti apre un taglio sul ventre.
    ATTACCO SU HUGO (rebecca): 12 pa. DIFESA HUGO: 6 pd (-6 ps)
    psycho!Becca ci va giù pesante, ma Hugo si difende bene: gli parte solo qualche dente.

    DIFESA BYRON (marion + rudy): 11 + 13 = 24 pd (+20 pa)
    ATTACCO SU CRUZ (rudy): 12 + 20 = 32 pa. DIFESA CRUZ: 3 pd (-29 ps)
    Il coltello si conficca in pieno nel petto di Cruz, dritto al cuore. Eppure, è ancora in piedi.

    DIFESA RINGO (ayo + barbie): 12 + 15 el coppino de dios = 27 pd (+7 pa)
    ATTACCO SU SERAFINA (ayo): 4 + 7 = 11 pa. DIFESA SERAFINA: 2 pd (-9 ps)
    La lama del ventaglio perfora, probabilmente, un polmone di Serafine infilzandola nel petto.

    DIFESA FLOYD (ayo + floyd): 4 + 6 = 10 pd (-10 ps)
    Tito non ti taglia la gola, ma ti lascia un lungo taglio sul petto.
    ATTACCO SU TITO (floyd): 14 pa. DIFESA TITO: 1 pd (-13 ps)
    Niente cravatta colombiana: Tito si sposta abbastanza velocemente da beccarsi soltanto un taglio verticale dall'orecchio alla base del collo.

    DIFESA FRANKIE (barbie + tecno): 5 + 5 = 10 pd (-8 ps)
    Non perdi il braccio, ma forse avrai molte difficoltà ad usarlo: Edelmiro ti regala un bellissimo taglio che va dalla spalla all'avambraccio.
    ATTACCO SU EDELMIRO (barbie): 8 pa. DIFESA EDELMIRO: 2 pd (-6 ps)
    Edelmiro si rompe il naso, ma è ancora vigile e combattivo - solo un po' confuso.

    DIFESA TECNO (tecno + minkia): 4 + 14 = 18 pd (+2 pa)
    ATTACCO SU DOMINGA (tecno): 13 + 2 = 15 pa. DIFESA DOMINGA: 5 (-10 ps)
    Il bastone colpisce in piena testa Dominga, che cade a terra - ma non morta, ancora.

    DIFESA SWING (minkia + floyd): 1 + 13 = 14 pd (+4 pa)
    ATTACCO SU ZAIRA (minkia): 2 + 4 = 6 pa. DIFESA ZAIRA: 6 pd.

    REBECCA: Rafa cerca di farti lo sgambetto.
    ANGELINA: Cruz cerca di frustarti il braccio.
    RUDY: Hugo prova a tagliarti la testa.
    TECNO: Dominga ti sputa un dardo in un occhio.
    MINKIA: Zaira cerca di darti un calcio rotante in faccia.
    FLOYD: Tito ci riprova con l'Infero e gli ordina di prenderti a pugni.
    BARBIE: Edelmiro cerca di illuminarti d'immenso ed accecarti (again).
    AYO: Serafina raccoglie un sasso e te lo lancia con la fionda.
     
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    Sì, ma che palle, perché non potevano tutti morire tranquillamente?
    Beh, poteva capirli Minkia, dopotutto, da quanti anni erano rinchiusi in quella specie di piramide cinese falza? Milioni di anni? Qualche giorno? Un trilione di anni? Dopo qualche giocata a briscola, una pizza quando il fattorino degli aztechi si ricordava della loro esistenza, un po’ di salamino tagliato a fette belle sottili come piaceva solamente a loro, un po’ di swing e country ( song pop 2 insegna ), che avrebbero dovuto fare? Onesto, onesto anche quello. PERO’ DOVEVANO MORIRE, FATO BELLO SMETTILA DI PRENDERTI GIOCHI DI QUESTE POVERE ANIME GRAZIE.
    « Che minkia ne so se sei amico loro. Potresti benissimo essere anche tu un falzo doppiogiochista con i nachos facili da lanciare all’attacco contro di noi. Però mi fa piacere che tu possa parlare la nostra lingua, piccola maracas da suonare in riva alla spiaggia. » si morse il labbro inferiore, ancora quel sorriso ironico a dipingergli il volto mentre attinse alle informazioni come avrebbe fatto un viaggiatore nel deserto di fronte ad una fonte d'acqua. Seppur blande ed indirette, i dati che riuscì a cogliere bastarono ad instillare in lui la consapevolezza che, forse, era leggermente fottuti. Tutti quanti. E no, non nel modo in cui avrebbe voluto minkia – beh, sapete, gli ormoni adolescenziali portano a brutti scherzi -.
    « Noi proteggeremo il mondo dalla devastazione, uniremo i popoli nella nostra nazione, denunceremo i mali della verità e dell’amore, estenderemo il nostro potere fino alle stelle. Io sono Minkia, e io sono Barrow. IL TEAM ROCKET PRONTO A PARTIRE ALLA VELOCITA’ DELLA LUCE. Arrenditi subito o preparati a combattere. » forse aveva sbagliato ma ehi, non gliene importava una minchia. Si guardò intorno, fronte corrucciata, sopracciglio innalzato e le labbra evidentemente contrariate da nessuno che avesse colto la citazione. PERFINO IL SUO NUOVO AMICO PORTOSPAGNOMESSICANO NON AVEVA RISPOSTO. Ma dove lo avevano mandato. Papà dove sei? Vienimi a prendere, nessuno capisce la mia arte qui. « Andiamo ragazzi, è elementale. Avreste dovuto rispondere “Meow, è così amico”. Che infanzia avete avuto? Non avete mai visto i pokémon? Comprendo che la metà di voi abbiamo i genitori morti, qualche problema psicologico, o roba del genere. Ma andiamo, sono i P O K E M O N. »
    Invero poteva comunque credere a quelle povere e sciocche anime: dalla tenera età di dieci anni, aveva smesso di avere paura che qualcuno lo lasciasse indietro. Aveva sempre fatto affidamento solo e soltanto sulle sue forze, Minkia, e quando si era ritrovato a crescere troppo in fretta e a scendere a patti con la consapevolezza che il mondo, in realtà, non fosse tutto rose e fiori, la situazione gli era completamente sfuggita di mano. Forse perché era solo un ragazzino, forse perché non possedeva la maturità giusta per rendersi conto che stesse facendo una grandissima stronzata. Tutto questo, fin quando il narcisismo non lo aveva colpito, instillando in lui la convinzione di non aver bisogno di nessuno per andare avanti. E, seppur quella costante non volesse proprio abbandonare la vita del giappocorecinese, Minhyuk non volle lasciare nessuno indietro, sarebbe comunque andato contro il suo codice morale, sempre se lo avesse reamente avuto.
    Vide uno dei vecchi del circolino azteco dirigersi verso Zayra, poteva dunque un gentil Barrow come lui non intervenire? Un rapido movimento del corpo a portarlo davanti alla ragazza ed è lì che avrebbe cercato di bloccare il suo polso per impedire che la sua friend venisse colpita.
    « Non ti hanno insegnato a non colpire le donne? Bah - - - e no, non farmi quel faccino da tirarti le guanciotte, io posso farlo. Tu sei troppo piccino. » e come se fosse stato un suo amico di vecchia data, Minhyuk dette all’avversario qualche simpatica pacca sulla spalla prima di dirigersi verso il suo prossimo obiettivo. Con un calcio iper triplo volante della tradizione giappocinese, Minhyuk tentò di difendere Kebab ( mlmlm buono ) e, come se non fosse stato abbastanza, avrebbe tirato un gomitata al capo di Estela.

    park sehyung
    A sound of something breaking
    I awake from sleep
    A sound full of unfamiliarity
    Try to cover my ears but can’t go to sleep
    The pain in my throat gets worse
    Try to cover it
    I don’t have a voice
    Today I hear that sound again
    18 y.o | 16 y.o.
    ravenclaw | Darkness Manipulator
    MEXICO
    upside down: Minkia Barrow




    COMBO DIFESA (per zayra, minkia + gkee): blocca il polso
    COMBO DIFESA (per kebab, minkia + tecno): calcio volante verso la mano del nemico
    ATTACCO SU ESTELA: gomitata
     
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    Porca paletta, avevano ucciso Gwen. Rimase ancora aggrappata alla ragazza il tempo necessario a nascondere l’espressione atterrita dal proprio volto così da sostituirla con un affabile, e decisamente più opportuna, smorfia facciale preoccupata (che poi, oh, preoccupata lo era davvero eh, ma la priorità di Gkee era la propria reputazione: che figura ci avrebbe fatto se quella storia fosse passata ai media?). «ti prego scusami» squittì scendendo a terra, il capo chinato in un mezzo inchino e gli occhi serrati. «stai…beh, sei comunque bellissima» la tranquillizzò sorridendole gentile, una mano a tentare, senza sfiorare le lesioni, di spostarle una ciocca scura dietro le orecchie. Indietreggiò (si trattava di una fuga in grande stile, ma cercò di non farla passare come tale) fino a trovarsi al fianco di Noah Larson. Mediocre sui media, ma con dell’ottimo potenziale per raggiungere la vetta – non superiore al suo, certo, ma non si poteva certo chiedere troppo. «facciamo che questa faccenda rimanga fra noi, mh» gli offrì perfino un pugno contro il quale Larson, ottimisticamente, avrebbe picchiato per suggellare quella promessa: le vite che non venivano salvate in Messico, rimanevano in Messico. Era o non era quello che insegnavano sempre i documentari sui Cartelli? Eh. Con la coda dell’occhio vide una piumata freccia azteca sfrecciare in direzione della Winston (la conosceva? Massì, dai, erano compagne di scuola), e rapida lanciò uno sguardo di sottecchi al ragazzino occhialuto, shuriken già pronto alla mano. «ci riproviamo?» come aveva insegnato in ogni sua Rubrica (davvero una qualunque.) provarci ancora era il primo passo per riuscire in qualunque cosa: eh, statisticamente parlando prima o poi avrebbe smesso di uccidere e/o mutilare i propri compagni di squadra cercando di parare loro le chiappe, no? E se non fosse stata quella la volta buona, vabbè, sarebbe stata la prossima! Sharyn Winston sarebbe morta, okay, ma che gusto ci sarebbe stato se qualcuno non ci avesse lasciato la pelle permettendo poi a gente come Gkee di tramandare una loro (più interessante) storia ai posteri?
    Tutto era parte dello spettacolo.
    Vide uno degli aborigeni sfrecciare con intenzioni poco amichevoli verso una ragazza (molto carina, pelle di un denso caramello e capelli di un perfetto ebano liquido) proveniente dal futuro. Si fece un rapido segno della croce chiedendo il soccorso di Paris Hilton (eh, a ciascuno la propria religione), quindi sarebbe scattata in direzione di Zaira. Una volta di fronte a lei, pur essendo alta un metro e tanta voglia di vivere, avrebbe alzato le braccia spingendo contemporaneamente di lato per deviare il pugno diretto alla giovane (non era una ninja solo perché usava gli shuriken, miscredenti: Gkee Lowell aveva le skills) quindi, approfittando dell’improvvisa instabilità dell’uomo (o donna? Sara non se la sente di controllare) avrebbe usato la sua stessa spinta contro di lui: quando, una volta spostata la traiettoria del pugno, fosse stato a portata di mano della Lowell, con il gomito destro gli avrebbe inferto un preciso colpo fra le vertebre del collo. «dobbiamo solo entrare, cosa vi costa lasciarci passare?» tsk, non c’erano più i corrompibili Guardiani di una volta.

    melvin diesel
    She’ll dance in the dark
    A real work of art
    Her eyes could burn down the room
    So get out while you can
    Me, baby, no way
    Watch me while I do my thing
    Oh, baby, no way
    Are you fucking with the team?
    2118 vs au 2018
    empathy | clairvoyance
    2102's | 1999's
    upside down: gkee lowell



    COMBO DIFESA SHARYN (noah + gkee): cerca di intercettare la freccia con uno shuriken
    COMBO DIFESA ZAYRA (gkee + swing): para il pugno
    ATTACCO (javier): e ricambia con un colpo alla nuca
     
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    Suo fratello era un grandissimo rompicoglioni. Da sempre eh!, ancor prima di prendere la laurea in giurisprudenza e allenarsi davanti allo specchio decantando codici e postille con indosso solo mutande e calzettoni. Possedeva proprio l'indole pignola dell'avvocato penalista, sempre pronto ad intervenire in una discussione citando il manuale di diritto e brandendo quel fottuto martelletto che si portava dietro costantemente. «guarda che quello lo usano solo i giudici» gli ripeteva, ogni volta che Gemes lo faceva saltare in aria dopo aver battuto l'oggetto sulla prima superficie libera a disposizione - indimenticabile il caso Hamilton vs. La porcellana Cinese, in cui il martelletto aveva distrutto un vaso Ming appena rubato mandando in fumo migliaia di dollari americani -, ma il fratello nada insisteva imperterrito a credersi il giudice Amy in attesa di verdetto. Anima santa, quella di Frederick, costretto a sopportare cotanta pesantezza. La verità, e il ragazzo non ne faceva segreto, era che gli voleva abbastanza bene da riuscire a sorvolare su ogni uscita da telefilm giuridico (?) anni settanta, per tutta una serie di svariati motivi: ok, c'entrava il sangue e siamo fratelli e blabla tante care cose, ma non tutti i parenti ti salvano la vita proprio quando quel poco che ne rimane sta per finire nel cesso. Gemes aveva salvato Freddie non solo dalla morte, ma anche da in destino che i genitori avevano decretato per entrambi dal momento della loro nascita, e che per il più giovame dei due si era rivelato quasi fatale. Si era buttato via, il ventunenne, e il fratello lo aveva raccolto dalla strada (come un gatto e mi hai portato con teeeehh) un attimo prima che fosse troppo tardi.
    «ams, senti ma..» volavano proiettili, frecce e cose, ma Frederick si sentì comunque in dovere di sporgersi verso Amos indicandogli Jayson Matthews con un cenno rapido del mento, le dita premute sulla visiera del berretto da baseball. «secondo te è depresso perché il suo gemes ha preso i voti? cioè, non mi fraintendere..» si strinse nelle spalle, appoggianfo il peso del corpo alla mazza di legno autografata «non ho niente contro i preti, ma è così creepy.» il suo doppio e quello del fratello, nel dubbio entrambi. Lo inquietavano tutti, dire il vero, ad esclusione forse della ragazzina dai capelli scuri che pareva essere la copia esatta della sua gwen. Solo povera in canna, decisamente un contro. «bah, comunque sono più bello io.» il matthews avrà pure avuto la faccia di un grande giocatore di quidditch, un tipo famoso di cui Freddie possedeva anche la maglia ufficiale sempre autografata - la maggior parte del merchandising era ovviamente rubato e veniva rivenduto su ebay e simili -, ma lui non avrebbe fatto a cambio per niente al mondo. Ciò che il buon Satana gli aveva donato e di cui l'Hamilton ringraziava ogni giorno guardandosi allo specchio, era stato in grado di mantenerlo in vita un po' più a lungo, permettendogli di fregare gente il cui unico interesse poteva essere un bel faccino. Gente schifosa, cui Freddie aveva volentieri dato una lezione. «ma secondo te..» «minchia freddie quanto parli ma non vedi che si muore? eaula che rude! Voleva solo chiedere all'amico se secondo lui Annie avrebbe sentito la sua mancanza in caso di morte, DIAMINE! Frederick lo sapeva, che la ragazza ormai era cotto di lui: lo aveva denunciato solo due volte e chiamato la polizia una sola, nell'ultimo mese! Il suo piano di conquista stava funzionando alla grande. «che palle.» se l'era immaginato un po' piu divertente, quel viaggetto in messico.
    Quasi gli avesse letto nel pensiero, un'avvenente donnina con seni evidentemente rifatti e labbra gonfiate a canotto gli ammiccó seducente mimando un languido mela mela mela con la bocca dischiusa, un istante prima di decidere che forsse giusto tentare di annegarlo. Forse la prima parte se l'era immaginata, ego smisurato e manie di protagonismo da non sottovalutare, ma certo la seconda era più che reale: Belen stava davvero creando una.. cos'era?, sfera d'acqua uau geniale. Frederick aveva messo in conto l'eventualità di rimanerci secco durante la missione, ed era l'aspetto piu eccitante dell'intera storia, ma prima voleva almeno ammazzarne un paio, capite? Morire così, proprio all'inizio, mentre tutti gli altri ci davano dentro gli pareva poco carino. «e vabbè.» doveva capitare prima o poi. Sfiorò con le dita la tasca posteriore dei jeans nella quale conservava la bacchetta, scrocchiando le nocche prima di allontanare definitivamente la mano. Ne aveva fatto a meno per anni, della magia, fingendosi privo di essa quando il poter gli scorreva nelle vene insieme al sangue puro, nonostante Amos si fosse messo d'impegno per insegnargli almeno gli incantesimi elementari: forse sarebbe arrivato anche il momento di usarla, ma non era quello il giorno (?). Senza aggiungere altro, si sarebbe lanciato contro Belen come un ariete, testa bassa e mazza stretta tra le mani - quale mazza? mela mela mela - nel tentativo di impattare con le spalle contro lo stomaco della donna facendole perdere la concentrazione prima che questa potesse lanciare il suo attacco. Anche spezzarle una costola non sarebbe stato male. Nel dubbio, Frederick Hamilton era per la parità dei sessi, botte da orbi indipendentemente dalla presenza o meno del birillo. D'altronde, nessuno aveva obbligato Belen a schierarsi contro di loro. Per non farsi mancare niente, nel caso fosse sopravvissuto, avrebbe anche tentato di spaccarle una rotula colpendola al ginocchio con la mazza da baseball, che non fa mai male. Cioè, non a lui.
    «PISTOLA!» Alzò la testa di scatto, l'Hamilton, riconoscendo in quella voce soave l'acuto tipico di Brodi Fibra, iridi grigio verdi a cercare la fonte tra le varie teste - e magari qualche arto mozzato: eh ma se Amos fosse intervenuto a dargli una mano, invece che starnazzare e menarsi le ciolle a tutto andare, che bel mondo sarebbe stato. «OOOHH, MA COSA VUOI?» «Non pistola tu, PIRLA!!1! quello ha una pistola!» Ah. Il ventunenne seguì con lo sguardo lo sventagliare di mani con cui amos tentava di indicargli la scena di un possibile (probabile, visti i pa) omicidio, e finalmente si rese conto di quanto stava per accadere; meh, ma mi stai dicendo che gli toccava intervenire? Perche Brodi non andava a suonarsi due piatti di ceramica invece che fungere da grillo parlante di sticazzi? Lo amava. «che palle pt. II.» era cosi frustrato, il buon Freddie, che puntò subito verso la coppia sbagliata: Rafa, infatti, non aveva con sé un'arma da fuoco, ma si stava lanciando in una letale scivolata alla Holly & Benten (#au!2018) diretta alle caviglie della povera Rebecca. Ciá, dai, a quel punto tutto faceva brod(i)o. «bomba!» la bomba era lui. Si sarebbe piazzato sulla traiettoria di Rafa, tra l'uomo in movimento e Rebecca, caricando il piede destro all'indietro per poi rilasciarlo con forza in avanti, in tempo per beccare il nemico con la suola delle scarpe da ginnastica sugli incisivi. E non c'erano nemmeno i Gemes a fare il tifo, vi rendete conto????


    jayson matthews
    Shrug us off our shoulders, we don't do what they told us so I don't wanna be another face in the crowd
    They write us off and say it's just another opinion
    I'm tired of trying to fit in when I'm one in a million
    1918 ; au!2018
    telekinesis vs. pure blood
    no memories ; wikipedia
    au: frederick philipp hamilton


    freddie + nath per freddie:
    carica belen a testa bassa

    freddie vs. belen:
    mazzata sulle ginocchia

    freddie + tecno per rebecca:
    tira un calcio in faccia a rafa mentre questo scivola
     
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    «Ayo non dovremmo essere qui»
    « Tu non dovresti. Non eri obbligato a seguirmi»
    «Chissà che combinavi se non venivo.»
    « é solo un luna park »
    « abbandonato.»
    Tecno aveva seguito la sorella in quel parco giochi abbandonato, perché aveva paura che la ragazza potesse farsi male, ma alla fine quello che era tornato con un livido era stato lui. Cosa non si faceva per la famiglia. E poi c'era Beltè, era alquanto strano, ci aveva parlato, o quasi, era ancora convinto chi avesse provato e non sapeva come fare per tornare a parlarci. Ma alla fine non occorreva che lo facesse perché giunse alle sue spalle e lo abbracciò. « Hyung, mi hai fatto preoccupare»
    «Scusa » aspetta ma perché si stava scusando? Si voltò e cercò di spostarsi in modo delicato,mentre Beltè continuava a sorridergli. Ma come poteva essere così angelico, quasi svenne ed era etero, con quel sorriso probabilmente persino uno come William Barrow che aveva una squadra di calcio ed etero, avrebbe avuto dei dubbi sulla propria sessualità. Ma tralasciando che lui non conosceva Will, passiamo al fatto che quello davanti era il suo bisnonno non poteva pensarci davvero; gli venivano i brividi al pensiero. Ma Beltè con quel sorriso dolce mise le mani sulle sue spalle « Puoi stare tranquillo. Tu non mi piace in quel senso » eh cosa? «n—non- vole-vo, cioè io beh si ok. Scusa » rosso come i suoi capelli provò a spiegare ma il biondo sempre col sorriso rise, oddio persino la risata era celestiale, ma improvvisamente si calmò. Grazie empatia, doveva ammetterlo, era bravo ad utilizzare il proprio potere. «amici » sentenziò e dopo un buffetto sotto al mento se ne andò quasi saltellando. Ma dove diavolo stava andando? Non erano in un prato tra i fiori. «Nonno...» sospirò rassegnato, tra lui e sua sorella non sapeva più dove parare ed aveva la netta sensazione che sarebbe stato lui ad uscirne ferito e non quei due spensierati. Qualche volta invidiava Ayo, perché si buttava a capofitto in tutto quello che faceva senza pensare mai alle conseguenze, lui invece ci rifletteva sempre e spesso perdeva la gioia del momento; anche se negli ultimi anni, per stare dietro a sua sorella, doveva ammettere che la sua vita stava iniziando ad essere più movimentata. Ma mai, ripeto mai, lo avrebbe detto ad Ayo, che gli faceva bene vivere l'avventura. Ma ora che ci pensava che fine aveva fatto anche lei? Tutti i kinesi sembravano scomparsi, o presi a fare chissà dove. Era giunto il suo momento, poteva dare una mano e così fece, vide Minkia aiutare Kebab, così si aggregò a lui. « due Kinesi es meglio che one » disse e impugnò la bacchetta verso Estela e provò con «immobilus» non verbale così da bloccare quei nunchaku prima che colpissero il compagno e poi perché no lanciarsi in verso stile ninja, cosa che non era comunque e lanciò l'incantesimo gambe molli così da non far fare lo sgambetto a Rebecca. E subito dopo avrebbe provato a metterlo ko con una nunchakata (non sono neanche sicura che si scriva così) ma descrivere come avrebbe fatto mi costa veramente troppo quindi diciamo che si muoveva agile come solo un giapponese, anche se non lo era, e provò a usare filmante la sua arma per fare male a qualcuno, nella speranza di non farsi male da solo, come colpirsi in testa o inciampare sui propri piedi.


    Jeon Taeyong
    Have I lost myself or have I gained you. I suddenly run to the lake, There’s my face in it
    Please don’t say anything
    Reach my hand out to cover the mouth. But in the end, spring will come someday. The ice will melt and flow away
    24 y.o // 19 y.o
    2118// 2018
    MESSICO
    Tae Hyunjin au!


    KEBAB → swing + tecno : immobilus
    REBECCA → tecno + freddie : Gambemolli
    Attacco contro Rafa ( Rebecca) : Nunchaku dove capita.
     
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    Nath Lowell era un uomo semplice. Gli piaceva viaggiare, mangiava di tutto, leggeva quasi sempre, e adorava i propri amici anche quando lo abbandonavano per seguire l'uno la propria ragazza («Coinquilina» «Sì, certo») l'altro chissà chi. La sua famiglia era pressoché perfetta, aveva una casa in cui tornare, e trovava il proprio lavoro appagante (sia la libreria, sia lo scrivere libri soprattutto sui propri viaggi, ma era fiero soprattutto del romanzo che aveva pubblico con uno pseudonimo, incoraggiato dal successo della sorella).
    Fine. Niente ma, o se, o invece, o purtroppo. Nath era felice della propria semplice, neanche troppo monotona vita. Ovviamente c'era la pecca di essere in fondo alla catena alimentare per gente come Seth e annessi e connessi, ma non si trovava a combattere con dei guardiani millenari per quello, per desiderio di rivalsa o vendetta (sebbene ne avesse di motivi per volersi vendicare dellle rappresaglie inutili e violente del governo); era lì perchè era la cosa giusta da fare. Nathaniel Henderson, che per fortuna (sfortuna?) del Lowell non avrebbe mai avuto probabilmente modo di incontrare, difficilmente avrebbe fatto una qualsiasi cosa per un bene superiore, troppo preso a cercare di tenersi stretto quello che aveva e si era conquistato faticosamente... ma Nath? Nath (nomignolo con cui, fin da bambino, Brandon era solito chiamarlo) era buono in modo puro e spensierato, non aveva toccato il fondo a undici anni, non aveva avuto un'adolescenza piena di incubi, non aveva un sorriso a volte falso a nascondere cicatrici vere. Aveva Gkee, aveva Brandon.
    Gli mancavano Lydia e Jay.
    «Scusa, ci... noi ci conosciamo?» assottigliando le palpebre, Nath studiò il profilo del ragazzo castano con occhi di cioccolato intento in qualche azione che non staremo a descrivere per mancanza di vita (?). Si battè il pugno sul palmo. «Ah! Andy Tre Stilinski!» o almeno... ci assomigliava un sacco, ma non pareva proprio lui. Nath non era un grande fan di Quidditch, aveva giusto seguito ai tempi di Hogwarts le partite dei suoi amici (una cosa in comune con Nate), ma tutti conoscevano Tre «Sei la sua versione au? Giochi anche tu a Quidditch?» Insomma, fategli causa se aveva pensato una cosa del genere. Come avrebbe potuto arrivare da Jay a Freddie, che neanche conosceva?
    Freddie che, come richiamato all'ordine, ora era preso di mira da una donnina (??) (difficile capire, fra maschere di animali, gambe pelose e tatuaggio della farfallina). Imbracciata l'artiglieria, Nath avrebbe chiuso un occhio per mirare e fare fuoco verso di lei. Bang Bang Chitty Chitty Bang Bang. «Tutto ok amico??» e in quegli avrebbe visto- niente, perchè nell'au non si conoscevano. Ma cuore di padre sa, quindi Nath, incrociando lo sguardo di Freddie Mercury, avrebbe sentito qualcosa smuoversi dentro di lui.
    Ma non era il tipo che si era incontrato/scontrato (aveva rapinato cofcof) quella rossa davanti al suo negozio?
    My
    shipping
    senses
    are
    tingling

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    «Andiamo ragazzi, è elementale. Avreste dovuto rispondere “Meow, è così amico”. Che infanzia avete avuto? Non avete mai visto i pokémon? Comprendo che la metà di voi abbiamo i genitori morti, qualche problema psicologico, o roba del genere. Ma andiamo, sono i P O K E M O N.»
    «I poke... cosa Mads aggrottò le sopracciglia, per poi annuire fingendo di aver capito. «...Meow, è così amico» ripetè testuali parole, pensando fosse una specie di grido di battaglia. Forse il loro esercito si richiamava all'ordine così, dopotutto lei che ne sapeva? Non aveva neanche mai visto un cinese dal vivo, figuriamoci uno che veniva da... cento anni nel futuro? Duecento? Au?
    Santo cielo che confusione, voleva un po' morire, soprattutto perchè il Lowell invece che spiegarle si limitò ad un «E' MIAO, PROPRIO COSI'! Barrow, non farmi venire lì a obbligarti ad una maratona di pokemon», voltandosi poi verso di lei con un'espressione a mo di scusa «Perdonalo, si è perso gli anni d'oro dei pokemon» Di nuovo, Mads annuì confusa. Nath aprì le braccia, spiegando con dolcezza «Meowth. Ha sbagliato la risposta di Meowth. Cioè... non l'ha sbagliata. Ma io preferisco questa versione. Più aesthetic» no non è vero, è ari che si arrampica sugli specchi
    «Ah» ???????????
    Stringendo le labbra arrischiando un sorriso (era la cosa giusta da fare? Nel futuro sorridevano? Stava mancando di rispetto ad un elogio funebre???? DANNATI CATTOLICI protestanti? cosa sono perchè non le spiegavano spontaneamente cosa diavolo fossero i pokecosi), si voltò alla ricerca di supporto morale - again - verso i cari bodiotti, leggermente sorpresa di trovare il buon Floyd con un enorme taglio sul petto, la camicia aperta. Non esattamente il supporto che avrebbe voluto «Non morire» gli ordinò categorica. Signore, conosceva qualcosa come quattro persone, potevano sopravvivere alla giornata??? Grazie.
    Ma visto che non siamo qua a cucinare il riso al curry (purtroppo), via di C-C-C-COMBO!
    col bastone accorciato in una mano, sarebbe corsa verso la ragazza che importunava la compagna della perpetua Mariel, e le avrebbe tirato un calcio in pancia per farle lasciare la presa. Subito dopo avrebbe creato dal nulla, grazie al suo potere, un pugnale che avrebbe cercato di piantare nel petto dell'aborigena, facendo subito dopo due salti indietro.
    1918: ritka peskov mads wesley
    I will keep quiet You won't
    even know I'm here You won't suspect a thing You won't see me in the mirror You can't make me disappear
    No, I ain't too flawless and no, I ain't the best And no, I don't say sorry and no, I ain't perfect
    But I am the man. Shots fired
    1918 vs 2018 au
    mechanic | librarian
    1991's | 1894's
    au: nathaniel "nath" lowell




    FREDDIE → freddie + nath
    spara (idealmente al petto ma sappiamo come funziona la mira in quest #wat)

    GWEN!RIKKA → mads + zaira
    calcio in pancia

    ATTACCO vs apolinar
    crea un coltellino e glielo pinata nel kuore
     
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    Era sbagliato tirare un sospiro di sollievo subito dopo aver ferito qualcuno? Aveva cominciato lui, certo, eppure in tutto c’era comunque qualcosa di tremendamente ingiusto ma al contempo necessario, il suo istinto di sopravvivenza impossibile da ignorare. Doveva tornare a casa, certo, ma cosa sarebbe stata costretta a fare, pur di riuscirci? Non poteva saperlo con certezza ma le svariate opzioni che, rapidamente, le si stavano delineando in testa erano tutto tranne che rassicuranti. Si voltò rapidamente verso sua sorella, la preoccupazione nello sguardo mentre la cercava nella mischia. E se fosse stata ferita, e se si fosse fatta male? Certo, essendo maggiore tra le due Kiwi si era sempre presa cura di lei, ma Zaira non aveva comunque alcuna intenzione di abbandonarla a se stessa. L’avrebbe protetta, esattamente come aveva sempre protetto lei fin da quando non altro che uno scricciolo, una bambina un po’ capricciosa ed estremamente ingenua, un animaletto sprovveduto ed incapace di sopravvivere senza una qualche forma di aiuto esterna. Sorrise leggermente nel vedere la sua figura, viva e vegeta ed ancora in piedi, ma nel farlo non si rese nemmeno conto di quello che stava accadendo proprio davanti a lei, del contrattacco di Javier e dell’intervento di una ragazza a lei sconosciuta ma che, si supponeva, giocasse dalla parte dei buoni. Ad attirare la sua attenzione fu il rumore e Zaira si allontanò di qualche passo, gli occhi leggermente sgranati, prima di sussurrare un “grazie” detto a mezza voce e correndo via per concentrarsi su qualcun altro, animata dal desiderio di rendersi quanto più utile poteva essere dando una mano ai suoi sventurati compagni di squadra.

    A farla fermare era stato il leggero scoppiettare delle fiamme che, minacciose, formavano una spada tra le mani di uno dei loro nemici. E va bene, doveva ammetterlo: era una cosa forte, ok? Forte ed incredibilmente pericolosa, sì, ma pur sempre forte. Sarebbe stata in grado di sostenere un attacco da parte di un’arma del genere? Non ne era sicura, ma qualcosa doveva pur fare. Seguendo l’esempio dell’altra ragazza, che proprio come lei era partita all’attacco, avrebbe tentato di bloccare l’attacco di Apolinar con la propria spada, abbassandola così da intercettare il colpo. Ci sarebbe riuscita? Le avrebbe prese? Non restava che scoprirlo. L’importante, si disse, era fare qualcosa, qualunque cosa a patto che potesse salvare la vita a qualcuno. Alla fine erano tutti sulla stessa barca, soli ed abbandonati a loro stessi. Stavano solo cercando di non tirarci le cuoia in quel posto e Zaira non poteva che provare empatia nei loro confronti: li comprendeva, poteva capire benissimo perché quello che stavano provando loro lo stava provando anche lei. La preoccupazione, il panico, la curiosità e l’interesse che li attraversava li sentiva pure lei, forti ed irrefrenabili. Eppure doveva reagire, così come stavano facendo anche gli altri. Non poteva permettere al suo stesso timore di avere la meglio, no: non se lo sarebbe mai perdonato. Nel momento stesso in cui si accorse delle schegge di ghiaccio dirette verso la ragazza con cui aveva involontariamente collaborato la giovane scattò, insicura su come fosse meglio agire perché, insomma, schegge di ghiaccio? Rispondere ad un attacco del genere era tutto tranne che facile, ma era comunque animata dalle migliori intenzioni, quindi contava il pensiero? Tentò di afferrare la sconosciuta per il polso, cercando di allontanarla dalla linea di tiro e verso una zona sicura. Avrebbe voluto fare qualcosa di leggermente più epico, ma non disponeva di poteri speciali come i suoi –far apparire un coltello dal nulla, molto cool giovane sconosciuta, molto cool- e non era nemmeno capace di elaborare strategie tanto articolate in uno spazio di tempo così ridotto, quindi non poteva fare altro se non sperare che andasse bene così e tanti saluti. Infine, avrebbe tentato di avvicinarsi a Bienvenida con un rapido scatto e, utilizzando l’impugnatura della spada, avrebbe cercato di colpirla alla mascella, approfittando poi dell’eventuale fitta di dolore che ciò avrebbe provocato per provare un affondo, questa volta diretto al suo fianco destro.
    zaira yar’adua
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    Yeah, we can be bad as we can be good
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    DIFENDE: Gwen & Mads. Tenta di bloccare l'attaco di Apolinar con la spada. Poi tenta di spostare Mads dalla linea di tiro dei dardi di ghiaccio di Bienvenida
    ATTACCA: Bienvenida. Cerca di colpirle la mascella con l'impugnatura della spada e poi tenta di rifilarle un affondo al fianco destro
     
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    Deglutì, Noah Larson, cercando di passare come uno che – ancor più di quanto non stesse cercando di fare dall’inizio di quella storia – lì in Messico, ai piedi di un’antica piramide azteca in una sperduta radura nel bel mezzo della foresta, ci era capitato per caso.
    Per puro. Fottuto. Caso.
    Non che onestamente potesse fregargliene qualcosa dell’amiga arrosto, al massimo poteva vagamente essere impensierito dal fatto che Gkee le fosse ancora attaccata come un mitilo blu si tiene agli scogli delle deserte spiagge rocciose e frastagliate del Canada. Nemmeno la conosceva, la perpetua degli anni venti, quindi poco lo tangeva la situazione. Anzi, vi dirò di più: era quasi tentato di incoraggiare la combustione per vedere se gli aztechi avrebbero iniziato a danzare attorno al fuoco, lasciandoli liberi di proseguire per la loro strada; sks Gwen, ma è per il bene comune.
    Ovviamente, la cosa che lo turbò particolarmente, era un’altra. «che figura di merda» biascicò tra sé e sé, cercando di apparire il più naturale possibile lì in mezzo; narcisista ed egocentrico fino al midollo, sentiva già gli sguardi di tutti puntati addosso alla sua persona, pronti già a giudicarlo. Certo: come se non ci fosse una battaglia.
    Per sua fortuna, l’unica ad aver giustamente notato il misfatto fu la Lowell, giunta al suo fianco silenziosa e furtiva come un ninja; chissà, magari si stava preparando per entrare nella casta dei giapponesi ivi presente, insediarsi nelle loro basi per non so, prendere qualche appunto per un suo nuovo blog. Chi era lui per giudicare?
    Noah Larson, okay, ma in quel caso meh – ammetteva la superiorità di Gkee nel campo dei social media. Quando aprì bocca, si sentì già il sangue gelare nelle vene. Lo poteva percepire nell’aria pesante di morte e perdizione, di sangue e grida lacerate ad un cielo scuro, che stava per minacciarlo. In un certo senso: voleva sputtanarlo? Aveva ripreso il tutto evitando la fotocamera interna e stava per postare la sua disfatta su tutti i social? Avrebbe dovuto ucciderla? Sperava di no, considerando che era una delle poche persone che gli piaceva. Ma aveva una reputazione, ed era disposto anche ad eliminarla dagli amici di Facebook se proprio avesse dovuto. «facciamo che questa faccenda rimanga fra noi, mh» tornò a respirare, senza essersi preventivamente reso conto di aver smesso di farlo. «direi proprio di sì.» annuì senza distogliere lo sguardo dalla guerra, battendo accondiscendente il pugno contro quello della ragazza.
    Bella, gli piaceva quell’intesa. Tanto che, quando propose di riprovarci, non se la sentì di rifiutare. Si strinse tra le spalle, le labbra piegate verso il basso. «perché no?» già che c’era.
    Sai com’è, quando non si ha un cazzo da fare. Seguì la traiettoria indicatagli dalla Lowell, bacchetta in pugno. Quella della Winston gli sembrava una faccia conosciuta, ma molto più anonima di tante altre: poteva rischiare di uccidere lei piuttosto che, boh, un Frederick Hamilton. Non capiva perché, ma aveva qualcosa che lo disturbava potentemente. Forse la faccia. «incendio» avrebbe sibilato, pensando bene di rendere lo shuriken di Gkee un’arma multitasking. Al massimo, avrebbero dato fuoco ad un’altra persona.
    Che bello. Giusto per rimediare ad un’altra possibile figura di merda, nel qual caso effettivamente avesse ucciso la ragazza, estrasse un’altra freccia dalla faretra e, senza esitare, l’avrebbe scagliata dritta al petto dell’altro arciere.

    «buon dio, ma ancora a parlare di pokémon?» Floyd si guardò molto più confuso del solito attorno, gli occhi chiari a scivolare dalla ferita sul petto a quella inferta sul collo dell’avversario, alla gente che parlava di… cose. O aveva perso troppo sangue, ma ne dubitava, o erano usciti tutti fuori di testa. «avete vent’anni, crescete» si voltò verso il Larson, il quale indignato stava già retrocedendo nell’ombra dalla quale era sicuramente giunto. Cosa stava dicendo.
    Parlavano forse di… qualcosa creata nel dopoguerra? Era la loro arma segreta per vincere la guerra ma che nessuno voleva tirare fuori? Cos’era il team razzo?
    Cercò Barbie, cercò Mads – chiunque venisse dal passato come lui -, e fu ben felice di non essere l’unico ad essersi perso dei pezzi. «sono forse… creature magiche?» azzardò, perplesso ad un nuovo livello.
    Ed avrebbe davvero continuato a farsi domande inutili al riguardo, ma dato che tutti avevano da commentare e nessuno sembrava voler loro spiegare di cosa stessero farneticando decise che forse era meglio preoccuparsi d’altro, tipo: «non morire»
    Rude. Poteva almeno farlo passare meno per un obbligo e più per preoccupazione? Almeno provarci? Ci teneva, il Villalobos, a certe cose.
    «ok?» domandò, alzando lo sguardo chiaro verso la ragazza – ma questa era già partita all’attacco, senza rendersi conto che stava per morire. Approfittando del fatto che anche un’altra ragazza sembrò aver preso a cuore la causa #mads, prese in prestito da qualcuno (sì, assolutamente a caso) la possibilità di teletrasportarsi. Si sarebbe portato quindi direttamente al fianco della Weasley, prendendola di peso e teletrasportandola via dalla traiettoria dei proiettili. «anche tu evita di morire però» commentò secco, lasciandola a terra.
    Conosceva quattro cazzo di persone: potevano anche cercare di sopravvivere tutti, mh?
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    DIFESA SHARYN (noah + gkee): infiamma lo shuriken di gkee per renderlo più aes
    ATTACCO SU PABLO (noah): frecciah
    DIFESA MADS (floyd + zaira): la teletrasporta via
     
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    DIFESA ZARIA (gkee + minkia): 1 + 3 = 4 pd (-5 ps)
    ATTACCO JAVIER (gkee): 15 pa. DIFESA: 1 pd (-14 ps)
    I nostri due eroi sfigati non riescono a salvare completamente Zaria: il pugno non ti becca al volto ma al fianco, lasciandoti momentaneamente senza fiato. La controffensiva però è micidiale: Javier cade a terra tramortito per qualche istante, prima di rotolare lontano da voi.

    DIFESA KEBAB (minkia + tecno): 12 + 8 = 20 pd
    ATTACCO ESTELA (minkia): 14 pa. DIFESA: 9 pd (-5 ps)
    La gomitata la colpisce alla bocca rompendole il labbro. Ti guarda molto, molto male, Minkia.

    DIFESA SHARYN (gkee + noah): 12 + 1 = 13 pd (-5 ps)
    ATTACCO PABLO (noah): 13 pa. DIFESA: 4 pd (-9 ps)
    Eh, Gkee e Noah dovrebbero davvero smetterla di provarci. Lo shuriken colpisce la freccia, certo, ma ciò non le impedisce di colpirti comunque, di striscio, su un braccio. Beh dai, meglio di niente! E oh, la freccia di Scott ricambia il favore ficcandosi in un braccio di Pablo. Karma is a bitch.

    DIFESA FREDDIE (freddie + nath): 5 + 13 = 18 pd (+2 pa)
    ATTACCO BELEN (freddie): 7 + 2 = 9 pa. DIFESA: 10 pd
    Come dice il vecchio detto, u tried freddie.

    DIFESA BECCA (freddie + tecno): 15 + 13 = 28 pd (+26 pa)
    ATTACCO RAFA (tecno): 14 + 26 = 40 pa. DIFESA: 10 pd (-30 ps)
    Madonna Tecno (nuova religione, sì). Sei più killer di tua sorella con i suoi ventagli. I nunchaku /dove capita/ lo colpiscono davvero ovunque, spaccando ossa e legamenti come filetti di tonno rio mare sotto la pressione di un grissino. Quando hai finito con lui, piange sangue e si allontana strisciando al suolo pregando per l'aiuto di Pucca.

    DIFESA GWEN (mads + zaira): 9 + 10 = 19 pd (+10 pa)
    ATTACCO APOLINAR (mads): 15 +10 = 25 pa. DIFESA: 2 pd (-23 ps)
    Beh. Il cuore non lo prendi, ma sicuramente gli perfori i polmoni (rip apolinar). Si scansa, ma non riesce ad evitare completamente la tua offensiva. Tossisce sangue, ma non si ferma.

    DIFESA MADS (zaira + floyd): 11 + 10 = 21 pd (+15 pa)
    ATTACCO BIENVENIDA (zaira): 12 + 15 = 27 pa. DIFESA: 4 pd (-23 ps)
    Mai mettersi contro di te, ragazza mia: la gomitata la stordisce e non riesce a ritrarsi in tempo dal fendente, che le apre un profondo squarcio sul fianco.

    ZARIA: Javier, tramite l'empatia, cerca di indurti ad uno stato di depressione ed autolesionismo - meglio stare lontana dalle armi per un po', uh.
    MADS Bienvenida, tramite la criocinesi, cerca di congelarti le braccia contro i fianchi.
    RICCA GWEN Apolinar non capisce neanche più il proprio nome, ma nel dubbio cerca di creare una corda di fuoco direttamente sul tuo collo.
    BECCA Rafa cerca di colpirti con la lancia alla tempia.
    FREDDIE Belen cerca di sollevarti in aria con un getto (UN GETTO, FREME) tipo geyser
    AMOS Placido si annoiava, cerca di sbatterti contro i rami vicini tramite un potente soffio di vento.
    KEBAB Estela tenta di darti una ginocchiata allo sterno.
     
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    Nato in Irlanda, ma vive a Londra

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    Angelina Turner
    Era stato tutto così veloce che neanche se ne era accorta.
    La guerra tutta intorno stava continuando impetuosa, il sole e il caldo ovviamente non aiutava nessuno di loro, il Messico poteva anche essere molto bello, ma il caldo era insopportabile.
    Ben presto la sua fronte iniziò a sudare e qualche ciocca dalla cosa di cavallo che si era fatta prima di partire, era appiccicata ad essa.
    L’arco nonostante fosse leggero nella sua mano gli aveva fatto indolenzire il braccio per via della tensione palpabile intorno a loro.
    Vedeva Rudy in lontananza combattere bene e soprattutto constató che non era in pericolo di vita e questo la fece sentire un po’ meglio.
    Era già esausta perchè aveva capito con un po’ di rammarico che purtroppo senza la sua bacchetta poteva fare ben poco.
    Da quando era entrata nei laboratori anni prima le era stata tolta la possibilità di usarla e così buttare al cesso gli anni di studio a Hogwarts dove lei era la prima della classe quasi in tutto.
    Poteva contare in quel momento solo su se stessa, l’arco e il suo potere di potersi sdoppiare in ben quattro persine uguale a lei.
    Era un vantaggio quando eri in pericolo o qualcuno ti voleva uccidere, vedere se stessi duplicati cinque volte ti lasciava il tempo di capire come muoversi e la cosa bella era che potevi comandarle come se fossero corpi con una propria mente e una propria volontà.
    La cosa che invece che poteva comportare un grande rischio era che se veniva ferita una delle sue emanazioni di conseguenza si ferivano tutte.
    Sei bravo con gli incantesimi, sei uno dei più bravi della classe? chiese Angelina sorridendo leggermente a Byron il ragazzo che doveva essere amico di Dustin il fratello di Rudy.
    Erano legati e questo la spingeva a volerlo proteggere, era fatta così, troppo buona con tutti e poi la pugnalavano alle spalle ferendola.
    Diciamo che è la mia materia preferita e mi impegno molto, non sono il primo e non voglio esserlo, troppe responsabilità da bravo ragazzo..non che io non lo sia, ma preferisco stare più nell’ombra capisci? rispose lui dopo attimi di esitazione per riprendere fiato dopo che aveva difeso Dustin.
    Erano vicini e entrambi si guardando attorno per stare attenti.
    Io non l’ho mai vista in questo modo, diciamo che ero una delle più brave ai miei tempi, ma non mi importava di stare sotto ai riflettori...beato te che puoi fargli gli incantesimi disse poi le ultime parole con voce atona e più bassa.
    Ci sono cose più importanti di una bacchetta disse lui in modo tranquillo con gli occhi vigili, ma si accorse dopo che lo aveva detto come se pensasse che non era la fine del mondo quello che gli avevano fatto a lei e i suoi simili.
    Mi dispiace io non vol... ma Angelina alzò una mano per fermare la raffica di parole che avrebbe detto dopo.
    Va bene così, hai ragione, la magia non è tutto sorrise leggermente perché anche se le parole facevano male lei era brava a nasconderle.
    Qualche secondo dopo ecco che dovettero tornare alla realtà, la guerra non aveva pause e Angelina davanti a se vide il mago di prima con la frusta puntare verso il suo braccio.
    Non avrebbe fatto in tempo a scoccare una freccia nella sua direzione quindi dovette fare una cosa per cercare di togliersi dalla traiettoria, si buttò a terra il più lontano possibile da lui sperando non la prendesse.
    Dopo si sarebbe rialzata da terra e avrebbe visto un ragazzo in pericolo, senza pensarci due volte si sarebbe concentrata e usando il suo potere si sarebbe sdoppiata in altre quattro sue emanazioni identiche a lei, con la mente avrebbe comandato quella che era più vicina a lui e lo avrebbe spinto via in modo veloce e anche brusco dato che la forza si raddoppiava quando erano così, ma sperando che lo togliesse dalla traiettoria del dardo.
    Come ultima mossa avrebbe poi radunato attorno al mago (Cruz) le sue quattro emanazioni insieme a lei e insieme con ognuna l’arco in pugno scoccarono cinque frecce verso di lui sperando così di farla finita.
    Alla fine non è poi così tanto male questo potere

    Neutrale | 22 Y.O.
    Ex Grifondoro
    Moltiplicazione | Special
    Mexico
    Chi non scrive la sua storia
    non deciderà mai il finale


    DIFESA COMBO per ANGELINA: (Angelina + Tecno) si butta a terra il più lontano possibile
    DIFESA COMBO per TECNO: (Angelina + Tecno) usando il suo potere “moltiplicazione” con una delle sue quattro emanazioni spinge con violenza Tecno via dalla traiettoria del dardo
    ATTACCO CRUZ: (Angelina) insieme alle sue emanazioni lo accerchiano e scoccano cinque frecce (una per ognuna compresa lei) verso il mago
     
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207 replies since 6/5/2018, 23:03   4675 views
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