[mini q] gonna get their attention

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Inferius
    Posts
    128
    Spolliciometro
    +246

    Status
    Offline
    «io…» Elijah deglutì, labbra strette mentre la presa sulla mano della sorella si faceva più salda.
    Chi dovremmo uccidere?
    Nessuno, potendo.

    Inspirò ed espirò, momentaneamente indolente nei confronti della battaglia ancora in corso; provò a respirare, ma un anelito tremolante fu tutto ciò che riuscì a far scivolare sulle labbra appena dischiuse.
    Il meno possibile, cazzo – che se non potevano evitare la morte a tutti i loro nemici, almeno a qualcheduno avrebbe preferito lasciare il beneficio del dubbio. Pragmatico e consapevole che se proprio avessero dovuto nessuno avrebbe dovuto indugiare troppo l’indice sul grilletto, il Dallaire non poteva comunque tollerare il fatto che non venisse dato agli altri l’opportunità di spiegarsi. Di dirglielo, perché erano lì – e a loro di provarci, a far filare tutto liscio come l’olio; a tentare fino allo stremo delle proprie forze di farli tornare in sé, perché in fin dei conti non erano lì per loro.
    Non poteva sopportare una vista del genere, il Dottore.
    «… ci ho provato. ci ho provato sul serio» tirò il braccio di Amalie per stringerla a sé, il capo della bionda premuto sul suo petto. «lo so, ams» soffiò piano sui fili dorati della minore, gli occhi verdi screziati di limpido azzurro a cercare un proprio equilibrio mentre si soffermavano sulla figura a terra, immobile. «lo so» che non è giusto. Che non dovresti nemmeno essere qui, tu – e non dovrebbe stare Billie ad Hogwarts. Che dovreste essere a casa a fare congetture e scommesse su come potrebbe andare a finire, e non a vedere amici e conoscenti cadere come birilli inanimati. Che sono fiero di voi per aver scelto di combattere per il nostro, per il vostro futuro, ma che tutto questo non ve lo meritate affatto.
    Anche lui avrebbe voluto non guardare nulla di ciò che aveva davanti, se solo avesse potuto.
    «mi dispiace» no. Non poteva sapere a cosa in realtà si riferisse la ragazzina, ma a priori le prese il viso tra le dita, sollevandoglielo appena per farle incontrare il sorriso del fratello – semplice, rassicurante e nient’affatto ilare. Di quelli che si sporcano di colpe e malesseri, e che avrebbero preferito non esistere affatto. «non è colpa tua» sussurrò appena, un fiato leggero a scompigliarle i capelli.
    Will non è morto per colpa tua, non devi dispiacertene - non era colpa di nessuno, se la guerra non guardava in faccia chi aveva davanti. Avrebbe potuto puntare il dito contro il biondo del futuro con il fucile a fumare ancora del colpo sparato, dirgli che non aveva alcun diritto di far fuori i loro amici – che avevano chiesto loro di aiutarli, non di sterminarli.
    Non lo fece, mordendo tra i denti quell’accusa senza capo né coda. Perché avevano chiesto il loro aiuto, e sapevano quali sarebbero stati i rischi. Non poteva giudicare le loro scelte, Elijah Dallaire: poteva pentirsene per loro; poteva soffrire della morte di un amico che i paralleli non avevano mai conosciuto, piangere gli anni passati e brindare in suo onore. Non poteva impedire loro di fare quello che era giusto, seppur volendolo con tutto sé stesso. «dispiace anche a me» posò un soffice bacio sulla testa della sorella, prima di stringere un po’ di più e lasciarla andare qualche secondo più tardi: non potevano permetterselo, tutto quello.
    Sperava soltanto, destreggiandosi tra carne e sangue, proiettili ed incantesimi, che altrove tutto stesse procedendo per il meglio; che Billie fosse vivo, insofferente e strafottente nonostante la merda che potevano aver trovato ad Hogwarts - che stesse bene, e non fosse successo nulla.
    Che Eugene e Nate non si stessero facendo uccidere, che Rea se la stesse cazzeggiando di brutto a casa.
    Come poteva saperlo, che niente di quello che sperava era anche soltanto vicino alla realtà.
    Avrebbe cercato di strattonare una delle poche superstiti tra le fila nemiche, prima che potesse lanciare un incantesimo a quella che, per quanto aveva capito, era la sosia di Vic. Superfluo dire che a vederle non c’entravano un cazzo l’una con l’altra, ma chi era il Dallaire per giudicare? «davvero, vic» avrebbe incalzato, allontanandosi da Friday De Thirteenth – come sapeva il suo nome? ma andiamo, era famosissima! - e cercando di bloccarla sul posto con il proprio potere, fermando il tempo attorno a lei. «pensa a prendere qualche lezione di delicatezza dalla tua sosia, prima che se ne vadano via» un sorriso morbido a piegare la pelle e la barba bionda. Voleva bene a Victoria, ma era indubbio che i suoi modi mancassero di… mh, tatto.
    Come gli avrebbe di sicuro dimostrato di lì a qualche istante, ma non lo scopriremo nell’immediato, perché all’udire di uno sparo si sarebbe voltato alla ricerca della fonte, trovando «shoT. AVEVO DETTO IL MENO POSSIBILE» avrebbe concluso, puntando gli occhi verde acqua sulla figura del Deadman, la pistola alzata e lo sguardo annoiato a scivolare nella direzione del dottore. «tranquillo,» un gesto svogliato della mano di Chariton, prima che abbassasse l’arma e si stringesse nelle spalle. «ho soltanto mirato alla gamba»
    Tranquillo un cazzo.
    chariton "shot" deadman
    I'm a soldier, I'm a fighter
    Take a step back, I'm on fire
    Nothing's gonna kill me
    nothing’s gonna stand in my way
    To the broken-hearted
    that wished that they’d
    Never been born, never been torn,
    never sinned, never disobeyed
    1991's | 1996's
    doctor | allurer
    chronokinesis | healing factor
    upside down: elijah dallaire


    (3) DIFESA KIERAN (kieran + shot): spara alla gambah
    (2) DIFESA MURPHY (elijah + tokyo): spinge via fray
    ATTACCO FRIDAY (tokyo + elijah): la blocca
     
    .
  2.      
     
    .
    Avatar

    It's fate, not luck.

    Group
    Fato
    Posts
    3,796
    Spolliciometro
    +1,418

    Status
    Anonymous
    kieran15 pa15 pd41 psARMA: katana | falce
    alejandro
    william15 pa15 pd40 psARMA: fucile d'assalto | mitraglietta
    sebastian
    julian15 pa15 pd32 psARMA: spada | tirapugni
    esther
    elysian15 pa15 pd25 psARMA: pugnale | chakram
    stark
    aloysius15 pa15 pd41 psARMA: lanciagranate | tavoletta
    marcus
    wtf15 pa15 pd40 psARMA: revolver | pistola
    emaline
    shot15 pa15 pd44 psARMA: pistola | sai
    elijah
    shia15 pa15 pd16 psARMA: pala | pistola
    todd
    D.J.15 pa15 pd11 psARMA: Pistola | Spada
    ego
    padre shaw15 pa15 pd42 psARMA: fede | martello
    gemes
    laurent15 pa15 pd28 psARMA: pistola | coltelli da lancio
    bunny
    jamie15 pa15 pd42 psARMA: pistola semi automatica | fucile d'assalto
    cj
    heidrun15 pa15 pd49 psARMA: sai | mitraglietta
    roy
    tokyo15 pa15 pd42 psARMA: tirapugni | balestra
    amalie
    murphy15 pa15 pd44 psARMA: katana | stiletto
    victoria
    michael15 pa15 pd37 psARMA: coltello | fioretto
    mephisto
    belladonna30 PA20 pd9 psattacco: 19 (emaline) 11 (laurent) 28 (kieran) 5 (julian) 4 (stark) 14 (elijah) 29 (todd) 5 (dj) 8 (jamie) 8 (tokyo) 16 (vic) 19 (michael)rivoltella | (mago)


    (2) DIFESA MURPHY (elijah + tokyo): 12 + 9 = 21 pd (+19 pa)
    (7) DIFESA TOKYO (tokyo + jamie): 9 + 2 = 11 pd (+4 pa)
    ATTACCO FRIDAY (tokyo + elijah): 6 + 7 + 4 + 19 = 36 pa
    DIFESA FRIDAY: 5 pd (-31 ps)
    Colpita dalla tempesta di neve, Friday vola via e sbatte contro il muro, perdendo i sensi felice: ama un sacco Frozen!

    (4) DIFESA JAMIE (jamie + todd): 14 + 8 = 22 pd (+18 pa)
    (7) DIFESA DJ (todd + laurent): 8 + 3 = 11 pd (+4 pa)
    ATTACCO FITZPATRICK (jamie + todd): 3 + 14 + 18 + 4 = 39 pa
    DIFESA FITZPATRICK: 6 pd (-33 ps)
    Mentre Jamie raccoglie un'altra gamba con cui giocare felice, Fitzpatrick non può ovviamente alzarsi per contrastare Todd, che lo riempie di pugni fino ad ucciderlo definitivamente - e anche dopo.

    (7) DIFESA ELY (laurent + kieran): 10 + 3 = 13 pd (+6 pa)
    (3) DIFESA KIERAN (kieran + shot): 5 + 11 = 16 pd (+13 pa)
    ATTACCO BELLADONNA (kieran + laurent): 10 + 13 + 6 + 13 = 42 pa
    DIFESA BELLADONNA: 13 pd (-29 ps)

    CAMBIO MUSICA! Ed è su queste note che Belladonna inizia la sua danza letale, scagliando a voi tutti Crucio ed Avada Kedavra come se piovessero.
     
    .
  3.      
     
    .
    Avatar

    It's fate, not luck.

    Group
    Fato
    Posts
    3,796
    Spolliciometro
    +1,418

    Status
    Anonymous
    kieran15 pa15 pd41 psARMA: katana | falce
    alejandro
    william15 pa15 pd40 psARMA: fucile d'assalto | mitraglietta
    sebastian
    julian15 pa15 pd32 psARMA: spada | tirapugni
    esther
    elysian15 pa15 pd25 psARMA: pugnale | chakram
    stark
    aloysius15 pa15 pd41 psARMA: lanciagranate | tavoletta
    marcus
    wtf15 pa15 pd40 psARMA: revolver | pistola
    emaline
    shot15 pa15 pd44 psARMA: pistola | sai
    elijah
    shia15 pa15 pd16 psARMA: pala | pistola
    todd
    D.J.15 pa15 pd11 psARMA: Pistola | Spada
    ego
    padre shaw15 pa15 pd42 psARMA: fede | martello
    gemes
    laurent15 pa15 pd17 psARMA: pistola | coltelli da lancio
    bunny
    jamie15 pa15 pd42 psARMA: pistola semi automatica | fucile d'assalto
    cj
    heidrun15 pa15 pd49 psARMA: sai | mitraglietta
    roy
    tokyo15 pa15 pd42 psARMA: tirapugni | balestra
    amalie
    murphy15 pa15 pd44 psARMA: katana | stiletto
    victoria
    michael15 pa15 pd37 psARMA: coltello | fioretto
    mephisto
    belladonna30 PA20 pd9 psattacco: 19 (emaline) 6 (laurent) 28 (kieran) 5 (julian) 4 (stark) 14 (elijah) 29 (todd) 5 (dj) 8 (jamie) 8 (tokyo) 16 (vic) 19 (michael)rivoltella | (mago)


    In mancanza della testa di Kieran contro il quale far sbattere la tua, Belladonna si limita (limita) a tirarti un potente schiaffo, abbastanza forte da lasciarti il segno e confonderti per una manciata di secondi. (-11 ps)

    LAURENT: e dopo lo schiaffo, cerca di ficcarti la bacchetta nell'occhio.
     
    .
  4.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Born
    Posts
    180
    Spolliciometro
    +349

    Status
    Offline
    Sospirò, il pollice a sfregare la guancia destra rimuovendo una sfrontata goccia di sangue, quando anche la seconda gamba di Fitzpatrick cadde al suolo con un tonfo umido e poco piacevole. Lo osservò, labbro inferiore stretto fra i denti, mentre agonizzando rantolava contorcendosi per il dolore; distolse lo sguardo quando i sibili dell’uomo divennero patetici ed offensivi, affatto toccato dalla tortura appena compiuta – ma non riuscì neanche a compiacersene, con quei troppi occhi su di sé. Prigioniero in troppi Jamie Hamilton, il cronocineta si limitò ad indietreggiare lasciando cadere a terra il machete, i palmi umidi di sangue ad asciugarsi sui pantaloni. Sapete una cosa? Era stanco, il ventiquattrenne. Passatempi del genere se li faceva andar bene per una mezz’ora o poco più, ma alla lunga l’odore del sangue lo annoiava ed infastidiva. L’Hamilton, che di limiti non ne aveva mai conosciuti abbastanza, era troppo avvezzo a mescolare dolore e piacere perché si equilibrassero in un mix tollerabile a pochi e per pochi, ma quando l’uno vinceva sull’altro si sentiva sempre…vuoto, incompleto. Sicuramente insoddisfatto, come qualcuno cui fosse stata data la possibilità di mangiare dopo un lungo periodo di digiuno, ma gli fossero stati serviti solamente piatti cui fosse allergico o intollerante. Masticò l’interno del labbro fra i denti, capo chino e sguardo assorto sul pavimento del Ministero.
    Mentre intorno a lui ancora infuriavano i rumori della battaglia, Jamie si domandò se fosse davvero giunto il momento della vacanza che rimandava da anni - da tutta una vita. Malgrado la propria influenza su Parigi, e malgrado avesse mani in pasta in praticamente ogni azione illecita ed illegale dello stato, Jamie voleva andarsene. L’aveva sempre voluto: salire in macchina, un borsone con pochi averi, e tanti cari saluti a tutti – la promessa di cartoline che non avrebbe mai mandato e di numeri dove contattarlo che non avrebbe mai avuto.
    Un bel taglio netto. Ricominciare. Nessun Leonard a grugnire davanti alle foto di Meredith bruciandosi la bocca dell’ennesimo sorso di vodka, nessuna doppia vita da gestire, alcun regno da governare. Nessun William Barrow ed i suoi effetti collaterali. Jamie voleva bene a suo padre, amava la propria dualità ed era fiero di quel che aveva costruito negli anni, così come non riusciva davvero ad immaginare una vita in cui nessun Gugi l’avrebbe chiamato nel cuore della notte perché il suo cane aveva starnutito ed aveva timore avesse una malattia terminale, ma…iniziava a diventare tutto un po’ troppo, ed in quel po’ troppo era compreso sacrificabile. Le difficoltà non gli avevano mai impedito di fare qualcosa: a lungo andare sarebbe stata ardua, ma un giorno tutti loro avrebbero finito per dimenticare Jamie Hamilton. Leonard avrebbe perfino potuto immaginare per il figlio un futuro più brillante di quello che non potesse aspettarlo nella capitale – felice, perlomeno: lo sapevano entrambi, i due Hamilton sopravvissuti, che con i fantasmi del passato ci convivevano così male da non riuscire a farlo affatto.
    E quella stupida, insulsa, guerra? Quel patetico esitare, ancora ed ancora, nel premere il grilletto per timore di rovinare il sorriso ad una ragazzina qualunque? Jamie non era, così. All’Hamilton la Sargent piaceva in quel modo in cui da sempre adorava i cuccioli, ma neanche quello sarebbe bastato a frenare il dito sulla Glock dal piantare una pallottola nel cranio di tutti quelli che li circondavano.
    La verità era che guardava Kieran, ma vedeva Katy. La debolezza di Jamie per ogni maledetta persona che mostrasse un briciolo di buon cuore, era che non poteva fare a meno di vedere gli occhi verdi di sua sorella, il perentorio «jamie, lo dico a papà» con il quale lo frenava sempre da fare l’ennesima, sciocca e superflua, idiozia. Gli ricordavano che non era sempre stato così impassibile, Jamie; che non era sempre stato così sadico e pragmatico. Lo stesso motivo che l’aveva spinto, anni e per anni, a trovare modi sempre nuovi perché William non decidesse sul serio di liberarsi di lui: in fondo Jamie sentiva da anni prudere sul palato la colpevole, infantile, domanda non sono così cattivo, vero? che mai aveva lasciato trapelare nei sorrisi sornioni o nelle maliziose palpebre socchiuse.
    «The snow glows white on the mountain tonight...»
    E se ancora non fosse stato convinto del suo bisogno di una vacanza, e l’incipit di Let It Go non l’avesse spinto ulteriormente verso quella strada, indubbiamente avrebbe aiutato l’accusatorio indice di Gohan al «conceal, don't feel, don't let them know / well, now they know!» e le distratte spinte con il quale Lollo (Lollo) continuava a farlo rimbalzare su William. Iniziava a trovare un certo pattern, Jamie, che rispose alle provocazioni con morbidi sorrisi pregni d’innocenza ed occhi bonariamente socchiusi.
    Sì, indubbiamente: una volta che fossero tornati a casa, sempre che l’avessero fatto, avrebbe preparato armi e bagagli salutando tutti con mano alla fronte e baci soffiati nel vento. Scusa papi, scusate amiki, so che sarà difficile rimpiazzare un Jamie Hamilton – se non impossibile – ma dovrete provarci: buona fortuna e buona vita. Era stata una pessima idea scegliere come meta il Ministero lasciandosi in balia di una Kieran ed un Laurent, avrebbe dovuto seguire Vin in Messico – ed assicurarsi che, stupida com’era, non si facesse rapire da qualche cartello sudamericano. Lanciò un’occhiata al Barrow battendo lentamente le ciglia, un sospiro a premere sui denti. Da qualunque altra persona avrebbe potuto aspettarsi un minimo di solidarietà, ma Gugi su determinate questioni pareva davvero non arrivarci: Jamie si fece bastare la sua confusione decidendo di interpretarla come appoggio morale, tenendo saggiamente per sé la nota divertente della questione. L’ultima cosa che voleva al mondo era che cominciasse seriamente a farsi domande e darsi risposte. Se fossero stati un Mitchell ed un William (I), certamente il secondo ma anche il primo non si sarebbe lasciato frenare da etica e morale per sgretolare l’amor proprio in una paccata in amicizia che accontentasse i fan, ma Jamie aveva ancora una reputazione etero da difendere.
    Reputazione, da non fraintendere con pudore: ecco perché, quando la musica di sottofondo cambiò, reclinò il capo sulla spalla sollevando un braccio verso l’alto ad attirare l’attenzione generale. Era davvero - «I believe in miracles / where you from, you sexy thing?» lo era davvero. Portò una mano al cuore stringendo il tessuto della maglia fra le dita, un sopracciglio inarcato ed uno sguardo allusivo al suo BFF4E. Certi Jamie, Gugi li conosceva fin troppo bene per non sapere cosa sarebbe accaduto di lì a breve.
    Era una legge non scritta. Un obbligo circostanziale. Un segnale di prescrizione.
    Si strinse nelle spalle evitando ad entrambi inutili proteste (ma da parte di chi) che sapevano non avrebbero portato a nulla, un sorriso sghembo a curvare le labbra: Jamie Hamilton era di coccio – in tutti i sensi possibili ed immaginabili. – e le poche regole che seguiva, le seguiva fino in fondo. Ruotò lo sguardo su Victoria Quinn, l’unica maggiorenne che rientrasse nella categoria “Will (+ Jamie)” ( come le prenotazioni ai tavoli, sì), inarcando anche l’altro sopracciglio in una tacita sfida: aveva molti difetti, il cronocineta, ma far tenere i vestiti addosso ad una signora non rientrava in categoria. Finito lo spettacolo atto rimarcare la propria posizione nella scala gerarchica (considerando che a conti fatti Vicky non era il suo tipo, quindi meh, anche se considerando le loro preferenze avrebbero potuto trovarsi più d’accordo loro che altri ihih) sarebbe stato il momento di entrare in scena – e lo stesso l’avrebbe pensato Belladonna, che presa da una follia omicida avrebbe iniziato a lanciare incantesimi a destra e a manca. Muovendo i fianchi e seguendo il ritmo della canzone, l’Hamilton avrebbe afferrato la maglietta dalle proprie spalle per sfilarla, i muscoli a guizzare sotto la pelle sporca d’inchiostro. Tenendola dalle estremità, l’avrebbe lanciata in modo da afferrarvi la nuca di Elysian, e con un sorriso sornione l’avrebbe fatta scivolare verso di sé strappandola dalla furia dell’unica avversaria rimasta in piedi – e con entrambe le gambe! Dopo aver rivolto ancora un labbro arricciato alla mora, l’avrebbe lasciata andare riprendendo possesso dell’indumento. Dopo essersi assicurato di avere la sicura nella semi automatica, avrebbe infilato la pistola fra i denti dalla parte dell’impugnatura, ed avrebbe sfilato cintura e fondina dai passanti dei pantaloni, continuando a canticchiare a labbra serrate attorno all’arma da fuoco come se non avesse avuto alcun spettatore – e come se tutti, invece, fossero stati lì per quello. Tenendo nuovamente la cintura dalle estremità, l’avrebbe avvolta attorno alla vita di Laurent tirandolo verso di sé, le spalle a muoversi ed il capo a seguire il basso vibrare della canzone. Allacciandolo, letteralmente, contro il proprio petto, avrebbe rivolto uno sguardo a Belladonna Baudelaire: mentre Marcus armava il bazooka ed i biondi (dentro e fuori) si liberavano di tutti i loro indumenti, Jamie si sarebbe limitato a inumidire il labbro inferiore e premervi sopra l’indice, verdi occhi socchiusi ad ammiccare verso la bionda prima di soffiarle un bacio.
    C’erano pur sempre dei bambini, e per quanto mancasse di decenza, ancora non se la sentiva di mostrare Jameson Black Barrel Hamilton come Meredith l’aveva fatto davanti agli innocenti occhi dei più giovani: d’altronde chi aveva tempo da perdere nelle mutande, considerando che quando un Jamie si levava i pantaloni era solo per bombare? Eh.

    jamie hamilton
    If he said
    help me kill the president
    I'd say he needs medicine
    Sick of screaming let us in
    The wires got the best of him
    I STAND ALONE
    I KEEP ON RISING
    UP TO THE THRONE
    I WON'T STOP FIGHTING
    2118 vs au 2018
    chronokinesis | telepathy
    2094's | 2000's
    upside down: CJ HAMILTON



    (4) DIFESA STARK (marcus + jamie): sposta ely
    (6) DIFESA LAURENT (jamie + will): sposta lollo

    ATTACCO SU BELLADONNA (will + jamie + vic + marcus): ammicca
     
    .
  5.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Wizard
    Posts
    353
    Spolliciometro
    +558

    Status
    Anonymous
    Oh Cristo Dio, perché una ragazzina gli stava urlando addosso? Non era abituato, di solito erano urla di gaudio e di altri tipo, non aveva idea di come gestire le lacrime di Bambi. Doveva abbracciarla o dirle gentilmente di farsi i cazzi suoi? Non voleva passare per troppo rude, dato che non era neanche sua intenzione «non dovevi ucciderlo per forza, lo sai?» detto dall’abbracciatrice killer, non era molto credibile. E dire che gli piaceva la ragazzina, non si ricordava quando alle quattro del mattino le aveva preso un milkshake solo perché aveva avuto un incubo? Suvvia, Kier, lo sai che sono un bravo ragazzo e che «ho fatto quello che dovevo» era la verità, e non si sarebbe scusato per aver agito come più credeva giusto – l’etica era un qualcosa di flessibile e soggettiva, quindi che la Sargent se ne tornasse nel suo paese degli unicorni. Lo pensava con amore, ovviamente. «anche lui aveva una famiglia» ottima osservazione, doveva ammetterlo, se non fosse stato che anche anche loro due ne avevano una, e ogni ragazzo e ragazza che aveva protetto con quel colpo «kier, non è l’unico» rispose pacato, provando ad avvicinarsi per calmarla o, che ne sapeva, offrirle un fazzoletto. Si sentiva a disagio con quelli che piangevano, non aveva idea di cosa fare per calmarli e/o evitare che lo pugnalassero con il coltello da cucina – eh, quante volte aveva avuto quel tipo di reazione dalle sue ragazze. Non del coltello, ma del pianto eh. Che poi, ripensandoci, era sempre William la vittima nella discussione: lui le accusava di essere andate a letto con Jamie e loro scoppiavano in lacrime chiamandolo un falzo schifozo. Skste ma la coerenza dove l’avete lasciata?? «barrow, uccidi ancora qualcuno e ti abbraccio fino a soffocarti» eulamadonna, addirittura? Quando era diventata così psycho? Si era perso giusto un paio di cose mentre era di turno al Louvre. Alzò le mani davanti a sé in segno di resa, indietreggiando lentamente «va bene gohan, cercherò di controllarmi» sebbene non avrebbe esitato a premere di nuovo il grilletto se si fosse presentata la necessità, Kieran Sargent era pur sempre una diciassettenne, non era lei a dargli degli ordini.
    Bene, la pizza è arrivata e non la voglio far freddare quindi si va di flash combos.
    Voltò il capo per individuare la fonte di quella canzone, non riuscendo a capire da dove provenisse – se la stava immaginando? Non sarebbe stata la prima volta, era persino convinto che la sua casa fosse infestata da demoni. Poi, fece l’errore di spostare gli occhi su Jamie, la maglietta stretta al petto e uno sguardo di sfida rivolto ai due biondi. Vaffanculo, tanto non ce l’aveva una dignità «I believe in miracles / since you came along you sexy thing» fu un caso, che in quel momento stesse osservando l’Hamilton. Si levò le maglia da sopra la testa e la roteò in aria, la lanciò poi verso la folla sperando che cadesse sul volto di Belladonna e le oscurasse la vista. «where did you come from baby / how did you know i needed you» fece scivolare le mani sulla cintura, levandosela con una sensualità decisamente inappropriata all’ambiente, mentre anche i jeans scendevano lungo le sue gambe rivelando i suoi fantastiki boxer. Quelli se li sarebbe tenuti addosso, giusto perché erano dei minorenni in giro. Non si sa come, ma ad un certo punto della vita si trovò così vicino al volto di Victoria che i pensieri di minuti prima gli tornarono alla mente. Una paccata in amicizia ci stava, no? «yesterday i was one of a lonely people / now you're lying close to me making love to me» inappropriato però d’effetto, e approfittò della confusione della bionda per far scivolare le dita tra le sue ciocche e poggiare le labbra alle sue. Baciarla si er rivelato anche meglio di quello che aveva immaginato, c’era solo da sperare che Jamie non decidesse di paccare anche con lei. La Quinn interruppe il limone posando le sue mani sul petto e spingendolo via, in tutta risposta William alzò una mano verso di lei e scosse il capo sconsolato, come nella gif di Euge. Neanche si sarebbe accorto di travolgere DJ, chiaramente in mezzo ai coglioni, dandogli una gomitata sul volto per puro caso. Eh vbb, cose che capitano.
    Si avvicinò poi ai biondi della compagnia dell’anello, unendosi al loro spettacolino per deliziare gli occhi di Belladonna, e lasciando ogni dignità rimasta avrebbe portato il medio e indice al polso baciandoli, facendoli successivamente scendere sensuali lungo in suo fianco fino al sedere.

    william barrow II d'inghilterra
    I’m just a problem
    that doesn't want to be solved
    So could you please
    hold your applause
    Tell me how it feels to know
    I'm not a puppet under control
    I cut the strings a long time ago
    former fabreval / slytherin
    pureblood / doctor
    2094's / 1975's
    sebastian emery quinn


    -- will + jamie difendono laurent (belladonna): le lancia la maglia addosso
    -- will + victoria difendono dj (belladonna): urta dj con la spalla
    -- will + jamie + vic + marcus attaccano belladonna: cosa sexy
     
    .
  6.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Wizard
    Posts
    371
    Spolliciometro
    +664

    Status
    Offline
    «sai..» non l'aveva nemmeno sentita avvicinarsi, troppo presa la Quinn ad osservare l'ennesimo nemico cadere al suolo privo di vita; ne rimaneva una sola, più immortale e incazzata che mai. Quasi sobbalzó, al suono della voce di Murphy, più vicina di quanto avesse calcolato, ritrovando la ragazza al proprio fianco quando le iridi acqua marina scivolarono nella sua direzione. Si vedeva lontano un miglio, che era provata: nemmeno l'improvvisazione a cappella di Umbrella versione Vanilla Sky poteva cancellare dal volto della Skywalker la stanchezza, il dolore provato nel dover fare una scelta estrema. Uccidere, o morire. Niente che potesse influire sullo stato d'animo di Victoria, almeno non fino a quel momento. Aveva avuto il culo di ritrovarsi davanti solo volti sconosciuti, gente casualmente incontrata nel posto sbagliato al momento sbagliato, e lo sapeva di essere stata fortunata. La geocineta non quella grazia non l'aveva affatto ricevuta. «la Belladonna della mia dimensione.. mi piace molto. Credo mio padre abbia una cotta per lei, anche se non vuole ammetterlo.» mio padre. Fu per istinto che Vic spostò lo sguardo verso Sebastian, gli stessi occhi chiari ad incrociarsi la durata di un secondo: chissà se era la stessa persona, con quei suoi capelli biondo grano e l'espressione severa, un alone di costante distacco che la figlia aveva sempre scambiato per una barriera invisibile, un muro per lei impossibile da scavalcare. Non era mai stato davvero raggiungibile, il Quinn, non per una bambina che con il tempo aveva imparato ad amarlo mantenendo le distanze; da lui, come da chiunque altro. «è un bene che non sia qui anche lui, allora. lo sai che dobbiamo ucciderla.» che diciamolo, Bella non sembrava tipo da lasciarsi mettere ko con un abbraccio o qualche parolina dolce. Puntava ad ammazzarli tutti e nel modo peggiore, come minimo andava ricambiata con la stessa moneta.
    Si girò un'ultima volta verso la Skywalker, le dita della mancina a sistemare i capelli sfuggiti alla coda dietro le orecchie; forse Eli aveva ragione, forse poteva sforzarsi di provare più empatia nei confronti delle altre persone, muoversi con più delicatezza senza per forza farsi spazio nella vita della gente come un caterpillar. O forse doveva solo smettere di ascoltare le cazzate che le propinava il Dallaire e pensare a porre fine ad una situazione iniziata di merda e finita peggio. «vedi di non farti ammazzare proprio ora, Bambi.»
    Un suggerimento che avrebbe dovuto rivolgere a se stessa, la Quinn, soprattutto in vista di ciò che stava per accadere.
    È che non poteva resistere a quel richiamo, capite? Le tornava comodo lasciarsi circondare da un'aura di mistero e paura, accettando con benevolenza lo sguardo terrorizzato dei pischelli quando capivano di aver sbagliato ragazza per le loro stronzate da machi veri, ma in fondo- molto, molto in fondo -, Victoria non era poi così inaccessibile. Le piaceva divertirsi, perdere ogni tanto il controllo e lasciarsi andare, anche se ad incrociare le iridi di giada si fosse più propensi a pensare il contrario: tipo che come hobby avesse l'omicidio, per dire.
    Non ne andava fiera, ma avrebbe riconosciuto quell'intro ovunque, persino a rimbalzare sommessa tra le pareti del ministero, solo un fischiettio sulle labbra dell'ennesimo biondo arrivato dal futuro. Perché non bastavano quelli della dimensione alternativa, figurarsi. «I believe in miracles
    Where you from..»
    No, dai. Non stava per accadere davvero. Quella canzone aveva segnato la vita sessuale di Victoria, così come il film da cui era stata scritta: il fatto che ci si potesse spogliare davanti ad un numero imprecisato di persone, divertendosi nel mentre, l'aveva affascinata a tal punto che in un imprecisato momento della pubertà era arrivata a dichiarare di volerlo fare come lavoro. Seb non l'aveva presa bene. «ma perché i maschi Hamilton devono essere tutti così..» cosi come, non era dato saperlo; ma ci si poteva arrivare con un po' di immaginazione. Belli? Forse. Stupidi? Una certezza. Ne ebbe la conferma quando vide Jamie sfilarsi la maglia usando poi l'indumento come un lazo: se si fosse trattato di seguire il cuore, Victoria avrebbe incitato il tizio con cui aveva stretto il voto infrangibile, Shot, a seguire l'esempio del biondo, apprezzandone maggiormente le caratteristiche fisiche, ma non c'era spazio per quel genere di preferenze. E poiché in guerra ogni buco era trincea e ogni six pack aveva il suo perché, la serpeverde si prese del tempo per rifarsi un po' gli occhi, la testa reclinata verso la spalla destra e un sospiro appena un po' frustrato a sfuggirle dalle labbra dischiuse. La stava pure sfidando apertamente, lo stronzino.
    Che vita di stenti.
    «Where did you come from, baby? How did you know I needed you? How did you know I needed you so badly? How did you know I'd give my heart gladly?» Dovette concentrarsi su Belladonna, prima di perdere il filo del discorso, e soprattutto prima di soffermarsi un istante di più su suo zio che iniziava a spogliarsi a sua volta. Ew. Cioè, era un bell'uomo eh, però ew. So era già liberata in precedenza del giubbino, e per Vic non fu un gran problema far fare la stessa fine alla canottiera un tempo bianca, l'indumento sfilato con calma dalla testa a rivelare la pelle tesa e chiarissima dello stomaco, un tatuaggio rappresentante il simbolo della sua ex casata a spuntare da sotto la stoffa leggera del reggiseno nero; scendeva giù, lungo il fianco, terminando la sua scia d'inchiostro poco sopra la cintura dei jeans. «Yesterday I was one of the lonely people, now you're lying close to me, making love to me» avrebbe quindi lanciato la maglia in faccia a Belladonna, tentando di impedirle la visuale e cosi impedirle di ammazzare Julian con un poco tenero avada kedavra. E quando, voltandosi, si ritrovò faccia a faccia con William Barrow II, già mezzo ignudo per non venir meno al suo dovere, quella maledetta canzone le impedì di reagire come avrebbe fatto in una qualunque altra occasione. Perché, insomma, i biondi non erano il suo tipo e aveva problemi con gli esemplari maschi in generale, ma come poteva davvero pensare di resistere a quell'espressione da cucciolo bastonato? Non poteva, non con your sexy thing in sottofondo. Era indecisa, Vic, se baciarlo o dargliele di santa ragione, e nel dubbio decise che andavano bene entrambe le soluzioni. gnignigni, will le dice cose, rob non sa quindi salta al massimo si aggiungono dopo, costringendo la serpeverde a sollevare gli occhi al cielo, lì dove un cielo nemmeno si vedeva: a quanto pare nemmeno i Barrow scherzavano, quando si trattava di rovinare l'atmosfera. Quando lui si sporse in avanti tentando un approccio con la stessa sicurezza di un adolescente al primo risveglio di testosterone, Victoria ruppe gli indugi andandogli incontro, che non c'avevano tempo da perdere, le dita della mancina a scivolare tra i capelli biondo cenere del ragazzo tirando appena; quasi poteva sentire la pelle nuda della schiena bruciarle come Satana quando entra in chiesa e i paesanotti gli tirano l'acqua santa, da tanto incazzato era lo sguardo di Seb dalla parte opposta della sala, ma tant'è: trattenne il fiato, respiró di nuovo aria che non era sua, le labbra premute contro quelle di Will e la mente per un solo istante rivolta altrove. O forse da nessuna parte.
    Tutto bellissimo, finché non sentì una mano palparle il sedere. «troppo presto per la seconda base, willie» quasi le dispiaceva eh. Ma visto che l'istinto non si poreva controllare, Victoria Quinn semplicemente lo assecondó: avrebbe quindi spinto William con entrambe le mani, lanciandolo di peso addosso al malcapitato Dj. Chissà che non lo salvavano pure, già che c'erano.
    E niente, mentre zio Marcus preparava il bazooka decidendo di chiudere lo spettacolo in modo cruento e forse un pizzico eccessivo, Vic si sarebbe aggiunta agli altri due, le note della canzone cantate sottovoce e un accenno di balletto giusto per fare il tifo. Solo un accenno però, non esageriamo eh.
    Per papà *blows a kiss in the air (avevo scritto ari e ci stava)*


    murphy blue skywalker
    Sometimes I think that I'm the dreamer The one that's standing all alone Sometimes it feels like it's forever Since I've truly felt at home
    Some nights I stay up staring at the stars Wondering how far it goes I know this life is all I have That's what I've always been told
    2118 ; au!2018
    geokinesis vs. former slytherin
    pretty | bitchin'
    au: victoria madeleine quinn


    vic + marcus per julian: via la maglietta in faccia a bella

    vic + will per dj: gli lancia addosso will

    vic + jamie + will + marcus vs. belladonna: 9 settimane e 1/2
     
    .
  7.     +3    
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Professor
    Posts
    3,655
    Spolliciometro
    +1,903

    Status
    Offline
    Totalmente disinvolto e vagamente adirato, Marcus Quinn si passò il palmo della mano sul viso, raccogliendo sulle dita quante più gocce di denso liquido cremisi gli fosse possibile: il sangue a sporcare la faccia, ad appiccicarsi subdolamente sulla pelle diafana e tra la corta barba bronzea, non lo aveva mai infastidito particolarmente, ma era il principio a farlo incazzare. Per Dio - quel maledetto ministeriale non poteva semplicemente morire anonimo, come sicuramente aveva vissuto la sua intera esistenza, senza esibirsi in fontane danzanti scarlatte ed insozzargli tutti gli abiti? Non uno schizzo del suo essere stato, meritava d’impigliarsi e seccarsi sul cuoio delle sue scarpe dell’Eletto. Lo osservò portarsi le dita alla gola, ad un soffio di fiato dalla ferita zampillante; continuò a guardarlo mentre sgomento s’accasciava al suolo masticando aria tra i denti, muovendo convulso ogni muscolo del proprio corpo – tutto quello che fece il biondo fu arricciare il naso, disgustato. Lo smeraldo delle iridi non si distolse da quella vista fino a quando l’uomo non fu immobile, le labbra dischiuse ad esalare l’ultimo respiro: beh, ce l’aveva fatta ad andarsene a fanculo – aveva quasi temuto che il gari non avesse segato abbastanza in profondità la giugulare, e che sarebbe dovuto rimanere lì ad attendere la dipartita per fin troppo tempo ancora. Di pazienza ne aveva da vendere, Marcus, ed aveva un sacco di cazzate da raccontargli, se solo le avesse volute sentire e prenderle come una fiaba a conciliargli il sonno eterno – non che avesse altro da fare se non crepare, ad ogni modo.
    Piegò gli angoli della bocca verso il basso portando lo sguardo altrove, la lama della corta spada a pulirsi sul tessuto della maglietta. Conoscendosi, si sarebbe persino messo a fischiettare innocente un’improvvisata melodia nel mentre che procedeva il suo cammino verso nuove ed inesplorate mete, se solo la ragazzina mora non avesse avuto da che ridire. Lui il parental advisory per i contenuti espliciti l’aveva annunciato dicendole di chiudere gli occhi, non era mica colpa sua se la tipa del futuro non aveva voluto fare la brava bambina e rispettare i termini di utilizzo. «perché l’hai fatto?» arcuò le bionde sopracciglia, un broncio a spingere il labbro inferiore all’infuori – come se fosse lui, a dover essere oltraggiato. Sapete quel era la parte divertente? Che Marcus Quinn, offeso, ci si sentiva davvero. Avrebbe potuto dirle che erano, letteralmente parlando, problemi suoi – che aveva colpito suo fratello, e che si meritava una morte tanto brutale per aver osato tanto. Avrebbe potuto sostenere che era così che agiva, sebbene non fosse affatto vero: non era né un sadico né un violento, e per quanto quella storia fosse d’importanza vitale per tutti loro aveva deciso di godersela come fosse stato un gioco, colpendo la gente con una tavoletta infantilmente dipinta e facendo credere ai propri nemici di avere un fallo di gomma stretto tra le dita piuttosto che una bacchetta capace d’essere letale nei confronti dei suoi amici e della sua famiglia; soltanto un po’ eccessivo, e che ciò non lo aveva mai comunque portato ad assassinare un uomo senza un vero pretesto – di vite altrui prese prematuramente aveva le mani sporche da sempre, ma mai privo di un motivo primo. Avrebbe persino potuto farle presente che erano in una maledetta guerra, e che con tutta probabilità l’uomo si sarebbe potuto rigirare e riservarle lo stesso trattamento che aveva subito: chissà se lo sapeva, la gente dell’altro universo, che non era mai stato tra abbracci e corone di fiori che si scampava alla furia omicida di chi non sembrava più avere un cervello a cui imputare certi eccessi furiosi. Avrebbe potuto essere sincero, dirle tutto ciò – aggiungere che si era rotto il cazzo, e che sarebbe passato sopra tutte le gole sgozzate che avesse dovuto recidere se ciò l’avrebbe portato più velocemente da quel coglione di un dittatore, tagliargli la testa e tornarsene a casa a sorseggiare Malibu e Cola da una cannuccia ondulata.
    Alzò soltanto le spalle, il Quinn, senza mai perdere il broncio a piegare le labbra: non gli interessava abbastanza di cosa turbasse chiunque sarebbe infine tornato a godersi la vita idilliaca in un roseo futuro, e non gli interessava affatto di cosa una ragazzina qualunque avrebbe potuto pensare di lui. Sarebbero stati loro a raccogliere i cocci di una realtà che la loro sola presenza, indiscreta e fastidiosa, aveva portato ai limiti della follia: non era perfetta nemmeno prima, faceva comunque schifo anche senza il loro intervento inopportuno, ma almeno avevano un equilibrio. «perché mi andava» semplice e lineare, la voce naturalmente roca di Marcus. Perché se lo meritava. Si voltò, già diretto verso un Sebastian colpito dalla maledizione senza perdono, e quando la ragazza parlò ancora nemmeno si sprecò a porgerle uno sguardo in risposta. Non doveva ucciderlo per forza? «lo so,» onesto: era un tizio a caso, nemmeno ne sarebbe valsa la pena. «e lui non doveva per forza lanciare un crucio a mio fratello»
    Si accucciò al fianco del Quinn maggiore, le gambe sostenute dalle punte dei piedi ed i talloni sollevati, un sorriso più dolce a premere gli angoli delle labbra. «sei troppo vecchio per la guerra, dovresti andare in pensione ad allevare piccioni» gli diede un buffetto sulla guancia, sinceramente felice di vederlo abbastanza in forma da mandarlo a fanculo nei termini coloriti ed educati che tanto s’addicevano alla persona di Seb.
    Si sarebbe anche trattenuto oltre, se solo - «i believe in miracles / where you from, you sexy thing?»
    Non era propriamente definibile bipolare, il più giovane della dinastia dei Quinn. Solo un po’… lunatico: poteva passare dall’essere uno psicopatico tagliagole ad un adolescente in perenne eccitazione con la stessa facilità con cui s’accendeva e spegneva l’interruttore della luce. Nemmeno lo salutò, il fratello, per prendere parte a quell’attimo di gloria; nemmeno glielo chiese, ad un Aloysius Crane ancora felice del proprio coretto da musical, se poteva rubargli di nuovo il bazooka.
    Gli serviva come palo, oh.
    Sull’onda di sua nipote («aw guarda sebby, ha preso tutto da me!») ed i suoi due amici del futuro, punta del lanciagranate a terra e mano a stringere sull’impugnatura, con la stessa sensualità che lo aveva fatto eleggere Mister Lilum per tre anni consecutivi – poi si era rotto le palle, naturalmente - avrebbe iniziato a roteare attorno all’arma, afferrando nel suo muoversi il braccio di un contadino e piroettarlo via dalla furia omicida di una bella bionda. L’highlander: mica se ne era accorto che erano morti tutti gli altri! Mistico.
    Erotico e promiscuo, avrebbe poi iniziato a sculettare dirigendosi verso la donna, e quando in prossimità le avrebbe scoccato un bacio prima di piegarsi a terra, lasciando il lanciarazzi a terra. Ammiccandole, avrebbe preso la propria maglia per i lembi inferiori, ed una volta fatta (lentamente.) scivolare sul petto e sul capo prima di togliersela, l’avrebbe arrotolata come un asciugamano bagnato prima di adoperarla a frusta (con tanto di effetti sonori: «ftschhhh») sul bel corpo della ragazza, così da farle perdere la presa sulla bacchetta.
    Prima di proseguire, le avrebbe strizzato l’occhio – e raccolta l’arma, si sarebbe allontanato dall’epicentro dello scontro facendo cenni indiscutibili un po’ a tutti per dirgli di stare attenti. Così, per scienza.
    Armò il lanciagranate, piegò un ginocchio sul pavimento.
    «i believe in miracles» avrebbe sussurrato, occhio socchiuso sul mirino, prima di sparare.
    aloysius angus crane
    Shrug us off our shoulders
    We don't do what they told us
    So I don't wanna be
    another face in the crowd
    I'm never giving up, never gonna crack
    I'm never giving in, never going back
    au!2018 vs. 2118
    illusions vs. light
    elect vs. special muggle
    upside down: marcus quinn


    (5) DIFESA JULIAN (vic + marcus): piroetta via
    (4) DIFESA STARK (marcus + jamie): frusta bella
    ATTACCO SU BELLADONNA (will + jamie + vic + marcus): bazookata
     
    .
  8.     +3    
     
    .
    Avatar

    It's fate, not luck.

    Group
    Fato
    Posts
    3,796
    Spolliciometro
    +1,418

    Status
    Anonymous
    kieran15 pa15 pd41 psARMA: katana | falce
    alejandro
    william15 pa15 pd40 psARMA: fucile d'assalto | mitraglietta
    sebastian
    julian15 pa15 pd32 psARMA: spada | tirapugni
    esther
    elysian15 pa15 pd25 psARMA: pugnale | chakram
    stark
    aloysius15 pa15 pd41 psARMA: lanciagranate | tavoletta
    marcus
    wtf15 pa15 pd40 psARMA: revolver | pistola
    emaline
    shot15 pa15 pd44 psARMA: pistola | sai
    elijah
    shia15 pa15 pd16 psARMA: pala | pistola
    todd
    D.J.15 pa15 pd9 psARMA: Pistola | Spada
    ego
    padre shaw15 pa15 pd42 psARMA: fede | martello
    gemes
    laurent15 pa15 pd17 psARMA: pistola | coltelli da lancio
    bunny
    jamie15 pa15 pd42 psARMA: pistola semi automatica | fucile d'assalto
    cj
    heidrun15 pa15 pd49 psARMA: sai | mitraglietta
    roy
    tokyo15 pa15 pd42 psARMA: tirapugni | balestra
    amalie
    murphy15 pa15 pd44 psARMA: katana | stiletto
    victoria
    michael15 pa15 pd37 psARMA: coltello | fioretto
    mephisto


    (5) DIFESA JULIAN (vic + marcus): 11 + 10 = 21 pd (+16 pa)
    (4) DIFESA STARK (marcus + jamie): 10 + 10 = 20 pd (+16 pa)
    (5) DIFESA D.J. (vic + will): 1 + 2 = 3 pd (-2 ps)
    (6) DIFESA LAURENT (jamie + will): 6 + 6 = 12 pd (+6 pa)

    ATTACCO SU BELLADONNA (will + jamie + vic + marcus): 8 + 14 + 8 + 8 + 16 + 16 + 6 = 76 pa
    DIFESA BELLADONNA: 4 pd (-72 ps)

    Prendete fiato, Esecutori.
    Pulitevi del sudore ad imperlarvi il volto, leccate e coprite le ferite della battaglia – perché caduto l’ultimo nemico ad ostacolarvi il cammino, vi dite di averne bisogno. Di poterlo addirittura fare, di possedere quel tempo che credete vi basti a coprire tagli e fori di pallottola abbastanza da permettervi di non morirne dissanguati.
    Sapete che non è vero, e che le lancette dell’orologio stridono nel loro incedere malvagio sulle tacche del quadrante: lì per lì, non interessa davvero a nessuno. Negli istanti che seguono la vostra esigua vittoria, l’unica cosa di cui importa sono le persone che dal campo non si sono rialzate - che non si rialzeranno più.
    Passa qualche minuto, probabilmente, quando alcune voci si alzano dal coro silente - dobbiamo andare.
    Radunate tutto quello che potete, portate con voi chi potete: la cosa più ragionevole che vi viene in mente da fare è controllare l’ascensore, lo stesso che vi ha portato in quella trappola imprevista. Siete al secondo piano del Ministero in quel preciso momento, e chi ha studiato o redatto la strategia della rivolta sa bene che non era quella l’ala della sede del governo che avreste dovuto raggiungere. Il vostro obiettivo era il piano sotto i vostri piedi – il primo, quello del Ministro e degli alti ufficiali in carica della Dittatura.
    È li che dovete andare. O, per meglio dire: è lì che vorreste, andare.
    L’ascensore non sembra voler funzionare, sebbene proviate a spingere ogni pulsante.
    L’unica cosa che vi resta da fare è proseguire lungo la stanza, aprire la porta che inizialmente non avevate nemmeno notato dietro le file dei vostri nemici. Dietro la porta null’altro che un buio corridoio, flebili fiaccole ad illuminarvi la strada stanziate tra quelle che riconoscete come porte di uffici.
    C’è qualcosa di strano, nell’aria pesante e viziata di quell’andito – qualcosa che non va, che turba anche le vostre più lungimiranti aspettative. Qualcosa che vi fa procedere con più cautela, e che vi invita a scrutare all’interno degli usci spalancati quando non direttamente scardinati dalla cornice: non sembra ci sia mai nessuno oltre la cortina di polvere troppo scura, e che tralasciando gli ingressi stessi gli uffici siano stati lasciati immacolati. Parrebbe quasi che qualcuno sia arrivato prima di voi, ma - ma non ha senso.
    Non c’è tempo per indagare oltre – potete soltanto proseguire.
    E nel farlo l’aria sembra quasi più rarefatta, come se l’ossigeno che avrebbe dovuto essere presente nella miscela sia stato appesantito: non vi toglie il fiato, quello è sicuro, ma vi si appiccica ai polmoni. Fino a quando non arrivate ad una porta più larga, sulla vostra sinistra. Superato quel punto, vi sembra quasi di aver qualcuno a stringervi materialmente le camere d’aria nel petto.
    A strozzarvi il respiro, è la consapevolezza di dover attraversare quello che, a conti fatti, è un arco; oltre questo, una scalinata che porta più in basso – che porta esattamente dove dovete andare.
    C’è poco da fare, Ribelli: scendete le scale.

    Ancora una volta, il Ministero vi sorprende.
    Sentite dei lamenti non appena arrivate nell’ampio atrio circolare, ma non avete idea di dove possano provenire. Potreste quasi postulare delle ipotesi, guardandovi intorno - guardando il linoleum davanti a voi.
    Decine di corpi sono stesi a terra, immobili. Tutti indossano la toga del governo, e tutti hanno un’aria familiare. Non potrebbe essere altrimenti, per chi tra voi ha studiato i piani della rivolta fino allo sfinimento.
    Per chi, su quei volti appesi ad una bacheca, non faceva altro che tirare coltellini – un tiro al bersaglio per cui eravate pronti ad esercitarvi dal vivo, da mesi.
    Tutte le alte cariche ministeriali sono lì, tra cortine di cenere e polvere nera – cristallizzate nel loro ultimo respiro, rivoli di sangue a scivolare su labbra violacee. Una strage per cui eravate preparati, ma che avreste dovuto commettere voi.
    Cosa sta succedendo?
    Altri lamenti – ecco, cosa sta succedendo. Da una porta laterale, avvicinandovi si fanno sempre più molesti. Più chiari.
    Aprite la porta.

    Altri cadaveri, lungo le pareti. Stavolta visi innocenti, visi familiari - gente che negli ultimi giorni avete visto negli avvisi dei parenti che ne denunciavano la scomparsa.
    Alcuni Chiaroveggenti, qualche Telepata.
    Ma non è a loro che dovete prestare attenzione.
    È sulle gabbie, che i vostri occhi incedono. Su chi è ancora vivo, ma che non è certo di farcela ancora a lungo; riconoscete Helianta Moonarie, Isaac Lovecraft, Zenith Gallagher nei visi emaciati da fame e stanchezza - Niamh, Soho, Stich, Evangeline.
    «figlio di puttana» è su una cella in particolare, che l’attenzione di alcuni si sofferma.
    Di alcuni, che in quel mondo sono solo di passaggio; degli altri, nessuno sembra far caso all’uomo - uno tra tanti, nessuno tra i qualcuno. «no, run» calmo e risoluto, Aloysius Crane, nel bloccare l’incedere minaccioso della ragazza verso l’incarcerato – il quale, enigmatico e mesto, non fa che sorridere. «non è il nostro» continua sicuro di sé, avvicinandosi curioso a quel William Lancaster che nella landa innevata dell’Aetas gli ha dato una sveglia particolare, curando lui ed altri da un veleno mortale.
    Identico, a quello che ha stretto un patto con alcuni di voi nel novembre di due anni addietro a Brecon, e che pochi mesi prima vi ha trascinato nella soleggiata Bodie della Prima Guerra Mondiale.
    Se solo non sembrasse più trasandato, con quella barba brizzolata e poco curata; più antico, nelle rughe stanche che l’altro, di certo, non avrebbe lasciato segnare il proprio viso.
    «è stato lui» le sue prime parole roche, riferite probabilmente a ciò che avete incontrato nel vostro passaggio. «è ad hogwarts»
    Qualcuno sussulta, qualcuno soffoca un grido tra i denti stretti mentre continua a liberare i prigionieri.
    Qualcuno - «cosa ci fa nel castello» ruota gli occhi castani sul biondo, la lingua stretta tra i denti. Non è ovvio? «gioca d’anticipo»
    Non capite. Non potete capire.
    Uscito dalla gabbia, William Lancaster si avvicina ad un quadro, e dopo un cenno del capo la donna tarchiata dipinta in esso si fa da parte, rivelando un passaggio. Un portale.
    Ma l’uomo non ve lo lascia oltrepassare. Non subito.
    «prima di andare,» esita, china il capo: lo sa, William, che hanno più tempo lì piuttosto che oltre il varco – che così facendo, sta rischiando la vita di molti. «dobbiamo parlare.»
     
    .
187 replies since 6/5/2018, 23:00   3976 views
  Share  
.
Top