[mini q] gonna get their attention

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    It's fate, not luck.

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    Ministry of Magic
    A new answer to the same question How many times will you learn the same lesson?


    Il portale si rivela meno… intenso di quel che avreste potuto immaginare. Una volta spinta la mano attraverso la superficie dello specchio, vi rendete infatti conto che non ha alcuna consistenza: è semplicemente una porta già aperta. Il cambiamento è così lieve e repentino da disorientarvi; non c’è un prima distinto da un dopo, c’è semplicemente l’ambiente caldo d’un bagno o di una catapecchia sostituiti dal vento freddo e pungente di Hogsmeade.
    Perché è ad Hogsmeade che vi trovate, non v’è alcun dubbio. Il Carrow’s District è esattamente come lo ricordavate, corridoi bui e verdi che si snodano labirintici da una gabbia all’altra e noccioline abbandonate al suolo dalla mano distratta dei più piccoli. L’unica, notevole, diversità che potete notare proseguendo nel buio (sono le undici di sera, l’unica luminosità è data dai radi fuochi fatui sul sentiero) insieme a coloro che vi stanno scortando verso il Ricovero, sono le prigioni più…ampie, come se non fossero destinati alla sola fauna.
    Sono le gabbie riservate agli incontri fra maghi. Lì, dove l’unica protezione è quella che separa l’esterno dall’interno della cella, i maghi e le streghe del Mondo Magico vengono costretti a sfide all’ultimo sangue per allietare il pubblico - composto principalmente da Special, ma sarebbe menzognero dire che, usualmente, non vi fossero anche altri maghi. Passate vicino ad una delle gabbie giusto in tempo per vedere un Anatema che Uccide colpire in pieno petto un uomo, il chiarore verde seguito dagli ululati del Pubblico.
    Ma non potete fermarvi, ed i vostri accompagnatori ve lo rendono chiaro: non ne avete il tempo.
    Nessuno, lo ha.
    Scivolate invisibili, letteralmente, attraverso lo zoo fino a giungere ad una piccola radura di nicchia, dove ad attendervi ci sono tutti coloro che si sono uniti alla Squadra per rimuovere Seth dalla sua posizione. Il Ricovero, vi sussurra qualcuno indicandovi l’edificio al centro dello spiazzo erboso.
    Il Ricovero è il loro Quartier Generale, ossia il loco dove hanno pianificato la Missione. Venite invitati ad entrare; all’interno, oltre a numerosi libri, mappe, ed i chiari segni di un luogo frequentemente abitato (cartacce, scatole di pizza ormai vuote, bottiglie abbandonate a metà sulle scrivanie e non quantificabili thermos di caffè), vi sono due armadietti. Come scoprirete aprendone le ante, si tratta in realtà di altre stanze: la prima, pareti e pavimento neri, contiene dei vestiti puliti. Dovete mescolarvi alla folla, quindi è richiesto un vestiario sobrio. La seconda stanza, invece, è la più interessante: armi. Armi di ogni forma e dimensione, qualunque oggetto che i membri dell’Upside Down, nei mesi precedenti, siano riusciti a raccogliere: riuscite ad intravedere perfino un mattarello ed un paio di pinne da sub. Si mostrano più cauti, gli Altri, nel darvi le armi: vi chiedono un patto. Non un mignolino dell’amicizia, non la vostra parola.
    Un Voto Infrangibile. Non potete usare le armi contro i vostri, o altri, alter ego dell’Upside Down, così come loro non possono usarle contro di voi: è prendere o lasciare.
    E non avete altra scelta se non prendere, stringendo un Voto Infrangibile con la realtà opposta alla vostra – ciascuno di voi con un altro dei loro.
    Scocca la Mezzanotte, ed è il momento di partire.
    Il Mondo non è come lo ricordavate dicono a chi, quella decade, l’ha già vissuta. Vi illustrano il piano: la prima squadra è incaricata di occupare il Ministero, e di uccidere (non imprigionare. Uccidere) i più alti esponenti di ciascun livello; la seconda dovrà occuparsi di Hogwarts, risparmiando gli studenti (solamente quelli che non si oppongono, dichiarano. Per gli altri è troppo tardi.) e cercando di evacuarne quanti più possibile: dovete liberare la zona, vi dicono, perché è lì che si terrà lo Scontro; il terzo, ed ultimo, gruppo, ha il compito più delicato (e fondamentale, sibilano cercando i vostri occhi): dovranno recuperare gli Artefatti dei Fondatori a Città del Messico. I babbani credono che il Tempio di Tenochtitlán sia stato raso al suolo dai Conquistadores, ma non è così: semplicemente, loro non possono vederlo.
    Ma voi sì. Le Reliquie, vi dicono, sono nascoste lì.
    Da qualche parte.
    Altri tre portali si aprono dinnanzi a voi – uno diretto al Ministero, uno per Hogwarts, ed uno per il tempio di Tenochtitlán. È il momento di salutarvi, stringervi la mano. Ringraziarvi, finchè potete - finchè ha senso farlo.
    A mezzanotte e dieci minuti, al Ricovero non è rimasto nessuno: la Rivoluzione ha avuto inizio.

    Attraversato il Portale, vi trovate nell’atrio del Ministero della Magia.
    La prima cosa ad attirare la vostra attenzione, è l’odore: solamente in un secondo tempo, lo vedete.
    L’acqua della Fontana dei Magici Fratelli è stata rimpiazzata da denso, nauseabondo, sangue. Non è magia, vi viene detto in un sussurro. Se siete deboli di stomaco, è sconsigliato sollevare il capo verso il soffitto, dove macabri trofei dondolano dal soffitto – non vi serve una seconda occhiata per rendervi conto che si tratta di corpi.
    Inspirate. Espirate. Siete ancora Invisibili, ma la Protezione non durerà ancora a lungo.
    Dovete arrivare all’Ufficio del Ministro.
    Vi rendete conto presto, troppo presto, che c’è una falla nel vostro piano: ci sono troppe persone.
    Ci sono troppe persone armate.
    Un battito di ciglia, e vi rendete conto che non ha più senso cercare di non attirare l’attenzione: sanno che siete lì. Infilate le maschere anti gas, Viaggiatori; lanciate il primo fumogeno.
    Perché si entra in scena.

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    JAMIE: Mars, stringendo il machete con ambedue le mani, tenta un affondo diretto al tuo stomaco.
    SHIA: Abel, scagliandosi verso di te, cerca di tagliarti di netto il braccio destro.
    JULIAN: Klara punta il revolver alla tua gamba destra, e fa fuoco.
    AL: tramite le ombre, Gasp cerca di causarti una densa sensazione di soffocamento.
    KIERAN: Ronald punta il fucile alla tua testa, e preme il grilletto.
    SHOT: Tino cerca di toccarti il petto per darti una scossa al cuore.
    TOKYO: Zeke cerca di convincerti a conficcarti una freccia di Amalie nell'occhio destro.
    MURPHY: Tristan entra in scivolata verso le tue gambe, cercando di tagliarti un piede con l'ascia.
    LAURENT: Niko ti scaglia contro una palla infuocata mirando al tuo busto.
    WTF: Nevada lancia uno shuriken verso la tua fronte.
    MICHAEL: Cierra crea una lama di luce e la lancia cercando di perforarti un polmone.
    ELYSIAN: Pip impugna la mitraglietta e spara a raffica contro di te.
    DJ: Henricus cerca di lanciarti un potente getto d'acqua in faccia




    ┉┉┉ info. potete fare un solo attacco per post, e massimo due difese. Potete attaccare un solo personaggio per volta (quindi se Julian attacca Ronald, non potrà attaccarlo anche Kieran). Vi ricordo sempre di parlare al condizionale, e mai auto determinare le vostre mosse. Più postate più potrete guadagnare PE, e viceversa.
    Non essendoci le fasce livello, potete usare qualunque incantesimo contenuto in lista, e qualunque livello del vostro potere ([INCANTESIMI - POTERI).
    Dopo 48 ore dall'ultimo fateggio, se il vostro PG non viene difeso da altri personaggi e non avete postato per difendervi autonomamente, ai vostri PS ne verranno sottratti tanti quanti sono i PA dell'avversario (es: Tizio attacca Sempronio con un Expelliarmus da 10 PA; Sempronio non si difende entro le 48h, quindi ai suoi Punti Salute di partenza ne vengono sottratti 10). Nel caso si dovesse arrivare a 0 PS il pg rimane "bloccato" per 48 ore durante le quali non può postare; dopo le 48h, può riprendere a postare, ma con la metà dei punti salute. Potete postare con il personaggio che preferite, e scambiarli quanto e come volete: può, ad esempio, per un turno difendere ed attaccare Shot e, quello dopo, difendere ed attaccare Elijah.

    ➞ combo. non potete fare attacchi combo, ma solamente difese. Cosa significa combo? Significa che difenderete il personaggio assieme ad un altro personaggio; off gdr, significa che i punti difesa di ciascun pg verranno sommati (es, Shia ha ricevuto un attacco da 17 PA. Fa combo difesa con Mephisto: Shia si sposta ( 8 PD ), Mephisto distrae l'avversario (4 PD ) = 8+4 = 12 PD). I post contenenti difese combo non devono essere postati a più di due ore di distanza l'uno dall'altro, altrimenti l'azione sarà considerata singola. Potete fare combo con voi stessi (es, laurent + bunny) solamente se posterete in due tempi diversi: in un unico post non varrà come difesa combo, ma come difesa singola.

    ➞ spoiler. specificate sempre sotto spoiler l'attacco e la difesa, scrivendo cosa il vostro pg cerca di fare (e soprattutto specificando sempre i nemici e gli eventuali compagni di combo).
    ES:
    COMBO DIFESA PER AMALIE (amalie + emaline): cerca di fargli lo sgambetto
    ATTACCO (su Bruno): gli spara alla spalla


    ➞ è obbligatorio. mandare del tutto K.O. i nemici, quindi farli arrivare a 0 PS. Se entro la fine della settimana ciò non è avvenuto gli altri gruppi andranno avanti comunque, ma il vostro rimarrà ancora all'ostacolo che non sarà riuscito a battere fintanto che non completerà il suo compito. Il tempo, però, andrà avanti comunque: cercate di non rimanere indietro, perchè potrebbe fare la differenza fra vivere o morire.
    Letteralmente.
    Al contrario, se prima del finire della settimana avrete messo fuori gioco tutti gli avversari, potrete proseguire giocando d'anticipo sui vostri nemici.

    avete tempo fino alle 23:59 del 11/05 per uccidere i vostri avversari e poter passare alla seconda fase.

     
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    «ma non me lo dire.» stava andando tutto come previsto, e lo stesso Vic non poté fare a meno di stupirsi. Si appoggiava alla spalla di Gwen con la propria, e fu inevitabile avvertire il singulto che scosse il corpo della ragazza quando i loro sguardi si posarono sul gruppo di persone a spuntare come spiriti pallidi oltre le gabbie dello zoo, i piedi incerti sullo spazio di terreno che circondava la base del quartier generale. Alcuni di loro, quasi tutti per la verità, avevano l'aria di non poter sopravvivere ad un paio di schiaffi ben assestati, figurarsi affrontare una missione al settanta per cento suicida in un mondo rivoltato come un maledetto guanto. A parti inverse, Victoria Quinn non avrebbe mai scelto di saltare a piè pari nel buio, senza avere perfettamente chiara ogni prospettiva; e anche in quel caso, tirarsi da sola la zappa sui piedi in quel modo sarebbe rientrato nelle ultimissime opzioni. «ti rendi conto che questi siamo... noi tra le parole, sospeso sulla punta della lingua, un velo di disappunto malcelato, le iridi verdi attente a cogliere anche la più piccola somiglianza tra i volti apparsi sotto le luci fioche della sera e quelli con cui la Quinn era cresciuta: i propri, di lineamenti, sperava con tutto il cuore di non vederli. Non ci teneva particolarmente a trovarsi di fronte la propria copia falsificata, l'ennesima riproduzione made in china - ciao kinesi! - identica nella forma ma non nella sostanza. Che un pezzo unico, a detta di tutti, non lo si poteva riprodurre. «mi mettono ansia.» un ultimo sbuffo di fumo abbandonó le labbra piene, la stessa tinta corallo del giubbino dal quale Vic aveva estratto il pacchetto di sigarette una decina di minuti prima, e con quel soffio svogliato anche il tempo di starsene stravaccata sul muretto accanto a Gwen giunse al termine. Ecco, già che una dei tipi appena arrivati era uguale a sua /sorella/, il livello della serata pareva essersi alzato di ben due tacche dal livello della suola delle sue scarpe, dove si era rintanato cocciutamente fino a quel momento; partecipare alla farsa sopracitata non faceva esplodere la bionda di gioia, ma c'era tutta la sua fottuta famiglia lì in mezzo; fottuta non perché li odiasse, ma perché erano dei gran babbazzi. Non gli si poteva accennare ad una missione-salviamoilmondo-siamonoiiprescelti che subito si buttavano di testa contro il primo muro a disposizione, soprattutto gwendolyn; e se suo padre e suo zio potevano cavarsela da soli - seb era sopravvissuto per 43 anni, un po' di culo doveva averlo -, Victoria non avrebbe mai permesso alla più piccola dei Quinn di giocarsi la vita con in mano solo una coppia scadente ed inutile di nove. «no, ma.. guardalo. Siamo uguali eppure sembra abbia dieci anni più di me.» annuí in risposta alla voce, senza però sollevare il capo in direzione di marcus, certa di quello che avrebbe visto: la stessa tonalità a dipingere gli occhi chiari, l'ombra di un sorriso divertito dipinto sulle labbra; si somigliavano anche troppo per i suoi gusti. «evidentemente non sa godersi la vita come te. e comunque rimani un gran figo anche nella versione depressa.» bisognava dare a cesare quello che era di cesare. Gli batté la mano destra sulla spalla, delicata quanto un muratore rumeno con i calli sui palmi, stringendo appena un po' piu forte le dita attorno al braccio dell'uomo quando finalmente i viaggiatori interdimensionali - roba che a Elijah stavano di sicuro già sanguinando le orecchie - si fermarono lì, a pochi passi da loro. Vi risparmio lo spiegone, che comunque non toccò all'ex serpeverde propinare, la mancanza della nicotina a farsi sentire viscida e subdola nonostante avesse gettato l'ultimo mozzicone nemmeno mezz'ora prima; non sarevbe riuscita a districare quel casino per i nuovi arrivati nemmeno volendo, e non voleva. Stava giusto fissando un tizio con i capelli scuri, la voglia di vivere ad un passo dal crollare sotto terra, le ciglia più lunghe che le fosse mai capitato di osservare in un uomo, quando qualcuno pronunciò le parole magiche: voto infrangibile. Col cazzo? Un attimo prima le prudevano le dita dalla voglia di giocherellare con i riccioli di un perfetto sconosciuto, e quello dopo sembravano congelarsi, sottili ed insensibili pezzi di ghiaccio e formicolii. «siete seri?» erano seri. Chiunque avesse parlato, eleggendosi capogruppo per quella spedizione spericolata, non scherzava affatto. «cristo.» abbastanza deadpan da far intendere che la situazione non le andava a genio, ma l'avrebbe accettata comunque. Apprezzava un po' di sano quieto vivere, la Quinn, soprattutto quando non aveva alternative a disposizione ed ogni tentativo per sottrarsi ad un destino già scritto sarebbe servito solo a farle vomitare bile. Dato che aveva gia messo gli occhi addosso a Shot, fu proprio al ragazzo che si avvicinò, l'interesse accennato un minuto prima quasi del tutto scomparso: aveva gusti variabili, la bionda, ma quando c'erano due Gwen nei paraggi ogni altro bel faccino sembrava passare in secondo piano, per quanto interessante. «facciamola breve.» gli strinse l'avambraccio con la mano destra, dopo aver sollevato fino al gomito le maniche di giacca e maglia, invitando il ventunenne a fare lo stesso; solo quando furono pelle contro pelle, i battiti del cuore a pulsare nelle vene dei polsi, Vic si decise ad estrarre la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans, puntandolola a quell'intreccio indissolubile, la formula magica atta a rendere tale il patto sussurrata tra le labbra. «ehi, ciao, io sono.. Murphy, lui è Shot e lei è--» di nuovo le iridi acqua marina si rivolsero ad una delle due brunette ferme accanto al ragazzo, grandi occhi scuri che la osservavano simili a quelli di un daino nel bosco, le ciglia a vibrare di fronte alla canna di un fucile sospesp tra i rami. Li facevano in serie, nell'universo alternativo? «scusa, ma non mi interessa.» soffocó le presentazioni non richieste sul nascere, sollevando la mano destra ora libera trattenendosi dal posarle i polpastrelli sulla bocca per farla stare zitta. Conosceva la sua versione intradimensionale - senza ancora saperlo - da un minuto e già aveva parlato troppo. «non siete qui per fare amicizia, Bambi. Di certo non con me.» Aveva già i suoi stronzetti a cui pensare, senza doversi sobbarcare anche quelli degli altri.

    /stacchetto di striscia la notizia/

    «hello spank?»
    Era così felice le fosse capitato il Ministero.
    UCCIDERE QUELLI AI PIANI ALTI!!1 UAU!!11 Un sogno. Nel vero senso della parola, visto che lo scenario in questione era stato più volte protagonista assoluto delle sue notti, quando il dolore di una ferita ancora aperta ad esporre carne fresca bruciava comunque meno della vergogna provata nell'essere costretta a chinare il capo; cosa che, di base, victoria non faceva, guadagnandosi lunghi ed estenuanti soggiorni nella sala delle torture. Un'alternativa gliel'avevano anche proposta, prima di spingerla senza troppa delicatezza sul pavimento in pietra, ma la risposta era semore stata picche. E un calcio nelle palle, tanto per non farsi mancare niente. «spankie! SPANKIE PENSA A BAMBI! » ormai le toccava parlare in codice. Indicò alla Dallaire una Murphy imbambolata poco lontano, mentre intorno a loro già fioccavano frecce e quant'altro, la mano destra saldamente stretta attorno alla bacchetta; si era portata anche uno dei coltelli regalatole da Sebastian per il diciottesimo compleanno - ueppa grazie PÁ! -, ma andava meglio sulle brevi distanze, aka non in quel caso specifico. «IMMOBILUS!» il tono di voce fermo, il polso ruotato rapidamente verso destra e dall'alto verso il basso: nella migliore delle ipotesi, Tristano avrebbe interrotto il suo ingresso in scivolata da cartellino rosso bloccandosi prima di ferire la Skywalker; nella peggiore, beh, sapete cosa accade a Bambi nella favola, no? Breve storia triste, la madre vive e lui muore ucciso dai cacciatori #au!2018
    Victoria, in ogni caso, aveva altro a cui pensare.
    «ma che fa, dorme? non.. » sbigottita, le mani a premere contro le guance, iridi ferine a cercare quelle altrettanto chiare di Sailor Moon, poco lontano. Nel dubbio, questa volta non ce l'aveva con la geocineta, ma con un Laurent finito dritto sulla traittoria di quella che sembrava.. una palla di fuoco? Di bene in meglio. Agì d'istinto, le dita della mancina ad aggrapparsi al primo appiglio disponibile - meglio la maglia del ragazzo che il suo faccino puccioso - tirando la stoffa a sé con tale forza da sentirla quasi cedere sotto i polpastrelli; il peso del corpo avrebbe dovuto seguire per inerzia il movimento, incollandosi alla bionda e spostandosi cosi di un paio di metri dal punto in cui si era inchiodato, evitando magari l'attacco. Magari, chissà. «brutta cosa il jet lag, vero?» ma da dove venivano quegli sveglioni, da un'altra linea temporale? #eh. Lo lasciò andare, sistemando la bacchetta nella tasca dei jeans al posto dello stiletto, estratto senza fretta dalla fodera mentre già avanzava verso il tizio del Ministero che poco prima si era accanito contro Bambi; non che le importasse davvero qualcosa della brunetta, ma tant'è. Doveva pur sfogarsi su qualcuno. Avrebbe approfittato dell'immobilitá di Tristan- ammesso sia ancora bloccato, non lo sappiamo - per lanciarglisi contro, la lama sottile a cercare il collo scoperto dell'uomo al fine di penetrare la carne morbida ed esposta, fin troppo delicata.
    OLÉ.

    murphy blue skywalker
    Sometimes I think that I'm the dreamer The one that's standing all alone Sometimes it feels like it's forever Since I've truly felt at home
    Some nights I stay up staring at the stars Wondering how far it goes I know this life is all I have That's what I've always been told
    2118 ; au!2018
    geokinesis vs. former slytherin
    pretty | bitchin'
    au: victoria madeleine quinn


    vic + amalie per murphy:
    immobilus su tristan

    vic + bunny per laurent:
    afferra laurent e lo sposta (?)

    vic su tristan:
    stilettata alla gola


    Edited by #epicWin - 7/5/2018, 20:05
     
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    «questa non è una democrazia, hamilton» CJ, seduto su uno dei tavoli da pic-nic del Carrow’s, sollevò lentamente gli occhi sulla Harvelle, denti così stretti fra loro che, se solo fosse stato in grado di provare dolore, gli avrebbero fatto venire un’emicrania. Heidrun, braccia incrociate sul petto e labbra perennemente imbronciate, non distolse lo sguardo; Frankie, chinato al fianco di CJ, sibilò ammirato infilando l’indice nei buchi sul fianco dell’Hamilton, un «uh» di ammirazione seguito da un sorriso ed un «scusa amico, quando vedo un buco non posso fare a meno di titillarlo», prima di guarire il morso provocato dalle fauci della bestia di Seth. Avrebbe potuto infilarci anche il pugno, per quanto lo riguardava: non sentiva un cazzo di niente, il Grifondoro. «harvelle,» tentò conciliante, inspirando secco dalle narici. Quando espirò, lasciò a dipingersi sulle labbra un sorriso ironico ed affatto amichevole. «non sei la mia baby sitter.» si trattenne dal dare un inflessione aggressiva al tono solamente per principio ed abitudine, il ringhio offeso a vibrare nel petto senza via d’uscita. «no,» convenne lei, un cenno con il capo al Cobain per invitarlo a lasciarli soli. Quasi, l’Hamilton, si lasciò sfuggire un supplicante resta - quasi. Abbassò il capo e si costrinse a respirare, palpebre serrate e dita allacciate alla superficie di legno. «perché non sei un bambino, sei una bestia: sono la tua dog sitter» CJ non arginò il sorriso grezzo sulla bocca, lasciandolo a pendere amaro sul mento. Quale ironia del destino, pensò l’Hamilton; si trattenne dal pensare la conclusione di quella frase solo perché dolorosamente conscio che l’avrebbe percepito anche lei. «mi metti in una brutta posizione» optò per una parte della verità, lingua a strofinarsi sul palato. Era un ragazzo sincero per obbligo, più che per scelta: costretto a percepire le verità altrui ventiquattro ore al giorno, sempre a sussurrare nel suo fottuto cervello, sentiva come doveroso il dover ricambiare l’onestà, fottendosene altamente di quanto poco potesse piacere – anzi, più sapeva avrebbe fatto male, più l’avrebbe esalata ridendone: un circolo vizioso, quello di CJ Hamilton. «non mi importa» Heidrun Ryder Harvelle era l’eccezione a tante leggi che il telepata aveva creduto inalienabili della natura umana: gli altri pensavano il peggio e parlavano il meglio, lei taceva il meglio e proferiva il peggio. Non aveva mai capito perché, CJ. Anche in quel momento, occhi chiusi e petto immobile, non capiva perché. Avrebbe voluto fosse più semplice, l’Hamilton; avrebbe voluto che Roy intendesse quel che la sua bocca narrava, così che potesse sbatterle un dito medio sotto al naso e continuare a fottersene della simil autorità che la Harvelle credeva di possedere. Avrebbe voluto poterla mandare a fanculo senza rimorso. Avrebbe voluto che a dettare le leggi fosse solamente il disturbo compulsivo di controllo della mimetica, e non quel per favore, CJ pensato così intensamente da dargli un’idea di cosa potesse essere il dolore fisico. «non farmelo fare» sussurrò colpevole, le schegge del tavolo a graffiargli il palmo. Heidrun avrebbe potuto obbligarlo, e CJ lo sapeva: il fatto che nessuno dei due volesse giungere a quello, non significava che non avrebbero potuto arrivarci. Entrambi cercavano di convincere l’altro della propria idea, fallendo miseramente: non era mai stata una battaglia ad armi pari. CJ Hamilton, fidandosi poco del giudizio altrui e molto più del proprio, avrebbe voluto andare ad Hogwarts con CJ Knowles - trovava il ragazzino vagamente disturbante, un’offesa stessa della natura umana. – ma lei non era d’accordo. Secondo il suo (corretto, a dire il vero. ma non l’avrebbe mai ammesso) modesto parere, l’Hamilton non era in grado di prendersi cura di sé stesso, il che poneva la Harvelle nella costretta posizione di doversene fare carico. Non certamente a suo favore l’essersi fatto azzannare poco prima di attraversare il portale, ma Santo Dio, cos’altro avrebbe potuto fare? Lasciare che a perderci un fianco fosse Stilinski, o il Dallaire, e poi mostrare agli Altri quanto già si iniziasse a crepar male ancor prima di cominciare a fare sul serio? Perlomeno lui non avrebbe dato alcun segno di dolore, evitando così superflue preoccupazioni negli animi vecchi e nuovi.
    CJ Hamilton evitava Heidrun Harvelle da mesi. Non avrebbe accettato volontariamente di andare con lei neanche se fosse stata da sola, figurarsi con un’altra Heidrun da una diversa realtà - se poi al pacchetto si aggiungevano i due Gemes Hamilton, i due Marcus, Sebastian Quinn e Victoria, comprenderete perché CJ avrebbe preferito crepare seduta stante, piuttosto che andare con loro: non sapeva, né voleva, gestire una sola famiglia, trovarsela doppia gli pareva uno scherzo del destino fottutamente eccessivo.
    Avrebbe preferito non sapere un cazzo, CJ; non credeva di aver mai odiato qualcuno quanto in quel momento odiava Gwendolyn Quinn. «non farmelo fare.» ripeté in un sospiro, pur sapendo di aver già perso. «tra dieci minuti si parte.» concluse secca lei senza più guardarlo, voltandosi per entrare al Ricovero; “Ti prego, CJ”, ed il bisbiglio di quel pensiero gli giunse leggero e sofferente, costringendolo a mordersi la lingua fino a sentire il sangue sui denti. La guardò allontanarsi senza fiatare, cercando di svuotare la mente da qualunque pensiero.
    Dio. Cristo.
    Li odiava tutti, CJ Hamilton. Li odiava fottutamente tutti.
    Rimase seduto all’esterno del Ricovero cercando, per gli otto minuti successivi, di abituare i propri polmoni alla respirazione. Talvolta non si rendeva conto di smettere, l’Hamilton. Si perdeva seguendo il filo delle vite altrui scordandosi di dare quel semplice comando all’apparato respiratorio, trovandosi poi d’improvviso con la vista offuscata e le gambe deboli. Ignorali, CJ. Se lo ripeteva così spesso da essere divenuto un mantra di vita, e seguiva quel consiglio così ferocemente da essersi costruito una fottuta trincea dove non permetteva a nessuno, a nessuno, di entrare.
    Dio. Perché.
    Al nono minuto si alzò in piedi scrollando la polvere dalla giacca, lasciandola poi ondeggiare aperta mentre entrava al Ricovero. Non guardò nessuno dei presenti mentre, affacciandosi oltre la stanza delle armi, afferrava una sottile mazza da golf – lavorava più sulla mente che non sulla carne, CJ; di coltelli da macellaio se ne faceva poco, quando con la telepatia poteva costringere i suoi avversari a staccarsi la pelle a morsi. Prese la mazza solo perché bella, ma era poco utile alla causa. Quando tornò all’atrio principale, si ritrovò davanti l’esatta, ma malsana, copia di sé stesso: CJ Knowles, a quanto gli aveva detto Sunday De Thirteenth mesi prima. Il sorriso di lui, gli piacque ancor meno del proprio. Una stilettata mentale lo raggiunse al centro della fronte obbligandolo, per pura inerzia, a corrugare le sopracciglia.
    La domanda sorse così spontanea che per qualche istante neanche l’Hamilton riuscì a comprendere il perché di quell’interrogativo: «cosa cazzo hai fatto?» e nella sua mente si formò un ricordo così ben dettagliato da fargli dubitare, per un istante, che non fosse suo.
    Ma non lo era, ovviamente. «cosa cazzo -» respirò dalle narici in uno sbuffo, ingoiando rabbia bollente quanto lava. Guardando il sorriso del Knowles, quasi si convinse fosse sincero –ma si conosceva troppo bene, CJ, per non leggere la triste ironia nelle pieghe delle labbra. «e tu sei al ministero, uh?» gli diede una pacca sulla spalla, la motosega a sfiorare quasi il pavimento. «divertiti» sussurrò ridendo silenziosamente, la lingua a guizzare fra i denti: sbrogliatela da solo, stronzo, fu quel che arrivò dalla contorta mente dell’Altro.
    CJ Knowles conosceva evidentemente poco quel gioco, altrimenti non avrebbe apertamente sfidato l’Hamilton – stupida, ingenua versione di CJ, quella dell’altro lato. Fu il turno del Grifondoro di ricambiare il sorriso, sporcandolo della malizia cattiva che nel Knowles era difficile trovare: «magari lo farò.» Conosceva un modo perfetto, ideale, per risolvere ogni problema causato da Christopher.
    E da come il sorriso si sciolse sulla bocca di Jeez, dedusse che avesse compreso quale fosse.
    «non lo faresti mai» l’Hamilton rise, le ciglia a battere civettuole sui brillanti occhi turchesi. «gli incidenti capitano» abbassò il tono d’una ottava diventando intenso e dolente, morbido quanto il più dolce dei veleni a liquefare le viscere. Erano troppo diversi nelle loro uguaglianze, i due CJ. Erano «la differenza fra l’essere un nessuno fra qualcuno ed un qualcuno fra nessuno» in un sussurro ancora più sottile ed affilato, con quel passo in avanti dal sapore di guerra già vinta.
    E come prevedibile, CJ Knowles lo colpì. Si limitò a girare la testa seguendo l’impatto del pugno in faccia, non una smorfia se non la risata lercia di sangue a scuotere le spalle. «fallo ancora» non che il Tassorosso avesse bisogno di un invito. L’Hamilton si lasciò colpire senza reagire, limitandosi a ridere di quegli sforzi che non riusciva, Dio!, a percepire neanche come carezze – ed ogni sbottare d’ilarità dell’Hamilton riceveva come risposta un altro pugno, finchè il telepata non si ritrovò con la schiena premuta sul pavimento ed il peso del Knowles a schiacciarlo sul petto. «patetico» sputò sangue e si leccò le labbra. «vaffanculo» lo colpì nuovamente; i suoni giungevano ormai ovattati e lontani alle orecchie dell’Hamilton, quasi avesse avuto la testa sott’acqua.
    Ancora, pregò Dio e CJ, sforzandosi di respirare. Fallo ancora. Invece una mano si strinse al suo braccio trascinandolo lontano, ed un altro afferrò il Knowles dalle spalle spingendolo a distanza. Jamie fischiò all’Hamilton sorridendo bieco, mentre Andrew Stilinski spingeva l’altro CJ contro la parete opposta.
    Deglutì sangue e saliva, sorrise satollo e felice in quei spenti occhi turchesi che non volse su nessuno in particolare. Aveva bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi, il telepata - di pensare a fottutamente qualsiasi altra cosa che non fosse quella merda di missione, quella merda di gente.
    Quella merda di CJ Hamilton.
    «mi hanno detto di cercare te per poter tenere questa» Jamie gli sorrise brillante e fasullo quanto un diamante al Penny Market sventolandogli sotto al naso una semi automatica. CJ non ricambiò, il petto ad appesantirsi ad ogni manciata di ossigeno davvero non richiesto. «dev’essere il tuo giorno fortunato» gli strinse la mano senza battere ciglio, lasciando che qualcuno siglasse il Patto per loro.
    Non voleva. Non voleva. Non farmelo fare - e vaffanculo.
    Schioccò la lingua sul palato, ritrasse la mano con un ghigno leggero e le palpebre assottigliate. Allacciò le braccia alla mazza da golf poggiata sulle spalle, e si diresse verso il Portale del Ministero. Salutò solo Frankie, un vago cenno con il capo per il quale si sprecò quasi eccessivamente: di tutti gli altri, non poteva fottersene di meno. «fingete che io non ci sia» chiarì masticando lentamente ogni parola, ampliando il sorriso sul concludere della sentenza. In parole povere: non dovevano contare su di lui per pararsi il culo, perché non l’avrebbe fatto; non dovevano parlargli, perché non avrebbe risposto; non dovevano guardarlo, perché aveva una pazienza assai più friabile di quella del suo collega. Mantenne una granitica espressione cortese ed impenetrabile, mentre si avviava verso il Portale. Posò intenzionalmente lo sguardo su Heidrun Harvelle, le iridi acqua marina a brillare di qualcosa che chi non l’avesse conosciuto (ossia tutti.), avrebbe potuto interpretare come divertimento, e che invece aveva il denso sapore rancido della delusione. Te l’avevo fottutamente chiesto, di non farmelo fare. «patti chiari, amicizia lunga» e con lo stesso sorriso sghembo, superò tutti colpendo volontariamente, e più brutalmente di quanto la circostanza avrebbe richiesto, la spalla di Roy. «adolescenti», la udì sibilare annoiata.
    Ma l’ultima cosa che sentì prima di attraversare il Portale, fu “grazie”.

    «cosa vi avevo detto?» ruotò lo sguardo dall’uno all’altro dei presenti, la mazza da golf ancora poggiata sulle spalle a premere fredda sulla nuca. Sollevò la maschera anti gas quanto bastava perché le sue parole fossero chiaramente udibili, e la bocca fosse libera per ivi infilarvi una sigaretta. Mentre i loro (prevedibili.) avversari iniziavano a fare incetta dei (suoi, ma non gli piaceva credere fossero una squadra) compagni, CJ Hamilton accese il cilindro di tabacco ed aspirò una placida boccata di veleno, occhi socchiusi a labbra piegate verso il basso. «non» avrebbe adocchiato la ragazzina del futuro, ed avrebbe allungato le impalpabili dita della telepatia affinchè andasse a contrastare quella dell’avversario; se fosse riuscito a prendere posizione sulla mente di Hong Kong o quel che era, avrebbe cercato di persuaderla a lasciare la freccia, il tutto senza muovere mezzo passo. «contate» con la voglia di vivere di un colibrì intrappolato in un vasetto di miele, spostò lo sguardo al proprio fianco soffiando un filo di fumo verso l’Hamilton cronocineta. «su» un ringhio basso ed offeso, già estenuato da quella vita; avrebbe agganciato la spalla del ragazzo fra le dita e l’avrebbe trascinato verso di sé, spostandosi poi di un passo in avanti (l’unico movimento che ritenne accettabile) per avvicinarsi al Nemiko armato di machete. «di me,» ed approfittando dello slancio del Ministeriale, l’Hamilton avrebbe pigramente allungato la mazza da golf verso il basso così da far inciampare Crocodile Dundee e farlo ruzzolare al suolo. «stronzi.»
    Che ci stava sempre bene.

    jamie hamilton
    If he said
    help me kill the president
    I'd say he needs medicine
    Sick of screaming let us in
    The wires got the best of him
    I STAND ALONE
    I KEEP ON RISING
    UP TO THE THRONE
    I WON'T STOP FIGHTING
    2118 vs au 2018
    chronokinesis | telepathy
    2094's | 2000's
    upside down: CJ HAMILTON



    DIFESA PER TOKYO (cj + amalie): cerca di convincere tokyo a lasciare la freccia
    DIFESA PER JAMIE (cj + shia): tira via jamie
    ATTACCO (mars): fa lo sgambetto a mars con la mazza xdxd
     
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    La vita da fashion blogger era complessa, e Tokyo Lovecraft ne era ben consapevole. E voi direte: ma che ci vuole a montare un video da postare su youtube o fare una storia su instagram. E invece no. Era tutta sui social, la vita della ragazza, da quando nel lontano 2115, a quindici anni appena compiuti, aveva girato quello splendido video della sua festa di compleanno a Disneyland Paris, diventato virale nel giro di qualche ora . Si era trattata soltanto di una botta di culo, la sua: il caso aveva fatto in modo che la ragazza, dimenticando la sua amata GoPro accesa, avesse colto in flagrante Stitch e Winnie The Poo limonare duro dietro al labirinto di Alice nel paese delle meraviglie. E così quel video, inserito nello splendido vlog caricato dalla ragazza una volta tornata a casa, aveva girato il mondo dando alla Lovecraft notorietà, soprattutto nel mondo babbano. Ed a tre anni da quel momento la ragazza, di quella che un tempo considerava semplicemente una passione, aveva fatto un vero e proprio stile di vita. Lei e la sua GoPro erano inseparabili, così come il suo IPhone XXX ultimo modello.
    Quindi quando quel caso umano di Callie Blue l'aveva chiamata per comunicarle la notizia, si era presentata a casa di Jamie Hamilton senza un attimo di esitazione: era lì unicamente per i suoi fanz, che credete (quelli magici, ovviamente: aveva la sezione apposita per loro, così come un profilo su maginstagram) Aveva fatto un po' di riprese, tenendosi sempre però a debita distanza dai viaggiatori: un pochino si sentiva in colpa a filmare quel momento per loro così importante ma, insomma, aveva un pubblico da intrattenere lei. E di certo non si era scapicollata da Los Angeles per arrivare a Parigi senza poi ottenere nulla in cambio: sarebbe stato proprio un bel vlog, quello, pieno di novità e feels al punto giusto. Poi aveva adocchiato un tipo che assomigliava terribilmente a suo papà da giovane, quando ancora aveva tutti i capelli in testa e non si era ancora rincretinito con tutta quella storia per l’amore delle filosofie orientali (Takeshi l’aveva chiamata, vi rendete conto? Takeshi)
    Non c’aveva messo molto a fare due più due, Tokyo, ed all’inizio aveva persino deciso di rimanere riservata e professionale, eh. Solo che poi aveva sentito la Blue assalire i bisnonni, così come uno dei due fratelli ladri (dai, quelli: tokyo non distingueva i nomi ma beh, gli stavano simpatici e prima o poi gli avrebbe chiesto di girare un vlog con loro, qualcosa tipo “Un giorno da rapinatore” ) e persino Laurent! Dai, se l’aveva fatto un suo amico allora non aveva senso rimanere zitta. E così… «Guys! Scoop dell’ultimo secondo: vedete questi due adorabili fanciulli alle mie spalle? Bene, NOTIZIONA, sono i miei antenati!! Assurdo eh?» Sfortunatamente non ebbe il tempo di girarsi ed osservare le espressioni sul loro volto, Tokyo: evidentemente il tempo a loro disposizione si era esaurito. Che palle, riprendere la loro reazione alla notizia bomba sarebbe stato così bello!
    Capì ben poco di quello che accadde dopo: non sapeva chi erano i nuovi tipi apparsi lì dove fino a qualche attimo prima c'erano i bisnonni, e ancor di più non sapeva di cosa stessero parlando. E cosa fare in momenti come quelli? Una diretta, naturalmente. E così fece appello all’aiuto di tutti i suoi fanz per decifrare quella situazione contorta: ed anche se si collegarono in più di cinquecento, nessuno le diede spiegazioni utili: nemmeno si mise a leggere i commenti lasciati, come “secondo me sono gli alieni” o “tokyo ma sei in un covo di spacciatori? Ti credevo un esempio per le mie figlie”. Però quando diedero la possibilità di attraversare lo specchio, e la ragazza vide le persone farlo sul serio!!! allora tutti iniziarono a scrivere “dai ma vai anche tu!!” o “facci vedere com’è!” o “vorrei esserci anche io!!”. MEH, semplice scriverlo seduti comodamente dietro ad una tastiera eppure…non poteva mica deluderli. Sarebbe stato così non da lei! «Vabbè adorati, io sono pronta ad entrare. E se dovesse succedermi qualcosa di brutto - non le sarebbe successo nulla, vero??? - voglio un monumento dedicato a me, ed un funerale in gran stile. TIPO CHE SPEGNETE LA TOUR EIFFEL, CHIARO? - oddio, ma lo stava per fare davvero? Ma era diventata improvvisamente scema? E vabbè - se invece torno intera, non preoccupatevi che caricherò il vlog di tutto ciò che accadrà»
    Cosa non si era disposti a fare, per i propri followerz.

    «Ma…cazzo???» Aveva finto di fingere di capire qualcosa di ciò che le accadesse intorno mesi prima, Amalie Dallaire. Aveva avuto una vita diciamo normale per un po’ : erano passati anni da quando era fuggita da casa degli Shapherd, ed ancora si guardava alle spalle quando camminava per strada da sola. Ancora lo metteva il cappuccio sulla testa per passare inosservata, ed aveva ancora l’illusione che a loro di lei potesse importare qualcosa, quando probabilmente non l’avevano mai cercata. Chissà se si erano sentiti meglio, la sera in cui la figlia non aveva fatto ritorno. Chissà se si erano sentiti liberi da quel peso: probabilmente sì. Che poi del resto, perché le importava tanto? Non erano nemmeno i suoi, di genitori: era quello l’unico particolare degno di nota sulla lettera che le aveva consegnato la Quinn mesi prima.
    Che venisse dal futuro? Poco le importava
    Aveva una famiglia? Grazie, ma se n’era già trovata una da sé.
    Quindi la botta sul futuro l’aveva attenuata. L’aveva ignorata, per quanto le fosse possibile.
    Ma la tipa identica a lei che Jade aveva portato al Quartier Generale? E che cazzo. E prima alla Beech aveva detto di essere Amalie – le aveva fregato l’identità? Rude – e poi a loro aveva raccontato di chiamarsi Mabel– che non era tipo..il suo nome nel futuro? Strano – Myroslava, ed esser stata abbandonata dai loro genitori in Ucraina quando era solo una bambina, e poi no, veniva da una linea temporale alternativa e, uau!, era davvero Amalie, solo che nel suo universo non era stata così intelligente da andarsene di casa e di conseguenza viveva ancora con gli Shapherd.
    Amalie aveva deciso di sopportarla unicamente perché le faceva pena: dai, tutti quei gatti che si portava sempre dietro?? Ok che crescere con i suoi(loro??) genitori non era una passeggiata, ma lei l’aveva fatto per undici anni e non era venuta su così disturbata.
    Ed ora quello ci mancava: il ministero con i cadaveri appesi al soffitto. Si avvicinò di più ad Elijah, non staccando però lo sguardo da quei corpi «se avessi saputo che anche qui si giocava alla piñata a questo punto me ne sarei andata direttamente in messico con freddie» aveva una cotta? Probabile, ma diciamo che Amalie aveva un debole per i biondi, in ogni universo. Grazie a dio in quello Barrow Cooper era troppo felice per attirare la sua attenzione.
    Ma poi che palle, i tizi armati? Cioè, dovevano sul serio menarsi? Amalie aveva pensato che sarebbe stata tutta una cosa molto più scialla, sapete, invece quei tipi sembravano proprio seri. Grazie a dio aveva recuperato l’arco: almeno era una buona occasione per esercitarsi a colpire in pieno gli occhi delle persone.
    «hello spank?» Le avevano insegnato (aka: l’aveva imparato da sola) che ignorando un problema a una certa quello scompariva. E così ci provò, Amalie, facendo finta di non aver udito la voce della Quinn. Ma oramai aveva abbastanza esperienza con la ragazza da sapere che quella tecnica con lei non funzionava. «spankie! SPANKIE PENSA A BAMBI! » MH? E mo chi era? Victoria la doveva decisamente smettere a dare quei soprannomi.
    Poi seguì lo sguardo della ragazza e vide un’altra poveretta mentre uno le si buttava addosso in scivolata. E pure in modo sgraziato, a dirla tutta. Così Amalie avrebbe lanciato un «vitreo gelu!» sull’ascia del tizio – voleva seriamente tagliarle la gamba? Che modi di merda oh, erano appena arrivati! Poi notò una ragazza che le si era avvicinata fin troppo per i suoi gusti: o gesù, ma in mano aveva un cellulare? E che diamine di modello era?? Sicuramente era una dei tipi dal futuro. Ma quello che fece sussultare la bionda non fu tanto il modello super tecnologico, quanto più che..stava filmando tutto?? Ma era idiota? «se continui così ti fanno fuori» La mora però sembrava non ascoltarla nemmeno, mentre allungava una mano verso di lei e…si era appena fregata una sua freccia?? «SCUSA?!» Ah, poi capì un po’ meglio la situazione, visto che la ragazzina sembrava sul punto di infilzarsi con la sua stessa freccia. E così Amalie, anche se a malincuore – quanto le costava dover sacrificare una delle sue adorate frecce – avrebbe lanciato un «diffindo» con lo scopo di spezzarla ed impedire alla mora di compiere un suicidio stile samurai, sort of.
    Poi spostò l’attenzione sul tizio che doveva averle mandato telepaticamente quell’ordine, afferrando un’altra freccia dalla faretra e, prendendo la mira, tentando di beccarlo alla spalla destra.
    Diamine, c’erano così tante armi in quella stanza! Perché aveva mandato la ragazzina proprio a fregarsi una sua? Il tipo si era guadagnato ufficialmente il titolo di nemico principale della Dallaire.
    takeshi tokyo lovecraft
    Baby be the class clown
    I'll be the beauty queen in tears
    It's a new art form
    showing people how little we care
    We're so happy
    even when we're smilin' out of fear
    Let's go down to the tennis court
    and talk it up like yeah
    2118 ≫ au!2018
    18 y/o
    rebel ≫ atmokinesis
    upside down: amalie dallaire


    combo difesa con victoria per murphy: protego vitreo sull'ascia di Tristan
    combo difesa con cj per tokyo: diffindo sulla freccia
    attacco su zeke: gli tira una freccia alla spalla
     
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    Non c'era tempo, e se anche ci fosse Shia non ne poteva più di stare nel 1918 e quando si ritrovò a scegliere se fare quel passo in avanti e affrontare l'ignoto o rimanere nel far west, la risposta fu scontata « Non rimango neanche un secondo di più in questo posto » disse al nessuno e si lasciò portare a Hogsmeade. Era felice davvero; non era più nel passato e quello era sicuramente qualcosa per cui essere di nuovo Shia Hamilton e non un banale contadino di nome Gideon. E la player salta ovviamente tutto quello che poteva rendere questo post qualcosa di decente perchè si è ritrovata a scrivere solo ora., ma una cosa devo dirla; Tra la folla vide un volto familiare, cioè lo aveva già notato nello specchio ma ora erano insieme e gli era così mancato che non poteva non farlo. In pochi passi si ritrovò davanti a lui. Aloysius era lì, insieme a lui, il suo Crane maschio preferito « Al. Sei bellissimo!! » disse quasi con gli occhi a cuore, in vero stile anime giapponese e lo abbracciò, come se non ci fosse un domani. Non era mai stato così felice di vederlo, non che di solito lo odiasse, anzi era l'esatto contrario, era pur sempre il suo migliore amico ma dopo mesi senza di lui e con la sensazione di morte per quella lontananza averlo a due passi gli rendeva il cuore così leggero. Ovviamente il ragazzo, tornato finalmente a vivere, ha fatto sicuramente altro in quell'occasione di riconciliazione con altri componenti della sua famiglia o amici ma dato che sono di corsa salto. In fondo a lui bastava non essere più in quel dannato posto dove non poteva essere libero di fare la sgualdrina muoversi, non che fosse in vacanza e lo sapeva ma si era portato dietro una pala e aveva il supporto dei propri poteri finalmente. Aveva voglia di uccidere, sentire qualche pelle sciogliersi al suo tatto, desiderava sentire le urla delle persone che morivano per il veleno che bruciava nelle vene. Oh si, essere un Hamilton era decisamente meglio che essere un Kinsgley, quindi andare in Messico (cosa che non gli sarebbe dispiaciuta) o da qualche altra parte gli era davvero indifferente, l'importante era non essere nel far west, davvero. Come se si fosse dopato guardò i compagni che si era portato dietro «Ora posso divertirmi» mise la pala in spalla, come se quel gesto potesse essere il più figo del mondo e credetemi fatto da lui lo era. E furono mandati al ministero, ora era contento di non essere a Bondie ma al ministero era così triste, ci lavorava da anni in quel posto, anche se « non pensavo che potesse esistere un ministero peggiore del nostro» era inquietante quella fontana fatta di sangue, l'odore dava davvero fastidio, nonostante lui non avesse problemi al riguardo di solito quello lo nauseava, per non parlare dei corpi appesi al soffitto. «In confronto gli Hamilton sono degli angeli» disse guardando quella mostruosità intorno a loro, questo perchè di solito la sua famiglia era considerata un covo di vampiri che succhiavano il sangue o una setta che sacrificava le persone; se sopravviveva doveva raccontare quello che aveva visto perchè davvero non c'era paragone, avevano decisamente più classe gli Hamilton, anche se la fontana di sangue non era una brutta idea.
    Poi il caos, ovviamente, quella che doveva essere una missione semplice ( ma dove) si rivelò una trappola e loro si ritrovarono a dover combattere di nuovo per non morire. Le gioie insomma, ma almeno si sarebbe sfogato. Cazzo. Da dove iniziare? Beh prima di tutto salvando il proprio sedere, e lo avrebbe fatto spostandosi dalla traiettoria, ci teneva al suo braccio, gli serviva per molte cose che non posso elencare vista l'ansia da quest ma non si sarebbe fermato lì perchè avrebbe impugnato la sua amata pala e avrebbe provato a staccargli la testa come un vero film splatter. Aveva voglia di rompere qualche ossa così non si limitò a quello e provò a colpire le braccia di Mark prima che questo colpisse col macete Jamie. Amava la violenza davvero e gli era mancato così tanto essere Hamilton, era tornato e non si sarebbe più fermato, fato permettendo.

    Shia Ryan Hamilton
    «You became the oxymoron
    I did not dare to solve »
    «There's nothing wrong
    with being a loser. »
    29 y.o // 19 y.o
    1918// 2018
    Ministero
    Ian Todd Milkobitch au!



    che bello correre
    Difesa combo Jamie con Shia e Cj: Spacca le braccia con la pala al nemico
    Difesa combo Shia con Shia e bunny : Si sposta per non farsi prendere
    Attacco Abel : pala in testa per staccargliela dal collo! Il vero utilizzo della pala è questo comunque.


    Edited by Poisoned - 7/5/2018, 22:10
     
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    DIFESA MURPHY (vic + amalie): 4 + 5 = 11 pd (-6 ps)
    Tristan non riesce a tagliarti un piede, con suo immenso dispiacere, ma apre un taglio sul tuo stinco.
    ATTACCO TRISTAN (vic): 13 pa. DIFESA TRISTAN: 6 pd (-7 ps)
    Lo stiletto non gli si conficca nella gola, ma lascia comunque un lungo, sanguinolento segno scarlatto sul collo di Tristan.

    DIFESA TOKYO (cj + amalie): 9 + 5 = 13 pd (+3 pa)
    ATTACCO ZEKE (amalie): 5 + 3 = 8 pa. DIFESA ZEKE: 4 pd (-4 ps)
    La freccia di Amalie si conficca perfettamente nella spalla di Zeke, e lì rimane fino a quando l'uomo non la estrae.

    DIFESA JAMIE (cj + shia): 8 + 5 = 13 pd (+2 pa)
    ATTACCO MARS (cj): 14 + 2 = 16 pa. DIFESA MARS: 6 pd (-10 ps)
    Lo sgambetto è micidiale, e Mars cade a faccia a terra, perdendosi qualche dente sul pavimento del Ministero.

    DIFESA SHIA (shia): 6 pd (-11 ps)
    Magari non te lo stacca, ma Abel ti apre uno squarcio lungo tutto il braccio.
    ATTACCO ABEL (shia): 10 pa. DIFESA ABEL: 5 pd (-5 ps)
    In ogni caso, grazie alla vicinanza riesci a colpire in testa l'uomo con la tua pala - non molto potente, ma abbastanza da stordirlo per qualche istante.

    DIFESA LAURENT (vic): 5 pd (-6 ps)
    Vic non riesce a spostarti in tempo, e la palla di fuoco brucia il fianco dei tuoi vestiti e lascia una scottatura sul tuo fianco.


    VICTORIA: tramite la metamorfosi, Tristan cerca di prendere il controllo del tuo corpo per farti picchiare da sola.
    CJ: tenendosi a debita distanza, Mars evoca un Infero a cui comanda di schiaffeggiarti.
    AMALIE: usando la stessa freccia che gli hai conficcato nella spalla, Zeke cerca di sgozzarti.
    SHIA: Abel copia la geocinesi di Nevada e tenta di infilzarti con un ramo appena creato.
    BUNNY: Niko decide di cambiare il proprio bersaglio, e puntando la doppietta al tuo piede fa fuoco.
     
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    Forse, in un altro universo, esisteva una Emaline garbata, avveduta, con un discreto senso dell'onore e della responsabilità. Ma non qui, non da noi. Ebbene, la figura che continuava a dimenarsi con una certa insoddisfazione alla vista del proprio riflesso sullo specchio, non poteva essere più diversa dalla sopracitata Emaline. Invero, le due avevano gli stessi occhi, lo stesso naso, le stesse labbra carnose e gli zigomi identici, ma non si assomigliavano affatto. Quella intenta a specchiarsi, difatti, pareva tutto fuorché garbata, con un trucco pesante a decorarle il volto, un abito d'un viola sgargiante e, ciliegina sulla torta, una parrucca fulva a coprire i sobri boccoli biondi che madre natura le aveva regalato. Ed era proprio con quella chioma sintetica che, da diversi minuti, era intenta a litigare alla ricerca della perfetta inclinazione. «Adesso ci siamo.» mormorò all'ennesimo tentativo, allungando poi un braccio davanti a sé e piegando le dita come a stringere una pistola. «Boom.» e sorrise, entusiasta, lasciandosi lo specchio alle spalle e precipitandosi verso la sala del Quartier Generale dove si erano riuniti i propri compagni.
    «Beh, cos'è questo silenzio? Animo giovani, tonight is the night esclamò, andandosi a sedere affianco a Mephisto che, dovette constatare, aveva la solita faccia da cazzo di sempre. In realtà quel "sempre" era un concetto piuttosto relativo per Emaline, anzi, Keira, come amava farsi chiamare da quando si era unita alla ribellione troncando ogni legame con la sua famiglia. Relativo perché poteva durare mesi, giorni, o persino attimi talvolta. Con Meph, ad esempio, variava in maniera tanto sporadica quanto casuale, tanto da non lasciare il tempo di riuscirli a definire amici o prossimi all'omicidio. Fino a qualche giorno prima, per esempio, aveva cercato di ucciderlo a menate per il modo in cui aveva osato sminuire la nobile causa dei ribelli e, ancora prima, quando si erano conosciuti, era stata ad un passo così dal toglierlo davvero di mezzo scambiandolo per il Mephisto del suo universo. Un'altra testa di cazzo, ovvio.
    Quella sera, invece, era particolarmente ben disposta nei suoi confronti, tanto da ignorare il suo commento decisamente poco ottimista ed allungarsi a stampargli un bacio sulla guancia. Si ritrasse, poi, meno entusiasta dell'attimo prima. «Il viola nasconde bene le macchie di sangue secondo te? Altrimenti vado a cambiarmi!»

    Quello era in assoluto il suo posto: armi, facce poco raccomandabili, la tipica atmosfera che si respira alle porte di una battaglia imminente. Sì, decisamente il suo posto, meno che per un dettaglio nient'affatto che trascurabile: Mickey. La prima regola per vincere una guerra? Niente affetti. E invece eccolo, nel pieno della sua crisi adolescenziale e puttanate varie, intento a lamentarsi di praticamente ogni cosa. «Ma allora perché cazzo non sei rimasto a casa?» avrebbe voluto chiedergli, ma la risposta la conosceva benissimo. «Vedi di non cacciarti nei guai più del necessario.» si limitò a dirgli, lanciandogli l'ennesima occhiataccia eloquente che, come prevedibile, non fece altro che far allontanare Mickey come fossero stati due poli con la stessa carica elettromagnetica. «Ragazzino, farai meglio a tornare qui o...» niente, sparito. Sospirò William, con la rassegnazione di qualunque padre a cui non è rimasto altro che quell'unico figlio, passandosi una mano sulla fronte e ripetendo a sé stesso «Se la caverà.»
    «Ottima scelta, di certo non da principiante.» commentò una voce alle sue spalle, decisamente troppo acuta per essere quella di Mickey. Si voltò con una certa diffidenza, continuando a rigirarsi il revolver tra le mani per soppesarne la consistenza. «Quanto meno, decisamente una spanna sopra ai tipi lì in fondo.» e, nel dirlo, la figura dai capelli infuocati gli indicò un gruppo di ragazzini dall'altro lato del tavolo. «Una sparachiodi, ma ti pare?» sussurrò, sporgendosi vicino al suo orecchio con fare civettuolo.
    «E tu chi cazzo saresti?» si limitò lui ad osservare, sollevando un sopracciglio e squadrando da capo a piedi la tipa che aveva di fronte. «Keira Lewis, la tua guida e... Quella con cui stai per fare un Voto Infrangibile.» rispose, allegra, porgendogli una mano. Lui la strinse, ben più che confuso da quella bizzarra figura e da ciò che aveva appena detto. «Tanto piacere, sì. Io dovrei ritrovare mio figlio.» tentò di liquidarla, facendo per passarle oltre. «Tranqui ciccio, ha già pensato a tutto mamma Keira.»

    Beh, a pensarci ci aveva pensato davvero; che poi affidare un ragazzino a Mephisto fosse un'idea proprio del cazzo, era tutta un'altra storia. A dirla tutta, persino lei era giusto un pelo preoccupata dalla cosa, tanto che superato il Portale per il Ministero si era messa a cercare l'accoppiata tra il gruppo, sperando che i due non si fossero già fatti saltare in aria prima di cominciare. Non fu solo un sollievo beccarli, ma una sorpresa: bimbo dal passato e fake!Mephisto, ai suoi occhi, sembravano fatti l'uno per l'altra. Sorrise, soddisfatta del proprio piano.
    William, dal suo canto, era decisamente meno entusiasta. L'odore di quel posto, i corpi appesi al soffitto... Ecco, non sembrava proprio il luogo perfetto in cui portare in gita il proprio figlio. L'unica nota positiva? Almeno avevano attraversato lo stesso Portale.
    Neppure quello gli sembrò poi tanto positivo, poi, nel realizzare l'inefficacia del loro tentativo di essere furtivi: prima ancora che potessero rendersene conto, decine e decine di uomini si erano già lanciati all'attacco contro di loro.
    «Meph, il ragazzino!» sentì gridare a Keira. Si voltò nella stessa direzione della ragazza e lo vide: una lama di luce dritta verso Mickey. Una morsa gli serrò lo stomaco e, senza pensarci due volte, corse verso quello scellerato di suo figlio tentando di sparare un colpo alle gambe dell'uomo che aveva appena cercato di ferirlo. Poi un secondo, dritto al petto.
    «Lo hai capito che non siamo in un cazzo di videogioco? Vedi di non farti ammazzare Mickey o sta' zitto accanto a me, per l'amor del cielo.» non poté evitare di sputare fuori, rabbia mista a preoccupazione, terrore con adrenalina. Si voltò all'improvviso, poi: negli anni aveva sviluppato un certo istinto per il combattimento, tanto che era ormai difficile coglierlo di sorpresa. Nemmeno quello shuriken vi riuscì in effetti, ma schivarlo era un altro bel paio di maniche. Si abbassò d'istinto nel tentativo di schivare il dardo e, nel farlo, i suoi occhi s'incontrarono con quelli di suo figlio.
    2118: william tobias fetcher
    Don't say I'm better off dead, 'cause heaven's full and hell won't have me. Won't you take me out of my head?
    And then when just enough light comes from just the right side and you find you're not who you're supposed to be?
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    au: emaline mowbray keira lewis



    DIFESA COMBO per MICHAEL (meph+ wtf): william spara alle gambe di Cierra
    DIFESA COMBO per WTF (michael + wtf): si abbassa, cercando di schivare lo shuriken
    ATTACCO su CIERRA: altro sparo di William, stavolta al petto
     
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    Bunny stava pulendo i coltellini distrattamente, più per sfizio che per necessità, quando i fantastici viaggiatori nel tempo - quelli che avevano mandato ancora più a puttane il loro mondo - erano arrivati. Non si era alzata per accoglierli, lasciando che vagassero in giro per il Ricovero guardando qui e là, senza interrompere la gente uguale che si studiava incuriosita o i conoscenti che si abbracciavano, seguendo però ugualmente il tutto con sguardo critico. Era affascinata da quel manipolo di persone, alcune oltre ad appartenere ad un universo parallelo anche proveniente da un secolo diverso, e si sentiva carica di adrenalina per quello che sarebbe successo da lì a poche ore... allo stesso tempo, non era certa di fidarsi di loro. Stavano progettando quel colpo di stato da troppo tempo per lasciare che gente arrivata a caso a cui non fotteva niente rovinasse tutto, e se nel loro universo erano razzisti insensibili? Se li avessero traditi? Aveva dedicato la propria vita a rendere il mondo un posto migliore, non voleva davvero lasciare tutto nelle mani di sconosciuti che non avrebbero neanche vissuto lì per vedere i frutti di quella rivolta e che, quindi, non erano davvero toccati dalla riuscita a meno del piano. C'era da dire, in ogni caso, che erano davvero tanti. Onestamente Bunny non si sarebbe aspettata tanto riscontro positivo, e si chiese quanto avessero aiutato le armi che l'Hamilton, Harvelle e company si erano portati dietro attraversando verso di loro il varco. Sperava poco; un cane bastonato non è leale quanto un cane a cui hai dato da mangiare.
    Si presentò al suo compagno con un sorriso smagliante, senza pensare neanche per un secondo che il ragazzo potesse essere troppo giovane: lei combatteva da quando aveva memoria, ed era dell'idea che fosse dovere civile di qualsiasi persona lottare per il proprio mondo... poi, ovvio, quello non era il mondo del ragazzo ma dettagli. «Benvenuto nell'upside down, straniero»
    «Come quello di Stranger Things??»
    Bunny si portò a bocca aperta la mano al petto. «C'è ancora Stranger Things nel futuro??» e soprattutto lui lo conosceva? Già lo adorava.
    «Spoiler»
    Una mano in aria, Bunny minimizzò la cosa «Non nel mio universo» chissà se steve si metteva con billy, tanto lo sappiamo tutti che nancy non se lo merita. CHISSA' SE NELL'UNIVERSO ALTERNATIVO ANCHE STRANGER THINGS ERA ALTERNATIVO ?? Shokkante, avrebbe dovuto indagare. Vedendo la gente muoversi intorno a sè, finse di guardare un orologio che non aveva al polso. Schioccò la lingua sul palato «Il tempo passa quando ci si diverte. E' ora di andare a uccidere qualche demogorgon»

    «Ehi, Pimpi bello» la russa, un coltellino per mano, si avvicinò veloce al giovane affibiatole mentre si sistemava la maschera antigas «La sai anche usare, quella?»
    Laurent annuì velocemente, fra le sita a destreggiarsi impanicate sulla pistola a cui, con qualche difficoltà, stava cercando di togliere la sicura. "Fuck fuck fuck" Non ci erano neanche arrivato, all'ufficio. Avrebbero dovuto davvero combattere con quell'odore? Sotto quei cadaveri? Sì che aveva capito di star partecipando ad una guerra ma mon Dieu; funzionavano così le guerre, con morti anonimi a giudicarli dall'alto prima ancora di iniziare a combattere? Non si stupiva nella sua società cose del genere fossero fuori dal mondo, era davvero agghiacciante e inumano (o meglio, certo che sapeva capitassero ma almeno non era il governo a ordinarle; quel Seth doveva davvero essere fuori di testa) «Non ho mai-» si umettò le labbra. Non aveva mai fatto un sacco di cose, fra le quali c'era viaggiare in un'altra dimensione cento anni nel passato, tanto per iniziare. «Non ho mai ucciso nessuno» E, francamente, non gli sarebbe dispiaciuto restare con la propria coscienza pulita. Viveva per strada, e aveva visto e vissuto davvero roba marcia in quegli anni; aveva dovuto combattere più volte per sè e per gli altri, e aveva visto gente morire - chi ucciso dai cosiddetti buoni, chi ucciso dai presunti cattivi della storia - ma non era mai stato lui il boia. Laurent era il tipo di persona che perdona, che sorride, che offre l'altra guancia e, fino a quel momento, agire in quel modo gli aveva sempre dato riscontri positivi a lungo andare. Era strano pensare di dover porre fine alla vita di qualcuno di cui neanche sapeva il nome «E' davvero l'unico modo?»
    Si sarebbe aspettato che Bunny (sì, proprio come quella di Sailor Moon!!) partisse con un eye roll epocale, rinfacciandogli che quello non era un gioco e doveva smetterla di fare il bambino, ma invece gli mise una mano sulla spalla. «Probabilmente no.» per lo meno era onesta «Ma è il più veloce, se non vogliamo altri finiscano così» indicò con la testa il soffitto. Il rgazzo non rispose, aspettandosi un proseguimento di quella filosofia e guardandola con occhioni grandi e attenti. «...ho finito. Non aspettarti altre pillole da biscotto della fortuna cinese e cerca di non farti ammazzare. Se vuoi andartene... beh, è troppo tardi»
    Ovviamente, Laurent avrebbe comunque preferito non uccidere , ma decise di fidarsi della bionda; era lì per aiutarli, e forse doveva sporcarsi le mani per farlo. Uccidene dieci per salvarne mille, si convinse. Una volta le guerre non funzionavano così?
    Il combattimento era appena iniziato, e dopo aver cincischiato con la pistola sentendola fredda e infelice fra le mani, essersi quasi fatto uccidere da delle palle di fuoco e aver gridato un «GRAZIE!!11» alla biondina che lo aveva salvato, Laurent si decise per riporre momentaneamente l'arma e agire in modo diverso, a modo proprio. Aprì e chiuse la mano un paio di volte, saggiando il terreno intorno a sè, e quando vide un fucile che andava a puntarsi verso la compagna allungò le dita verso d'arma. Avrebbe usato il proprio potere, con cui era molto più pratico che non con le armi, per modificare la gravità attorno al ministeriale che aveva preso di mira Bunny, aumentandola e rendendogli difficile tenere il fucile puntato in un qualsiasi posto che non fosse il pavimento, sperando di riuscire a farglielo cadere. Mentre lo faceva, avrebbe visto Bunny allungarsi verso di lui e prendersi la pistola dai pantaloni, sparando verso il ministeriale e poi velocemente verso una donna poco distante, prima che lei colpisse un tipo biondo che Laurent aveva visto nello specchio.
    au: heather bunny moskovskaja
    Feefifofum you better run and hide. I smell the blood of a petty little coward. Jack be lethal Jack be slick. Jill will leave you lonely dying
    And if you're homesick give me
    your hand and I'll hold it
    People help the people
    Nothing will drag you down
    2018 au vs 2118<
    geokinesis | Illusion Manipulation
    2197's | 1992's
    2118: laurent miller


    Bunny → Laurent + Jamie
    Laurent aumenta la gravità in modo da far cadere il fucile
    Julian → Julian + Laurent
    Bunny spara con la pistola di Laurent a Klara

    ATTACCO A NIKO: bunny spara


    Edited by bitchin' - 8/5/2018, 19:19
     
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    perché. diavolo. era. lì.
    anzi, se ve lo raccontassi davvero probabilmente partireste facendovi assolutamente l'idea più giusta possibile di lui, e vi priverei dell'onore di gustarvelo pian piano, un passo alla volta, nella sua lunga serie di stronzate. Perché ammettiamolo, non era quello che spiccava in famiglia per l'intelligenza.
    Teneva il broncio da quando aveva attraversato quel portale, ma nessuno lo aveva costretto a farlo – anzi, usando la psicologia inversa, mic si era trovato forzato ad andare contro i voleri del padre, e per questo motivo gnn, riteneva in cuor suo d'essere stato in qualche modo costretto ad una tanto sciocca decisione, presa fin troppo a cuor leggero... perché era terribilmente facile sputare sentenze su quanto la vita, la sua in particolare, facesse schifo e non ci fosse modo di migliorarla, per poi non muovere un dito in nessuna delle occasioni che gli si prospettavano davanti.
    Ma mic non nascondeva di essere pessimo, alla fine se era lì era solo per una questione di orgoglio, sfida, o quanto meno di infantile desiderio di ribellione.
    Glieli avreste dati 20 anni? No bene, perché manco lui ci si vedeva così vecchio.
    «'sto posto è uno schifo» cioè, tipo, 'ndo stavano tutte le comodità del 2100?, la gente lì camminava ancora? ew, che incivili – ma poi oh, nella parigi dei suoi anni non c'era un attimo di buio, un secondo di silenzio; parigi viveva, respirava, ad ogni ora, mentre lì, in quel passato oscuro, sembrava quasi di stare nel «medioevo. Il passato fa davvero schifo.»
    All'ennesima occhiataccia del padre, mic roteò gli occhi e cercò nuovamente di mettere quanto più spazio, ossigeno, ed esseri umani fra loro: se si trovava lì sapeva bene come in parte fosse colpa di suo padre (o almeno così insinuava il suo cervello bacato), non tollerava di averlo lì così come non lo tollerava sotto il suo stesso tetto, ed era il principale motivo per cui preferiva starsene fuori casa tutto il giorno – o in galera, agli estremi.
    Era abituato a videogiochi troppo realistici e cruenti, così come a quei mesi in galera, per trovare veramente spaventoso lo spettacolo che gli si era aperto davanti agli occhi una volta attraversato un primo portale. Certo, a livello di arretratezza aveva i brividi, ma le grida a distanza e quella strana aria di pericolo non riuscirono a scalfirlo nemmeno un po'; gli mancavano i suoni e le luci della sua città, ma quel luogo aveva un ché di già visto, ricalcava perfettamente gli scenari di un qualsiasi videogioco ben fatto, e per questo motivo sembrava quasi che mic potesse distaccarsene, partecipare in modo apatico a quella veloce processione verso un luogo che non li accolse a braccia aperte, il Ricovero, un luogo – da quello che aveva capito – che raccoglieva tutte le risorse della ribellione «wow mi aspettavo un comitato di benvenuto migliore per i salvatori del mondo» ma il suo finger gun venne accolto solo da alcune occhiate severe «pubblico difficile» già li detestava tutti.

    E se fosse morto in battaglia?
    me(p)h.
    mephisto non aveva 'ste grandi aspettative di vita; del resto, di qualche morte si doveva morire, dicevano, e dall'alto della sua lunga serie di successi – con al primo posto, l'ancora fresco omicidio di metà famiglia – pensava che in fondo morire per un despota o per un altro non sarebbe stato così strano. Così come vivere lì. Ammettiamolo, a lungo andare quel posto iniziava a tornargli comodo... non perché fosse uno special, né per chissà quali abilità speciali: semplicemente, lì si stava tranquilli.
    Aveva atteso che la maggior parte dei suoi vecchi compagni di avventura svanisse chissà dove, aveva cercato di risolvere la propria questione ma la verità era che se la stava prendendo comoda apposta: appena l'aveva ritenuto saggio, aveva abbandonato da un giorno all'altro le spoglie del torchwood, iniziando a mostrarsi per quello che era, senza filtri o maschere.
    Per un po' di tempo aveva anche pensato di farsi crescere i capelli e la barba, ma ew, sembrava così un villico... e quindi quella notte le guance bruciavano appena per la rasatura della mattina. Se ne stava mollemente appoggiato in poltrona attendendo “ordini”: il perché fosse lì probabilmente vi inizierà a sfuggire – del resto, perché impegnarsi in una guerra quando sembrava stare tanto sereno in quel mondo.
    Beh.
    Ma naturalmente perché era estremamente rischioso per lui: cambiare aspetto per un empatico era facile, ma non così tanto da potersi permettere per la vita di essere qualcuno che ufficialmente era morto giusto poco tempo prima, o chiunque altro. Nemmeno abigail poteva dirsi un'identità adatta al suo scopo.
    Ma probabilmente il vero rischio lì era un altro, calamita keira, che da quando l'aveva visto continuava a ronzargli attorno. E state pure tranquilli che non era quel genere di attenzione che mephisto avrebbe gradita da una signorina... la fake!emaline dapprima aveva anche tentato di menarlo (e ancora non si spiegava il perché), poi stranamente aveva iniziato a comportarsi in modo più garbato. L'ultimo scazzo in realtà era di pochi giorni prima, quando alla ragazza non era andato giù che «boh, vi aiuto che magari è la volta buona che me ne vado da qui. Più ne crepano dei vostri, più sopravvivo io. Però restiamo amici xoxo» mephisto avesse voluto essere pienamente sincero con lei, iniziando quasi a considerarla una... conoscenza?, uno dei pochi esseri che potesse vantare di respirare a due metri da lui? Sì insomma, 'ste onorificenze per cui certamente mephisto non si metteva a fare riconoscimenti scritti, ma che a suo modo valevano come legame, o rapporto. E il ringraziamento per una così sensibile confidenza erano state sberle e grida – ma lui boh, ci capiva sempre meno del mondo femminile.
    «ma quindi, anche stanotte si muore stanotte?» e guardò verso la ragazza alzando un sopracciglio, sempre più sconvolto da quel rosso acceso che si teneva in testa - donne. gli scocciava aspettare, ma aveva avuto modo di prepararsi nel frattempo, e quando il gruppo proveniente dagli altri mondi entrò nel Ricovero, mephisto già non vedeva l'ora di partire. Riconobbe fra loro alcuni ragazzi che ben conosceva, che erano stati suoi allievi, e che con lui avevano partecipato ad una missione nemmeno così solo apparentemente suicida – la pelata in primis, non si dimenticava facilmente, ma anche i suoi amichetti strambi e le altre mocciosette che seguivano. Tutta gente che ben conosceva.
    Tuttavia quello a cui venne assegnato gli era nuovo.
    E non gli stava simpatico esattamente come gli altri, ma fingiamo sia una novità «tu sei» «mic» «mic di...micdrop» «michael» «mickey!» «l'ultimo che mi ha chiamato così ora usa la cannuccia per nutrirsi» ew, non propriamente vero, visto che suo padre stava giusto nell'altra stanza a scegliere quale arma portarsi dietro – ma a mic quel nome non piaceva, e il ragazzo che aveva davanti gli dava tutta l'aria di voler rogne. Se ne allontanò per andare a recuperare un'arma da portarsi dietro dopo essersi cambiato. La scelta era vasta, e immediatamente gli occhi gli brillarono di fronte ad un mastodontico esemplare di... fucile?, che cosa poteva essere per quelle dimensioni?, una specie di bazooka? Chissene, lo voleva.
    «vuoi ammazzarti prima di cominciare?» ecco, quello era uno dei principali motivi per cui con lui non avrebbe voluto averci a che fare «hai paura di trovarti sulla linea di traiettoria nel caso?» commentò acido, non mostrando neanche un'ombra di rispetto per l'imponente figura del padre. Troppe cose correvano fra loro da troppo tempo, e molte volte mic sperava solo di poter dimenticare persino di avercelo, un padre. Si allontanò posando l'arma, senza aggiungere altro – sapeva bene, così come lo sapeva il padre, che era sempre stato bravo con un altro tipo di arma, e del resto se si era infilato in qualche casino era proprio perché mic le armi le sapeva utilizzare, specie i coltelli.
    Prese quindi un coltello serramanico e se lo mise in tasca, raggiungendo poi lo spilungone cappelluto impegnato a mandare bacini ad un ragazzo – a suo dire – dall'aria poco sveglia e i capelli sparati a caso attorno alla faccia. bah, preistorici.

    Il secondo portale non migliorò il panorama, e mic sentì la nausea salire così velocemente da fargli storcere il naso «c'è puzza di cadavere» «so accurate» per mephisto del resto non era la prima volta che si apriva quello spettacolo – la fontana era un tocco assolutamente kitch ma rispettava seth per le sue scelte propagandistiche... e i cadaveri appesi... beh, l'importante è che lui non ne facesse parte.
    Questo tuttavia andava letteralmente oltre ogni videogioco.
    Poteva sentire l'odore, michael, avvertire il tanfo del sangue misto alla decomposizione dei corpi: ne aveva viste in vita, ma quello, quello, univa al raccapricciante quella dose di realismo e terrore che in un primo istante lo immobilizzarono. E per diversi istanti non volle muoversi... o semplicemente non poté, perché una sensazione inusuale risaliva dai piedi, ancorati al terreno, immobilizzando gli arti, gli organi, facendogli credere di non star respirando.
    E fu per questo che lui non seppe reagire in alcun modo quando, da ogni anfratto possibile, decine su decine di uomini si riversarono nella piazza centrale di fronte al ministero della magia, circondandoli e iniziando a contrattaccare; un uomo in particolare puntò a lui con una lama fatta di luce, uno special probabilmente, che mirò verso di lui con una tale velocità da non lasciargli il tempo di pensare cosa fare. Venne strattonato di colpo «se sei venuto per morire potevi dirlo prima» nel blando tentativo di evitargli una ferita letale dallo stesso mephisto, che afferratolo per un braccio cercò di spostarlo dalla traiettoria della lama.
    Ma non fu da solo ad intervenire: con rammarico, michael ragionò che avrebbe preferito ricevere quella lama piuttosto che venire difeso da suo padre, il quale apparve all'improvviso cercando di evitare che suo figlio ci restasse secco.
    Già.
    Quel figlio tanto incapace di badare a se stesso o evitare di creare più problemi di quanti ne potesse risolvere – e come al solito suo padre non mancò di fargli un commento, con la stessa severità che glielo aveva sempre piegato contro, come un ramoscello indisponente. Lasciò che il rimprovero, rimprovero!, come se avesse ancora dieci anni, gli cadesse addosso come un pesante macigno, rendendolo solo più insofferente nei suoi confronti. «ho...capito» ringhiò fra i denti con rabbia, non riuscendo neanche a ragionare – fu istintivo, quando un uomo puntò con uno shuriken a suo padre, fece la sola cosa che sapeva fare, e dal nulla iniziò a generare una corrente di vento che potesse in questo modo fungere da scudo verso l'uomo che tanto detestava.
    Era strano? Forse.
    Ma la verità era che se suo padre fosse morto ora, senza vederlo riuscire, vincere, allora sapeva, mic, che avrebbe vissuto con il peso di non essere riuscito a dimostrargli che se voleva sapeva essere migliore di lui, sotto più punti di vista. Che da figlio non avrebbe seguito le orme paterne, perché a lui stavano strette quelle regole, quei modi di fare, quella severità – che lui sarebbe andato oltre, e quell'uomo ne sarebbe stato testimone.
    Sperando dunque di non farlo morire così, rivolse poi la propria attenzione verso l'uomo che aveva attaccato suo padre: di nuovo, concentrò il proprio potere verso una corrente d'aria che stavolta, se fosse riuscito, si sarebbe rivolta con violenza verso l'uomo, investendolo in pieno.
    michael fetcher
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    and think mad
    blame it on the girls
    who make him laugh
    2118 | au 2018
    air bending | empatic
    2098 | 1994
    mephisto dallaire



    DIFESA COMBO per MICHAEL (MEPH + WTF): meph lo strattona via
    DIFESA COMBO per WTF (MICHAEL + WTF): mic crea una corrente d'aria che funga da scudo per il padre
    ATTACCO su NEVADA: altra corrente d'aria


    Lo ha scritto cecib, io sono solo il mezzo coff coff
     
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    Se avesse potuto fissare più intensamente e trucemente William Barrow Secondo d’Inghilterra, Jamie Hamilton l’avrebbe fatto. Dubitava che qualcuno, in quel posto dimenticato dal Signore, potesse comprendere lo sforzo che costasse a Jameson BB non ucciderli tutti, e seduta stante, per togliersi l’impiccio di doverli proteggere - vi lascio immaginare quanto se ne sbattesse di un universo alternativo in procinto di collassare su sé stesso. Se Jamie, un sospiro grezzo ed affilato, aveva attraversato quel Portale, era solamente per quei due imbecilli biondi che, tristemente, aveva inglobato nella propria vita. Non potendo sfogare il proprio infinito disappunto su Melvin, che ingenuamente credeva al sicuro in una missione di ricerca, Barrow doveva beccarsi la dose doppia e non filtrata: ne aveva già pieni i coglioni, il cronocineta.
    Eppure, ai suoi compagni di squadra, rivolgeva sorrisi placidi e perfetti: ma certo che vi salveremo, diceva la piacevole e amabile smorfia della bocca. La verità che vibrava nel petto non era nei suoi occhi, impossibile da cogliere se non di sfuggita, ma pulsava sepolta sotto strati di cenere e sangue nei più oscuri anfratti di un cuore in decomposizione: non significa che sopravvivrete abbastanza a lungo da esserne partecipi. Sfidavano la sua già sottile pazienza con il loro mero esistere, figurarsi quando respiravano: nel momento in cui aprivano bocca per parlare, pur senza saperlo, avevano già firmato la loro condanna. Dai suoi quasi due metri d’altezza, Jamie Hamilton avvolse le spalle di un tizio a caso (di quel mondo di merda che, un Jamie, non se lo meritava) con un braccio, tirandolo verso di sé con un sospiro materno ed affettuoso: «che…» scosse il capo indicando CJ Hamilton, un sorriso leggero sulle labbra. Che grandissimo figlio di puttana. Non arriverà alla fine di questa Missione. Cristo Dio, ma in questo mondo non insegnate il rispetto ai giovani imberbi? Lo affogo nella cazzo di fontana nel giro di cinque minuti, se non la smette di fare lo stronzo. «…creatura adorabile.» concluse gentile, umettandosi le labbra. «adoro i bambini» ammise portandosi una mano al patto, dando una pacca sulla spalla di Elicottero (o qualcosa del genere.). «vero, lollo?» alzò la mano richiamando l’attenzione di Laurent, il cucciolo di Jack Russell dal sorriso troppo sincero per i gusti dell’Hamilton. «diglielo anche tu» piegò gli angoli delle labbra verso l’alto mostrando i denti in un sorriso che, agli occhi giusti, avrebbe potuto apparire per quel che era – un plausibile morso abbastanza duro da staccare la fottuta pelle dai muscoli. Il suo omonimo dal nome breve ed insapore, non aveva evidentemente compreso con chi avesse a che fare.
    Jamie, magnanimo e buono come il Dio di una moderna e più appropriata religione, gli avrebbe mostrato la Via con immenso, e sentito, piacere. L’occasione, come sempre quando si trattava di un Hamilton, gli venne servita su un piatto d’argento: sorrise di esaltata gioia e macabra soddisfazione, Jamie, quando vide l’infero indirizzarsi verso il ragazzino con la mazza. Schioccò la lingua sul palato sprecando tempo utile alle circostanze nella valutazione di quanto piacere avrebbe ricavato nel vederlo azzannare da uno zombie, quindi decise che, prima di lasciarlo morire, avrebbe dovuto chiarire chi, fra i due, fosse al comando. Avanzando nella sua direzione, Jamie sarebbe passato vicino ad un tipo a caso (ciao Niko) dei cattivi, e con non curanza l’avrebbe spinto lateralmente. Così, per principio. Se poi nel mentre fosse anche riuscito a salvare il piedino della bionda, cui rivolse uno splendido sorriso da sopra la spalla, tanto meglio. Ma torniamo a noi. Avrebbe tolto la sicura dalla pistola, dito già sul grilletto mentre, con entrambe le mani sull’impugnatura, sarebbe entrato in scivolata sulle gambe del pelatino. Togliendo lui dall’equazione, mentre slittava sul marmo del Ministero, avrebbe sollevato le braccia mirando alla gamba di Mars così da fargli passare, almeno per un po’, la voglia di animare zombie come Michael Jackson nel vintage video di Thriller. Dopo aver premuto il grilletto, avrebbe puntato una mano al suolo frenando l’accelerazione per trovarsi, casualmente, al fianco dell’altro Hamilton – Cisei? Cinei? Kinesi? Indovinate a chi non interessava. «sei un telepata, giusto?» domandò rialzandosi in piedi, porgendo una mano al ragazzino. Quando lui non fece cenno di afferrarla, sempre mantenendo l’espressione allegra di un qualunque Jamie Hamilton, si chinò e lo strattonò in piedi tirandolo verso di sé. «spero tu non ti sia fatto male» sibilò cordiale “Se non abbassi quella cazzo di cresta, ragazzino, ti sparo in bocca prima che qualcuno abbia tempo di dire il tuo fottuto nome. Sono stato chiaro?” «patti chiari amicizia lunga, uh» una poderosa pacca sulla spalla esile del fanciullo, ed evviva la vita.
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    If he said
    help me kill the president
    I'd say he needs medicine
    Sick of screaming let us in
    The wires got the best of him
    I STAND ALONE
    I KEEP ON RISING
    UP TO THE THRONE
    I WON'T STOP FIGHTING
    2118 vs au 2018
    chronokinesis | telepathy
    2094's | 2000's
    upside down: CJ HAMILTON



    COMBO DIFESA PER BUNNY (bunny + jamie): spinge niko
    COMBO DIFESA PER CJ (jamie + eli): afferra cj
    ATTACCO (mars): spara alla gamba ♥
     
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    La vita di campagna era qualcosa che Julian non credeva di avere nelle vene, gli era parsa tanto differente dalla vita cui era abituato. Eppure quando il destino, il Fato, lo aveva spedito indietro nel tempo, nel passato come un pacco postale sballottato a destra e sinistra che nessuno reclamava. Ma qualcuno Julian lo aveva reclamato e lui si era trasformato, perdendo l'identità che si era costruito nel Regno Unito, per assumerne una nuova che fosse socialmente accettabile in un luogo ed in un tempo a lui sconosciuti. Era diventato un maestro in "nuove identità" benché non fosse qualcosa che avesse voluto lui. Non lo aveva voluto in Russia e non lo aveva voluto nemmeno in quel momento, ma andarsene in giro come un forestiero straniero arrivato da molto lontano, indossando abiti non consoni all'epoca, avrebbe attirato molta attenzione e la confederazione aveva optato per delle nuove identità per tutti così da farli integrare e vivere a Bodie come dei veri cittadini californiani. Si era abituato alla fine alla vita del contadino, alla vita del pastore.
    Si alzava la mattina presto, usciva quando ancora il cielo era buio e portava a pascolare le pecore, il fedele cane da compagnia sempre al suo fianco. Non era stato difficile adattarsi, non quando da anni era alla ricerca di una casa, di una famiglia, di quel qualcosa che lo facesse sentir parte di qualcosa e Bodie gli aveva dato ciò che per una vita aveva cercato. Quando era stato avvisato di uno strano evento che avevo preso luogo in una catapecchia poco fuori il paesello, Julian -o meglio Sheldon- era balzato fuori dal letto nel quale si era appena addormentato in seguito alla consueta pascolata e si era recato nel luogo stabilito dove uno specchio magico aveva fatto la sua comparsa.
    Il tempo pareva riunito -passato, presente e futuro- ma mai era parso più distinto e lontano di così.
    Era rimasto in disparte quando un portale si era aperto di fronte a lui e dal nulla erano entrati ragazzi e ragazze parlando di come il loro arrivo aveva scombussolato tutto, di come il loro arrivo aveva minato gli equilibri di quella dimensione. Ed ora spettava loro porvi rimedio, per lo meno provarci.

    Un portale lo aveva condotto nuovamente nelle vie di Carrow's District dove i passanti gli avevano lanciato occhiate confuse. Cosa ti aspettavi? Sei vestito peggio di uno spazzacamini... E cos'è questa puzza? si voltò mentre raggiungevano il quartier generale e si trovò faccia a faccia con una ragazza di bassa statura. Sono un pastore madame commentò come sè quella constatazione fosse la risposta a tutto. Era la risposta a tutto e chiaramente non conoscete lo stile o un buon profumo. Ti prego cambiati girò i tacchi e sparì in mezzo alla folla, lasciando il biondo alle prese con il nuovo abbigliamento che sapeva di pulito e non di gregge, eppure per lui quell'odore era diventato familiare.
    Si era fatto spiegare più o meno la situazione e tutto ciò che aveva concluso era che dovevano occuparsi di un certo Seth. In un'altra vita lo avrebbe scelto come nome per il suo cane.
    Non ti lascio un'arma senza un Voto Infrangibile, dammi il braccio pastore roteò gli occhi ma fece ciò che gli era stato chiesto. Poteva farlo. Non attaccare i suoi compagni, del passato presente e futuro, non cambiava nulla il tempo.
    Impugnò una spada e seguì la ragazza in un portale che li condusse al Ministero della Magia, da quando alcuni ricordi erano riaffiorati riusciva a seguire meglio le vicende ed i discorsi, comprendeva ma non tutto. Negli ultimi mesi aveva scoperto la magia, era stato strano rendersi conto di essere lui stesso un mago e nonostante non conoscesse il suo passato, la sua famiglia, il suo nome; andava tutto bene. Era sempre lo stesso pasticcere di prima.

    La scena era macabra dinnanzi a loro, sopra le loro teste. Corpi appesi come lampadari facevano la loro macabra figura nell'atrio. Inspirò a fondo Julian infossala ragazzo di campagna, non vorrei diverti seppellire prese la maschera antigas e la indosso senza lamentarsi.
    Non era un gioco.
    Avrebbe sollevato la spada dinnanzi a sè bloccando la corsa del proiettile che si sarebbe scontrato con l'acciaio e sarebbe rimbalzato lontano da lui. Voltandosi avrebbe incrociato lo sguardo di un appartenente alla fazione nemica.
    A terra! avrebbe urlato al compagno, cercando di evitare al nemico di colpirlo. Sarebbe corso nella sua direzione e lo avrebbe atterrato neanche fosse stato un lottatore sul ring di wrestling, sopra al nemico mentre l'arbitro contava e lo decretava sconfitto.
    Con la spada ancora in mano sarebbe corso contro la donna che aveva tentato di sparargli e l'avrebbe colpita con un fendente al braccio destro.
    julian berrington
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    Dile que tú no estás sola
    Que tú estás conmigo
    No como ese idiota
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    the madness behind your puppy face
    upside down: esther lynch


    DIFESA COMBO Julian (con Bunny): para il proiettile con la spada
    DIFESA COMBO Kieran (con Kieran): si lancia contro Ronald e lo atterra
    ATTACCO Klara: fendente sul braccio destro
     
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    Sospirò nervoso ed impaziente, i polpastrelli a premere cauti sulle palpebre mentre gli stanchi occhi verde chiaro si prendevano una meritata pausa dalla vista del monitor.
    D’accordo con la Harvelle, Elijah aveva deciso di rimanere nel Laboratorio per quanto più tempo necessario prima di dover entrare in azione: aveva ritenuto opportuno, il Dallaire, che qualcuno rimanesse nella struttura ministeriale per controllare la situazione - monitorare gli spostamenti di coloro che non avevano assolutamente idea dei piani dei ribelli, assicurarsi che nessuno si accorgesse dell’assenza ingiustificata di diversi funzionari dell’edificio e sistemare il problema qualora qualcuno avesse notato la mancanza di Roy, o di Sebastian, o di chiunque; destare il minor numero di sospetti possibili, cercando di far passare quella serata come una qualsiasi altra degli ultimi mesi -, e la mimetica non aveva opposto obiezioni all’idea. Non c’erano falle nel piano, nessuno avrebbe scoperto nulla, ma era una… precauzione, ecco. Ed in fin dei conti, non era necessario che tutti quanti fossero presenti al Carrow’s District per dare il benvenuto ai viaggiatori del tempo; per quanto gli sarebbe effettivamente piaciuto far parte del comitato, poteva tranquillamente farne a meno.
    Il cronocineta doveva, tenere d’occhio il Laboratorio – anche perché pochi, oltre a lui ed alla Harvelle, avevano accesso (legale ed autorizzato, che non destasse sospetti inutili) ai monitor delle telecamere di sicurezza del distretto -, e lo voleva persino, ad essere onesti. Ciò non significava che l’intera vicenda non fosse destinata a diventare stressante: quello, il biondo, aveva preferito non prevederlo.
    Conosceva l’orario in cui avrebbero attraversato il portale. Sapeva bene fino a quando sarebbe dovuto rimanere lì, seduto dietro quella scrivania, ad attendere.
    Allora perché continuava a dondolare la gamba sotto il tavolo, diventando fastidioso persino a sé stesso? Perché non faceva altro che distogliere lo sguardo dagli schermi, per rivolgerlo a quello del telefono e leggere lo stesso orario? «sei nervoso?» alzò lo sguardo lasciandolo adagiarsi lento sulla figura della Hamilton, sorridendole appena mentre scivolava all’interno della stanza. Non aveva ritenuto necessario chiederle perché, quella sera, fosse sul posto di lavoro: a dire il vero, non gli interessavano tutte le scuse che avrebbe potuto dirgli in merito. Elijah avrebbe creduto, e probabilmente senza andare errato, che la ragazza avesse deciso di essere lì per lui – per fargli compagnia, sapete -; era conscio del fatto che non l’avrebbe mai scoperto davvero, e pertanto quella era la sua verità: di farsi dire che le pagavano gli straordinari, non gli andava. «abbastanza, a dire il vero» onesto, perlomeno. Inutile e scorretto dire che non avesse paura di tutto quel progetto kamikaze, e delle infinite possibilità che qualcosa potesse rivoltarsi contro di loro da un momento all’altro – come, per fare un esempio, eh!, le alte cariche ministeriali che avrebbero dovuto uccidere di lì a poco atteggiandosi da terroristi -, ma non era quello a renderlo nervoso.
    Ovviamente, ad incutergli un vago senso di timore in tutto quello, era la partecipazione di Bells (Billie, ok.) ed Amalie – e di Nate ed Eugene, ad essere onesti: forse, di loro più che delle sorelle. A rassicurarlo, era il fatto che sarebbero state in pericolo comunque, anche nel qual caso fossero rimaste a casa propria; e rise a denti stretti, il Dallaire, al solo pensarci. Buon Dio, per dover rassicurarsi pensando che in guerra la sua famiglia sarebbe stata più al sicuro che non in casa, avevano davvero raggiunto il punto di non ritorno.
    Che. Situazione. Del cazzo.
    «beh, puoi sempre non andare e restare qui» vaga, allusiva. Disinteressata - se solo non la conoscesse abbastanza bene, ormai, da sapere quanto poco lo fosse realmente. Poteva sembrare come una semplice constatazione dei fatti – “puoi andare o puoi rimanere, fai un po’ come ti pare” -, ma non per lui. Per Elijah Dallaire, non lo era mai stata. «vorrei,» si alzò, circumnavigando la scrivania per arrivare più vicino alla mora – mancavano pochi minuti all’ora X, l’ultima volta che aveva controllato: non c’era più così tanto da controllare, e la sua attenzione era decisamente venuta meno da quando Rea aveva varcato la soglia dell’ufficio. Sospirò affranto, un mezzo sorriso ad illuminare il volto del ventiseienne. «ma sai che non posso.» sotto fin troppi punti di vista, ma «nath ed eugene hanno deciso di dividersi nei gruppi: devo avvertire quelli a cui tocca sorbirseli» era uno di quelli più importanti. Quando alzò gli occhi al cielo, Eli poté quasi intravedere l’ombra di un sorriso divertito e complice illuminare le iridi cioccolato della ragazza.
    «sei sicura di non voler venire?» «lo sai che preferisco vivere» «lo so» ma preferirei ci fossi.
    Rimase, e rimasero, silenti ed immobili per qualche secondo – o minuto, o ora -, fino a quando il telefono non prese a vibrare.
    «bill-» «bro, stiamo andando a prendere i tipi, muovi il culo, cià!»
    Oh, beh. Chiuse la chiamata, il minore dei Dallaire, senza nemmeno dargli il tempo di dire qualcosa – in fondo, di tempo non ne avevano. «quindi…» «vai» aw, che cuore. Si fece più vicino alla ragazza, e senza indugiare oltre la strinse a sé, le labbra a premersi su quelle della Hamilton quasi come fosse la prima volta. Assaporò ogni singolo istante di quel contatto - delle punte dei nasi a sfiorarsi, del sapore ed odore di fragola di cui sembrava essere fatta la ragazza -, fino a quando non fu lui ad allontanarsi. Di poco, e per poco. «ci vediamo più tardi» sospirò appena sulle sue labbra, carezzandole con le proprie un’altra volta prima di sorriderle, e di dirigersi alla porta senza guardarsi troppo indietro.
    «non morire, dallaire»
    «per chi mi hai preso, hamilton»

    «se avessi saputo che anche qui si giocava alla piñata a questo punto me ne sarei andata direttamente in messico con freddie» sorrise per niente divertito alla sorella, lo sguardo in alto ad osservare le macabre decorazioni del Ministero della Magia. «suvvia, amalie» si era sempre tenuto alla larga dalla sede del Governo magico: l’aveva sempre trovato un luogo poco adatto alla sua persona, anche solo per una visita sporadica. Inutile dire che quella vista – il sangue nella fontana, i corpi a penzolare sul soffitto – rendesse la sua idea del luogo ancora più accurata. Fece qualche passo in avanti, senza distogliere le iridi chiare dai cadaveri: tirarli giù, fu il primo pensiero del ragazzo. Era certo che fosse solo una mera distrazione, oltre ad essere avvertimento ed ammonimento per tutti i presenti indesiderati, ma non poteva fare a meno di pensare che, Cristo santo, non potevano lasciare tutti quei corpi lì.
    Non era… giusto.
    E se era lì, Elijah, era per fare la maledetta cosa giusta.
    Ma nessuno si muoveva, nessuno ci pensava - razionalmente, facevano bene a non perseverare nel guardare quello spettacolo raccapricciante; idealmente, non era normale che fossero tutti quanti con gli occhi inchiodati davanti a loro.
    Quando li abbassò, ne comprese il motivo.
    Qualcosa era andato terribilmente storto: avevano previsto degli impedimenti, ma… quello era fin troppo.
    «che… creatura adorabile» voltò – meglio, alzò: quanto cristo era alto, se doveva far inclinare il capo ad Elijah?!?! - gli occhi sul ragazzo dal futuro, passando poi alla suddetta bestia. Voleva bene al giovane Hamilton, sebbene non fosse certo che i sentimenti di CJ fossero ricambiati, ma… ecco, non poteva rimproverare Jameson per l’etichetta con la quale glielo aveva indicato. «adoro i bambini»
    Ma dai, non lo avrebbe davvero mai detto. «allora spero tu non cerchi di ucciderlo al posto dei nemici» rispose pacato, lo sguardo a cercare nella folla qualcosa da fare nel trambusto che s’alzava. «potrebbe… invogliarti a farlo.»
    L’aveva già fatto? Il Dallaire non lo sapeva: era appena arrivato (quasi).
    Senza attendere oltre, Elijah si sarebbe spostato velocemente alle spalle di un manipolatore di ombre che sembrava particolarmente interessato ad un altro tipo del futuro – lo zio di Vic? Il sosia? Non lo sapeva, né gli interessava; sapeva solo che l’avrebbe preferito vivo. Lo avrebbe quindi spinto di lato per distrarlo, ed estraendo i sai avrebbe poi cercato di infilzarlo al ventre, spingendo il più a fondo possibile per ferirlo gravemente. Avrebbe preferito ucciderlo, ma così a brucio era un po’ difficile.
    Allontanandosi per evitare di morire subito, avrebbe intravisto la figura di CJ nella traiettoria di un Infero; come aveva predetto (crossover!) (cosa), il ragazzo ti strappava di mano gli schiaffi. Anche ad un morto. Avrebbe quindi cercato di focalizzarsi sull’Essere, sentendo il tempo divenire un concetto più… molle, denso e maneggiabile al tempo stesso, ed avrebbe fatto in modo di bloccarlo all’istante mentre Jamie, l’amante dei bambini, tirava via CJ.
    chariton "shot" deadman
    I'm a soldier, I'm a fighter
    Take a step back, I'm on fire
    Nothing's gonna kill me
    nothing’s gonna stand in my way
    To the broken-hearted
    that wished that they’d
    Never been born, never been torn,
    never sinned, never disobeyed
    1991's | 1996's
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    chronokinesis | healing factor
    upside down: elijah dallaire


    DIFESA AL (eli + kieran): spinge via Gasp
    ATTACCO SU GASP: lo infilza con i sai
    DIFESA CJ (eli + jamie): blocca l'infero con la cronocinesi


    Edited by #epicWin - 8/5/2018, 20:17
     
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    Sbatté le palpebre una, due, trenta volte prima di realizzare che, no, quella non era un’allucinazione. La donna era identica alle foto che conservava con sé, persino il cipiglio sul volto era quasi contrariato come nel futuro, le mancavano solo le decine di tatuaggi e una giacca di pelle. Il suo cervello non riusciva a concepire come quella potesse essere lei, era così assurdo da lasciarla a bocca aperta: sembrava quasi responsabile, sapete, una persona normale. Si chiedeva se anche l’altra Kieran avesse letto le sue stesse fanfiction o se anche lei una volta aveva fatto indigestione di tiramisù. Corse impacciata nella sua direzione, esitante nell’approcciarla nella paura che potesse, che ne so, mordere «ciao kieran, sono kieran!» offrì la propria mano all’altra Kieran, un caldo sorriso ad accompagnare le sue parole. Certo, non si aspettava l’espressione confusa della donna, né la conseguente risposta «io mi chiamo alejandro?» la Sargent annuì lentamente, se possibile ancora più confusa di prima – immaginava che in quell’universo le avessero dato un nome diverso, oltre all’evidente differenza di età. «oh, okay» scrollò le spalle, tentando di nascondere alla donna le guance arrossate. Che figuraccia che aveva appena fatto, voleva un po’ sotterrarsi. Era normale che le suscitasse tutta quell’ansia? Pensava di morire da un momento all’altro solo guardandola, ma forse quella era l’altezza vertiginosa a separarle. «mi piacciono i tuoi…stivali» tentò un approccio diverso, il lecchinaggio – voleva solo diventare sua amika, oke?? Ora, i suoi stivali assomigliavano più a un aborto mancato buffo tentativo di alta moda (cosa dici kieran), ma non se la sentiva di dirglielo. Non voleva sembrare rude a giudicare i suoi gusti, specie perché si conoscevano da dieci minuti al massimo. «mi servono come arma, un colpo in testa ai bastardi e sono stecchiti» [high pitched scream] LANGUAGE!!&& non poteva credere alle sue orecchie, Alejandro aveva appena imprecato? Lo sapeva che le persone /normali/ erano fatte così, eppure non lo poteva accettare dal suo doppione. Le suonava innaturale, come se all’improvviso Kieran si fosse messa a ballare il tango con un centauro. La Sargent aprì la bocca per commentare, quando una gomitata nel fianco le tolse il fiato «quelli sono shot e murphy???» ma cosa voleva dai su- oh, aveva capito. Non conosceva molto (niente) della vita di Gaga, ma poteva ipotizzare che non avesse conosciuto i suoi genitori – ah, sfigata! «sì, però magari non saltare loro addosso. Shot è suscettibile e Murphy…potrebbe avere un infarto, sai?» non era vero, Kieran Sargent stava deliberatamente mentendo al suo alter ego. Voleva tenersi Muprhy e Shot tutti per sé, va bene? Era da egoisti e persone orribili, eppure non le interessava: aveva aspettato diciassette (17) anni prima di conocerli, che Alejandro tenesse le mani giù dalla sua famiglia. Lei non ne aveva una? Dovevano esserci delle versioni alternative degli Skywalker-Deadman, che se li trovasse. «quindi…» «magari possiamo parlarci dopo» pose una certa enfasi sul noi, come se non si fidasse a lasciarla da sola con loro – in effetti, era così.

    Kieran non aveva mai messo piede al Ministero della Magia, e a giudicare dall’odore, ne era felice. Conosceva quell’olezzo, non era ancora sicura di sapere cosa fosse ma era decisamente familiare; era più facile concentrarsi sui piccoli dettagli di quell’atrio piuttosto che su quello che stava avvenendo. Commise l’errore di spostare lo sguardo su una fontana poco lontana da lei, e quando vide il sangue nella vasca per poco non rimise il panino di ore prima sul pavimento. Dove l’avevano portata, in una perversa casa degli orrori? Sentiva di voler già uscire, che quello non era il posto adatto a lei. Andiamo al Ministero, aveva detto, sarà divertente, si era ripetuta. Spoiler: non era affatto entusiasmante quanto aveva pensato. Lanciò uno sguardo terrificato a Murphy, sapendo che la geocineta poteva – in parte – capirla. Kieran non era fatta per quelle cose, e allora perché continuava ad offrirsi ogni volta? Entusiasmo per la vita, troppe serie tv e film eroici facevano male.
    La verità era che sarebbero tutti morti male come [spoilerh]in Infinity War.
    Cercò di ignorare le persone armate intorno a lei, temendo di rivelare la sua presenza respirando anche troppo forte. E se avesse dovuto starnutire? Ora che ci pensava, sentiva un certo fastidio al nas- PERCHE’ SI ERANO GIRATI TUTTI VERSO DI LORO? Percepiva distintamente lo sguardo degli scagnozzi di Shawn sulla propria figura eppure non aveva (ancora) starnutito. Cosa stava succedendo? Ecco, stava per andare nel pallone.
    Fortunatamente, prima che la Sargent potesse avere un attacco di panico, gli uomini si scagliarono contro il gruppo. STRATEGIA! «ATTENTO ALEJANDRO» «eh??» «NON TE» corse verso Gasp (A CHILD), più velocemente che le sue gambe corte le permettevano, tentando di buttarsi addosso all’uomo prima che potesse evocare le ombre (cinesi) «geronimoh!!» avrebbe tentato un vero e proprio salto in lungo, volando nell’aria con braccia aperte per atterrare il corpo di Gasp. Si rialzò da terra insieme alla sua dignità, appena in tempo per vedere arrivare un nemico dal lato. Chi era la persona malvagia che osava attaccarla? «prenditi questo» prese la rincorsa verso Ronald, spiccando poi il volo quando ebbe guadagnato abbastanza velocità, mentre si trovava sospesa in aria allungò la gamba sinistra per tentare di disarmare McDonald e impedire che le sparasse. Rude, da parte sua, avrebbe almeno potuto aspettare che si riscalssero. Se fosse atterrata sulle proprie gambe, avrebbe poi rifilato una gomitata in faccia all’uomo come ripicca per il suo deplorevoleh attacco, sperando che si facesse almeno un po’ male.

    kieran declan sargent
    We will carve our place
    into time and space
    We will find our way
    or we'll make a way
    I lose my balance
    on these eggshells
    You tell me to tread
    I'd rather be a
    wild one instead
    wizard / former gryffindor
    mimesis²
    2000's / 1989's
    alejandro "gaga" sargent



    -- kier + eli difendono al (gasp): si butta addosso a gasp
    -- kier + julian difendono kier (ronald): calcio rotante
    -- kier attacca ronald: gomitata


    Edited by cocaine/doll - 8/5/2018, 21:28
     
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    Niko20 PA10 pd25 psattacco: 3doppietta | pirocinesi
    wtf15 pa15 pd42 psARMA: revolver | pistola
    emaline
    nevada20 PA10 pd36 psattacco: 11shuriken | geocinesi
    michael15 pa15 pd50 psARMA: coltello | fioretto
    mephisto
    cierra20 PA10 pd40 psattacco: 5fucile | lumocinesi
    elysian15 pa15 pd50 psARMA: pugnale | chakram
    stark
    pip20 PA10 pd40 psattacco: 18mitraglietta | criocinesi
    D.J.15 pa15 pd50 psARMA: Pistola | Spada
    ego
    henricus20 PA10 pd40 psattacco: 2lancia | idrocinesi


    DIFESA COMBO per MICHAEL (meph+ wtf): 4 + 12 = 16 pd (+2pa)
    ATTACCO su CIERRA (wtf): 2+2 = 4 pa. DIFESA: 8 pd.
    Cierra rotola via evitando il proiettile.

    DIFESA COMBO per WTF (michael + wtf): 1 + 3 = 4 pd (-8 ps)
    ATTACCO su NEVADA (michael): 12 pa. DIFESA: 8 pd. (-4 ps)
    Lo shuriken sfiora la guancia di William lasciando una sottile linea cremisi. La corrente d'aria spinge Nevada all'indietro, deconcentrandolo ma senza danni gravi.

    COMBO DIFESA PER BUNNY (bunny + jamie): 12 + 11 = 23 pd (+12 pa)
    ATTACCO su niko (bunny): 6 + 12 = 18 pa. DIFESA: 3 pd. (-15 ps)
    Il proiettile perfora una spalla di Niko da parte a parte: sanguina copiosamente, ma riesce ancora a muovere il braccio.

    COMBO DIFESA PER CJ (jamie + eli): 14 + 12 = 26 pd (+15 pa)
    ATTACCO su MARS (jamie): 5 + 15 = 20 pa. DIFESA: 3 pd. (-17 ps)
    La pallottola colpisce Mars alla gamba, prendendo indubbiamente l'arteria a giudicare dalla quantità di sangue che sprizza sul pavimento.

    DIFESA COMBO Julian (julian + Bunny): 13 + 12 = 25 pd (+20 pa)
    ATTACCO Klara (julian): 1 + 20 = 21 pa. DIFESA: 6 pd (-15 ps)
    La spada si pianta nel braccio di Klara, che gridando si sottrae alla lama - non senza lasciarvi un bel pezzaccio di carne.

    DIFESA COMBO Kieran (julian + Kieran): 9+9 = 18 pd (+12 pa)
    ATTACCO RONALD (kier): 14 + 12 = 26 pa. DIFESA: 5 pd (-21 ps)
    Eau la, la gomitata più potente della storia. Gli hai sicuramente spaccato il setto nasale (probabilmente anche fratturato il cranio)

    DIFESA COMBO AL (eli + kieran): 8+7 = 15 pd (+4 pa)
    ATTACCO SU GASP (elijah): 3+4 = 7 pa. DIFESA: 1 pd (-6 ps)
    Gasp non ha molta voglia di vivere un po' come Al quindi a difendersi, meh, non ci prova neanche. Si lascia infilzare e ti osserva inarcando un sopracciglio, prima di liberarsi ed andarsene per la sua strada.

    WTF: Nevada non si arrende, e tramite la manipolazione della gravità, cerca di appiattirti al suolo.
    MICHAEL: Cierra, impugnato il fucile, fa fuoco mirando alla tua testa.
    BUNNY: Niko, trovando difficoltoso muoversi, decide che sia più opportuno creare una gabbia di fuoco nel quale imprigionarti.
    JAMIE: Mars decisamente non se la sente di muoversi. Ordina al suo Infero di spezzarti il collo.
    JULIAN: Klara manda un suo clone a bloccarti le braccia dietro la schiena.
    KIERAN: Ronald cerca di schiantarti contro la parete più lontana del Ministero.
    ELIJAH: Tino, improvvisamente attento e recettivo, decide che è il momento della...scossa, e la indirizza direttamente alla tua testa.
     
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    CJ rimase ad osservare Jamie senza battere ciglio, le braccia abbandonate lungo i fianchi. Chinò appena lo sguardo sulle mani di lui strette alla sua camicia, prima di arrampicare lo sguardo con estenuante lentezza fino al suo viso – e sorrise, CJ, prendendosi il proprio tempo per curvare la bocca in una di quelle ferite poco piacevoli che parevano non smettere mai di sanguinare. Umettò le labbra invadendo lo spazio personale del cronocineta con un irriverente passo in avanti, gli occhi acquamarina a sondare quelli turchesi dell’altro riconoscendo nelle pozze limpide la medesima, pulsante, rabbia vuota. «sto una favola» sussurrò melenso, staccando con misurata intenzione ciascun dito di lui dal colletto dei propri abiti. Come un rapace reclinò la testa sulla propria spalla continuando ad osservarlo, spingendo la telepatia a sondare una mente che a proteggersi, non ci provava neanche. Gli sarebbe bastato così poco - così, fottutamente, poco, per bruciargli quel poco di cervello che gli era rimasto, e danzare nei liquidi cerebrali che sarebbero rimasti quando avesse finito con lui. Così poco, che quel sapore di vittoria poteva già percepirlo a riempirgli la bocca e lo stomaco.
    Con la coda dell’occhio, colse un movimento alle spalle di Jamie. Un secco cenno di no con il capo, un paio d’occhi seri e labbra morbide strette in una linea dura. CJ avrebbe mandato Heidrun Harvelle a fanculo dal profondo del suo cuore, se solo ne avesse avuto uno; deglutì, tornò a squadrare Jamie. «amico» anziché indietreggiare avanzò di un passo superandolo, il sorriso a pendere ancora ironico sulla bocca. Fu per puro caso che l’Hamilton, sulla propria strada, incontrò l’oramai suo fedele compagno di viaggio Infero – e, chiaramente, lungi dal telepata muovere mezzo dito per fermarlo considerando che non si stava dirigendo verso di lui.
    Jamie. Oh beh. Il destino, a volte, che scherzoni che faceva. La smorfia divertita non fece che ampliarsi sul viso giovane del Grifondoro, una soddisfazione funerea e meschina a dipingere d’azzurro le iridi verdi. Intercettò con lo sguardo il Burattinaio a tirare i fili della marionetta, un senso di sbagliato, corrosivo, calore ad ammorbidire l’ormai usuale stretta al petto. Strinse la mazza da golf con ambedue le mani avvicinandosi all’uomo con passi eleganti e non curanti, studiandolo a palpebre dischiuse mentre dimezzava la distanza fra loro. Era troppo concentrato sull’infero per prestare attenzione a CJ, e CJ, d’altronde, era sempre stato il migliore a passare inosservato. «a quanto pare,» iniziò ad alta voce quand’era ormai troppo vicino perché l’altro potesse scappare. «amico» richiamò così l’attenzione di Jamie, ridendo fra sé di quella battuta poco divertente. «hai di nuovo bisogno del mio aiuto.» sospirò fra i denti, osservò la ferita alla gamba dell’uomo. Avrebbe afferrato la mazza da golf dalla base, e con un movimento secco avrebbe cercato con il manico il foro d’entrata del proiettile – mossa strategicamente corretta, si disse: avrebbe distratto il Medium, e si sarebbe tolto la soddisfazione di sporcarsi le mani di sangue di qualcuno che non fossero il manico di stronzi con il quale si ritrovava a condividere ossigeno. Perfino una sottile minaccia, a dirla tutta. «ma non mi dire» ed avrebbe ancora spinto la mazza nella carne dell’uomo, strappando i lembi di pelle e muscolo con la pressione del metallo. Avrebbe osservato il sangue sporcargli le dita, rendere scivolosa la presa sul bastone. Umettò le labbra già un po’ ebbro di quel potere, l’Hamilton, costringendosi a distogliere lo sguardo quando il battito cardiaco iniziò ad accelerare senza apparente motivo. Respira, CJ. Narici ben aperte, il ramato odore del sangue a depositarsi sulla lingua impiastricciando denti e polmoni. Alzò gli occhi verso Squirtle giusto mentre questi riteneva saggio ed opportuno innaffiare qualcuno – sinceramente, se ne fotteva di chi fosse quel qualcuno. Non si preoccupò neanche di guardare se quel qualcuno fosse effettivamente del suo team, o se Wartortle fosse un voltagabbana (rude) e stesse cercando di affogare uno dei Ministeriali: se c’era dell’acqua in giro, poteva significare solo una cosa. «beggin, beggin yooou» avrebbe canticchiato a bassa voce, il più invisibile dei sorrisi a disegnare una parentesi divertita sotto al naso. Considerando che non gli piaceva essere l’unico a comprendere una citazione, avrebbe trasferito il proprio ricordo di Step Up (dai. A chi non piaceva Step Up?) nella mente di Blastoise (sì, con il passare dei secondi si era lentamente evoluto) così che potesse guardare in diretta una delle scene più belle e cult del film.
    Ah beh, certo, in quel modo l’avrebbe anche distratto dall’offensiva, ma non era quella la priorità di CJ Hamilton. Figurarsi.

    jamie hamilton
    If he said
    help me kill the president
    I'd say he needs medicine
    Sick of screaming let us in
    The wires got the best of him
    I STAND ALONE
    I KEEP ON RISING
    UP TO THE THRONE
    I WON'T STOP FIGHTING
    2118 vs au 2018
    chronokinesis | telepathy
    2094's | 2000's
    upside down: CJ HAMILTON



    DIFESA PER JAMIE (cj + ely): ficca la mazza nella ferita di mars
    ATTACCO (mars): - e spinge
    DIFESA PER DJ (cj + shia): gli fa rivedere un po' di step up
     
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