[mini q] gonna get their attention

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    Ognuno dei presenti aveva un motivo per essere lì, chi voleva ribaltare il governo, chi voleva solo uccidere Seth e chi voleva tornare a casa e nell'universo che gli apparteneva. Tra questi c'era Shia, che non se l'era cavata così bene, stare troppi mesi nel far west probabilmente lo aveva indebolito perché non era riuscito a spostarsi in tempo e quella stronza di Abel ( chissà se è davvero donna) che l'aveva colpito la braccio, lasciando un profondo taglio « Maledetta stronza» e ora si sarebbe vendicato, doveva farlo, ne aveva del proprio onore e poi gli aveva fatto davvero male; se fosse stato un piagnucolone avrebbe versato qualche lacrima. Ma lui era una divinità, ferita ma era comunque superiore a tutto quello. Doveva vendicarsi. Di solito non s'incaponiva nelle cose, era più un topo che lasciava scorrere; anche perché aveva sempre pensato di essere al di sopra di tutto, ma da quando Lancaster si era divertito con loro e aveva deciso di farlo diventare un misero contadino, tutto era cambiato. La povertà e la sfiga gli si erano attaccate addosso e sembravano esseri affezionati a Shia, peccato che lui odiava la sfortuna ma soprattutto, e vorrei sottolineare soprattutto detestava la povertà e tutto quello che gli scaturiva. Aveva provato sulla sua pelle cosa volesse dire e non voleva essere mai più un contadino (anche se non ha mai davvero lavorato). Guardò il braccio, ancora non poteva crederci di essersi fatto fregare con tale facilità, e lui che sperava di aver trovato il giusto equilibrio, trovando Al. Se fosse stato un video gioco avrebbe avuto dello scotch e lo avrebbe legato intorno al braccio da vero macho, così da non morire dissanguato ma la verità era che faceva un male assurdo e di sicuro non era in grado di tenere la pala nell'immediato. Per fortuna che aveva Ian al suo fianco. Già può sembrare assurdo che uno sfigato come lui potesse essere davvero utile, ma in quel caso aveva la versione figa. Doveva essere grato di essere legato a lui tramite un voto infrangibile; anche se il motivo gli era oscuro dato che in quell'universo non si conoscevano così bene. Non che nell'altro fossero migliori amici, ma se lì aveva paura degli Hamilton, in questo universo si sentiva a pari o superiore, anche se beh il sangue era un problema visto che era comunque nato mago, quindi al di sotto della scala sociale. Quindi con che faccia tosta andava in giro a fare l'arrogante? Era grazie a sua sorella, Heidrun. « Andiamo vecchio spostati » disse il rossino puntando la pistola verso il nemico che stava attaccando qualcuno a caso, non gli importava chi fosse la persona, lui aveva solo voglia di fare male quindi andava bene chiunque. Gli sorrise beffardo, per poi occuparsi di altre cose, in fondo doveva pur fare qualcosa; si stava annoiando e lui odiava non fare niente. Aveva sempre fatto nuoto, diventando uno dei migliori. E cosa rimaneva di Shia, era stato appena chiamato vecchio da Ian Todd Milkobitch, come poteva essere successo? Lui era figo, divertente non il vecchio da proteggere. Ma che diamine era successo a quel ragazzino ingenuo, che cadeva se metteva male i piedi? Cosa aveva fatto l'au a quel simpatico sfortunato ex corvonero. Non poteva accettarlo, come non poteva sopportare Bondie e il far west. « Ma Mickey dov'è? Perché non ci vai a giocare?»
    « e chi cazzo sarebbe questo Mickey? »
    « Che ti hanno fatto eh? » era sconvolto, doveva parlare con sua sorella, dovevano fare qualcosa al riguardo, anche se magari era il caso di pensarci in un altro momento. «beh ragazzino ne riparliamo dopo. Ora il vecchio ha da fare » disse quasi indispettito, era arrivato il momento di farsi valere o ci avrebbe provato. Lo avrebbe fatto aiutando la prima persona vicina e il destino decise che doveva essere Dj. così con un paio di passi lo affiancò e creò uno scudo acido. Ma da quanto non lo faceva eh? Gli era mancato così tanto sentire il veleno ribollire nelle vene, scorrere velocemente per poi esplodere fuori dal palmo della mano, in quel caso avrebbe però creato uno scudo invece di uccidere una persona, quello lo avrebbe fatto in un secondo tempo, spostando quello scudo sulla stessa persona che aveva provato ad aggredire il ragazzo. Sperava di vederlo squagliarsi, lo desiderava come limonare con un qualsiasi ragazzo. Ne aveva davvero bisogno.
    Shia Ryan Hamilton
    «You became the oxymoron
    I did not dare to solve »
    «There's nothing wrong
    with being a loser. »
    29 y.o // 19 y.o
    1918// 2018
    Ministero
    Ian Todd Milkobitch au!



    Difesa combo Elysian con Elysian e Todd: spara 1/12 (?)
    Difesa combo Dj con Shia e Cj: Crea scudo acido
    Attacco Henricus: Sposta acido verso di lui per ucciderlo
     
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    Avrebbe dovuto capire che qualcosa non andava dal fatto che l’esecuzione dei cinque tibetani quella mattina non era andato come al solito. Durante la terza posizione, quella dell’arco, aveva sentito tirare qualcosa di troppo -oltre alla sua anima ovviamente- ed era rimasta bloccata così: in ginocchio, coi piedi puntati a terra e le dita in supporto del corpo, le mani appoggiate sui glutei, la fronte a fissare il soffitto ed invece che l’usuale frase di rito apro il mio cuore verso il cielo le uscì uno strozzato qualcuno chiami una cazzo di gru.
    A quel punto avrebbe dovuto ritirarsi, il terzo, quarto, quinto e sesto chakra non erano stati attivati del tutto, non aveva portato a termine il rituale di meditazione giornaliera, non avrebbe dovuto presentarsi ad una missione, men che meno a quella missione. Ma che dico, non avrebbe dovuto neanche uscire per andare a fare la spesa! Avrebbe potuto essere scorbutica con la cassiera e innescare una catena di eventi dal flusso negativo. Effetto butterfly. Una cosa del genere.
    E invece ci andò. E lo fece in pompa magna come mamma le aveva insegnato: la collana con il ciondolo di malachite l’avrebbe protetta dalle energie negative e l’avrebbe aiutata nella risoluzione dei problemi; così, vicino al cuore, poteva già sentire l’energia fluire dall’oggetto a lei
    e dentro di lei. Inspirò sorridendo. Forse la storia della dei cinque tibetani non avrebbe influito così tanto.
    Il Carrow’s District le aveva sempre fatto venire i brividi, fin dalla prima volta, quando ancora tutto in quel mondo era una novità e le faceva sgranare gli occhi quel luogo la intimoriva: sentiva le viscere attorcigliarsi, lo stomaco ribellarsi, il cuore stringersi e allontanarsi il più possibile dal petto, come per non vedere, per proteggersi. Chissà se se lo sentiva o era semplicemente la mano della madre che, stringendosi più forte attorno al suo polso, le faceva avvertire un certo pericolo.
    Nonostante la pelle d’oca ancora visibile sulle braccia non si trattenne dal salutare calorosamente i presenti, chi con abbracci, chi con carezze, chi disegnando simboli apparentemente inventati sulla fronte con il pollice. Poi arrivarono gli altri e allora fu confusione, armi, spiegazioni, armi, parole, molte armi ed Elysian non riusciva a smettere di fissarli, erano così… Siete così belli.
    Fine.

    Se Rowena le aveva insegnato come ritrovare sempre la pace in sé stessa, controllare i propri umori e amare il prossimo ad Hogwarts aveva imparato come applicare tutto ciò nella guerra e, dall’esterno, non vi era niente più inquietante. Dal punto di Elysian Stark, invece, era quasi sempre rosa e fiori.
    Se la Fontana dei magici fratelli era colma di sangue era perché doveva essere colma di sangue, non vi era alternativa. Nonostante chiaramente avesse davanti agli occhi la prova che esistevano universi alternativi e quindi occasioni diverse se era andata così era perché doveva andare così. Avrebbe reso omaggio alle loro anime a missione terminata, specialmente perché al momento le persone armate che si trovavano davanti la preoccupavano un tantino di più.
    Prima di allora non si era chiesta come avrebbe reagito nel trovarsi davanti a lei stessa, alla lei stessa di un altro universo e beh, se volete saperlo non ve n’’era il tempo neanche ora perché o l’aiutava a proteggersi o non avrebbe mai saputo se era una okkei a cui regalare i suoi cristalli dell’amicizia oppure no. Quindi per salvarla avrebbe lanciato il suo chakram roteante per staccare la mitraglietta dalla mano di Pip, o per staccare direttamente la mano di Pip, chissà. Dato che il chakram è un’arma pro e torna indietro come un boomerag (davvero? boh) lo rilancia in un nano secondo nella speranza di non riprendergli la mano già mozzata (sai che sfiga) ma qualche altro arto.
    Poi -non si sa in quale linea temporale- si sarebbe buttata su Jamie per confondere l’Infero che chiaramente a quel punto non avrebbe più saputo a chi spezzare il collo.
    elysian may
    potrei scrivere qualcosa
    e invece no
    From Bodie 1918 to London 2018
    chronokinesis | empathy
    two kind of drugs
    upside down: elysian stark



    COMBO DIFESA PER ELYSIAN (au ely + todd): lancia chakram
    COMBO DIFESA PER JAMIE (cj + au ely): si butta su jamie per confondere l’infero
    ATTACCO SU PIP: lancia chakram per mutilarlo somewhere
     
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    DIFESA COMBO per JAMIE (cj + ely): 8 + 10 = 18 pd (+5 pa)
    ATTACCO su MARS (cj): 12 + 5 = 17 pa. DIFESA: 2 pd (-15 ps)
    Wow! La tua mazza ha appena perforato la gamba di Mars in una maniera che il fato non comprende appieno, ma che fa accasciare l'uomo a terra, sanguinante. Troppo sanguinante. Un fiume in piena, ed in pochi secondi è morto.
    In più, ti lascia il suo machete. Hai un machete!

    DIFESA COMBO per DJ (cj + shia): 14 + 5 = 19 pd (+17 pa)
    ATTACCO su HENRICUS (shia): 1 + 17 = 18 pa. DIFESA: 2 pd. (-16 ps)
    L'acido corrode gran parte del corpo di Henricus, lasciandolo dolorante a terra per una manciata di secondi.

    DIFESA COMBO per ELYSIAN (todd + ely): 12 + 13 = 25 pd (+7 pa)
    ATTACCO su PIP (elysian): 12 + 7 = 19 pa. DIFESA: 8 pd. (-11 ps)
    La Xena dei povery colpisce ancora! Quando l'arma torna da te, lo fa grondante di sangue fresco: Pip ha appena perso un piede!

    CJ: indispettito per la dipartita del suo amiko, Bruno ti sputa (l'acido) in faccia.
    EGO: leggermente accecato dall'acido di Shia, Henricus tenta comunque di infilzarti con la sua lancia.
    STARK: oramai zoppo, Pip si siede e spara con la sua mitraglietta nella tua direzione.
     
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    «cosa non va in lui?» non fece una piega quando l’altra Heidrun le si avvicinò mettendosi al suo fianco, braccia incrociate sul petto ed attenti occhi verdi su CJ. L’aveva ignorata quanto umanamente possibile, troppo offesa dal suo essere maledettamente uguale a lei ma senza le migliorie che avevano reso la Harvelle la Harvelle per potersi degnare di rivolgerle la parola. Umettò le labbra e scosse il capo, lo sguardo ancora fisso poco distante sull’Hamilton. Era abbastanza lontana da non percepire la lenta litania cantata sghemba dal Grifondoro, ma le bastava osservarlo mentre, immobile, guardava l’uomo a terra spirare lentamente, un sorriso a curvare la bocca e rendere foschi gli occhi chiari, per comprendere il motivo di quella domanda. Tacque ancora mentre CJ si abbassava a raccogliere il machete, irrigidendosi solo quando lo vide passare il dito sulla lama – lento, lui, quasi avesse avuto tutto il tempo del mondo e non si trovassero dentro un fottuto conflitto. Sapeva che quel macabro spettacolo fosse per lei, ma non lo rendeva più… tollerabile. Non emise un suono neanche quando, con l’indice gocciolante di sangue ed un espressione soddisfatta sul viso giovane e pulito, il telepata conficcò il machete nel collo del cadavere ai suoi piedi strappando un sibilo alla Crane. «è…» aprì la bocca, stupita lei per prima dell’essersi infine decisa a risponderle. Si sentiva in obbligo di giustificarlo, Roy; il dovere morale di togliere il fango sul nome dell’Hamilton per mostrare al mondo cosa lo spingesse ad essere così - chi. Morse l’interno della guancia, socchiuse gli occhi. Fragile, completò fra sé. Complicato. Ma quando piegò il capo verso la sé stessa del Far West, non fu quello che le disse. Non le spiegò di quando a sedici anni, entrando per la prima volta nei Laboratori, l’avesse trovato ancora bambino a puntellarsi il braccio di tagli, sollevando poi un paio di tristi occhi chiari su di lei con un cosa non va in me?. Non le disse di quando, ultima rimasta nelle stanze bianche ed asettiche dove miglioravano il mondo, aveva sentito delle grida provenire da una delle camere che avrebbero dovuto essere vuote, ed aveva trovato un neanche dodicenne a gridare che la smettessero, tutti quanti con la testa nascosta fra le ginocchia e le guance bagnate di lacrime. Non le disse del sangue, di tutto quel sangue, che un CJ Hamilton tredicenne aveva lasciato sgorgare dalle ferite sui polsi ridendo folle e vuoto. Non le raccontò delle volte in cui l’aveva stretto fra le braccia dicendogli che non ci fosse nulla che non andasse in lui, mentre con un indice sulla sua tempia cancellava ognuno di quei ricordi – quel sangue, quelle grida, quelle parole che il mondo pensava con così tanta fottuta leggerezza, gli abbracci di un bambino che nella sua vita si era sempre e solo aggrappato a suo fratello. Solo. Battè le ciglia ed abbassò il capo in un sorriso bello quanto piatto, un’occhiata di sottecchi all’altra mentre si stringeva pigramente nelle spalle. «cj. » Concluse, ovvia ed inutile, decretando che fosse una risposta accettabile. «e non è un tuo problema.» chiuse la discussione con un vago movimento della mano nell’aria, allontanandosi dalla sé stessa povera con tanto di ticchettare delle scarpe sul pavimento del Ministero. CJ avrebbe detto che non fosse neanche un suo problema, ma CJ Hamilton era un idiota e la sua opinione in merito non contava: come Frankie, come tutti i randagi raccolti per strada e cresciuti nelle anaffettive gabbie dei Laboratori, il telepata era parte della famiglia. Che poi la cosa non gli piacesse, se perdonate il francesismo, cazzi suoi. Avanzò nel cuore della battaglia evitando con classe gli incanti nemici ed amici, poco interessata a chi stesse morendo o meno. Sapeva che il suo karma ne avrebbe risentito, ma prometteva che, una volta uscita da lì, avrebbe aiutato un sacco di vecchiette ad attraversare la strada per pareggiare i suoi conti. Sarebbe passata casualmente vicino ad un Ministeriale intento ad usare il proprio potere su Victoria Quinn, una delle altre duecento bionde del quale non poteva importarle di meno che, quando ne aveva voglia, appariva nei Laboratori giusto per dire di aver fatto il proprio dovere. Con un impeto di buon cuore e tanto di sbadiglio annoiato, avrebbe allungato la mano davanti alla faccia di Tristan e, prendendo in prestito l’idrocinesi, avrebbe generato uno spruzzo d’acqua direttamente sui suoi occhi. «non si fa» l’avrebbe ammonito con un’occhiata da sopra la spalla, il tono basso che avrebbe usato con il camaleonte dei vicini che, ogni Domenica, entrava a casa dei Milkobitch e si piazzava nella doccia, proseguendo poi per la sua strada. Si interessava di ben poche delle persone nel circondario, ma Amalie Dallaire rientrava in categoria: era o non era la sorellina di Elijah? Eh, i fratellini di Elijah erano anche suoi, per quanto Billie avrebbe poco apprezzato tale nomea – di nuovo, cazzi suoi. «ALLY MCBEAL» sospirò affranta, una mano sollevata a schioccare le dita per richiamare l’attenzione dell’avvocato. Heidrun Harvelle gliel’aveva detto dal primo, primissimo, momento, che lo reputava una palla al piede («sei inutile. Levati?») ma, evidentemente, il buon uomo non aveva colto il sincero e sentito invito di Roy a togliersi dal cazzo, ed ora si trovava un babbano privo di alcuna utilità sul campo di battaglia.
    Meraviglioso. Ally McBeal di giorno, e Don Matteo nel far west di notte: la trama di una fanfiction che avrebbe volentieri letto. «e te l’avevo detto, io: ally, ma 6 proprio sikuro di non volere un potere? Rapido e indolore» ricordò, memore delle volte in cui gliel’aveva, perfino troppo gentilmente, domandato. «ma no» scimmiottò senza degnarlo di un’occhiata, lo sguardo verde sul Zeke. Prendendo in presto da Don Matteo («hai visto? Almeno lui serve a qualcosa.») la telecinesi, avrebbe allontanato l’uomo dalla Dallaire prima che potesse iniziare la sua opera. Imbracciò la mitraglietta con entrambe le mani fermandosi poco distante dalla vittima designata. «perché avere un potere quando posso avere un martello?» e scuotendo il capo indignata, avrebbe aperto il fuoco su Zeke.

    heidrun ryder crane
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    When I just wanna go home
    If you wanna rumble
    All you gotta do is ask
    I'm a rude bitch, boy
    Can you handle that?
    1918 vs au 2018
    mimesis
    down & dirty
    upside down: roy harvelle



    COMBO DIFESA (per vic, con vic): gli spruzza un po' d'acqua in faccia
    COMBO DIFESA (per amalie, con gemes): lo allontana con la telecinesi
    ATTACCO (zeke): e gli spara
     
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    Ecco uno che di morire sembrava non avere voglia. Doveva rendergliene atto, al caro vecchio Tristan, quando l'uomo, pur con una mano premuta sul collo a tamponare il sangue cremesi, riuscì a trascinarsi lontano da lei rimettendosi in piedi. Chissà quale forza mistica lo spingeva a mettere in gioco la sua vita in quel modo, nonostante una ferita simile; chissà se le loro motivazioni si somigliavano, per ironia del destino. Ehi, magari si trovavano al Ministero, a lottare uno contro l'altro solo perche qualche pirla di amico o familiare li aveva costretti ad intervenire, sottolineando come fosse loro dovere fare qualcosa. Oppure no, insomma, Tristano faceva tutto quel casino perché era un idiota bastardo, e tanto bastava per infilargli la lama dello stiletto nel culo senza troppe remore. Quasi non se ne faceva per le persone che amava, Victoria, figurarsi per uno che nemmeno conosceva. «la ferita non sembra grave, riesci a camminare?» le aveva detto che non le importava chi fosse, che non erano giunti in quel mondo per fare amicizia. Nemmeno l'aveva voluta guardare negli occhi, murphy skywalker, mentre stringeva il braccio del suo amichetto pronunciando il volto infrangibile. Bambi aveva uno sguardo pericoloso, di quelli capaci di catturare la gente con l'inganno della dolcezza, e la bionda non intendeva rimanervi invischiata. Era già difficile sopportare quelle occhiate cariche di empatia quando era Gwen a lanciargliele, non poteva mettersi a lottare anche con una turista. Eppure le si avvicinò comunque, tendendo alla geocineta la mano destra per aiutarla a rimettersi in piede, iridi smeraldo a scivolare sulla gamba ferita. Il sangue stava già diminuendo il suo corso, riducendosi a rivoli sottili giù per la caviglia scoperta. «dovresti guardare meno il biondo e più i tizi che vogliono ammazzarci.» «io non-- non sto guardando nessunocosadiciDAI!» Sure. L'aveva beccata a fissare Elijah sin dal principio, ma non nel modo in cui era abituata ad osservare; le ragazze con cui entrava in contatto il Dallaire, nella maggior parte dei casi, ri ritrovavano con un'espressione facilmente interpretabile da pesce lesso dipinta sul volto, pupille dilatate e sospiri a smuovere il petto, mentre Bambi sembrava avesse visto jn fantasma. Dovendo scegliere tra le due reazioni, Vic trovava più naturale la seconda: voleva bene a quella sua barba bionda da capretta, e forse era persino disposta a mettersi in gioco per difendergli il culo, ma non riusciva ad immaginare di potersi sentire attratta da Elijah Dallaire. Oh, se la cotta ce l'aveva per una come Gwendolyn un motivo doveva esserci. «se lo dici tu, Bambi. Comunque è--» occupato. Grazie a dio Elijah era occupato da sempre, per disperazione delle donzelle di Londra. Si interruppe prima di poter entrare nel vivo del gossip, la figura di Tristan nuovamente all'interno del suo campo visivo. Cazzo aveva da guardare? La stava fissando brutto, il respiro lento e cadenzato, il fiato un po' corto. Un pervertito? Eh, magari. Quelli la Quinn aveva imparato ad affrontarli anni addietro, nel momento in cui la pubertà l'aveva fatta sbocciare insieme ad un discreto disappunto nei confronti degli esponenti del sesso maschile, mai davvero all'altezza delle sue aspettative; ma Tristan non era un pervertito, o quanto meno il motivo per cui la guardava cosi intensamente riguardava ben altro. Si stava concentrando, lo stronzo. Per fare cosa, Vic non lo sapeva, anche se dubitava fosse per riuscire a liberarsi l'intestino dopo giorni di dolorosa stitichezza.
    Strinse la bacchetta nella mano destra al posto dello stiletto, gli occhi dal taglio felino assottigliati nel tentativo di mettere a fuoco il suo nemico, una scena da film western; mezzogiorno di fuoco, il sole a picco sui due contendenti, le dita a vibrare accanto alle colt nei cinturoni. Aveva pochi secondi a disposizione, e ancor meno probabilità di intervenire in tempo qualunque fossero le intenzioni dell'uomo, ma doveva comunque provare: puntandogli il catalizzatore contro, avrebbe mosso le labbra a formare il nome dell'incantesimo - confundus - un sussurro impossibile da udire nel caos della battaglia, nella speranza di bloccare l'attacco sul nascere. Se ci fosse riuscita, il solito se molto grande e azzardato, l'ex serpeverde non avrebbe atteso di veder riprendere l'avversario, ma al contrario si sarebbe approfittata di un'eventuale confusione generale; stringendo nuovamente lo stiletto tra le mani, gli si sarebbe fatta sotto, mirando con la lama allo stomaco, cercando di tranciare pelle e carne sottostante, all'altezza del fegato.
    È a questo punto che si innamora di Roy sentendola richiamare l'attenzione dell'Hamilton maggiore con uno pseudonimo perfettamente azzeccato? Rob non lo sa, ma nel dubbio fingiamo che le tempistiche combacino. Se non le aveva voluto bene prima - il suo volto rientrava tra quelli conosciuti, ma non c'era mai stato un vero e proprio incontro cuore a cuore, né tantomeno canzoni dei Backstreet Boys cantate a squarciagola nei corridoi dei lab nelle ore più imorobabili -, sicuramente iniziò a volergliene in quel preciso momento. Almeno un po', quasi fosse normale. «AH, ally mcbeal. Lei era più gnocca, comunque.» scuss fratello di freddie, ma la verità va detta. Tutto bellissimo, peccato che a pochi metri di distanza due terzi della Dallaire Family stesse per fare una brutta fine; tipico, considerati i soggetti in questione. Barbie Girl era una cucciola fatta e finita, e questo bastava ad una - stronza - come Victoria per stuzzicarla di continuo cercando di farla arrivare al limite, solo per il gusto di osservare una reazione trattenuta a stento, mentre Elijah ce l'aveva scritto in faccia il suo essere piaga. Come già detto, gli voleva bene, ma sempre piaga rimaneva, un po' come i suoi amici speciali con i quali (Vic ne era certa) il biondo intratteneva rapporti fin troppo loschi. Se non era un threesome quello, nonostante Rea Hamilton e la Beech, allora Renato Zero con il suo triangolo aveva sbagliato tutto nella vita. L'ex serpeverde, che il triangolo al contrario loro lo aveva considerato, sollevò di nuovo la bacchetta, optando all'ultimo per non lasciar morire fulminato il Dallaire maggiore, giusto perché era di vena buona. «aguamenti.» dalla punta del catalizzatore sarebbe dovuto scaturire un [non mi viene la parola edit: UN GETTO GRAZIE FREME] d'acqua, che Vic avrebbe rivolto rapidamente contro shottino, sperando così che l'uomo finisse per arrostirsi da solo prendendo la scossa.
    Dai lo sanno tutti che acqua + corrente elettrica = si muore ciao.

    murphy blue skywalker
    Sometimes I think that I'm the dreamer The one that's standing all alone Sometimes it feels like it's forever Since I've truly felt at home
    Some nights I stay up staring at the stars Wondering how far it goes I know this life is all I have That's what I've always been told
    2118 ; au!2018
    geokinesis vs. former slytherin
    pretty | bitchin'
    au: victoria madeleine quinn


    vic + gemes per elijah:
    aguamenti su tino

    vic + roy per vic:
    confundus su tristan

    vic su tristan:
    again con la stilettata nello stomaco
     
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    Cristo, quanto cazzo era fuori posto.
    Non che si aspettasse qualche cosa di diverso, sia chiaro; quando Frederick era entrato in casa quella fatidica sera di gennaio, iperattivo ed esuberante come un bambino strafatto di zuccheri, dicendogli della mistica rivoluzione che lui ed altri balordi del loro mondo volevano attuare per soverchiare la dittatura di Seth, l’Hamilton aveva deciso di prenderne parte per pura rassegnazione. Non era mai stato un mago, né uno Scelto, né sto grandissimo cazzo magico, e sinceramente stava benissimo così: era felice Freddie si divertisse a parlare in latino senza probabilmente sapere cosa stava facendo, davvero, ma meno lo includeva in tutta quella roba meglio si sentiva. Venire a conoscenza che un ragazzo di un altro universo era suo figlio e veniva dal futuro, si era detto essere abbastanza per un anno intero: aveva avuto la sua dose di stronzate metafisiche, e non era così ingordo da volerne altre.
    E invece - e invece Frederick Hamilton era un vero dito su per il culo, con tanto di sabbia a rendere la penetrazione fastidiosamente dolorosa: o gli si dava spago, quando iniziava a farneticare, o lo si uccideva. Peccato che Gemes, di fare fuori il proprio fratello, non ne avesse così tanta voglia.
    Si era detto, addestrandosi e preparandosi al fatidico evento tra un sospiro rassegnato e l’altro, che oh!, alla fine… no, niente: non aveva trovato motivi davvero validi per essere lì. Per quanto il suo essere meraviglioso giocasse un punto a suo favore, era inutile - come non aveva mancato di fargli notare più volte la Harvelle: avrebbe anche avuto ragione, la sua poco fidata compagna di yoga, ma la detestava da quando (evidentemente invidiosa) lo aveva accidentalmente urtato mentre lui e la Stark provavano la Struddle Throne (riuscendoci!), facendo cadere a terra la ragazza.
    Era lì totalmente a caso, Gemes, a guardare corpi morti penzolare dal soffitto del Ministero della Magia, e fontane piene di sangue, e l’unica cosa che riuscisse davvero a fare era osservare truce la sua copia – stupefacente come lui, inutile dirlo, sebbene la divisa da prete un po’ retrò l’avrebbe evitata -, occhi gelidi e socchiusi ad attraversare fendenti il breve spazio che lo separava da Abraham («quindi-» «no, levati» «non ho…» «qualcuno mi stacca questo sfigato?» «senti - » «no, sentimi tu: sì, sono te dall’altro universo; sì, sono migliore di te, naturalmente; no, non chiamarmi gemes – non voglio avere niente a che fare con te» «ok?» «ok.»). Fino a poco tempo prima, aveva creduto sì e no alle parole di CJ Knowles – insomma, un altro universo? Roba da pazzi. A quel punto, era difficile non… dargliene atto. Aveva anche provato ad avvicinarsi al pelatino simpatico per chiedere ulteriori delucidazioni – era un maledetto avvocato, dopotutto: aveva bisogno di quante più prove e testimonianze possibili prima di prendere un fatto per veritiero -, ma quando questo era fuggito in Messico (kinda: bella battuta, ma purtroppo - ??? – era solo ad Hogwarts), aveva trovato una sola alternativa.
    «cj» «no.» eh ma vaffanculo. Perché non era rimasto a farsi la segretaria tra un corso di pilates ed uno di kick? Odiava già tutti. «una domanda al volo» spinse la lingua sul palato, mentre il ragazzo staccava la testa ad un tizio già morto. Era evidentemente impegnato, e lungi dall’Hamilton tediare oltre il giovane psicopatico. «so che sei mio figlio e tutte queste cazzate del futuro, quindi» un groppo in gola, le braccia a stringersi al petto tenendosi più vicino il martello («meh, volevo quello di thor almeno» «no, keanu è a casa» «???»). Era così… strano, dirlo: guardando il giovane comportarsi in maniera così sconsiderata, poi, faceva addirittura male. Un dolore strano, un graffio a prudere nella trachea.
    Ed avrebbe voluto chiederglielo, in quel momento - so che sei mio figlio e tutte queste cazzate del futuro, quindi cosa ti è successo? Ho sbagliato qualcosa? Non… capiva.
    Non capiva come suo figlio potesse essere diventato un ragazzo… così. Non lo conosceva affatto, certo, ma per uccidere con il cuore così leggero e mutilare un cadavere - insomma. Qualcosa non va.
    Ma non era un suo problema, giusto? Non era stato quel CJ a dirgli la scomoda verità.
    A quel CJ, magari non fregava un cazzo, quindi «sai per caso se anche quell’altro gemes sa?» «non è un problema mio?»
    Severo ma giusto. Si strinse nelle spalle, gli angoli delle labbra a premere verso il basso. «ALLY MCBEAL» «oh, cristo» sospirò a denti stretti, gli occhi a cercare di rigirarsi il più possibile all’interno della scatola cranica. La poteva percepire nell’aria, la rottura di coglioni da parte di Roy. L’avrebbe comunque, parzialmente, ascoltata, decretando che quello era il momento di iniziare a fare qualcosa, e seguendo il suo sguardo si sarebbe precipitato da una biondina, e mentre la Harvelle sfruttava il suo doppione («rude, sono più figo di quello» «no, non lo sei») per spostare l’attaccante, Gemes avrebbe preso Amalie e l’avrebbe tirata via il più possibile dalla traiettoria.
    «perché stare zitta, quando posso frantumare le palle all’intera popolazione mondiale con le mie lamentele?» avrebbe risposto alla mimetica, avvicinandosi ad un tizio che cercava di dare la SCOSSAH! ad un altro dei loro (uau come si era evoluta la situa mentre non guardava!). Abbastanza vicino, mentre Vic («AH, ally mcbeal. Lei era più gnocca, comunque.» «vero» «no??? E cazzo, abraham, siamo dalla stessa parte» «no, mi stai sul cazzo») ribatteva al fulmine con un getto d’acqua (??? Ma le basi dei pokémon NO??? Vabbè tanto sticazzi, mica uccideva lui così), avrebbe cercato di spingerlo via con un calcio. «obiezione» respirò sollevando il martello e, fingendo che Tino fosse il banco del giudice di forum, avrebbe spinto la massa contro la testa avversaria «respinta.».
    gemes hamilton abraham shaw
    Beware, beware, be skeptical
    Of their smiles, their smiles of plated gold
    So could you
    Tell me how you're sleeping easy
    How you're only thinking of yourself
    au!2018 vs (1918) 2018
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    upside down: gemes hamilton


    DIFESA AMALIE (gemes + roy): sposta amalie
    DIFESA ELIJAH (gemes + vic): da calcio a tino
    ATTACCO SU TINO (gemes): martella tino in testa


    Edited by #epicWin - 9/5/2018, 22:16
     
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    DIFESA COMBO per VIC (roy + vic): 1 + 4 = 5 pd (+2 pa)
    ATTACCO su TRISTAN (vic): 3 + 2 = 5 pa. DIFESA: 6 pd

    DIFESA COMBO per AMALIE (roy + gemes): 6 + 11 = 17 pd (+13 pa)
    ATTACCO su ZEKE (roy): 1 + 13 = 14 pa. DIFESA: 4 pd. (-10 ps)
    Diversi proiettili penetrano la carne di Zeke, riducendolo ad una scolapasta grondante sangue.

    DIFESA COMBO per ELIJAH (vic + gemes): 1 + 12 = 13 pd (-6 ps)
    La scossa elettrica non ti colpisce in testa, ma al petto.
    ATTACCO su TINO (gemes): 8 pa. DIFESA: 1 pd. (-7 ps)
    La martellata colpisce Tino alla spalla, lussandogliela.

    AMALIE: Zeke impugna il mitra e spara contro di te senza pietà.
    VIC: Tabar corre verso di te e cerca di darti un pugno in faccia.
    GEMES: Gandhi cerca di farti volare contro una parete.
     
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    Shia, nessuno se ne accorge: il ramo creato da Abel ti penetra la spalla sinistra da parte a parte, lasciandoti un bel buco sanguinolento quando si ritrae.

    TODD: Abel cambia obiettivo, già che c'è, e cerca di sventrarti.
     
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    L’esistenza proseguiva ad ondate, spesso svogliate, di quelle che neanche possono essere considerate tali, che a mala pena cancellano dalla sabbia le orme dei passanti. Si sentiva come quelle onde da bagno asciuga che rendono tanto felici le donne di mezza età che puntano a vincere il premio di miss abbronzatura 2018.
    Non poteva dire che le cose andassero male, aveva imparato ad adattarsi molti anni prima e persino lì, in un passato che non le apparteneva aveva trovato il suo posto: usciva di casa al mattino per passare la giornata in quella dei Fay; ci aveva messo un po’ ad accettare il fatto di dover servire qualcuno, poi aveva realizzato che la casa a cui erano state assegnate Run e Darden era decisamente più figa della sua e le era stata data la possibilità di passarci dentro parecchio tempo, doveva solo scendere a compromessi con sé stessa e imparare ad allacciare corpetti e a pettinare capelli, se lo faceva su di sé poteva farlo anche agli altri. Per lo meno pettinare, per quanto riguardava il resto era già tanto se aveva imparato ad allacciarsi le scarpe.
    non aveva mai imparato

    Andava a compare il pane fresco con le offerte della chiesa della mattina stess, con quelle della domenica, invece, andava a puntare sul suo cavallo prefe. Fun fact: l’animale veniva scelto in base a quanto risultasse carino, morbido e propenso a mangiare dalla sua mano. Fun fact parte seconda: per questo motivo i tre quarti delle volte perdeva i soldi scommessi ma il cavallo così veniva coccolato per un’intera giornata. I soldi dei “contribuenti” sarebbero comunque stati usati per rimpolpare le scorte di alcol del pastore o simili, una scommessa qua e là per prendersi cura di un animaletto non sembra poi così male a confronto no?
    E’ vero: la pulizia, come il cibo, come la tecnologia non erano neanche lontanamente paragonabili a quelle della loro epoca ma gesù, aveva vissuto rinchiusa e poi per strada, cagare in un buco non la sconvolgeva più quanto non la sconvolgesse il binomio Shia-barbabietole.
    Insomma quel mondo se lo faceva andare bene. Non ne era felice ma diciamocelo: sarebbe potuta andare molto peggio. Bodie era un posto tranquillo. Il posto perfetto per far girare l’lsd prima del dovuto, per poter canticchiare gli assoli di Hendrix senza il terrore di poter influenzare qualcuno, per poter gridare 130 MARTIN GARRIX SI VOLAAA senza che nessuno faccia domande, il posto perfetto -a quanto pare- per aprire portali spazio temporali.

    La cronocineta stava spolverando alcuni portagioie quando sentì gli spari: il fatto che, sussultando, fece cadere una boccetta di profumo la dice lunga su quanto si fosse rilassata e adagiata sugli allori -per usare un eufemismo. Erano stati colpi molto ravvicinati fra di loro, non certo di un fucile ed era assai difficile che da quelle parti girassero armi importanti fra i bodiotti, era più probabile fosse qualcuno di loro. In più il rumore le era arrivato parecchio attutito, chiunque fosse non doveva essere in strada e non doveva trovarsi nei paraggi, se voleva capirci qualcosa avrebbe dovuto correre.
    Fu all’incirca così -incespicando lungo le scale e tossendo per la polvere che tirava su battendo i piedi nella terra- che l’adrenalina tornò ad impossessarsi del suo corpo e tutti i mesi passati a convincersi che vivere di pace e routine fosse una buona cosa vennero spazzati via.
    Quando raggiunse il capanno gli altri erano già arrivati e le espressioni sui loro volti non poterono che confonderla ulteriormente “Lancaster?” qualcuno la ignorò, altri scrollarono le spalle, altri ancora le fecero spazio per farle vedere con i propri occhi, perché effettivamente a parole nulla sarebbe bastato.
    Uno specchio. Attraverso lo specchio tutte le persone che avevano perso. O forse erano gli altri che avevano perso loro, è sempre difficile capire il punto di vista corretto quando si viaggia nel tempo. Prima di quanto avrebbe mai immaginato avrebbe scoperto che è ancora più difficile farlo quando di mezzo vi sono universi alternativi e una te stessa che non puoi non odiare.
    Avevano attraversato il portale quasi senza battere ciglio, di certo lei non si era guardata indietro: tutto molto bello, ma se avevano l’opportunità di tornare a casa dovevano mettersi al lavoro subito. Anche se questo riguardava un certo Seth uscito di testa. Nulla che non avessero già visto. Vero?
    Uao, aloe o albume?
    Cosa scusa?” se si fosse voltata prima forse le parole neanche le sarebbe uscite perché a pochi passi da lei c’era di nuovo lei, ripetuta. In 3D, in carne ed ossa, sorridente.
    Per i capelli intendo, sembrano così morbidi! Posso toccarli?” il suo riflesso fece un passo avanti “N-no…” Elysian uno indietro. Il terrore di dover continuare quel balletto all’infinito per evitare un reale contatto o conversazione venne spazzato via, per assurdo, dalla missione: in quanto prima squadra erano stati incaricati di occupare il Ministero uccidendo i più alti esponenti di ogni livello. Non erano state date loro grandi specifiche se non quelle di non attaccarsi a vicenda, nessuna storiella difficile come quelle di Lancaster, entrare, uccidere, occupare. Lineare.

    Iniziarono a trovare sorprese non appena entrati al Ministero, il cuore della May ancora batteva regolare. Era possibile si fosse persa qualche passaggio durante la spiegazione del loro mondo tanto era impegnata a guardare di sottecchi la sua copia venuta male ma quello che aveva afferrato -nella vita proprio- è che nessuno ti stende un tappeto rosso di benvenuto; piuttosto, come in quel caso, un tappeto rosso sangue.
    Fu subito guerra
    e furono subito feriti
    e fu subito scoglionamento.
    Nessuno le aveva chiesto di farsi avanti per aiutarla, men che meno per proteggerla. Il fatto che si somigliassero -okkei, il fatto che fossero la stessa persona- non le apriva la strada verso nessun tipo di relazione.
    Dato che Mr. mitraglietta ora se la stava prendendo con lei -e vorrei ben vedere- avrebbe colto l’occasione per farglielo non notare: l’avrebbe afferrata per le spalle come si fa con qualcuno che si deve riportare in sé e concentrandosi su un angolo della stanza poco affollato avrebbe trasportato entrambe lontano dalla traiettoria dell’arma da fuoco “Voglio che sia chiaro il concetto che io e te non ci dobbiamo niente”. Si allontanò velocemente nella speranza di non sentirla ribattere e presa da un fastidio che non aveva mai provato prima si buttò sul primo avversario che si trovò davanti, caricando il pugno e tentando di piazzarglielo dritto dritto sullo zigomo “fanculo”.
    Aveva ancora una questione in sospeso con chi, all'inizio di tutto, l'aveva attaccata: tornò quindi sui suoi passi stringendo saldamente il pugnale e cercando di evitare gli attacchi laterali che non le erano rivolti fino ad arrivare a un paio di metri dall'obiettivo, poi prese la rincorsa. Ci si sarebbe buttata contro e avrebbe tentato di pugnalarlo alla carotide, male che andava avrebbe puntato alla spalla o al braccio così da rendergli più difficile l'uso dell'arma.
    elysian may
    Have you ever felt
    The future is the past
    But you don’t know how?
    And I think I’ve seen your face
    Seen my room, been in this place
    Something vivid comes into my mind
    From Bodie 1918 to London 2018
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    upside down: elysian stark



    COMBO DIFESA PER ELYSIAN (ely + cj): la teletrasporta in un altro punto
    COMBO DIFESA PER KIERAN (todd + ely): tira un pugno in faccia a Ronald
    ATTACCO SU PIP: lo pugnala alla carotide
     
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    Un movimento verso il basso con il braccio, ed il foro lasciato dal proiettile a divenire una piccola voragine di sangue e muscoli. Continuò a canticchiare a bassa voce, CJ, soffocando le ultime grida strozzate dell’uomo con il ritmo incalzante di Beggin’ you. Quando giacque immobile al suolo, si permise di ritrarre la mazza da golf lorda e scivolosa di liquidi corporei dal taglio, osservandola per secondi che parvero minuti o secoli. Gli occhi chiari scivolarono verso terra dove giaceva ormai innocuo un machete. Ed ecco il motivo per il quale CJ Hamilton s’era approcciato alla Missione senza una vera arma contundente: per prendere nuovi giocattoli, c’era sempre tempo. Sorrise vacuo ed impenetrabile serrando le dita attorno all’impugnatura del coltello, soppesandolo da una mano all’altra per valutarne l’equilibrio. Metodico, un ghigno atono a pendere sulla bocca, passò l’indice sulla lama. Niente. Non avvertì un cazzo di niente mentre il polpastrello premeva sul ferro e la carne andava aprendosi lasciandosi alle sue spalle una scia cremisi. Bene, era affilata - bisognava pur trovare un modo per accertarsene. Non alzò lo sguardo quando percepì troppi occhi su di sé, né diede segno di aver percepito l’ingombrante presenza al proprio fianco: CJ si convinse che l’Hamilton, a furia di essere ignorato, avrebbe capito l’antifona – levarsi dal cazzo.
    Non lo fece. «cj» «no» ed ancora non alzò il capo, puntellando invece il machete sul collo del cadavere: aveva dimostrato fosse tagliente, ma non sapeva ancora come se la cavasse quando da tagliare c’erano muscoli ed ossa. Avrebbe potuto provare su qualcuno dei vivi, dato che facevano tanto gli schizzinosi sul vilipendio del cadavere, ma dubitava avrebbero apprezzato maggiormente. «so che sei mio figlio e tutte queste cazzate del futuro, quindi» ma pensa te ‘sto cazzone pezzo di merda di un CJ Knowles. Possibile che nella sua fottuta vita non avesse una minchia di meglio da fare che non rovinare le fottute esistenze alternative altrui? Non si sprecò comunque a dar segno di averlo udito, continuando scrupoloso la sua decapitazione. Strinse solo impercettibilmente i denti, l’Hamilton, soffocando nel ramato sapore della guancia stritolata fra i molari il sorriso che sentiva pungere sulla bocca. Avrebbe sinceramente voluto chiedergli di pensare meno intensamente, perché privo di alcuna barriera (aveva dovuto abbassarle per percepire eventuali invasioni avversarie) percepiva ogni parola rimasta incastrata sul palato e vomitata solo in una mente ingenuamente creduta impenetrabile, ma non lo fece. Lo invitò anzi, con il proprio silenzio, a continuare. Sapeva, il telepata, che quello fosse il momento giusto per sputtanare l’altro Knowles e rimangiarsi le stronzate che aveva avuto il coraggio di dire in giro. Lo sapeva che quello, offerto su un piatto d’argento, fosse la possibilità di smentirlo che il Knowles gli aveva domandato pur senza chiederglielo esplicitamente.
    Ma non fece un cazzo di niente, CJ Hamilton. Che credesse quel che gli pareva, Gemes Hamilton – un qualunque, Gemes Hamilton. Avrebbe forse cambiato qualcosa? Credeva forse che avrebbe iniziato a comportarsi in modo politicamente corretto solamente perché una fottuta lettera del futuro l’aveva avvisato di, sorpresa!, avere dei genitori? Perché in quel caso, si sbagliava di grosso: quella consapevolezza non faceva che aumentare l’impellente bisogno dell’Hamilton di dimostrarsi degno di tutte le voci sul suo conto – anzi, mostrarsi peggiore.
    Li sentiva da tutta una vita, i giudizi su di lui, intrappolati sotto pelle e nelle vene come fottuti marchi a fuoco. Non avrebbe cambiato un cazzo sentire quelle stesse, patetiche parole provenire dall’uno o dall’altro degli individui che l’avevano messo al mondo. «sai per caso se anche quell’altro gemes sa?» Premette con il piede sulla lama per dare al machete la potenza necessaria a spaccare la colonna vertebrale. Quando il suono umido della carne e quello rozzo delle ossa a spaccarsi gli sporcarono le orecchie, sollevò infine gli occhi acqua marina sull’avvocato. Rimase ad osservarlo più a lungo di quanto non fosse necessario, labbra strette fra loro ed uno sguardo serio e adulto a pesare sul viso da diciassettenne. Ovviamente l’Hamilton sapeva che il Knowles non avesse detto un cazzo all’altro Gemes Hamilton, ma non erano cazzi di quel Gemes – o di quel CJ, a dirla tutta. «non è un problema mio» osservò rompendo la bocca in un sorriso, ritraendo l’arma per lasciarla gocciolare sangue sul marmo del Ministero. Lo guardò allontanarsi con occhio critico, guancia stretta fra i denti. Decretò, il saggio CJ Hamilton, che fosse il momento di uscire dai giochi. C’era effettivamente un modo, tipico della Gen Z, di dimostrare persino ai più ottusi che non si fosse propensi alla conversazione, ed il telepata era pronto ad usarlo: armeggiò all’interno della divisa prendendo telefono e cuffie, un dito medio sollevato ad Heidrun per metterla a tacere prima che iniziasse la solita tiritera sul non crepare.
    Non sapeva come cazzo di un buon Signore rendere più chiaro che lui, quella vita, non la voleva.
    Infilò le cuffie nelle orecchie piazzando la musica a tutto volume, sordo a qualunque cosa che non fosse la playlist trash preparata da una certa aelise – o qualcosa del genere.
    People can take everything away from you
    But they can never take away your truth
    But the question is
    Can you handle mine?

    In momenti come quello comprendeva perché Frankie trovasse più semplice parlare a canzoni, grazie Britney. Sorrise fra sé allontanandosi dal corpo spaccato di Mars, sfilandosi nel mentre la cravatta rosso oro dal collo. La lanciò ad un morente Shia, sopracciglio inarcato. Quando notò che Run la usò per fermare l’emorragia, fu molto triste e deluso, CJ: gliel’aveva chiaramente data per ficcargliela in bocca così che stesse zitto, non era mica la Caritas. «they say I'm crazy / I really don't care» canticchiò a fior di labbra, un annoiato sguardo a scivolare su un uomo armato di mitraglietta e privo di un piede. «that’s my prerogative» Passando al suo fianco, CJ avrebbe calpestato il moncherino dell’uomo premendovi sopra tutto il proprio peso, prima di proseguire per la sua strada: doveva andarsene da lì. «they say I'm nasty / but I don't give a damn» reclinò il capo osservando Bruno (era quello che lavorava al reparto censori, se non errava) caricare la bocca di una bella scatarrata tipica dei vecchi. Scosse la testa, CJ Hamilton. «everybody's talking all this stuff about me / why don't they just let me live?» si sarebbe chinato e, nel mentre, avrebbe compiuto un passo in avanti, mazza da golf incastrata nella cintura della divisa e machete stretto fra ambedue le mani. « I don't need permission, make my own decisions» e rialzandosi, avrebbe sollevato l’arma verso il ventre dell’avversario spingendo verso l’alto mentre riacquistava posizione eretta. Un sorriso a metà, palpebre socchiuse: «that's my prerogative»

    jamie hamilton
    If he said
    help me kill the president
    I'd say he needs medicine
    Sick of screaming let us in
    The wires got the best of him
    I STAND ALONE
    I KEEP ON RISING
    UP TO THE THRONE
    I WON'T STOP FIGHTING
    2118 vs au 2018
    chronokinesis | telepathy
    2094's | 2000's
    upside down: CJ HAMILTON



    DIFESA PER ELY (cj + ely): schiaccia il moncherino al piede di pip
    DIFESA PER CJ (cj + al): si abbassa
    ATTACCO (bruno): cerca di sventrarlo in amicizia
     
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    Shia era nato magonò e lo aveva accettato; era cresciuto come un lebbroso, da solo e chiuso in una stanza eppure lo aveva accettato; era stato rapito ed era diventato uno special e quello lo aveva ben accettato; infine era stato mandato nel far west e malvolentieri lo aveva accettato; ma quello che avvenne in quel cazzo di ministero davvero non poteva accettarlo. Shia Ryan Hamilton fu colpito in modo brutale alla spalla, lui che in tutte le sfide non si era mai fatto un graffio e non solo, aveva persino riportato in vita una persona come solo una divinità sapeva fare, era stato colpito a morte senza reagire tra l'altro. Sentì una forte fitta alla spalla sinistra, il ramo gli entrò dentro la carne lacerandola, poteva sentire i legamenti partire, il veleno generato dal proprio corpo urlare dal dolore (Si, il veleno di Shia ha un'anima). Fu qualcosa d'indescrivibile quello che provò in quel momento, forse solo Al e Sin potevano percepire il dolore e se avesse potuto glielo avrebbe anche donato tutto quanto, ma invece cazzo se faceva male. E fu in quel momento che ripercorse la propria vita, mentre il corpo si alzava da terra e ricadde a peso morto, lasciando sangue e dolore. Rivide la prima volta in cui aveva visto il Crane, sorridente e felice, nonostante fossero in prigione;era felice di averlo conosciuto in quel modo e dall'inferno lo avrebbe ricordato così single e felice. Passò al primo incontro con la sua sgualdrina in quel locale dei cento ragazzi, inutile dire che fu una delle giornate più belle della sua vita, sapeva di doverlo rifare prima o poi, gli dispiaceva non aver avuto il tempo. E poi Shane, quella testolina color ramato che lo guardava sempre in cagnesco, quanto lo arrapava, davvero, aveva aspettato troppo e ora sarebbe morto col rimpianto di non aver provato il suo amore (siamo in fascia protetta e non dico la verità). Chi altro c'era, ah si Aidan, il fratellino che non avrebbe mai voluto perché troppo bello per non farselo; e poi Swing, inutile dire che gli mancava nella lista un orientale e si era pentito di non averlo neanche baciato. Che spreco, se ne sarebbe andato senza depennarlo dalla sua lista.
    «Sciaia? Sei vivo?» poi la voce della sua sgualdrina lo ridestò dal film che stava ripercorrendo.
    « sono morto. E ti pregherei di lasciarmi qualche angelo o demone se sei qui con me » disse Shia aprendo finalmente gli occhi e rendendosi conto che in realtà non erano all'inferno o forse si, dipende dai punti di vista anche in questo caso, ma solo al ministero.
    « aspetta siete due? Oh belle le mie sgualdrine. Lasciatemi dire una cosa, visto che sto morendo. » si mise una mano sulla ferita, che continuava a pulsare così tanto che le voci non riuscivano a non urlare dal dolore. Aspetta quali voci? Gli angeli lo stavano chiamando si.
    « Sciaia ma non stai morendo o almeno non in questo istante »
    « dov'è Al? Devo dirgli una cosa.» un colpo di tosse lo fece tremare « sento freddo » aveva pochi minuti lo sentiva dentro, afferrò la mano di Run e la guardò negli occhi «prenditi cura del mio serpente Cloe.» si stava per dimenticare del suo animale domestico, come poteva averlo fatto, era importante. Un altro colpo di tosse e una mano sulla spalla dolorante, doveva muoversi, sentiva le forze abbandonarlo e lui doveva dettare le sue ultime parole, stava per fare testamento «Sgualdrina, porta avanti con onore il mio nome e racconta di me, di come anche una divinità può cadere. Se ti riesce, brucia il mio diario non voglio che venga scritto da qualcun altro » questo perché aveva un diario bianco, non ci aveva mai scritto niente e sapere che qualcuno lo usava al posto suo lo faceva innervosire.
    « Al, amico mio. Ti ho sempre voluto bene e sono contento di aver percorso un pezzo di strada insieme. Mi hai insegnato che la cosa più importante è fare sesso protetto. Sempre. » se fosse stato in forma avrebbe riso per quella sua affermazione ma stava morendo e quello era un consiglio che TUTTI i presenti dovevano ascoltare.
    « era amare e lasciarti amare. Se devi citare i film, almeno fallo bene. Vecchio. » Todd con quella sua delicatezza apparve e prese da terra la pala di Shia « Prendo questa. Prima uccido qualcuno e poi aiuto Run a farti la buca » continuò, rovinando così il momento. Come poteva averlo fatto sul serio, Shia si meritava una fine gloriosa non come era successo ad altri. Ma questo a Todd non importava niente aveva altro da fare visto che il vecchio era stato messo al tappeto doveva lavorare lui per due.
    «Ah un'altra cosa, sgualdrina. Non portare mai più tuo fratello. Porta sfiga. » disse poi afferrando la mano della compagna per aiutarsi ad alzare o a morire dipende come mi prende al prossimo post.
    Intanto Todd si muoveva senza problemi tra le persone, con la pala del morto, si sentiva come quello scoiattolo della gang del bosco, dopo aver bevuto roba gasata; era frizzante. Passò davanti, bloccato da Klara, no aspetta era un clone, aveva poca importanza comunque avrebbe usato la paladelmorto su di ella, un bel colpo sulla schiena così da farle diminuire la presa sul ragazzo
    E dato che era la seconda divinità lì presente dopo Shia che beh, era morto #amen, doveva farsi valere praticamente in ogni dove e ignorando il fatto che probabilmente anche lui avrebbe dovuto difendersi, ma continuò con la sua camminata da Milkobitch, proprio come gli aveva insegnato Run («sii sempre fiero e guarda davanti a te» - « e se pesto qualche piede?» - « pesterai anche qualche merda, ma tu continua. Porta fortuna »), era davvero una buon consiglio, tanto che senza rendersi conto di quello che succedeva, si ritrovò a colpire la schiena di Ronald prima che questo schiantasse Kieran al muro. Ma non si fermò lì, avrebbe provato anche a dare una palata in testa di Ronald, sperando di farle partire la testa, come nel videogioco degli zombie che gli piaceva tanto, tra l'altro non vedeva l'ora di tornare a casa per continuare. Per il resto c'è mastercard.



    Shia Ryan Hamilton
    «You became the oxymoron
    I did not dare to solve »
    «There's nothing wrong
    with being a loser. »
    29 y.o // 19 y.o
    1918// 2018
    Ministero
    Ian Todd Milkobitch au!




    COMBO DIFESA JULIAN (julian + todd): pala sulla schiena su Ronald


    COMBO DIFESA KIERAN: (todd + ely): pala sulla schiena di Ronald
    ATTACCO SU RONALD (todd):sempre pala sulla testa di Ronald giusto per essere diverso
     
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    «amico tuo?» Aloysius Angus Crane chiuse gli occhi, le dita a massaggiare distratte le palpebre serrata ed un braccio stretto al petto a sostenere il peso dell’altro gomito, prima di annuire mesto all’altro Al - pardon: a Marcus Quinn.
    Andiamo a salvare l’altro mondo, si era detto qualche ora prima, ancora troppo incerto sul da farsi quando nel bagno di Jameson Hamilton; aveva stipulato un tacito contratto con sé stesso, mesi prima, e venire meno alla parola data era una cosa che si era ripromesso di non fare mai più: con quale coraggio, l’ormai considerabile ex pavor poteva lasciare Maeve Winston, incinta e sola, nel futuro per solo Morgan sapeva quanto tempo? Non che potesse fare molto per la bionda, certo, ma era una questione di principio: nonostante lei non lo sapesse - perché avrebbe dovuto? -, Al si era impegnato al fine di assisterla (e sopportarla) per quelli che sarebbero stati i mesi più difficili della sua (e della loro) vita.
    Sarà divertente, si era convinto, le brillanti iridi smeraldo a sfiorare bramose la superficie ondulata dello specchio. A cercare il passato, nei riflessi fuori fase di quel tempo malato: aspettava un momento come quello da troppe settimane, e non poteva davvero permettersi di tirarsi indietro. Non poteva perdersi l’opportunità, forse l’ultima che gli era concessa, di poter rivedere sua figlia. Valeva la pena correre il rischio - ed una volta attraversato il portale ed aver potuto stringere Run, vedere nuovamente Shia e Jay, Elysian e Gemes, non poté che esserne certo.
    Cosa mai potrebbe andare storto?, si era chiesto.
    Beh, che potesse morire non era poi una novità: non avrebbe mai definito quell’evento come “qualcosa andato storto”.
    Ma che potesse crepare perché a lasciarci le penne – prima di lui! – era stato Shia?
    Quello non lo avrebbe mai potuto prevedere, né accettare. «eh, già» rispose infine all’altro biondo, entrambi davanti al capezzale dell’Hamilton. Uno dei migliori, avrebbe persino aggiunto, se solo - se solo.
    «dov'è Al? Devo dirgli una cosa.» «…sono qui?» da tipo sempre: appena aveva visto la pianta [FASCIA PROTETTA] penetrare Shia, e non nel modo in cui piaceva al babbo natale dei poveri [/FASCIA PROTETTA], era accorso immediatamente sul luogo del misfatto per controllare che l’altro stesse bene – cosa che comunque poteva dare per certo, dato che egli stesso non era ancora stramazzato al suolo morente.
    Ovviamente, quella sgualdrina di un barbabietolaio fallito lo ignorò. «Sgualdrina, porta avanti con onore il mio nome e racconta di me, di come anche una divinità può cadere. Se ti riesce, brucia il mio diario non voglio che venga scritto da qualcun altro» se avesse potuto, avrebbe alzato gli occhi fino a sbirciare l’iperuranio platonico – invece non si poteva, purtroppo. «ma dove l’hai trovato un tizio del genere?» reclinò il capo verso il Quinn, la lingua ad umettare le labbra. Sembrava sinceramente affascinato dalla vicenda, vagamente divertito da tutta la situazione.
    Che ne sapeva, che per Marcus fosse sempre tutto un po’ uno scherzo? «storia davvero lunga» sospirò, braccia incrociate al petto. «ti basti sapere che mi ha riportato in vita, e se muore lui muoio anche io» «wow, roba forte» ??? no??? Cristo, non sapeva nemmeno perché glielo stesse dicendo.
    Effetto placebo, forse.
    Sapeva che quello era lui, Al, soltanto che un po’… diverso. Eppure, guardandolo come fosse semplicemente la sua stessa immagine riflessa allo specchio, non poteva che fingere fosse Alexander; nemmeno lo conosceva, e probabilmente nemmeno gli sarebbe piaciuto, ma non ne aveva mai avuto l’occasione, capite.
    Avrebbe detto certe cose, al gemello?
    «Al, amico mio. Ti ho sempre voluto bene e sono contento di aver percorso un pezzo di strada insieme. Mi hai insegnato che la cosa più importante è fare sesso protetto. Sempre.» strabuzzò gli occhi, scosse la testa; cercò invano lo sguardo di sua figlia, intenta a soccorrere l’Hamilton. «lo sai che non stai affatto morendo, vero?» sarebbe stato allora che, alzando lo sguardo per cercare ancora di sospirare e rivolgerlo all’Alto dei Cieli, avrebbe visto qualcuno intenzionato a sputare al CJ finto - ok che era psicopatico, quello, ma era comunque rude; avrebbe quindi cercato di creare una barriera luminosa tra lo sputo corrosivo ed il pelatino, sperando che bastasse a non farlo sciogliere male. «ah, non sta davvero morendo?» che. Problemi. Aveva. «beh, io sto ancora una favola, quindi…»

    Marcus sporse il labbro inferiore, triste e deluso da quella rivelazione. Lui era lì soltanto per il drama, santo cielo: aveva sentito il richiamo dell’uomo morente, e già si era preparato ad un elogio funebre che nessuno ovviamente sapeva di desiderare. «quindi non è più interessante» che dito al culo, Aloysius. Possibile che dovesse prendere tutto quanto così sul serio? Non si divertiva mai, nella vita? Forse gli disse qualcosa tipo gngngn che problemi hai gngngn, ma indovinate a chi non fregava un cazzo?
    A Marcus Quinn, esattamente! Non avete comunque vinto nulla, ma grazie di averci provato, fanz. «dai, dick» sospirò, alzando la tavoletta grezzamente disegnata, il sorriso mai visto sul viso del fratello a rispondergli silenzioso. «andiamo a spaccare qualche culo»
    Era così triste per il fatto che Richard non fosse fisicamente lì: era il suo partner in crime preferito, da quando Seb si era invecchiato fin troppo velocemente. Ogni volta che andavano a picchiare qualcuno, doveva sorbirsi i suoi lamenti sulla sciatica; in realtà, non capiva perché fosse lì. Bastavano lui e Vic, come magnifica rappresentanza dei Quinn in guerra.
    Si portò l’indice a tamburellare sulle labbra, cercando qualcuno - fece addirittura la conta, indeciso su quale prendersi: c’era così tanta gente.
    «uau ma kos’ai li!!» avrebbe quindi esclamato, avvicinandosi di corsa ad un tipo con in mano un fucile. «ma k bll margherite dv le ai prese??» beh, teoricamente parlando il cacciatore di noialtri avrebbe effettivamente visto, al posto del fucile, un bel mazzo di fiori inutile. «ah no, a vederle più da vicino fanno un po’ schifo» sperando quindi di averlo distratto abbastanza a lungo, avrebbe quindi cercato di sbattergli Dick la tavoletta in faccia, così da ucciderlo stenderlo a tempo indeterminato.
    aloysius angus crane
    Shrug us off our shoulders
    We don't do what they told us
    So I don't wanna be
    another face in the crowd
    I'm never giving up, never gonna crack
    I'm never giving in, never going back
    au!2018 vs. 2118
    illusions vs. light
    elect vs. special muggle
    upside down: marcus quinn


    COMBO DIFESA CJ (cj + al): barriera di luce
    COMBO DIFESA MICHAEL (wtf + marcus): fa credere a cierra di avere un inutile mazzo di fiori in mano anziché un fucile
    ATTACCO SU CIERRA (marcus): gli sbatte dick (la tavoletta) in faccia
     
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    «Suck it» esclamò schioccando la lingua allegramente. ok, era abituata a sparare alla gente MA POTEVA ESSERE FELICE SE UN COLPO ANDAVA A SEGNO, NO????? Tanto più che novantanove volte su cento ari faceva pa uguale ai pd dei nemici era stata obbligata a sparare ai buoni della situazione (che troppo buoni alla fine non erano mai) per mantenere la copertura nella propria cara fam mafiosa. E INVECE ORA SALVAVA IL MONDO, PRENDETEVI QUESTA, MOSKOVSKAJA! Regalargli a sei anni la sua prima pistola e portarla a caccia per eliminare fin da subito una qualsiasi remora a sparare a un essere vivente non era esattamente stato un bene per loro.
    Bunny era felice di essere lì, e star facendo parte della storia. Nessuno le aveva chiesto di andare, e non era così amica di quella gente per dire "ma sì, sono qui per assicurarmi che tu sopravviva xk ti amo trpp", ma più passava il tempo, più sentiva una gioia selvaggia. La sua vita, una menzogna fin dai primi attimi di vita, quando era stata scambiata nella culla con la vera figlia di uno dei più influenti componenti della Organizacija, era sempre stata un fare qualcosa per gli altri, un agire nell'ombra per uno scopo più grande, vendere l'anima diventando un mostro per permettere ad altri di evitarselo, e non se ne lamentava... ma non aveva mai avuto una scelta. Certo, ad un certo punto avrebbe potuto dire a quello che chiamava padre che per anni gli aveva mentito, che era una traditrice il cui scopo era smantellare un impero di ingiustizie, ma lei lo odiava e odiava quello che faceva, odiava gli abusi mentali e reali che faceva... perchè andare dalla sua parte?
    A quella missione per contro Seth, invece, ci si era buttata completamente da sola, scegliendo arbitrariamente cosa farne della propria vita... e per la prima volta era completamente se stessa, senza nascondersi, senza giochetti. Era Bunny, e stava uccidendo chi voleva lei perchè voleva lei.
    Se fosse morta per quello, ne sarebbe decisamente valsa la pena. E per se, intendo dire che non voleva assolutamente lasciarsi uccidere.

    «Ci sono già da voi quei videogiochi... quei videogiochi dove devi sparare, uccidere le persone e cose del genere?» Laurent si spostò verso destra, evitando un colpo di proiettile indirizzato a uno dei kattivi lanciato da chissà chi. «Ecco, quando vivevo ancora con i miei ne avevo uno, e mi piaceva un sacco. Sto rivalutando le mie scelte di vita»
    Ci era voluto Jamie che uccideva con una mazzata un uomo di cui neanche conosceva il nome per far comprendere appieno a Laurent in cosa diavolo si fosse messo in mezzo. Ovvio, aveva capito fin dall'arrivo al ministero che quei medievali giocavano pesante (maceti, mitragliatrici, pale), ma pensava di essere più forte di stomaco e di non sorprendersi così tanto alla visto di un uomo che moriva dissanguato con gli occhi ancora aperti e la bocca piegata in una smorfia. Aveva assistito a un suicidio, a morte per overdose, a guerre fra gang, era intervenuto cercando di fermare un paio di stupri, e ogni volta pensava che l'umanità gli avesse fatto vedere il peggio che aveva da offrire. Well, si era sbagliato. Quella guerra rischiava di essere più di quanto riuscisse a sopportare. «Nel ventiduesimo secolo noi-»
    «Laurent»
    Il ragazzo distolse lo sguardo dall'Hamilton (che amava sempre, eh; sapeva fosse un po' rude, ma suvvia, oltre a essere simpatico - e a non denunciarlo anche quando lo beccava con le mani nel sacco - era buono di cuore, altrimenti non si sarebbe preso Mel sotto la sua ala protettiva), e quando lo puntò sulla russa al suo fianco vide che lei annuiva leggermente, le labbra strette e le sopracciglia aggrottate «Non vorrei essere scortese ma... non me ne frega una minchia? Stiamo letteralmente combattendo per il futuro del nostro mondo, e non dico che ti devi divertire però... sì, divertiti. E' proprio come in quei giochi, mh? Uccidi qualche fascista in modo creativo; è davvero soddisfacente»
    E detto ciò le vide alzare la mano verso che stava cercando di darle fuoco. «Cosa-» «Guarda» avrebbe notato, dopo un attimo di attenzione, delle bestie nere zampettare sul corpo del nemico, ragni grandi quanto un pugno che si insinuavano sotto i suoi vestiti e gli riempivano la faccia. "Manipolazione delle illusioni" ricordò Laurent di averla sentita dire prima, ma francamente era confuso dall'attacco. I ragni come qualsiasi animale erano così teneri e indifesi ???? e avrebbe continuato a pensarlo, se non avesse notato che i suddetto ragni si stavano insinuando dentro la bocca dell'uomo. Ok, quello si meritava un ew, ma di certo non lo trovava divertente. Mentre l'uomo fosse stato distratto a scrollarsi di dosso i ragni inesistenti, Bunny avrebbe preso la mira e gli avrebbe sparato, per poi lanciare la pistola ora calda di nuovo a Laurent, che la prese al volo senza difficoltà.
    «Su, vai a salvare qualche culo»
    Laurent annuì velocemente. Certo, salvare, quello poteva farlo... anzi, decise che da quel momento avrebbe fatto solo quello, lasciando a Bunny il divertimento di uccidere (poveretta, magari aveva dei traumi irrisolti, non era davvero cattiva). Girò lo sguardo, trovandosi davanti all'imbarazzo della scelta su cosa fare o a chi dedicare l'attenzione... ma percependo l'utilizzo di un potere simile al proprio, avrebbe deciso di intervenire lì. Mordendosi il labbro, allungò le dita verso un uomo che un ministeriale stava cercando di schiacciare a terra e, per aiutarlo, Laurent avrebbe cercato di invertire la gravita, per annullare l'effetto e fargli vivere per qualche secondo l'esperienza del primo uomo sulla luna (ma nel 2018 gli uomini erano già stati sulla luna??? oh beh, non era spoiler comunque, visto che il tipo era uno di quelli che aveva attraversato con lui il portale)
    «Vola vola vola!» (??????????)
    au: heather bunny moskovskaja
    Feefifofum you better run and hide. I smell the blood of a petty little coward. Jack be lethal Jack be slick. Jill will leave you lonely dying
    And if you're homesick give me
    your hand and I'll hold it
    People help the people
    Nothing will drag you down
    2018 au vs 2118<
    geokinesis | Illusion Manipulation
    2197's | 1992's
    2118: laurent miller

    CITAZIONE
    BUNNY: Niko, trovando difficoltoso muoversi, decide che sia più opportuno creare una gabbia di fuoco nel quale imprigionarti.

    COMBO DIFESA BUNNY (bunny + julian): crea l'illusione su niko di tanti ragni zampettanti che gli ricoprono il corpo (ew)
    ATTACCO SU NIKO (bunny): spara

    COMBO DIFESA WTF (laurent + wtf): inverte la gravità in modo che non venga schiacciato
     
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    Poteva sembrare un ragazzo un po' sciocco, incapace di comprendere il mondo per quello che era, eppure la questione riguardava solamente i ricordi dormienti che in alcun modo minavano la sua capacità di intendere e volere. Julian aveva trascorso gli ultimi mesi a studiare la storia del mondo magico, a studiare gli incantesimi che un giorno gli sarebbero tornati utili, di questo ne era certo. Ma la gente tendeva a dimenticare che certe cose erano semplicemente innate, questo significava che benché inizialmente non fosse a conoscenza del suo lato magico, era per lui impossibile vivere senza quel pezzetto di legno che gli era stato spiegato essere una bacchetta magica. Essere un mago era nelle sue vene benché lui non fosse consapevole di cosa ciò significasse effettivamente.
    Ma non si era dato per vinto e mentre di giorno era impegnato nella cura del suo gregge, cui era molto affezionato, nel corso della notte, o di quei momenti in cui non era impegnato a dormire, prendeva lezioni di magia.
    Gli avevano insegnato qualcosa riguardo il significato di essere un mago, come funzionava il mondo magico e babbano, il segreto che doveva tenere per non incorrere in problemi e sopratutto come usare una bacchetta magica all'occorrenza. Imparare gli incantesimi era stato abbastanza complicato ma negli ultimi mesi aveva fatto molto allenamento e non aveva mai gettato la spugna, neanche quando gettare la spugna sarebbe stato tutto ciò che avrebbe voluto.
    La sua avversaria doveva avere un potere particolare perché riuscì a sdoppiarsi, spedendo la sua copia contro di lui. Julian non era il tipo che si lasciava mettere ko senza lottare, sentendosi afferrare da possenti braccia avrebbe tirato una testata indietro scontrandosi con il naso della copia che avrebbe lasciato la presa, permettendogli di sfuggirle e di sollevare la bacchetta magica che sempre aveva portato con sè pur non sapendo cosa fosse. Stupeficium un fascio di luce rossa (?) sarebbe scaturito dalla bacchetto ed avrebbe colpito in petto Klara, strappandole il fiato.
    Non era il suo primo combattimento, Julian aveva già lottato alcuni mesi prima quando ancora la tua vita pareva monotona, la vita di un comune pasticcere che non comprendeva le stramberie attorno a lui. Ora che gli erano stati aperti gli ovvi appariva tutto per quello che era, magico.
    Una gabbia sarebbe comparsa dal nulla racchiudendo al suo interno uno dei suoi compagni, gli veniva naturale considerarli compagni quando lottavano fianco a fianco contro un nemico comune. Che li homo avesse oppure no, non aveva importanza.
    Una gabbia infuocata. Acqua batte fuoco, acqua batte fuoco sussurro tra sè e sè ragionando su come procedere fino a quando si ricordò che esisteva effettivamente un incantesimo adatto alla situazione. Lo conosceva e lo aveva usato quando era rimasto a corto di acqua. Aguamenti un fiotto di acqua sarebbe scaturito dalla bacchetta magica, un vortice azzurro che fi sarebbe sbagliato con prepotenza contro le fiamme, avvolgendole completamente e spegnendole.
    Acqua batte fuoco.
    julian berrington
    Si esta noche tu novio te bota
    Dile que tú no estás sola
    Que tú estás conmigo
    No como ese idiota
    So baby pull me closer
    in the backseat of your Rover
    That I know you can't afford
    Bite that tattoo on your shoulder
    1989 • blade
    1991 • brass knuckles
    the madness behind your puppy face
    upside down: esther lynch


    DIFESA COMBO Julian (con Todd): testata indietro contro il clone
    DIFESA COMBO Bunny (con Bunny): aguamenti sulla gabbia
    ATTACCO Klara: stupeficium
     
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    «Ahia.» e, nel dirlo, sfiorò con le dita la propria guancia alla stessa altezza del sottile ma profondo taglio che lo shuriken aveva appena aperto sul viso di William. Quel tipo, sebbene le fosse praticamente sconosciuto, le era piaciuto dal primo momento. Certo, c'era da dire che il suo metro di giudizio fosse piuttosto poco accurato, ma per una volta nella vita sentiva di avere una ragione vagamente valida per quell'immediata simpatia: somigliava ad una versione estremamente migliorata di suo padre. Anche Esmund Mowbray aveva quell'aria perennemente severa sul volto, ma i suoi occhi erano scuri e privi di calore mentre quelli di William, sebbene segnati da una qualche sofferenza in maniera piuttosto evidente, non erano che carichi d'affetto per quel figlio che, invece, non sembrava affatto curarsene. E lei, che di certo spiccava in tante cose ma non nella capacità di riflessione, decise che quel Mickey era proprio una gran testa di cazzo. Non le importava di quali potessero essere le ragioni di tanto astio né tentò di prendere in considerazione i possibili elementi implicati in quella diatriba padre-figlio di cui lei non era minimamente a conoscenza: per quanto le riguardava, quello lì era solo un altro mocciosetto viziato in fase punk che, continuando a quel modo, avrebbe finito per farsi ammazzare in una qualche rissa da strada causando un grosso dispiacere a quel suo povero padre.
    E dire che neanche Keira era stata una figlia modello, tutt'altro, ma per lei la questione era un tantino diversa visto che il suo, di padre, non si era mai meritato alcun riguardo. Di più: se ne avesse avuto l'occasione, probabilmente sarebbe stata lei stessa a toglierlo di mezzo. A tirata dei conti, non avrebbe neppure potuto considerato omicidio, bensì un onesto servigio a tutta la comunità. Ci pensava spesso, specie nei momenti peggiori, ed a volte le saliva una rabbia tale che le sembrava di non poterla neppure contenere.
    Fu proprio con quella collera che, voltandosi fulminea verso l'uomo che aveva appena attaccato William, puntò la pistola dritta verso la sua schiena.
    «Tranquilla bambolina, è solo un graffio.» si affrettò William a rassicurarla, passandosi un dito sotto alla ferita per asciugarvi il sottile rivolo di sangue. Ma Keira non sentiva. Prese ad avanzare col braccio teso davanti al corpo ed in viso un'espressione tutt'altro che rassicurante. Neppure si accorse della mano di William sul suo polso, nel tentativo di fermarla dal correre un inutile pericolo: lo strattonò via con noncuranza. «Non è il caso di fare stronzat...» provò allora a dirle, prima di essere investito da un'invisibile muro gravitazionale che, con forza, tentò di spingerlo a tappeto. Ma a quel punto Keira era arrivata.
    «Quello che hai appena colpito è un cazzo di padre di famiglia, coglione.» e, sebbene la cosa più logica sarebbe stata premere il grilletto, colpirlo in quel modo non le avrebbe dato la soddisfazione di cui invece necessitava. Prima che questi potesse voltarsi verso di lei, dunque, tentò di colpirlo alla nuca con il manico della pistola, sperando così di interrompere anche la sua manipolazione gravitazionale. A quel punto, sfogata la sua voglia di menar qualcuno -perché di quello si trattava-, sparò un proiettile cercando di prenderlo in pieno petto. «Vaffanculo!»
    Riuscitosi finalmente a liberare dalla morsa gravitazionale, fu William a tirar via Keira prima che il tipo verso cui stava continuando ad inveire potesse pensare di reagire. «Va bene, basta così, grazie.» e, prendendola dalle spalle, la trascinò indietro, lontana dallo scontro diretto. Lei sembrò dapprima infastidita da quell'interruzione, poi come stordita e, infine, rinsavita come nulla fosse accaduto.
    «Scusate il linguaggio, in genere sono una fanciulla a modo.» si scusò, voltandosi poi verso Mephisto, poco distante, per assicurarsi che questi non smentisse in alcun modo la sua affermazione. A lui rivolse un sorriso, poi lo fulminò con una sola occhiata.
    «E questo qui?» chiese poi, indicando il biondino di colore.
    «Quello che ha evitato di farmi morire schiacciato dalla gravità.» pratico e conciso.
    «Ah, ma tu devi essere l'altra metà del Ringo di Bunny!» realizzò all'improvviso, spostando lo sguardo dal giovane alla sua accompagnatrice, una sua ben nota conoscenza. Keira e Bunny, in effetti, potevano avere caratteri all'apparenza affini e sarebbe stato facile dire che le due potessero, in qualche modo, essere amiche. Niente di meno accurato, però: dietro alla finta cortesia della prima, almeno, c'era un sottile risentimento dovuto a chissà quale ragione. Probabilmente solo un pizzico di invidia, ma questo lei non l'avrebbe mai ammesso.
    «Benissimo, ottimo lavoro Blackie -posso chiamarti così, no?- siamo tutti interi. Si torna a lavoro su, su!» e, con un battito di mani, fece per rientrare in pista quando, con la coda dell'occhio, scorse la canna di un fucile dritto verso la testa del piccolo punk in crisi adolescenziale. «Per Godric, ma la finiamo?» e, con in viso ancora un'espressione vagamente melodrammatica, tentò di lanciarsi sull'uomo prima che questi potesse sparare il colpo.
    2118: william tobias fetcher
    Don't say I'm better off dead, 'cause heaven's full and hell won't have me. Won't you take me out of my head?
    And then when just enough light comes from just the right side and you find you're not who you're supposed to be?
    38 Y.O. | 25 Y.O.
    soldier | rebel
    wtf | roll eyes
    au: emaline mowbray keira lewis



    DIFESA COMBO per MICHAEL (marcus + emaline): emaline cerca di buttarsi su cierra prima che spari il colpo
    DIFESA COMBO per WTF (laurent + emaline): emaline cerca di colpire sulla nuca nevada con il calcio della pistola
    ATTACCO su NEVADA: emaline spara un colpo verso Nevada
     
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