Historical Fiction

Alec x Nicole

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    Da qualche settimana aveva deciso di intraprendere un viaggio alla scoperta del nuovo mondo. Sotto molti aspetti era tutto esattamente come ricordava, ma c'era quel qualcosa che lo inquietava non poco. Si era risvegliato nel 2117 alcuni giorni prima ed ancora non era riuscito a comprendere come fosse giunto in quel tempo. C'era stato un salto temporale di cento anni che lo aveva lasciato più confuso di prima, e forse anche più spaventato. Perché se in un universo alternativo le scelte compiute dalla sua controparte potevano aver pregiudicato alcuni aspetto della vita a cui era abituato, nel futuro sapeva per certo che tutto era andato perduto. Non ci sarebbe stata una figlia alternativa lì ad attenderlo, non avrebbe trovato sua sorella. Nessuno.
    C'era però qualcosa che lo intrigava particolarmente in quell'anno. Aveva finalmente la possibilità di dare uno sguardo a ciò che lui stesso aveva ed avrebbe costruito in futuro, scoprire cosa ne sarebbe stato della sua famiglia. Ma era anche incredibilmente doloroso pensare a chi lo attendeva a casa, persone che in quel tempo erano morte da molti anni e che avrebbe potuto non rivedere mai più.
    Oramai era chiaro come il sole di chi era la colpa, lo aveva catapultato in una realtà alternativa contro la sua volontà e chissà se un giorno sarebbe davvero riuscito a ricongiungersi ai suoi cari, a tornare al tempo cui apparteneva.
    Eppure quelle settimane erano servite a farlo crescere ulteriormente, a fortificarlo, forse in qualche modo anche a chiudere i ricordi dolorosi dietro una porta rossa racchiusa nella sua mente. Era tutto ciò che poteva fare per non impazzire.
    E così era cominciata l'avventura alla ricerca di un modo per tornare a casa ma anche sopratutto alla scoperta di quel luogo a lui familiare e sconosciuto al tempo stesso. Era una continua scoperta. Ed un'altra scoperta era stata sicuramente Nicole con cui nelle ultime settimane aveva trascorso gran parte del suo tempo, complice il salto temporale che li aveva portati ad isolarsi in qualche modo. Quella situazione li aveva spinti ad avvicinarsi ma non a tal punto da diventare amici. A tutto c'era un limite in fin dei conti. Era più incline a tollerarla e la cosa pareva essere reciproca, anche se forse la cosa più divertente del loro rapporto era proprio il prendersi per i capelli ed infilatesi con cori tante casualità che in qualche modo rasentava familiarità da tutti i pori.

    Il risveglio non era stato traumatico come avrebbe immaginato ma da qualche giorno a quella parte era facile svegliarsi di buon umore e pieno di energia. Era in quei momenti che il desiderio di andare in avanscoperta si faceva più insistente e chi era lui per non seguire i segni?
    Capelli umidi, occhi chiusi e volto rivolto verso il soffione della doccia mentre accoglieva con gioia lo scroscio di acqua calda, un immancabile lusso che riusciva a svegliarlo senza traumatizzarlo troppo. Era sotto la doccia che solitamente si permetteva di pensare a quella porta che durante la giornata restava chiusa a doppia mandata, di aprirla e confondere le lacrime con le gocce di pioggia che tracciavano scie sul volto stanco.
    Non capitava spesso che lo facesse perché richiudere la porta era la cosa più difficile al mondo, anche quando la giornata pareva essere iniziata nel migliore nei modi. Da quando il viaggio attraverso il tempo e le dimensioni era cominciato aveva trovato nei suoi insegnamenti una lacuna enorme ed il ragazzo che non si lasciava scalfire da nulla aveva perso la sua maschera e questa era la cosa che lo scombussolava di più perché in qualche modo aveva perso una certezza.
    Quando riaprì gli occhi chiuse l'acqua ed uscì dalla doccia avvolgendo un asciugamano in vita. Rientrato in camera indossò un paio di jeans scuri, un maglioncino verde scuro e l'immancabile giacca di pelle. Senza nemmeno premurarsi di asciugare i capelli uscì dalla stanza che lo ospitava da un paio di giorni e si avviò in direzione dell'abitazione in cui Nicole risiedeva. Non voleva nemmeno sapere che carte false aveva fatto per farsi ospitare da quella famiglia, almeno era in un luogo sicuro e non rubava gelati si bambini. Un paio di blocchi più avanti e la casa entro nel campo visivo di Alec che affrettò il passo mentre il sole faceva capolino da dietro un albero colorando il cielo di rosa. Si fermò davanti alla porta di Nicole.
    Sorgi e splendi raggio di sole la chiamò a gran voce, sperando segretamente fosse ancora addormentata così da poterle dare un risveglio degno di nota. Non erano credibili come amici, conoscenti che si facevano i dispetti forse.

    Ieri ho trovato questo volantino, pare ci sia una sagra di paese ad consegnò a Nicole il volantino voltando lo sguardo in direzione del paesaggio che correva velocemente fuori dal treno, era piacevole ritornare ai vecchi metodi e viaggiare nuovamente via treno, la smaterializzazione e la metropolvere non avrebbero permesso loro di godersi il verde che faceva capolino dalla terra ancora bagnata dalle incessanti piogge che avevano colpito l'isola britannica. Ho pensato potessimo svagarci un po' disse poggiando il mento sulle nocche non sono mai venuto in queste terre, sto scoprendo nuovi luoghi a cento anni di distanza i viaggi temporali avevano un loro fascino ma solo quando avevi la certezza di potertene andare quando volevi, niente vincoli e costrizioni, niente che ti bloccasse in un luogo a te sconosciuto. La differenza risiedeva proprio in quel dettaglio. con un po di fortuna troverai bambini da spaventare commentò voltandosi a guardare Nicole, un'ombra di divertimento sul volto mentre le parole lasciavano la bocca.
    Non badò molto al tempo che trascorsero sul treno chiacchierando, mangiando e sonnecchiando, seppe solo che ad un certo punto il treno si fermò nei pressi di una cittadina scozzese. Da fuori si potevano già udire i festeggiamenti, musiche tipiche scozzesi aleggiavano nell'aria, una parata di tipici svizzeri con tanto di kilt e cornamusa alla mano che accoglievano i viandanti e giravano per le strade del paese rievocando una Scozia d'altri tempi.
    Siamo arrivati disse alzandosi in piedi e scendendo dal treno, respirando a pieni polmoni il fritto che aveva colpito direttamente nel punto giusto facendo brontolare lo stomaco. Propongo di abbuffarci, sento frittura di pesce ovunque tutto sommato non pareva essere cambiata così tanto la Scozia, era sempre bella anche se i palazzi cominciavano ad emergere anche in quelle zone. Eppure il verde regnava ancora sovrano.
    Un pozzo sorgeva al centro della piazza ed Alec vi lanciò una moneta, forse un giorno ci sarebbe tornato insieme a sua figlia ma fino ad allora al suo fianco c'era una testa calda bionda che pareva incendiate qualsiasi cosa guardasse. So che sei contenta ti abbia buttata giù dal letto le scompigliò giocosamente i capelli.
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    Era tutto enormemente sbagliato, confuso e surreale. Stava cercando di capire come tornare a casa dal tempo in cui erano finiti e qualche settimana fa si era risvegliata nel 2118, addirittura cento anni avanti, nel futuro.
    Si era svegliata dapprima confusa e poi vedendo la data di un giornale a terra le erano quasi venuto i capelli bianchi dal colpo, ma la cosa che l’aveva più turbata era i pensiero che suo padre era morto e non esisteva più, c’erano i suoi successori e da una parte avrebbe voluto vedere se avesse magari avuto dei figli che a loto volta erano andati avanti di generazione in generazione, ma il futuro come ogni cosa spaziotemporale aveva un prezzo da pagare per guardare un po’ troppo, sapeva che non ne avrebbe avuti e magari la sua volontà sarebbe stata quella e di parenti futuri ce ne sarebbero stati troppo pochi.
    Non sapendo se oltre a lei qualcun’altro era approdato in quella dimensione con un incantesimo fece credere a una famiglia benestante che era comporta da madre, padre e una figlia che aveva quasi la sua età, che lei era una loro parente alla lontana e che sarebbe stata lì fino a che non lo avesse deciso lei, tutto filó liscio e da allora abita con loro avendo alloggio e cibo gratis, la magia aveva anche qualcosa di positivo in fondo.
    Non si sentiva in colpa di averli presi in giro, prima lei e poi tutti gli altri, aveva sempre messo lei al primo posto e sarebbe sempre stato così.
    Con sua grande sorpresa/dispiacere incontrò Alec, si avete capito bene l’Alec che odia e che non può fare a meno di farlo arrabbiare, passarono le due settimane successive praticamente sempre insieme in quel mondo troppo strano e diverso dal loro nonostante assomigliasse a casa, poteva dire che il loro rapporto era “diverso”, non era più un odio reciproco che li portava a scannarsi, era più un sopportarmi a vicenda (?), non lo sapeva neanche lei, ma anche se non lo avrebbe mai smesso quando lo aveva visto e aveva capito di non essere sola in quel mondo dentro di se si sentì un po’ più leggera.
    Quella notte era andata a letto tardi perché il sonno non voleva bussare al suo cervello che era troppo sveglio, si era addormentata quando ormai il sole faceva quasi capolino tra le case e era immersa nel sonno più profondo che potesse fare quando ecco l’incubo.
    Sorgi e splendi raggio di sole
    Quella voce da dietro la porta ci casa “sua” era inconfondibile e troppo irritante per poterla sopportare di prima mattina, ma la domanda più importate era...che ore sono?, si girò mugugnando qualcosa incomprensibile anche alle sue orecchie e vide le 9:00 stampato in grande e in rosso che gli avrebbe ricordato di ucciderlo all’istante.
    Alec era riuscito a entrare in casa perché aveva spiegato ai suoi finti parenti che lui era un suo “amico”, cosa non vera, ma ora aveva capito che non avrebbe dovuto farlo perché se lo ritrovava sempre tra i piedi a rovinarle la giornata perfetta a letto.
    Si alzo buttando quasi a terra le coperte e spalancò la porta con i capelli in aria e le occhiaie con sguardo assassino, un mostro diciamo.
    Mi spieghi cosa vuoi? E poi mi vedi per caso un raggio di sole? disse indicandosi, dove voleva arrivare con quelle parole non da lui?
    Si andó a vestire mente lui era in camera a ridere di lei che sicuramene lo avrebbe odiato tutta la giornata.
    Si sistemó i capelli, un po’ di trucco e uscirono non capendo davvero il suo buon umore nell’essersi svegliato presto.
    Ti conviene starmi alla larga perché sono capace di ucciderti oggi dato il risveglio poco da principessa che mi hai riservato, sono sensibile io disse sistemandosi i capelli, facendo la faccia più seria del mondo e mettendosi gli occhiali da sole, c’era il sole, strano per Londra che era sempre molto umida e coperta di gocce di pioggia.
    Erano in treno quando gli passó tra le mani un volantino, una festa di paese scozzese, ecco dove stavano andando e il suo tanto mistero fino a quel momento.
    Un po’ di svago sicuramente non avrebbe guastato dato lo stress a cui erano sottoposti ogni giorno da quando quella storia era cominciata, spesso le capitava di avere incubi della guerra che avevano appena finito, delle persone che aveva ucciso e del sangue sulle mani che ora anche se non si notava sarebbero sempre rimaste macchiate, si svegliava nel bel mezzo della notte e non dormiva più avendo paura di chiuderli di nuovo.
    Mh, bella idea hai avuto...ma vengo solo per spaventare i bambini e rubargli il gelato e lo farai anche tu, così quando tornerai da tua figlia ruberai di nascosto i gelati agli altri bambini senza doverglielo comprare, sai quanti soldi ti risparmi? disse con la faccia più innocua del mondo come se stesse dicendo cose sensate, beh per lei lo erano.
    Una volta arrivati si trovarono dopo poco nella piazza principale del paese, non c’era mai stata, era pieno di gente e di bambini e c’erano anche bancarelle di ogni tipo, l’odore di cibo nell’aria era troppa e il suo stomaco fece una capriola, aveva fame e tanta.
    In mezzo alla piazza c’era un pozzo tutto decorato per l’evento e Alec ci buttó dentro una moneta, lei lo guardò torva, mi sa che l’hai scambiata per la fontana di trevi, se hai sperato di non dovermi più vedere perché sei esasperato nello stare sempre con me ti devo dire che hai sprecato denaro utile per comprare la frittura, sarò il tuo incubo peggiore gli disse all’orecchio in modo che doveva sembrare lugubre, ma che faceva solo ridere.
    Si sistemó i capelli impacciata guardandolo male dopo che glieli aveva scombinati in un gesto gentile (?), contenta? rimpiangerai di averlo fatto credimi disse facendo un sorrisetto furbo per poi fargli segno di seguirla in mezzo alla folla.
    Voleva mangiare, ma per farla pagare a Alec non avrebbe usato neanche un soldo, si avvicinò alla bancarella della frittura che non vedeva l’ora di addentare, chiese due vaschette di frittura mista e tra le più grandi, una volta prese fece per andarsene e poi guardó Alec, oh mi sono dimenticata di dirti che dovrai pagare per entrambi oggi e prendermi tutto quello che voglio, puoi salutare il tuo portafoglio pieno disse ridendo dandogli una pacca sulla spalla e aspettandolo fuori dalla marmaglia di gente sgranocchiando una di quelle cose troppo buone.
    Mh com'è bella la vendetta pensó sorridendo divertita.
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    Piombare in casa di Nicole e buttarla giù dal letto non era stata l'idea migliore che avesse mai avuto ma sicuramente era stata la più divertente e solo Merlino sapeva quanto aveva bisogno di ridere di quei tempi. Non si era certamente aspettato di vederla aprire la porta in pigiama con ancora i capelli scompigliati per il sonno, Alec trattenne a stento una risata cercando di restare serio.
    Impossibile.
    Inutile dire che fallì miseramente nel suo intento ridacchiando senza riuscire a togliersi dalla mente i capelli sparato in aria della bionda. Caspita principessa la prossima volta vengo a svegliarti a cavallo di un quadrupede dal manto candido... diciamo a mezzogiorno scherzò seguendola fuori dall'abitazione una volta che si fosse vestita e preparata per la giornata. Scosse il capo mentre jav ragazza indossava un paio di occhiali da sole, come se quello bastassero a nascondere le occhiaie. I bambini dovrebbero andare a nanna presto, per forza poi sei stanca ed irritabile ripensandoci bene però era sempre abbastanza irritabile come ragazza quindi il fatto che non dormisse abbastanza non faceva che aumentare l'irritazione nei confronti del mondo. Sotto certi versi era donato simile a Diana, la più impulsiva e la vipera della famiglia. Non le importava di ferire con le parole, era ciò che le veniva meglio, sopratutto se ferita. Era fatta così ma la adorava comunque, considerando poi che era l'attuale tutrice di sua figlia. Doveva fidarsi, altrimenti non sarebbe sopravvissuto.
    Il viaggio in treno era stata la parte più tranquilla di quella giornata, non avevano parlato molto complice il panorama magico che li aveva accompagnati fino a destinazione. Oh non vorrei rubarti il lavoro sai, di questi tempi sono tanti i giovani disoccupati, non sarebbe giusto farti concorrenza a 'ruba gelato' le battutine tra loro erano il pane quotidiano, se prima non potevano vedersi ora per lo meno potevano restare nella stessa stanza (o cabina) senza saltarsi al collo. Erano conquiste ed in un tempo che non era il loro era davvero importante poter contare su qualcun altro.
    Erano trascorse alcune settimane da quando erano stati catapultati prima in una realtà alternativa e poi nel futuro e non poteva dire di avere stretto molte amicizie, in tutta sincerità aveva perso i contatti con coloro che avevano viaggiato con lui ed un po' gli dispiaceva. Nicole lo faceva sentire meno solo.
    Molto meno.
    Oltretutto insieme ne avevano passate davvero tante. La missione a cui avevano partecipato a Beauxbatons era stata sanguinosa, un vero e proprio incubo. Se non ti leghi a qualcuno in quei momenti di crisi -dove il primo pensiero è 'riuscirò a tornare a casa?'- non lo fai più. Non erano diventati amici ma ne avevano passate troppe per essere ancora nemici. Era ridicolo anche solo pensarlo.
    Tollerava Nicole ma non avrebbe mai ammesso che la sua presenza lo confortava enormemente, era troppo per un uomo orgoglioso come lui. Era già tanto che avesse deciso di farsi avanti per passare una piacevole giornata in compagnia della ragazza. Avevano già trascorso troppo tempo a rimuginare sull'accaduto delle ultime settimane e non si erano mai presi un momento per esplorare il futuro, un ipotetico futuro in cui forse un segno lo avevano lasciato. Ma non ne era così sicuro.
    Temeva l'incontro con i suoi pro-pro nipoti ma forse neanche ne aveva anche se i cuor suo si augurava che Catarina riuscisse ad avere una propria famiglia un giorno, molto ma molto lontano.
    Lanciò una moneta nel pozzo e scoppiò a ridere alle parole di Nicole che era certo tentasse di spaventarlo. Merlino come hai fatto ad indovinare il desiderio che ho espresso? commentò fintamente scioccato. Non aveva davvero espresso un desiderio ma era qualcosa che gli sembrava giusto, era un'usanza che gli era stata tramandata in gioventù quando ancora gli Stati Uniti erano un ricordo lontano, quando ancora il Regno Unito esisteva solo nei suoi libri. Ricordava di aver incontrato un'anziana signora che gli aveva raccontato quanto portasse fortuna lanciare una moneta in un pozzo, lei gli aveva raccontato che lo faceva da anni e la fortuna alla fine l'aveva ricompensata andandola a trovare e portandole quella figlia che tanto aveva atteso. Una volta gli aveva raccontato che da quando aveva lanciato la prima moneta nel pozzo di paese vicino, il raccolto era sempre rigoglioso, per lei era stato un chiaro segno del potere del pozzo.
    E Alec all'epoca era follemente innamorato di leggende che lo portassero ad esaudire i propri desideri, da bambino desiderava solo incontrare suo padre e forse non era riuscito nel suo intento ma doveva ammettere che alla fine un padre lo aveva ottenuto benché non fosse l'uomo che aveva contribuito a metterlo al mondo. Era stata una vittoria.
    E tanto per la cronaca, sei già il mio peggior incubo commentò dandole un buffetto sulla fronte usando indice e medio della mano destra. Si allontanò leggermente sorridendole sfottente, prima di seguirla presso una bancarella -una delle tante- che vendeva fritture di ogni genere, perché oramai si poteva friggere qualsiasi cosa.
    Grugnì tirando fuori dalla tasca dei jeans scuri il portafogli e tirandone fuori alcune banconote che lasciò nelle mani di un uomo sulla cinquantina, i capelli bianchi e la maglia sporca di unto. Si buttò all'inseguimento di Nicole prima che decidesse davvero di mandarlo sul lastrico. Sappi che non la passerai liscia le disse guardandola male, le braccia incrociate al petto e le sopracciglia aggrottate per dare enfasi alle parole. Sgancia il cibo donna il tono assunse una vena annoiata sull'ultima parola. Comprensibile.
    Le rubò una delle due vaschette -guarda caso aveva ordinato addirittura le più grandi che avessero- e si sedette ad un tavolo in legno.
    Si guardò attorno studiando l'ambiente, c'era qualcosa di sinistro in quel luogo ma ancora non sapeva cosa. Quando erano scesi dal treno non aveva fatto caso a tutti gli sguardi che la gente lanciava nella loro direzione, ma ora che forse non era concentrato sul pozzo e su Nicole, si rendeva effettivamente conto che avevano attirato l'attenzione.
    Non credo siano molto abituati agli stranieri disse avvicinandosi ulteriormente a Nicole dimmi se sbaglio, ci stanno tenendo d'occhio? le chiese a bassa voce quasi a tenere che potessero sentire ciò che si dicevano. Non erano stati gli unici ad essere scesi dal treno ma dovevano avere qualcosa addosso altrimenti non si spiegava gli sguardi, che sguardi non erano. Li stavano proprio tenendo d'occhio quasi a temessero di perdersi anche un singolo movimento.
    Una gioia?
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    Il viaggio in treno era passato in modo abbastanza tranquillo anche se gli occhi a volte le si chiudevano senza che lei se ne rendesse conto, non prendeva un treno da quando era stata catapultata in quella stanza asettica insieme a altri suoi compagni a Hogwarts per scoprire e che avrebbero dovuto combattere e schierarsi in una guerra che a lei non fregava niente.
    Da allora non vedeva suo padre, la scuola, i professori e la sua stanza a scuola che adesso le mancava e non lo avrebbe mai detto prima e si stupì solo ad averlo pensato, ma viaggiare per i mondi non era poi così bello come si poteva pensare.
    Le energie venivano erano sempre meno, ma non era tanto la stanchezza fisica a buttarla a terra, ma più quella mentale, perché sopravvivere a una guerra e ritrovarsi nel lontano futuro non era il massimo per nessuno.
    Aveva avuto la “fortuna” se si poteva dire così di trovare qualcuno di conosciuto con lei per poter passare le giornate cercando di capirci qualcosa e di uscire da lì in qualche modo, non era sola e questo per una volta le piaceva perché almeno non sarebbe stata a deprimersi da sola in un bar magari bevendo alcolici, cosa che non avrebbe potuto bere.
    Una volta scesi la stanchezza se ne andò lasciando spazio allo stupore di un paesino che tutto sommato era abbastanza carino, la gente era davvero troppa e alcuni li avevano iniziato a fissare già da quando erano scesi, ma non se ne era preoccupata più di tanto, erano nuovi ed era normale che magari li scrutassero.
    Ricordami che alla fine di questa storia ti dovrò ringraziare per i posti meravigliosi che mi fai visitare disse ridendo piano e scuotendo insieme la testa perché alla fine un po’ di divertimento ci voleva e avrebbe potuto bere e mangiare quello che voleva, non c’era suo padre e non c’era un prof che le dicesse che era piccola per farlo, a lei non importava e sperava che non lo avesse fatto anche Alec o se la sarebbe vista brutta.
    Non lo sai Alec? Io leggo nel pensiero e so a cosa stai pensando in questo momento...quanto è buona questa frittura disse indicando le loro fritture grandi tra le mani.
    Beh si, ovviamente Nicole non aveva badato a spese perché con i soldi degli altri si fa presto a prendere un sacco di cose senza pensarci, se fossero stati i suoi...beh li avrebbe spesi ugualmente conoscendosi e dato che era una spendacciona #wat.
    Si sedettero poco più avanti un po’ in disparte, ma sempre immersi da un po’ di gente.
    Era talmente immersa nei suoi pensieri -cioè il buon cibo che stava mangiando- che le parole che seguirono di Alec la lasciarono un attimo perplessa alzando un sopracciglio.
    Alzó lo sguardo dalla sua vaschetta -dove la frittura era arrivata a metà da quanto l’aveva mangiata in fretta e fuga- e notò che aveva ragione, quasi tutti in quel posto compreso dei bambini li stavano fissando facendo finta di niente, ma lo stavano facendo.
    Alcuni invece non si stavano preoccupando di metterli magari in soggezione e li avevano puntati e non li avevano mai lasciati con lo sguardo.
    Alec era vicino a lei adesso un po’ di più per poter parlare un po’ a bassa voce senza farsi sentire, prese un’altra frittura e se la portò alle labbra facendo finta di niente per non insospettire nessuno.
    Non ci stanno tenendo d’occhio, ci stanno fissando senza togliere lo sguardo da noi, è...inquietante (?) disse un po’ dubbiosa perchè non sapeva davvero che cosa pensare.
    Di solito quando qualcuno va in un posto nuovo e mai visitato, la gente è sempre molto carina e ospitabile, ti sorridono quando magari incroci il loro sguardo e sono sempre raggianti e solari, ma quegli abitati che stava vedendo adesso non sapevano niente di ospitalità.
    Era strano però..perché si ricordava anche troppo bene che quando il treno si era fermato per farli scendere a destinazione aveva visto dal grande vetro che tutti stavano ridendo e scherzando come una normale festa di paese, arrivano loro e scende il gelo.
    Magari hai qualcosa in testa e ti fissano per questo disse girandosi verso di lui fammi vedere, magari hai un corno da unicorno in mezzo alla testa #wat e iniziando a scombinargli i capelli alla ricerca di qualcosa di strano (?) che magari avesse potuto attirare l’attenzione, ma sapeva che non era Alec ne lei ad avere qualcosa che non andava, ma loro.
    Nessuno rideva più, nessuno mangiava o faceva i giochi della fiera, tutti compresi i bambini erano immobili come statue a fissarli e li si che un po’ di paura iniziò a salire su Nicole anche se non diede a vederlo.
    Si alzò piano dalla panchina invitando Alec a fare lo stesso perché non sarebbe stata un minuto in più in un posto che invece di darle gioia le dava solo un senso di inquietudine.
    Erano venuti per divertirsi no? Avrebbero trovato un altro posto dove farlo, ma non li, forse non li volevano.
    La frittura è ottima, complimenti a chi l’ha fatta, ma se posso darvi un consiglio...fate un corso accelerato sull’ospitalità vi servirà con i prossimi clienti se non volete perdere anche quelli disse a voce alta per farsi così sentire da tutti quelli che erano lì in torno a loro.
    Non le importava che cosa le avessero detto o come si sarebbero comportati, lei li non ci voleva stare un minuto di più, sarebbero andati a divertirsi da un’altra parte.
    Si giró e iniziò a mangiare la sua adorata frittura vedendo che stava quasi per finire, una cosa positiva in tutto ciò c’era, il cibo e per lo più gratis.
    E tu dici che io sono strana, loro sono al primo posto sulla scala della stranezza disse rivolta a Alec guardandolo e alzando le spalle, lei in confronto a loro almeno era simpatica -certo ahaha-
    Si era quasi lasciata alle spalle quel posto da dimenticare e quella gente troppo strana, quando si fermò di scatto pensando che nessuno gli aveva risposto e che nessuno aveva ribattuto alla sua risposta acida e divertente solo per lei forse.
    Si giró e lo stupore si impadronì di lei, al posto delle persone che prima erano immobili come fossero in trance, non c’era nessuno, tutti erano spariti e non c’era il rumore di un’anima viva.
    Okk questo è strano disse buttando la scatola vuota della frittura per terra, tanto non c’era nessuno che cosa le potevano dire.
    Sorrise e guardò Alec volendo davvero andarsene perché una strana sensazione si stava impadronendo di lei.
    Stava per chiedergli a che ora passava il treno che sarebbero andati da un’altra parte, ma un rumore dietro di loro, la fede girare di scatto e entrambi rimasero stupiti.
    Davanti a loro c’erano tutte le persone che c’erano prima alla festa e non erano poche, saranno state una cinquantina come minimo, immobili nessuno non proferiva parola, ma c’era una persona che non aveva ancora visto a quella festa e che era troppo felice con quel suo sorrisino stampato in faccia che già iniziava a farle venire i nervi.
    Benvenuti ragazzi a North Berwick un piccolo paesino della Scozia, ve ne state già andando la festa non è di vostro gradimento? parlò proprio lei, una ragazza che poteva avere si e no una trentina d’anni, capelli neri tirati indietro a formare uno chignon, occhi verdi chiarissimi e sulle labbra un disgustoso rossetto rosso.
    Ci stavamo divertendo tanto, ma sai è ora che torniamo a casa disse pensando che in effetti tra il viaggio è la permanenza lì -da tipo un ora- era quasi l’ora di pranzo.
    Ma no restate, è ora di cena cara e con quelle parole Nicole aggrottò la fronte, cena? Ma se era pieno giorno e con un sole che spaccava le pietre?
    Come non detto nella mano destra della ragazza comparve una bacchetta e Nicole sgranó gli occhi pensando che volesse colpirli, stava per prendere fuori la sua quando lei la puntó in cielo e disse parole senza senso alle sue orecchie e il cielo si oscurò di botto facendo scendere l’oscurità su tutto.
    Era sbalordita perché non aveva mai visto qualcosa del genere e forse era vero che erano stati catapultati nel futuro, magari anche le magie erano cambiate.
    Non mi stai simpatica, ma se ci lasci andare ti prendo un po’ di frittura dai disse sorridendo perché anche in un momento del genere Nicole pensava a scherzare e al mangiare come sempre ovvio.
    Ora basta scherzare, non scherzerai più tra poco e lo vedrai, ci sarà da divertirsi almeno per me.. disse lei ridendo, una risata un po’ metallica e di cattivo gusto.
    Si avvicinò piano a loro e Nicole sentì la bacchetta premerle sul fianco destro, l’avrebbe presa al momento opportuno.
    Guardò Alec e sorrise mettendogli le mani alle estremità del collo.
    Che bel ragazzo, spero non sia il tuo fidanzato perché potrei farci un pensierino sai? disse divertita toccandogli le labbra con un dito che era lustrato di uno smalto rosso sangue.
    Non siamo fidanzati ti pare? la guardò quasi scandalizzata perché davvero erano sul limite del ridicolo.
    Peccato che non durerete e il tuo bel facciano non esisterà più disse rivolto verso Alec e dopo verso Nicole.
    Si tolse di scatto per poi fare un sorrisino e salutarli sparendo in un lampo dietro la folla che ora era cambiata.
    Li stavano guardando in modo assassino e i loro occhi erano rossi sangue, iniziarono a correre verso di lodo con delle bacchette in mano, altri con pistole o altre cose che avevano trovato in casa.
    Ecco che era come rivivere la guerra, ma forse più brutta, ancor una volta.
    Ah Alec...ricordami di non ringraziarti una volta a casa per i posti che mi fai visitare

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