I'm glad it's cold outside again

jade + amalie

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +5    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    790
    Spolliciometro
    +1,509

    Status
    Offline
    «Prima che me ne dimentichi... sai dove siano finiti quegli altri studenti?» A quella domanda di Dakota, non aveva risposto, limitandosi ad un'alzata di spalle. Che cosa avrebbe potuto dire, del resto? Non sapeva nulla. In una qualsiasi altra occasione non si sarebbe preoccupata, ma il timore negli occhi di Barry la notte passata insieme l'aveva visto, evidente come quello che aveva letto per giorni negli occhi del ragazzo durante i giorni di missione a Beauxbatons.
    E poi l’aveva abbandonata anche lui.
    Quando aveva visto comparire sulla schermata del suo nuovo cellulare, preso per mettersi in contatto con gli altri bloccati in quel futuro alternativo, nella pratica usato soltanto per appagare la dipendenza da pinterest (aveva reso pubblica la bacheca per Erin prima di venir rapita all'improvviso? Sperò di sì. In tutto quel trambusto, non ricordava di averlo fatto o meno) il nome di Sunday DeThirteenth, aveva dimenticato per un attimo come si facesse a respirare, perché sapeva che in condizioni normali il ragazzo non l'avrebbe mai contattata.
    Cosa diavolo era successo?
    Erano passati giorni, ed ancora non era stata in grado di trovare una risposta: colazioni nella cucina di Olivander, in quella casa che era l’unico posto sicuro in cui stare, passate a sorseggiare caffè mentre con Dakota o Sandy tentava di capire dove fossero finiti gli altri, pomeriggi trascorsi a vagare da sola per strade che conosceva da una vita intera ma che non potevano esserle più estranee di così, sere chiusa nella sua stanza a non poter fare altro che passare in rassegna quelle foto strappate ad una vita che non le apparteneva più, ma che ingenuamente aveva quasi creduto di poter rimettere in piedi, a modo suo. E credeva di essere abituata alla solitudine, Amalie Shapherd: cresciuta in una casa dove sapeva di non esser benvoluta, aveva dovuto imparare fin da piccola a cavarsela da sola e a contare soltanto su sè stessa. Non aveva mai avuto una famiglia amorevole alle spalle, niente papà ad insegnarle ad andare in bicicletta o mamma a spazzolarle i capelli prima di andare a dormire: aveva imparato a sistemarsi tutto da sola, prima del tempo. Vivere in silenzio, non far trapelare le proprie emozioni, era sempre stata l'unica realtà che avesse mai conosciuto, l'unica che sentisse propria.
    Fino ad ora.
    Non si era nemmeno resa conto di quanto fosse cambiata, di quanto la vicinanza ad Erin, Maeve, Al e Dakota avesse significato per lei. E, inevitabilmente, di quanto Barrow Cooper contasse nella sua vita. Non se n'era accorta sul serio, ma quella consapevolezza l'aveva investita nel momento in cui gli erano stati portati via. Perché quando si era trovata costretta a stare senza di loro aveva capito che, in fondo, alla solitudine non era poi così abituata come credeva. E il silenzio che aveva sempre considerato il suo elemento naturale, iniziava ora a pesarle come un macigno sul petto.
    Perché era in quei momenti in cui si ritrovava da sola in stanza che i pensieri la investivano più del solito, intrappolandola in una rete infinita di preoccupazioni: stavano bene? Erano stati rapiti? Che poi, perché mai avrebbero dovuto rapirli? Non riusciva a trovare un senso a quella situazione, eppure non poteva stupirsene più di tanto: un senso vero e proprio non l'aveva mai trovato, fin da quando si era risvegliata in una stanza asettica, nel bel mezzo di una grotta senza uscite, lì dove tutto era andato peggiorando minuto dopo minuto. O forse avevano trovato un modo per tornare a casa?
    No, non l'avrebbero mai fatto lasciando tutti gli altri indietro. «vero poo?» lanciò un occhiata al piccolo criceto che la ragazza aveva battezzato in onore di winnie (l'orso della disney eh, non la figlia amery #wat). L'aveva trovato il giorno prima, mentre era uscita per prendere una boccata d'aria fuori da quella casa: quando aveva incrociato gli occhi dell'animaletto, fermo a fissarla dal davanzale della finestra, non aveva resistito e l'aveva portato dentro, guadagnandosi la sua fiducia dandogli un sacco di semi di girasole, come solo anni a guardare le puntate di Hamtaro avrebbero potuto insegnarle.
    Era finita a parlare con un criceto, Amalie Shapherd. Capite quanto stesse messa male? Per anni aveva intrattenuto discorsi lunghissimi con Eskild, angosciandolo con i suoi problemi esistenziali o semplicemente raccontandogli le minime sciocchezze, ma il suo gatto lo conosceva da una vita intera, ed considerava normale parlargli dato che per anni era stato praticamente l'unico essere vivente ad accorgersi della sua presenza, nelle lunghe giornate della sua infanzia trascorse nella villa dei suoi.
    Sua, ormai, quella casa non la sentiva più.
    O forse non l'aveva mai fatto sul serio.
    Ed alla fine decise di uscire da quella stanza, in cui aveva passato fin troppo tempo da quanto era arrivata lì, e si ritrovò a camminare per le vie di diagon alley, senza una meta precisa, con le braccia incrociate e strette al petto per tentare di sentire meno freddo, mentre sbuffava un lamento dopo l'altro da sotto la sciarpa, come «perché si gela sempre così tanto??» incurante del fatto che qualcuno avrebbe potuto sentirla e prenderla per matta, parlando da sola. Poco le importava dei giudizi di quelle persone: quella non era la sua, di comunità magica, e dell'opinione dei maghi di quella sorta di universo parallelo se ne faceva ben poco.
    O forse solo della maggior parte di loro: perché quando vide sbucare dalla via di fronte a lei Jaden Beech, la ragazza smise subito di lamentarsi tra sé e sé, sentendosi spaesata per un attimo. Si era talmente abituata a osservare l'immagine della zia nelle foto che Kieran le aveva dato, il volto sorridente mentre cingeva con le braccia mabel e gwen ancora bambine, e vederla di nuovo in carne ed ossa le fece un certo effetto, così da non riuscire a trattenersi. Fu più forte di lei.
    «Jaden?..» e poco le importava se la Beech di quell'universo non aveva mai visto Amalie in vita sua: valeva sempre la pena tentare.
    Magari sarebbe stata in grado di darle qualche informazione su Maeve, o persino su Erin.
    Magari aveva fatto di nuovo l'ennesimo buco nell'acqua.
    O magari sarebbe riuscita, inconsapevolmente, a farla sentire un po' più a casa.
    17 y/o | raven
    Amalie Shapherd
    kind heart



    [per erin] Ha mai partecipato alla missione? (quella della quest #07)

    :pray: :pray: :pray: :pray: :pray: :pray: :pray:
    (dubito sia una domanda anche lontanamente utile)(un tempo cecilia ne aveva in mente di belle)(un tempo)(ora il tempo è passato e lei le ha dimenticate tutte)


    Edited by (kind)le - 3/3/2018, 16:08
     
    .
  2.     +4    
     
    .
    Avatar

    I hope karma slap you in
    the face before I do

    Group
    Special Wizard
    Posts
    369
    Spolliciometro
    +471

    Status
    Offline
    i am not mature enough for this shit
    gets turned on by danger
    jaden-beech.au
    1996's | rebel
    light bending
    16 december 2017
    «Ora è un po' una merda, ma immaginalo pulito, con... cose, e... gente in camice» Allargò le braccia, la bionda, gesticolando in giro a caso; non sapeva neanche bene lei come spiegarsi, ma vedeva quello che quel luogo sarebbe potuto essere, quello che lei sarebbe potuta essere. Non si sentiva così iperattiva da mesi, forse anni; anche nelle sue migliori serate al bar con i suoi amici, o nelle più belle notti di sesso con Euge, aveva mai emesso tanta positività. Era sempre stata una ragazza all'apparenza allegra e superficiale, che si emoziona per le più minuscole cose belle, ma c'era qualcosa di diverso in quel piccolo grande progetto; c'era speranza, c'era fiducia. C'era l'idea di star facendo qualcosa, e qualcosa di importante.
    Prima che Maeve glielo facesse notare meno di una settimana prima, Jaden neanche si era mai resa conto davvero di avere un vuoto dentro, eppure ora capiva che era così; la sua felicità non era piena da anni. Da quando si era diplomata la sua vita era stata un'inutile susseguirsi di nulla, un ciondolarsi da qui a lì senza sapere cosa volesse davvero da se stessa o dal mondo. Non aveva particolari sogni nel cassetto, non aveva particolari talenti da coltivare, e non aveva un vero e proprio ideale - persino nella ribellione ci era entrata soltanto per seguire le persone che amava, senza perderci troppo a sperare di poter fare la differenza.
    «fai qualcosa, jade. Cambia la storia»
    Sua sorella non era stata la prima persona a dirle di fare qualcosa (avesse ricevuto una sterlina per ogni volta in cui sua madre le aveva detto che era una nullità e doveva rimboccarsi le maniche, sarebbe stata schifosamente ricca - abbastanza da poter superare l'eredità da cui era stata tagliata fuori dopo essere "scappata" di casa), ma era stato il modo in cui Maeve le aveva parlato a convincerla a chiedere, solo il giorno dopo la loro chiacchierata, il permesso di usare il laboratorio per qualche esperimento. La Winston non le aveva detto di fare qualcosa perchè non stava facendo niente. Le aveva detto di fare qualcosa convinta che Jade fosse in grado di farlo, senza porre il minimo dubbio nelle proprie parole. Da quand'era che la gente credeva in lei così spassionatamente? Da quand'era che Jade stessa credeva in sè così spassionatamente?
    Forse avrebbe finito per deludere anche Mae (era un po' il suo talento, deludere le persone), ma le piaceva credere che almeno questo progetto sarebbe riuscita, grazie alla sorella, a portarlo avanti. Vedeva uno scopo, vedeva finalmente una propria utilità. Vedeva un'azione che avrebbe potuto davvero cambiare le sorti del genere in umano. Non era semplice azione di guerriglia, era un piano, finalmente, e aveva già messo giù una o due idee su come procedere sia a breve che a lungo periodo.
    Continuò con la spiegazione guardando l'uomo, gli occhi azzurri a luccicarle febbrili. «Questa sarà la mia postazione, Maelinda lavorerà qua, e- ti sei distratto. Non distrarti» Jaden seguì lo sguardo di Eugene già sentendosi leggermente offesa per la sua mancanza di interesse, ma sorrise soddisfatta rendendosi conto di cosa lui si fosse incantato a guardare. Come dargli torto. «Oh, vedo che hai notato il pezzo forte» si schiarì la voce. Avesse avuto un cellulare a portata di mano, avrebbe fatto partire la musichetta di SuperQuark «Natiche in grigio, carne su fotocopiatrice, Jaden Beech, Quartier Generale di Londra» tutti gli uffici avevano la fotocopia di un paio di chiappe, andiamo, altrimenti non era un ufficio, era solo un'anonimo spazio random!!!& ciao sanico Voleva iniziare bene quell'avventura.
    «Gesù, Beech»
    «Bel nome per un bambino. Gesù Beech» Mentre Euge tornava a guardarla con un sopracciglio sollevato (che, lei lo sapeva, stava a significare insieme "ti prego chiudi quella bocca" ma anche "come ho fatto a innamorarmi di te") Jade allargò le mani in aria, facendo apparire in aria una piccola insegna luminosa lampeggiante. A volte amava così tanto il proprio potere. «Jesus Jenkins Beech»
    «No.»
    «JeyJeyB. Ha già il nome da rapper»
    «Non chiameremo mio figlio JeyJeyB»
    Spallucce «Ok» Jade abbassò lo sguardo sorridendo, una mano sulla pancia. «Troverò un'altro nome super fiko per te, piccolo raggio di luce» Iniziava ad abituarsi all'idea della gravidanza, e quasi non si chiudeva più in bagno per gridare vocali random al solo scopo di sfogarsi su quanto non fosse pronta per una responsabilità del genere (lei, che era ancora essa stessa una bambina).
    In ogni caso.
    «Quindi? Cosa ne pensi del laboratorio? Nathan ha detto che sarebbe felice qualcuno lo usasse di nuovo»
    Non lo disse ad alta, ma aveva disperatamente bisogno che Euge approvasse; non solo perchè sarebbe stato lui a doversi sorbire i racconti di giorni e giorni di esperimenti quando lei fosse tornata a casa, ma perchè era Euge, e a volte questo bastava.
    «E' interessante»
    Gli occhi di Jaden si illuminarono. Ecco, ora che aveva anche il suo sì, poteva davvero essere sicura di star facendo qualcosa di importante. "Lo faremo davvero. Funzionerà. I maghi non dovranno più essere sottomessi" ripensò alle parole di Maeve dell'altro giorno, quando le aveva ricordato com'era stata Jade; da qualche parte fra i diciassette anni la Beech si era persa, e solo adesso stava ritrovando la strada per se stessa «Farò uno spazio ricreativo per JeyJeyB»
    «Mio figlio non entrerà qui col rischio che tu lo faccia saltare in aria con qualche strana pozione»
    Allargò il sorriso «Quindi riconosci JeyJeyB come tuo figlio»
    «Cristo, Beech»
    «Gesù Cristo Jenkins Beech pare un po' esagerato persino a me»
    «Ti odio»« <b>«Awwwwww» Prima di uscire dal laboratorio Jaden si sollevò in punta dei piedi per scoccare un bacio a Euge (lasciandogli, per quella volta, gli occhiali sul naso cosa? Euge!au ha gli occhiali? sì dai - avrebbero giocato un'altra volta al nerd e alla scienziata sexy) «Ti amo anch'io, Eugebello»
    that's amore eubeech



    Respirava dalla bocca dentro la sciarpa, una tattica per tenere questa calda e, con essa, riscaldarsi metà viso. "Nella prossima vita voglio il potere del calore" si potrebbe pensare che la manipolazione della luce dia anche il controllo sulle cose calde (visto che luce uguale sole - o lampadine surriscaldabili) e invece SURPRISE MOTHERFUCKER. Jaden Beech si congelava per le strade di Diagon Aley come qualsiasi altra anima peccatrice a metà dicembre. Un po' di più, anzi, perchè aveva rischiato l'ipotermia improvvisando una battaglia a palle di neve con dei bambinetti che si erano rivelati diavoli. Come poteva saperlo che uno di loro era un criocineta, oppure che giocare senza guanti fosse un'idea del cazzo? Lei, povera santa donna, che era uscita per rimpinguare il minifrigo del suo nuovissimo super bel laboratorio e fare una sorpresa a Mae. Lei, che aveva speso metà dei suoi averi nella bottiglia di champagne più sciccosa solo per far felice la sorella, sua nuova socia (considerando che lei MEH non avrebbe neanche potuto bere causa JeyJeyCB)!
    «Jaden?..»
    Alzando lo sguardo, aggrottò le sopracciglia «Mini bionda?» Accelerò il passo attenta a non far sbattere troppo fra loro le buste, intenta ad avvicinarsi alla ragazza; prima di lasciarle il tempo di ribattere la strinse in un abbraccio, come avrebbe fatto con qualsiasi amica. Le scoccò un bacio sulla fronte prima di staccarsi - che Amalie fosse una super badass oppure no, il saluto standard Beech non glielo toglieva nessuno (soprattutto ora che aveva gli ormoni della gravidanza a palla). Jaden aveva vissuto anni al QG, e considerava famiglia chiunque avesse condiviso questa casa con lei anche se per poco tempo. Anche se adesso - a conti fatti - la Beech conviveva con Eugene (o meglio, si era impiantata stabilmente nel suo appartamento senza invito e l'uomo non l'aveva scacciata), il quartier generale sarebbe stata sempre un po' casa sua «Cosa ci fai in giro? Fa un freddo fottuto» non precisò che non fosse una bella idea girare da soli; la biondina doveva saperlo meglio di lei. «Stavo rientrando alla base. Ti accompagno a casa?» Again, molesta come al solito, non la lasciò rispondere: le mise semplicemente in mano una delle buste. Sks si aiutano le donne incinta, non puoi mica dire di no.


    post inutile CIAUZ
     
    .
  3.      
     
    .
    Avatar

    darling, didn’t you know?
    souls like yours were meant to fall

    Group
    Professor
    Posts
    15,098
    Spolliciometro
    +6,692
    Location
    Tralee

    Status
    Online
    Madonna che scema volevo rispondere con erin facendo la figa e mi sono dimenticata.


    SI HA PARTECIPATO ALLA MISSIONE scusa il ritardo jebdjs :flower:
     
    .
  4.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    790
    Spolliciometro
    +1,509

    Status
    Offline
    Era strano, sapete? Vivere una vita intera convinti di esser in grado di cavarsela con le proprie forze e poi dover fare i conti con la realtà dei fatti. Dover ammettere quanto le cose fossero cambiate, quanto lei fosse cambiata. Non se n'era accorta, Amalie Shapherd, fino a quei giorni: perché era stato un processo graduale, il suo. Credeva che un'infanzia vissuta praticamente senza nessuno accanto l'avesse resa pronta e intoccabile da situazioni del genere: cos'erano del resto quei giorni passati praticamente sempre sola tra le mura della casa di Olivander, eccezion fatta per le chiacchierate con Dakota e sporadici e veloci scambi di informazioni con Sandy, quanto tra le mura di villa Shapherd era cresciuta praticamente allo stesso modo? Persino più sola, in realtà, visto che l'unica compagnia di cui disponeva erano i suoi libri ed il suo gatto.
    Ma poi era arrivata ad Hogwarts, ed aveva capito il vero valore della vicinanza delle persone: fino ad allora infatti non aveva mai sperimentato sulla propria pelle cosa significasse avere qualcuno che tenessero a lei sul serio.
    E Jaden Beech era una di loro.
    «Mini bionda?»
    Si ritrovò stretta tra le braccia della ragazza ancor prima di rendersene effettivamente conto, e di rimando ricambiò quell'abbraccio. Per un attimo le sembrò di esser tornata alla normalità di tutti i giorni, al suo, di 2017: Jade era la prima persona che incontrava in quell'universo che fosse simile alla versione del suo, di mondo. Inutile negarlo: anche se erano passati ormai giorni, lo sguardo vuoto e distante di Jess non era ancora riuscito a toglierselo dalla testa, nonostante era andata a parlare con la ragazza ben consapevole delle possibilità che le si paravano davanti. Però, esser consapevoli di qualcosa idealmente era ben diverso dal sperimentarlo sulla propria pelle, e dunque per quanto conscia del rischio, l'incontro con la Goodwin l'aveva colta comunque impreparata.
    E lo stesso rischio l'aveva appena corso con Jade, e perciò riuscì finalmente a rilassarsi vedendo la reazione della Beech, tirando un lieve sospiro di sollievo quando avvertì le labbra della ragazza a posarsi sulla fronte di Amalie, scoccandole un veloce bacio.
    «Cosa ci fai in giro? Fa un freddo fottuto» Sarebbe stato bello poterle dire tutta la verità.
    Cerco Erin Chipmunks, la conosci? Magari potresti aiutarmi a trovarla, sarebbe una cosa carina da fare insieme. Sai, sto cercando di trovare un modo per andarmene da qui così come hanno fatto Maeve, Al e Barry. Ah giusto, tu non puoi saperlo, ma questa per me è solamente una versione distorta e sottosopra di quello che è in realtà il mio mondo. Sai come ci sono finita? Mi sono risvegliata in uno strano posto sotto terra, poi il cappello parlante mi ha spedita in Francia a combattere tra le mura di Beauxbatons, ho ammazzato per la prima volta qualcuno ed è stata l'esperienza peggiore della mia vita, ho anche insultato qualche soldato di dragomir vasilov in russo e quello è stato carino da fare, ah ho anche baciato barry ed è stato decisamente bello, ma non credo proprio di poterlo confessare al ragazzo perché non penso provi le stesse cose: sai, forse per lui è stato un gesto dettato dalla paura di poter morire il giorno seguente, mentre per me è stato molto di più. Ma non è che posso ammetterlo davanti a lui, sia chiaro, non riesco nemmeno ad ammetterlo a me stessa. Ah ma mi sono dimenticata la news più scottante! Sapevi di essere mia zia? Eh già, vengo dal futuro e sono la figlia di Maeve ed Al. Sciokkante, vero? Ecco cosa sto facendo in giro, rifletto sulla mia vita che è diventata un tremendo casino.
    Ma sfortunatamente non le poteva dire, tutte quelle cose. E così.. «Ero andata a riportare un libro in biblioteca» In cuor suo aveva la certezza che le amalie di qualunque linea temporale condividessero la passione della lettura: era alla base del suo dna, quello. «Stavo rientrando alla base. Ti accompagno a casa?» Mh? Che cos'era la base? E soprattutto, perché era casa sua?? Non ebbe il tempo di controbattere nulla, Amalie, e così non poté uscirsene con qualche scusa per dileguarsi lentamente dalla piega che aveva preso quella situazione dato che Jade le mise in mano le buste della spesa. L'avrebbe aiutata in ogni caso eh, ma ancor di più visto il pancione della ragazza. «grazie mille! sai quanto odio dover girare sola - amalie!au lo odiava? Sperò di sì -..è che oggi nessuno aveva voglia di venire con me»
    Gesù, in che guaio si era appena cacciata?
    E se si fossero imbattute nella vera Amalie di quell'universo? Dopotutto Jade la stava portando a casa sua.
    Restava una sola cosa da fare.
    Strategia? Strategia.
    jay (26)-> joey + sandy
    darden (3)-> gwen + julian
    julian (4)-> julian + sersha
    gemes(6)-> bj + joey
    sandy (14)-> sandy + shia
    cj(7)-> cj + sersha
    run(17)-> shia + cj
    bj (1) -> bj + gwen
    E così iniziò a camminare al fianco della Beech, tra le fredde strade di Diagon Alley. Ad amalie serviva disperatamente un modo per ottenere informazioni da Jade in modo velato, senza destare sospetti. E la busta che la bionda le aveva dato era l'unico punto di partenza di cui disponeva. «Champagne, uh? Qualcosa di bello da festeggiare?» E magari sarebbe sembrata la più grande idiota dell'universo se quella bottiglia era stata comprata per qualcosa che lei teoricamente era scontato che sapesse, ma preferiva sembrare un po' interdetta piuttosto che brancolare al buio come in quel momento. Jade aveva parlato di base, ed Amalie non aveva la minima idea di che posto potesse essere.
    17 y/o | raven
    Amalie Shapherd
    kind heart



    [per erin] possiede una bacchetta magica? :hero:
    palesemente l'ho ciccata anche questa volta
     
    .
  5.      
     
    .
    Avatar

    we'll be together again

    Group
    Neutral
    Posts
    429
    Spolliciometro
    +746

    Status
    Offline
     
    .
  6.     +4    
     
    .
    Avatar

    I hope karma slap you in
    the face before I do

    Group
    Special Wizard
    Posts
    369
    Spolliciometro
    +471

    Status
    Offline
    i am not mature enough for this shit
    gets turned on by danger
    jaden-beech.au
    1996's / rebel
    light bending
    16 december 2017
    Il braccio era abbandonato a circondare le spalle della mini bionda (che mini più tanto non era, visto che ormai superava - anche se di poco - la beech) per cercare dalla vicinanza di lei di scaldarsi, lo sguardo era rivolto in avanti verso la strada, apparentemente con noncuranza ma in verità vigile per assicurarsi che nessun passante troppo curioso stesse prestando attenzione alle due; forse per questo motivo, ovvero perchè era presa a guardare a altro, non notò lo sguardo tormentato di Amalie, le parole che le stavano passando davanti e che un osservatore attento avrebbe colto non dette sulle sue labbra; o forse Jaden Beech era solo un po' (tanto) stupida, e a certe cose lei non faceva caso, preferendo vivere un'esistenza serena senza troppe paranoie mentali (una volta Eugene le aveva detto che era profonda come un acquario; lei aveva sorriso allegramente e con una certa ingenuità «Gli acquari rendono felici e bambini e sono belli e colorati!» lasciandolo confuso).
    «Ero andata a riportare un libro in biblioteca»
    Annuì leggermente, Jaden. «E' quello che ci aveva consigliato Maeve?» Aveva sempre preso Amalie come lei per una persona più d'azione che da salotto, ma sapeva quanto potessero essere lunghi i pomeriggi al quartier generale quando non ci sono missioni in programma (e quando non hai un Jenkins a cui rompere le palle); lei in primis non si reputava una lettrice accanita (giusto fumetti e qualche titolo leggero equivalente letterario nel cinema a "commedia trash e clichè ma sempre divertente"), ma le piaceva sentirsi raccontare le storie preferite dei suoi amici, almeno quanto le piaceva addormentarsi cullata dal suono della voce calda di Euge che leggeva ad alta voce uno dei suoi noiosissimi libri da uomo serio e adulto, la testa posata sul suo petto mentre lui, distrattamente, le accarezzava i capelli.
    «Grazie, sai quanto odio dover girare sola...» La special aggrottò le sopracciglia, continuando a camminare. Lo sapeva? «è che oggi nessuno aveva voglia di venire con me»
    Ma pensa «Ah» Non si finisce mai di imparare, eh? «Prego!!11» #neldubbio poi oh, chi era lei per dire di conoscere al cento per cento una persona?? Se Amalie diceva di odiare girare da sola per Londra, doveva essere così; neanche Jade ne andava matta (sebbene corresse assai meno rischi della Shepard): anche se la strada dal negozio al QG non era lunga, era molto più divertente tornare a casa con un'amica, obv, ed era solita chiedere a chiunque di uscire con lei; se non c'era nessuno, mesaggiava infinitamente le sorelle o gli amici finchè non le rispondevano facendole compagnia. Se si era ritrovata da sola a fare incetta di viveri era solo per l'inaugurazione a sorpresa del suo nuovo e bellissimo laboratorio (mica poteva caritare in giro compagnia se era a sorpresa, no?? Maeve rischiava di dirle "vengo con te". Aver incontrato Amalie era una specie di dono del cielo). E a proposito di novità: «Hai tagliato i capelli?» forse era un'impressione dovuta al freddo, a com'era imbacuccata la biondina (????) (in vestiti della sua taglia OMG CHI SI DOVEVA SPOSARE, IDEM CI NASCONDI QUALCOSA???), ma le pareva ci fosse qualcosa di diverso in lei. Staccò il braccio da amalie, superandola di un paio di passi e osservandola camminando all'indietro per un paio di passi «Ti vedo... diversa»
    Prima di andare a sbattere contro un palo, le tornò al fianco, non senza lanciarle occhiate incuriosite. Diversa non in senso negativo per forza, ma più... infantile? Possibile? Jaden era abituata ad una Amalie ribelle, che sa badare a sè molto più di quanto Jaden, pur più grande di qualche anno, sapesse prendersi cura di se stessa. Che la neve avesse risvegliato l'infanzia della ragazza? (????)
    «Champagne, uh? Qualcosa di bello da festeggiare?»
    «UUUUUUUUUUHHHH» Si allargò in un sorriso «E me lo chiedi?» Restò in silenzio, aspettando che Amalie facesse intendere di aver capito. Non diede segni di sorta. «... E' per il laboratorio. Sai, quello che io e Mae rimetteremo a nuovo...? Trovare un modo per dare la magia dei maghi agli Scelti e agli Eletti, e viceversa...? te ne ho parlato» strinse lo sguardo, dubbiosa «credo. Non l'ho fatto? Forse no. La gravidanza mi manda fuori di testa. Sono tutte quelle vitamine» una scrollata veloce di spalle «Ora lo sai. Mia sorella mi ha fatto pensare che dovevo trovare uno scopo, fare di più... qualcosa del genere, ora non ricordo le parole esatte. Quindi: laboratorio dismesso rimesso a nuovo! BOOM! La chimica mi è sempre piaciuta; sai, esperimenti, far esplodere le cose, il fuoco colorato aggiungendo sali strani... so che non si direbbe, ma adoro la medicina e la scienza e tutte queste cose qui.» shokkante davvero, a vederla da fuori, ma le menti più geniali (??????????) si nascondono nelle persone più insospettabili; e poi, avrebbe sempre avuto il saggio Eugebello con i suoi occhiali da persona intelligente ad aiutarla, nonchè sua sorella. Alzò leggermente la busta. «Questo è per festeggiare. Champagne per Mae, succo per me e JBaby, qualche altra cosa da aggiungere al minifrigo per tutte le volte che vorremo sbattere la testa e arrenderci... puoi favorire ogni volta che passi, ovviamente. Anzi, se vuoi partecipare al nostro super mega progetto fikissimo, la porta è sempre aperta» si voltò per sorriderle calorosamente, la mano libera alzata in un segno di vittoria a caso ma molto swag. Aveva parlato veloce, emozionata, e ora si ritrovava con le guance arrossate dall'eccitazione. Il suo entusiasmo era palese, e sperava anche un po' contagioso: avrebbero avuto bisogno di tutto l'aiuto possibile per raggiungere l'obiettivo


    gotta catch star all #wat
     
    .
  7.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    790
    Spolliciometro
    +1,509

    Status
    Offline
    «Ti vedo... diversa» Merda
    Houston, abbiamo un problema
    Che poteva dire a Jade per dissimulare la cosa?? Insomma, doveva mascherare il fatto di esser una persona completamente diversa dalla ragazza che conosceva la Beech, anche se d'aspetto erano due gocce d'acqua. Ma poi...i capelli lunghi? Seriously, AU!Amalie? La Shapherd non portava i capelli al di sotto della spalla da quando aveva circa sette anni, cioè da quando sua zia le aveva detto che, testuali parole, le fanciulle dovevano portare i capelli lunghi come simbolo di eleganza e femminilità: inutile dire che a quell'affermazione l'ancora bambina Amalie era corsa in bagno e li aveva tagliati con le forbici da cucina. Ed i suoi genitori non si erano nemmeno presi la briga di portarla da un parrucchiere per sistemare il disastro, o anche solo raggiustarglieli loro, e così Amalie aveva avuto un taglio di capelli tremendo per circa due settimane, finché non era andata a casa della nonna che, vedendola in quello stato, l'aveva portata dal parrucchiere ancor prima che la piccola riuscisse a metter piede in casa.
    Così fece la cosa più intelligente, per non rischiare di mettersi ancor di più nei casini: saltò a pie pari quel commento, facendo finta di non averlo sentito, per concentrarsi sulla bottiglia di champagne nella busta di Jade.
    E come tattica sembrò funzionare, dato che la domanda che fece a riguardo distolse la Beech dalle sue osservazioni su Amalie. O almeno, così sembrava.
    «UUUUUUUUUUHHHH e me lo chiedi?» La ragazza la osservava come se non ci fosse nient'altro d'aggiungere, così che Amalie non sapeva bene come reagire: poteva dirle di esser caduta dalle scale quella mattina, essersi danneggiata la pare del cervello in cui aveva sede la memoria recente e per questo aver iniziato a soffrire di piccole amnesie? O forse sarebbe stato meglio passare per disinteressata ed ammettere di non ascoltarla mentre parlava? Sinceramente non sapeva quale opzione fosse peggiore. Così, anche questa volta, si limitò a fissarla con quella che probabilmente sembrava la faccia di un cucciolo smarrito. O una totale ebete, ad esser sinceri. Chissà se AU!Amalie si impasticcava: in quel caso avrebbe potuto tranquillamente dare la colpa alla droga, così come facevano i suoi amicissimi freaks per giustificarsi ogni volta che non capivano una cippa di ciò che gli accadeva intorno.
    Forse era arrivato anche il momento per Amalie di calarsi qualcosa così, giusto per affrontare tutta quella situazione. No skst, non l'avrebbe mai e poi mai fatto, ma le sarebbe piaciuto vedere la faccia di Sandy davanti ad una simile richiesta della Shapherd: non l'avrebbe mai creduto possibile, Amalie, eppure il ragazzo in quei giorni si era guadagnato lo status speciale - e temporaneo - di bff forevah. Del resto era l'unico, insieme a Dakota, a non averla lasciata indietro. (EH MAMI E PAPI, EH BARRY) O almeno, così credeva: non poteva saperlo Amalie, che da lì a qualche ora?giorno? anche Sandy se ne sarebbe andato via per andare a cogliere barbabietole.
    «... E' per il laboratorio. Sai, quello che io e Mae rimetteremo a nuovo...? Trovare un modo per dare la magia dei maghi agli Scelti e agli Eletti, e viceversa...?» Non sapendo bene cosa fare, Amalie iniziò ad annuire facendo una serie di «ahh» e «giusto!» concludendo con un «non ci stavo proprio pensando, che sbadata!» sperando di poter contare sui suoi biondissimi capelli per giustificare il tutto. In diciassette anni di vita, la ragazza non era mai passata per scema nonostante sembrasse essersi rovesciata una boccetta d'acqua ossigenata in testa : era stata l'eccezione che conferma la regola, Amalie.
    Fino a quel giorno, perlomeno
    «Anzi, se vuoi partecipare al nostro super mega progetto fikissimo, la porta è sempre aperta» Beh, unirsi ad un progetto di cui non aveva capito nulla in un universo alternativo al proprio non era certo il massimo, anche perchè non sarebbe durata un giorno senza farsi scoprire: già dopo dieci minuti con Jade la sua copertura rischiava di saltare. Però, per un attimo, Amalie pensò che le sarebbe piaciuto lavorare al fianco di sua mamma e sua zia, anche se non erano le sue, di Jade e Maeve. «sarebbe davvero bello solo che...- questo non è il mio, di 2017, e da qualche parte qui fuori c'è la copia esatta di me stessa che sarà molto perplessa se mai mi vedrà -...non saprei come aiutarvi»
    Mano a mano che camminavano verso una destinazione completamente ignota per Amalie, la ragazza iniziò a sentirsi sempre più a disagio ed avere più paura un passo dopo l'altro: non sapeva cosa sarebbe accaduto se l'avessero scoperta. Poteva spiegare tutto? In fondo si fidava di Jade, in qualunque universo, e forse l'avrebbe compresa.
    Ma la Shapherd preferiva limitare i danni il più possibile: perché era uscita da Olivander sola? L'avevano ripetuto milioni di volte, dal loro arrivo, di non farlo. «Forse...forse dovrei tornare a scuola, sarebbe meglio» Ancora si chiedeva il perché la Beech non avesse fatto alcun commento a riguardo: che ne poteva sapere, Amalie, che la sua versione in quel mondo Hogwarts l'aveva abbandonata anni prima, nel momento in cui aveva deciso di scappare e rompere ogni legame con gli Shapherd. Ma vabbè dai, la frase della ragazza poteva pure esser interpretata come una riflessione sulla vita in generale, no?? Meh, più o meno
    17 y/o | raven
    Amalie Shapherd
    kind heart


    [per erin] anche qui si considera figlioccia di keanu?
    (guardate come sbaglio pure questa :perv pat pat: ) (ma non ho davvero idee :eminem: )
     
    .
  8.      
     
    .
    Avatar

    we'll be together again

    Group
    Neutral
    Posts
    429
    Spolliciometro
    +746

    Status
    Offline
    :too precious: ceci mi sento così in colpa AMALIE PERDONAMI GIURO CHE RIMEDIERò
     
    .
7 replies since 22/2/2018, 18:30   368 views
  Share  
.
Top