don’t act like you know me

indagini: sersha + ritter

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    sersha kavinsky
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    L’ idea che Barrow Sr. sarebbe potuto apparire magicamente da dietro un angolo, bottiglia di tequila in una mano e un cucciolo nell’altra, in quel momento non le sembrava così geniale come aveva creduto il giorno prima. Quasi aveva sperato di trovarlo in quel canile, quando invece nessuno sembrava averne mai sentito parlare. Bene, quello era sicuramente un ottimo punto d’inizio, non era come se avesse sprecato il pomeriggio con l’amiketta di Barry. «senti, bj» iniziò, tentando di avvolgere il braccio attorno alle spalle del rosso – spoiler: non ci riuscì – per portarlo vicino a sé, o per meglio dire, osservare le sue cespugliose sopracciglia «gliela diamo una spuntata ai cespugli?» sollevò le dita a indicare i due mostri, gli occhi di chi ne ha viste tante e il sorriso di chi le ha potate tutte. Esatto, in preda alla noia più assoluta, la Kavinsky si stava offrendo di rendere quei due bruchi qualcosa di più umano, così che potesse finalmente guardarlo in faccia senza sentirsi male. Fosse stato un metamorfo, non avrebbe avuto di quei problemi, peccato che non tutti potessero essere bllximi come lei. «perché dovresti? Mi sembrano apposto» seguì lo sguardo di BJ, per accorgersi che stava parlando dei cespugli al lato della strada. Sospirò, chiedendosi per l’ennesima perché i genitori del ragazzo non avessero abortito, deliziando invece il mondo con un’ancora più demente Pippi Calzelunghe. Poteva anche amarlo, ma ciò non toglieva il fatto che alle volte non aveva idea di come funzionasse il suo cervello - male, senz’altro male. «io non….lascia perdere. Joey, te hai risolto qualcosa ieri?» ruotò le iridi cristalline sul biondo, stringendosi nella giacca nel tentativo di ripararsi dal freddo. Così come lei stava cercando sua madre e suo madre, anche il Moonarie aveva deciso di stalkerare qualcuno, così, per impiegare il proprio tempo in qualcosa di futile. Mia madre, strinse la labbra, ripensando a come fosse scivolato così facilmente tra i suoi pensieri, da come ormai accarezzava quel nome da giorni. Non le sarebbe dovuto fregare un cazzo di un paio di persone che non sarebbero mai divenuti ciò che voleva, peccato che le piacesse vedere quella piccola scintilla di speranza soffocata sotto la suola di una scarpa griffata. «meh, ho solo fatto un giro a cazzo» «la prossima volta ti smollo la sheperd, almeno fai qualcosa» cosa dovesse fare, non le era chiaro, contava ci pensasse il corvonero per lei.
    Arrivati davanti alla Testa di porco, spinsero la porta ed entrarono, mentre Sersha si domandava se quello era rimasto lo stesso posto che conosceva. A giudicare dall’aspetto, era ciò che più si avvicinava a casa da quando era piombata in quell’universo. Si avvicinò al bancone, ignorando il fatto che in tasca avesse soltanto qualche sterlina rimasta - per quello aveva l’amika Pippi - e si sedette su uno dei tanti sgabelli. Volse lo sguardo oltre la spalla, verso la porta, quasi aspettandosi di scorgere una chioma bionda attraverso i vetri; era davvero così inverosimile? Da qualcuno doveva pur aver preso il suo amore per l’alcool, e il Barrow non sembrava così sobrio come dava a credere durante le lezioni. «no, non è possibile» un sussurro incredulo, pensieri lasciati filtrare attraverso la bocca. All’inizio non ci aveva nemmeno fatto caso, eppure quando aveva spostato lo sguardo alla sua sinistra, aveva subito notato un ragazzo asiatico. E non uno qualunque. Si schiarì la voce, concludendo che toccarlo non fosse una buona idea «scusa, sei soho? quel soho?» ovvio che no, non era il rapper che conosceva la Kavinsky, ma di certo non era colpa sua se tutti gli asiatici si somigliavano. Era già pronta con il pennarello in mano in attesa di farsi autografare le tette, questo, ovvio, se ne avesse avute di tette.


    [per will] ha ucciso il padre?
     
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    darling, didn’t you know?
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    Brava sersha, QUESTIONE PRESA :perv2:
     
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    [qualche ora dopo]


    Joey e BJ avevano un piano. Barry era andato a rubare morfina al San Mungo. CJ era sparito nelle tenebre, come piaceva a lui. Sandy si stava ammirando allo specchio da qualche parte. Dov’erano i Freaks quando aveva bisogno di loro? Che pezzi di merda, quella se la sarebbe ricordata. Dopo giorni di vagabondaggio, Sersha aveva raccolto abbastanza informazioni su William da riuscire a ricostruire un puzzle più o meno completo della sua persona in quell’universo. Aveva una solo punto chiaro in mente: quello non era il Barrow che conosceva, e non era sicura che la cosa le piacesse. La sera prima lei e i Freaks avevano condiviso tutte le informazioni racimolate su quel mondo, scambiandosi idee per cercare di tornare alla loro realtà. Quella meno idiota era stata riportare le persone che conoscevano a com’erano dall’altra parte, trovando e risolvendo ciò che era andato diverso nella loro triste e patetica esistenza. Fosse stato per Sersha, si sarebbe limitata a grattarsi mentre gli altri facevano il lavoro sporco - invece, qualche testa di cazzo l’aveva convinta ad occuparsi di William. Wow, era così eccitata all’idea da non poter smettere di saltellare in giro. Calò il cappuccio sul viso, scivolando nell’ombra accanto al muro. L’aveva intuito, che quello doveva essere un quartiere di merda, forse era per quello sapeva così tanto di casa.
    Alla fine, aveva capito cos’era cambiato nella vita del padre: era bastato chiedere a quelli a Ollivander e confrontare le informazioni con quelle raccolte i giorni prima. Simon Barrow doveva morire, non importava come, sapeva solo che era necessario per riportarla indietro. Aveva pensato a come fare, e tra tutti i modi per uccidere una persona, era arrivata alla conclusione che le opportunità per una diciassettenne fossero ridotte. Non aveva condiviso con i Freaks quello che aveva intenzione di fare, era stato un conto uccidere quelle persone a Salem, ma lì? Quella non era auto-difesa, ma un fottuto omicidio a sangue freddo. Per lei, forse, non avrebbe fatto differenza – e loro, invece? Joey e CJ avrebbero potuto capire, anche loro facevano parte del suo mondo, tuttavia non poteva dire lo stesso degli altri. E poi, avevano problemi più importanti a cui pensare piuttosto che ai suoi.
    Il Knowles si trovava dove le avevano detto (chi) che sarebbe stato, spalle poggiate al muro e la stessa faccia da schiaffi di sempre. Affrettò il proprio passo, per poi affiancarsi a lui «cj» il biondo sollevò un sopracciglio, abbassando lo sguardo sul metro e sessanta (sette) della ragazza. Anche se la Kavinsky era al corrente del fatto che non fosse il loro CJ, era così dannatamente uguale da farle pensare che lo fosse. Specie in quel momento, dove non lo sentiva da almeno una giornata. «dovrei conoscerti?» Sersha fletté il polso, tanto per assicurarsi di avere ancora la lama assicurata alla fascia. Negli anni aveva imparato che poteva sempre essere utile avere dei coltelli a disposizione, ovunque si trovasse; quella volta, non faceva eccezione. «no, non dovresti» quindi, non aveva conosciuto l’altra Sersha. Meglio per la ragazza, pensò. Non avrebbe mai cercato il Knowles, se non fosse stato per la reputazione #quale che aveva in giro, non molto dissimile da quella del suo alter ego. «ho sentito che potresti aiutarmi a risolvere un problema» fece ruotare la mazza in mano, abbassando lo sguardo sui chiodi illuminati dalla luce del lampione. Non c’era bisogno di girare intorno alla questione, rifletté, nessuno dei due aveva tempo da perdere «conosci simon barrow? ho bisogno che muoia» lo sguardo non vacillò da quello di CJ, mentre la lingua si faceva carta vetrata e la gola asciutta. Aveva bisogno dell’aiuto di una seconda persona, aveva bisogno che accettasse. Il ragazzo fece un passo in avanti, lei rimase dove si trovava. I suoi occhi si assottigliarono.«non faccio niente per niente, fai in modo di far valere il mio tempo» «hai rubato le battute a un film di jakie chan?» forse avrebbero dovuto dirglielo, che essere criptico non lo rendeva più figo. Lo sguardo confuso che ricevette, la rese più triste del necessario - Cristo, non c’era gusto a prenderlo per il culo se non capiva «jeez, mi è capitato il cj tarocco» che vita di merda, dov’erano i Freaks quando servivano? Probabilmente a pippare senza di lei, non sarebbe stato strano. «dopo di lei, prego» allungò il braccio, indicandogli la strada davanti a loro. Lo sentiva già, che quella sarebbe stata una lunga serata.


    questione risolta, y’all
     
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2 replies since 7/1/2018, 03:55   155 views
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