Do I Wanna Know?

Tate.

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    1994 • human • Nathalie McNeil• guaritrice • svizzera
    Se avesse avuto una coscienza (e ce l'aveva) avrebbe dovuto farci i conti, prima o poi.
    Ma, almeno fino a quando suo fratello non si fosse stufato della nuova squinzia che (a suo dire) aveva il miglior culo della contea Morta, la voleva morta., poteva bivaccare ancora un po'.
    Il suo nuovo hobby di svegliarsi la mattina senza alcuna idea di cosa avesse fatto la sera prima, di tanto in tanto con gente in casa o in casa di gente, non necessariamente uomini (tra l'altro), stava forse prendendo troppo piede.
    Si era dunque data una regola: innanzitutto avrebbe scartato le serate in cui la mattina successiva avrebbe dovuto essere al San Mungo entro le 10.00, poi aveva depennato determinati locali e infine doveva finire la sua non relazione con Tyler, il barista figo del Lilum che la faceva ubriacare ogni volta.

    Conscia che comunque a ventitrè anni ubriacarsi quando si esce la sera non sarebbe stato il peggior delitto possibile, decise di contenersi (almeno un po'), optando per un locale più tranquillo e potenzialmente meno dannoso.
    Era uscita ad un'ora decente dal San Mungo, era passata a casa a prepararsi e si era vestita in maniera più anonima del solito, dirigendosi ai Tre Manici, giusto per prendere qualcosa da bere e cambiare un po' aria, magari circondandosi di gente che non fosse seminuda o che si strofinasse il pacco ogni cinque minuti.

    Fece il suo ingresso nel locale che era già buio, andando a sedersi ad un tavolo libero, vicino al camino, da cui poteva vedere decentemente tutta la sala: di gente ce n'era, avventori che alloggiavano nelle stanze di sopra che scendevano per la cena, lavoratori dei negozi di High Street che avevano da poco chiuso il proprio negozio, qualche insegnante di Hogwarts e gente del tutto comune. Troppo comune. Da quando si era affezionata ai freaks?

    Ma la noia che stava per assalirla sarebbe durata ben poco: nella piccola folla di gente incrociò lo sguardo di qualcuno che conosceva, almeno di nome e ahilei forse non solo di quello, che entrava nella stanza.
    Sorrise a Tate Spudmore di un sorriso enigmatico, con una punta di divertimento. In fondo, a prescindere da quel che poco ricordava di quella sera, era certa che si fossero ben divertiti nella miglior partita di whiskeyincendiariopong degli ultimi cinquant'anni.

    «Do you ever get that fear that you can't shift the tide
    that sticks around like something in your teeth? »


    Edited by /10 decisions - 4/1/2018, 13:36
     
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0 replies since 27/12/2017, 15:31   172 views
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