I'm sexy and I know it

Prequest 08 Shia e Beckah

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    -- INFO | 27 | Poisoned

    Piccolo, oggi non ci vediamo. Mi dispiace Shia si era presentato il giorno in ufficio di Shane, questo lo aveva guardato male, forse perché era entrato per l'ennesima volta senza avere il permesso o un appuntamento, ma era il suo ragazzo (lo credeva solo Shia) poteva fare quello che voleva no?
    Shia perchè non mi hai semplicemente mandato un messaggio invece di presentarti qui? Ti rendi conto che ci siamo visti in questo modo?
    Mi stai chiedendo di uscire per pranzo? Ci sto Shia fece un gran sorriso, per poi provare a baciarlo ricevendo in faccia la mano a bloccare una sua qualsiasi mossa. Rise in risposta facendo un passo indietro Stasera uscirò con una vecchia amica. Ci vediamo domani ok? disse prendendo il mento del ragazzo per guardarlo negli occhi, solo per un secondo eh, aveva ancora paura del suo sguardo e di quello che era capace di fare quando i sentimenti prendevano il sopravvento.
    mmh.. disse sbuffando.
    Ma quanto lo adorava quando faceva il difficile eh? Faceva il duro per gran parte del tempo, ma sapeva quanto in realtà si trattenesse dal saltargli addosso, perché parliamone chi non voleva farlo, lui era il baldo giovane e tutti cadevano ai suoi piedi senza che lui facesse niente di particolare. E si, lo chiamavano anche modesto ( ma chi?). Per un secondo lo vide anche sorridere, significava che si era addolcito e se gli piaceva con la faccia da scontroso quando sorrideva lo faceva sciogliere, tanto che gli diede un bacio sul naso. Ok vado. A domani honey scappò prima di sentirsi picchiare e se solo avesse saputo che il giorno dopo avrebbero avuto una missione, avrebbe passato la notte con lui, ma ahimè è ignorante e se ne andò.

    La sera
    Guardò l'orologio era perfettamente in ritardo, come solo un Hamilton sapeva esserlo, o magari era solo tipico di lui, ma adorava l'entrate ad effetto, quando tutti lo ammiravano mentre sfilava come un modello per il locale. Non importava se l'appuntamento, come in quel caso, fosse alla testa di porco lui doveva farsi notare da tutti, era Shia Ryan Hamilton.
    Doveva incontrarsi con Beckah, che dire di quella ragazza? La conosceva dai tempi dei laboratori, anzi a pensarci anche da prima, era stata la ragazza di suo fratello gemello; ma avevano legato solo rinchiusi in quelle celle tra un esperimento e l'altro. Dopo il suo trasferimento era stata l'unica amica per qualche settimana, perchè era pur sempre Shia e faceva amicizia davvero con chiunque, quindi ben presto divenne popolare in tutto il laboratorio. Ma tornado ai due amici, avevano legato molto e dopo che si erano divisi non si erano visti per molto tempo, poteva essere una buona occasione quella sera. ( non chiedetemi perchè).
    Fece per entrare quando sentì un principio d'infarto. No. Non ci provare. si mise una mano sul petto e chiamò immediatamente Al, era strano che fosse colpa sua, non aveva una vita sessuale come la sua quindi non era di certo per quello che rischiava di avere un attacco di cuore.
    So cosa stai per dire e non sono io disse subito l'amico, appena rispose al telefono. Ah bene, aveva un piccolo principio di morte anche lui, quindi era stato Sin.
    Peccato, ti farebbe bene del sesso aggiunse ridendo, adorava prenderlo per il culo in quel modo, lo faceva da anni. Lo aveva fatto fin dalla prima volta che si erano visti in cella nei laboratori dopo che era stato portato nel suo stretto distretto; anche loro due erano diventati amici subito, inutile dire che Shia aveva charme e lo aveva conquistato subito ( a voi immaginare come).
    Shia, per favore disse serio, ma era quasi un appello, una supplica perché la smettesse con quelle battute, anche se sapevano entrambi che non sarebbe mai successo. Si divertiva così l'Hamilton, metterlo in imbarazzo era il suo hobby preferito, dopo perseguitare Shane u.u
    Cosa avrà fatto Sin. Ora lo chiamo voleva sapere per quale cazzata stava per morire, e soprattutto doveva spiegare al ragazzo che per certe cose voleva il preavviso di un giorno, se doveva andarsene voleva farlo dopo una seduta con Howe. Si era sempre nei suoi pensieri, fatemi causa.
    Avrà visto un piccione più grande del solito e si è emozionato
    Che cuore sensibile, dovrò spiegargli qualcosa anche a lui risero per poi salutarsi, era pur sempre in ritardo per un appuntamento e doveva farsi vedere.
    Tornò a guardare l'ora, poteva quasi sembrare che aveva dato buca alla ragazza, ma conoscendola non se la sarebbe presa; come minimo era in ritardo anche lei e avendo avuto a che fare con Samael ( il gemello) sapeva quanto gli Hamilton amassero la non puntualità.
    Si sistemò il giubbotto di pelle e fece la sua entrata; se fosse stato un film avrebbe camminato piano con una canzone sexy in sottofondo. (tipo che forse non pensi sia giusta ma avevo questa in testa). Si tolse pure gli occhiali da sole, visto che era sera e probabilmente erano pure fuori luogo ma si sa per un'entrata ad effetto ogni dettaglio era importante. Fece qualche occhiolino a caso, ci stava sempre fare qualche mossa. Si tolse la giacca e la mise sulla spalla, mentre puntava la ragazza davanti a lui, Bechak. Fece un cenno con la mano e quando fu davanti a lei, si chinò e le diede un bacio sulla guancia Piaciuto lo spettacolo? Quanto mi daresti? rise e le fece l'occhiolino. ci sediamo? disse poi subito dopo, dovevano iniziare a bere, anche se a lui non avrebbe fatto effetto, era sempre un piacere bere in compagnia

    You Sit And Stay I Don'T Obey // by ms. atelophobia
     
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    Beckah Sloan
    Si lasciò cadere da un lato sfinita, i capelli si sparsero sul cuscino dello stesso colore, il volto un unico ovale pallido in mezzo alle lenzuola nere. Allungò una mano verso il comodino tastando alla cieca finché non riconobbe la forma del pacchetto di sigarette, se ne infilò una in bocca e l'accese "Così? Nel letto? " si voltò verso il ragazzo che, in piedi a lato del letto, si stava rimettendo le mutande e lo fissò come fosse chiaro che, a quel punto, fra loro due e la sigaretta il terzo incomodo fosse senza ombra di dubbio lui "Dove voglio". Fine.
    Ci mise un'eternità a rivestirsi e Beckah era certa lo stesse facendo apposta, una sorta di vendetta perché non si era sottomessa, perché non era lei a dover fare la walk of shame verso casa ma, alla fine, si chiuse la porta dietro e finalmente anche lei si alzò dal letto.
    Non era mai stata brava a farsi degli amici. Conoscenti, vicini di casa, compagni di scuola, vicini di cella, persone che sapevano chi era e viceversa ma gli amici, quelli veri, forse si potevano contare sulle dita di una mano. Di un monco.
    La prima volta che aveva provato dei sentimenti pressoché veri era stato ad Hogwarts: c'era questo ragazzino, Samael, che per assurdo si trovava sempre fra i piedi. Il fatto che fossero stati smistati nella stessa casata poco c'entrava, perché riuscivano ad incrociarsi nei luoghi meno comuni e nei momenti meno opportuni. La reazione di Beckah come di consueto fu quella di attaccarlo: dopo che lo trovò a passeggiare fuori dai bagni delle ragazze lo spintonò e gli diede del pazzo maniaco, ma presto si resero conto che, forse per la prima volta nella vita, quello che stava loro succedendo era davvero un caso e si ritrovarono a ridere di quelle stramberie. Insieme. Col senno di poi Beckah si rese conto che il loro non era stato amore né una vera e propria infatuazione, ma a quattordici anni tutte i sentimenti sono amplificati e quell'attrazione, quello stare sempre insieme e quel saper ridere di sé stessi e degli altri li fece diventare ufficialmente una coppia.
    Se solo avesse saputo del suo passato, quello vero, avrebbe potuto aggiudicarsi il premio per la storia più complicata, all'epoca però era solo la figlia viziata di una coppia perfetta e il premio finiva diretto fra le mani di Sam. Un giorno le raccontò che suo fratello non frequentava davvero Durmstrang, che la famiglia si vergognava talmente della sua mancanza di magia da tenerlo in casa, io più lontano possibile da occhi indiscreti e malelingue. Conobbe Shia poco tempo dopo, in estate, e nonostante fosse cresciuta con l'idea che essere un mago purosangue sia tutto quel ragazzo travagliato le interessava. Perché nella sua testa era così che andava: difficilmente qualcuno le piaceva, ma se la interessava allora era fatta, non ci si poteva aspettare un sentimento più forte.
    Ritrovarselo un paio di anni dopo nei laboratori fu tanto una sorpresa quanto un fastidio. Quel genere di fastidio di cui non puoi farne a meno, un livido doloroso che non riesci a non toccarti.
    Shia sapeva chi era, poteva assistere giorno dopo giorno alla caduta di quella che sarebbe potuta essere una grande strega ed era parecchio insopportabile, esattamente come la Sloan.
    Se nel mondo esterno si sarebbero odiati per quel doversi sentire sempre primi, per l'egoismo e per la capacità di volgere tutto sempre a loro favore, nei Laboratori fu la loro forza, perché vincere in due sembrava un compromesso migliore rispetto al fallimento.
    Era passato parecchio tempo dall'ultima volta che si erano visti, Shia Hamilton aveva trovato il suo posto all'interno della sua strana famiglia e Beckah... Beckah era un'altra storia.
    Era arrivata alla Testa di porco molto prima dell'amico, riusciva a trarre una strana forza dal rimanere sola in posto affollato, si sentiva potente all'idea di poter fare qualunque cosa volesse al contrario di chi doveva ponderare ogni parola e gesto per non rischiare di offendere, scandalizzare o discutere con il proprio interlocutore.
    L'entrata di Shia le diede la prova che non era cambiato ma che, come lei, poco si interessava di cosa avrebbero potuto pensare gli altri. Che potesse risultare sexy in quell'atteggiamento al contrario della maggior parte dei ragazzi che si sarebbero più che altro resi ridicoli quello sì, era un altro punto a suo favore.
    "Piaciuto lo spettacolo? Quanto mi daresti? Ci sediamo?" lo guardò dall'alto in basso come fosse sotto giudizio "Ti darei una pacca sul culo e ti porterei a casa mia" gli indicò il tavolino che si era premurata di occupare con la giacca e fece cenno a cameriere perché venisse a prendere gli ordini. Serviti e riveriti, questa doveva essere la loro vita. "So che ti piacerebbe se ti chiedessi come stai e come procedono le tue love story ma ho una domanda ben più importante frugò nelle tasche finché non trovo quello che cercava, lo appoggiò sul tavolo e lo fece scivolare davanti all'amico Mi è arrivato prima assieme al sottobicchiere, ma non è la prima volta che lo vedo, dimmi la verità: hanno aperto una nuova discoteca clandestina?" l'oggetto in questione era un semplice biglietto da visita nero con una scritta accattivante sopra, sapendo come funzionava il marketing in quei tempi sarebbe potuto essere anche un negozio di abiti dark o un centro di tatuaggi, il nero rimandava tanto all'eleganza quanto al mistero e alla segretezza, il fatto che oltre alla scritta non ci fosse né un indirizzo né un numero di telefono rendeva il tutto ancora più interessante.

    death eater
    25 y.o.
    wizard
    back from the future
    All the lonely people
    Where do they all come from?
     
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