Panna e Marshmallow

Privata Nathalie McNeil

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    Nicole KeiraThompson
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    Non dovresti andare a comprare i libri che ti mancano per la scuola? chiese suo padre a sedere sul divano con il telecomando in mano e un programma su realtime che parlava di gente con le ossessioni più strane e c'era un ragazzo che si era innamorato di un gonfiabile a forma di balena e ne aveva di ogni tipo diverso che portava con se in situazioni diverse.
    Vuoi che te ne compro uno? chiese Nicole seduta di fianco a lui a vedere quella scena che era sul ridicolo.
    Suo padre la guardò alzando un sopracciglio facendo il finto papà severo.
    Non cambiare discorso, i libri, comunque no non mi serve disse rivolto agli animali gonfiabili.
    Te lo prendo così ti fa compagnia disse lei trattenendosi dal ridere.
    La smetti? Non ho bisogno di compagnia tantomeno di un gonfiabile disse ridendo e Nicole alzò le spalle in segno di resa alzandosi dal divano.
    Nicole non era una ragazza che scherzava o tantomeno che rideva, con suo padre non lo faceva spesso, ma quando lo faceva era se stessa e si divertiva a vedere la sua faccia e i modi strani con cui cercava di risponderle per fare la persona adulta e non scoppiare a ridere, ma in fondo era un bambino per certe cose e questa cosa di lui l'apprezzava.
    Si era vestita ovviamente di nero, era una giornata abbastanza bella anche se c'erano delle nuvole a ovest che minacciavano quella bella giornata e a Nicole non sarebbe dispiaciuto per niente, il bel tempo e il sole lo odiava e un po' di pioggia di sicuro non avrebbe guastato al suo umore.
    Prese la sua borsetta a tracolla e salutò suo padre con una mano aprendo la porta, I libri mi raccomando disse suo padre guardandola con un'occhiataccia per farle capire che non doveva comprare altro con quei soldi.
    Tranquillo tornerò con i libri utili della scuola disse roteando gli occhi e chiudendo la porta.
    L'aria era calda nonostante non ci fosse tanto sole e ogni passo che faceva era un passo in più per sprofondare in una pozza di sudore.
    Passò prima a prendere i due libri che doveva prendere per la scuola che era imminente, cazzo...la scuola, ecco un punto dolente della sua vita, non perché andasse male alla fine anche se non si impegnava molto riusciva a prendere ugualmente buoni voti, ma l'idea di dover riiniziare tutto la buttava giù perché doveva allontanarsi da suo padre, dover svegliarsi presto e vedere persone di merda per 9 mesi, per fortuna che c'erano le vacanze ogni tanto di mezzo o avrebbe dato di matto, per fortuna era in stanza da sola e nessuno doveva romperle anche lì, magari qualcuno dall'alto di tanto gentile anche quell'anno l'avrebbe aiutata a superare tutto quello.
    Una volta fatto il giro del mondo per un libro di incantesimi e uno di pozioni decise finalmente ritrovandosi chissà come ad Hogsmeade di entrare in un posto che si chiamava Madama Piediburro, un nome molto originale per un bar, ma non volle stare a pensarci tanto e entró sedendosi al primo tavolo che aveva trovato libero, era un bar molto affollato di solito quando passava di lì era sempre pieno e non si entrava e ci aveva sempre rinunciato a entrare, quel giorno sia per il tempo o perché era un lunedì pomeriggio non c'era tanta gente.
    Guardò il menù e decise di prendere un Cappuccino Crèmeux, era un cappuccino con panna sopra e dei mini marshmallow e dato che era golosa di dolci ne avrebbe approfittato per prendere quella delizia. C'erano anche cose alcoliche o con effetti magici che avevano effetti poco duraturi su chi li mangiava o lo beveva, ma non voleva provarli magari in futuro se quel posto le sarebbe piaciuto.
    Ordinó quello che aveva scelto e aspettó guardando alla sua destra dove la grande vetrina si affacciava sul marciapiede e sui passanti.
    Sentì entrare qualcuno e si girò per vedere chi fosse, era una ragazza bionda, forse anche lei veniva lì qualche volta oppure era la sua prima volta come Nicole, non le importava alla fine quindi rigiró lo sguardo e guardò fuori vedendo il cielo farsi sempre più scuro.

    Resisto e guardo il cielo sotto una doccia di lacrime, ma goccia dopo goccia anche una roccia è malleabile


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    Edited by #Hope - 31/8/2017, 00:05
     
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  2. Nathalie McNeil
         
     
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    1994 • human • Nathalie McNeil• guaritrice • svizzera
    Ventuno ore di turno.
    Era entrata al San Mungo che era notte e ne era uscita che stava per calare di nuovo.
    La giornata non poteva però dirsi insoddisfacente: aveva correttamente diagnosticato un Vaiolo di Drago in stato di incubazione, evitando al povero -e tremendamente figo- paziente quasi trentenne mesi di dolori lancinanti e pustole ovunque.
    Si era quasi imbarazzata nel vederlo spogliarsi di fronte a lei (e altri tre tra medimagi e guaritori) ed era stata in difficoltà nell'esaminare ogni centimetro di quel corpo avvenente alla ricerca di macchie e rossori che potessero avvalorare la sua tesi: effettivamente, sotto la pianta del piede destro, nell'incavo dell'ascella sinistra e all'interno dell'ombelico i classici segnali del Vaiolo avevano fatto la loro prima, precoce, comparsa.
    Si era beccata i complimenti di tutto il team quando, dopo le analisi, era stata confermata la patologia e avevano iniziato la cura.
    Nel somministrare la pozione al paziente, inoltre, lui l'aveva invitata ad uscire, quando sarebbe potuto uscire dal letto.
    Aveva risposto con una risata alla battuta e con un - Ci penserò. che sapeva molto di Vorrei ma non so se posso.
    Si era ricomposta, nello spogliatoio delle donne, pensando che con una doccia si sarebbe rimessa al mondo: in parte, ma non del tutto.
    Uscì con indosso un vestito forse troppo elegante per un pomeriggio a Hogsmeade (era l'unica cosa di decente che fosse riuscita a trovare nell'armadietto) ma adatto a far salire l'acquolina in bocca, in un saluto veloce, al letto n. 43.
    Frustrata da quel che avrebbe voluto ma non potuto ottenere, decise che avrebbe rimediato con delle sacrosante endorfine da cioccolato, che forse sarebbero riuscite a compensare (o magari no) sugli occhi verdi e le labbra morbide di un Vaiolo di Drago qualunque.

    Si materializzò proprio fuori dal locale, non andava da Piediburro da quando era una studentessa e voleva far ingelosire Robert con un tizio random: poco era cambiato, forse mancavano ancora le orde di studentelli in permesso da Hogwarts a limonare duro tra i puttini... ce n'erano solo alcuni sparsi quà e là per la sala, d'altronde la scuola sarebbe ricominciata a breve e la maggior parte degli studenti non era di Hogsmeade e dintorni.
    Entrò e notò subito un tavolino vuoto accanto ad una ragazza bionda seduta da sola. Le uniche non accoppiate sembravano essere loro due.
    Si sedette, rivolgendole un quasi sorriso per empatia, prima di ordinare alla cameriera qualcosa con caffè e cioccolato, qualunque essa sia. Era ancora troppo concentrata sugli addominali del letto 43 per badare a qualsiasi altra cosa.


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    Edited by /10 decisions - 5/1/2018, 12:33
     
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    Nicole KeiraThompson
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    La ragazza bionda che era entrata si era seduta vicina a lei in un tavolo vicino al suo e le rivolte un sorriso per poi guardare il menù non prestandole molta attenzione. Nicole la guardò e basta non sorridendo o mostrando interesse verso di lei, intanto anche la ragazza ordinó un caffè con panna mentre arrivava l'ordine di Nicole che non vedeva l'ora di assaggiare. Cappuccino con panna e piccoli marshmallow sopra era la fine del mondo secondo lei.
    Ne prese uno tra le dita e lo mangiò gustandoselo a alla fine per poi iniziare a mangiare la panna.
    La ragazza di prima la stava osservando cercando di non farsi vedere, ma a Nicole non sfuggeva mai niente e nessuno e la guardò con il cucchiaio a mezz'aria con sopra panna che sembrava neve e la guardò negli occhi, se c'era una cosa che amava di se stessa e degli altri era che riusciva a far abbassare lo sguardo a tutti perchè gli altri non riuscivano a sostenere il suo sguardo per più di 5 secondi.
    Sono bella? Ti aggrada la mia bellezza?? disse continuando a guardarla per farle capire che forse aveva guardato un po' troppo.
    Ok aveva un modo di fare brusco, cattivo e cinico, ma era la Nicole che amava essere o forse sì convinceva di amarsi così come era per non dover affeionzarsi a qualcuno e dover soffrire come in passato, era da talmente tanto tempo così che ormai farla cambiare in meglio era un'impresa anzi forse impossibile, era Nicole che non voleva cambiare. Si rigirò per continuare a mangiare la panna che era buonissima dato che lei amava il dolce anche si dolce non aveva proprio nulla e non si aspettava una risposta dall'altra, tanto non sarebbe arrivata secondo lei.
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  4. Nathalie McNeil
         
     
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    1994 • human • Nathalie McNeil• guaritrice • svizzera
    Panna.
    Panna morbida come una nuvola di dolcezza sul cucchiaio della ragazza seduta a poca distanza da lei.
    Da quanto non mangiava? Dieci, o forse dodici ore.

    Nathalie McNeil rinvenì dalla trance in cui era caduta grazie alle parole della ragazza di fronte a lei. Parole acide, ma che non la scalfivano affatto.
    - Mh. Hai un biondo troppo scialbo per piacermi, mi dispiace cara.
    Aggrottò le labbra e fece spallucce.
    - In realtà il mio desiderio è tutto per la tua panna. Mi ha appena fatto realizzare che non mangio da diverse ore.
    Alzò lo sguardo su quello di lei, non si sarebbe fatta intimidire da una ragazzina in preda alle crisi ormonali.
    - Spero che tutto quello zucchero ti addolcisca un po'..
    Senti chi parla.

    Appoggiò un gomito al tavolo ed il viso sulla mano, con fare interessato, gli addominali del 43 scolpiti (in tutti i sensi) nella mente. Mente che le tentava di ogni pur di non guardare l'angolo in fondo a destra, esattamente dove secoli prima Robert aveva capito di voler stare con lei.

    Robert.
    A distanza di anni, era ancora il suo chiodo fisso.
    Il primo e l'unico, quello che nessuno era riuscito ad eguagliare.

    Cacciò via il pensiero, riprendendo coscienza dell'hic et nunc, nella speranza di riuscire a schivare il coltello che la sua interlocutrice le avrebbe tirato a breve, a giudicare dallo sguardo assassino.

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    Edited by /10 decisions - 5/1/2018, 12:37
     
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    Nicole KeiraThompson
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    Dopo la risposta molto brusca e acida di Nicole ovviamente con tanto di sguardo assassino, la ragazza bionda di fianco a lei le rispose con altrettanto modo e della ragazza che le sorrise qualche minuto prima non ci fu più traccia.
    Almeno il mio è naturale, il tuo cos'è pieno di tinte? disse guardandola per poi tornare sulla sua panna adorata e mangiarla con gusto, alla fine non sapeva davvero se lei aveva fatto tinte per avere il biondo che aveva oppure era suo naturale, non se ne intendeva di parrucchiera e non le interessava capirne qualcosa, il suo colore era naturale al cento per cento e non c'era traccia di qualcosa di chimico, Nicole amava i suoi capelli così lisci e morbidi che poteva arrotolarli in qualsiasi modo e quelli ugualmente tornavano lisci, era l'aspetto che di lei le piaceva di più, al primo posto potevano esserci gli occhi, ma anche se avevano un bellissimo colore azzurro chiaro tendente a volte al grigio dato che i suoi occhi cambiavano colore in base al tempo ( si chiamano cangianti), alla fine i capelli li avrebbe sempre messi al primo posto perché nei suoi occhi dato che sono troppo chiari potevi vederci il mondo, potevi capire alla fine la sua fragilità nascosta dalla sua cattiveria apparente e lei non voleva essere capita o letta dagli occhi, voleva rimanere nel suo che era meglio così.
    Se ti piace tanto la panna potevi prenderne uno anche tu no? Non aspettarti che te la faccio sentire è la parte più buona disse prendendo la tazza come se fosse di sua proprietà e finire la panna per poi leccarsi le labbra un po' sporche di quella glassa bianca e dolce e mescolò poi il cappuccino che doveva essere super buono e dolce.
    Alle sue ultime parole rise di gusto guardandola, non era una risata sincera, ma ovviamente finta, la faceva ridere quella ragazza che mostrava la sua non vera cattiveria per contrastare la sua che aveva coltivato con amore per anni e che nessuno poteva buttarla giù.
    Non basta un po' di panna per farmi addolcire, forse non esiste qualcosa per farlo disse come tra se e se pensano che nessuno ci era mai riuscito.
    Poi vide che la ragazza tornó in trance a pensare a chissà chi o a chissà cosa, bene così non avrebbe più rotto a lei a fare quel giochino da bambini a chi è più cattivo, non era così che girava il mondo, se era cattivo lo eri e basta non cercavi di esserlo.
    Tu invece? Sei venuta qui per infastidirmi o aspetti qualcuno? le chiese ovviamente non interessata, ma la vedeva talmente tanto persa nei suoi pensieri che le fece tornare alla mente lei da piccola che quando qualcuno le parlava era come tra le nuvole sempre a pensare a dei mondi magici e bellissimi con unicorni rosa e principesse, non c'era più quella bambina che un tempo era sognatrice e innocente, non esisteva più.
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  6. Nathalie McNeil
         
     
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    1994 • human • Nathalie McNeil• guaritrice • svizzera
    Assurdo come due ragazze dall'aspetto dolce ed innocente come loro fossero sin da subito e senza alcun motivo sul piede di guerra.
    Ma d'altronde quel mondo le aveva cresciute a quel modo, incapaci di avvicinarsi con decenza gli uni agli altri, ma avendo sempre il coltello tra i denti.

    La McNeil, anche se di poco, era visibilmente più grande tra le due, pertanto decise di seppellire l'ascia di guerra. Forse.
    Non tanto per educazione, né tantomeno perché volesse farla vincere, quanto perché giunse finalmente la cameriera con la sua ordinazione su cui si fiondò, cercando di mantenere un certo ritegno.

    - Tranquilla cara, ora ho finalmente quello di cui avevo bisogno.
    Sì, una botta di endorfine da cioccolato per combattere i fantasmi del passato.

    Si era infatti assentata per un momento, rivivendo quasi la scena come se fosse in un pensatoio, sentendo quasi il calore delle sue mani quando la toccò per fermarla, riascoltando il battito del proprio cuore urlare nel suo petto alle parole dell'uomo che amava..

    Ed invece no. La bionda la richiamò all'ordine, come se davvero fosse interessata al motivo per cui si trovasse lì.

    - Non avevi detto di non voler essere disturbata?
    La gentilezza fatta persona, insomma.
    - Non aspetto nessuno, sono uscita ora da lavoro, avevo fame e niente in dispensa. Nulla di trascendentale.

    La vita al San Mungo era abbastanza tosta, sapeva sempre quando entrava e mai quando ne sarebbe uscita. In più, lei e suo fratello avevano deciso di comune accordo di allontanarsi almeno dallo stesso tetto, perciò si trovava a vivere da sola e senza elfa domestica (perché serviva decisamente più a lui).

    Tu piuttosto? I tuoi compagnucci vengono a leccarsi la faccia vicendevolmente, convinti che sia anche romantico... Tu? Ambisci al premio Grassa e Zitella dell'anno?


    Sotterrare l'ascia di guerra? Evidentemente non ne era capace.

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    Edited by /10 decisions - 5/1/2018, 12:37
     
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    Nicole KeiraThompson
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    Quella ragazza era davvero una faccia tosta cosa che ovviamente a Nicole non piaceva, ma a Nicole non piaceva mai nessuno.
    Non c’era un essere vivente che davvero andasse a genio a Nicole, lei era una persona da capire che poi non si capiva neanche lei, era uno spirito libero e non le importava se faceva soffrire qualcuno con le sue parole sempre sbagliate e cattive, pensare che prima non era così ma era una ragazza gentile e felice era come dire che gli unicorni esistevano, era stata così, ma era cambiata da ormai un tempo che non ricordava.
    Quella ragazza era di fianco a lei che stava bevendo la sua bevanda ovviamente dandole fastidio.
    Nicole passò dalla panna a bere in modo lento il cappuccino caldo e abbastanza dolce anche se il dolce non l’avrebbe mai fatta addolcire di carattere.
    Ci fu un po’ di silenzio tra le due che di fianco in tavoli divisi stavano facendo una lotta a chi feriva prima chi con le parole e il sarcasmo, Nicolr buttó uno sguardo fuori dalla grande vetrata di fianco a lei e si era davvero per un attimo dimenticata di quella bionda acidella che cercava di farla crollare, ma non aveva capito che niente la feriva davvero.
    Poi una voce, la sua che la riscosse da quel momento di calma e di pace che si era ritagliata in quei pochi minuti di silenzio che la riportó alla realtà.
    Per mia fortuna la bilancia non so neanche che cosa sia, ma oh...ti sta già crescendo un brufolo proprio in mezzo alla fronte, i dolci non fanno bene alle persone come te disse alzando le spalle per poi ridere alla sua domanda tanto simpatica.
    Non aspetto nessuno, non sono tipa da compagnia e da amichetti che fingono di volersi bene disse avvolgendo le mani nella tazza calda e allungando le gambe sotto il tavolo appoggiando la schiena alla poltrona dietro di lei.
    Era felice di essere una persona solitaria, gli amici come qualsiasi persona per lei erano solo persone che mentivano, che appena ti giravi ti pugnalavano alle spalle, che appena ti fidavi ti facevano soffrire, così per lei era l’amore, il sentimento che il suo cuore non avrebbe mai provato e che la sua mente si rifiutava di provare.
    Il fidanzatino ti ha lasciata sola? Povera stellina disse facendo un sorrisino e rimanere in silenzio perché davvero quella conversazione stava andando sul ridicolo.
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  8. Nathalie McNeil
         
     
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    1994 • human • Nathalie McNeil• guaritrice • svizzera
    Il vetriolo scorreva tra le due senza alcun motivo logico. Perché prodigarsi tanto per infastidirsi a vicenda, senza alcun vincolo a protrarre quella conversazione? Sarebbe bastato solo affondare il viso dietro la tazza, prendere un libro dalla borsa e dimenticarsi l'una dell'altra, e invece no. Si punzecchiavano, senza nessun accenno a lasciar correre.

    La bionda guardò la propria tazza, incerta sul chiudersi a riccio nel proprio mondo e finirla definitivamente con quella bambinata di conversazione, ma poi si rese conto che era l'unica conversazione extralavorativa che portava avanti da almeno una settimana: non poteva continuare a quel modo, lo sapeva benissimo.
    Si era forzata per uscire in un luogo pubblico e, volente o nolente, la biondastra era la compagnia che le era capitata. Ormai stavano ballando, tanto valeva continuare a ballare. E poi, avrebbe dovuto ammetterlo, il libro nella borsa l'avrebbe avuta per sé per tutta quella notte e molte di quelle che sarebbero venute.

    Apprese, senza alcuna sorpresa, che non era tipa da compagnia: sicuramente non doveva essere l'anima della festa. Piegò un angolo di bocca, alzando gli occhi su di lei.
    - Non l'avrei mai detto... E dunque, che tipo sei?
    In mente le erano saltate diverse opzioni, nessuna delle quali molto carina, ma preferì lasciar correre.

    Cosa che non fece lei, continuando ad aizzarla e toccando un tasto ancora dolente.
    - Almeno io un fidanzato, nella mia vita, ce l'ho avuto...
    Sorrise di nuovo, annegando le papille gustative nella bevanda calda, nella speranza che un po'di dolcezza le scaldasse il cuore.

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    Edited by /10 decisions - 5/1/2018, 12:38
     
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    Nicole Keira Thompson
    Ancora Nicole si stava chiedendo che cosa avesse fatto di tanto brutto nella sua vita per dover avuto incontrare una persona così, la biondina di fianco a lei era davvero peperina e parlava troppo. Le troppe parole e il troppo chiacchierare davano fastidio a Nicole, preferiva il silenzio, la zero vita sociale e l’oscurità.
    Inizió a sorseggiare il suo cappuccino e la voglia di tirarglielo in faccia era troppa, ma Nicole nonostante fosse stronza e cattiva, non si scomponeva e non scendeva a tali crudeltà (o forse sì).
    Senti mi spieghi che cosa vuoi da me? Vuoi un applauso perché hai degli amici e un fidanzato? Eccolo e iniziò a battere le mani lentamente prendendola in giro perché si era stancata di quella pagliacciata, che persona sono? Non ti dovrebbe interessare, ma sono educata e te lo dico lo stesso in poche parole: amante del SILENZIO, amante della SOLITUDINE e amante delle PERSONE CHE SI FANNO I FATTI LORO disse scandendo bene le parole appoggiando la schiena allo schienale della poltroncina dietro di lei.
    Non voglio amici, un ragazzo e non voglio conversare preferisco stare nel mio disse finendo il cappuccino che era quasi diventato freddo a forza di controbattere con lei.
    Poi lei disse un’ultima frase che pensava le avrebbe fatto male, ma non aveva ancora capito che Nicole non si scalfiva con niente e non la toccava niente.
    Ti è piaciuto avere il fidanzatino? Ti faceva rose, fiori e ti portava al cinema? Beh posso farti una domanda io ora? Ci hai ricavato qualcosa a parte un grande buco al petto? A parte una coltellata alla schiena? Amare significa essere deboli,vulnerabili e sciocchi nel pensare che possa durare per tutta la vita o che siano sinceri, nessuno lo è mai e preferisco mille volte una relazione con me stessa che con qualcun’altro disse stringendo leggermente la tazza che ora era appoggiata al tavolo davanti a lei ed era un oggetto inerme sotto la rabbia di Nicole.
    Se quella ragazza pensava che amare fosse bello si sbagliava di grosso, si vantava di avere avuto ragazzi, mentre Nicole si vantava di non averne avuti proprio perché amare significava distruggere, distruggere se stessi e lei non poteva prendersi il lusso di farsi distruggere più di quanto già non lo era.
    16 anni
    Corvonero
    Animago
    3 - 12 - 2017
    È necessario morire
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