KLAATU BARADA NIKTO

carrie x drake

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    The army of darkness
    Carrie Krueger
    Carrie Krueger non era mai stata una grande make-up artist, anzi, si può ben dire che odiava tutto ciò che riguardasse trucchi, trucchetti, profumi e via dicendo, ovviamente sin dalla tenera età non si era mai avvicinata a questo mondo e come bambina era stata sempre un caso atipico dal resto della sua generazione.
    Aveva sempre preferito squartare insetti che colorarsi le labbra del rossetto rosso della mamma, preferiva sgattaiolare nella cantina umida del padre e rubare pale per scavare le sue buche sottoterra che tentare di entrare in possesso di beauty case o cose simili. Ed in un certo senso, in qualche occasione se ne pentiva, in occasioni come quelle ad esempio, quando doveva sembrare un minimo normale.
    Il suo piano era sempre stato quello di rendersi la più tenebrosa possibile, un bel rossetto nero, quintali di fondotinta, insomma, alla fine assomigliava più ad un panda che ad una ragazza ma a lei piaceva, grazie alla sua pallida e sottile pelle sembrava davvero una defunta che si teneva in piedi grazie qualche strana maledizione, giusto per rimanere in tema con l'obiettivo del giorno.
    Già perché quel giorno aveva un appuntamento, non con quel ragazzino che tormentava a scuola, quello che invitava al lago per un'incantevole notte di suicidio, quello era sin troppo romantico per i suoi gusti, si poteva dire che questo fosse un incontro di affari, e che affari.
    Quello che c'era in ballo quella sera era prestigioso ed importante per lei, una sorta di svolta, un qualcosa che anche se può sembrare strano, quando il soggetto in questione è Carrie Krueger, aveva cercato per tutta la vita... no, non è la morte, quella addirittura poteva aspettare, anche se non avrebbe disdegnato e rifiutato una visita a sorpresa di questa eh.
    Si trovava di fronte allo specchio dell'abitazione di suo fratello, aveva sostato lì per un po' durante le vacanze natalizie, non era stato male, di certo avrebbe preferito una bara a quello stupido letto ma in fondo era un gesto di affetto di Dakota e Carrie lo apprezzava.
    Continuava a specchiarsi e combatteva cercando di rendersi apprezzabile o forse la meno strana possibile, anche se aveva ad ogni modo gettato quintali di nero sulla sua faccia ed il tutto era già tornato alla solita squilibrata normalità, al momento era alle prese con il mascara, noto attrezzo di tortura femminile secondo il suo punto di vista, aveva cercato persino una guida su youtube per come metterlo, ma la sola vista della signorina con la faccia sorridente e splendente le fece venire il mal di umano comune, dunque aveva lasciato perdere.
    Afferrò lo strano pennello con le dita e tentò di applicare la strana sostanze della boccetta, boccetta che voleva tanto ingoiare per farla finita lì, ma doveva ricordarsi che no, quella sera no e ovviamente Carrie Krueger non riuscì a fare altro che fallire miseramente, le sue ciglia vennero cosparse della sostanza grumosa e si disegnò una precisa linea che andava dall'occhio destro al lato delle sue labbra.
    Sospirò di fronte a quel disastro ma lasciò lì la linea, ormai era andata, decise dunque di abbandonare il tutto così com'era, si sentiva persino idiota ad averci provato, sparpagliò i trucchi sul davanzale di fronte a sé ed uscì di casa con una certa fretta, non voleva mancare all'appuntamento e tutto quel truccarsi le stava causando un ritardo.
    QUEST08 Droga a consumarlo, ma non solo bianca - anche rossa"
    Si ritrovò dunque a percorrere le strade con passo celere, mentre tutti potevano ammirare e anzi, cercavano di evitare lo sguardo di Carrie Krueger, la ragazzina con la pelle cadaverica, vestita con abiti neri, biondi capelli che legati in treccine finivano sul suo giubbotto di pelle come a voler spezzare quel contrasto, con quei collant strappati e con quello strano collare con le borchie al suo collo, che molti avrebbero giudicato strano se non avessero saputo ciò che nascondeva.
    Era una missione quella che doveva affrontare quella volta ed anche un dilemma che neanche lei sapeva come risolvere ed il tutto era nato qualche sera prima, quella che sembrava essere un'innocua serata alla Testa di Porco.
    Doveva essere la solita serata noiosa e tristemente malinconica, seduta sullo sgabello più basso del bancone della locanda, assieme alla sua bevanda alcolica da rovesciare in gola fino all'ultima goccia, da sola, circondata dai poveri dannati che come lei facevano lo stesso in compagnia però di altri poveri dannati, forse più felice di loro, rincuorandosi che almeno da soli c'era meno da ostentare la propria ubriachezza, era meno da poveri stronzi in fondo.
    Di solito era brava a rinchiudersi nella sua bolla, nella quale il tutto diveniva silenzio e non ascoltava i discorsi di coloro che la circondavano e che molto spesso venivano ad infastidirla ed alcuni lo facevano davvero anche se bastava un solo sguardo per capire che Carrie Krueger non era quel tipo e se quello non bastava poi interveniva il proprietario, ma quella sera fu impossibile non percepire le parole di un uomo.
    Quello che gli sembrava un qualsiasi demente e che in fondo secondo lei lo era, iniziò a parlottare con orgoglio della sua grande eredità o scoperta o qualsiasi cosa fosse, era palesemente ubriaco e si vantava con altri signori di essere il possessore del potente e temibile Necronomicon.
    Le orecchie di Carrie scattarono a quella parola, anche se la prima reazione fu quella di sorridere per la stupidaggine appena sentita, si voltò senza farsi notare per capire meglio il soggetto, era praticamente un ragazzo, forse sulla trentina, non sapeva di preciso e gli sembrava un idiota, uno dei classici idioti.
    E come poteva quell'idiota possedere il Necronomicon? Il libro dei morti?? Quello??? Carrie dubitava del fatto che quella persona avesse mai aperto un libro in vita sua, non poteva di certo possedere un simile oggetto ed inoltre aveva passato l'intera esistenza ad Hogwarts cercandolo nella libreria, non vi erano dunque possibilità che le sue parole fossero reali.
    Eppure il tizio continuava a ripetere di essere il possessore del libro dei morti, il famoso libro di magia nera, capace di riportarli in vita e di evocare oscure presenze demoniache, rilegato in pelle umano e scritto con il sangue di umano, certo, come no... Carrie Krueger continuò a sbuffare quasi scocciata dalla sua insolenza, quando ad un tratto venne smentita.
    Con un fare sempre più altezzoso, il tizio aveva tirato fuori una pagina di quello e Carrie ne rimase sbalordita, stranamente, anche se non riusciva a vederlo da vicino, quello non poteva essere un falso, era davvero scritto con sangue umano, riconosceva la lingua sumera, le parole e i disegni, a meno che non fosse un folle omicida e perfetto simulatore, quel tipo era davvero il possessore del Necronomicon Ex-Mortis.
    Carrie riprese fiato e si riprese dallo shock, doveva agire in qualche modo, doveva fare qualcosa, chiese un fazzoletto ed una penna al proprietario della Testa di Porco ed il biondo la accontentò, scrisse in fretta un messaggio su quel pezzo di carta, l'unica cosa che poteva fare.
    Trasse un respiro e si decise ad alzarsi, per prendere un po' di carica si rivolse di nuovo al proprietario, svettando il bicchiere ormai vuoto anche se venne interrotta in largo anticipo:-No signorina, è la quarta volta che le ripeto che questa sera non le servirò più da bere.-, Carrie provò ad intervenire:-Si ma alme..-, ma fu troncata ancora :-E no, non allungherò il suo drink con del cianuro-, Carrie mostrò dunque il dito medio allo stupido proprietario buono della Testa di Porco e si incamminò verso il fortunato possessore del libro, stringendo tra le dita quel biglietto che era già diventato gelido a contatto con la sua pelle.
    Gli arrivò alle spalle, sfiorando leggermente il suo braccio, puzzava già di alcool ed era ubriaco perso, riuscì a dare un'occhiata alla pagina del libro più da vicino, le sembrò sempre più vero, poi rivolse un sorriso all'idiota, i suoi capelli erano ordinati ed il suo profumo sarebbe stato persino piacevole giudicato da un comune mortale che non fosse Carrie Krueger se solo l'alcol non si fosse già impadronito di lui. Evitò di giungere a contatto con il suo sguardo e lasciò il fazzoletto tra le sue mani, stringendole con le sue gelide, dimenticava sempre che doveva evitare il contatto con altre persone ma sperava che il gelo della sua pelle non fosse giunto troppo fastidioso, poi, si allontanò senza dire una parola, lasciando che il biglietto parlasse: alla Testa di Porco, tra due giorni, porta il libro. Saprò come ricompensarti..
    Ecco, forse sull'ultima parte aveva mentito, no, non lo sapeva, non aveva nemmeno un galeone e nessun oggetto di valore da barattare o almeno di tanto valore, si certo poteva barattare suo fratello, forse era l'unica cosa che aveva ma insomma, a malapena aveva più pelle di lei, non è che fosse tanto vantaggioso ed era per questo che aveva stilato persino una lista di punti da seguire per impossessarsi del Necronomicon, si erano solo due punti ma erano validi, punto a: convincere il tizio in qualsiasi modo e se qualcosa va storto pensare all'omicidio, punto b: morire... si vabbe quello era diciamo il piano di riserva e la via di fuga, come già detto non si sarebbe mica offesa.
    Entrò nel locale dunque e dopo una rapida occhiata riconobbe l'uomo, fortunatamente aveva accettato l'invito e adesso si trovava a sostare occupando uno stretto tavolino, in solitudine, dunque stava davvero aspettando solamente lei, Carrie ne fu felice anche se l'ansia della trattazione la stava attanagliando.
    Si fece coraggio e camminò lentamente verso l'uomo, non sembrava riconoscerla, le sembrava che non le avesse rivolto neanche uno sguardo ma lei incessantemente continuava ad avvicinarsi fino a che non gli fu proprio di fronte.
    Non lo salutò nemmeno, si schiarì la gola e prese posto sulla sedia che si trovava al suo fianco, appoggiò nervosamente i gomiti sul tavolino per poi far saltellare le treccine sul suo volto mentre studiava l'uomo, i suoi tratti questa volta erano più normali, pacati, i suoi occhi erano interessati e straniti dalla sua figura, non sembrava essere un tizio malvagio, forse neanche tanto stupido ma notò che non aveva nulla con sé, nemmeno uno zaino, un sacco, una borsa, nulla di nulla, prese a chiedersi dunque dove avesse nascosto il libro.
    Questa volta l'idiota non puzzava di alcool, non le sembrava ubriaco o forse si stava ancora comportando da sobrio, forse quell'idiota era idiota solo da sbronzo, Carrie riponeva ogni speranza in questo, ad ogni modo lei non avrebbe risposto alle sue domande se avesse aperto bocca, in fondo si erano dati appuntamento e probabilmente lo sguardo confuso dell'uomo era un'abile tattica per mascherare quelle intenzioni, ma Carrie tentò di chiarire subito la situazione, non voleva discorsi inutile e fronzoli.
    Rilassò la schiena sulla sedia, tentò di comportarsi normalmente anche se immaginava che la riga di mascara sul suo volto non fosse ispiratrice di sentimenti positivi e tentò di parlare in modo cauto, a bassa voce ma chiara e diretta perché lui capisse:-Allora? Ce l'hai con te giusto? Lo hai portato?-, non riusciva a decifrare lo sguardo dell'uomo che sin dall'inizio, sin da quando si era seduta era un misto di confusione ed incertezza, forse era davvero già ubriaco o forse era drogato, beh poco le interessava, l'importante era chiudere l'affare.
    Inserì poi le mani dentro le tasche del suo giubbotto e con un cenno del capo chiamò qualcuno affinché li servisse, soprattutto per la trattativa, farlo ubriacare era la cosa migliore e magari avrebbe scroccato anche qualche drink, perché no.
    - sorry dear, i'm allergic to bullsh*t - code yb ms. atelophobia


    Edited by - as fuck - 3/10/2017, 17:21
     
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  2. #biondo che non impegna
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    drakeabrahams
    « Life is hard and dangerous, and sometimes you just gotta chop off somebody's head to survive »
    (wizard) | neutral | 30yo | Clairvoyance
    [ due notti prima... ]
    anno della scimmia, duemiladiciassette anno domini;
    sabato, sette gennaio;
    ore due del mattino;
    Hogsmeade, Testa di Porco


    «Sc...sccc- faticava a parlare, il possente uomo seduto ad un tavolo intento ad additare convinto un altro uomo seduto dal lato opposto e con l'altra mano occupata a reggere un pesante calice di birra, che doveva aver visto tempi migliori- scceee l'ho, io, guel libbro, danaxione» non era troppo raro che si riducesse così, ad un misto un po' balbettante di pattumiera e stronzate, annacquando praticamente ogni superficie di quel locale- ancora non capiva com'è che il paziente proprietario lo sopportasse e non lo sbattesse sempre fuori, malamente. Ha una bella moglie, tutti farebbero i santi per una moglie simile, era la giustifica che si ripeteva in testa quando sentiva di essere ancora troppo lucido, ma avendo già fatto la sua buona dose di guai.
    Raro era che si riducesse così da solo, ovvero non accompagnato dal suo fedele compagno Al- aveva abbandonato quel pover uomo ad un destino crudele, perché al pub il duo era fin troppo famoso: senza la spalla, Drake diventava inerme di fronte alle prese in giro delle altre gang rivali, e per questo motivo si ubriacava, frignava, e finiva a dire cazzate. Che poteva farci, era una routine a cui era stato l'altro a costringerlo, dapprima preferendo deprimersi a casa, poi sparendo -dannato idiota- e alla fine ricomparendo quando gli sembrava più adatto.
    Tutti al tavolo risero, ma era scientificamente provato che nessuno avesse inteso le sue parole: fra la parlantina strascicata del “oh mio dio, sono già al quarto boccale” alla confusione del “oh mio dio, ma sono ancora vestito?” qualcuno improvvisò uno spogliarello poco affascinante mentre Drake perseguiva su quella strada che in realtà era solo quella della rovina.
    Forse, a maggior ragione, beveva per una disperazione che non avrebbe mai potuto cancellare.
    Forse, il povero Drake Abrahams, preferiva la sensazione di una mente annebbiata alla cruda realtà di ricordi che non sarebbero mai andati via, ma come una condanna avrebbero pesato sulla sua coscienza- un destino ben peggiore della morte, gli altri erano stati fortunati.
    Ma Drake Abrahams quella sera non era in sé: quella sera, una così grigia e nebbiosa sera, Drake appariva frivolo e disinteressato, sbandierava verità che nei momenti di lucidità si era promesso di mantenere segrete per sempre, a tutti. Neppure Hector era a conoscenza di ciò che l'uomo aveva chiuso in un baule successivamente posto nell'angolo più buio della stanza più lontana sul più lungo dei corridoi del suo appartamento di venti metri quadri. Perché nessuno avrebbe dovuto sapere, e l'uomo si era ripromesso di morire con quel segreto- l'umanità non poteva rivivere gli orrori di quel lontano -ma non troppo- anno...
    «V--voi, baldr... ssscce l'ho, ho deddo» ringhiava quasi, sembrando più un cane in preda alla rabbia: era crollato al terzo boccale, prendendo ad agitarlo come un forsennato quando in quel gruppetto avevano superato il limite, sputando sul duo dinamico che poteva quasi essere considerato un trio quando Hector decideva di unirsi con loro e non li tradiva mettendosi a mordere l'orlo dei loro pantaloni rabbioso. «E... e e e non- non ho p- sputò qualcosa nel tentare di parlare -paura di u-usaaa-ar...» morì la frase, ma del resto già era un miracolo se riusciva a reggersi in piedi, nessuno lì dentro si aspettava che avrebbe parlato ancora a lungo. Nessuno lì dentro stava davvero seguendo le sue parole, o almeno sembrava: sarebbe stato un bene, infatti, se quelle parole fossero rimaste fra loro, fra un gruppo di ubriaconi che non si sarebbe ricordato nulla il giorno dopo.
    Ma purtroppo, per il solo e unico detentore del più potente libro del mondo terreno e non, Drake non stava parlando a vuoto. Normalmente una persona lucida -come una ubriaca- non avrebbe badato molto alle sue parole, ma nei locali non si poteva mai sapere a chi si stava parlando. E orecchie indiscrete stavano udendo le sue parole- «baaaalle» «du...du... dududada du sfidi il podere... il podere, della MORDE!» e con calcolata tragicità, da un taschino della giacca sfilò quel foglio, quella pagina strappata durante la sua lotta contro il male. La sventolò all'aria, mostrando a tutti la prova della catastrofe che da un momento si sarebbe potuta abbattere sulla terra- ma chi, CHI, si sarebbe levato a salvare il mondo, quando anche l'ultimo eroe ormai s'era fatto vecchio, appesantito dall'alcol e spezzato da un passato che non avrebbe mai e poi mai potuto riparare?
    Tutti tacquero.
    Per un lungo istante il silenzio venne invocato dall'abbattersi di un tuono -pausa tragicamente calcolata- poco distante dalla bettola che quel pover uomo del barista tentava in tutti i modi di tenere pulita e di gran classe... poi arrivava gente come Drake, e addio sforzi. Tuttavia, tornando all'epicità del momento, al drama che scaturì non appena l'uomo alzò una mano verso il cielo brandendo quel segno del demonio in terra, e in lontananza qualcosa si scosse, la terra tremò quasi. Probabilmente l'Italia- ma a parte ciò, ci fu un lungo istante di silenzio, come se lungo la schiena di chiunque fosse corso un istintivo brivido di timore, e reverenza. Qualcosa che la mente umana non avrebbe mai potuto concepire... non senza perdere il senno- e lui aveva già pagato quel prezzo.
    Ci fu uno scoppio generale di risate, ma un orecchio attento avrebbe notato come per lo più esse fossero nervose, timorose, col bisogno di cancellare quel momento di puro pathos e terrore- una risata agitata che scosse il locale, e si spense in una marea di insulti che fece solo irritare maggiormente il povero Drake, finito ad annuire mestamente e con delusione. Quell'umanità gli faceva proprio schifo. «Vaaa bene, v-va bene» e quasi cadde indietro nel tentativo di sedersi al suo posto, borbottando pesantemente per quanto fossero tutti degli sciocchi avventati, e che gli dovevano il rispetto meritato da ogni eroe.
    Nemmeno si accorse di aver pigramente abbandonato la mano con la pagina strappata al fianco, rasente terra per come era finito a ciondolare, quando all'improvviso lo stimolo lo portò quasi a starnutire nella pagina: si fermò in tempo, ma lo spettacolo davanti agli occhi degli altri non fu certo un Picasso- si ritrovò in mano un tovagliolo, e ringraziando con un cenno rude si pulì il naso, appallottolandolo per poi infilarlo in una tasca della giacca- perché ok ubriaco, ma cafone mai, era un signore di classe Drake Abrahams.
    Nel frattempo fuori dal pub sembrava essere scoppiato il pandemonio che egli stesso aveva annunciato con voce roca e grave, tant'è che ben presto la gente del locale raccolse la propria roba e si mosse rapidamente per raggiungere le proprie case, perdendosi nell'oscurità di una notte che poteva solo divenire più tetra. Anche Drake, improvvisamente tranquillo, si soffermò ad ascoltare l'ululare del vento e la caduta della pioggia, come a riconoscere in essi qualcosa del suo passato: il tutto fu solo un breve attimo- alla fine, come ogni volta, crollò sul tavolo a ronfare, e al povero proprietario toccò portarlo fuori da solo, trascinandolo e aiutandosi con qualche incantesimo: lo abbandonò su una panchina al coperto, sotto il tetto del locale. Poi anch'egli se ne tornò a casa, e Drake restò solo, con una pagina del Necronomicon in una mano e un fazzoletto smocciolato nella giacca.
    Come c'era da immaginare, la mattina dopo l'uomo si svegliò intontito, puzzolente di alcol, distrutto, ma senza alcun ricordo della notte precedente. Era solo un inizio come gli altri, forse.

    [ presente; due giorni dopo gli avvenimenti alla Testa di Porco ]
    in breve:
    lunedì, nove gennaio;
    ore sette della sera;
    Hogsmeade, Testa di Porco


    Drake Abrahams era un uomo semplice, un uomo anche con la testa a posto.
    Gli errori del passato l'avevano aiutato e reso, in un certo senso, l'essere responsabile -e dannato- che avrebbe dovuto essere, con un fardello come il suo sulle spalle. Aveva dimenticato ogni cosa, e quando qualcuno aveva provato a lanciargli alcune frecciatine su quella sera, Drake non aveva minimamente afferrato, passando per l'idiota che era sempre sembrato. L'offendeva, ma per il bene del mondo era giusto così: il karma aveva ancora un occhio di riguardo per lui, o... o chissà quante altre vite avrebbe dovuto stroncare, nel tentativo di salvarne altre.
    Aveva trovato per puro caso quel tovagliolo, e in un primo momento aveva anche pensato di buttarlo dal momento che solitamente nelle sue tasche si potevano trovare solo due cose: o fazzoletti per il naso usati o, pagine del Necronomicon. Pausa drama. Inutile dire che l'aspetto e la consistenza del tovagliolo facevano presagire si trattasse di un caso del primo tipo... ma quando lo guardò più da vicino, notò che esso non era un comune fazzoletto. Oh no. Era molto di più-
    era certamente un appuntamento con qualche gnocca che l'aveva notato qualche sera prima, ne era sicuro. Certo, il biglietto era chiaro: “alla testa di Porco, tra due giorni,” e poi qui per qualche strana ragione il testo si era in parte cancellato rendendolo difficile l'interpretazione della frase, qualcosa come “porta il litro” o il “il limbo”... tutte cose che nella mente di Drake formularono i peggio pensieri. E infine quel “saprò ricompensarti” che lo fece preparare a festa, lavare, e addirittura profumare. Quando entrò alla Testa di Porco tutti faticarono a conoscerlo, e al bancone ordinò addirittura un martini prima di prendere posto ad un tavolo un po' in penombra, distante dal caos del resto del locale.
    La misteriosa creatura che già si immaginava nera, con un tocco esotico -chissà perché, del resto i suoi standard non erano mai stati quelli, ma boh, oggi cambiamo- non gli aveva dato un orario, e quindi Drake era accorso il prima possibile, promettendosi di passare lì tutta la notte se necessario. Il tempo tuttavia passava, e dopo un primo martini toccò al secondo, e poi alla noia, e poi agli stuzzichino: all'improvviso qualcosa si mosse nella sua direzione, ma l'uomo non vi badò perché già a distanza di diversi metri l'aveva inquadrata- una ragazzina, una punk, nulla che potesse in qualche modo rispondere ai suoi capricci d'accoppiamento; era un gran signore, il buon vecchio Drake.
    In un primo momento pensò addirittura che, prima o poi, ella avrebbe svoltato, anche se lo fissava, andando verso un altro tavolo... e un po' ci sperava, altrimenti la sua bella nera l'avrebbe preso per un depravato e sarebbe scappata ancor prima di parlargli! Ah che mai na gioia la vita dello sciupa-femmene- «ehm, no, bambina, penso che tu stia...» ma fu inutile, perché la ragazza voleva sedersi lì, e lì, davanti a lui, sedette in un religioso silenzio. Drake deglutì, fissando l'incarnato funereo, il trucco pesante e... sbavato? Boh, che ne sapeva lui delle mode dei giovani, magari adesso le ragazzine dark si truccavano così- era troppo vecchio per certe cose.
    Alzò lo sguardo oltre le sue spalle ma fu tutto potenzialmente inutile: uno strano brivido corse lungo la sua schiena, e improvvisamente realizzò che nessuna ragazza del sud si sarebbe fatta viva al suo tavolo: gli occhi della dark!Pippi Calzelunghe non permettevano fraintendimenti- era lì per lui, lei aveva chiesto quell'incontro.
    Deglutì nuovamente a fatica l'uomo, chiedendosi cosa quell'allampanata volesse da lui- non ricordava di averla mai vista, e chissà perché lo metteva stranamente a disagio con quel modo che aveva di fissarlo, di volergli quasi risucchiare l'anima: conosceva quello sguardo, Drake Abrahams, e portava sempre guai. Da una parte, guai che lo facevano finire a letto vittima di una qualche perversa mistress... ma dall'altra... veri e propri guai, anche mortali. Si irrigidì quindi sulla sedia, cercando di capire cosa stesse cercando da lui: lanciò addirittura qualche sguardo indagatore, sospettoso, ma nessuno dei due accennò a parlare, a dire qualcosa. Sembrava improvvisamente essere diventato un film muto, e questa cosa all'uomo piaceva proprio poco... cosa voleva quella misteriosa ragazzina da lui? Perché lo fissava così intensamente? Cosa stava cercando fra i fantasmi di una vita passata per la maggior parte del suo tempo in fuga da quanto di più mostruoso e inconcepibile fosse mai stato immaginato...?
    ...
    Il silenzio venne improvvisamente spezzato dalla ragazzina.
    «Allora? Ce l'hai con te giusto? Lo hai portato?» ma ciò che disse non rese affatto più semplice la situazione. Drake alzò un sopracciglio, appoggiandosi a sua volta al bancone coi gomiti per farsi più vicino e scrutarla, alla ricerca di un indizio. «...Cosa?» fu sincero, ma restò ugualmente misterioso e basso il tono, forse perché si era fin troppo immedesimato nel modo che aveva la ragazza di porsi davanti a lui, come se stessero parlando di qualche traffico di droga o di, altro. Un fulmine attraverso i suoi occhi, e improvvisamente Drake si fece più teso, anche se volle nasconderlo. «Non ho la più pallida idea di cosa tu stia dicendo... ma anche che cosa tu voglia da me, adesso smamma, sto aspettando una donna... a lei darò tutto il litro o limbo che da me desidera» #mlmlml e si tirò su, dritto e composto, ma senza smettere nemmeno per un secondo di fissarla sospettoso, anche mentre faceva segno al cameriere di portargli un terzo martini.
    Chi diavolo era quella mocciosa?

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    Carrie Krueger
    Era raro che Carrie Krueger riponesse fiducia in un qualsiasi di quegli strani esseri umani, babbani, maghi o strambi esperimenti che fossero.
    Si ripeteva che era un po' banale come visione, troppo comune a meno che non ci fosse qualcuno così idiota da vedere unicorni e vivaci tulipani lì dove invece vi era un'immensa scalata di sterco, davvero esisteva veramente gente simile? Degli stupidi, inguaribili, ottimisti o solamente persone che avevano gli occhi tappati dalla loro insolenza.
    No perché allora ancora una volta aveva sbagliato tutto, non era lei quella che doveva andare da un psicologo per esporre i drammi di una vita che mai avrebbe voluto vivere, i veri folli erano gli altri e lei era solamente un baluardo di verità, una speranza fievole di quel mondo che probabilmente avrebbe iniziato a risplendere e fiammeggiare solo una volta spenta, strani opposti e dissonanze ma a lei piaceva credere alle sue opinioni.
    E se davvero qualcuno avesse provato a farle cambiare idea lei avrebbe additato alle sue profonde conoscenze ed esperienze per smentirlo, perché lei aveva perso la fiducia probabilmente dal primo momento in cui lei era giunta su quella terra, forse quando suo padre l'aveva abbandonata ed aveva cercato di ucciderla o forse quando i suoi genitori adottivi si erano suicidati proprio di fronte ai suoi occhi... mmmh.. bel quesito questo, quale delle due agli occhi di una bambina ed ormai ragazzina Carrie Krueger poteva essere la scintilla della perduta speranza nell'essere umano? Quale?.
    Forse entrambe, forse nessuna delle due ma un inevitabile passaggio vitale, una staffetta che ormai si conduceva tra vita e morte, dove la morte sfuggiva, lontana e più veloce ma la vita scorreva lentamente, con il passo di una anziana signora, quella nella quale lei si era trasformata.
    Difatti aveva risposto velocemente e sbiascicando con leggeri sussurri alla frase dell'uomo: -ehm, no, bambina, penso che tu stia..-, sconfitta da quell'affermazione aveva risposto a sé stessa:-Bambina.. tsk... l'anno prossimo ne sono novanta...-.
    Era partito male, molto male e se avesse dovuto giudicare l'esito dell'incontro da quella partenza allora si vedeva già uscire dalla Testa di Porco senza il suo adorato libro, ma in quegli istanti di silenzio continuava mentalmente, quasi come una filastrocca a ripetere determinate parole, a fissarle nella sua testa affinché non si perdesse d'animo:- Fiducia nell'umanità... fiducia nell'umanità.. ... fiducia nell'umanità... fiducia nell'umanità... fiducia nell'umanità...morte... no aspetta quella dopo... fiducia nell'umanità... fiducia nell'umanità...-.
    Continuava a fissare gli occhi dell'uomo a puntarli, in molti le avevano confessato che in effetti gli occhi glaciali di Carrie Kruger non erano tanto piacevoli da avere di fronte, soprattutto quando consapevoli di averli puntati contro, come giudici sentenziavano minacciosità ed anche se spenti e morti e circondati dalla massa nera informe del trucco, erano capaci di terrore.
    La reazione alla richiesta di Carrie Krueger fu istantanea, la differenza sul suo volto fu palese agli occhi attenti della Krueger, quel sopracciglio mosso non le sfuggì, forse aveva capito chi lei fosse davvero, aveva ricordato del biglietto ed aveva compreso che lei era la richiedente, finalmente, una svolta all'incontro...
    L'uomo si mosse per avvicinarsi a lei, Carrie si tese come una corda di violino, ansiosa di conoscere la verità, di vedere con i propri occhi il Necronomicon, bramosa di quel potere che lei avrebbe sicuramente usato in modi molto migliori, avendo studiato per una vita i tratti sumerici di quelle pagine, la storia, la pericolosità, anni ed anni che stavano per concretizzarsi.
    Studiò ogni piccolo istante del suo movimento e lo emulò, porgendosi in avanti così come lui stava facendo, appoggiando il gomito, quasi come se fosse uno specchio, piegò il volto leggermente verso destra come se le sue orecchie riuscissero a carpire meglio le sue parole, le sue labbra si mossero a malapena e con tono basso, da segretezza, giunsero quelle parole, parole che promettevano bene a giudicare dalla loro esposizione:- Si c'è l'ho qui e adesso lo consegnerò nelle tue mani...- ...
    Si, sarebbe stato davvero molto bello, perfetto anzi, una degna conclusione, fantastica, Carrie che prendeva il Necronomicon in mano, tutti felici, tanti saluti e buona vita o buona morte per Carrie, ma no, le esatte parole che fuoriuscirono da quelle dannate labbra o meglio, l'esatta parola fu: -...Cosa?-, cosa, si proprio : c o s a, cosa cosa? Come cosa??? Carrie avrebbe voluto tirargli un pugno in faccia ma si contenne, allontanò la sua testa dall'individuo e lo trafisse con uno sguardo, pensando mentalmente:-Sei serio??-, però forse faceva parte del piano.
    Oh si, doveva essere così, stupida Carrie, non era un idiota, anzi, quel tizio era molto in gamba e furbo, era una sorta di codice, dovevano rimanere nell'anonimato, di certo non potevano spiattellarsi quell'informazione con tanta banalità, doveva essere cauta, ovvio, era proprio così, Carrie doveva andarci piano e lui stava solamente facendo la cosa migliore, cifrare, parlare in codice... vero?
    -Fiducia nell'umanità... fiducia nell'umanità... fiducia nell'umanità...-.
    Carrie si rasserenò per quel poco che c'era da farlo, riprese fiato e si ripose seduta su quella sedia, in pace con sé stessa, in tutta calma, c'era tempo e non doveva fottere tutto quanto, non proprio adesso che la meta era vicinissima e il tizio non era idiota.
    Ma questo lasso di tempo durò veramente nulla perché la frase seguente dell'uomo fece crollare in frantumi il suo bellissimo castello di diamani : «Non ho la più pallida idea di cosa tu stia dicendo... ma anche che cosa tu voglia da me, adesso smamma, sto aspettando una donna... a lei darò tutto il litro o limbo che da me desidera».
    Puf, tutto perso, si rimangiò tutte le credenze e la buona volontà, quel tipo non stava scherzando, era davvero un totale idiota, uno di quelli che poche volte aveva conosciuto nella sua esistenza e lo aveva anche accreditato come persona furba, era questa la cosa più grave! Aveva davvero pensato che quel tipo fosse qualcuno che aveva davvero un minimo di cervello ed invece nulla, iniziò a parlare del nulla cosmico, addirittura voleva cacciarla dal suo tavolo.
    Carrie respirò profondamente contenendo un'ira che mai nella sua vita ed avrebbe potuto giurare su questo, mai nella sua fottuta vita, aveva accumulato, quel tizio si stava prendendo gioco di lei e con leggerezza anche, una volta cacciata l'aria però quello non bastò e la sua escandescenza si concretizzò in una frase nella quale gradualmente alzò il tono della voce fino quasi ad urlare:- Scusa ma allora tu sei DAVVERO UN COGL...-, ma prima che riuscisse ad urlare davvero Carrie venne placata o meglio fermata.
    Qualcuno era giunto al tavolo schiarendosi la voce per far terminare le parole di Carrie che si voltò all'istante simulando un falso sorriso di innocenza per comprendere che quella figura era il proprietario della locanda, lo stupido biondo che parlava di té e fumava la pipa.
    Continuò a sorridere mentre lo sguardo di quello passava simultaneamente da Carrie al suo compagno di tavolo, uno sguardo confuso ed incredulo, aveva la bocca semi aperta e tentava di richiedere una risposta solo con gli sguardi fino a che questo non si espresse balbettando:-C.. Co...-, deglutì guardando in basso per riprendersi:- Pregherei i signori di darmi gentilmente una risposta al fatto di non dovervi cacciare entrambi fuori dal locale immediatamente considerando questa spiacevole unione.-, sembrava preoccupato il tipo, come se loro due insieme fossero i peggiori clienti che la Testa di Porco avesse mai accolto.
    Carrie rispose fulminea, freddando anche l'uomo di fronte a sé :-Niente...-, un breve sorriso, falso e nervoso, poi continuò:-Ammazziamo...-, mosse il naso all'insù staccando le parole:- Il tempo.-.
    Lo sguardo del padrone di casa si fece sempre più minaccioso quando rispose:-Prego?-, probabilmente quelle parole non bastarono e doveva inventarsi qualcosa se non voleva che il tutto andasse in fumo proprio in quel momento, Carrie dunque con tranquillità e naturalezza rispose:-Lui ci sta provando con me, io ci sto, fine.-, puntando l'indice prima verso l'uomo e poi il pollice verso sé stessa.
    Ovviamente l'uomo tentò di replicare ma il proprietario lo fermò con un :-No, no, no, senta, non voglio sentire nulla, non voglio sapere nulla dei suoi particolari gusti e fantasie e nessuna giustificazione, questi sono affari suoi!... Allora, a lei porto un altro di quei cosi e per la signorina?-, Carrie ordinò il solito:-Cianuro- ed espose il dito medio una volta che quello si allontanò con le ordinazioni, stupido proprietario buono e sospettoso.
    Sospirò di sollievo avendo evitato quella minaccia e si voltò verso l'uomo di scatto, riprendendo il discorso di prima ma molto più minacciosa, questa volta però tenendo la voce bassa anche se Carrie voleva esplodergli e gridargli in faccia al momento:- Senti stupido idiota, non so quale altrettanto stupida donna vorrebbe aspettare un qualche sorta di limbo da te che ovviamente nel tuo caso è un dannato inferno...-, fece per soffiare via una delle treccine che inevitabilmente, dati i suoi movimenti nervosi di testa era finita di fronte ai suoi occhi, :-Ma in questo momento sto pregando perché lei possa morire in fretta perché non si presenti mai così noi possiamo chiudere l'affare... Sto parlando di quella cosa, quella cosa che hai solo tu, che hai sventolato al mondo come nulla e che ovviamente non può essere di tua proprietà dato che tu sei un idiota. Adesso... placando i miei animi...-, respirò ancora profondamente, esibendo un'altra volta uno di quei sorrisi e quasi smielando la voce, tornando ragazzina come non era mai stata:-Posso, per cortesia, vederlo?-, gentilezza e calma, anche se era un idiota aveva comunque accettato l'invito quindi qualcosa doveva pur significare.
    Fiducia nell'umanità... fiducia nell'umanità....
    - sorry dear, i'm allergic to bullsh*t - code yb ms. atelophobia
     
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  4. #biondo che non impegna
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    drakeabrahams
    « Life is hard and dangerous, and sometimes you just gotta chop off somebody's head to survive »
    (wizard) | neutral | 30yo | Clairvoyance
    Ora, Drake non è che avesse gusti troppo raffinati -poteva fingere, ma alla fine si sarebbe accontentato molto facilmente il morto di-- quella- ma certo, un chiodo con una parrucca bionda di, forse, massimo massimo diciassette anni proprio non poteva compiacere gli istinti animaleschi dell'uomo alfa, che non smise neppure per un istante di scrutarla critico. Bambina, mettiti la divisa e torna a scuola- che lì stavano per compiersi cose da grandi.
    Tuttavia l'insistenza della ragazzina iniziava a far nascere qualche perplessità, e Drake scrutò dietro le sue esili spalle alla ricerca di qualcuno di più... come dire, abbordabile, trovando persino più affascinante l'ubriacone addormentato su cui era stato messo -malamente- del trucco.
    Drake era dannato. Per l'eternità. Aveva diritto di concedersi un momento di godimento con una bella donna-- perché il destino gli era così crudele? Cosa aveva fatto di male l'uomo -a parte l'aver condotto sulla terra, per sbaglio, le schiere del male dannando l'intera umanità- per meritarsi tutto ciò? Ormai che aveva perso l'amore della sua vita... che gli restava? Sporchi attimi di sesso, l'alcol in cui annegare la disperazione come due cosce calde-- non chiedeva altro l'uomo, e il karma gli lanciava una ragazzina. Una stupida e testarda biondina che insisteva nel fissarlo, manco potesse davvero darle qualcosa -ammettiamolo, non avrebbe nemmeno retto i ritmi di una ragazzina, era inutile illudersi...
    Sperava di cuore che quell'assurdo fissarsi sarebbe finito molto presto-- magari la bambina aveva solo bisogno di essere portata al limite: prese allora a fissarla a sua volta, in silenzio, lasciando che gli occhi gelidi della ragazzina trovassero quelli ingenui -ma dannati- dell'uomo seduto di fronte a lei, e aspettò. A lungo. Senza muovere un muscolo.
    La giovane fu la prima a cedere con quella richiesta, e sfacciato Drake le si era avvicinato come per dirle un segreto: non aveva -sinceramente- la più pallida idea di cosa quella mocciosa volesse da lui... e quel teatrino stava durando fin troppo. Se le concedeva altro tempo era solo perché, guardando verso l'entrata del locale, non aveva visto nessuna donna entrare.
    Solo una continuava a fissarlo -con aria piuttosto disgustata- da dietro il bancone: la fricchettona moglie del proprietario della locanda-- cercò di non pensarci tornando a guardare la ragazzina, ma onestamente non si aspettò quella reazione. Inizialmente la vide sconvolta... poi, come se avesse intuito chissà che, tornò seduta tranquilla, senza dire una parola, ma con una luce quasi complice negli occhi. Complice de che-- se possibile Drake si fece ulteriormente confuso, fissandola senza sapere bene cosa stesse succedendo fra loro, o più precisamente alla ragazzina. Lui era certo di avere ogni rotella al proprio posto... ma lei... lei dava strani segni di bipolarità che dovevano preoccuparlo.
    Volle quindi mettere in chiaro le cose ribadendo il suo stupore, e stavolta la reazione -più che giustificabile- della ragazzina lo travolse, spingendolo contro lo schienale della sedia se possibile, ancora più confuso. Si poteva sapere che cavolo volesse da lui? Non aveva sofferto abbastanza nella vita- pure piccole mocciose bipolari doveva incontrare nella sua vita?!
    «Scusa ma allora tu sei DAVVERO UN COGL...» quel grido infernale, più simile a quello dei morti viventi che da giovane aveva avuto il dispiacere di risvegliare ihih incontrare, lo mise sull'attenti e lo preoccupò forse addirittura più del dovuto-- davvero, era tutto troppo strano, e a Drake non piacevano le cose complicate. A Drake piacevano le pantofole calde, tornare a casa e stare tranquillo, fingere di avere una vita normale e non un libro del male nascosto sotto una mattonella del pavimento... a Drake non piacevano i problemi, e quella ragazzina iniziava a creargliene troppi, sia alla sua reputazione che al suo appuntamento. Fortunatamente il proprietario della locanda la interruppe, e il biondo davvero si illuse che lo avrebbe salvato. No. L'unica cosa che fece fu commentare su quell'unione in modo alquanto banale «pregherei i signori di darmi gentilmente una risposta al fatto di non dovervi cacciare entrambi fuori dal locale immediatamente considerando questa spiacevole unione» ah, quanto aveva ragione quanto aveva previsto, Keanu Larrington, in quella sua frase quasi qualunquista(?) tuttavia non era quello che voleva sentirsi dire Drake e immediatamente tentò di correggere la mira dell'uomo, schiarendosi la gola per attirare la sua attenzione «onestamente credo che vi sia un errore-» ma prima che potesse aggiungere altro la ragazzina lo fece tacere con uno sguardo che aveva nelle iridi il male, quel male tanto conosciuto...
    Immediatamente Drake non riuscì più a parlare, trovandosi senza saliva «Niente...ammazziamo...» il biondo strabuzzò gli occhi e la guardò, come a chiederle che diavolo si stesse inventando «il tempo» eppure, poté quasi sentire il brivido sulla schiena, lo stesso che lo aveva paralizzato sulla sedia quando avrebbe potuto tranquillamente tentare una fuga disperata.
    Che poi per orgoglio -seh- non volle assolutamente fare: insomma, lui era lì per la sua missione, personal Jesus, perché se ne sarebbe dovuto andare lui?! Quella ragazzina stava combinando casini- aveva voluto il posto al tavolo? Adesso che pedalasse. Il locandiere al contrario la guardò come in attesa di una spiegazione più esaustiva, e ancora Drake non riuscì a dire nulla che quella ragazzina aprì bocca creando se possibili ancora più fraintendimenti di prima «lui ci sta provando con me, io ci sto, fine» «COMBLODDO», inutile-- qualunque chiarimento che il biondo voleva provare a dare venne fatto affondare dall'occhiata truce del locandiere, che lo bloccò agitando la pipa per poi prendere le ordinazioni e allontanarsi, probabilmente stanco delle stranezze che si presentavano nel suo locale.
    Lo fulminò male, ma qualunque cosa venne interrotta dalla biondina, che richiamò di nuovo la sua attenzione e stavolta con ben poca pazienza. Lo vide in quegli occhi e lo sentì in quel tono: aveva raggiunto il limite, ma ancora Drake brancolava nel buio. Per carità, ora come ora pur di levarsela dai piedi l'avrebbe più che volentieri aiutata a trovare ciò che cercava... tuttavia, senza un oggetto di discussione iniziava a diventare veramente difficile capire il linguaggio criptico di lei «senti stupido idiota, non so quale altrettanto stupida donna vorrebbe aspettare una qualche sorta di limbo da te che ovviamente nel tuo caso è un dannato inferno» era anche così offensiva... Drake provò il dolore di una pugnalata a quelle offese-- da anni non era più vittima di bullismo fuori da casa, perché il ciclo doveva ripetersi ora che finalmente aveva trovato un posto coi suoi simili? «Ma in questo momento sto prendendo perché lei possa morire in fretta perché non si presenti mai così noi possiamo chiudere l'affare» ma che affare voleva da lui? No, non glieli aveva fatti i compiti «io...io non so di che parli» piagnucolò- «sto parlando di quella cosa, quella cosa che hai solo tu, che hai sventolato al mondo come nulla e che ovviamente non può essere di tua proprietà dato che tu sei un idiota. Adesso...placando i miei animi.. posso, per cortesia, vederlo?» ed eccola, ancora, e ancora-- riprendeva con gli insulti come se di fronte non si trovasse altro che un pezzo di carta senza sentimenti, emozioni, un dannato cuore.
    Voleva piangere, rintanarsi nell'angolino e scrivere sul suo diario alla ricerca di un po' di intimità, chiudersi in se stesso e riprendere a fare il lavoro a maglia anche se Hector gli aveva rivelato come facesse terribilmente schifo anche in quello... oppure, prendere e riaprire il Necronomicon, passando da vittima a genio del male come nei peggiori cliché della storia.
    E fu allora, nell'avere quel pensiero, che qualcosa dentro di lui si illuminò e la consapevolezza arrivò come una lancia in mezzo alle tempie: precisa e abbastanza dolorosa, piuttosto inaspettata, con una punta di congratulazioni per il tiro preciso-- IN OGNI CASO, Drake fu sommerso dalle memorie confuse di qualche giorno prima, così violente che dovette aggrapparsi al bordo del tavolo strabuzzando gli occhi verso la ragazzina: e o era l'arrivo del terzo infarto, o un flusso di coscienza così violento da farlo restare senza parole.
    Sabato sera... sì, proprio lì, proprio in quel locale...
    al bancone... una notte buia... ma non da subito...
    qualcosa era successo... qualcosa era stato richiamato dall'etere della memoria...
    Raggelò il sangue nelle vene, e dopo qualche istante Drake tornò coi piedi per terra, fissando la ragazzina incredulo-- per diversi istanti non disse nulla, ma nei suoi occhi stava la risposta ed era chiara, limpida: era terrorizzato. Immediatamente si portò chino davanti a lei, cercando nei suoi occhi con una strana fretta «come lo sai» non aveva nemmeno il tono di una domanda; roco, flebile, disturbato dal tremolio della voce... quelle parole uscirono con un tono basso, misterioso e senz'ombra di dubbio sospettoso.
    Si alzò all'improvviso, e senza dire nulla afferrò la ragazzina per un polso. No, non era un posto sicuro per parlarne, ma prima «paga il locandiere, io non ho soldi con me» e mentre si guardava attorno cercando qualche occhiata indagatrice -fortunatamente nessuna.. in compenso, quelle indignate erano parecchie- la tirò via con sé, uscendo velocemente dalla locanda con la ragazzina dietro. Non poteva rischiare che qualcun altro udisse. Che qualcun altro sapesse.
    «Merlino... che idiota sono stato» si maledì mentre proseguiva, mollando il polso della ragazzina solo per voltarsi a guardarla, davanti al cassonetto dell'immondizia del locale «e tanto per essere chiari, no, non vedrai un bel niente... tu non sai -e nemmeno capiresti- con quale forza abbiamo a che fare...» mentre lui... oh, lui lo sapeva bene. Aveva il segno sul corpo di quell'antico male... una protesi lignea al posto della chiappa destra era una ferita, ma anche una testimonianza che nessuno gli avrebbe potuto far dimenticare.

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    Carrie Krueger
    Carrie Krueger aveva valutato, con una certa probabilità erroneamente, che rubare caramelle ad un bambino sarebbe stato di sicuro molto più difficile da attuare che soffiare da sotto il naso il potente Necronomicon a quell'idiota che aveva di fronte.
    Non sapeva neanche il suo nome, l'importanza ed il suo interesse circa quello erano paragonabili a niente, eppure avrebbe giurato che la sua fama da stolto e ubriacone lo precedesse, che su tutta quella faccia vi era stampata inevitabilmente il marchio irreversibile di una persona scialba ed insensata.
    Non poteva competere con lei, lei che si sarebbe tolta la vita per prendere il Necronomicon... sì certamente non è il paragone più adatto trattandosi di Carrie Krueger ma tanto bastava da pronunciare, rivolgendosi a qualcuno che non la conosceva affatto, da far comprendere l'importanza del manufatto e dunque guadagnarsi la sua attenzione.
    In quegli istanti infiniti nella quale l'attesa di una risposta era tanto pressante, non riusciva a capire perchè lui continuasse a fissarla così insistentemente, alternando momenti nei quali lei non riusciva a comprendere cosa gli passasse per la testa, e considerando il soggetto, era davvero meglio per lei.
    Carrie Krueger aveva motivo di farlo, di stressarlo con i suoi occhi, come una madre che rimproverava suo figlio con lo sguardo per farlo confessare di una marachella, così lei con quella specie di bambinone cresciuto male, stava cercando di fargli svuotare il sacco, di fargli terminare quella inutile e lunga sceneggiata. Dopotutto era per quello che erano lì, quindi cosa voleva fare? E perché continuava ad insistere nel guardarla quando sapeva in partenza che avrebbe perso quella partita?.
    Voleva per caso rimorchiarla, accontentandosi di lei al posto della formosa donna che prima aveva citato? Disgustoso, orripilante e creepy, solo al pensiero era la cosa più oscena che probabilmente le sarebbe capitato nella sua vita.
    Prolungò dunque lo sguardo, rendendolo, se possibile ancora più glaciale e terrificante, il tipo avrebbe ceduto prima o poi e Carrie sperava davvero di non dover ricorrere a delle improbabili avances da parte sua, diamine c'era il Necronomicon in ballo ma aveva pur sempre una certa dignità, e di tutto quello che di strano era passato nella mente malata di Carrie Krueger, neppure il più perverso pensiero di morte era paragonabile a quella tortura.
    Reagì inerme, ovviamente, all'intervento del proprietario, dovendo accettare che egli, così come lei, non era dopotutto un ospite tanto gradito della locanda. E continuò a frignare, incapace di assimilare la situazione, una volta che Carrie gli sbraitò addosso, non facendo mancare parole cattive, di consegnarli l'agognato libro.
    Ma nulla, faceva finta, e riusciva a calarsi perfettamente nella parte dello stupido, tanto che era difficile distaccare la realtà dalla finzione.
    In quel momento prese quasi a perdere le speranze, sbuffò, ed assieme al veloce fiotto d'aria fuoriuscito dalla sua bocca, anche la sua rabbia prese a scivolare via dal suo corpo, doveva di certo calmarsi, perché se da un lato con tutta quell'ira avrebbe potuto farsi venire un infarto, dall'altro doveva ammettere che se voleva ottenere la sua ambita ricompensa, avrebbe dovuto prendere un'altra strada, oppure, lasciare perdere.
    Quest'ultima ipotesi era di certo la predominante al momento, Carrie appoggiò il gomito sul tavolo e la sua faccia al palmo della mano, dove aveva sbagliato? Come aveva fatto a non capire che probabilmente quello della sera precedente era un becero tentativo di rimorchiaggio, e sfiga per entrambi, c'era cascata proprio lei.
    Aveva alzato lo sguardo per un attimo, per guardarlo un'ultima volta, aveva aperto la bocca, avrebbe pronunciato un: fa niente, ci si vede, buonamorte, ed invece, qualcosa, finalmente cambiò.
    Stentò a credere alle sue parole: come lo sai , quelle tre parole che le strozzarono il fiato in gola, quindi aveva capito finalmente, non era una farsa, era tutto vero, il Necronomicon ed il suo leggendario possessore, tutto vero.
    Non fece neanche in tempo a rispondere che il tipo la stroncò alzandosi dal tavolo e dicendole paga il locandiere, io non ho soldi con me, dannato scroccone, questa gliela avrebbe fatto pagare, lo fulminò con gli occhi maledicendolo più volte, immaginava che per la sua donna dei sogni avrebbe pagato e invece, squallido, stava facendo pagare Carrie.
    Velocemente, frugò nelle proprie tasche trovando qualche galeone che lanciò alla rinfusa sul tavolo, non bastavano di certo, quindi frugando più attentamente trovò qualche scarafaggio, un piccolo pentagono portafortuna, la lametta per le vene di emergenza, un laccio da scarpa per un cappio improvvisato e : -ah, eccolo!-, esclamò, rovesciò quindi sul tavolino di legno un piccolo topolino bianco morto, lo avrebbe dovuto dare in pasto al suo serpente ma quella era una necessità, il costo del topo poi, superava anche quello dei drink bevuti, ma vabbé, il resto mancia.
    Uscì in fretta dal locale, trascinata dall'uomo che la stringeva per i polsi, : se vuoi, anche un po' più forte, sento il sangue che lentamente si sta bloccando, grazie!-, solamente un piccolo consiglio che sentì di dargli in quell'occasione.
    La lasciò andare solamente una volta all'esterno, giunti dentro la via al fianco del locale, di fronte all'immondizia.
    Merlino... che idiota sono stato.. e tanto per essere chiari, no, non vedrai un bel niente... tu non sai -e nemmeno capiresti- con quale forza abbiamo a che fare... -
    Si sentì turbata ed offesa dalle parole dell'uomo, reagì subito con un :-cosa??-, aprì la bocca meravigliata e ridacchiando:- Io? Io non capirei?-, prese a ridere di gusto.
    L'ingenuità del tipo di fronte a lui era quasi disarmante, ma era tempo di chiarire il tutto, bloccò la risata bruscamente e gli puntò un dito contro:- Senti, sarai tu quello che non capisce con quale forza abbiamo a che fare!-, sbraitò, :-Io sono Carrie Krueger, diretta figlia di Chtulhu, strega ed esperta di riti di ogni genere..- di solito le persone ridevano a quelle parole, ma forse in quel caso, erano addirittura azzeccate:- Ho passato una vita intera a cercare quel libro ed a studiare ogni simbolo, ogni virgola, ogni chiazza di sangue e parola che possa comporlo e mi si spezza il cuore..-, pose una mano sul lato sinistro del petto, riuscendo sfortunatamente ad avvertire qualche battito.
    :- Mi si spezza il cuore sapere che tale potere è nelle mani di un inetto neanche capace ad usarlo e che probabilmente lo tiene nascosto in una mattonella del pavimento o sotto il proprio materasso..-, guardò un'altra volta la sua faccia, e sì, a giudicare ancora una volta la sua stupidità, molto probabilmente con una della due ipotesi ci aveva persino preso.
    Estrasse una sigaretta dal pacchetto e continuò a puntargli quella contro come fosse un'arma contundente:- è giunto il tempo che il manufatto venga consegnato nelle mie mani, io che saprei gestirlo e che potrei usarlo al meglio...-, la bramosia di quel potere fece perdere per qualche secondo il controllo a Carrie Krueger che prese a farfugliare quasi impossessata, :-si potrei creare i miei eredi, l'umano perfetto, capace di non sentire nulla, di interessarsi nelle alle arti proibite svelandomi qualche trucchetto, o magari, potrei crearne due... certo...-.
    Si riprese da quello stato semi comatoso, inserendo la sigaretta in bocca ed estraendo un coltellino svizzero dalla tasca lo lanciò nelle mani dell'uomo chiedendogli :-Reggi questo-, nel mentre, indaffarata cacciò l'accendino per accendere la sigaretta.
    Riprese con velocità il coltellino dalla mano dell'uomo e con un ampio sorriso gli chiese:- Tu saresti pronto ad avere dei figli? Sì insomma non sarebbero nemmeno tuoi dopotutto...-, rimase a guardare per un attimo l'uomo per poi tirarsi una leggerissima pacca in testa:- Oh ma certo! Si lo so, sto correndo troppo poco, rilassati, moriranno probabilmente suicidi, non ti far venire strane idee in testa.-, sbuffò per la sbadataggine, non voleva davvero che il tizio pensasse a qualcosa di strambo eh.
    :-Tornando al discorso di prima, tu mi darai quel libro... oppure-, ripose la sigaretta stretta tra le sue labbra e si puntò il coltellino alla gola:-Oppure io mi uccido-, magari, fu subito il suo pensiero da cancellare.
    Continuò a sorridergli in tutta quella sceneggiata:- Che io muoia per te non fa troppa differenza in fondo, ma al nobile proprietario della Testa di Porco interessa tanto salvare un'indifesa ragazzina, da un lurido uomo quale tu sei, lo sai bene... non farmi iniziare ad urlare.-, lo aveva messo alle strette, credeva, oppure, c'era sempre il piano B, che in fondo era il piano A, è sempre un buon giorno per il suicidio!.
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    Edited by Oogie Boogie - 16/9/2017, 23:16
     
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4 replies since 9/1/2017, 14:40   327 views
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