Trouble

privata

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  1. Charles
         
     
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    16 years old || Griffyndor
    "Il più grande errore che si può fare nella vita è quello di avere sempre paura di farne uno"
    Charles Rolland
    Siamo giunti al fine settimana e ciò sta a significare che dovrò lavorare. Non mi dispiace, perchè il lavoro nobilita l'uomo. Il lavoro è alla base di tutto, come un po' lo studio. Ho terminato di studiare alcune nuove nozioni, mi è bastato pochissimo tempo per memorizzarle tutte, fortunatamente la memoria non mi ha mai abbandonato. E' un qualcosa di cui vado veramente fiero. Di fatti, stasera mi ritrovo qui, in questo locale, con lo sguardo perso nel vuoto a lucidare alcuni bicchieri. Davanti a me non ci sono molte persone, non è ancora l'ora adatta per affollarsi nei locali. Il che è un bene, perchè ho più tempo per gestire le ordinazioni. Ieri sera, ad esempio, le persone hanno assalito il locale e a malapena ce la facevo a respirare. Fortunatamente con l'altro mio collega siano stati in grado di gestire al meglio la situazione.
    Mi stropiccio gli occhi, ho sonno, non ho dormito molto questa notte. Non conosco il motivo, ma forse la stanchezza mi ha fatto l'effetto contrario. Per tutta la notte ho fissato il soffitto, provando a chiudere di tanto in tanto gli occhi, ma niente. Il sonno non è proprio arrivato. Eppure stamattina mi sono dovuto alzare presto e recarmi a qualche lezione. Devo ammetterlo: lì ho dormito una buona mezz'ora.
    Un uomo alza la mano per richiamare la mia attenzione, sono distratto, lo ammetto. Mi sono perso tra i miei pensieri, come spesso accade. Lascio i bicchieri poggiati sul bancone e mi dirigo verso la sua postazione. Il suo viso, i suoi lineamenti mi sono del tutto nuovi. Ha una fluente barba, che mi provoca disgusto e mi porta a pizzicare con la mano il mio viso. Al tatto lo percepisco imberbe, soltanto sul labbro superiore avverto appena un po' di peluria. La barba non mi piace, perchè mi scoccia radermi il viso tutte le mattina. Ho maledetto il giorno in cui è incominciata a crescere. Ok, annego i miei "drammi" nei suoi occhi, incrociando il suo sguardo e appuntando la sua ordinazione su un taccuino.
    Due burrobirre. Più semplice del previsto. Torno dietro il mio bancone, preparo le burrobirre e le adagio su un vassoio da portata. Nel momento preciso in cui mi muovo per tornare dal cliente, urto involontariamente un ragazzo accanto a me. I bicchieri di birra sussultano tra loro e precipitano a terra.
    Un disastro. In fondo è colpa mia ho fatto poco attenzione.
    Accidenti! Esclamo, chinandomi a terra per cercare di rimediare al danno.
    - code yb ms. atelophobia
     
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  2. You Know #Sticazzi?
         
     
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    18 y.o. | belloribello | #thiefmaster |
    we're all mad here
    STICAZZI Scott McCall LOVINSKI
    Da quando era intrappolato in quel corpo non si era mai sentito più vivo. Scott McCall aveva ripreso il controllo del suo corpo ma sapeva che sarebbe durato poco quindi doveva sbrigarsi e divertirsi più che poteva prima che il sempliciotto senza cervello riuscisse a ributtarlo in quell'angolo buio dove stava di solito e dal quale era difficile emergere. Questa volta aveva sfruttato un attimo di debolezza, notare che la sua amica Kendall non riusciva a vederlo come qualcosa in più che un semplice amico era troppo per lui e quindi aveva abbassato le difese. Rapido come un serpente Scott era riuscito ad impadronirsi della volontà del ragazzo ed ora eccolo camminare per le vie di Hogsmead senza una meta o uno scopo. Lui era i lcaos, l'unica cosa che voleva era sentire le urla della gente, i rantoli dei feriti, i pianti degli orfani... Nessuno era al sicuro quando Scott McCall era libero. Notò un uomo che si affrettava in un vicolo, ben vestito e con un aria abbastanza interessante, tanto da far si che il ragazzo lo seguisse.
    Ehi, perché non ci divertiamo un po'? Disse Scott non appena arrivò alle spalle dell'uomo. Lui si voltò dopo un sobbalzo e guardò il ragazzo con occhio attento per poi sorridere e tirarlo a se dalla maglietta scura. Le loro labbra si muovevano all'unisono poi Scott costrinse l'uomo a voltarsi contro al muro, entrambi presi dal fiatone dell'eccitazione. Il moro senza poteri afferrò le mani dell'uomo bloccandogliele dietro la schiena poi prese un coltello dalla tasca e lo voltò di nuovo. Peccato che tu non sia il mio tipo... Un bagliore argenteo si frappose tra i due ed il volto del wizard si dipinse del rosso che simboleggiava la morte, il rosso che simboleggiava una vita strappata, il rosso che per lui era sinonimo di eccitazione. Guardò la luce spegnersi negli occhi dell'uomo che ancora teneva tra le braccia. Lasciò cadere il suo corpo inanimato come una marionetta senza fili e sputò al fianco del corpo. Lo dispose in maniera ordinata e gli chiuse gli occhi. Ave atque vale frater Disse poi voltandosi e pulendosi il viso con un fazzoletto di carta. Un sussulto lo fece fermare. Scott barcollò fino al muro e vi si appoggiò. Stava riprendendo il controllo e non poteva farsi trovare in quelle condizioni. Corse nel cortile di una casa e trovò dei vestiti stesi. Li prese senza neanche guardare di che taglia fossero e mentre Sticazzi Lovinski tornava alla luce Scott riuscì appena a cambiarsi.

    Un attimo, cosa ci faccio qui? Sticazzi Lovinski era sdraiato su un fianco in un vicolo di Hogsmead. Sentiva l'odore ferroso, quello del sangue che ti prendere allo stomaco e non ti lascia altro scampo se non vomitare. E fu proprio quello ch successe, un conato improvviso fece girare Sticazzi prono, leggermente sollevato con le braccia, e lo costrinse a risputare tutto quello che aveva mangiato quel giorno. Quando si alzò si spazzò la bocca e vide il corpo senza vita di un uomo li accanto a lui. Subito pensò di urlare ma quando aprì la bocca non emise un suono. Si avvicinò al cadavere, era successo da poco perché era ancora caldo ma il battito era completamente assente. Si alzò velocemente e se ne andò correndo. Arrivato sulla via principale si guardò attorno, la gente stava andando in qualche locale, qualche bambino iniziava a giocare all'aria aperta. Sticazzi mise le mani in tasca ed iniziò a camminare verso una meta ignota perfino a lui. Arrivato davanti al Testa di Porco frugò nelle tasche cercando qualche spicciolo ed alla fine trovò abbastanza soldi per una burrobirra. Entrò a passo sicuro prendendo posto al bancone dove c'erano già due bevande pronte. Pensò di prenderne una ma il suo senso civico lo distolse dall'idea. Invece si mise comodo ed aprì la bocca per ordinare... e l'avrebbe fatto se non fosse stato per il cameriere che, urtandolo, fece cadere le burrobirre ed anche Sticazzi stesso che boccheggiò per terra per qualche secondo mentre i suoi abiti assorbivano il liquido ambrato. Si alzò respirando ancora a fatica e sorrise al cameriere che si era già prodigato per ripulire tutto. Tranquillo, non mi sono fatto niente... quasi. Volevo chiederti se dopo ne portavi una anche a me. chiese il giovane con il suo solito sorriso ebete. Si rialzò un po' incriccato e, come se nulla fosse, si risedette al bancone coi vestiti che gocciolavano burrobirra.
    - sorry dear, i'm allergic to bullsh*t - code yb ms. atelophobia
     
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1 replies since 9/6/2016, 11:51   174 views
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