What the hell am I doing here ?

Ashley x Lux

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    Ashley Stewart ( ) - 19 - Muggle - Ribelle - Cronocineta- Baciatutti
    «no mood can be maintained quite unaltered in the passing of the hours. »

    Erano passati mesi da quando era uscita da quel labirinto, poteva anche festeggiare l'anniversario a breve, anche se cosa poteva mai festeggiare? Aveva vissuto dei momenti terribili in quel posto tanto quanto stare nel laboratorio, aveva ricordato tutto la merda del suo passato e faceva un male cane, continuava a non dormire e quando riusciva a prendere sonno, aveva incubi sui dottorispesso e non solo. Capitava di ritrovarsi su di un lettino con la luce puntata sugli occhi, a stento riusciva a tenerli aperti, non riusciva a muoversi e il dolore...il dolore era insopportabile persino nel sogno, tanto da portare Ashley ad urlare in piena notte. Quante volte si ritrovava accanto Judas che l'accarezzava, oppure Aveline che cercava di tranquillizzarla. Erano così dolci, eppure come lei anche loro avevano sofferto in quei posti, ma sembravano stare meglio, oppure, semplicemente era lei ad essere egoista e non riusciva a vederlo. Sicuramente era quello il motivo, la ragazza era parte della resistenza, ma fondamentalmente pensava solo a se stessa e a nessun altro; nascondeva anche a se stessa il suo egoismo, con la scusa della sofferenza. Non aveva preso parte alla missione volontariamente, sparendo dalla circolazione con Judas, avevano deciso di comune accordo di cercare il figlio di lei, non erano neanche sicuri che fosse vivo, ma Aveline non lo vedeva; magari era morto ma era così piccolo che neanche aveva pensato di rimanere lì con lei. Cosa poteva fare per trovarlo? Avevano provato fino a quel momento a cercare informazioni sui dottori, sulle persone che erano presenti durante il periodo della sua permanenza in quel favoloso motel, ma sembrava che ogni documento fosse sparito con loro. Aveva quasi perso le speranze, Ashley, sembrava che le venisse inflitto un colpo ad ogni esito negativo, non poteva sopportarlo ancora per molto. Eppure Judas era sempre così premuroso con lei, mai che perdesse la speranza, ne aveva abbastanza per entrambi, forse perché passava gran parte del tempo a drogarsi. Probabilmente era egoista anche su quel lato, insomma quale persone sana di mente permetteva che il proprio ragazzo continuasse a farsi senza dire niente o provare a farlo smettere?! Era dannatamente egoista la mora, non voleva forzarlo a smettere per la paura che scegliesse la droga a lei e quindi di perderlo, era così idiota che preferiva averlo anche strafatto al suo fianco. Senza di lui era una persona a metà, non si conoscevano molto, anche perché nessuno dei due raccontava volentieri del proprio passato ma potevano costruirsi un futuro no? Ma che cazzata, il loro futuro era solo una gran nube nera piena di sofferenza e cazzate, se rimanevano insieme era solo per non morire da soli,ecco la verità, il resto raccontato nelle favole cioè il vissero felice e contenti era solo una cazzata babbana, già solo storie di fantasia narrate alla ragazzine illuse di una mondo meraviglioso. Ashley aveva smesso di crederci ormai da parecchio tempo; la vita, se così si poteva dire, per lei era solo sopravvivenza, ma comunque si chiamava era uno schifo.
    Molte volte aveva pensato di fare compagnia a Judas, di entrare nel mondo della droga, ma per il momento aveva deciso di affogare i dispiaceri solo nell'alcool e nel fumo, giusto per annebbiare la mente per non sentire più quel costante dolore al cuore, per colmare solo temporaneamente il vuoto. Purtroppo la vicinanza del veggente non era abbastanza per la donna, sembrava essere priva di quella gioia che l'aveva distinta nei suoi anni da “normale”, quei laboratori le avevano strappato via l'anima, era l'unica spiegazione logica.
    Eppure aveva ancora qualcosa per cui vivere, suo figlio, doveva trovarlo, sapeva che era vivo anche se non aveva la certezza, ma il coprifuoco, tra i tanti ostacoli, non permetteva alla ragazza di andare oltre la città. Neanche fosse una bambina di undici anni, che diamine. Certe regole proprio non le capiva, era una babbana con i poteri non una che non sapeva intendere e volere, sapeva cosa era giusto e cosa no, sapeva badare a se stessa e aveva anche imparato a gestire il proprio potere, più o meno, ma non avrebbe mai fatto cazzate in giro, almeno che non lo richiedesse la causa “figlio da ritrovare”, eppure la sua parola di fare la brava non bastava a lasciarla andare in giro come voleva e senza orari, a volte non li capiva i maghi, anzi li odiava proprio in effetti, era stata rapita, fatta diventare una cavia da laboratorio e lasciata marcire in delle gabbie. Le venne i brividi, ancora proprio non riusciva a superare quel doloroso ricordo.
    Eppure sono ancora qua...e già disse guardandosi attorno, era comunque alla resistenza, ancora una volta, nonostante tutto credeva negli ideali dei ribelli e non avrebbe smesso di farlo solo per un brutto episodio. Ok era stato un terribile momento della sua vita, ma sapeva esattamente che le persone nei laboratori non erano i ribelli. Altro motivo per lasciarla libera no? Ovviamente no.
    Perché era alla resistenza? Ah si perché Judas era in giro da qualche parte e lei aveva bisogno di parlare con qualcuno magari proprio Will, sapeva che dopo la missione aveva riacquistato la memoria, forse era giunto il momento di dirgli che era padre? Probabilmente non era il caso di dirglielo, era tornato alla sua vita non poteva certamente dire “ Ehi ciao Will, ben tornato alla resistenza, sai sei padre...ah non è con me nostro figlio, me l'hanno portato via appena partorito e non so neanche se sia vivo “ suonava male nella sua testa non sarebbe venuto meglio ad alta voce. Non poteva incontrarlo, non in quel momento, con l'umore sotto ai piedi con le poche informazioni al riguardo. Guardò l'ingresso, così stranamente silenzioso, non sentiva in lontananza neanche Idem, il che era davvero molto strano, forse era proprio il caso di girare i tacchi e andarsene.
    Ehi ti sei persa? una voce maschile, calda quanto fastidiosa la distolse dai suoi lunghi e noiosi pensieri, che mi hanno permesso di allungare il brodo fino a questo punto.
    Direi proprio di no e tu? chiese acida, scrutando il ragazzo che si presentò davanti a lei. Ma chi cazzo era? Non lo aveva mai visto, o forse si ma era sempre così imbronciata e messa in un angolo avvolta nella sua aurea nera che a stento riusciva a vedere le persone che voleva bene, figurarsi quelle con cui a stento parlava.
    the heart is deceitful above all things,


    Edited by Ashleythetime - 31/8/2016, 00:52
     
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  2. #lucas
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    LucasItalir
    « Nulla è vero, tutto è permesso »
    ex-gryffindor | purosangue | 20 | resistenza | giornalista
    Il tizio svitato cominciò a leggere. Indossava un vestito azzurro e portava una lunga barba bianca. Poseidone, diceva di essere. Poi accanto a Lux c'era uno vestito da Minosse. Fortunatamente c'erano altri vestiti in modo normale, anche se c'erano soprattutto quelle persone disagiate vestite da antico greci e dei dell'Olimpo.
    “Andra moi ennepe, Musa, polutropon, os mala polla plancton, epei Troies ieron ptolietron eperse”. Chiaro. Chiarissimo. Giusto. Concetto afferratissimo. Lucas annuì, senza sapere se mettersi a ridere o piangere. Venne un altro svitato vestito di una lunga tunica nera. Quello, almeno quello, grazie a Merlino gli parlò in inglese e non in un'astrusa lingua arcaica. “Ti consiglio di prendere il libro, così capisci tutto, giovanotto”. Lucas lo ringraziò, prendendo il libro (che in realtà era una fascicoletto di poche pagine) che gli offriva. Solo dopo si accorse che era stato scritto da un bisonte spastico.

    The Ancient Greek version of
    Ὀδύσσεια
    Ῥαψωδία α
    Ὅμηρος


    Lucas sollevò molto lentamente la copertina, spaventato da cosa avrebbe trovato al suo interno. Appena vide la prima pagina, chiuse di scatto il libro. Era stato scritto dal demonio, non c'era altra spiegazione. Cose astruse, davvero, simboli contorti scritti da uno che delirava nella febbre e nel tifo, nell'ebola e in altre malattie mortali.
    Lucas fu costretto a sorridere tutto il tempo, anche se in realtà quella era una paralisi facciale. Osservò il tizio che parlava in greco antico, leggendo da un libro vecchio che sicuramente era più giovane di lui. Doveva avere almeno trecento anni. Non il libro, il vecchio. All'improvviso il vecchio alzò le mani al cielo: “ECHATOS ETHAKOM, ETHAKE TREFON, DREIME!”. Poi, lentamente, abbassò le mani. Lucas saltò in piedi, entusiasta, applaudendo.
    Tutti lo guardarono male.
    No. Evidentemente la lettura non era ancora finita. S'afflosciò sulla sedia. Una ragazza seduta accanto a lui avvicinò le proprie labbra al suo orecchio. Vestita normale, parlava una lingua normale, non presentava segni di disturbi mentali, aveva delle belle tette. Se non fosse stato fidanzato, ci avrebbe spudoratamente provato. “Non conosci il greco, vero?”. Lucas si affrettò ad annuire, ridendo istericamente mentre i vicini lo guardavano. «Lo capisco. Bene, ma non benissimo». Annuì, più somigliante a un vecchio con un tic nervoso che a un giovane che annuiva convintissimo di quel che diceva.
    La ragazza gli chiese come mai fosse lì, e lui le spiegò che era una punizione. Alla capo redattrice non era piaciuto il fatto che Lucas avesse parlato male del suo fidanzato (come poteva sapere che il custode dello zoo era il fidanzato della sua capa? Era un giornalista, mica Sherlock Holmes!), quindi l'aveva molto gentilmente spedito a scrivere un articolo sulla conferenza sull'Odissea, presieduta da un branco di citrulli in maschera. «Secondo me aveva il ciclo. Le donne sono intrattabili, quando hanno il ciclo».
    Gli arrivò una sberla che fece male e si sentì in tutta la sala.
    Dedusse che anche quella lì aveva il ciclo.
    Quando finì tutto, Lucas decise che avrebbe scritto che erano stati mediocri, perché il loro greco non si capiva. Tanto non c'era stato nessuno, a quella conferenza, solo i vecchi e due o tre laureandi che avevano bisogno di studiare ascoltando quella conferenza. Tutta in greco antico ihih. Divertente. Come no.
    Decise di andare al Quartier Generale, dato che non aveva nulla da fare. L'articolo l'avrebbe scritto quella notte. Niamh ce l'aveva forte, il ciclo, in quel giorno. Meglio girarle al largo. Di notte non avrebbe dormito con lei, sennò sarebbero stati dolori. Se me sarebbe rimasto sveglio tutta la sera a scrivere e prima di mezzanotte avrebbe consegnato tutto. Durante la notte, fino all'alba, avrebbe dormito sul divano, poi sarebbe andato alla Gazzetta. Sperando di ottenere il perdono della capa, altrimenti sarebbe dovuto andare in una conferenza in latino sull'Eneide.
    Non appena entrò nel Quartier Generale, vide una ragazza. Non l'aveva mai vista, ma doveva far parte della Resistenza. Si tolse dalla spalla la borsa a tracolla di cui che portava, in cui erano conservati fogli, penne biro (delle quali un tappo era in realtà un micro registratore) e matite. Portava una maglietta blu, dei jeans scuri e un paio di scarpe bianche. Le sorrise: «Ehi, ti sei persa?». “Direi proprio di no e tu?”, gli rispose subito quella, acida.
    Buon Merlino, oggi tutte hanno il ciclo. Cos'è, la giornata nazionale del ciclo?
    Lucas sorrise come se fosse divertito. «In realtà sono appena entrato», rispose a quella domanda che immaginava fosse in realtà retorica. «Chi sei, comunque? E prima che tu mi chieda “e tu?”, io sono Lucas». Le si avvicinò, porgendole la mano.
    Ora anche questa mi dà una sberla.
    role code made by effe don't steal, ask

     
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    Ashley Stewart ( ) - 19 - Muggle - Ribelle - Cronocineta- Baciatutti
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    Il ragazzo guardava Ashley come se tutta quella situazione fosse divertente. Ma che diavolo aveva da ridere? Doveva sventolare la sua gioia proprio davanti a lei? Che voglia di bloccarlo e prenderlo a calci, ma dovette trattenersi, era anche al quartier generale, rischiava di farsi riprendere da Idem, e non ne aveva voglia. Rimase in silenzio a fissarlo con aria contrariata, doveva conoscerlo? Che si fossero già visti? Probabile, ma non era molto fisionomista la ragazza, per non parlare che aveva ben altro per la testa, quindi non aveva nessun interesse a ricordarsi del biondo.
    «In realtà sono appena entrato», rispose anche se non aveva davvero bisogno di una risposta, era proprio come quei ragazzi, che pensavano di essere fighi e divertenti ma rimanevano solo degli sfigati, e chiunque facesse parte della resistenza lo era secondo Ashley. Solo degli stolti, come lei poteva credere in qualcosa e dare la propria la vita puri di ottnerlo, se non erano sfigati cosa potevano mai essere? Eroi? Quelle idiozie esistevano solo nei film. E poi, bastava vedere lei che andava in giro praticamente da stracciona, senza una famiglia e un ragazzo perso da qualche parte a drogarsi, come poteva lei rappresentare un'eroina?. Ma, sopratutto, come diavolo ci era finita lì? Com'era la sua vita prima di tutto quello? Molto spesso se lo domandava, e più passava il tempo e più dimenticava chi fosse prima della resistenza, dei laboratori, prima di sapere di avere avuto un figlio a soli 19 anni e non sapere dove fosse. Stava andando tutto troppo velocemente e per una che gestiva il tempo era davvero ironico. Fino a qualche anno fa viveva la sua finta ma felice vita da babbana, tra scuola e amici, non aveva problemi per la testa se non cosa mettersi per uscire. Era cresciuta improvvisamente, cosa l'aveva cambiata? La morte del fratello. Dannazione, faceva ancora male, si sentì mancare l'aria, ancora non aveva accettato la sua scomparsa. Aveva chiesto più volte ad Aveline se lo avesse visto, ma sembrava essere in pace. Beato lui. Non come lei, che al contrario doveva fare i conti con la vita sociale,le era stato quasi imposto di socializzare con i compagni, con le persone, ma non ci riusciva. Gli altri la innervosivano, e facevano uscire il peggio di lei, ma che poteva farci? Lei voleva solo stare in pace, star tranquilla. Magari trovare anche suo figlio, anche se seguendo quelle stupide regole, non ci sarebbe mai riuscita.
    Sbuffò mentre questo cercava di fare conversazione con lei, ma perché dovevano per forza interagire? Non c'era nessuno che poteva fargli compagnia? Lei non aveva così tanta voglia di simpatizzare con qualcuno, andiamo era Ashley l'asociale, non possedeva neanche così tanti amici, ma le stava bene così, quindi perché averne di nuovi. «Chi sei, comunque? E prima che tu mi chieda “e tu?”, io sono Lucas». Le si avvicinò, porgendole la mano. Sul serio lo stava facendo? Gli sembrava davvero una persona con cui fare amicizia? Aveva per caso scritto in fronte “ Diventiamo amici?” . Non credeva proprio. Lo guardò di nuovo dalla testa ai piedi, incrociando le braccia al petto. Acida fino al midollo. Non avevo nessun interesse di sapere chi tu fossi. disse in modo molto scontroso, tipico suo insomma. comunque sono Ashley . Calò il silenzio mentre lei continuava a scrutarlo. Non era proprio il massimo della compagnia, anche Judas l'aveva rimproverata spesso per quel suo essere scostante con gli altri.
    Non dico che dovresti fare dialoghi lunghi ore, ma non allontanare tutti. Non farlo con me. Ok? con lui era riuscita ad essere più dolce, ma era così diverso col resto del mondo. Il ragazzo sapeva come prenderla nonostante non si conoscessero da molto, era sempre così tranquillo che riusciva a metterla a suo agio in ogni occasione, si sentiva protetta in ogni momento, anche in quello più stupido. Già, perché non lo aveva portato con sé alla resistenza? Ah si, aveva perso le sue traccie da qualche giorno, probabilmente aveva bisogno di riprendere il controllo e quindi era andato per le strade di Londra per cercare della droga. Di solito lo seguiva, anche se non approvava quello che faceva, ma aveva Idem alle calcagna ultimamente e non poteva fare un passo senza che la Resistenza lo sapesse.
    Andiamo Ashley, sei una ragazza in gamba, puoi farti nuove amicizie anche in questo mondo, non siamo tanto male, vedrai. aveva detto Idem una delle tante volte in cui si incontravano. Quella ragazza era dannatamente positiva, vedeva la vita sempre colorata, e non quei colori spenti o sbiaditi, erano sempre molto accesi quasi accecanti. Magari poteva prendere la stessa sua droga, ma quando le chiedeva cosa la spingeva o cosa prendeva per essere così felice lei rispondeva che la vita la rendeva in quel modo. Si certo, come se Ashley potesse sorridere per quel motivo, non si sentiva in quella sua stessa posizione, ma avrebbe vissuto molto volentieri nel mondo degli unicorni e arcobaleni insieme a lei un giorno.
    Sbuffò, odiando tutte quelle buone parole, ma sapeva benissimo che doveva aprirsi di più con gli altri, non per forza doveva farsi dei nuovi amici, per lo meno doveva smetterla di trattare a pesci in faccia le persone. Così accennò un debole sorriso, era così ovvio che stava fingendo, maledizione. Era comunque da apprezzare il tentativo no?
    Beh, come mai sei da queste parti? Sei stato convocato da Idem, o sei di passaggio? oddio quante domande gli aveva fatto, ma davvero voleva sapere le risposte? In realtà no, ma dato che era lì e che in effetti non sapeva che fare, poteva provare ad interessarsi a qualcun altro, anche se era così difficile. Non aveva voglia di stare a chiacchiera, non voleva socializzare. Lo stava facendolo solo per Idem; e la ragazza non era neanche lì con lei a spingerla nella direzione giusta, visto che sapeva sempre cosa dire al contrario della cronocineta. Rimase in attesa di una qualche risposta da parte di Lucas, nella speranza di non averlo offeso con la propria cafonaggine, se fosse scappato? Ah, se ne sarebbe fatta una ragione, insomma stava conversando solo perché obbligata.


    the heart is deceitful above all things,



    Perdonami, non è il massimo T_T
     
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