Wake me up

Tiffany Reed

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    Luce.
    Mugugnò infastidita cercando di sfuggire dalla luce che le colpiva insistentemente il volto. Doveva aver dimenticato di tirare le tende del letto a baldacchino.
    Dolore.
    Una fitta di dolore pervase le membra della della ragazza facendole aprire gli occhi di scatto. Boccheggiò in cerca d'aria, osservando la luce bianca sopra di sé. Il cuore cominciò a battere furioso nel petto. Chiuse gli occhi riaprendoli una manciata di secondi dopo.
    Una lacrima solitaria cominciò il suo percorso sulla guancia calda della ragazza. I suoi apparivano ovattati ma riuscì comunque a percepire un rumore metallico.
    Cerco di sollevarsi ma qualcosa la spinse a distendersi. Mani.
    Scalciò rendendosi conto di essere legata.
    Un gruppo di uomini entrò nel suo campo visivo, distogliendo la sua attenzione dalle mani che le stringevano le spalle con forza. Indossavano delle maschere ed emanavano uno strano odore. Sangue. Urlò. La bocca non produsse un suono, gli occhi sgranati per lo stupore e la paura le gelò il sangue nelle vene.
    Sarebbe morta. Lo sapeva che sarebbe morta. Cercò di ribellarsi ma tutto ciò che ottenne fu una violenta botta in testa. La vista si appannò, sentiva di essere in procinto di svenire ma non abbastanza velocemente da impedirle di vedere un ago penetrare nella pelle. Le iniettarono una sostanza azzurra. Non riusciva a vedere chiaramente ma il colore accesso della sostanza liquida balzò all'occhio. Una fitta di dolore che partì proprio dal braccio la fece gridare di dolore. Le lacrime cominciarono a scorrere libere sul volto.
    Svegliati.


    Si svegliò di soprassalto.
    Seduta nel letto si guardò freneticamente attorno rendendosi conti di trovare nel suo letto a Different Lodge. Toccò con la punta delle dita le guance calde e riabbassando la mano si rese conto che le le dita era umide. Il petto scosso dai singhiozzi che non accennavano ad acquietarsi. Pianse a lungo, le coperte avvolte attorno al corpo scosso da tremiti alla disperata ricerca di un po' di calore.
    Un mugugno la riscosse dallo stato in cui era caduta. Non era sola. Divideva la stanza con le sue compagne. Temendo che potessero svegliarsi e scoprirla in quello stato, scostò le coperte ed aprì le tende del letto a baldacchino scoprendo che era ancora buio all'esterno. L'oscurità la avvolse facendola cadere in uno stato di ansia perenne. Dimenticando perfino di prendere il mantello o di indossare perfino le scarpe uscì dal dormitorio a Different Lodge. Scese al piano di sotto trovando il soggiorno occupato da due studenti forse, non li guardò e non prestò loro attenzione ed anche se lo fece la vista offuscata non le permise di mettere a fuoco chi sedeva dinnanzi al fuoco. Uscì dalla struttura ignorando il freddo pungente che penetrava fin sotto i vestiti dentro le ossa, facendola rabbrividire per il freddo. I denti battevano all'impazzata, il respiro sempre più veloce. Le braccia strette attorno al corpo gelido come a proteggersi da un nemico invisibile.
    Camminò sempre più velocemente attraversando il parco che conduceva al Platano Picchiatore. Quella sembrava agitato il Platano. Lo sveva sentito muoversi più e più volte ma questo non aveva frenato la sua corsa. Non sapeva neanche lei dove si stava dirigendo voleva solamente allontanarsi dall'oscurità che l'aveva colta in quella stanza, la stessa stanza che era stata profanata.
    Che quello fosse un incubo, un ricordo od una visione poco importava. Si sentiva violata. Erano anni che non era più in grado di sentirsi al sicuro, e quei sogni facevano scomparire quella poca fiducia che ancora riponeva nel castello. Non c'era luogo al mondo più sicuro di Hogwarts, così si diceva e lei voleva crederlo ma sapendo che una scola ospitava una sala delle torture non era certa di essere al sicuro. Eppure lo era. Nel Mondo Magico probabilmente non sarebbe sopravvissuta ed avrebbe cominciato a vagare per le vie della città nel cuore della notte incorrendo in chissà quali pericoli.
    Una folata di vento spostò i capelli solleticandole il naso.
    Camminò per qualche minuto fino a quando si scontrò con la pensate porta di quercia. Spinse più volte la porta riuscendo a scostarla quel tanto che bastava per intrufolarsi all'interno della scuola. Il cambio di temperatura l'aveva colta all'improvvisa, se prima il freddo le aveva congelato perfino il sangue in corpo, ora il caldo lo stava facendo sciogliere. Non che comunque il caldo fosse così accentuato ma dopo tutto il freddo preso per lei era già molto. Non abbastanza per scaldarsi completamente, ma abbastanza per non farla congelare completamente. Si guardò attorno dove la pietra regnava sovrana. Il coprifuoco era già scattato da diverse ore pertanto era certa che se l'avessero scoperta l'avrebbero punita, ma non le importava. Aveva solo bisogno di tranquillità. Avanzò aprendo un altro portone di legno che conduceva ad una grande scalinata. Non essendo passata dal salone d'ingresso ma dal cortile di Trasfigurazione? Forse sì, forse no. Non aveva guardato molto attentamente ciò che la circondava per cui poteva trovarsi in qualsiasi ala del castello. Sorpasso delle statue poste sulla sinistra e scoprì di trovarsi nei pressi dell'aula di Erbologia. Camminò lentamente pensando per un momento di trovare rifugio proprio nell'aula, ma sapeva quanto poteva essere pericoloso trascorrere la notte in mezzo a piante che non conosceva. Non studiava Erbologia dal primo anno ma ricordava ancora quando le avevano detto di non entrare sprovvista di occhiali protettivi e guanti in pelle di drago. Svoltò a destra imboccando un lungo corridoio, illuminato dalla fioca luce delle candele appese al muro. Qualche statua era posta qua e la. Statue inquietanti a dirla tutta. Davano l'impressione i osservarti sempre, di seguire i tuoi movimenti. Aumentò la velocità del passo svoltando nuovamente a destra. Sulla sinistra si trovava l'aula di Aritmanzia Avanzata, ed anche se non era una di quelle materie che seguiva quello era l'accesso alla torre di Aritmanzia. Una delle torri più alte del castello, forse proprio la più alta. L'aula era grande e dopo essere andata a sbattere contro un tavolo facendo cadere un calamaio che vi era rimasto poggiato sopra. Lo sorpassò senza curarsi di pulire, troppo presa dalla sensazione di soffocamento che stava provando.
    Respira.
    Il cuore batteva veloce, la vista appannata per le lacrime che ancora scendevano copiose dagli occhi chiari ed arrossati. La pelle pallida, le labbra carnose aperte in cerca d'aria. Aria che non voleva saperne di entrare dentro di lei. Corse incespicando nei passi fino alla porta e corse.
    Corse.
    Corse. La scalinata stretta e buia. Sapeva solo di dover continuare a salire senza voltarsi indietro, senza guardare oltre il corrimano. Si appoggio ad esso scivolando a terra percependo la gola chiudersi ad ogni tentativo di respiro. Le lacrime scorrevano sul volto di Freya, lacrime amare. Alzando lo sguardo vide la porta poco lontana da lei. Staccò la mano tremante dal corrimano, ignorando il colore che provava per il troppo sforzo. Allungò una mano poggiandola sul gradino. Mano e ginocchio. Mano e ginocchio. Continuò ad avanzare gattonando lungo la scala. Ed infine, lo fece. Raggiunse la porta allungando la mano verso la maniglia. Provò due volte prima di raggiungerla e riuscire ad aprire la porta. Spinse la porta di legno scontrandosi con il freddo vento di quella gelida notte. Si alzò a fatica raggiungendo il parapetto.
    Respira.
    Respira. L'aria entrò finalmente nei polmoni. Prese grandi boccate di aria gelida, aria che le fece bruciare i polmoni per l'intensità e la forza con cui veniva aspirata. Alzò lo sguardo posandolo sulla luna. Ironico. La lune le sorrideva e lei non poteva fare altro che piangere e stare male. Piangere e soffrire. Impiegò diversi minuti a riprendersi dall'attacco di panico, terminati i quali la ragazza rimase aggrappata al parapetto. Lo sguardo perso nel vuoto nonostante le lacrime scorressero libere. Il perchè avesse scelto proprio quel posto non le era molto chiaro. In verità non era nemmeno sicura di dove si trovasse. Era all'interno del castello questo lo sapeva. Non aveva seguito molto il percorso da lei intrapreso. Ma aveva capito di trovarsi davanti una finestra? Aveva lo sguardo fisso sul paesaggio sottostante. Il parco si estendeva per diversi metri, chilometri forse. Era una distesa di erba scura a quell'ora. In lontananza una luce le fece presagire che forse a Different Lodge qualcuno era ancora sveglio. E lei, lei non poteva dormire. Non ci riusciva. Ogni qual volta si addormentava la sua mente cominciava a tormentarla. Ricordi di un passato che non voleva ricordare. Sogni che le lasciavano l'amaro in bocca, non li ricordava ma c'era sempre un dettaglio che spiccava, che fosse esso semplicemente un odore particolare od un suono, non aveva importanza. E poi c'era lei. Lei che la perseguitava nei suoi incubi e nella vita reale. Era come guardarsi allo specchio ma al tempo stesso era come guardare una persona completamente diversa. Si sporse respirando a pieni polmoni l'aria gelida che le infiammò lo spirito.
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    Edited by m e p h o b i a - 5/1/2017, 03:08
     
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