#IIcdcm Gruppo Foglia

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    Hope Mills ( ) - 17 anni - Hufflepuff - ribelle - ostinata
    « I couldn't get you out of my head if I wanted to.» - pensieve

    A fine prima parte ci fu una breve pausa, stile cinema, giusto per riprendersi da quel film, ma lei aveva ancora sulla coscienza quei piccoli pandorsi volanti morti per il vento, quando degli scienziati intervennero e li portarono verso dei corridoi, fino a giungere in una stanza molto piccola e completamente bianca, metteva quasi ansia. Guardò i suoi compagni, sembravano tranquille tranne che per Todd che sembrava impaurito e parlottare con qualcuno di invisibile, non era la prima volta che succedeva e ormai nessuno ci faceva più caso, tanto meno lui che sembrava convinto di avere un certo Mickey al suo fianco. Smettila Mickey, lo sai che ho l'ansia probabilmente il suo amico immaginario gli stava facendo i dispetti, a volte avrebbe voluto essere come lui, sempre così al di sopra delle righe, speciale. Lei al contrario si sentiva così banale. Scosse la testa e tornò alla lezione. Sempre gli scienziati diedero ad ognuno di loro un foglio con tutte le indicazioni per poi lasciarli entrare ognuno in una delle porte davanti a loro. Che ansia, non sapeva per quale motivo ma era così, aprì la porta e fu catapultata in un micromondo, diverso da quello precedente ma altrettanto meraviglioso. Hope si affascinava sempre quando si ritrovava in quel modo a contatto con la natura, e soprattutto in quel posto sembrava non far particolarmente freddo come nelle Himalaya, era un segno positivo no? Sperava di vedere qualche animale docile come i pandorsi, ma aveva anche la brutta sensazione che non sarebbe stata così fortunata quella volta. Si guardò intorno notando un fiume, era così rilassante sentirlo scorrere, respirò a pieni polmoni godendosi quell'attimo Che meraviglia disse chiudendo anche gli occhi e sentendo il sole sul volto riscaldarla, quello era il suo habitat non c'era che dire, se non fosse stato che accanto vi si trovasse una carcassa di un animale, le venne i brividi, non era niente di buono.
    Storse il naso e proseguì verso la foresta, anche se più si addentrava più si faceva inquietante, il martellio di un fabbro le tamburellava nella testa, ma c'era anche una musica carina da seguire a suon di passi, forse erano vicini ad un qualche villaggio. Chissà magari quello era solo un passaggio e si sarebbero ritrovati tutti quanti a prendersi un gelato tutti perché la lezione era finita. Illusa di una Mills, quello era solo l'inizio, perché vide un uovo a terra, dovevano farci qualcosa? Probabilmente si, visto che era lì, e lei aveva visto una fata poco più lontano, qualcosa le fece pensare che era la madre. Guardò il foglio per la prima volta e vide una descrizione sia di quella fata, appena intravista da lontano, che dell'uovo. Non era una bellissima creatura insomma, lei si aspettava una docile e carina fata,sempre sorridente, anche se sapeva che ce ne erano alcune davvero dispettose,ma quella era la fata dei cadaveri, non prometteva niente di buono, visto che si nutriva di carcasse e in giro aveva visto delle mucche morte, vicino ad un fiume per giunta quindi era lei visto che quella fata adorava far addormentare le vittime in acqua per poi gustarsele. Le venne i brividi, sperava di non farsi addormentare, ci teneva alla propria pelle. Si avvicinò all'uovo, magari si sbagliava e tutto quello che aveva visto era solo una coincidenza; da una parte lo sperava davvero, ma ahimè aveva ragione, si poteva vedere chiaramente che il colore era di un celeste pallido e sembrava soffrire sotto quel caldo sole, e in quanto la madre, creatura non amante della luce e del calore, anche quello non sembrava apprezzarlo, lo prese in mano, era così piccolo che poteva anche tenerne più di uno nel palmo, era sicuramente l'uovo di quella fata malefica, anche per il peso, insomma era più pesante una pallina da tennis quasi. Quindi ormai era sicuro quell'uovo apparteneva alla fata delle carcasse. Bene. Aveva due possibilità, andarsene dalla lezione oppure fare quello che in modo tacito le era stato chiesto, cioè aiutare l'uovo a schiudersi. Maledetta disciplina. Sbuffò e prese la bacchetta,sapeva cosa doveva fare, in primis doveva togliere l'uovo dal caldo sole, così puntò la bacchetta verso un alberello, poco distante dall'oggetto e pronunciò Erbivicus vide di conseguenza l'albero crescere, diventando quasi centenario, con un tronco forte e rami ricoperte di foglie, così lunghi da arrivare a ricoprire l'uovo. Finalmente era all'ombra e riceveva quindi sia i raggi del sole che lo tenevano al caldo sia l'ombra che lo rinfrescava, insomma la tassa aveva appena reso confortevole l'habitat per farlo schiudere. Ma non era contenta, sembrava non bastare quello che aveva appena creato perché i rumori erano fastidiosi perfino per lei, per l'uovo sarebbe stato anche peggio. Così puntò la bacchetta di nuovo verso l'uovo e disse Imbottito e in un secondo apparve un cuscino invisibile sotto di esso, fino a coprirlo. Si sentì così contenta che saltellando si avvicinò all'oggetto, sembrava essere insonorizzato e si sarebbe quindi aperto. Dopo qualche minuto finalmente il guscio iniziò a sgretolarsi, prima cadde un pezzetto e intravide una piccola mano affusolata; rimase quasi senza parole, aveva già le unghie lunghe ed affilate, cavolo non erano innocue neanche quando erano appena nate. Indietreggiò di un passo quando questa con i denti tolse altri pezzi del guscio, i denti! Erano super affilati anche quelli, perché non poteva aiutare a nascere un gattino? Quel corpicino verde metteva ansia mentre si liberava completamente e con ali, se pur ancora piccole, prese a volare in aria come alla ricerca di cibo. Oddio sperava di non farsi colpire da quella polverina, sapeva che poteva farla addormentare anche se ricordava se anche le cucciole fate potevano farlo, ma era meglio evitare di provare così fece un passo indietro ancora una volta, mentre questa cercava di fare le prove di volo, era piccola, e il pelo non era folto come quella di un'adulta quindi forse non era così pericolosa, ma era sempre meglio evitare di starle accanto. Questa aveva un'aurea celeste chiaro, come l'uovo, ma ben presto sarebbe diventata più forte, poco dopo questa si mise in piedi e scappò. Meno male!
    Inutile dire che non appena vide la neonata scomparire, al suo posto arrivò una incazzatissima fata-madre che la puntò immediatamente, nonostante fosse giorno, beh poteva giocare a suo favore, visto che odiava molto la luce, poteva puntargliela addosso prima di diventare la nuova vittima. Non voleva essere il cibo di nessuno Hope. Tenendo la bacchetta ben salda si preparò ad un suo attacco che non tardò ad arrivare;la fata si precipitò verso di lei, con le unghie affilatissime e con la bocca digrignava i denti, era in forze la stronzetta, probabilmente perché non c'era molta luce come Hope sperava. Pensò di mettersi sotto il sole, ma questa arrivò così veloce che non fece in tempo ad allontanarsi, sentì le unghie affilate sulla spalla e sentì squarciarsi anche la divisa, fino alla pelle Ahhh la ragazza riuscì a spostarsi prima che questa potesse aggrapparsi e addormentarla con la polverina. Rotolò via cercando riparò verso l'albero appena cresciuto e disse Petrificus totalus così facendo l'energia si scagliò verso la fatina bloccandola, o lo avrebbe fatto se non fosse stato che quella era una creatura era di categoria xxx, Hope non ci aveva pensato subito che poteva non bastare ma si rese conto subito dopo che doveva utilizzare qualcosa di diverso, perché la fata si fermò solo per qualche istante come per dirle che era stata una stupida. Poco dopo però tornò a mirarla, pronta ad agitare quel pelo verde per far cadere la polverina su di lei, e con gli artigli sembrava pronta a tranciare un albero.
    Poggiò la schiena su di esso e cercò di indirizzare la bacchetta verso l'animaletto,doveva però concentrasi, cavolo poteva farcela aveva affrontato il labirinto qualche mese prima, bastava pensare a qualcosa che la faceva infuriare. Oh facile, bastò pensare a James, anche se non si era più visto in giro sapeva che era vivo da qualche parte quindi lei alla fine non aveva avuto più niente a che fare con lui, eppure ogni volta che ripensava a come l'aveva trattata nel labirinto le veniva sempre una gran voglia di picchiarlo. Perfetto,era pronta, il respiro fu calmo e pronunciò Orbis vide in quel modo un fascio potente di luce scagliarsi contro la fata, che iniziò ad urlare qualcosa d'incomprensibile, forse stava parlando nella lingua delle fate, ma poco importava, vide l'aura celeste affievolirsi, segno che non stava bene, così la bionda continuò a puntarla con la bacchetta illuminata Vattene o dovrò ucciderti disse seria, anche se sperava di non doverlo fare, anche in certe situazioni era davvero una rammollita la tassa. Perchè questa dopo essersi ripresa cercò di attaccarla ancora una volta, ma Hope non aveva più paura e aveva la giusta carica per poter attaccare nuovamente orbis disse ma non rimase ferma anzi avanzò anche di qualche passo, così da farla andare completamente sotto al sole, in quel modo non solo l'aveva accecata ma l'aveva anche esposta sotto il sole caldo. Questa spaventata, finalmente, sembrava aver capito che la tassa non sarebbe diventata tanto facilmente cibo, decise di lasciarla stare Ecco nutriti di quella mucca morta disse per poi scivolare a terra e riprendere fiato, l'adrenalina era davvero una brutta bestia, perché quando se ne andava la lasciava sempre senza forze. Beh però era riuscita nella lezione no? Poteva andarsene.
    the heart is deceitful above all things,



    Ok spero di aver capito come fare la prova...
    Nome della fata: Fata dei cadaveri (?)
    Ho fatto schiudere l'uovo e sconfitto la fata u.u
     
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    16 Y.O | HUFFLEMUFFIN | prefect beaters | rebel(la) | werewolf
    TIFFANY JAMIE REED
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    « you never love a wild thing, it's dangerous and can be painful »
    Certo che era stato alquanto simpatico studiare una creatura del genere, ma perché non poteva avere anche lei le stesse belle caratteristiche? Tipo mangiare un sacco e volare via come se fosse stata leggera come una piuma ma senza assomigliare a un palloncino? No, a pensarci bene non è che fosse poi così tanto un’idea geniale, insomma figurarsi poi giocare a Quidditch, non sarebbe nemmeno riuscita ad arrivare in campo e mettersi sulla scopa che sarebbe volata via prima di poter dire “mangia la mia polvere” quindi l’idea era leggermente da escludere, no, totalmente da escludere ecco, in quanto al veleno simpatico quello poteva anche essere utile, al momento però sinceramente le bastavano gli artigli che di tanto in tanto si ritrovava e i canini appuntiti, sisi quello bastava di certo. «Beh io li ho trovati estremamente coccolosi, tipo i cuccioli, tipo esclusivamente i cuccioli, tipo che se fosse stato possibile ne avrei pure rapito uno, capite no? Giusto Todd?!» E probabilmente l’unico che le aveva dato SERIAMENTE retta era stato proprio quest’ultimo, per quello l’avrebbe dovuto ricompensare tipo regalandogli montagne di dolci solo per aver avuto la santa pazienza di sopportarla anche quando si era appiccicata al suo braccio mettendosi pure vicino a lei per il pranzo, ma non sarebbe stata Tiffany in caso contrario no?! Gli si avvicinò ancora un pochino iniziando ad arruffargli i capelli divertita, aveva la simpatica per i capelli di Todd e fame per le braccia di Jeremy, non stava proprio bene nell’ultimo caso, bisognava ammetterlo, ma i Milkobitch le avevano sempre fatto uno strano effetto, iniziando dal concasato che aveva guardato brevemente dall’altro lato della tavolata. «Okay okay va bene, la smetto, come siete antipatici!» No, proprio no, stava proprio scherzando perché definire Mildred, Hope e Todd delle persone antipatiche sarebbe stato come dire che lei non era una personcina tutto zucchero e miele, in effetti era fatta di carne ed ossa per quanto ne sapesse ma era per dire no? Agguantò qualcosa di dolce a cui non aveva fatto caso staccandone un morso per mettersi a ragionare per qualche istante su tutto quello che avevano scritto una ventina di minuti prima, riflettendo se ci dovesse essere qualcosa che avevano dimenticato o altro, ma con Millie dimenticare qualcosa sarebbe stato pressappoco difficile, almeno. «Vedremo» Sussurrò a se stessa staccando un altro morso di dolcetto dolcioso. Ormai avevano finito tutti di mangiare e benché sarebbe rimasta li ancora per molto a finire tutte quelle buone cose che erano rimaste dal suo lato -prima o poi a forza di mangiare sarebbe diventata sul serio uno di quei cosi volanti, si sarebbe pure potuta unire a loro se l’avessero accettata nel “branco”- insieme agli altri si alzò con tutta calma, la seconda parte della lezione che di li a poco sarebbe iniziata e lei già aveva sonno poverina, il sonno del dopo pranzo, non andava bene, magari avrebbe potuto sgattaiolare da qualche parte e andare a dormire … un po’ troppo improbabile la riuscita, arrendersi sembrava essere l’unica opzione disponibile. Si spostò nuovamente al fianco di Ian mentre loro quattro, nuovamente loro quattro presero a seguire “l’uomo in bianco” -uno scienziato Tiffany, uno scienziato- e dopo aver percorso svariati corridoi manco stessero cercando l’uscita di un cavolo di labirinto, giunsero in una piccola stanza dalle bianche pareti. «Finirò per iniziare a soffrire di claustrofobia se continuo così» Osservò più incuriosita del solito le quattro porte davanti a cui erano stati condotti, prestando attenzione nuovamente solamente quando l’uomo rifilò a tutti e quattro un foglio, abbassare la testa a leggere fu del tutto automatica, neanche a dirlo! Ascoltò per così dire le parole dell’uomo al momento più interessata alle parole scritte sul foglio, quando tornò il silenzio alzò lo sguardo ad osservare gli altri e, alzando le spalle si diresse ad aprire la porta davanti a lei, entrandovi lasciandola richiudersi alle proprie spalle; un certo detto sembrava stesse per venirle alla mente, lo ricaccio indietro con tanto di ringraziamento.

    [ ... ]

    Accidenti! Non ricordava più da quanto non vedeva qualcosa di così fantastico, insomma, alcuni dei suoi libri preferiti raccoglievano paesaggi stupendi, eppure quella non era una foto, era reale ed estremamente non lo sapeva, la sua mente si era felicemente persa in quel luogo: lo scroscio del fiume cristallino -ecco dato che aveva di nuovo sete quello non sarebbe stato di certo male- sassolini a ricoprine le profondità, tipo che avrebbe potuto giocare a farli rimbalzare, quello però non sembrava propriamente il momento adatto, sfiga! Storse il naso colpita dall'odore di qualcosa che sicuramente sarebbe riuscita a riconoscere anche non puntando lo sguardo sulla carcassa della mucca vicino li vicino al fiume. «Wow, hanno pure preparato la merenda, ma che bravi» Ridacchiò appena arricciando le labbra scuotendo la testa guardandosi poi intorno; il movimento dell'acqua la distrasse per qualche secondo come se vi ritrovasse qualcosa di interessante, la cosa che però trovò ancora più interessante fu il mormorio che la colpì, delle voci flebili che le penetrarono nella mente "costringendola" ad avvicinarsi alla boscaglia e si sa, a lei piaceva seguire voci inesistenti che conducevano a luoghi che non conosceva, sarebbe stato maleducato non seguire il proprio istinto, ma quale istinto e istinto?! Segui il sentiero finché nuovi suoni non le martellarono la mente quasi lo stessero facendo apposta (uuuh gli spiritelli che cercano di aizzare il cane che dorme #WAT?) cercando di evitare di fare di tutto per non ascoltare quei rumori, abbassò lo sguardo verso il terreno notando sul terreno quello che sembrava propriamente un uovo. Con lentezza si inginocchiò al terreno osservandolo incuriosita sfiorandolo poi appena con le dita curvando appena la testa da un lato in posizione "sto-pensando-non-disturbare" o meglio "e-ora-che-devo-fà" e (questa è la reazione reale, you know this is a joke) senza pensarci troppo sposto appena l'uovo di qualche centimetro lasciandolo sotto il sole ma spostandolo giusto quello che bastava perché non ne ricevesse troppo, nemmeno a lei piaceva abbronzarsi troppo, non le sarebbe proprio donato, quindi attese pazientemente mettendosi a gambe incrociate ad osservare l'ovale, fosse stato per lei si sarebbe anche addormentata, ma la curiosità are TROPPA doveva ammetterlo; tranquilla si mise a rileggere il foglio: le uova non hanno bisogno di cova, tuttavia odiano stare in un posto troppo freddo o troppo caldo e i rumori li fanno rompere. Si morse leggermente il labbro rimettendo via il foglio e ascoltando i rumori intorno farsi ancora più molesti, cosa che la agitava alquanto, proprio non le piacevano nono, tuttavia appena riportò la propria attenzione sull'uovo le notò: delle crepe stavano iniziando a scalfirlo e piano piano stava iniziando a rompersi. Avvicinò le dita con lentezza, la curiosità che ancora la spingeva a fare cose carine di cui non sapeva proprio quali sarebbero state le conseguenze, tuttavia desistette preferendo rimettersi in ginocchio giusto nell'istante in cui l'uovo si crepò definitivamente, un'azzurrina aura intono ad essa prima di vederla scappare via lontano, manco fosse stata il mostro di Lock Ness. «Si no tranquilla, è stato un piacere conoscerti» Neanche a finire la frase che una nuova fata molto più, ehm, grande? Si materializzò davanti a lei e non sembrava per niente essere amichevole, ah non era proprio una novità. Estrasse con cautela la bacchetta mentre questa si spostava in avanti avvicinandosi sempre di più. «Okay no senti, mi piacciono le fate d'accordo? Sul serio, quindi che dici di mangiare qualcosa e fare pace anche se non penso abbiamo litigato?» Stava rincretinendo, pure con le fate si metteva a parlare adesso; alzò la bacchetta velocemente ma la fata con un movimento veloce le si era semplicemente attaccata al collo e per Merino! Ancora il suo povero collo no, se lo sarebbe scordata. Alzò il braccio tenendolo fermo concentrandosi il più possibile per non fare un movimento errato. «Everte Statim» La piccola creaturina fu sbalzata lontano dal suo prezioso collo facendo qualche capriola in aria per poi fermarsi e tornare a guardarla. «Giochiamo al gioco del gatto e del topo, se mi prendi puoi anche mangiarmi... certo, se non ti accade qualcosa prima» Fare la linguaccia non era proprio un atteggiamento tanto carino, ma tant'è che se la svigno di corsa da dove era venuta quasi una mezz'ora prima -forse- rivolgendole proprio quel gesto quasi a invitarla a inseguirla. Sadismo puro, masochista ai limiti del normale. «Erbivicus» Di certo non poteva lasciargliela così facile, l'idea di essere mangiata da una creaturina così poco docile ma doveva ammetterlo, alquanto carina, non è che la esaltasse più di tanto. Correre le era sembrato alquanto semplice, la leggera brezza che traspariva tra le foglie degli alberi le impediva di sfiancarsi facilmente, le era sempre piaciuto correre anche se farlo nelle suo condizioni ottimali sarebbe stato di certo molto meglio, nulla da dire al contrario. La piccola radura dove si era trovata una volta entrata dalla porticina tutta bianca e carina fu di fronte a lei in pochissimo, girandosi appena mosse nuovamente la bacchetta in direzione della fatina ballerina (angelina ballerina, incantevole topina un, due tre) «Farfallus Explodit» E c'era quasi, di certo non l'avrebbe uccisa, non era nella sua indole, non era una cosa che avrebbe fatto se non strettamente necessario, se non messa all'angolo senza altra scelta, in qual caso prima si sarebbe sentita un'animale in trappola e poi avrebbe reagito di conseguenza, lo sapeva bene. Con la distrazione delle tante belle farfalline con uno scatto rapido andò a posizionarsi dietro un albero osservando la creaturina che finalmente, liberatasi dal quelle tenere cosette, aveva adocchiato la carcassa da qui l'aveva allegramente condotta e senza pensarci due volte la vite avvicinarsi per poi tuffarvici letteralmente dentro come se non vi fosse stato niente di più nello al mondo. Sospirando usci dal suo nascondiglio per avvicinarsi cautamente alla porta da cui era entrata, osservando prima questa e successivamente la fatina fatinella. «Se non vi dispiace ora vorrei anche io qualcosina, insomma non è che disdegni la carne, insomma quella carne, ma preferirei altro sinceramente» E stava parlando con se stessa, ma almeno era la persona migliore che avrebbe potuto risponderle con quello che le sarebbe andato bene; sospirò osservando ancora la scena appoggiandosi quasi tranquilla alla porta e godendosi per lo meno la leggera brezza, le mani incrociate dietro la schiena che tenevano ancora stratta la bacchetta per qualunque evenienza. Mai dire mai alla fin fine.
    |like wat?| code by ms athelophobia

    Faccio schiudere l'uovo e fronteggio la creatura.
    Non so se va bene, lo giuro, ma tant'è che ormai non cambio, amami ma tanto già lo fai, addio
    EDIT: il nome Faerykiller è stupidissimo u.u ma suona bene, e io che pensavo pure di averlo scritto, pfff!


    Edited by ×signorina[reed] - 10/5/2016, 19:53
     
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  3. #berqgvist
         
     
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    Gruppo Foglia,
    nella I parte avete studiato

    lo SNORTON

    di Jeremy Milkobitch
    (Hufflepuff, VI anno)


    nella II parte avete allevato e fronteggiato

    la FATA DEL SONNO

    di Oscar Fraser
    (Gryffindor, V anno)



    Grazie per aver partecipato, spero vi siate divertiti. Prossimamente pubblicherò i risultati finali e completi sia della lezione sia del concorso. Intanto suggerirei a chi non ha fatto la prima o la seconda parte di fare il compito, che è comunque facoltativo, per recuperare. Maggiori informazioni nell'ultimo post della lezione.
     
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17 replies since 9/4/2016, 19:12   505 views
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