accio wandering dementors

band e sostenitori al gran completo <3

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  1. [ sing me to sleep ]
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    X0ci5Ba
    ∙∙∙ mildred lamorak ∙ ravenclaw ∙ sheet ∙∙∙

    Ad un certo punto, la domenica mattina, Mildred si era sentita mancare: non uno svenimento in piena regola, con caduta sul pavimento e risatine divertite tutt'intorno, invece si era sentita mancare l'aria giù per la gola e le dita formicolare improvvisamente. Il panico l'aveva attanagliata stringendole le viscere in una morsa prepotente, e per un momento non aveva più sentito il proprio battito cardiaco. Aveva allora chiesto a mezza bocca che la portassero in infermeria. Dire che fosse in ansia, era poca cosa. La Corvonero infatti era all'apoteosi dell'angoscia, sul picco più alto della fifa blu. Se la stava facendo addosso, in parole povere.
    Era tutta colpa di Raiden, d'altronde, che l'aveva convinta a mettere in atto l'idea più malsana e sconclusionata che potesse passare loro per la testa. Perché Mildred poteva essere tante cose: intelligente, abile con la magia, socievole e tranquilla, ma di certo non era così portata per starsene in mezzo a gruppi di propri coetanei, o di persone in generale. Le veniva il mal di pancia, la sudarella e le tremavano le ginocchia, si sentiva inadatta.
    In infermeria la signorina di turno la fece sdraiare, le gravitò intorno con la bacchetta in pugno e la guardò con occhi indagatori: la Corvonero pensò la stesse studiando profondamente, con qualche incantesimo non verbale che non conosceva. Si preoccupò un po', immaginando che potesse catalogarla come pazza e spedirla al San Mungo in qualche struttura detentiva, ma la signorina le disse di star calma e le diede della pozione calmante. Forse un po' troppa perché una volta addormentatasi, sognò unicorni e gatti arcobaleno su sfondo di allegri campi di trifogli.
    Venne svegliata verso l'ora di pranzo, e quasi saltellando raggiunse i dormitori per cambiarsi e presentarsi in Sala Grande: aveva appuntamento lì, col suo amico e complice nel misfatto.

    ***


    ”Domenica pomeriggio alle tre in punto riunione nella cantina della Testa di Porco, la parola d'ordine è Corvonero spacca Aveva scritto sul biglietto che era stato recapitato al nutrito gruppetto di ragazzi che si erano proposti per prendere parte al gruppo musicale: la parola d'ordine, manco a dirlo, l'aveva scelta Raiden. Non che lei si fosse poi opposta tanto, eh! Le venne da ridere, allora, pensando focosamente che non aveva idea di chi avesse intercesso per avere accesso alla cantina della Testa di Porco: chiunque l'avesse fatto, meritava come minimo un abbraccio.
    « E se non venissero? » Domandò ad un tratto al compagno Corvonero, che per tutta risposta le lanciò un occhiatina e scosse la testa: si trovavano all'imboccatura di High Street, dove alto e cigolante svettava il cartello che indicava il nome della cittadina. « Se decidessero di andare da Mielandia o che ne so? » Chiese ancora, ma non era agitata: piuttosto si sentiva dubbiosa, un po' lontana dal suo solito modo di fare risoluto e ben studiato. Sebbene il suo comportamento fosse diverso – effetto della pozione che aveva preso – non riusciva a preoccuparsene. Dannata infermiera! Dannata pozione!
    « Sei sicuro che verranno? Ti sei informato? » Aggiunse, sbuffando un po'. Dacché la voce della band si era espansa nell'aria ed i nomi avevano iniziato ad accumularsi sul foglio delle proposte, Mildred aveva cominciato a torturarsi e a guardarsi intorno come se tutti la considerassero colpevole di chissà quale crimine. L'unica che si colpevolizzava, tuttavia, era lei stessa. Ma non in quel momento: non ne era in grado. Non aveva potere su una parte del proprio cervello e questo non andava affatto bene,
    Fece il suo ingresso alla Testa di Porco che mancavano ancora più di quindici minuti all'ora X, come l'aveva definita sorridendo, e non mancò di ringraziare il proprietario per quel favore che stava facendo loro e per la gentilezza dimostrata: non lo conosceva, ed ancora non sapeva chi fosse il loro salvatore. Perché sì, altrimenti avrebbero dovuto provare all'interno del castello o chissà dove, per accontentare tutti. L'uomo indicò loro la porta che li avrebbe condotti nella cantina, e Mildred non poté che guardarsi intorno mentre vi si avvicinava: un po' ovunque c'erano maghi e streghe dall'aspetto trasandato e pericoloso, con gli occhi piccoli e assottigliati di sdegno. La porta comunque, portava ad una scala di legno vecchio e tarlato: alla fine, un piccolo pianerottolo pieno zeppo di cassette e ciarpame, ed un'altra porta ancora.
    La cantina era una grande stanza rettangolare, di mattoni a vista ed un pungente odore di umidità: non c'erano finestre, e faceva un gran caldo. Su due lati vi erano accatastate scatole e cassette piene e vuote, vecchie bottiglie impolverate dall'etichetta mezza cancellata ed altre cianfrusaglie su cui sicuramente era stato posato un veto magico: lei ne sentiva la presenza, ma non riusciva ad individuare il punto esatto in cui era stato lanciato l'incantesimo. Gli altri due lati invece erano sgomberi, un po' sporchi ed impolverati, e tracce di fango macchiavano il pavimento laddove la fioca luce riusciva ad illuminare. Alla bene e meglio, alcuni strumenti erano già stati posati contro una parete: questo la stupì, e le fece sollevare le labbra in un divertito sorrisetto vittorioso.
    Merlino! pensò, qualsiasi cosa contenesse quella pozione doveva essere davvero potente per ridurla in quello stato. Con un'innocua magia cercò di dare una pulita stanando due piccoli roditori, mentre appiccicava sulla porta un tristissimo cartello scritto a mano che diceva semplicemente wandering dementors, e sotto in piccolo dite la parola d'ordine, ed entrate.
    All'interno della stanza Mildred si agitava, dapprima muovendosi a destra e sinistra e poi, sfinita ed accaldata, sedendosi su una cassa vuota che una volta conteneva Wisky Incendiario: almeno, sperava, nessuno si sarebbe ubriacato lì dentro. « Adesso dobbiamo solo aspettare, eh? » Domandò a Raiden, senza guardarlo ma dedicandosi invece ad un filo sfuggito all'orlo della sciarpa, che trovò così tanto interessante da decidere di non staccarlo con uno strattone. Oh no, avrebbe usato quel piccolo filo per trastullarsi quando l'ansia sarebbe tornata, perché l'avrebbe fatto di sicuro.



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    Benvenuti, dolci puzzolenti della Vale, nella prima role della band più figa di sempre!
    Non ho intenzione di fare granché, magari due chiacchiere, decidere le canzoni e strimpellare qualche nota. Non preoccupatevi, e non fatelo neanche per i turni: so bene che siete impegnati con la quest ed in generale, per cui postate quando avete tempo senza nessun problema. Purché postiate prima o poi, s'intende.
    Credo di aver già spiegato tutto nel post, nel caso mi trovate sul forum, tramite mp o su wechat come preferite!
    Ancora grazie per esservi uniti alla band! <3
     
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    lasciatemi qui, nel mio pezzo di cielo, ad affogare i cattivi ricordi
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    Perché?
    Ecco l’unica domanda che Thad aveva continuato a porsi per tutta la mattina. Cosa lo aveva spinto ad offrirsi volontario dopo quell’annuncio? Ore passate a continuare a fissare il soffitto della camera di Different Lodge, con due parti di sé che litigavano sull’andare o meno ad unirsi in quella pazzia. Cominciava a credere di essere impazzito definitivamente a causa dei laboratori, di sentire vere e proprie voci litigare nella sua testa. Era stupido volersi unire ad una band quando non suonava da qualche anno. Era inutile credere che potesse farsi qualche vero e proprio amico in quel modo, sarebbero stati sicuramente tutti maghi. Chi non lo avrebbe odiato lì in mezzo? Era fin troppo nervoso, quasi nauseato dalla semplice idea di muoversi da lì e provare davvero ad unirsi ad un gruppo di chissà quali persone. Non sapeva se era veramente pronto ad impegnarsi. Sarebbe significato arrendersi definitivamente al fatto che oramai quella sarebbe stata la sua vita e che non c’era alcun modo per tornare indietro, al mondo babbano, a prima dei laboratori. Eppure vi era sempre, quella piccola parte di lui, che si chiedeva se fosse giusto passare quasi tutto il suo tempo libero chiuso a Different Lodge a leggere sempre gli stessi libri e fumetti, recuperati da casa sua per far sì che la madre lo notasse, o a bere fin troppo per un ragazzo di sedici anni -grazie, Jack, per quest’ultima parte-. Quella parte di sé che ancora voleva sperare di avere una vita… Non buona, ma perlomeno… decente? L’unica ragione per cui era riuscito a muoversi da quel letto, fare qualche passo ed un cenno di saluto in direzione dell’unico compagno di dormitorio rimasto ancora lì. Senza rispondere alla domanda di quest’ultimo su dove stesse andando, troppo concentrato sul non fare marcia indietro e tornare sul suo comodo lettino. Prese la felpa rossa e nera, mettendola sopra alla camicia azzurra. Indossava già dei jeans lunghi, così come i soliti scarponcini da montagna marroni, con un buco all’altezza dell’alluce. Come al solito, non erano i vestiti ideali per il clima scozzese, ma ormai le persone dovevano aver fatto un’abitudine al suo vestirsi in quel modo. Il cappellino rosso con visiera ed una “A” bianca era sempre presente, in fondo non l’avrebbe mai e poi mai restituito al proprietario.
    Lo sguardo era basso, mentre camminava in direzione della Testa di Porco. Non conosceva esattamente il locale, da quel poco che aveva sentito di certo non sembrava il posto più raccomandabile di sempre e come se non bastasse, non aveva nemmeno idea di chi si sarebbe presentato. A passo veloce, il ragazzino continuò a camminare per le strade di Hogsmeade, con lo sguardo basso e le mani in tasca. Voleva solo tornarsene a letto, evitare quella riunione con persone che poco ma sicuro l'avrebbero odiato, e mettersi a leggere un libro. Eppure mentre proseguiva velocemente -ha freddo, so che lentamente sarebbe più poetico, ma nzomma- lungo le stradine della cittadina scozzese, continuava ad avere un po' di speranza. Magari quello svago non sarebbe stato affatto male. In fondo si era buttato anche per quanto riguardava il lavoro in infermeria e non gli stava dispiacendo più di tanto. Poteva farcela. #crediamoci. Non suonava da un po' ed era arrugginito, ma era certo che non avrebbe impiegato molto a migliorare (e poi diciamolo, che era convinto i maghi facessero schifo a prescindere con gli strumenti musicali. Tirò un sospiro di sollievo non appena entrò nel locale, il caldo dell'interno decisamente piacevole. Si guardò intorno, alla ricerca del proprietario o di qualche cameriere/altro, nel disperato bisogno di sapere dove si trovasse la cantina per evitare di finire in chissà quale luogo misterioso (?). «La cantina?» Gli venne indicata e, col cuore che batteva all'impazzata, si diresse verso il luogo prestabilito per l'incontro. Si ritrovò di fronte il foglietto di carta con il nome della band, che non faceva altro che confonderlo ancor di più, e tentò quindi di bussare alla porta. «Corvonero spacca...» Come al solito, il tono improbabilmente grave della voce avrebbe forse fatto pensare a chissà quale studente mezzogigante del settimo anno. Invece gli altri si ritroveranno davanti un tappo titubante, con le mani in tasca e lo sguardo basso. Eppure, potrei giurarvi, sembrava esserci l'ombra di un sorriso su quel volto.
    Perché no?
    - sorry dear, i'm allergic to bullsh*t - code yb ms. atelophobia


    Edited by thaddy bear; - 16/9/2016, 18:25
     
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1 replies since 21/3/2016, 20:24   233 views
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