[Pre-quest#06] Where the death can't reach us

X Deimos Campbell

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  1. why; H O N E Y
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    Morrigan Delacroix ( ) - 23 - Ex Slytherin - Rebel - B*tch - DRESS
    « Death smiles at us all »
    Lo vide arrivare dal riflesso della specchiera, mentre si stava mettendo il mascara, Flynn si appoggiò allo stipite della porta scrutandola con un sopracciglio alzato, dubbioso.
    Dio, era è bello come sempre: i capelli castani tirati ordinatamente indietro, la mascella squadrata su cui cresceva una barba incolta, quegli acquosi occhi grigi che la facevano rabbrividire ogni qualvolta egli li posava su di lei. Ogni volta, ogni dannatissima volta che le si parava davanti, Morrigan ricordava i motivi per cui si era innamorata.
    Ma quella sera preferì non soffermarsi su quei dettagli, era ancora arrabbiata e sicuramente, non le sarebbe passata in fretta.
    Non era tipo incline al perdono. E sebbene Flynn, fin troppo spesso, riuscisse a farle scordare i motivi per cui si infuriava, stavolta era decisa a non fargliela passare liscia.
    Morrigan lo fissò per un breve attimo dallo specchio, in attesa di un suo commento acido, che però non arrivò. Decise di ignorarlo e concentrarsi di nuovo sul suo lavoro.
    « Dove vorresti andare, conciata in quella maniera? »
    Morrigan posò con lentezza il mascara e si morse l'interno delle guance, storcendo le labbra, eccolo il dubbio che tanto sembrava averlo scervellato, non poteva rimanere inespresso ancora per molto.
    « Vado a divertirmi un po'» tagliò corto lei, voltandosi verso con lui con aria di sfida, incrociando le braccia. « Hai per caso intenzione di fermarmi?»
    « Sai bene che se anche volessi, non potrei »
    « Immaginavo » Morrigan si alzò, sistemandosi l' abito. Stava per prendere il cappotto quando il ragazzo le si parò di nuovo davanti e lei si ritrovò ad osservare l'ampio petto di Flynn. Alzò lo sguardo, incrociando quello di lui e sorrise, crudele.
    « Hai intenzione di spostarti?»
    «Morrigan sii ragionevole per una volta. Lo sai che non posso venire con te, non è giusto.
    Non posso continuare a vivere la mia vita come se niente fosse successo.»

    «Flynn...»
    « No Morrigan per una volta devi ascoltarmi » la interruppe lui e lei non lo aveva vista mai così serio, la cosa fu così inaspettata che la lasciò senza parole e Flynn sembrò deciso ad approfittarne, «Io sono morto. Non ci sono più. Tu devi vivere la tua vita e lasciarmi andare, non potrai mai essere felice inseguendo il fantasma dell'uomo che sono stato. Io non esisto più »
    Morrigan lo fissò, le mani si serrarono e le unghie scavarono nella pelle morbida del palmo, il suo sguardo era glaciale mentre sibilava: « Eppure ora sei qui. Davanti a me. Ci è stata data una seconda possibilità, quante persone possono davvero dire di averne una? Ma tu continui a rifiutarla continuando a sparare certe stronzate. Non vuoi uscire con me stasera? Bene, ma smetti di fare lo stronzo e sii grato una buona volta »
    Quando allungò il braccio, questo passò attraverso l' addome di Flynn senza resistenza, afferrando il cappotto nero pronta ad indossarlo.
    «Per favore, prova ad ascoltarmi, lo sai anche tu che tutto questo è sbagliato»
    Morrigan si infilò il cappotto, facendo uscire i capelli da dentro al colletto. Scrollò la testa, ridendo sprezzante di quelle parole e dalla loro assurdità.
    «Sbagliato? Vuoi sapere cosa c'è di veramente sbagliato? La morte. Ecco cosa. Un attimo prima ti sto stringendo la mano e l'attimo dopo non ci sei più! Tutte quelle stupide promesse fatte sembrano insignificanti a confronto con l'eternità.
    Cristo Flynn... eppure sei sempre stato tu quello che credeva a tutte quelle stronzate come “l'amore sopra ogni cosa” e sei stato sempre tu a dirlo: per sempre. Ricordi?»
    Mentre quelle parole uscivano dalla sue labbra, il cuore le si stringeva in una morsa. Era doloroso, Dei se lo era, ma non l'avrebbe mai ammesso soprattutto a lui.
    Morrigan non era mai stata una persona capace di esternare i propri sentimenti, non ne era in grado; persino ora il cui suo unico desiderio era pregarlo di restare ancora un po' con lei finché non fosse stata pronta, di scongiurarlo di restare perché senza di lui non sarebbe mai stata una persona migliore, Flynn rappresentava tutto ciò che c'era di buono in lei, con lui sarebbe scomparsa una parte di Morrigan che non sarebbe mai più tornata.
    E non era pronta a dirgli addio, forse non lo sarebbe mai stata, perché non si può semplicemente fingere che ciò che se ne è andato non ci manchi, non ci faccia soffrire.
    Guardarlo senza poterlo toccare, senza poter avvertire più il suo profumo -quella maledetta colonia soffocante che gli aveva regalato e che odiava, ma lui se la metteva lo stesso-, il calore della sua pelle contro la sua, la delicatezza dei suoi abbracci quando la stringeva per calmarla. Andato. Se ne era tutto andato.
    Non esisteva più. E questo era già troppo da gestire per lei, non avrebbe potuto sopportare altro, non era abbastanza forte o abbastanza brava. Morrigan era sempre stata una persona egoista, ed ora più che mai, voleva assecondare solo ciò che voleva lei.
    Per questo, seppure le sue volevano essere accorate suppliche, ogni parola che proferì parve un'accusa. Era più facile incolpare qualcuno, era più semplice odiarlo perché era morto che ammettere le sue colpe e le sue debolezze, che non era abbastanza forte da gestire tutto quello che stava accadendo.
    Alla fine, che lo volesse o no, in bocca le rimase il sapore della cenere, così acre da farle lacrimare gli occhi. Ma Flynn non la vide mai, perché lei sbatté il portone di casa prima che lui potesse controbattere.
    Per quella sera non lo vide più e forse fu un bene, aveva bisogno di un po' di tempo da sola.
    Sebbene quelli non fossero stati i suoi programmi iniziali, Morrigan non era mai stata un tipo privo di risorse, così decise di andare veramente a divertirsi. In fondo se lo meritava, no?
    Conviveva con la morte ogni giorno, che fosse più o meno letterale aveva poca importanza: aveva votato la sua vita alla Resistenza per rovesciare il regime, se l'avessero scoperta sarebbe stata giustiziata senza nemmeno un processo, e come se non bastasse vedeva le morti delle persone che la circondavano notte e giorno.
    Spiriti camminavano assieme a lei per le strade di Londra, del San Mungo e perfino al Quartier Generale: madri, fratelli o amici di chi ancora aveva la sfortuna di calcare la terra dei vivi. E lei li udiva, li vedeva, ascoltava le loro suppliche ogni giorno.
    Ed era stanca Morrigan, esausta.
    Da quando aveva ricevuto quel potere non si era mai accorta di quanto la morte potesse essere incombente, essa attendeva una mossa rischiosa, uno scivolone, per calare silenziosa come la spada di Damocle sulle loro teste. Prima forse l'aveva sottovalutata troppo, le era sempre piaciuto il pericolo, l'aveva sempre fatta sentire viva; e sebbene per qualcuno troppo timoroso o cauto avrebbe dovuto abbassare il tiro, Morrigan non era d'accordo, vedendo ciò che l'avrebbe aspettata dopo la morte era decisa a godersi ogni attimo di ciò che le rimaneva da vivere.
    Facendo mente locale si ricordò di un locale ad Hogsmeade, gliene aveva parlato quell'angelo di Rebecca, si chiamava Fiendfyre.
    Quando arrivò rimase piacevolmente stupita: lo stile la diceva lunga su ciò che l'avrebbe aspettata e sicuramente sarebbe stata una serata piacevole. Le bastò distrarsi da quelle fastidiose e continue presenza intorno a lei per riuscire già a metterla di buon umore.
    Era da quando Flynn era... beh, sì... che non aveva toccato alcool o si era dedicata una serata per sé stessa come solea fare prima. Ne sentiva terribilmente la mancanza.
    Quando finalmente entrò, la musica la rese sorda ad ogni parola, che essa fosse degli spiriti o dei mortali.
    Rise, perché non era mai stata così felice in quei mesi. Sola con i suoi pensieri le fece quasi paura scoprire quanto fosse cambiata la sua voce interiore.
    Scrollò la testa e si gettò tra la calca di persone che ballavano, quando chiuse gli occhi, immergendosi nel ritmo assordante e trasportante della serata, si sentì libera e felice. Inspirò a pieni polmoni, sentendosi piena di vita.
    the heart is deceitful above all things,






    Vorrei che fosse questa la Pre-quest valida per i PE! Grazie :3


    Edited by why; H O N E Y - 7/3/2016, 13:44
     
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  2. #deimos
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    e4w10Wz
    « sheet - 18 - ex-ravenclaw ribelle - proprietario fiendfyre »
    Si asciugò i capelli bagnati con svogliatezza. Non aveva voglia di fare nulla. Si era detto che avrebbe ripassato incantesimi e altro, ma non ne aveva assolutamente voglia. O meglio, lo riteneva inutile. Era sicuro di sé. Si sedette sul letto, nascondendo la faccia dentro la tovaglia, chiedendosi cosa ca...spita stesse facendo.
    Sospirò chiudendo gli occhi.
    Sentiva l'odore ferroso del sangue mischiato con quello del muschio e dell'erba. Sentiva anche la puzza del sudore e l'odore della paura. Era così palpabile che se ne sentiva l'odore. Sentiva la poca voglia di combattere e di stare al gioco. Sentiva la voglia di proteggere gli altri e l'incapacità di proteggere se stesso.
    Poi udiva le bombe esplodere. Vedeva i ricci fare danni che nemmeno le bombe avevano fatto. Ricordava il bacio che il Lethifold aveva loro dato sul piede. Ricordava il Runespoor, facilmente sconfitto anche grazie al ricordo del nonno. Ricordava l'espressione di Sharyn quando si addentrò nell'arena per venire poi espulsa. Un'espressione di sgomento, ma sempre meglio della sua. Ricordava anche quella di Shane. Dentro il Labirinto aveva trovato amici.
    E fuori ne aveva ritrovati pochi. Solo Sharyn, forse. Di Clarisse aveva perso le tracce, mentre Shane non si ricordava molto del passato. Il Labirinto era stato un'esperienza abbastanza traumatica.
    Aprì gli occhi. Leccato che in realtà non fosse mai esistito. Sai mantenere un segreto? Alfa e Beta, numeri e persone, prove e ansia. Plagiatori che muovevano i fili della vita, persone che venivano macellate. Qualcuno ci era morto, lì dentro. Deimos lo sapeva, anche se nessuno lo diceva. Probabilmente per il resto del mondo le persone morte nel Labirinto erano morte per cancro, infarto, incidente.
    Del Labirinto non era rimasta traccia alcuna, se non nell'animo di chi co era stato, come Deimos. E allora perché aveva accettato di partecipare a quella missione?
    Forse perché sapeva che non poteva esserci nulla più difficile del Labirinto. Forse. Cioè, che c'è di peggio di un gruppo di persone con il potere di manovrare i tuoi sentimenti e le tue azioni, avendo pure la facoltà di scelta tra vita e morte? Forse nulla.
    Era un semplice Ricercatore. Poteva benissimo evitare tutto ciò e rimanere nel Quartier Generale a fare il suo lavoro. E invece no. Aveva accettato. Non capiva se quello che aveva fatto era una cosa stupida, oppure se c'era un motivo per cui lo stava facendo. Era talmente confuso! E lui odiava esserlo. E quando lo era, diventava arrabbiato. Lui voleva ordine nelle cose, voleva spiegazioni razionali.
    Il suo volto teso si rilassò. Resistenza. Non poteva essere un ribelle senza fare nulla. Non poteva lasciare che il mondo cambiasse e lui fosse un semplice spettatore: quella missione era importante. Portò la tovaglia ai capelli, continuando a strofinarseli, ora molto più rilassato di prima. Poi avrebbe protetto chi sarebbe stato con lui - Maeve, ad esempio. Quella missione non lasciava presagire nulla di buono.
    Finito di asciugarsi i capelli, si mise la camicia nera. Lasciò volutamente sbottonati i primi due bottoni di essa. Sotto portava degli eleganti pantaloni scuri. Quella sera si ballava, come sempre. Buffo, poi. Fino a due anni fa lui odiava ballare. Poi suo padre gli aveva fatto capire che con una discoteca ci guadagni, quindi s'era acquistato il Fiendfyre.
    Un'oretta dopo scese in discoteca. Aiutò il DJ a sistemare tutte le casse trattate con Sonorus e gli ricordò che per lui era tutto gratuito. Andò al bancone, preoccupandosi che fosse tutto a posto, personale compreso. Quasi un'ora dopo, arrivarono j primi gruppi di persone, mezz'ora dopo il Fiendfyre era completamente pieno e la musica univa tutti nella stessa euforica danza.
    Anche Deimos ballava, in mezzo agli altri, lasciandosi andare. Voleva che la sua mente venisse sgombrata da quei pensieri negativi sulla quest missione dell'indomani. Passarono le ore, senza che lui si accorgesse che fosse passato così tanto tempo.
    Ad jn certo punto decise di smetterla. Era il proprietario, qualcosa riguardo alla gestione del locale doveva farla, invece di ballare soltanto. Decise di andare al bancone. Dovette districarsi in quell'inferno di gente, ma fu costretto a fermarsi quando schiacciò inavvertitamente il piede di qualcuno, inciampando e quasi finendo addosso a un'altra persona. «Scusami!», disse a voce alta, per coprire la musica.
    La ragazza che stava quasi per buttare a terra era bionda e sembrava sola. «Permettimi di farmi perdonare, ti offro qualcosa da bere», la invitò con un sorriso. Tanto non pagava perché era il proprietario #lol. «E comunque sono Deimos, Deimos Campbell!», aggiunse. Non si accetta da bere dagli sconosciuti: da quel momento Didi non era più uno sconosciuto #wat.
    Deimos Campbell
    In un’anima piena entra tutto e in un’anima vuota non entra nulla

    psìche, non copiare.

    Scritto proprio a caso e con i piedi. Fa schifo, ciao.
     
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  3. DEL(acroix™)
         
     
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    Morrigan Delacroix ( ) - 23 - Ex Slytherin - Rebel - B*tch - DRESS
    « Death smiles at us all »
    Ogni suo pensiero era stato finalmente soffocato. E rideva.
    Non ricordava l'ultima volta che lo aveva fatto così di cuore e spensierata, qualcosa di viscerale che non riusciva a fermare. Le mancava sentirsi così... libera.
    Da non credersi, Morrigan Delacroix, colei che era stata regina indiscussa di Beauxbatons e in seguito di Hogwarts, la giovane promessa che tutti i professori avevano sempre elogiato, fiera e sicura di sé ora brancolava nel buio; timorosa ed incerta muoveva pochi passi alla volta, temendo che il sottile pavimento su cui procedeva potesse improvvisamente frantumarsi.
    Era sempre stato così da quando Flynn se ne era andato.
    Le avevano strappato via ogni sicurezza e mai avrebbe creduto di poter essere di nuovo felice. Forse era questo quello che provava chi aveva subito il Bacio del Dissennatore: anche lei come loro, si sentiva poco più di un guscio vuoto, una bambola, spinta in avanti per inerzia.
    Non vi era più alcuno scopo, riusciva a sentire di nuovo qualcosa solo di fronte ai nemici, quegli aguzzini, coloro che le avevano portato via tutto. Aveva provato un certo piacere nel togliere loro la vita, vederli supplicare come i miserevoli che erano, patetici scarafaggi che assaggiavano per la prima volta la loro stessa medicina.
    Le piaceva pensare che fosse il karma, un mero pareggio per tutti gli atti crudeli compiuti e per Flynn. Ed il pensiero di poter di nuovo sfoltire le loro fila l'indomani la elettrizzò.
    Chissà che non incontrasse quel maledetto bastardo che aveva ridotto Flynn a poco più di un ammasso di carne sanguinante, torturandolo nelle sue ultime ore di vita. Era lui il suo obiettivo, quel lurido verme, forse ottenendo la sua vendetta avrebbe finalmente potuto recuperare parte di ciò che aveva perduto.
    Vendetta.
    Si chiese che sapore potesse avere, la immaginò dolce come il miele.
    Ma non aveva alcuna informazione su di lei. Niente. A dir la verità avrebbe potuto anche incrociarlo per la strada e non saperlo o averlo addirittura già ammazzato, storse le labbra, sperando che non fosse così: per lui aveva in mente qualcosa di speciale.
    Un'idea le balenò in mente e si dette mentalmente della stupida per non avervi pensato prima, avrebbe potuto chiedere a Cole, lui certamente avrebbe potuto aiutarla erano comunque cresciuti insieme e conoscendo i Mangiamorte avevano certamente scritto qualche registro o rapporto sul caso di Flynn. L'avrebbe chiesto ad Akelei ma per ora è fittizia ma non voleva coinvolgerla, certamente lei avrebbe compreso subito le sue motivazioni ed avrebbe intuito le sue intenzioni tentando di fermarla. Non poteva rischiare. No.
    Cole era la persona più adatta, forse sarebbe riuscita persino ad ingannarlo. In fondo solo Akelei e Belladonna avevano conosciuto Flynn, gli altri ne erano all'oscuro o conoscevano dettagli molto vaghi -molti erano ancora all'oscuro della proposta di matrimonio-.
    Sì, quel nuovo obiettivo le diede ciò di cui aveva bisogno: uno scopo. Nel frattempo di sarebbe accontentata di qualche pesce più piccolo nella missione che l'avrebbe aspettata l'indomani.
    Avrebbe dovuto mantenere tutto segreto però, qualcuno con maggior senno di lei avrebbe potuto tentare di farla desistere e fermarla quando avrebbe capito la determinazione di Morrigan nell'arrivare fino in fondo. Ne sarebbero dovuti rimanere all'oscuro anche i componenti della resistenza, quella era una sua missione, strettamente personale ed intima.
    Di certo non avrebbero approvato la sua condotta, tuttora c'era chi aveva notato il suo improvviso piacere nel togliere la vita ai Mangiamorte, a volte senza il pericolo di una vera minaccia o una motivazione veramente valida, ma si erano accuratamente astenuti dal commentare. Se per pena o paura Morrigan non lo sapeva e non le interessava, l'importante era che le lasciassero campo libero.
    Così immersa nei suoi futuri piani quasi non si accorse del ragazzo che si scontrò contro di lei, ma avvertì abbastanza bene la sua scarpa sul suo piede.
    Fece una smorfia « Ehi-! »
    « Scusami! » la interruppe subito lui, evitandogli una scrosciante cascata di epiteti poco carini. Lo osservò meglio, le sembrava di averlo già visto, ma poi scartò l'idea: non era un viso facile da dimenticare. Era certamente un bel ragazzo e rimaneva facilmente impresso nella memoria.
    « Permettimi di farmi perdonare, ti offro qualcosa da bere » si offrì lui con un sorriso « E comunque sono Deimos, Deimos Campbell »
    Beh, come offerta era allettante, soprattutto considerando che alle spalle aveva un litigio con il suo ragazzo, piani di vendetta che al momento erano ben lungi dal verificarsi e una borsetta lasciata a casa con i suoi soldi e documenti all'interno. Ah, per non parlare del molto probabile incarico mortale che l'aspettava all'alba.
    Ed in fondo, non era stato proprio Flynn a dirle che non era giusto così? Beh, aveva intenzione di fargliela pagare abbastanza cara. Normalmente non avrebbe accettato un drink dal primo venuto, sia per il suo fidanzato che per buonsenso, ma quella sera era decisa di lasciarsi tutto alle spalle. In fondo, di normale la sua vita non aveva più nulla.
    « È un buon modo per farsi perdonare » convenne « Io comunque mi chiamo Morrigan e spero che in questo locale servano qualcosa di forte perché ne ho davvero bisogno »
    the heart is deceitful above all things,




     
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  4. #deimos
         
     
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    e4w10Wz
    « sheet - 18 - ex-ravenclaw ribelle - proprietario fiendfyre »
    Trovò piuttosto strano invitare qualcuno a bere. Sperava di non doversi ubriacare. Avrebbe completamente pregiudicato la missione che sarebbe partita all'alba successiva quella notte stessa. Decise che non si sarebbe ubriacato, o che almeno avrebbe bevuto il massimo possibile. Non voleva arrivare stordito alla missione e incapace di pensare, con i riflessi lenti. Quella missione in fondo lo preoccupava un po', figurarsi quanto l'avrebbe preoccupato se fosse stato pure sbronzo.
    “È un buon modo per farsi perdonare ”, convenne la ragazza. Deimos sorrise. Offrire qualcosa da bere era un buon modo per farsi perdonare... soprattutto quando non si pagava. Non che Deimos fosse tirchio, ma aveva una famiglia composta da una sanguisuga che sfruttava la fratellanza (anzi, fratellastranza #wat) con Deimos per avere drink gratuiti (ciao Phobos, come stai?), da un tirchio che non pagava mai ma pretendeva sempre tutto gratis perché sì (papà Arryn ti vi bi, ciao) e da uno che pagava in natura, ovvero con battute orrende (un saluto anche all'humor nero e scadente di zi' Crow, ciao!).
    Se suo padre l'avesse visto, l'avrebbe insultato, e anche pesantemente. Gli avrebbe detto di provarci, con quella lì. Era bella come ragazza, eh, davvero. Non se ne vedevano così. Era bionda, e aveva qualcosa di letale nello sguardo che incuriosiva chi la guardava. Deimos non si sarebbe mai dimenticato di quella faccia, sicuramente. In ogni caso, Deimos non aveva intenzione di provarci. Non era un marpione, nel senso che non lo era, non nel senso che non voleva esserlo. Non lo era e basta. E poi non gl'interessava, in realtà, anche perché la sua unica fantasia, per il momento, era Sheridan.
    La ragazza disse anche il suo nome: “Io comunque mi chiamo Morrigan e spero che in questo locale servano qualcosa di forte perché ne ho davvero bisogno”. Curioso constatare che l'80% di coloro che venivano in discoteca erano lì per bere e non per ballare. Solo che poi ballavano, perché era quella l'anima del Fiendfyre: la musica, il ballare, i corpi sudati che si muovevano al ritmo della musica, padrona indiscussa. Tuttavia c'era anche l'alcol, e all'alcol non si comanda.
    Deimos fece un cenno d'assenso, piegando il capo in avanti. «Puoi scommetterci, cose di prima qualità», sorrise. E a parlare era il proprietario del Fiendfyre, nonché il suo gestore. Forse Morrigan non sapeva chi fosse. L'ex-Ravenclaw le fece cenno di seguirlo e, meglio dei contorsionisti del circo, s'inoltrò dentro la folla. Fece acrobazie assurde (a nulla servivano i vari «Permesso», «Scusate», «Mi facia passare», eccetera). In due minuti furono fuori dalla calca. A quel punto di persone in piedi si incontravano solo quelle che tenevano in mano qualche drink.
    Arrivati davanti alla sezione pub del Fiendfyre -un immenso bancone con più camerieri e vari sgabelli per i clienti-, notarono che tutte le sedie erano occupate. Ma per il proprietario del Fiend, bitch please, non era un problema. Batté le mani un paio di volte e apparvero dal nulla due sgabelli. Deimos indicò uno degli sgabelli liberi alla ragazza: «Prego», la invitò a sedersi. Una volta che furono entrambi seduti, le chiese: «Come ti sembra il locale?». Poi chiamò uno dei camerieri: «Matt!». Il ragazzo lo raggiunse subito, con un sorriso. «Qualcosa di forte per me e per lei», chiese, rivolgendo lo sguardo verso Morrigan: «Preferenze? O lasciamo fare a Matt?».
    Deimos Campbell
    In un’anima piena entra tutto e in un’anima vuota non entra nulla

    psìche, non copiare.


    Edited by #deimos - 8/6/2016, 12:08
     
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