An odd encounter

Corbin Talon

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    16 Y.O. | CLAIRVOYANT | NEUTRAL | STUDENT
    FREYA GARDNER
    27.01.15 ▴ aetas ▴ rxplorer ▴ runawaydress
    Dalla notte di capodanno Freya aveva cominciato a provare un costante senso di soffocamento. Erano accadute molte, troppe cose in una notte soltanto, cose che l'aveva stressata oltremodo. Non era stato tanto l'incontro scioccante con Lydia, l'assistente del docente che teneva le lezioni di Controllo -a cui ancora non aveva partecipato- quanto la reazione della donna che l'aveva fatta sentire inadeguata. Da quel giorno si era chiusa in sé stessa, non parlava più molto con i suoi compagni di “casata”, a dire il vero non parlava più nemmeno molto con Jericho l'unica che fosse riuscita a scalfire il muro che aveva costruito con tanta fatica nel corso degli anni. Erano bastati due giorni in quella nuova casa per riuscire ad accettare la presenza della ragazza, ma poi non aveva saputo farne a meno anche se stentava ad ammetterlo. Cercava di non attaccarsi troppo alle persone perchè temeva di rimanere ferita e che dare nuovamente fiducia a qualcuno potesse farla ripiombare nel baratro in cui era caduta anni prima. Non aveva più incontrato Lydia nel corso di quel mese e di questo non poteva che essere sollevata -oltretutto Hogwarts era un luogo relativamente grande quindi non c'era da stupirsi che non si fossero incontrate- in tutta sincerità non sarebbe riuscita a guardarla ancora negli non dopo che l'aveva visto fuggire in seguito alle parole. Non aveva ancora chiaro cosa le avesse detto di così offensivo ma non era la cosa più importante, solo il problema era che aveva cominciato a sentirsi sbagliata in qualche modo. Aveva sbagliato anche se non ne capiva il motivo. Ciò di cui era certa era che si sentiva inadeguata e si sentiva davvero male come non le capitava da tempo. Different Lodge era diventato improvvisamente stretto così come Hogwarts stessa, il che era strano considerando che la scuola era una delle strutture più grandi che avesse mai visto nonostante la presenza significativa di studenti e personale scolastico.
    Quella mattina si era svegliata -se così si poteva dire considerando che non aveva chiuso occhio tutta la notte troppo presa dalle sue elucubrazioni- molto presto e cercando di fare meno rumore possibile si era vestita immersa nel buio e nel silenzio. Era ancora buio segno che il sole non era ancora sorto e forse non lo avrebbe fatto quel giorno. C'era un po' di foschia ma ciò non l'avrebbe di certo fermata dal suo desiderio di trascorrere qualche ora immersa nella natura del parco del castello. Aveva lasciato il dormitorio scendendo nel parco scolastico. Non era molto grande il parco di Hogwarts, anzi a dire il vero era fin troppo spoglio per cui non era poi così piacevole passeggiare. Le sarebbe piaciuto avere il permesso di andare ad Hogsmeade così da avere la scusa per visitare la foresta di Aetas. ROLE mormorò spalancando gli occhi con stupore. Non aveva mai infranto le regole da quando si trovava al castello, cercava di stare sulle sue e di non fare nulla per finire nei guai ma tutti i suoi sforzi non era utili alla sanità mentale che rischiava di venire seriamente compromessa a causa della reclusione forzata, perchè il castello era senza dubbio un'ottima scuola di magia ma non si potevano lasciare i suoi confini proprio come in una prigione. E lei in prigione ci aveva trascorso fin troppo tempo, una prigione fatta di dolore e solitudine, una prigione che la perseguitava ancora oggi. Forse fisicamente poteva anche ritenersi libera ma mentalmente era ancora rinchiusa in quel luogo che nella sua vita le aveva portato solamente dolore, un dolore scaturito dal tradimento della sua stessa famiglia, del suo stesso sangue. Le regole sono fatte per essere rispettate, non fare niente di avventato! Torna a Different Lodge e cerca di riposareIgnorando la rossa identica a lei -in miniatura- che sedeva sulla spalla destra con un paio di candide ali, seguì alla lettera le indicazioni della sé stessa vestita di rosso con un paio di corna a decorarle il capo che sedeva sulla spalla sinistra. Pff non ascoltare quella guastafeste. La strega orba di condurrà verso la libertà un sorriso malandrino incurvò le labbra rosse. La giovane strega si avviò verso il terzo piano del castello, piano che ospitava la statua della strega orba che l'avrebbe condotta ad Hogsmeade per la precisione nello scantinato di Mielandia. Sulla via verso la libertà incontrò giusto un paio di studenti che dovevano essersi svegliati presto o che magari ancora non erano andati a dormire, aveva sentito dire che la sera precedente a Serpeverde era stata organizzata una festa a cui ovviamente non aveva partecipato, probabilmente avrebbe rifiutato l'invito ma era comunque dura essere ignorati e denigrati dagli altri studenti. Quando la statua della strega orba comparve nel campo visivo si sentì invasa da una strana sensazione -eccitazione a voler essere sinceri- di benessere. Stava per infrangere le regole e non le importava. Ora o mai più si avvicinò alla statua guardandosi attorno per essere sicura di non essere vista, non le andava proprio di essere punita per una cosa del genere, oltretutto non aveva idea di come avrebbe potuto essere punita considerando che non gareggiava più per la coppa delle case che invece impegnava il resto del popolo studentesco all'interno del castello. Osservò la statua spostarsi lasciando libero il passaggio che non tardò ad utilizzare, scendendo lungo la scalinata. Fu quasi tentata di tornare indietro quando notò la statua tornare al suo posto mentre si lasciava alle spalle voci confuse in lontananza. Improvvisamente si ritrovò immersa nell'oscurità e mai come in quel momento avrebbe desiderato poter utilizzare un incantesimo banale come poteva esserlo Lumos. Da quando aveva perso la magia si era resa conto che la vita non era più la stessa, tutto era cambiato e niente sarebbe tornato come prima. Una strega senza magia non era una strega ed in quei momenti la cosa le pesava particolarmente. Attraversò il passaggio segreto tenendo una mano fissa sul muro di pietra che si estendeva dinnanzi a lei, non era certa di quando tempo fosse trascorso quando la fine de tunnel l'aveva colta del tutto impreparata. Da lì ad uscire da Mielandia non era stato tutto sommato complicato, i commessi erano talmente oberati di lavoro da non averle nemmeno prestato attenzione. Libertà! alzò le braccia al cielo contenta di essere fuggita da quel castello. Per qualche ora avrebbe assaporato la libertà che per troppo tempo le era mancata. Respirò a pieni polmoni l'aria fredda di quella mattina rendendosi conto solo in quel momento che la nebbia si era levata nel corso della notte, quando era uscita dal castello non ci aveva fatto molto caso. Proseguì per la sua strada camminando lentamente ed osservando il paesaggio calmo che si estendeva attorno a lei, era sempre una gioia per gli occhi Hogsmeade e lo era sopratutto la foresta di Aetas. Vi si addentrò senza pensarci troppo in verità, le piaceva quel luogo sopratutto perchè molto tranquillo e poco frequentato a certi orari come poteva esserlo la mattina. Alternando un passo ad una giravolta si immerse sempre di più nella foresta fino a perdersi, decisamente non era la sua giornata fortunata ma se almeno riusciva a non farsi beccare dalle autorità scolastiche era già un buon inizio. In lontananza intravide una persona, sapeva che avrebbe dovuto allontanarsi ma per quel giorno poteva anche infrangere la fatidica regola del non parlare agli sconosciuti. Non è un po' presto per una passeggiata nel bosco? chiese approcciandosi all'uomo, non del tutto convinta di aver fatto una mossa intelligente parlando ad un estraneo che per quando potesse sapere poteva essere un estremista ribelle in attesa della stupida mossa di una stupida strega senza stupidi poteri.
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    Corbin Talon

    Scheda ▼ 22 Anni ▼ Ex-Ravenclaw ▼ Neutrale ▼ Pensieve

    Era una giornata invernale dal tempo incerto, le nuvole ricoprivano tutto il cielo di Londra senza lasciare neanche un piccolissimo spiraglio di luce, la nebbia si riversava e diffondeva per tutte le strade, creando una cappa biancastra ed umidiccia che impediva una buona visibilità. I babbani, nonostante ciò svolgevano la loro vita normalmente, colti nei loro pensieri: chi prendeva il tram con la propria valigetta ventiquattrore stretta in un pugno per dirigersi al lavoro, mamme che accompagnavano i propri figli piagnucolanti a scuola e le vecchiette che si lamentavano dei prezzi dei supermercati dicendo <<ai miei tempi costava tutto di meno!>>. Insomma, era iniziato il ciclo quotidiano.
    In un hotel alquanto decadente e sciatto, posto in Beaford Grove n°56 – una piccola stradina solitaria della caotica capitale Britannica-, si stava svegliando un giovane dall’aria molto assopita, quasi privo di forze che aveva fatto persino fatica a spegnere il Chicchirichì assordante della sua sveglia a forma di gallo. <<no… Dai… Non può essere già mattina… Mi sono appena addormentato… >> Alternava una frase all’altra con almeno cinque secondi di pausa e si mise il cuscino sulla testa attorno alle orecchie, infine cercò di trovare una posizione più comoda per riprendere sonno. Dopo neanche un minuto il gallo/sveglia posto sul comodino si animò sino ad arrivare sopra alla testa del proprio padrone ed iniziò a beccarlo repentinamente urlando <<sveglia! Sveglia! Cialtrone! Sveglia!>> Corbin si era preparato all’agguato mettendosi il cuscino in testa, poi disse in modo rassegnato con un filo di rabbia <<ok, va bene! Mi alzo, adesso silenziati>>, prese la bacchetta e colpì delicatamente il capo del volatile due volte con movimenti sinuosi; così facendo questo si diresse verso il bagaglio aperto per terra e si chiuse dentro un piccolo cofanetto pieno di piume rosse e marroni.
    Il ragazzo dopo aver fatto l’angelo nel letto allargando gambe e braccia per sgranchirsi, si alzò di botto sedendosi sul letto e si strofinò gli occhi. <<ok è meglio che mi prepari, oggi sarà un giornata impegnativa>> Si disse fra sé e sé, si alzò dal letto indossando le sue ciabatte pelose ed andò verso l’armadio, prese le prime cose che gli capitavano in mano: una camicia di flanella azzurra con un motivetto di pecorelle bianche e una sola nera sul colletto, un pantalone a righe verde e rosso, un pullover verde con una grande pecorella bianca al centro, un cappotto scozzese a quadroni per far fronte al gelo e per finire per dare un tocco di classe una bombetta nera con punti interrogativi bianchi.
    Dopo essersi preparato molto velocemente senza far particolarmente attenzione ai particolari, si voltò per vedere lo stato della camera che era tremendamente disordinata, c’erano buste di patatine vuote sotto al letto, vestiti sparsi ovunque… <<devo aver letto da qualche parte che l’ordine rispecchia lo status mentale della persona…>> confabulò con le sopracciglia arcuate, allisciandosi il mento. <<ok bando alle ciancie!>> Diamo un po’ d’ordine! Prese la sua bacchetta a forma di unicorno e la fece volteggiare con movimenti ondulatori, in un ben che non si dica tutta la sporcizia e il caos scomparvero, anche l’odore di topo morto era stato cambiato con un forte profumo di lavanda, e il baule era chiuso e pronto. Dopo tutto questo incanto, alzò le mani al cielo con aria disperata dicendosi <<male, male. Davvero male. Esagero sempre, quando sono arrivato questa camera faceva ribrezzo, la donna delle pulizie non crederà ai propri occhi!>> Si avvicinò alla lampada sul comodino la stortò un pochetto con le mani e la guardò pensoso <<beh adesso va già meglio! Devo solo scardinare le ante dell’armadio e posso andare.>> Dopo molte manovre azzardate la camera sembrava orridamente simile a com’era prima <<perfetto>>, agitò nuovamente la bacchetta e il suo baule scomparve all’istante <<spero di averlo mandato a casa questa volta… Non voglio andarlo a recuperare nello stomaco di una balena come l’ultima volta…>>.
    Chiuse la porta della propria stanza e consegnò le chiavi alla reception, ma prima che riuscì a mettere piede fuori dall’uscio della grande entrata, fu fermato dalla proprietaria che voleva essere risarcita per il casino e le rotture avvenute nella camera. Dopo aver pagato, Corbin si affrettò ad uscire dall’hotel con aria indignata <<beh, fa schifo questo posto! Faccio i favori e la gente non li coglie. Non andate in quel posto! E’ pessimo!>> Indicò furiosamente il motel credendo di essere osservato da qualche passante, ma la strada era deserta- se fosse stata così tutti i giorni di sicuro quel locale, non faceva tanti affari. Vide un riccio che passava proprio di lì, all’improvviso in faccia gli si stampò un sorriso diabolico, si avvicinò al riccio e gli offrì dei semini che aveva in tasca, sussurrando all’animale infuriato <<quella è casa mia. Mi raccomando vacci piano…>> Indicò l’albergo e se ne andò, ballando il tip tap e facendo volteggiare la bombetta ad ogni urlo straziante seminato dietro di lui.
    Londra era davvero strana, era difficile orientarsi e non ci volle molto prima che Corbin si perse. Non che avesse una destinazione per dirla tutta, però suonava meglio dire che ce l’avesse. Si trovò sulla metropolitana senza neanche accorgersene, stava lì in piedi con il suo taccuino stretto in mano prendendo nota su tutto e su tutti, sembrava che stesse annotando persino il neo enorme che il signore di fronte a lui aveva sul naso. Tutte le altre persone quando il treno si fermava indietreggiavano, spinti dalla frenata, lui invece continuava a scrivere sul suo quadernetto rimanendo in perfetto equilibrio come se fosse un palo impiantato nel pavimento. <<oh questa è la mia fermata!>> Disse in modo entusiasmante come se la gente fosse interessata realmente da ciò, con aria seccata scese dal tram e non aveva la più pallida idea di dove si trovasse, risalì le scale che conducevano sopra in superficie seguendo interessato la massa di persone indaffarate.
    Quando salì ovviamente, notò che il tempo non era cambiato, anche se la nebbia si era dileguata divenendo foschia e rendendo tutto molto più visibile. Girò sul posto facendo una rotazione di 360 gradi con la mano destra in fronte, come per scrutare più in lontananza <<patetico. Non c’è proprio nulla qui.>> Rammaricato, continuò ad andare dritto lungo la strada e svoltò l’angolo a sinistra, continuò ad andare dritto camminò per due orette poi si trovò di fronte a un piccolo boschetto. Spalancò gli occhi con aria meravigliata, come un bambino che riceve il giocattolo desiderato direttamente da Babbo Natale <<ecco adesso sì che si ragiona!>>. Si diresse verso la selva con aria trionfante, e sfoderò il suo taccuino peloso che non voleva per niente aprirsi e ruggiva, dopo due carezze sulla copertina si aprì facendo le fusa. La vegetazione era davvero molto fitta ma Corbin era un amante della natura e tutto contento iniziò a passeggiare tra gli alberi osservando tutto ciò che lo circondava. Dopo un po’ disse <<oh cavolo. Ma dove sono? Dopo devo trovare un modo per tornare a casa. Vabbè ci penso dopo.>> Alzò le spalle con menefreghismo e riprese la sua escursione. Dopo qualche minuto sentì degli strani rumori tra cui un ramo che si spezzava, si girò ma a quanto pare era una ragazzina dai capelli rossi come lui che lo guardava serenamente, come se fosse da tanto che non provasse quella sensazione di felicità, anche se aveva una mimica stranita che faceva intendere “Perché parlo con gli sconosciuti?”. Corbin si rigirò di spalle e prese a leccare la corteccia dell’albero accanto a loro, dopo aver fatto strani rumori con la bocca come se stesse gustando ciò che aveva ingerito, disse <<interessante, molto interessante!>> riprese a gustare facendo molto rumore e concluse dicendo <<muschio, con un pizzico di resina… leggermente pepato, direi Castagno. Sembra proprio un albero adatto ad essere da dimora per degli Asticelli… Ah! Che maleducato, mi scusi signorina. Salve… Certo che non è presto, sto lavorando.>> Concluse con un enorme sorriso rivolto alla ragazza e la salutò con la mano. Dopo neanche un secondo dall’albero scese un essere simile ad uno gnomo ma fatto di legno con le braccia aguzze e molto arrabbiato, gli occhietti marrone scuro erano rivolti alla ragazza che voleva aggredire. Corbin scattò in avanti mettendosi davanti alla ragazza per proteggerla, poi disse << Lo sapevo! Asticelli!>> disse battendo le mani come per applaudire a sé stesso, poi riprese a parlare ma con aria più seria <<mai avvicinarsi ad un albero, dimora di Asticelli… Sono dei fieri guardiani! A meno che ovviamente si conoscano dei trucchi.>> Si tolse la bombetta e infilò tutto il braccio al suo interno, come se stesse cercando qualcosa e per la fatica cacciò la lingua di fuori, alla fine riuscì ad estrarre qualcosa << Ecco finalmente ti ho trovato! Tieni è un dono tutto per te!>>, lanciò un onisco alla bestia, che sgranò gli occhi tutta felice, afferrò il suo bottino tra le mani legnose, e prima di risalire sull’albero si guardò intorno sperando che nessuno dei suoi amichetti avesse visto il suo succulento insetto. <<sì, assolutamente sì. Sapevo che mi sarebbe servito. Le gite in montagna sono proprio utili, vero?>> Si rivolse alla ragazza con il pollice in sù e con un sorrisetto quasi ebete, come se cercasse la sua approvazione, ma sembrava essere rimasta quasi sconvolta dalla scena.
    E se fosse una babbana? Dai c’è il cinquanta percento di possibilità che abbia a che fare con il mondo magico. E poi, suvvia Corbin chi crederebbe mai a una ragazzina che vede cose strane in un bosco? Speriamo che sia una strega… Rifletteva, mentre riniziava a scrutare la natura incontaminata che li circondava, sperando che ci fosse qualche altro animale fantastico. Dopo essere riemerso dalla sua mente, disse <<spero di non averti shockato con tutta questa faccenda. Non ci siamo ancora presentati, piacere io sono Corbin, sono un magizoologo. Tu?>> gonfiò il petto come se fosse fiero della sua adorata professione ed aspettò che la fanciulla gli rispondesse, mentre esaminava con il tatto dei graffi sulla corteccia di un pino poco distante da loro, sospirò per l’ennesima volta <<interessante…>>.

    "Non si possono scoprire nuovi oceani, fin quando non si ha il coraggio di perdere la vista della riva..."
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    Una persona sana di mente -cosa che ovviamente Freya non doveva essere- sarebbe fuggita da quel luogo senza pensarci due volte ed invece no, cosa faceva quella stupido ragazzino dalla chioma cremisi? Una cosa che avrebbe potuto causargli molti guai ma che importava in quel momento. Ignorò completamente la vocina dentro di lui che gli diceva di girare i tacchi e tornarsene per la sua strada. La sua fuga in fondo procedeva bene, le passeggiate nel bosco non erano male ma un po' di azione non avrebbe certamente guastato. Ma forse avrebbe dovuto procurarsi qualcosa da mangiare. Perchè non aveva pensato alla colazione? Di solito era la seconda cosa a cui pensava appena sveglio, la prima era... no niente era altro, caliamo un velo pietoso su quel casino che era dentro la sua testa perchè decisamente uno psicomago lo avrebbe fatto certamente rinchiudere. Eppure guardando l'uomo di fronte a lui -intento a parlare da solo? Sul serio? Ma dov'era finito?- pensò che effettivamente c'era qualcuno che era messo molto peggio di lui. Aveva problemi con le donne ma d'altronde non poteva essere altrimenti considerando che non sopportava il contatto fisico con gli altri e decisamente le ragazze avevano bisogno di contatto fisico, di essere rassicurate, abbracciate -vomitevole- ma guardando quel tipo pensò che tutto sommato non era messo così tanto male. Poteva avere tutti i problemi del mondo ma il suo fascino prevaleva su tutto, in effetti anche i muscoli. Passava molte ore del giorno e della notte ad allenarsi solamente per quei muscoli che lo facevano impazzire e poi si ritrovava ad osservare uno squilibrato che parlava da solo? Con gli alberi? Nemmeno il docente di Erbologia o Cura Delle Creature Magiche poteva essere ridotto così tanto male? Inarcò un sopracciglio rifiutandosi di stare un secondo di più in quel luogo. Purtroppo la voce dell'uomo catturò la sua attenzione nuovamente. Non gli piaceva molto ascoltare, ma quell'incontro lo avrebbe certamente raccontato a tutti e si farebbero fatti n sacco di risate una volta tornato al dormitorio, anche se sperava di riuscire a fuggire un po' più in lontananza e non doverci tornare, ma tanto sapeva già che lo avrebbe riacciuffato in qualunque caso. Nonostante ciò infrangere era divertente. Insomma, quale ragazzo della sua età passava il tempo a studiare e comportasi bene? Decisamente non lui. Muschio, con un pizzico di resina… leggermente pepato, direi Castagno. Sembra proprio un albero adatto ad essere da dimora per degli Asticelli… Ah! Che maleducato, mi scusi signorina. Salve… Certo che non è presto, sto lavorando lanciò uno sguardo indecifrabile all'uomo che si stava mangiando l'albero. Come l'aveva chiamato? Signorina? Ma signorina a chi! Lo guardò torvo sgranchendosi le nocche, forse avrebbe fatto meglio a comparsi un paio di occhiali. Signorina? Quale signorina? Ci siamo solo noi due amico sputò fuori non contento dell'uscita di quel tipo. Non assomigliava neaache lontanamente ad una ragazza, ok forse avevano ragione i suoi compagni di a dire che avrebbe fatto meglio a tagliarsi un po' i capelli, ma d'inverno erano un vero e proprio toccasana contro il freddo pungente.
    Lo sapevo! Asticelli l'uomo era balzato dinnanzi a lui facendolo arretrare intimorito, no forse non proprio intimorito più che altro non capiva cosa cercasse di fare. Non si era mai trovato in una situazione del genere. Mai avvicinarsi ad un albero, dimora di Asticelli… Sono dei fieri guardiani! A meno che ovviamente si conoscano dei trucchi come se uno come lui avesse bisogno di protezione. D'accordo che aveva appena sedici anni ma non era un moccioso in difeso che aveva paura di farsi male e di sicuro un Asticello non sarebbe riuscito a scalfirlo neanche volendo. Amico, dovresto provare un altro approccio con questi Asticelli. Fossi in te li prenderei a calci ogni volta che provano a tirarti un legno disse il ragazzo con una scrollata di spalle ed annuendo solenne Com'era quel detto babbano? Ah sì qualcosa tipo: occhio x occhio, dente x dente in sostanza ripagare l'altro con la stessa moneta. Se qualcuno voleva attaccar briga con lui allora faceva meglio ad essere pronto al pugno di ferro che avrebbe usato per vendicarsi, non permetteva a nessuno di mettergli i piedi in testa nemmeno ad una creatura magica che per quanto fragile e piccola potesse sembrare sembrava essere comunque un passo avanti a tutti. Ma ciò non toglieva che non aveva il diritto di comportarsi come voleva attaccando a caso le persone, neanche gli avesse buttato giù quello stramaledettissimo albero che proteggeva o sul quale viveva. Non gli aveva fatto nulla pertanto non tollerava quel genere di azione violenta nei suoi confronti. Sì, assolutamente sì. Sapevo che mi sarebbe servito. Le gite in montagna sono proprio utili, vero? si schiaffò una mano in faccia al pensiero che quell'Asticello si era fatto comprare da un tipo tanto strambo, sul serio che problemi avevano? Non aveva mai pensato alla possibilità di comprarsi le creature magiche -non comprarle comprarle, solo comprare qualche gentilezza? Silenzio? O chissà cos'altro- anziché reagire violentemente. In verità non aveva mai nemmeno pensato alla possibilità di arrivare così tanto vicino ad una creatura. Gli era capitato di vantarsi di averne affrontate alcune così per farsi figo con alcune compagne, e doveva ammettere che ci avevano creduto tutte. Sul serio? Una persone sana di mente lo avrebbe mandato a quel paese sentendo tutte le balle che fuoriuscivano dalla sua bocca, ma il giovane non sembrava vedere ad un palmo dal suo naso, per cui era normale che pensasse di aver fatto colpo. Anche le fughe da Hogwarts lo sono, o forse no. Quando sono venuto qui non pensavo di imbattermi in qualcuno come... lei. E nemmeno in un Asticello di solito non aveva peli sulla lingua ma non voleva offendere quell'uomo rischiando di farlo rinchiudere al San Mungo per colpa delle sue parole. A volte era un tantino stronzo ma cosa poteva farci? Era nella sua natura, anche se sentiva che c'era qualcosa di strano in lui. Spero di non averti shockato con tutta questa faccenda. Non ci siamo ancora presentati, piacere io sono Corbin, sono un magizoologo. Tu? era forse la prima volta che incontrava un magizoologo, ma d'altronde frequentando Hogwarts non aveva la possibilità di incontrare maghi che non ricoprivano cariche importanti -tipo dipendenti ministeriali- oppure insegnanti od altre figure che vivevano nel castello. Ciò che sapeva che era i Magizoologi trascorrevano la loro vita a studiare creature magiche, cosa alquanto inutile? Anche se a dirla tutta era interessante scoprire nuove creature e sapere come affrontarle, oltretutto alcune erano indispensabili per i maghi a livello di incantesimi proprio. Sono Freya e come ho detto sono fuggito uscito da scuola con un permesso speciale e mi sono ritrovato qui, nei boschi. Pensavo di allenarmi un po' ma ti ho visto alle prese con quell'albero? Sul serio, stavo assaggiando l'albero? domandò incredulo grattandosi la nuca. Era la prima volta che gli capitava di rimanere da solo con qualcuno che sapeva incutergli un certo timore. Allora... cosa stavi cercando esattamente qua? chiese accostandosi all'uomo. Quell'uomo era bizzarro in tutti i sensi, non solo perchè si comportava in modo strano ma anche per il modo in cui vestiva, così diverso da come vestiva di solito lui. C'era qualcosa di strano nell'aria, solo non sapeva che cosa. L'angst dell'essere l'ultimo panda giallo, nudo perchè le mutande sono mainstream biascicò sentendosi l'unica persona sana di mente a quel mondo. Oramai le stramberie erano all'ordine del giorno e sembravano essere divenute normali per tutte, una volta una persona stramba era ritenuta stramba da tutti e venivano allontanati. Ora era lui a sentirsi il diverso in un mondo che non appoggiava più la normalità. Lanciò uno sguardo all'uomo vedendolo tornare accanto all'albero. Quelli erano dei... graffi? Tagli? Forse una creatura magica aveva fatto ciò ma le uniche che conosceva in grado di fare qualcosa di simile uscivano solitamente di notte... nelle notti di luna piena. Lupo mannaro?
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    Non so cosa ho scritto ahah Ma giuro che non sono pazza!
    Semplicemente ne ho approfittato per la penitenza del Lucky Strike ahahah
    Freya pensa di essere un ragazzo e si comporta come tale per un post (non so quanto assomigli ad un ragazzo però ahah)
     
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2 replies since 27/1/2016, 01:34   240 views
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