to write love on his arms

Shane x Hope x Jade | Pre - Quest #05

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    « mayhem »

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    Shane non era uno stupido, di questo si poteva essere certi, non era sciocco ed anzi era un osservatore, amava osservare ciò che lo circondava e le persone che affollavano la sua vita. Non gli sfuggiva mai niente, in genere, davvero niente. Che poi preferisse astenersi dal commentare ciò che vedeva, era un altro paio di maniche, ma il punto era che lui si rendeva conto di tutto. Si era accorto, nell'ultimo periodo in particolare, che Damian era diverso, era...disattento, come se avesse troppi pensieri per la testa e Shane era sicuro che questi pensieri non riguardassero semplicemente il lavoro, c'era altro sotto ma non aveva mai osato chiedere. Era talmente ovvio che fosse fuori di sè: durante le cene ormai non usava nemmeno più i sottobicchieri, cosa che, in circostanze normali lo avrebbe mandato al San Mungo con un esaurimento nervoso. Questo pensiero lo fece sorridere, divertito dall'immagine di suo zio sul punto di un esaurimento. Era seduto su una panchina ad Hogsmeade, in pinocchietti di jeans e t shirt, perchè a fine agosto il caldo era ancora pressante. Era ovvio che fosse in attesa di qualcuno. Ripensò alla sua estate e a Damian...Gli aveva addirittura concesso di andarsene a spasso per l'Europa con Megan, senza opporsi. Megan...una mezzosangue, e suo zio non si era opposto nemmeno per un secondo, anzi, gli aveva finanziato il viaggio, come se non vedesse l'ora di sbarazzarsi di lui e di non averlo tra i piedi. Non che Shane dispiacesse questa linea di azione, anzi, trovava fantastico concedersi una meritata vacanza dopo essersi sbattuto a fine anno per diplomarsi con voti eccellenti. Aveva visto città europee che in passato aveva solo potuto immaginare dalle numerose letture sui libri. Era stata un'avventura fantastica che gli aveva dato la possibilità di vedere e conoscere il mondo babbano in maniera profonda. Aveva vissuto tutto di quel viaggio, dalla bellezza dei quartieri alti di Parigi, alle splendide truffe sulle ramblas barcellonesi, alla magia vera di Praga, a Roma, la città eterna. E tornato da quel viaggio si era sentito diverso, ricco di esperienze di ogni tipo. Stare a contatto con altre persone, in fondo, non si era rivelato così terribile come aveva sempre pensato. Dopotutto, Shane Howe non poteva certo pretendere che il mondo sparisse per lui. Era tornato a casa con il desiderio di tatuare sulla pelle qualcosa che per lui avesse impotenza e forza. Un marchio magico, quello che i babbani chiamavano tatuaggio, qualcosa disegnato o scritto sulla pelle. Aveva voluto subito vedere Hope, per sentire come fosse andata la sua vacanza e le aveva dato appuntamento nell'unico luogo da Shane conosciuto per poter soddisfare il desiderio che aveva: Amortentia. Così vicina ad Hogwarts, luogo nel quale non sapeva quando sarebbe tornato. Hope gli aveva raccontato tutto sulla propria estate e su Xavier Stevens, e Shane era rimasto ad ascoltare, per lo più in silenzio e solo quando lei gli aveva domandato qualcosa su di lui, si era aperto in tre righe contate di spiegazione su ciò che aveva fatto. Non era davvero un tipo loquace, non sapeva raccontare le storie, soprattutto quelle che lo riguardavano. Quando finalmente la ragazza lo aveva onorato della sua presenza, erano entrati insieme nel locale che si era rivelato straordinariamente vuoto e silenzioso. Permesso Enunciò il ragazzo, con voce pacata e profonda ma niente, non sembravano esserci le solite assistenti carine che illuminavano le giornate con i loro sorrisi come Aveline #seh, non c'era nessuno. Hope, approfittando di quel silenzio, pensò bene di riempirlo con i propri racconti, ma qualcosa non quadrava, lo sentiva nell'aria. Poi, all'improvviso aveva sentito voci distanti rompere lievemente quel silenzio, e non sapeva davvero se fosse saggio capire da dove provenissero. Fulminò con lo sguardo la tassorosso che si era avvicinata con l'orecchio alla porta che dava sul retro del locale. Ma anche lui, affiancato alla porta, riusciva, purtroppo, a sentire. - Ti dico che alcuni laboratori sono ancora attivi, e che la caccia ai dottori è più viva che mai di questi tempi. Non puoi venirmi a cercare qui quando vuoi, lo capis-- Il tono dell'uomo era losco e basso, e Shane recepì alla perfezione il messaggio: continuare ad origliare non era saggio, nè per sè, ne soprattutto per Hope. Così si avvicinò in silenzio e tenendola dalle spalle, indietreggiò per invitarla ad allontanarsi. Non voleva sentire altro, non voleva che lei sentisse. Personalmente non gli interessava niente che riguardasse i laboratori ed era sicuro che in certe situazioni fosse meglio restarne totalmente fuori e non ficcare troppo il naso. Ma...qualcosa continuava a ripetergli che ciò che aveva sentito era troppo persino per lui. I laboratori erano ancora attivi? Facciamo finta di non aver sentito questa spiacevole conversazione? Domandò retoricamente a Hope, che se Shane conosceva bene, era incuriosita e turbata. Lei voleva sempre il bene di tutti, voleva proteggere il mondo ma Shane sapeva che questo era impossibile, e voleva tenere Hope ancorata al terreno, per non farla volare via, trasportata da ideali suicidi. Ti prego. La squadrò, con sguardo serio.
    fine agosto 2015
    amortentia - hogsmeade


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    Scusate se è un po' gnè (?) dovevo aprire


    Edited by shane is howling - 3/9/2015, 13:08
     
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    Jaden Beech

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    «Tu non hai una famiglia, ragazza?»
    «E’ anche per loro che sto facendo questo»


    Jaden aprì gli occhi prima che la sua memoria rievocasse il momento in cui lei, siringa alla mano, sopprimeva l’uomo. Esperimento pericoloso, le avevano detto, un mangiamorte convinto che aveva fatto troppe vittime per meritare una seconda possibilità... alla fine, il modo di lavorare dei laboratori era buffo: tutte le persone che non erano dottori, lì dentro diventavano un numero senza storia e senza nome a meno che non fossero state, precedentemente, malvagie e quindi meritatevoli di vendetta. Jaden aveva creduto che lavorare in quei luoghi sterili, una mascherina davanti alla faccia quasi per annullare anche la propria persona, avrebbe significato eliminare rancori personali... ma ora che ci ripensava, non c’era mai stata imparzialità lì dentro. I dottori erano umani: faceva comodo dire che i babbani e i maghi su cui sperimentavano erano gente indesiderata, gente di cui nessuno avrebbe sentito la mancanza... ma alla fine tutti erano più gentili con la bambina carina, crudeli con l’ex caporeparto ministeriale. Come sua sorella.
    Più Jaden pensava a cosa avevano fatto a Lienne per anni, più sentiva un buco al cuore, simile a senso di colpa, farsi strada dentro di lei. Aveva sempre pensato di star lottando per un mondo migliore ed equo, perché suo fratello Sean potesse camminare fra i suoi coetanei maghi senza sentirsi inadatto, e invece, lentamente, stava cambiando tutto. Stava perdendo la strada, stava perdendo la voglia di lottare ancora perché non riusciva a ritenere il mondo degno del suo appoggio... no. Doveva tornare la ragazza piena di sogni che era stava, doveva trovare i laboratori rimasti e dare il proprio aiuto: era il minimo che poteva fare. Gli esperimenti erano la via più veloce per il bene del mondo, e lei doveva continuare a fare la propria parte.
    Si alzò a sedere dal letto che aveva richiesto al quartier generale della ribellione (ribellione che lei, per esattezza di termini, lei non riteneva tale), e si guardò la mano: del grosso taglio che si era fatto solo due giorni prima non rimaneva che una leggerissima se non invisibile cicatrice, e questo le strappò un sorriso. Era sempre più vicina a controllare il proprio potere, anche se non ne aveva ancora bene capito i limiti, e per essere una che l’aveva scoperto da così poche settimane, era già a buon punto: sapeva di potersi curare ferite leggere, di poter creare oggetti tridimensionali per brevi mementi, di poter fare leggere bruciature sulla pelle... al novanta percento, aveva sviluppato il controllo della luce. Un potere non eccezionale come il controllo delle ombre di Sean, ma indubbiamente utile (di sicuro meglio che aver perso la propria magia senza avere avuto niente in cambio); appena gli appunti mentali che si era presa lavorando a stretto contatto con chi quel potere l’aveva ricevuto nei lab non gli fossero più serviti, e fosse riuscita a dominarlo un po’ meglio, abbastanza da badare a se stessa, avrebbe potuto richiedere il trasferimento a New Hovel, e iniziare a frequetare le lezioni a Hogwarts. Hogwarts... i suoi pensieri al riguardo erano contrastanti: la amava, oppure no? Si era sempre sentita in colpa a frequentarla senza Sean, pur sapendo che non fosse colpa sua, ma ora riusciva a ricordare i momenti felici, le risate con gli amici, l’innocenza. Aveva tergiversato tanto a lungo sul suo ritorno lì, solo per la paura che qualcuno degli esperimenti avrebbe potuto ricordare la sua faccia. E non qualcuno che l’avrebbe accolta a braccia a aperte.
    Si stiracchiò e si cambiò di corsa, infastidita dal non avere una camera personale ma doverla condividere con un’altra fuggiasca come lei che, fortunatamente, ancora dormiva... pantaloni comodi, maglietta, un mantello a coprirsi il viso, un paio di armi che per sicurezza si portava sempre dietro ed era pronta ad uscire, alla ricerca di nuove informazioni sui laboratori ancora integri. Sì, tecnicamente lavorava al quartier generale per cercare una cura agli esperimenti. No, non gli interessava se qualcuno avrebbe notato la sua mancanza... cosa che, comunque, probabilmente non sarebbe avvenuta.

    Girò per Londra più di quanto avrebbe sperato, passando da quartieri malfamati alle zone più chic dovendosi affidare ai taxi babbani, perché ormai per lei la Smaterializzazione era off limits.
    Si trovava ora davanti ad Amortensia, dove, secondo le informazioni che aveva raccolto nelle ultime settimane, doveva trovarsi un ex dottore come lei; scappato come la Beech, aveva cambiato identità e aveva girato in lungo e in largo, per poi stabilirsi solo ultimemente nella Londra magica. Forse non ne sapeva niente dei laboratori ancora intatti; forse, invece, ci lavorava.
    Entrò sorridendo alle commesse, sperando che nessuno le facesse domande o si ricordasse il suo volto, e quando le chiesero se avesse un appuntamento, annuì ingenuamente. «Miles mi sta aspettando».
    Venne accompagnata davanti ad una porta, e Jade non se lo fece ripetere ed entrò nell’ufficio, non aspettando che l’uomo uscisse per accoglierla. Era seduto alla scrivania, e francamente la bionda non aveva capito il suo ruolo all’interno del negozio (era un massaggiatore, se ricordava bene)... ma neanche gli importava. Era troppo emozionata di trovarsi di fronte a lui.
    «Marcus Leight», salutò secca, e lo sguardo spaventato che ricevette in risposta le fece sperare di aver trovato finalmente qualcosa di utile.
    «Mi chiamo Mortimer Miles»
    «Non eri segnato così sui registri dei laboratori»
    Il primo istinto dell’uomo fu darsi alla fuga, e questo non fece che accendere le speranze di Jade che, come se nulla fosse, tirò fuori una pistola dalla tasca. «Non così in fretta... non sono venuta fin qui per niente»
    Convincerlo a farsi dare informazioni non fu facile, ma quando Jade raccontò (di malavoglia) quello che sapeva lei, finalmenteMiles, Leight, o come si chiamava vuotò il sacco. Sapeva di altri laboratori, ci era stato... poteva darle i contatti per trovarli.
    «... Ma non puoi venirmi a cercare qui quando vuoi, lo capisci?», si stava ancora lamentando, la pistola di Jade che mai aveva smesso di puntare la sua fronte «È’ sospetto. Ti dico che alcuni laboratori sono ancora attivi, e che la caccia ai dottori è più viva che mai di questi tempi... devo salvaguardarmi, lo capis-?»
    Jade lo zittì all’improvviso sentendo dei passi e una voce fuori, verso il corridoio. Era sicura di aver chiuso la porta dietro di sé, ma non altrettanto sicura che fosse una camera insonorizzata.«Ci possono sentire da fuori?»
    «...credi ci fosse qualcuno?»
    «Ne sono certa»
    Le venne un moto di rabbia per la sua idiozia. Presa com’era dalla questione dei laboratori, e impegnata a non far scappare Miles (che, ne era sicura, dopo quella visita non avrebbe mai più rivisto a lavorare da Amortensia; ma in teoria si era fatta dire tutto quello che serviva), non aveva pensato che non era più una strega e non solo non poteva obliviare persone scomode, ma non poteva neanche fare un incantesimo insonorizzante. Era stata stupida, e ora rischiava che qualcuno li avesse scoperti. Aveva detto qualcosa che facesse intuire chi era? Aveva parlato abbastanza da far riconoscere la voce...? No, aveva lasciato che fosse l’uomo a parlare... forse poteva ancora far finta di nulla. Ma doveva assicurarsi che chi era passato non avesse sentito informazioni importanti, e se ciò fosse successo, avrebbe dovuto usare le maniere forti.
    «Resta qui»
    Mise via la pistola e, ancora il mantello tirato sul volto, uscì dal corridoio.
    «...finta di non aver sentito questa spiacevole conversazione? Ti prego» Jade seguì la voce, nascondendosi appena dietro l’angolo per non farsi vedere... e riconobbe la voce. Sembrava fosse passata una vita, eppure gli era familiare. Lanciò uno sguardo fugace, e riconobbe quello che era stato, quando ancora lei frequentava Hogwarts, il prefetto serpeverde. “Shane Howe?”, si chiese, accompagnato da una ragazza che non ricordava, ma se non sbagliava doveva essere tassorosso. Ormai dovevano averla notata... doveva capire cosa avevano captato, quanto avevano sentito sui laboratori... e a mali estremi, ucciderli. Mise via l’arma, pronta a recuperarla, e sorrise ai due ragazzi. «Quale conversazione spiacevole, se posso chiedere?»

    code © psìche



    Post gngngngn .-. ma apprezzate che io abbia postato con l'account giusto: è già una vittoria ♥


    Edited by Beech‚ pls - 7/9/2015, 12:23
     
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    Settembre era arrivato con uno schiocco di dita, neanche si era resa conto che era rientrata a Hogwarts. Aveva preso per la prima volta l'espresso per il castello senza Shane e Stiles, fu qualcosa di strano, ritrovarsi con i suoi compagni di casa senza il suo preferito Stilinski. Aveva comunque passato delle ore piacevoli, ma diverse, senza preoccuparsi che il compagno venisse preso di tiro da altri e che Shane non facesse per primo lo stronzo. Tutto era cambiato quell'anno, oltre che ad essere al settimo e quindi aveva i MAGO, tutto era completamente nuovo, era sola. Odiava esserlo. In apparenze la ragazza non sembrava aver quei pensieri, sempre così solare e piena di vita, nessuno lo avrebbe mai detto guardandola, ma lei odiava stare sola. Si poteva dire che aveva quasi paura, ma era brava a non mostrarlo, decisamente. Che tutto era diverso, lo aveva già capito a Luglio, quando Shane era partito in giro per l'Europa con Megan. Megan! Quella ragazza era inquietante, e pensava anche di essere leggermente odiata dalla rossa. Sospirò mentre si preparava per uscire con Shane, finalmente si sarebbero rivisti e gli avrebbe raccontato tutto. Non aveva fatto il giro dell'Europa, ma qualcosa aveva combinato anche lei, come ad esempio aver visto Xavier. Dopo una lunga discussione per quel bacio alla festa alla fine aveva deciso di metterci una pietra sopra. Si vergognava ancora al pensiero, ma se non gli fosse piaciuto, non lo avrebbe mai fatto, quindi si poteva dire che entrambi avevano capito che provavano un interesse reciproco. Anche se, Stevens non era così affidabile e molte volte la faceva infuriare; tanto che se avesse avuto lei il potere del fuoco lo avrebbe incendiato diverse volte, ma si erano visti e tra una battuta e l'altra si era anche divertita. Con lui non lo avrebbe mai ammesso, perché era fin troppo sicuro di se stesso e una conferma da parte della bionda avrebbe voluto dire dare gioia al suo ego, e voleva evitare.
    Arrivò da Shane di corsa, ovviamente, non riusciva proprio ad essere puntuale, nonostante il ragazzo le avesse regalato tutto e di più per farla arrivare puntale ai loro appuntamenti; ma niente Hope riusciva a fare tardi anche quando partiva in orario. Sorrise al ragazzo e lo abbracciò, per poi sommergerlo di parole, gli raccontò praticamente tutta la sua estate, quasi fosse lui un diario. Gli aveva raccontato di Xavier, della volta in cui erano usciti e stranamente erano stati bene, praticamente era stato un appuntamento,ma solo alla fine della serata, al portone del palazzo dove i muggles soggiornavano, si era resa conto del fatto ed era praticamente scappata per non morire dall'imbarazzo, ma con quel suo tono irritante l'aveva bloccata Mills, scappi? Lo sai che non avrai un'altra occasione come questa... aveva detto X, mandandola su tutte le furie. Odiava quando faceva lo sbruffone con lei, tanto che se ne era andata borbottando. Ma una volta a casa si era pentita di non averlo salutato in modo diverso. Ahh non doveva pensarci. Era con Shane, che sembrava più taciturno del solito. Allora il giro in Europa ? gli chiese e riassunse in tre righe, nel verso senso della parola la sua estate. Ok non aveva voglia di parlare, che novità!
    Entrarono nel locale, era così strano, procedette con cautela, quasi fossero in un luogo vietato, si sentivano quasi a disagio, non aveva mai visto Armontetia così vuoto e desolato, non che fosse così pieno, ma quell'atmosfera insomma non era delle migliori. Fece per parlare ma Shane era di nuovo distratto, se non fosse stato che alcune voci provenivano dal retro, e voleva ascoltare, si sarebbe infuriata. Insomma non si vedevano da settimane!! Ma la curiosità la fece da padrona come succedeva ogni volta . La curiosità uccise il gatto le aveva detto una volta il ragazzo, anche se probabilmente parlava di Jen, che ogni volta tentava di graffiarlo. Proprio non andavano d'accordo. Ma lei era curiosa...così si avvicinò alla porta e si mise ad origliare.
    Ti dico che alcuni laboratori sono ancora attivi, e che la caccia ai dottori è più viva che mai di questi tempi. Non puoi venirmi a cercare qui quando vuoi, lo capisci? È sospetto. A meno che... Tu non voglia aiutarmi in questa storia... Verresti pagata bene.
    Ma che?! Dottori?! Laboratori?! Xavier!! Un tuffo al cuore, la fece tremare, cosa stava succedendo?! Doveva preoccuparsi del ragazzo?! Era confusa. Delle mani sulle spalle la invitarono ad allontanarsi e si voltò verso quelle, era Shane, stupida, chi altro doveva essere?! Sorrise.
    Facciamo finta di non aver sentito questa spiacevole conversazione? disse guardandola dritta negli occhi, cercando di farle capire che doveva assolutamente dimenticare quello che avevano sentito, ma come poteva farlo?! Lei era una ribelle, e aveva il dovere di proteggere i muggle e Xavier. Ma Shane non voleva proprio che la ragazza intromettesse, tanto che la implorò
    Ti prego. disse e Hope gli sorrise dolce, o furba, dipendeva da come veniva interpretato quel suo sorriso dal ragazzo. Sapevano entrambi che non sarebbe finita lì per lei, che avrebbe indagato su quella frase, era curiosa e sopratutto aveva delle responsabilità, che aveva preso consapevolmente, non voleva tirarsi indietro, perché finalmente aveva un scopo, un ruolo nella resistenza. Fece però un passo indietro e aprì la bocca per rispondere mmh.. ma qualcuno la precedette
    «Quale conversazione spiacevole, se posso chiedere?» disse una ragazza uscendo proprio da dove avevano per sbaglio, sentito quella specie di conversazione. Sembrava molto stanca ma anche sulla difensiva, o pronta ad attaccare, non era molto chiaro, ma Hope non era tranquilla, fece un passo per avvicinarsi a Shane, che come la ragazza appena arrivata era molto teso. Perfetto erano nei guai.
    Stavamo cercando qualcuno per prendere da bere, lei lavora qui? chiese cambiando abilmente discorso, era riuscita a deviare il discorso?! Forse no, ma ci stava provando. Intanto la scrutava, chissà se voleva attaccarli o semplicemente era curiosa. Ma dubitava che la ragazza volesse fare amicizia, anche se a dirla tutta aveva un volto familiare, che fosse una ex studentessa?! Non era una tassorosso o se la sarebbe ricordata. Anche se, quanti anni aveva?! Forse lo era stato ma non si erano trovate, perché di anni diversi. Ahh, ma che domande si stava facendo?!

    HOPE MILLS - We have no control of what life we are born into but we have complete control of where we end up. »

    © psìche, non copiare.
     
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    shane icesprite Howe
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    La sua gentile richiesta di 'sorvolare sulla questione' venne allegramente ignorata da Hope che come risposta gli sorrise furba, lanciando un vago mmh.
    Avrebbe riconosciuto tra mille quel sorriso che forse per alcuni sarebbe passato per un bel sorrisetto solare sulle labbra di una ragazzina, ma per Shane era semplicemente diabolico. Era inutile che fingesse di non essere apprensivo nei suoi riguardi, non ci riusciva. Non ci era mai riuscito e scoprire che lei fosse una ribelle aveva dato il colpo di grazia alla sua fiducia. Era diffidente su tutto, Shane, diffidava sempre, a priori. Pensava che la situazione passasse subito nel dimenticatoio, che uscita di lì, Hope non avrebbe ricordato nemmeno ciò che aveva udito, ma qualcuno comparve alle loro spalle per fargli quella fatidica domanda. Quale conversazione spiacevole, se posso chiedere? Non si fece prendere dal panico, e nonostante nella sua mente già immaginava una bacchetta puntata contro di loro, pronta a cancellare ogni prova con un Oblivion, all'apparenza era calmo e rilassato.
    Non li stavano per uccidere o mandare al San Mungo per "aver sentito troppo" no, niente di tutto ciò, andava tutto bene. La risposta di Hope fu celere e...quasi convincente. Shane voltandosi riconobbe un ex compagna di scuola, di cui ricordava vagamente il nome. Forse Jude o Jade. Era un bel nome, comunque e lei era una bella ragazza ma...forse anche più curiosa di Hope. In realtà conversavo con me stesso...mi domandavo dove siano finiti tutti i commessi, c'è un'anima qua dentro che può ascoltare le mie richieste? Domandò provando a nascondere come meglio poteva il fastidio che gli procurava dover attendere. Shane Howe nel mondo babbano non avrebbe vissuto più di un mese, sarebbe morto senza luce nè acqua, sotterrato dalle bollette. Magari proprio Jaden lavorava lì, anche se l'aspetto da forestiera, quel mantello e la mancanza della divisa erano una risposta più che sufficiente. Passò lo sguardo lentamente su ogni particolare della ragazza, domandandosi che fine avesse fatto dopo i M.A.G.O. Non che fossero mai stati amici, ma solitamente era abituato a veder passare i nomi dei vecchi Corvonero sui giornali, per i più svariati motivi, gran parte dei quai riguardavano meriti lavorativi, ma di Jaden non aveva letto niente. Incrociò le braccia al petto in attesa di una risposta di lei, o anche solo che Hope rompesse il silenzio con una delle sue...la sentiva macchinare qualcosa alle sue spalle, ma non capiva in cosa si stesse dando tanto da fare. Quando si voltò, mettendosi di lato per non dare le spalle a Jaden, Hope aveva in mano un arnese che Shane non aveva mai visto in vita sua ma che probabilmente serviva per qualche fine civettuolo femminile. Che carino... Commentò lei rigirando tra le mani un pallina di gomma blu. Cos- non ebbe il tempo di finire la domanda che un liquido color zaffiro zampillò da quella pallina in gomma andando a finirgli addosso. Si spostò saltando indietro con i piedi ma non fu abbastanza svelto, il liquido lo aveva colpito, sulla maglietta e sulle braccia. Ma ...Santo Salazar, Hope! Sventolò in aria la maglietta, scoprendo la pancia #deformazioneprofessionale ed osservando la macchia bagnata sulla stoffa. Asciugò anche il braccio bagnato sulla stessa maglia, sbuffando non troppo discretamente. Per fortuna aveva indossato una maglietta nera. Ma nel frattempo, i suoi capelli che erano sempre stati di un indefinibile colore castano ramato, iniziarono a diventare blu, di un blu acceso, potente e intenso...e lui non poteva saperlo. Si rigirò verso Jaden. Con i capelli dello stesso colore di quelli di Marge Simpson. ci tenevo Quindi...lavori qui? Ma si, forse il mantello che aveva, era la sua divisa, dopotutto potevano capitare incidenti come quello appena capitato a lui ed il mantello era utile per proteggere i vestiti. Posso chiedere a te?
    fine agosto 2015
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    amatemi scrausa e ho scritto da telefono *si giustifica*

    ~ penitenza del Lucky Strike in corso *YES*


    Edited by shane is howling - 3/9/2015, 13:11
     
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    Jaden Beech

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    La bionda incrociò lo sguardo prima della ragazza, poi del ragazzo, e si chiese quale sarebbe stato il primo a rispondere e cosa le avrebbero detto... ma le parole che pronunciò la tipa la confusero.
    «Stavamo cercando qualcuno per prendere da bere, lei lavora qui?»
    Jaden aggrottò le sopracciglia. «Questo è un centro di bellezza. Cosa vorreste bere, di grazia, sapone?». Ignorò la seconda domanda, e non sapeva neanche lei se era stata così sgarbata per distrarre i due, o semplicemente perché lo era di natura. Solo dopo, gli venne in mente che forse era una variante della scusa “sto cercando il bagno!” che chiunque diceva quando veniva beccato dove non doveva essere... e questo era un male. Forse avevano sentito troppo, e avevano paura di dire la verità. Che avessero intuito la reale segretezza della discussione? Jade non era brava a capire le persone, per sua sfortuna (troppo scientifica per essere anche empatica), ma se fosse stata più vicina, forse avrebbe potuto vedere negli occhi della ragazza se stava dicendo la verità; sapete, per quella storia che se si dice una bugia la pupilla si allarga... o era il contrario? #mainagioia
    «In realtà conversavo con me stesso...mi domandavo dove siano finiti tutti i commessi, c'è un'anima qua dentro che può ascoltare le mie richieste?». Jade si concentrò a guardare quello che aveva deciso essere Shane Howe. Più di un anno che non lo vedeva, e ancora era un piccolo lord che si lamentava del mancato servizio, proprio come lo ricordava; possibile che la guerra non fosse servita ad alcuni per renderli meno... purosangue? Era per gente come lui che sperava nei laboratori: meno maghi rompiscatole che vogliono farsi servire, più livellazione nel mondo. E magari anche la distruzione dello statuto di segretezza, già che c’erano. Eh? Se a Jade Shane Howe non piacesse? Per niente. Era una tipa competitiva, e praticamente detestava qualsiasi persona intelligente che non fosse Corvonero e facesse guadagnare punti alle altre casate. E shane era quel tipo di persona, purtroppo.
    «Forse se li cercassi nel posto giusto li troveresti», propose con un sorrisino che di solito dedicava alle frasi ironiche. «Scommetto che le tue richieste sono moolto urgenti... se vuoi vi aiuto». Meglio allontanarli da quella stanza; ormai quello che avrebbe potuto sapere da Miles l’aveva saputo, e lui non era così informato come le avevano fatto credere; era stato un altro buco nell'acqua... ma non seppe se i ragazzi avrebbero voluto il suo aiuto o no, perché prima che se ne rendesse conto qualcosa di blu era esploso davanti a lei.
    Il moto improvviso di paura, i riflessi di combattente, le fecero portare la mano alla pistola, aspettandosi di trovarci la bacchetta. Quell’attimo di illuminazione, di “io non ho più una bacchetta” la fecero sprofondare, ma il freddo della canna la aiutarono a tornare in sé, a rallentare la scena prima di sparare a due ragazzi innocenti. E capire coa fosse accaduto.
    « Ma ...Santo Salazar, Hope! »
    Jade rimase imbambolata a guardare il ragazzo che si era macchiato, e aveva iniziato a inveere esageratamente contro la sua amica. Poteva arrabbiarsi perché lei aveva toccato qualcosa che non avrebbe dovuto toccare, e invece ce l’aveva solo perché si era sporcato, e ora mostrava con grazia il suo pancino glabro mentre si cercava di ripulire. Ma non era quella la cosa che più aveva paralizzato Jade.
    «Quindi...lavori qui?». La sua testa... cosa stava succedendo alla sua testa? Stava diventando... «Posso chiedere a te?» ...blu?
    «N... pff... AHAHAHAHAHAH!»
    La bionda si portò la mano davanti alla bocca, senza riuscire a trattenersi. Si piegò in due dalle risate, cercando di prendere aria mentre nella sua testa l’immagine del prefetto perfetto Shane Howe, stronzetto ricco, si dipingeva perfettamente... ovviamente, con i capelli blu mare. «Sei... sei... AHAHAHAH!»
    Probabilmente non era così divertente, non da piangere fino alle lacrime, ma erano... mesi, forse di più, che Jade non si concedeva una sana risata. Laboratori, vivere con i ribelli che avevano tradito lei e i suoi compagni, non poter badare più da vicino a Sean, non poter andare a trovare i loro genitori, mentire tutti i giorni su chi fosse e cosa sapesse... era stato tutto così pressante, così opprimente, che era rimasta bloccata in un mondo di doveri, senza ricordarsi quei piccoli incidenti quotidiani. Come aveva fatto a restare per così tanto la Jaden badass e acida, e dimenticarsi cos’erano quelle piccolissime gioie? Come era sopravvissuta un anno senza veri amici, senza stupidaggini? Tutti quelli che dai laboratori la riconoscevano, la odiavano, e aveva finito per dimenticarsi lei stessa che era ancora una diciannovenne, e che amava ridere.
    «S-S-ScusaHAHAHA» Si passò la mano sugli occhi, ormai scoppiata, e alzò nuovamente il viso verso i due ragazzi, guardandoli attraverso le lacrime e un sorriso sincero, che non aveva niente a che fare con quello d’occasione di prima. «Scusa... ma sei... ahahah... belissimo»

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    «Questo è un centro di bellezza. Cosa vorreste bere, di grazia, sapone?». Disse la sconosciuta in risposa ad Hope, la quale abbassò lo sguardo, a volte era davvero sciocca; era una ribelle,in teoria doveva essere brava a mentire per non farsi scoprire, ma la sua scusa effettivamente non stava aiutando i due ragazzi. Fece così un passo indietro, mentre Shane sembrava prendere in mano la situazione al posto dell'amica. Questo le permise di mettersi a curiosare per il negozio, ignorando quasi il dialogo tra i due.
    In realtà conversavo con me stesso...mi domandavo dove siano finiti tutti i commessi, c'è un'anima qua dentro che può ascoltare le mie richieste? Gli sentì dire, con un tono così educato, quasi le venne da ridere, ma per evitare prese si mise a fissare una pallina di colore blu, era per colorare i capelli istantaneamente, Che carino disse e prese quella sfera ma sembrava delicata, la girò tra le mani per leggere le indicazioni, nella speranza di trovarle, non era sicura che quel coso le avesse. E un attimo dopo l'inevitabile, si ruppe tra le mani di Hope, che riuscì a spostarsi in tempo, lanciandolo praticamente volare in aria, ma ahimè qualcun altro non sembrava aver evitato quella bomba. ops. disse cercando di nascondere la sua colpevolezza, ma era stupido non notare quello che aveva fatto. Ma ...Santo Salazar, Hope! disse alterato Shane, sporcato da lei. Scusa, non volevo disse mortificata, e alzò lo sguardo, quello che vide fu qualcosa di epico. Shane aveva i capelli blu! E non di un blu spento, al contrario era così acceso che avrebbe potuto illuminare la stanza se si avessero spento la luce. Ma lui non sembrava essersi accorto di niente, continuava a parlare come se niente fosse e ignorava di proposito Hope.
    Quindi...lavori qui? aveva detto con tutta la calma del mondo, ma davvero non si era accorto di come aveva i capelli?! Da una parte, Hope, sperava che mai se ne rendesse conto, perché conosceva Shane e non l'avrebbe presa bene, assolutamente no. Già lo vedeva diventare rosso dalla rabbia, voltarsi con gli occhi completamente infuocati, avvicinarsi a lei e con tono minaccioso le avrebbe detto Hope Mills, sei davvero inutile. La prossima volta te le taglio le mani....è possibile che devi essere così stupida?! I miei capelli già i suoi capelli. Non voleva neanche che venissero toccati, e non le aveva mai voluto spiegare il motivo, ma Hope era quasi sicura che fosse a causa di Anjelika e delle torture che Shane aveva subito. Lei comunque ogni tanto si divertiva a scompigliarli, lui si alterava così tanto da riuscire a tenerle il broncio anche diversi giorni. Irascibile ..Una volta lo aveva convinto a farsi fare lo shampoo, forse per non sentirla più parlare, ma al posto di un semplice shampoo, Hope gli aveva fatto la permanente magica. I capelli gli si erano arricciati, come una bambolina. Hope non toccherai mai più i miei capelli aveva detto, ma Hope era troppo presa a ridere per ascoltarlo. Lui era sempre così serio, ma quella volta riuscì a strappargli un dolce sorriso, paragonandolo a Dorothy del mago di oz. In linea generale non era molto auto ironico, era molto composto come suo zio Damian, ma non voleva sentirselo dire, perché mai e poi voleva essere come lui. Anche se secondo Hope, era fiero di aver quel cognome e uno zio come Damian, il problema in fondo era solo Anjelika. Una grosso problema che non se ne sarebbe mai andato. Comunque quella volta era anche peggio, gli aveva colorato i capelli di blu. Non biondo, o rosso, di BLU!! Forse doveva scappare nell'immediato, come sapeva fare bene Stiles. Rimpiangeva il fatto di non aver imparato da lui, fare il danno e poi sparire, voleva farlo anche lei in quel momento. E come se non bastasse la ragazza strana iniziò a ridere, come biasimarla, Hope già lo stava facendo di nascosto al ragazzo,visto che sapeva come avrebbe reagito ed era meglio esser pronti. Aveva anche fatto un passo indietro, più distanza c'era tra di loro, più probabilità aveva di sopravvivere alla furia dell'ex serpe.
    Già sei bellissimo..... ripeté Hope, guardando prima a destra e poi a sinistra una via di fuga, Non arrabbiarti ti prego...io non volevo disse subito, prima che lui potesse capire perché di quella risata da parte della sconosciuta. Ricordati tu mi vuoi bene....ok...tu mi vuoi bene. Non esiste un'altra Hope....sono la tua migliore amica continuava a parlare perché quando era nervosa o in ansia diventava molto logorroica. Anche con Xavier era successo, mentre camminavano aveva iniziato a filosofare sulla parola gelato, non che fosse una persona che mostrava la sua intelligenza e quindi quanto fosse saccente, anzi il contrario, tutto quello che venne fuori dalla sua bocca erano sicuramente parole senza senso. Tanto che Xavier per farla zittire e calmare, l'aveva bloccata e provato a baciarla, senza riuscirci, Hope si era accorta del gesto in tempo, così da indietreggiare e chiedergli scusa subito dopo, ma si vergognava ancora per la festa e doveva aver più tempo per esser tranquilla.
    ricordati che mi vuoi bene e che non mi faresti mai del male rincarò la dose sperando nel buon umore del ragazzo.

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    Era una di quelle giornate storte, lo aveva sentito appena aveva messo piede fuori dal suo letto, sul pavimento gelato, ed era stato come un presentimento - non doveva farlo, dannazione. Era una di quelle giornate che, appena sveglio ed ancora intorpidito, riuscivi solo a sentire un oscuro presagio incombere sulla tua testa. Shane l'aveva ignorato. E se ne rendeva conto solo adesso, troppo tardi. La bionda incappucciata aveva provato a rimanere seria mentre parlava con lui, Shane lo aveva capito. Non riusciva ad afferrare, però, il motivo per cui dovesse trattenersi dal ridere, senza riuscirci, e scoppiare poi in una risata che la portò alle lacrime.
    "Scusa... ma sei... ahahah... belissimo"
    Uao, che avesse fatto colpo? Suo padre glielo diceva sempre, che l'importante non era tanto "essere belli" - nonostante Tiger fosse un uomo davvero affascinante - quanto saper far divertire una ragazza, farla ridere. Ecco perchè Shane Howe, a diciotto anni, non aveva un serio rapporto amoroso. Megan rideva...ogni tanto, ma il ragazzo non era sicuro che lo facesse perchè lui era simpatico.
    Shane rideva poco, lo stretto necessario per entrare nel range "essere umano" ed uscire da quello di "tazzina di forma fallica in carne" e non si spiegava come alcune persone potessero passare dodici ore al giorno con il sorriso in faccia, insomma...dopo un po' era anche doloroso, no? Rimase perfettamente serio, con le braccia ancora conserte sul petto, si voltò interrogativo a guardare Hope e capì tutto. Bastò uno sguardo lanciato all'amica, per notare la sua faccia estremamente colpevole. "Non arrabbiarti ti prego...io non volevo " Istintivamente abbassò lo sguardo per esaminare la maglietta, perchè era stata la cosa maggiormente colpita da quel liquido poco prima, ma non notò grandi differenze rispetto a quando l'aveva guardata l'ultima volta.
    Sciolse le braccia conserte, ed iniziò ad allarmarsi, perchè ridevano? Con lo sguardo cercò uno specchio nella stanza, trovandone parecchi sulle pareti all'entrata della struttura e vi si fiondò, mantenendo comunque una certa calma apparente. Ciò che vide fu qualcosa di allucinante. Sgranò gli occhi, avvicinandosi allo specchio con espressione indignata, le labbra aperte piegate in una smorfia incredula. Aveva i capelli blu, un blu terribile - Come se qualsiasi altro blu esistente potesse star bene sulla testa di qualcuno - sulla sua meno che mai. Era orribile, persino più grave di quella dannata volta in cui aveva permesso ad Hope di fargli lo shampoo e si era ritrovato riccio come un barboncino, peggio di Daisy Hookum durante la promozione del suo nuovo libro "La mia vita da babbana".
    Porco Platano. La disperazione nel suo tono di voce era palese. Sembrava un perfetto idiota così conciato!
    Si passò le mani tra i capelli, erano blu blu, ma blu davvero blu. Non era rimasto nemmeno un capello del suo colore originale. Si toccò anche le sopracciglia, della tonalità e provò a sfregarle con il polpastrello per far venire via il colore, che ovviamente rimase lì dov'era ed il suo polpastrello rimase perfettamente pulito. Lasciò momentaneamente lo specchio per voltarsi verso Hope, con lo sguardo che lanciava saette. Sospirò, era una giornata storta, ma poteva andare peggio, forse. Quando pensò che la giornata avesse raggiunto il culmine degli orrori, la porta sul retro si aprì ed uscì un uomo di mezza età, probabilmente quello della conversazione di poco prima, di cui Shane aveva già scordato ogni parola, troppo preso dall'orrore sulla sua testa. Chi abbiamo qui? Lanciò prima uno sguardo a Jaden, poi a Hope ed infine a Shane.
    Oh, il nipote di Icesprite. Fantastico. Commentò sarcasticamente.
    Shane. Ci tenne a precisare il ragazzo, che per niente voleva essere accomunato a suo zio.
    Bene, Shane, io sono Mortimer, puoi chiamarmi Mortimer. Sappi che la Jamicla non ti dona e che, comunque, dovrai pagarmi la bombotinta. Indicò la pallina blu ormai vuota, abbandonata sulla scrivania.
    Shane ovviamente non riusciva a credere alle proprie orecchie, e se possibile era più indignato di quanto non fosse stato prima. Portò le mani avanti. No guardi te dico fermate c'è un errore, è stato uno sbaglio... Questo colore...Non esiste proprio. Figuriamoci se Shane spendeva galeoni per una tinta blu. Lanciò uno sguardo a Hope, misto tra il disperato, il rassegnato ed il serial killer.
    Si si si, sapevi che ogni volta che dici che la Jamicla non esiste, Mark Ruffalo indossa un sandalo e una cuffia? La Jamicla è la nostra tinta più ricercata. Va a ruba. Mostrò con un gesto della mano volutamente enfatizzato ed elegante, una vetrina con all'interno intere collezioni di Blu Jamicla. Non sapeva se interrogarsi di più su quale tipologia di mago scegliesse di andare in giro con quel colore in testa, o su chi fosse Mark Ruffalo, forse il creatore di questa strabiliante tinta? Ma alla fine cosa poteva fregargliene?! Non l'aveva nemmeno voluta lui! Pensò che tagliare corto fosse la soluzione migliore. Io...voglio solo un tatuaggio. Pagherò anche la tinta.
    Pagherai la Jamicla. Non è solo una tinta.
    VA BENE. Tagliò cortò per sempre, stava perdendo la pazienza, e lui non la perdeva mai. Dove devo andare?
    Dai tatuatori ovviamente, io vendo solo tinte. Ed indicò una porta, posizionata sulla parete destra dell'entrata, sopra la quale adesso era comparso scritto a caratteri cubitali MAGITATTOO. Shane avrebbe giurato che poco prima, questa scritta non ci fosse.
    Jade, tu sai leggere? Accompagni il ragazzo? Non sembra molto in sè... E buone cose. Le lanciò uno sguardo di intesa prima di sedersi al bancone in cui vi era la cassa.
    Era una giornata negativa per Shane.
    fine agosto 2015
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    Frase Be senseless di settembre : ogni volta che dici che la Jamicla non esiste, Mark Ruffalo indossa un sandalo e una cuffia

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    Edited by shane is howling - 5/9/2015, 19:01
     
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    Jaden non riusciva a smettere di ridere, come se, appena avesse iniziato, qualcosa in lei fosse esploso; come se la sua parte bambina fosse stata rinchiusa per anni in una bolla di cristallo, e ora questa finalmente si stesse distruggendo, lasciandola libera di prendere aria e divertirsi. Sentire le scuse della tassorosso, il suo dire «Ricordati tu mi vuoi bene... ok... tu mi vuoi bene» fra i sogghigni, le ricordava le scene fra lei e Sean, le litigate e scherzi stupidi che si facevano prima dell'assalto al Laboratorio, il loro essersi avvicinati così tanto quando Lienne era sparita lasciandoli da soli. Quanti insulti avevano lanciato al mondo? Quanti sfottò verso chiunque? La coppia del male, per così dire, che quando Jade tornava a casa da scuola riuscivano a piazzarsi davanti alla televisione, guardare quei programmi per casalinghe disperate, e passare ore a prendersela per questo o quel motivo, a ridere per le battute cattive uno dell'altro, o a dare nomi imbarazzanti e stupidissimi a personaggi badass di videogiochi.
    Il nome di Shane assomigliava così tanto a quello del fratello... gli mancava quella piccola merda bionda, voleva vederlo. Voleva il suo sorriso genuino, sentirlo raccontare di Hogwarts, finalmente, sapere se gli piaceva e se era come se l'era sempre immaginata. Invece no: per un anno aveva vissuto al quartier generale dei ribelli, solo perchè, senza un potere, aveva paura qualche esperimento su cui aveva lavorato potesse riconoscerla e volerla far fuori #mainagioia Diciamoci la verità: non è che ora voleva andare a Hogwarts, raccontando la palla del "ommioddio mi hanno appena liberata da un lab!", per imparare a controllare il suo potere, o meglio, non solo... voleva Sean. Aveva bisogno di stargli accanto, di volergli bene, di proteggerlo; ora che era cresciuta, capiva le volte quando Lienne era stata iperprotettiva nei loro confronti: essere sorelle maggiori era stressante. Lienne... dove la sua Lienne, adesso? L'aveva ritrovata, finalmente, e neanche poteva amarla come voleva.
    Shane finalmente si vide allo specchio, imprecò, e nel voltarsi verso la sua amica ("migliore amica", a detta di lei, e ora in effetti Jaden poteva quasi ricordarsi di averli visti per Hogwarts insieme) le lanciò occhiate di fuoco.
    «Non fare così, tesoro», cercò di rasserenarlo Jade (visto lo sbuffo del serpeverde che suonava molto come "mainagioia sono nato, mainagioia resto"), cercando di smettere di ridere e asciugandosi gli occhi dalle lacrime. "Lacrime... sto davvero piangendo dal ridere per questa cazzata? Sono proprio messa male" «Credo davvero che ti donino... risaltano il tuo bel viso». Era ironica? Non lo era? Sembrava sincera, indubbiamente, con un sorriso da bambina ingenua stampato sulla faccina rotonda, sembrando in quel momento più una dodicenne, che un soldato che aveva combattuto, e ancora stava combattendo, in guerra.
    Prima che potesse continuare il dialogo, però, Marcus Leight, o Mortimer Miles che fosse, uscì dall'ufficio, e immediatamente Jade tornò la ragazza di sempre. Aveva ancora le labbra incurvate, ma che si notasse o meno (viste le sue abilità a mentire, vada per la seconda), era scattata sul chi vive. Che diavolo voleva fare? Jade preferì non intervenire nel buffo dialogo che seguì, e quando incrociò lo sguardo del'uomo le parve di capire: "via da qui". Era un diversivo, un modo per far dimenticare ai due quello che potevano aver sentito... forse addirittura uno spunto per una nuova bugia, nel caso i ragazzi avessero chiesto cosa ci faceva lei lì (poteva magari raccontare che la famosa "Jamicla" era fabbricata in particolari "laboratori".... ah, no, già: la Jamicla non esiste, persino quei due dovevano saperlo); annuì leggermente quando il tipo la guardò di nuovo, e sorrise al: «Jade, tu sai leggere? Accompagni il ragazzo? Non sembra molto in sè... E buone cose».
    La bionda non aveva tutto il giorno da perdere... ma pensò che un'altra manciata di minuti non l'avrebbero uccisa.
    «Se volevate farvi un tatuaggio, bastava dirlo subito. Credevo voleste bere», li rimbeccò divertita, e nel mentre posava una mano sul rosso (o meglio, sul blu), per arruffargli i capelli, più morbidi di quanto si sarebbe aspettata; che davvero la Jamicla esistesse e fosse una tinta miracolosa, e non una semplice scusa di Leight..? Nah, più probabilmente quel piccolo lord riccone passava le serate a darsi cento colpi di spazzola, usava balsami da #cheschifoipoveri, e poi chiedeva ai suoi elfi domestici di sistemargli i cetriolini sugli occhi come Leroy.
    Si diresse alla porta sotto cui era apparsa la scritta (sì, apparsa; anche Jade era convinta che prima non ci fosse... ma shhh), e fece un plateare inchino spalancando il braccio. «Dopo di voi...»
    Non sapeva neanche lei perchè stesse rimanendo. Forse per ringraziarli delle risate con la sua bellissima presenza? Forse perchè con loro si sentiva finalmente una diciannovenne, e non in dovere di salvare il mondo? Indubbiamente, si stava divertendo un sacco.

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    *canta* iooo... un giorno impaaareeeeròòò... a scriver post decenti lo giuròòò
     
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    Hope era pronta alla furia di Shane, sapeva già anche come farsi perdonare, oppure sarebbe scappata. Ma no, non era il tipo che fuggiva ma si assumeva la proprie responsabilità anche se quello non era poi così una brutta situazione. Stava bene con i capelli blu. Rise sotto i baffi, era evidente che non era così. Fece per dirgli qualcosa ma un uomo, sbucò dal retro. Quasi si spaventò, si era dimenticata che quella ragazza, quando erano arrivati, stava palando con qualcuno. Inizialmente il tizio si presentò
    Bene, Shane, io sono Mortimer, puoi chiamarmi Mortimer. Sappi che la Jamicla non ti dona e che, comunque, dovrai pagarmi la bombotinta. Ops doveva pagarlo lei forse Mi scusi è colpa mia, glielo pago io... disse rammaricata, non voleva fare quel guaio e guardò il compagno per scusarsi ancora per quello che aveva combinato. Ma da quel momento in poi tutta la situazione iniziò ad assumere un tono bizzarro, quasi assurdo a parere di Hope.
    Si si si, sapevi che ogni volta che dici che la Jamicla non esiste, Mark Ruffalo indossa un sandalo e una cuffia? La Jamicla è la nostra tinta più ricercata. Va a ruba. Ok a questo punto Hope pensò di andarsene da quel negozio all'istante, insomma lì la gente non era normale.
    Io...voglio solo un tatuaggio. Pagherò anche la tinta.
    Ma che?! Ecco già era evidente quello che stava succedendo, insomma quell'uomo era strano e tutto intorno sembrava andargli dietro, perché Shane avrebbe mai voluto farsi un tatuaggio!? Sapendo tra l'altro che non era quello il posto adatto. Ma quella tinta oltre a fare i capelli blu, faceva impazzire le persone?! Perché sinceramente lei non sapeva che pensare per la reazione di Shane a quel tipo non era decisamente da lui. Credeva che sarebbe andato in escandescenza già prima e che se ne sarebbe andato via sbuffando e maledicendo la bionda per essere stata sbadata. Invece no, voleva farsi un tatuaggio?! Stava sicuramente perdendo qualche pezzo per strada.
    Shane davvero?!< /b> chiese Hope riferito alla sua idea di farsi disegnare sulla pelle come se niente fosse. Megan! Sicuramente era quella ragazza che lo stava deviando. Cosa poteva fare?! Non la stava neanche ascoltando, tanto che chiese al tizio dove poteva andare per farsi tatuare. Assurdo. Sembrava di vedere la scena come una persona completamente estranea ai fatti, e forse lo era, insomma nessuno la considerava, meglio così eh, ma era davvero molto strano vedere quella scena. Non sembrava reale. Rimase in silenzio, se fosse andato oltre la follia tutto quello, avrebbe agito.
    «Se volevate farvi un tatuaggio, bastava dirlo subito. Credevo voleste bere», disse l'uomo, facendo voltare Hope e Shane verso la porta, videro una scritta acanto alla porta. Ma c'era in precedenza?! Non ne era così sicura, ma oramai stava impazzendo anche lei, non valeva preoccuparsi se quella scritta c'era già o meno. Si era rassegnata a passare il resto della giornata in quel vortice frasi senza senso. <b> Shane....
    fece per intervenire ma ancora una volta si fermò, perché Jade, sembrò prendere confidenza con l'amico e gli arruffò i capelli blu.
    Poi si avviò alla porta prima di loro e con un plateale inchino fece cenno di seguirla. «Dopo di voi...» Guardò Shane, sempre che fosse lui, iniziava a dubitarne. Ma lui sembrava molto serio e convinto di volersi farse un tatuaggio. Al diavolo, tanto era lui che si marchiava la pelle non lei, ma non lo avrebbe mai lasciato solo, era meglio seguirlo, non si fidava tanto di quella ragazza e Shane sembrava fuori di testa in quel momento.
    ok testone, vengo con te...voglio esser sicura che uscirai con un solo tatuaggio disse in tono rassegnato e seguì il ragazzo verso quel posto, non era ancora molto convinta ma non voleva lasciarlo assolutamente da solo. E poi voleva vedere che tipo di disegno volesse mai farsi magari un lupo che ne dici? disse scoppiando a ridere, era davvero assurdo che solo pensarlo, figuriamoci dirlo, ma un lupaccchiotto che si tatuava un altro lupo, era davvero buffa come idea. oppure lo stemma dei serpeverde...in ricordo disse, rendendosi conto di quanto fosse assurda anche quella seconda idea. Poi ebbe un lampo, forse Shane era stato solamente furbo, voleva uscire da una situazione di pericolo con la scusa del tatuaggio. Sicuramente, il ragazzo non era tipo da farsi certe cose. Era Shane Howe. Anche se....ultimamente era diventato strano, con Megan al suo fianco non si poteva davvero esser sicuri che un giorno o l'altro non si sarebbe fatto scrivere una frase, o peggio il nome della ragazza che lo stava facendo soffrire. Scosse la testa, no Shane non era proprio il tipo. Forse.
    Dimmi che non vuoi fartelo davvero...per favore... chiese dopo qualche minuto di quei pensieri, ancora non poteva credere che davvero voleva marcarsi la pelle.

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    amatemi anche se è ovvio che fa schifo....
     
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    Il problema non erano tanto i capelli blu in sè, ma il fatto che in primis non avesse scelto lui di tingersi in quel modo, ma in una qualche maniera gli erano stati imposti per sbaglio. Secondo non aveva idea di quanto quella tinta durasse e certamente non aveva intenzione di chiederlo a quello strambo venditore, per poi doversi sorbire vita morte e miracoli di quella tinta. Quella sera stessa, avrebbe preparato una pozione con le proprie mani, doveva solo fregare un paio di ingredienti dalle scorte di Anjelika, ancora presenti nella villa Howe-Icesprite. Il problema fondamentale era che Shane non amava attirare l'attenzione sopra di sè, non in quel modo e non per qualcosa che non gli appartenesse. Era davvero grato no che Jaden cercasse di metterlo di buon umore, in qualche modo, dicendogli che quei capelli "risaltavano il suo viso", ma questo era proprio ciò che Shane voleva evitare. Non voleva che quei capelli lo mettessero in risalto, voleva essere invisibile. Sventolò la mano in direzione della ragazza, in fondo non doveva sforzarsi per metterlo di buon umore. Sapeva di non stare bene con i capelli blu. Che gentile, ma...no comment, davvero. Essersi liberato di quella piattola del venditore di tinte fu un vero sollievo, ma non gli era sfuggito lo sguardo che aveva lanciato alla bionda, prima di lasciarli perdere del tutto. Allora anche lui aveva guardato Jade, con diffidenza e con il chiaro sospetto nello sguardo, che non avrebbe potuto togliersi facilmente. Anche volendo, la conversazione udita poco prima era rimasta impressa dentro di lui. Si era allontanato da quella che era diventata una perfetta scena del crimine, per dirigersi insieme a Jade e Hope nella stanza dedicata ai tatuaggi.
    L'amica si mostrò estremamente sorpresa nell'apprendere che lui voleva fare un tatuaggio e Shane, al contrario, non si sorprese di questa reazione: Hope era solita cadere dalle nuvole, guardarsi intorno improvvisamente e domandarsi con fare spaesato "ma dove siamo? che giorno è oggi? chi sono io? chi è lei? perchè? per cosa?" Era tenera, tutto sommato. Ma in questo caso, lei non aveva tutti i torti. Lo conosceva bene e sapeva che un tatuaggio non era certo qualcosa che potesse essere associato a lui, come non lo era una tinta per capelli - meno che mai blu. Erano cose superflue e forse anche stupide. Ma il tatutaggio aveva un significato per lui, e questo era l'importante. Tutto il resto, ossia ciò che avrebbero potuto pensare gli altri, non gli interessava. A Shane non interessava mai ciò che gli altri pensavano di lui, anche perchè se fosse stato così, si sarebbe trattenuto dal fare molte delle cose che invece aveva fatto in vita sua: non avrebbe mai iniziato a lavorare al Lilum, nemmeno con una maschera, sapendo che le voci, prima o poi avrebbero circolato persino a scuola, non avrebbe mai iniziato a frequentare una mezzosangue. Non contava davvero ciò che pensavano gli altri di lui, ed anche quello che pensava Hope di lui aveva un peso piuttosto relativo, in realtà. Nonostante questo era comunque ben predisposto ad accettare i suoi consigli, ed ascoltare ciò che pensava. Due tatuaggi? Ho avuto il tempo di pensare solo ad uno, per ora, tranquilla. Oltrepassata la porta prima di Jade, che gli diede la precedenza, furono accolti da un ambiente ampio, spazioso e luminoso, una serie di lettini e poltroncine sparse in tutta la lunghezza, in fondo alla sala alcune persone intente a farsi tatuare qualcosa, un bancone adiacente alla parete sinistra, con dietro di esso una ragazza seduta dinnanzi ad una pila di fogli. Li salutò con un cenno della mano, avvisandoli che si sarebbe recata da loro in poco tempo. Tatuarsi un lupo? Ci aveva pensato. Il lupo avrebbe voluto significare tante cose per Shane e non soltanto la sua forma animagus, quanto e soprattutto suo padre Tiger. Tiger era un licantropo, ma riteneva quella particolarità una maledizione ed in effetti, lo era. Per quanto avrebbe voluto tatuarsi un lupo che lo rappresentasse, Shane non avrebbe mai scritto sulla propria propria pelle qualcosa che ricordasse altri. Nè un amore, nemmeno la sua famiglia. Un ashwinder. Spiegò poi, sia a Hope che a Jaden, alla quale probabilmente non interessava molto sapere cosa lui volesse tatuarsi addosso. Vorrei un ashwinder, dietro la schiena.
    "Ho sentio bene?" Domandò la tatuatrice che dalla sua postazione al bancone, si era alzata ed avvicinata a loro con passo felpato. "Allora seguimi, inizio a preparare la postazione." Lo invitò a seguirla e Shane lo fece, allontanandosi dalle due ragazze senza limitarsi dal voltarsi per lanciare uno sguardo ammonitore ad Hope. Lei avrebbe capito cosa quello sguardo avrebbe voluto significare. Riguardava Jade. Nel mentre, allontanandosi si potè udire la tatuatrice bisbigliare qualcosa a Shane
    "Complimenti per la Jamicla, un'ottima scelta."
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    Dopo qualche minuto di smarrimento,Hope guardò negli occhi Shane, sicuro di quello che aveva scelto di fare, non sembrava voler tornare indietro. In fondo lo capiva, quella era la sua vita e ne aveva passate così tante. Se aveva deciso era perchè davvero ci aveva pensato a lungo. peccato che non aveva reso partecipe la tassa. Forse perchè certe scelte ogni tanto andavano prese in solitaria, beh lo capiva, in fondo lei aveva deciso di diventare ribelle senza interpellarlo quando doveva, in passato.
    Vorrei un ashwinder, dietro la schiena. E poi quel tatuaggio non era niente male. Esprimeva quello che lui era. Sorrise a Shane, come per dirgli che lo capiva e che lei era lì sempre e comunque, per lui. Il suo amore per il ragazzo non era diminuito, e non se ne sarebbe mai andata. Non lo giudicava, anzi in qualche modo lo invidiava. Aveva deciso di farsi tatuare, avrebbe avuto qualcosa di indelebile sulla pelle. Si sentì codarda. Scosse la testa scacciando quel pessimismo, in fondo era una ricercatrice della resistenza, e ci voleva fegato anche per quel tipo di mansione.
    Il tatuatore lo fece accomodare da solo verso la stanza dove si sarebbe fatto marchiare a fuoco come gli animali.Ok forse come paragone non era ideale, anche perchè davveo stava appoggiando il ragazzo, ma da una parte sembrava davvero una cosa simile. Rise, ma durò pocò perchè alzò lo sguardo verso Shane e quello che le disse con solo gli occhi fu molto chiaro, le lanciò uno sguardo della serie “Ora rimani sola con lei, non osare...ripeto NON OSARE farle domande riguardanti quello che abbiamo sentito ...” Sorrise dolce, ma ovviamente non era così angelica come sembrava, era ovvio che non sarebbe stata zitta, in fondo sapevano entrambi che lei era curiosa
    “ti prego Hope non fare cazzate..” disse infine prima di sparire, sempre con lo sguardo. Insomma si poteva dire che erano telepatici i due, sapeva esattamente quello che il ragazzo le aveva appena detto, ma lei non lo avrebbe ascoltato. Non lo faceva quando glielo diceva chiaramente, figuriamoci se obbediva con un messaggio detto solo con lo sguardo.
    Lei doveva indagare, per Xavier e la resistenza, visto che stavano dando la caccia ai dottori e cercavano altri laboratori da distruggere, qualche altra informazione era utile. Assolutamente, e poi lei era una ricercatrice no!? Quello era uno dei suoi compiti, cercare tutto ciò che poteva essere d'aiuto all'organizzazione, e quello che aveva udito era assolutamente importante, così come sapere con esattezza cosa stava succedendo.
    Così una volta sola, colse la palla al balzo Scusa Shane... disse Hope, guardando la porta, in fondo lui era dentro, non poteva arrabbiarsi. E poi peggio per lui, non doveva sparire.
    Sorrise alla ragazza E così....Shane si tatua.... disse cercando di attirare l'attenzione della bionda, Io sono Hope... e fece per allungare la mano. Forse aveva già capito da un pezzo come si chiamava visto le imprecazioni di Shane riguardo al suo pasticcio con la tinta. Quasi tornò a ridere per la scena. L'aveva combinata davvero grossa, eppur lui non aveva reagito come al suo solito, chissà cosa aveva per la testa l'ex serpe. Sospirò e si mise a sedere, scrutando ancora la ragazza, non sapeva se fare un giro di domande a caso, aggirare il discorso o essere diretta. Se avesse fatto domande a random, sicuramente lei non avrebbe risposto neanche ad una e magari se ne sarebbe andata senza neanche fare in tempo a chiederle veramente quello che le interessava. Poteva prenderla larga, ma valeva lo stesso discorso,visto che lei era capace di divagare in un secondo e parlare di tutto e niente, rischiava di perdersi in piccolezze e magari non ascoltare quello che riguardava quei laboratori. Quindi decise di passare subito alle maniere forti Prima ti ho sentito parlare, quando eri nel retro bottega, di laboratori...posso sapere cosa e quanto sai di questi laboratori? chiese, per niente cauta in quello che chiedeva. Non si vergognava a fare domande, neanche quelle più scomode. Se ci fosse stato un giornale scolastico sicuramente avrebbe rischiato la tortura ad ogni articolo da quanto era sfacciata in quello che faceva. Forse la ragazza si sarebbe chiesta perché di quella domanda diretta. Hope sapeva esattamente che laboratori erano, inutile fingere, voleva saperne assolutamente di più, voleva proteggere Xavier. Perché nonostante la facesse arrabbiare ogni volta che si vedevano, ci teneva a lui. Aveva scoperto una parte di quel ragazzo, unica che difficilmente mostrava e soprattutto a lei, ma Hope sapeva leggere oltre le righe. Era una tassorosso, anche se sottovalutata era intelligente, e sicuramente meglio di quelle serpi, Shane escluso ovviamente. Aveva sempre pensato che lui era destinato ai grifondoro e non alla casa dei verde.
    Rimase lì ferma e col sorriso, che forse doveva scomparire, e aspettò una risposta sincera o meno da parte della ragazza.

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    Jaden Beech

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    Jaden lasciò entrare prima i due, con fare molto galante (inchinata ancora in quello sfottò per il piccolo lord), e poi li seguì all’interno, sorridendo e guardandosi intorno. Un tatuaggio... le erano sempre piaciuti, in un certo senso, ma farselo non sarebbe stato nel suo stile; sempre che ce lo avesse ancora, uno stile, ora che tutto era cambiato. Ascoltò distrattamente il battibecco fra Shane e la ragazza, sfogliando e guardando i disegni proposti per i tatuaggi nella saletta, e cercò di non ridere loro in faccia. Li “conosceva” da neanche mezz’ora, e già li aveva inquadrati come quelle coppie di best friends forevah delle più mielose e belle; quelle che si prendono in giro, ma sono così carine da invidiarli. La tipa, ad esempio, prima diceva al ragazzo di non farsi un tatuaggio, poi però lo accompagnava da un tatuatore e gli proponeva anche delle fantasie per colorare la sua pelle; o prima, quando a lui si erano colorati i capelli di blu e lei, invece che andargli in aiuto, aveva riso come una demente. Se cadi l’amico ti aiuta a rialzarti, il migliore amico ti guarda e ride, giusto? Erano adorabili... e Jaden sentì una fitta di nastolgia per la propria vita, la propria adolescenza che aveva gettato per l’ideale degli esperimenti. Ripensò agli amici che si era fatta a Hogwarts, alle cazzate e ai giochi, e si sentì più vecchia di quanto non fosse. Una diciannovenne nella vita di una donna adulta... che palle. Aveva possibilità di recuperare quei momenti, o ormai li aveva persi? Avrebbero messo a rischio tutto quello per cui stava combattendo, i suoi fratelli, probabilmente la sua stessa vita?
    «Vorrei un ashwinder, dietro la schiena.»
    Jaden alzò lo sguardo su Shane, una smorfia palese e volontariamente esagerata sulla faccia. Un serpente? «Davvero?» ma poi gli ammiccò sorridendo di nuovo quando si accinse a sparire con la tatuatrice. Suvvia, alla fine era un ragazzino (...sta cosa che avesse solo un anno meno di lei la tormentava; lei in confronto si sentiva... vecchia) riccone che voleva fingersi dei bassifondi, per fare un po' il figo. Lo stimava per la scelta di tatuarsi la pelle, e lo invidiava per la sua vita così normale e ingenua. «Non avere vergogna ad urlare, eh. E se vuoi, vengo a tenerti manina»
    Restò da sola con la ragazza, e la prima decisione fu di andarsene, perché lei non era brava a cominicare i discorsi o le amicizie, ma solo a dire addio... poi pensò che poteva fare un tentativo. L’avevano fatta ridere quei due, e lei si voleva dare la possibilità di capire se fosse ancora in grado di farsi degli amici.
    «E così....Shane si tatua... Io sono Hope»
    Ciaaao Hope. Ora che le aveva detto il nome, Jade fu ancora più sicura che l’avesse già vista, probabilmente ad Hogwarts, in compagnia di Shane. Tassorosso. E anche... oh! Oh ecco! Ribellione! L’aveva incrociata una volta nel Quartier generale, ma non ci aveva dato peso... eppure era sicura che Shane non ne facesse parte, come suo zio il gran duca dei mangiamorte. Interessante. «Jaden», si presentò abbassando il capo e appoggiandosi pigramente al muro. «...o almeno, mi faccio chiamare così», precisò, seguendo la falsa riga del “ommioddio ho perso la memoria non so niente”.
    Di nuovo, caddero nel silenzio.
    Ecco, l’avevo detto che Jade non era brava a parlare... forse era per questo che non aveva più amici #sfigata forse poteva iniziare a parlare del tempo, oppure dei capelli di Shane, o anc- «Prima ti ho sentito parlare, quando eri nel retro bottega, di laboratori...posso sapere cosa e quanto sai di questi laboratori?»
    AH! Dritta al punto. Le piaceva la ragazzina. «Ficcanaso, eh? Però è esatto». Annuì. «Tu li conoscerai, immagino, perchè per un po' ne hanno parlato tutti e ancora fanno scalpore... i famosi e leggendari laboratori dove innocenti maghi e babbani venivano rapiti e sottoposti a misteriosi esperimenti... beh, qui davanti puoi vedere uno dei mostri che da lì né è uscito diverso». Spalancò le braccia. Finora, aveva detto solo la verità. «Se hai ascoltato abbastanza, avrai capito che sto cercando se ce ne è ancora illesi, oppure ritrovare vecchi dottori di quei luoghi... ho un paio di domande da porre loro». Sorriso triste. «Purtroppo il gentile signore di prima non mi ha saputo aiutare. I laboratori di cui parlava lui sono altri, per tinte colorate... ma come avrai notato è un po’ matto, e non me la sono sentita di non dargli ragione... o forse la matta sono io, e da quei luoghi infernali ne sono uscita pazza oltre che rotta»
    Era sorpresa Jade stessa di quanta verità stesse dicendo, quando la base era pura bugia. I laboratori non erano più un argomento segreto, perchè da quando maghi e babbani ne erano usciti avevano spiattellato tutti i segreti dei dottori a destra e a manca, quindi Jade non poteva sembrare troppo sospetta. Giusto..? A meno che la ragazza non avesse sentito di più, ma anche in quel caso Jaden sarebbe riuscita a giostrarsela, a costo di incastrare Leight (che comunque, probabilmente, già si era smaterializzato a casa per prepararsi una valigia per l'Equador).

    code © psìche



    #ceseprova
     
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