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Lienne

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    Jaden Beech

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    Era passato poco più di un anno da quando la vita di Jaden, per la terza volta, era stata messa sottosopra.
    Ricordava le urla, ricordava il sangue, e, soprattutto, ricordava i morti.
    Era sempre stata una ragazza piuttosto egoista, cinica nel suo preferire il sacrificio di pochi per un probabile bene di molti (dove i molti potevano essere solo i suoi fratelli), e anche se non si pentiva davvero della scelta fatta di fuggire quel giorno dai laboratori per non restare a combattere, a morire, i visi di quelle persone che aveva chiamato amici e che ora marcivano da qualche parte dimenticati la tormentavano, insieme a quelli delle troppe persone morte in seguito agli esperimenti.
    “Ho fatto la cosa giusta”, si disse Jaden passandosi le mani sugli occhi per cancellare quelle immagini e quegli sguardi accusatori dalla sua mente, ma non mancavano di far capolino nella sua testa quei bambini, quei ragazzi, quegli uomini che aveva conosciuto per un motivo o per l’altro e che adesso non c’erano più. Che lei non aveva provato a salvare. "Non era colpa mia. Io ero... sono dalla parte dei buoni. E' un nuovo mondo, più vicino alla liberazione, anche grazie a me".
    Eppure a quanto pare sembrava essere rimasta l'unica a pensare che quegli esperimenti erano stati per un bene superiore, e aveva portato a un progresso indicibile di scienza e magia. Avevano giocato a fare Dio, e le loro creazioni, degne del mostro di Frankenstein, si erano quasi tutte ribellate. Avevano giocato a fare Dio, e ne erano usciti sconfitti... per ora. Jaden sapeva che quello di Londra non era l’unico laboratorio creato, ma soltanto il più grande conosciuto, e che coloro che avevano osato chiamarsi liberatori (quando liberatori non erano stati) non potevano aver davvero trovato tutte le basi segrete, neanche con l’aiuto dei dottori traditori. Era solo una questione di tempo: prima o poi sarebbe riuscita a contattare le strutture rimaste in piedi che ancora dovevano esistere, e avrebbe continuato il suo lavoro da ribelle... intanto doveva studiare quello che era diventato il nemico, gli ora unici “ribelli” organizzati contro il sistema. “Ribelli” che non meritavano quel nome come i dottori dei laboratori, dopo essersi addirittura uniti ai mangiamorte per lo smantellamento di quelli. Si sentivano dei martiri, vero? Degli eroi... ma Jade non li vedeva così. Anche loro si erano sporcati le mani di sangue, ed era inutile che cercassero di apparire tanto santi agli occhi della gente. Se i Dottori, per alcuni addirittura assassini, erano cattivi, allora che cos'erano chi li aveva uccisi barbaramente lasciando cadaveri inseppelliti fra le macerie, chi aveva consegnato i sopravvissuti a tribunali di mangiamorte che mai avrebbero eseguito un giusto processo, e che avevano permesso che il lavoro di una vita finisse in mano al vero nemico?
    Nonostante l'astio, Jaden aveva iniziato comunque a lavorare con quei ribelli, dopo essere entrata fra i loro ranghi. Era un bel passatempo, in realtà, un modo come un altro per non pensare agli “amici” che aveva lasciato andare all’Inferno, e qualcosa di quanto più simile al lavoro che aveva fatto per gli ultimi anni: era ancora una dottoressa, per i ribelli che non sapeva se amare o odiare, ma invece che togliere la magia avrebbe cercato un modo per rimetterla ai wiz che l’avevano persa... semplicemente, stava proseguendo gli studi che già aveva iniziato nei laboratori, con la differenza che non poteva effettuare campionamenti o vivisezioni, e questo rendeva il tutto più lento e noioso... Ma trovare una soluzione sarebbe stata una grande scoperta per la scienza, in ogni caso, e avrebbe potuto passare quelle informazioni agli estremisti che ancora dovevano nascondersi da qualche parte del mondo. E avrebbe potuto ridare a Lienne la sua magia, che forse l’avrebbe finalmente perdonata per averle salvato la vita... forse.
    Adesso Jade stava aspettando la sorella appoggiata a un muro in un vicolo di Nocturn Alley, il viso e i capelli biondi troppo appariscenti nascosti sotto un vecchio mantello, le mani che tormentavano il bigliettino su cui ormai la scritta con l’ora e la richiesta di un incontro erano spariti come per magia, ma che Jade non era pronta a buttare, come troppo felice per avere finalmente la possibilità di incontrarsi con Lia da sola, e non dover fingere per un po' di essere una povera ragazza uscita senza memoria da esperimenti troppo pesanti.
    «Dolcezza, quanto chiedi?»
    Jade guardò l'uomo che aveva interrotto i suoi pensieri, a alzò il viso con presunzione scocciata. Fingersi una prostituta andava bene, per non passare nell'occhio, ma non gli piaceva la gente. «Più di quanto tu possa permetterti»
    Sentì la mano dell’uomo toccarle il fianco, l’alito sul viso mentre le ripeteva: «Quanto?», e Jaden dovette resistere alla tentazione di spezzargli il collo come aveva dovuto imparare a fare, e invece gli fece sentire il suono di una sicura che si toglieva, e il freddo della pistola sulla pancia. Non aveva voglia di dover nascondere un cadavere, ma non era neanche così paziente da ripetere l’invito ad andarsene, quindi sperò davvero che il tipo se ne andasse di sua spontanea volontà prima che lei premesse il grilletto. «Non sono in vendita», sibilò scocciata, e per fortuna il mago si staccò, alzando le braccia e, dopo un insulto sussurrato non abbastanza piano, girò i tacchi e la lasciò di nuovo sola.
    Avere di nuovo la magia, o almeno un potere come la maggior parte dei Wizard, sarebbe stato utile in quel momento. Ripose la pistola e si guardò la mano, cercando di fare qualcosa... ma, come al solito, non accadde nulla. Che crudele ironia, pensò chiudendo il pugno, che avesse dovuto pagare il prezzo e non ricevere nulla in cambio.

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    primo post di Jade *^* poteva essere meglio, ma devo abituarmici hvjkrqgnkjr e... il titolo è quello del libro delle sorelle di frozen *gomitino a auri (?) e qui per leggerne una parte e capire (?)*
     
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    Lienne Jane Hale
    Non poteva dire di star facendo una mossa astuta, ne tanto meno intelligente ma Jade era sempre sua sorella e nonostante tutto non voleva vederla ne imprigionata, ne torturata da nessuno, figuriamoci dai suoi colleghi del ministero. Era una dottoressa ribelle, avrebbe dovuto morire circa un anno prima ma se questo fosse accaduto Lienne non starebbe più camminando sulla terra. Era difficile da ammettere ma sua sorella le aveva salvato la vita anche se l’aveva trasformata in qualcosa che non si poteva più definire “umano” o “normale” la odiava per averle tolto la magia, tutti gli anni passati a combattere giorno dopo giorno con i dottori per mantenere il suo potere non era stato facile, l’aveva portata in fin di vita ma forse avrebbe preferito di gran lunga morire piuttosto che risvegliarsi diversa, privata dell’unica cosa di cui andava fiera. Nonostante avesse fatto di tutto per impedire che accadesse, ormai non era più una strega, aveva accettato la cosa, imparato a trarne i vantaggi cercando di non ricordare cosa era stata costretta a subire per troppo, veramente troppo tempo ma accettare cosa Jade faceva era un’altra storia, un altro paio di maniche. Lienne aveva sempre ritenuto che la sua famiglia, che sua sorella, venisse prima di ogni altra cosa, da quando la piccina aveva più o meno due mesi, la giovane non aveva fatto altro che dedicarle tutto il suo tempo, amava stare con lei, amava giocare e poi studiare con lei. Il tempo era passato in fretta, molte cose erano cambiate ma non l’affetto che Lienne provava per Jade, quello rimaneva immutato, sempre. Eppure quando la bionda si era svegliata nel laboratorio della sorella qualcosa tra loro si era inevitabilmente rotto, Lienne in quel momento si sentì tradita dal suo stesso sangue, dall’unica persona di cui si era sempre fidata ciecamente e che mai avrebbe visto intrigata a sperimentare chissà quale sostanza sui corpi della gente. Da quel momento le due non si erano quasi più nemmeno parlate, la mangiamorte era tornata quasi subito al lavoro dopo la riabilitazione e aveva perso i contatti sia con sua sorella che con suo fratello. Nessuno avrebbe mai definito la Hale capace di preoccuparsi seriamente per qualcosa o qualcuno ed invece da qualche settimana la ragazza quasi non ci dormiva la notte al pensiero che qualcuno trovasse ciò che rimaneva della sua famiglia e la distruggesse per sempre. Si era così convinta di mandare un gufo alla sorella perché aveva urgentemente bisogno di parlarle, di certo non poteva incontrarla in qualche centro commerciale babbano di Londra, aveva scelto un luogo molto più appartato e solitario, uno dei tanti vicoli dell’inferius a Diagon Alley. Li se ne sarebbero state tranquille, quasi nessuno si aggirava per quelle zone a parte qualche mago o qualche esperimento intento a scoprire ed avventurarsi per il mondo.
    Dopo aver sbrigato due lavoretti Lienne dovette raggiungere la cittadina senza potersi smaterializzare, odiava i mezzi pubblici, odiava non poter usare nemmeno la scopa, perdendo la magia aveva anche perso tutte quelle piccole cose che miglioravano la sua giornata e questo proprio non riusciva a sopportarlo. Incamminatasi per le vie di Diagon Alley diede velocemente un’occhiata ai negozi, avrebbe pagato pur di tornare una semplice studentessa, per poter entrare e comprarsi dolci strani, oggetti magici, scope di ogni tipo, era sempre stata una grande appassionata di volo e di Quidditch ma ormai si limitava a fare il tifo alle partite. Svoltò l’angolo dell’ultima piazzetta a suon di tacchi e si trovò nella via principale dell’iferius, non andava più in quel luogo da anni ma ricordava ancora tutti quei vicoli praticamente a memoria perciò non trovò difficoltà nel proseguire e nel destreggiarsi in quel piccolo labirinto. Il volto ben coperto sotto un mantello marrone , i capelli biondi lasciati cadere disordinatamente sulle spalle, la testa china, il passo spedito, non era psicologicamente pronta a rivedere sua sorella ma doveva metterla in guardia. Doveva assolutamente. Un ultimo vicolo e poi sarebbe arrivata, prima di svoltarlo controllò che nessuno l’avesse seguita e poi silenziosamente si affacciò sul viottolo deserto, a circa metà, posata su un muro in rovina, c’era una figura incappucciata dai lunghi capelli dorati , le si avvicinò con passo sicuro, lo sguardo perso nel vuoto fin che non incontrò quello della donna ormai di fronte a lei. Erano passati mesi dall’ultima volta che avevano avuto occasione di vedersi, non si erano lasciate in modo molto amichevole, avevano litigato, entrambe troppo orgogliose per ammettere i propri errori ed ora erano di nuovo li, insieme.
    “Jade." Sussurò Lienne tirando un sospiro di sollievo abbracciando la sorella e stringendola a se, non le era successo nulla, stava bene e per il momento era ancora al sicuro. La lasciò quasi subito, ricomponendosi e riprendendo il solito modo di fare da “sorella maggiore” anche se le fu difficile mantenere i nervi saldi. “Sono venuta fin qui per avvertirti, non dovrei ma al diavolo, il ministero è sulle tracce dei babbani e dei dottori superstiti” continuò mantenendo un tono di voce freddo, distaccato, come se cercasse di starsene fuori da quella questione, “devi stare attenta maledizione. Evita di commettere imprudenze capito?” concluse infilandosi le mani nella tasca del mantello. Non aveva intenzione di rimproverarla, solamente di metterla in guardia anche se probabilmente doveva smetterla di preoccuparsi, non era più una bambina Jade ormai se la sapeva cavare benissimo anche senza di lei ma questa era un’altra di quelle cose che Lienne faceva molta, ma molta fatica ad accettare.
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    SCHEDA 35 anni mangiamorte spia ex-tassorosso
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    Jaden Beech

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    Jaden si stava ancora guardando le mani impotenti (ma santo cielo, perchè non aveva un potere figo anche lei? Perchè non riusciva a trovare la formula per metterselo? Ma una coroncina di luce mai? #wat), quando un movimento in strada attirò la sua attenzione. Osservò il nuovo ospite che aveva appena svoltato l’angolo con urgenza e speranza, e riconoscendo la sorella il cuore le saltò in gola. Da quanto non si vedevano? Tanto, troppo... ma non voleva dimostrarsi sentimentale o eccessivamente affezionata a lei (come era, palesemente; dannazione, Lia e Sean erano i suoi stupidissimi talloni d’Achille, e questo è un male quando mezzo mondo ti odia), quindi abbassò repentina gli occhi e continuò a far finta di niente; fuori era il solito pezzo di ghiaccio indifferente e con il viso un po’ scazzato, dentro non poteva nascondere l’emozione e la gioia, come quando era bambina e sapeva che Lia era tornata da qualche parte e doveva averle portato un regalo bellissimo. Era anche spaventata, certo: il pensiero che Lienne la odiasse, l’immagine del suo sguardo rancoroso e del suo tentativo di farle del male o addirittura ucciderla era vivida negli occhi di Jaden, che quindi aveva dedicato un angolo della sua testa all’idea che quell’incontro non sarebbe stato tanto piacevole. Ora in teoria le cose le avevano chiarite, Lia l’aveva perdonata, e Jade non si pentiva né di averla salvata, né delle azioni, secondo alcuni immorali e contro la etica, che lei e altri dottori avevano compiuto... eppure. Eppure sapeva di non doversi fidare troppo, per sicurezza. Una parte di lei era sospettosa, come sempre si obbligava a essere, poiché c’era la possibilità che Lia l’avesse contattata per incastrarla, visto che lavorava al ministero di nuovo e arrestare una ex dottoressa bagasha poteva ancora ritenersi un colpaccio, ma nonostante questo, nonostante l’abitudine della bionda a non dare mai nulla per scontato e considerare tutte le opzioni... Jade aveva deciso di fidarsi. Stava sbagliando? Sarebbe morta, e certi segreti di medicina e magia con lei? Nel caso in cui avesse dovuto prendere scelte azzardate per scegliere chi fra lei e Lia salvare, la pistola era carica, ma doverla usare contro la sorella le avrebbe spezzato il cuore.
    Quando Lia le fu più vicina, finalmente, alzò gli occhi su di lei, con espressione quasi neutrale ad eccezione del sorriso accennato. «Jade»
    «Li-», ricambiò, ma prima di poter aggiungere altro si trovava fra le braccia di Lienne, e ricambiò la stretta oltre che divertito anche lei con un piccolo sospiro di sollievo nel vederla sana, salva e da sola. A differenza di Sean, Jade accettava sempre gli abbracci della sua sorellona maggiore, e ammetteva pure che le piaceressero; affondando il viso nei suoi capelli annusò l’odore familiare, si godette quel momento in cui si sentiva di nuovo bambina, e poi si staccò infilando una mano in tasca ma pronta a scattare a prendere la pistola; sì, era paranoica e sospettosa: mica aveva guardato tutti quei film sugli zombie per poi venir uccisa a bruciapelo dalla sorella #wat
    <i> «Sono venuta fin qui per avvertirti, non dovrei ma al diavolo.»

    «Non dovresti neanche parlarmi, o sapere della mia esistenza», le ricordò pignola e divertita.
    « Il ministero è sulle tracce dei babbani e dei dottori superstiti»
    Jade aggrottò le sopracciglia. «Ancora?» Sapeva che molti mangiamorte avevano preso a cuore la questione dei laboratori, probabilmente ritenendola una grave minaccia al loro dispotico sistema (alla fine, oltre al fatto che grazie alla scienza e alla magia unita il mondo sarebbe potuto vivere senza ulteriori differenze e eliminando di fatto l’utilità di un sistema mangiamorte, i laborati avevano anche creato più soldati magia-muniti (?) per le file ribelli), eppure non si aspettava tanto accanimento da parte loro ancora un anno dopo. Non che fosse totalmente un male, sia chiaro: se parlavano tanto di wizard e muggle magari altra gente avrebbe capito che era una buona idea, quella dell’ugualianza, e Jade avrebbe avuto più facilità nel ricreare strutture simili, ma c’era un problema; se continuavano a cercare chi era stato involto nei laboratori, Jade era ancora meno libera di quanto prima pensasse. Già si stava ritrovando in una situazione difficile, girando con il suo bellissimo viso in giro per Londra e venendo riconosciuta da ex esperimenti arrabbiati, ci mancavano solo i ministeriali.
    «Devi stare attenta maledizione. Evita di commettere imprudenze, capito?»
    Le sorrise. «Quando mai l’ho fatto?». Evidentemente spesso, ma meglio non chiedere maggiori racconti al riguardo da parte di Lia.
    «A te come sta andando invece? Riesci a... stare a lavoro? Nessuno l’ha scoperto, vero?». Termini vaghi, parole chiave e basta, nel caso qualcuno le stesse origliando. La bionda voleva, doveva sapere, e non erano cose che poteva farsi dire in una lettera. Jaden Beech stava scappando da tutti, era vero, ma Lienne neanche stava scherzando: aveva scelto di non dichiarare di aver perso i poteri, e questo la rendeva una fuorilegge (che bello, avevano qualcos’altro in comune!)... se qualcuno l'avesse scoperto, l'avrebbe avuta in pugno.

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    Rispondo dopo una vita chiedo venia vhrejkgherkwjgh Jade è ancora difficile da ruolare *mani in alto*
     
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    LienneJaneHale
    « Don't get too close, it's dark inside»
    #teamhamilton| 36 | assorbimento cinetico | deatheater | spy
    Famiglia. Bella parola davvero, suonava anche bene ed era una delle prime che si imparava sui banchi di scuola.
    Amore. Altro bel sostantivo dalle origini antiche, greche, latine o boh... storia non è mai stata una delle materie preferite della bionda. Qualsiasi fosse stato il significato di quei vocaboli però, la vita lo storpiava, lo rendeva esilarante, Lia ne era ben consapevole. Ogni dannato giorno passato sul quel pianeta le dimostrava che gli umani avevano tutti uno strano modo d'affrontare i problemi derivanti dalla famiglia, dall'amore, dai sentimenti. Lei non faceva di certo eccezione, infatti si trovava lì, in quel momento, in un vicolo dell'inferius ad abbracciare quella che molti avrebbero potuto scambiare perfino per sua figlia. Jaden Beech. Erano così diverse, eppure così simili, a dividerle solamente l'età e quell'irrazionale modo di pensare che aveva spinto Jade a diventare un medico ribelle, una specie di Frankestain in versione rimasterizzata , 1080p , blu ray 3D. non ce la faccio a stare seria i cannnn't. Già perchè quella storia cominciava a prendere una piega talmente assurda che Lia, da brava regista qual'era, avrebbe potuto benissimo girarci un film d'azione, magari quella era la volta buona che anche lei, come di Caprio, riusciva a vincere almeno un Golden Globe se non l'Oscar. Certo che salire sul palco di Hollywood e fregare la statuetta al celebre attore del "nel titanic muoio per passione" era assolutamente un'esperienza da fare ma preferiva lasciare l'omino dorato a chi inseguiva quella statuina da almeno vent'anni... insomma una gioia Leo se la meritava proprio, forse più per il fatto che nel celebre film della nave che affonda, s'era congelato i coglioni girando tre quarti delle scene in una piscina dell'acqua gym per le neo mamme in dolce attesa.
    Bocciato quindi il futuro da attrice o da possibile regista, alla Hale non restava altro che una via da percorre, quella verso la morte/gli hamilton il ministero della magia, uno degli unici luoghi dove la bionda poteva vantare d'essere una donna rispettabile e rispettata, un luogo dove ancora nessuno poteva immaginare che lei fosse stata trasformata in un'esperimento dal potere imprevedibile, insolito e pure inutile. L'assorbimento cinetico era infatti una vera e propria arma giocattolo, una di quelle che se anche te la punti in faccia ti lascia a mala pena un livido, le permetteva però di difendersi da qualsiasi tipo d'incantesimo e quindi di passare inosservata agli occhi dei più. Sapeva recitare molto bene e se qualcuno l'avesse vista con la bacchetta alla mano, difficilmente avrebbe sospettato qualcosa visto che urlava pure le formule magiche. Aveva trovato il metodo per fregarli tutti, per dimostrarsi ancora una volta un'eccellente combattente e sopratutto, una pavor su cui poter contare #credeteciproprio. Viveva una vita tranquilla Lienne, non rompeva le scatole al mondo e il mondo non gliele rompeva a lei, la sua filosofia era molto easy ma non veniva adottata praticamente da nessuno, nemmeno dalla sua cara sorellina che le stava davanti con aria attonita, sospettosa. «Non sono venuta per farti fare un giretto al parco giochi di Azkaban perciò sta tranquilla e leva la mano dal grilletto della pistola» le sussurrò quasi ridendo e portando le dita alla sommità del cappuccio, abbassandolo. Le aveva insegnato bene, era sangue del suo sangue dopo tutto, mai fidarsi di nessuno, mai perdere la concentrazione o il proprio obiettivo, peccato che la Hale conoscesse abbastanza la Beech da prevedere quasi le sue mosse se si trovava in determinate situazioni, la conosceva fin troppo e al contempo le era perfettamente estranea. Quella che lei ricordava era una Jaden che non simpatizzava per le provette da piccolo chimico o per la tavola degli elementi ,*acqua, fuoco, terra, aria e Will, questo gruppo vincerààà! Le super Witch!Ragazze ok! Non molleranno proprio mai! E tu paura più non avrai! Con le grandi Witch!* era semplicemente una ragazzina dalla mente brillante e dai capelli dorati in cui si ritrovava in tutto e per tutto. Chi aveva ora davanti Lia? Chi stringeva forte sperando che non fosse troppo tardi? Che le cose si potessero aggiustare? "Non dovresti neanche parlarmi, o sapere della mia esistenza." Ma si, dettagli. Tanto nessuno avrebbe mai potuto immaginare che le due bionde si conoscessero o fossero addirittura imparentate, cognomi diversi, vite diverse, passioni diverse. «Ma chi sei! Chi ti vuole! Chi ti conosce! Vade retro! Sta lontana da me donna!» esclamò ridendo divertita e prendendo in giro l'affermazione seria della sorella. Si preoccupava sempre troppo Jaden, doveva riuscire a vivere con più entusiasmo, con meno problemi, per questo le aveva dato appuntamento in quel luogo, per cercare di sapere come se la cavava senza di lei, ora che era tra la gente ricercata. I brutti periodi e le brutte situazioni erano pane quotidiano per Lienne, nel dubbio, lei ci spalmava sempre sopra un bel cucchiaio di burro e marmellata. Rimase a fissare la sorella per qualche istante mentre questa affermava d'essere sempre stata attenta e lasciava cadere la conversazione su un argomento che la bionda non voleva di certo affrontare "A te come sta andando invece? Riesci a... stare a lavoro? Nessuno l’ha scoperto, vero?" Un'occhiata allusiva, il volto della Hale si fece serio per qualche secondo, il suo sorriso si spense mentre portava lo sguardo a staccarsi dagli occhi zaffiro della ragazzina, si morse appena il labbro inferiore mentre faceva scivolare una mano sotto il braccio della biondina ed iniziavano a camminare, a braccetto, come avevano sempre fatto. Che avrebbe dovuto risponderle? Che andava bene? Che Crowley le voleva fare il culo? Che probabilmente era solo questione di tempo prima che anche lei venisse scoperta come tanti altri? Nah. Lia non era per il dramma melodrammatico, lo aveva sempre ritenuto una pratica artistica noiosa e snervante, preferiva di gran lunga il cinema. «Che ti devo di' sorellina, va bene! Riesco a stare al lavoro nonostante il sonno e le notti brave, nessuno ha scoperto che faccio la webcamgirl per un sito porno sta tranquilla!» concluse alzando leggermente le spalle ed ammiccandole divertita, raggirando la serietà nascosta in quella domanda ed i dubbi esistenziali che inevitabilmente poteva sollevare.
    Passo dopo passo, finirono con l'abbandonare l'inferius senza nemmeno accorgersene ed a quel punto, Lia decise di condurre la sorella in una specie di pub semi deserto, aveva bisogno di due cose, un bicchiere di Whiskey ed una fetta di torta. Solamente quando furono entrambe sedute e con davanti quell'ordinazione, Lia, con un colpo di polso, fece scivolare il piatto con la bellissima crostata alla frutta ricoperta di crema pasticcera davanti alla sorella «Se non sbaglio è la tua preferita no?» chiese afferrando il bicchiere e portandoselo alle labbra. Il liquido ambrato le raggiunse ben presto la gola , non aveva alcuna intenzione di ubriacarsi, doveva dare il buon esempio, però non poteva nemmeno pretendere d'entrare in un pub senza ordinare nulla di alcolico... sarebbe stato un sacrilegio, un affronto alla società moderna ed una sofferenza per lei che amava il gusto amaro dell'alcol sulla bocca. «Per te un succo di frutta eh! Uno di quelli multivitaminici!» esclamò ridendo ancora una volta e facendo segno al barista di portarle un'altro bicchiere. «Sta andando così Jaden, diciamo che è un periodo tranquillo, al lavoro va bene nessuno sospetta nulla. Non preoccuparti per me, non lo hai fatto nel momento in cui mi hai stravolto la vita. » si lasciò sfuggire mentre alzava un sopracciglio e la sua voce acquistava un briciolo di serietà, si trasformava in un sottile sibilo d'accusa, una frecciatina per ricordarle che non bastava chiederle se stava bene per risolvere tutto quanto. « So che quello che hai fatto ci ha permesso d'essere qui oggi, davanti a due bicchieri di Whiskey in un pub dimenticato da Dio ma faccio fatica a dimenticare e preferisco evitare l'argomento. » Quello fu l'unico attimo in cui Lienne perse completamente i suoi modi impertinenti, il suo ego, il suo sarcasmo, quelle parole facevano male, la costringevano a tornare indietro, a calcolare cosa sarebbe accaduto se gli Estremisti non l'avessero imprigionata o se Jade non fosse riuscita a far mutare la magia che le scorreva nelle vene. La defaiance durò poco, giusto un minuto, dopo di che la bionda svuotò il contenuto del bicchiere ed esclamò «Beh, allora sorellina come passi le giornate? Ti sei trovata un ragazzo figo, bello, attraente e simpatico pronto a farti compagnia nelle notti oscure?» La Beech non poteva certamente vantare d'avere la moralità di un medico senza frontiere ma era una gran bella giovane dagli occhi di ghiaccio ed insomma...si sa, agli uomini piacciono le bionde. vero gemes?
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    Jaden is a beech

    Fingete qui ci sia scritto qualcosa di molto profndo, non so, tipo il rapporto fra Jade e i suoi fratelli, o cosa ne pensa della marijuana #wat insomma, quelle cose fighe che mettete voi a inizio post ma che io #nope #whatarefeels #nonsoscrivere #ciaoitaliano #ciaotreno
    «Non sono venuta per farti fare un giretto al parco giochi di Azkaban perciò sta tranquilla e leva la mano dal grilletto della pistola»
    Jade roeteò gli occhi, sbuffando. «Non è per te, lo sai». Ma non ritirò le dita dal freddo del metallo, e non diede segno di volerlo fare. Amava Lienne, davvero, ma da qui a fiddarsi di lei o dei ratti del ministero per cui lavorava la strada era ancora lunga. Amava Lienne, ma non era sicura di conoscere la donna che era diventata dopo le esperienze nei laboratori. Era ancora la ragazzina che le faceva la cioccolata calda e poi ci metteva dentro i marshmallow? Che quando aveva piovavuto la notte di san Lorenzo le aveva appeso sul soffitto della camera le stesse foscorescenti, perdendo tempo per lei invece che uscire con gli amici?
    La guardò non esattamente felice mentre si toglieva il cappuccio, mostrando il suo bel visino ai passanti mentre una Jade ben più preoccupata pensava a come coprire di più il proprio. «Ma chi sei! Chi ti vuole! Chi ti conosce! Vade retro! Sta lontana da me donna!» «Sei un'idiota. Proprio un'ex tassofessa», le rispose senza riuscire a stare seria per più di qualche secondo.
    Jaden Beech e Lienne Hale non avevano niente in comune, a parte una parte di sangue e i capelli chiari. Anzi direttamente, Lia era diversa da entrambe le sue sorelline, forse si avvicinava di più a Sean... ma, cosa non indifferente, amava comunque i tre piccoli biondi che aveva praticamente cresciuto, e Jade le sarebbe stata per sempre grata per questo... nonostante ciò, non si poteva più dire che la stimasse come persona come accadeva una volta. Era cresciuta, Jade, e aveva imparato la differenza tra omicidio e sacrificio, tra volere e dovere; non credeva più nelle favole, e non accettava lo stile di vita della sorella. I mangiamorte non erano la risposta, e Jade non li avrebbe mai accetatti nella propria vita come era stata cresciuta a fare.
    Lienne la prese sottobraccio, trascinandola per strada nonostante Jade avrebbe preferito non farsi vedere con lei; due ragazze biondissime non passavano esattamente inosservato, e Jade non voleva che qualcuno la sapesse lì. Non aveva ancora preso bene la decisione di cosa fare della sua vita, se dichiararsi per provare a seguire ancora i potenziamenti degli esperimenti a Hogwarts e magari provare a sviluppare un proprio potere... per ora era soltanto la ragazza senza memoria con la faccia della bastarda che aveva ucciso più persone di quante gli piacesse ricordare.
    «Che ti devo di' sorellina, va bene! Riesco a stare al lavoro nonostante il sonno e le notti brave, nessuno ha scoperto che faccio la webcamgirl per un sito porno sta tranquilla!»
    Jade sbuffò una risata, roteando gli occhi evoltando un istante la testa a guardare il viso della sorella, per poi tornare a fissare la strada e i suoi abitanti viscidi e sospetti. «La prendi con troppa calma. Non è una vancaza... puoi rimetterci tutto»
    Lo aveva mormorato senza guardarla, con tono leggero. L'aveva già detto a Lienne più volte, ma non era sicura lei avesse capito a fondo: rimetterci tutto, voleva dire tutto. Un wizard che non si dichiarava passava guai non indifferenti, ed era questo il motivo per cui Jade aveva forzato la mano con Sean per farlo andare a Hogwarts. «Non fare cazzate Lia. Per mamma e papà, per Ego... Ego ha bisogno di una figura normale che la guidi.... per quanto poco tu possa esserlo»
    Avevano continuato a camminare fino ad un pub, al che Jade fece una smorfia. Ci sarebbe stata gente, e a lei non piaceva particolarmente. Perchè Lia doveva sempre essere così... Lia? La tassorosso della porta accanto che ama la vita e l'attività? La seguì all'interno, senza ascoltare le ordinazioni della sorella ma distratta a pensare alla propria vita, a quel nulla che stava combinando, a quel tutto che fino a un anno primo pensava di star facendo per il mondo. Voleva tornarci. Voleva i laboratori, voleva sentire l'odore sterile dell'ospedale, segnare i risultati dei test, sentirsi utile. Aveva fatto tante cazzate in quegli anni, lo sapeva, ma aveva anche lottato per quello che credeva giusto. L'Elijah che aveva conosciuto appena arrivata nei laboratori, il giovane affascinante e con un ideale come lei, le avrebbe dato ragione. L'Elijah che forse ora era morto, a causa sua, perchè quando il laboratorio era stato scoperto non era andato a salvarlo dalla sua prigione. L'Elijah che-
    «Se non sbaglio è la tua preferita no?»

    «Mh?»
    Jade si riscosse alzando lo sguardo, notando la crostata di frutta che la sorella le metteva davanti. «Ah». Sorrise. «Sì, mi piace». Quello che Lienne forse non ricordava, era che Jade amava tanto quel dolce non tanto per il sapore, quanto perchè la ricollegava ai compleanni di quand'era bambina, ai pasticci in cucina, alle ore passate con Lienne a provare a fare qualcosa di decente mentre dei piccoli Sean e Ego saltellavano in giro. "Buon compleanno Jaja"
    «Per te un succo di frutta eh! Uno di quelli multivitaminici!»

    «Andiamo, ho quasi diciannove anni. Pensi non abbia mai bevuto?»
    . Sollevò un sopracciglio divertita, ripiobata per un attimo nella normalità di due sorelle che vanno al bar insieme per passare il tempo, prima di ricordarsi che loro non erano quello, e finchè il governo restava in piedi non lo sarebbero mai state.
    Aspettò che il cameriere se ne andasse, poi si sporse verso Lienne quando questa riprese la parola. «Sta andando così Jaden, diciamo che è un periodo tranquillo, al lavoro va bene nessuno sospetta nulla. Non preoccuparti per me, non lo hai fatto nel momento in cui mi hai stravolto la vita»
    Jade sorrise. Jade sorrise, facendo la linguaccia, ed era questo che avrebbe visto Lienne... ma la biondina stava anche stringendo i dentri, per non ribattere, chiudendo le orecchie, per non sentire davvero quella fracciatina. Lienne giocava sporco, usando l'unica arma che avesse mai ferito Jade contro di lei, e giocava sporco nell'insinuare in un luogo pubblico che Jade non si fosse preoccupata per lei. Per quanto l'aveva cercata Jaden? Cosa aveva sacrificato per salvarla? Tutto. Per tirare fuori lei e Sean, non aveva neanche provato a lottare contro il governo per tenere in piedi il proprio mondo. Per salvare Lienne aveva sacrificato Elijah. Per salvare Lienne, avrebbe dato la vita. «So che quello che hai fatto ci ha permesso d'essere qui oggi, davanti a due bicchieri di Whiskey in un pub dimenticato da Dio, ma faccio fatica a dimenticare e preferisco evitare l'argomento»
    «L'hai trato fuori tu», mormorò. «Ma prego. Per averti salvato il culo»
    Jaden si allontanò nuovamente, distogliendo lo sguardo. Lei voleva parlarne. Voleva chiarire... e non capiva perchè Lienne non accettasse le sue ragioni, o come potesse continuare a lottare per un mondo che permetteva che le sue sorelle venissero torturate a sangue a scuola, o che cercava di estrometere suo fratello dalla loro vita perchè nato leggermente diverso.
    Imitò la sorella, buttando giù il bicchiere che il cameriere aveva portato (che non sembrava affatto succo alla frutta; o almeno, non solo), e cercando di non incazzarsi provò a tornare serena anche lei, come già Lienne aveva fatto. La Hale era tornata la frivola di sempre.
    «Beh, allora sorellina come passi le giornate? Ti sei trovata un ragazzo figo, bello, attraente e simpatico pronto a farti compagnia nelle notti oscure?»
    «Chissà perchè dai per scontato che debba essere un ragazzo». Jaden sollevò lesopracciglia guardandola, facendo l'occhiolino per poi finire in un solo sorso quello che rimaneva del whiskey. Voleva fare la lesbica simpi, ma in ogni caso il primo pensiero era andato a Elijah. Così, istintivamente, perchè vogliamo sempre quello che non possiamo avere. «Ma no. In realtà sto pensando di dichiararmi come wizard» La guardò di sottecchi. Cosa ne avrebbe pensato?
    - sorry dear, i'm allergic to bullsh*t - code yb ms. atelophobia
     
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