Mission

Lorean Logan

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  1. outlaw queen
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    IGOR EMELRICH SCHUSTER
    ❝IL VOSTRO DOLORE E' LA MIA FORZA❞
    Erano giorni di fuoco, nel contaminato mondo magico. Sì, contaminato, perché ormai era come se avere una particolare ascendenza non contasse più nulla. Far parte di un particolare gruppo non era più rilevante, ormai si erano formati due schieramenti, e per quanto una fazione fosse a capo e l'altra cercasse disperatamente di sopravvivere, erano entrambe a modo loro una forza. Ma una delle due, per un motivo molto semplice, era la sede dell'odio represso di Igor. Una delle due fazioni stava per sacrificare una ragazzina per riuscire a compiere qualcosa di losco, di illecito. E lui se l'era legata al dito. A nulla sarebbero valse delle scuse, oramai aveva un chiodo fisso, l'unica ragione che lo facesse ancora sentire un uomo migliore. La vendetta.
    Eppure, in quel preciso istante, essa era l'ultimo dei suoi pensieri. Igor Schuster non amava crogiolarsi nei suoi pensieri, preferiva far finta che non esistessero, soprattutto in presenza di altre persone. Persone che, se lui fosse stato in cerca d'aiuto, non avrebbero alzato un dito per difenderlo, aiutarlo. Avrebbero anzi fatto di tutto per deriderlo. Perché il mondo magico era fatto così... siamo dalla stessa parte, e siamo amici... sei dall'altra parte, sei il mio nemico. Ma se siamo amici non ti devo allo stesso modo nulla. Solo il rispetto, una delle caratteristiche fondanti della comunità. Igor l'aveva imparato a sue spese da sua nonna, quando gli bacchettava il collo ad ogni mancanza di rispetto. Aveva imparato a comportarsi, questo era poco ma sicuro,ma mai avrebbe piegato la testa di fronte a coloro che non avevano esitato a togliergli per un soffio la cosa più importante che avesse.
    Siamo pensierosi, amico
    A distoglierlo dai suoi pensieri era stata la voce di Barthemius. Ecco, lui era esattamente colui che si poteva definire un alleato. Un alleato che, tuttavia, bisognava tenersi buono. Era uno di quei Mangiamorte poco fastidiosi, in realtà anche un po' tonto alle volte. Ma bisognava prenderlo per il verso giusto, perché lui aveva dalla sua la maggior parte della Londra che contava. Bastava una sua parola, e chiunque si sarebbe potuto ritrovare sbattuto in una cella a subire atroci torture. Non importava che fosse un reato contro la categoria, ma contro di lui in prima persona. Quella sera, era accompagnato dal suo braccio destro, Joy, un pischelletto di ventitrè anni che stava subendo l'avviamento. E di certo, un avviamento con Barthemius era il migliore che si potesse auspicare. Girava voce che fosse già diventato un sanguinario malfattore, ma evidentemente il suo maestro voleva testarlo in prima persona.
    Il pub dove quella sera Igor aveva preso la sua birra era alquanto malfamato. Recava solo pochi segni di ricostruzione, ma nel complesso poteva essere definita una bettola. La sua sedia scricchiolava spesso e volentieri sotto il sedere, ma cercò di non pensarci. Molte delle altre erano sfondate, quella era la migliore che avesse trovato. I due mangiamorte erano appena entrati con l'intento di disturbare, probabilmente, ma Igor sapeva benissimo che c'era un altro motivo sotto ben più pregnante. Non che a Barthemius non piacesse scherzare, ma quella sera non era della sua solita aria... sembrava addirittura serio, quasi austero. E in effetti, la motivazione che portava i due lì era alquanto seria. Un incontro, per la precisione. Solitamente Igor amava agire da solo, questa era una sua prerogativa da quando sua sorella era stata usata in quel laboratorio. Ma la missione che i due avrebbero voluto proporgli necessitava ad ogni costo di una collaborazione. Era così importante? Non poteva saperlo, in quanto Barthemius e Joy ne sapevano esattamente quanto lui. Era un'altra la persona dalla quale avrebbero avuto informazioni, una persona che stava decisamente molto più in alto di loro.
    Dopo essere usciti dal bar, Barthemius cominciò il suo racconto. Durante il tragitto, informò i suoi due compari che era stato contattato da una talpa, il quale aveva recato con se un bigliettino con su scritto un appuntamento che si sarebbe svolto nientepopodimeno che al Ministero stesso. Erano anni che Igor non ci metteva piede. Di sicuro, suo nonno ci si sarebbe potuto destreggiare meglio. Lo aveva portato spesso con se sul posto di lavoro, ma non gli aveva mai spiegato nello specifico di cosa si trattasse. "Normale amministrazione", così aveva sempre detto. Camminava al loro fianco in silenzio, assimilando tutte le informazioni una alla volta. Colei che li stava cercando era una donna, ma non una donna qualunque... la moglie di Lestrange, uno dei più feroci e reietti Mangiamorte che potessero esserci sulla faccia della terra. Circolavano strane voci , su quella donna. Igor non l'aveva mai incontrata, sapeva soltanto che godeva di ottima fama tra le loro file. E dopotutto, con un marito che era il capo delle spie, cosa ci si sarebbe potuto aspettare se non una mente brillante e contorta? Altre voci informavano anche che fosse lei a gestire la sua famiglia, lei in prima persona ad essere "dai maschi pensieri". La curiosità di conoscerla aumentava sempre di più, ma non sapeva se prima o poi se ne sarebbe pentito o meno.
    Giunti finalmente al Ministero, percorsero un lungo vialone che li avrebbe condotti direttamente all'ufficio della donna. Igor si guardò intorno, vedendo lo sguardo che il giovane Joy rivolgeva tutt'attorno a se. Sembrava quasi gongolasse all'idea di conoscere finalmente una potenza suprema come la Lestrange. Fu però Barthemius a dare due colpi alla porta, per poi aprirla e infilare dentro la testa.
    Madame, possiamo entrare? domandò in maniera ineccepibile. Igor aspettava dietro di lui, le braccia allungate lungo i fianchi. Non vedeva l'ora di poter dare un volto a quella persona che conosceva praticamente solo di fama.

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    Lorean Logan
    ❝where there is a flame someone's bound to get burned❞
    Lorean avrebbe veramente lasciato che il mondo magico marcisse come meritava, certe volte avrebbe semplicemente voluto licenziarsi dal lavoro e darsi, forse alla famiglia pur di non dover vedere certe idiozie all’interno del ministero. Si presume che un mangiamorte, un pavor, sia in qualche modo una persona affidabile , seria, soprattutto se ha superato tutti i test in modo brillante. Ma no… ovviamente era richiedere troppo. Lasciò cadere lo sguardo sull’antico orologio a pendolo posizionato nell’angolo buio del suo ufficio, poi si alzò in piedi di scatto voltando le spalle alla scrivania e guardando fuori della finestra, erano appena passate le nove di sera, Londra , immersa nella luce crepuscolare del tramonto ormai estivo, cominciava a colorarsi con i led e le insegne pubblicitarie. Avrebbe sinceramente voluto trovarsi a casa in quel momento, oppure anche in ospedale, comunque fuori dalle mura governative ma purtroppo doveva sistemare i casini che i suoi colleghi commettevano. Scosse la testa socchiudendo le palpebre colorate da uno strato di ombretto ambrato, non avrebbe dovuto fidarsi di quell’incompetente si ripetè tra se mentre un amaro sorriso le si dipingeva sul volto ed il pensiero correva a tre giorni prima.
    “Devono catturare quell’uomo. Lo voglio rinchiuso nella sala torture finchè non si deciderà a parlare. Trovate qualcuno e portatelo qui.” Esclamò Ren con voce pacata mentre camminava con un’agenda di pelle nera stretta tra le mani, il suono dei tacchi accompagnò puntualmente le sue parole che vennero accolte con un semplice “Affiderò il caso a Barthemius signora Logan non si preoccupi.” Non sapeva chi fosse il mago appena menzionato dalla sua assistente ma sinceramente non ci diede molta importanza, l’unica cosa che contava era rintracciare il tizio che, secondo il suo modesto parere, aveva eliminato due pavor del ministero senza lasciare traccia e quindi o era un ribelle o comunque qualcuno con cui fare una bella chiacchierata. La sera stessa le era giunta notizia che l’obbiettivo era stato catturato e si trovava nella casa di questo Barthemius , lo avrebbe condotto al ministero la mattina dopo, un altro problema risolto e invece… Invece la mattina successiva, mentre lei era in riunione, il mangiamorte si presentò alla sua assistente solo, affermando che il mago era fuggito e che aveva perso ogni traccia. Ren riuscì a nascondere la collera dietro i suoi impenetrabili occhi scuri ed i movimenti eleganti ma sinceramente avrebbe voluto eliminare sul momento il responsabile di quel nuovo, piccolo fallimento che non le andava proprio giù.
    Era sempre stata una donna realista, da un pezzo non credeva più alle favole , al lieto fine, all’amore, alla felicità, il mondo la portava a credere piuttosto che gli esseri umani fossero in qualche modo, destinati all’estinzione o meglio, a disintegrare con le loro stesse mani il futuro. Lei avrebbe dovuto impedirlo, impedire che il ministero, che paragonava spesso ad un castello di carte, finisse con l’essere distrutto da un’improvvisa folata di vento. Raramente Lorean prendeva personalmente in mano un caso ma questa volta aveva il presentimento di essersi lasciata sfuggire qualcuno di molto più importante di un semplice ribelle , doveva ritrovare quel mago e punire chi se lo era lasciato sfuggire.
    Un rumore freddo di passi presto accompagnò un secco e rapido Toc toc e prima che lei stessa potesse dire “Avanti” la porta si socchiuse e una voce maschile chiese titubante “Madame, possiamo entrare?”
    Riaprì le palpebre con un ghigno sarcastico stampato in faccia , incorniciato dal rossetto rosso impeccabilmente applicato sulle labbra, “Dio” mormorò tra se e se… Senza voltarsi, con un cenno della mano ed un incantesimo non verbale spalancò la porta ed aspettò che i tre moschettieri entrassero prima di schioccare le dita e richiuderla con un colpo secco. Solamente allora si girò , osservò l’orologio e poi squadrò i tre individui che aveva davanti “Allora signori, chi di voi è Barthemius?” iniziò divertita poggiando entrambe le mani sul legno di mogano della scrivania, una volta che egli le si presentò quasi con una punta d’orgoglio nella voce , Ren non potè trattenere oltre un sorriso gelido ed incomprensibile che raffreddò l’intero clima della stanza. “Siete qui perché il vostro collega si è lasciato sfuggire un uomo, forse addirittura una spia ribelle. Ne ha perso le tracce da quasi tre giorni , dico bene?” disse con semplicità la donna mentre iniziava a camminare tranquillamente per la stanza, con noncuranza, mentre Barthemius cambiava colore e dal rossore dell’imbarazzo diventava pallido come la parete poco distante. Calò un silenzio tombale nello studio della Logan finchè lei stessa non ricominciò a parlare. “Fortunatamente sono riuscita a rintracciare il nostro obbiettivo, so per certo che si trova a Diagon Alley, in una casa del quartiere inferius.” Scandì ogni singola parola, con una calma tale da far venire i brividi a chiunque “Stasera ci recheremo lì. Lo voglio al ministero entro l’alba. Vivo. Altrimenti potrei rimpiazzarlo con uno di voi.” concluse infine rivolgendo a tutti e tre un altro sorriso sarcastico. “Ci vediamo nella piazza di Diagon Alley. Vi do dieci minuti.” Detto questo si smaterializzò con un colpo secco lasciando i tre uomini soli nella stanza.
    Un trench nero, i capelli raccolti, in tasca solamente la bacchetta ed il portafogli, Lorean si smaterializzò nella piccola cittadina magica e fece ben attenzione a non dare nell’occhio, si sedette sul bordo di una fontana di marmo e sbuffando aspettò che gli altri la raggiungessero. Ci volle più di qualche minuto ed ebbe il tempo di riordinare i pensieri e preparare una piccola strategia che le avrebbe garantito di catturare il mago, bagnò le dita della mano sinistra nell’acqua ricordandosi di Sher, strinse il pugno intorno all’anello verde scuotendo la testa, se non fosse accaduto , se Sher non fosse stata rapita dai ribelli forse ora sarebbero state li insieme o forse Riordan non lo avrebbe permesso. Infondo Ren non poteva lamentarsi della sua condizione anche se per sua figlia avrebbe tanto voluto un futuro diverso. Presto o tardi Sheridan sarebbe diventata l’obbiettivo di qualcuno e lei allora cosa avrebbe fatto?
    I tre finalmente comparsero con uno schiocco nella piazza principale , la donna si alzò e rapidamente li raggiunse quando fu affianco a loro sussurrò “Ci dividiamo, Barthemius e Joy voi andate a controllare i locali di Diagon Alley, non fatemi pentire di non avevi sbattuto in cella. Si , so i vostri nomi, non ho bisogno delle presentazioni. Schuster lei verrà con me.” Non disse altro e si incamminò verso un vicolo buio che si allontanava dalla piazza principale, non si fidava di nessuno di loro, tanto meno di questo Schuster ma tra i tre era quello che le sembrava più sveglio e meno idiota, sperava che riuscisse a tenere il passo e che non si facesse troppo notare dal resto del mondo… voleva evitare di farsi scoprire.
    Senza fiatare i due raggiunsero ben presto la piazzetta dell’inferius, illuminata da un singolo lampione dalla luce fioca e tremolante, Lorean infilò la mano nella tasca e strinse le dita sull’impugnatura della bacchetta chiedendosi cosa cavolo ci faceva li con un perfetto sconosciuto, lei che di solito lavorava da sola e che preferiva uccidere una persona piuttosto che darle fiducia. In quell’occasione però un aiuto era sicuramente comodo anche se poco gradito, la donna si guardò intorno nell’oscurità facendo cenno al suo accompagnatore di rimanere in silenzio ma l’unico rumore che si poteva percepire era quello del vento che faceva sbattere le imposte di quelle poche case ancora abitate.

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  3. outlaw queen
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    IGOR EMELRICH SCHUSTER
    ❝IL VOSTRO DOLORE E' LA MIA FORZA❞
    Descrivere ciò che stava accadendo non era cosa facile. Ma, in particolare, non era affatto cosa facile esprimere l'ineluttabile destino che li attendeva. Quello che stava unendo quei tre uomini, tutti accomunati da una stessa rivalsa. Quella di ottenere giustizia, di liberare il mondo magico dalla piaga terribile dei Ribelli. I Purosangue come loro erano sempre più in pericolo. Ogni giorno che trascorreva era un perenne giorno in più di ansia, martirio, flagellazione. Non erano più al sicuro, i loro figli men che meno. Ed era loro priorità proteggere le loro famiglie. In qualità di pater familias, era tutto sulle sue spalle. La cosa paradossale era appunto l'inesistenza, per quanto lui non ne sentisse la mancanza, di una famiglia propria. Era rimasto solo. Solo con se stesso e con le sue paranoie. Poteva contare solo su sua sorella, ma a dirla tutta, neanche lei aveva particolari forze per reggere quell'intera situazione. Dopo gli esperimenti ai quali era stata sottoposta era cambiata, e quel suo cambiamento così repentino aveva turbato il cuore del possente Schuster. Era come se si fosse allontanata da lui, quando l'unica ancora di salvezza per uscire da quello schifo era stata proprio suo fratello. Il suo allontanamento gli stava costando la salute. Era paradossale come quando qualcuno a cui si tiene si allontana, e inevitabilmente sei tu in prima persona a soffrirne. Affonda nel tuo petto, ti attraversa la carne fino a raggiungere il cuore. Lo scalfisce, lo lacera, e poi pretende di non averci nulla a che fare. Sebbene Igor non avesse un cuore tendenzialmente aperto, o degli atteggiamenti sinceramente affettivi, con sua sorella era sempre stato diverso. Con lei si era aperto. Era l'unica a conoscere la sua natura più insita, il suo essere dolce e allo stesso tempo tenace. Una qualità che non mostrava agli astanti, non ne aveva bisogno. Preferiva mantenere le caratteristiche dell'omone tutto d'un pezzo, sempre ligio al dovere e poco incline agli affetti. Era così che si faceva conoscere, e così sarebbe sempre stato. Anche in quell'occasione, nel momento stesso in cui la Logan aveva permesso loro l'ingresso nel suo studio. I due uomini che lo accompagnavano lo precedettero. Suo padre gli aveva sempre insegnato il rispetto, e dato che loro erano in una posizione superiore alla sua, era buon dovere farli passar per primi. Non avrebbe mai scordato certe signorilità, non in un luogo pubblico come il Ministero, nonostante fosse già giunta la tarda ora. Quando Barthemius e Joy si aprirono a ventaglio, e lui poté finalmente passare dopo aver adeguatamente richiuso la porta. Dopo essersi voltato, i suoi occhi incrociarono la figura femminile seduta dietro la scrivania. Era una donna adulta, cosa che aveva già pensato dopo aver appreso del suo matrimonio, ma non se la sarebbe affatto immaginata così. Aveva già pensato, nei film mentali che avevano adombrato la sua mente fino a quel momento, ad una donna dall'aspetto mediocre, che non avrebbe mai attirato la sua attenzione. Ma dopotutto, il fatto che fosse sposata con Lestrange avrebbe dovuto essere adeguata garanzia di una bellezza superiore. Non si faceva mancare niente, quel bastardo di un Mangiamorte. I suoi occhi continuarono a navigare sulla figura femminea, cogliendone ogni minimo particolare come era abituato a fare. Non riusciva a concentrarsi sull'ambiente circostante, per quel che ne sapeva poteva averli attirati lì al solo scopo di ucciderli uno ad uno per il solo piacere personale. Non smetteva un secondo di fissare il suo volto, il movimento delle sue mani, lo sguardo da aquila fiera e insormontabile che si spostava incessantemente dal vecchio Bathermius al più inesperto Joy. Era un bene che non guardasse lui, o non avrebbe saputo distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Grande cultore della figura femminile in tutte le sue sfaccettature, non poteva lasciarsi scappare una tale bellezza. Tuttavia, sapeva bene l'impossibilità d'approccio che aveva con lei. Era la moglie di Lestrange, e anche solo lanciarle uno sguardo avrebbe potuto farlo finire sulla ghigliottina, così restò sulle sue.
    Le accuse della ministeriale piombarono su Barthemius come un fulmine a ciel sereno. I suoi rimproveri, le sue minacce di allontanarlo per sempre lo avevano fatto impallidire. Persino il corredo crema di un matrimonio era più acceso rispetto al colorito che gli impregnava le guance in quel momento. Igor restò in silenzio, senza intromettersi in quel discorso. Nonostante provasse molto rispetto per lui, pensava anche egoisticamente a se stesso, al suo carattere superbo e orgoglioso. Sperava, segretamente, di poter assumere un posto di prestigio come il suo in futuro, cosicché tutti avrebbero potuto portargli lo stesso rispetto, non guardarlo negli occhi come lui faceva con Bart. Il rapporto amicale che li legava esulava dal loro rapporto lavorativo. Igor faceva parte delle sue schiere, e sapeva quanta fiducia riponesse. Se l'aveva portato con se quella sera, dopotutto, un motivo c'era. Ma farsi scappare un ostaggio facilità come era successo a lui era davvero degno di un lavoro mal fatto, che non poteva permettersi, non nella posizione in cui era. Il tono acceso, fervente, incazzato anche della donna gli fecero capire quanto quello sbaglio potesse costare a tutti loro. E per cosa, poi? Igor sapeva benissimo il motivo che lo aveva distolto dal controllare il suo ostaggio. Una serata in osteria, una bella donna che gli si era avvicinata, due bicchieri di whisky in più ed era finito direttamente nel suo letto. Per quel che potevano saperne, quella donna poteva essere d'accordo con la vittima, poteva aver fatto tutto ciò per aiutare il suo amico a fuggire. Ma a lui non era importato, e la leggerezza con cui aveva affrontato il tutto precedentemente mal si associava con il pallore che ora riempiva il suo volto. Dopo averli informati sull'attuale collocazione dell'uomo, diede loro appuntamento, lasciandoli soli nell'ufficio. Igor sospirò brevemente, voltandosi a guardare i due. Joy aveva le mani in tasca e camminava in tondo, guardandosi intorno con aria interessata. Probabilmente non aveva mai messo piede in un luogo di prestigio come quello.
    "Ci conviene sbrigarci prima che la megera mi riempia di insulti come poco fa" esalò Barthemius. Possibile che non si rendesse conto del suo sbaglio? Una tale mancanza avrebbe potuto costargli il posto, ma a lui sembrava non interessare. Era tutto incentrato su se stesso, da non rendersi conto dell'errore madornale che aveva fatto . Igor non disse una parola, nonostante il voler difendere la Logan era stato nei suoi primi pensieri dopo quella frase. Era più importante affrettarsi, o probabilmente non avrebbe avuto neanche più la lingua per parlare. Si smaterializzarono pochi attimi dopo anche loro, apparendo in una nuvola di fumo esattamente nel quartiere da lei indicato. Si guardò intorno, mentre la fresca aria gli invadeva il volto, bruciandogli di poco le gote e pizzicandogli la barbetta che gli ricopriva la mascella. Poco più in là, la donna li aspettava, ancor più infervorata di come l'aveva vista nel suo studio. La cosa doveva darle parecchio fastidio, dopotutto se era stata lei ad assoldare Barthemius, l'errore dell'uomo era ricaduto su di lei. Chiunque sarebbe stato furioso. Con il carattere furibondo che aveva, probabilmente il tedesco non gliel'avrebbe perdonata, anzi... avrebbe cercato una punizione adeguata da fargli scontare. Anche la mora, forse, ne aveva una... ma preferiva aspettare che la missione fosse conclusa. Questo fu il pensiero di Igor. Decise di dividerli... Joy e Barthemius sarebbero andati insieme, mentre Schuster sarebbe andato con lei. La cosa non poteva renderlo più felice di così. Discostarsi da coloro che al momento giudicava inetti e portare a termine il compito affiancando una donna, quale miglior cosa poteva accadergli quella notte? La fortuna, crudele amica, sembrava essere dalla sua quella sera. Piegò lievemente il volto in avanti verso di lei, in segno di rispetto e accettando quella decisione che aveva preso. Di sicuro, se l'aveva scelto, confidava nelle sue qualità e pensava che fosse il meno peggio tra i tre. Era già qualcosa. Oppure, voleva semplicemente controllarlo per accertarsi che obbedisse a tutti gli ordini. Le interpretazioni potevano essere molteplici, ma cessò di annegare nelle mille domande seguendola semplicemente. Attraversarono la strada senza remore, guardandosi intorno con aria circospetta e poco incline al dialogo. Non scambiarono alcuna parola, non era il caso probabilmente data la gravità della missione che dovevano portare a termine. Stando alle sue spalle, Igor poteva sentire l'odore fresco del suo profumo. Apriva le narici per poterne sentire sempre più, per lasciarsi invadere da quella eleganza ma allo stesso tempo compostezza. Una donna dal carattere maschile era decisamente più intrigante di una stupida oca che obbedisce a tutto quel che le si chiede. Dovette arrestarsi improvvisamente, fermandosi ad un passo da lei e scrutando l'oscurità con attenzione. Restò in silenzio, cercando di sensibilizzare gli occhi a quel buio illuminato solo da una luce, che manifestava tutta la sua inutilità. Poteva udire i loro respiri accelerati, in quell'assordante silenzio che li circondava. Poi, un improvviso scalpiccio ridestò i suoi sensi, mettendolo in allerta. Si faceva vicino, sempre più vicino, mentre loro restavano immobili dietro quel muro che aveva la capacità di nasconderli.
    «Lo sente?» domandò brevemente, cercando di parlare il meno possibile. Le sue labbra erano serrate, il suono era uscito fuori come un sibilo da esse, proprio per non attirare l'attenzione di un qualsivoglia visitatore. Il vento soffiò, spostando dal cemento della piazza alcune foglie, probabilmente cascate giù dall'albero. Poi, ancora più forte. Foglie che scricchiolavano sotto un paio di scarpe, ora poteva ascoltarlo meglio. Era più nitido. Allungò una mano fino alla base della bacchetta, stringendo il legno tra le dita, pronto ad estrarla se ce ne fosse stato bisogno. Notò che la Mangiamorte aveva fatto la stessa cosa con la sua, probabilmente fiutando un possibile pericolo a sua volta. «C'è qualcuno!» sussurrò al suo orecchio, sfiorandone la superficie con la punta delle labbra. Contrariamente a quel che si poteva pensare, in quel momento tutte le sue abilità seduttive erano l'ultimo dei suoi pensieri. Valoroso ed eroico com'era, avrebbe messo al primo posto la difesa della Logan, e per quanto fosse guerrigliero avrebbe preferito evitare uno scontro, in quel momento. Dopotutto, erano in territorio nemico, e in netta minoranza visto che non contava sull'aiuto di Barthemius e Joy. A proposito, ma dove diavolo erano finiti? Non potevano essere loro a creare quel rumore, solo due piedi calpestavano la superficie delle foglie secche, mentre loro erano in due e avrebbe udito i loro discorsi. Restarono in attesa, le orecchie ben tese per captare ogni minimo suono. Poi, un'ombra si stagliò nitida sul muro, illuminata dalla fioca luce. C'era qualcuno, ormai ne era certo.


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    Lorean Logan
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    Detestava lavorare con qualcuno alle spalle. Le metteva ansia. Soprattutto se quel qualcuno era un uomo che mai prima di allora aveva visto, non voleva farsi proteggere da quel principiante ne tanto meno proteggerlo. Se lo era portato dietro semplicemente perché se fossero stati coinvolti in uno scontro due bacchette sarebbero state sempre meglio di una. Mentre camminava silenziosa per il vicolo fu felice che Igor Schuster non le rivolgesse la parola, non aveva assolutamente voglia di parlare con lui, di cosa poi? Del fallimento esemplare di Barthemius? Della sua totale inadeguatezza e deficenza? No. Meglio starsene zitti ed ridurre la conversazione allo stretto indispensabile. Erano alla fine di uno dei tanti vicoli tetri che sbucavano nell'angusta piazzetta dell'inferius, si guardarono intorno qualche istante, Lorean non disprezzava quell'atmosfera fredda e surreale, se ne stava li in piedi con una tranquillità invidiabile, quasi come se quel posto fosse una spiaggia caraibica e non un luogo tutt'altro che rassicurante. La voce di Schuster fu la prima a farsi sentire dopo quasi dieci minuti di assoluto silenzio "lo sente?"
    La Logan annuì senza proferir parola, stringendo la bacchetta tra le dita, se quella spia era sfuggita a Barthemius doveva essere abile anche se ci voleva poco ad ingannare un povero idiota. Qualche secondo dopo si cominciò ad udire un netto rumore di passi, uno scalpitìo proveniente dall'imbocco di un altro vicolo poco distante. La cosa più strana era che non si notavano ne figure ne ombre muoversi nell'oscurità, questo voleva solamente dire una cosa. Sul volto di Ren si dipinse un sorrisetto appena accennato, sapeva a cosa stavano andando incontro ed in questi casi non era permesso distrarsi. "C'è qualcuno!" Ma dai... che grande scoperta. Alzò una mano facenno cenno a Igor di tapparsi quella maledetta bocca una volta per tutte, iniziò poi a squadrare l'oscurità con occhio vigile. All'apparenza sembrava che stesse fissando il vuoto più totale ma più di chiunque altro Ren sapeva che le spie giocavano dei brutti scherzi, dopotutto aveva imparato lei stessa molti "trucchetti" che eseguiva Riordan per far cadere in trappola le sue vittime. Non sapeva cosa passasse per la mente di Schuster ne tanto meno che idea si era fatto di lei ma effettivamente poco gliene importava, non vedeva l'ora che finisse quella caccia all'uomo per tornarsene finalmente a casa e sdraiarsi sul suo letto formato da tanti cuscini di piume.
    Un altro rumore, più acuto degli altri fece girare di scatto la donna, giusto in tempo per vedere un expelliarmus arrivare a tutta velocità. "Protego." un colpo di polso ben assestato, giusto una frazione di secondo e l'incantesimo rimbalzò sulla barriera magica appena creata dalla Logan che non arretrò di un passo e nemmeno si scomposte, sbuffò quasi sogghignando, la sua teoria era esatta. "Non le fermerò un altro colpo Schuster. Cerchi di velocizzarsi con quell'arma che stringe tra le dita." esclamò infastidita mentre non si voltava neppure per guardarlo , troppo concentrata ad osservare e rilevare la posizione del mago dissimulato.
    Sembrava scomparso nuovamente nel nulla, quella situazione cominciava a starle sui nervi, dove diavolo erano Barthemius e il suo compagno di disavventure? C'era sicuramente del lavoro da fare li ma di certo se erano andati a sbronzarsi da qualche parte lei non li avrebbe di certo aspettati. "Noi proseguiamo. E spero vivamente che Barthemius si faccia vivo altrimenti lo licenzio appena rimettiamo piede al ministero." commentò socchiudendo appena le palpebre.
    Riniziarono a camminare attraversando velocemente la piazzetta e prendendo un'altro vicoletto da dove sembrava esser provenito il colpo che Ren aveva parato. Intorno a loro l'oscurità più completa, "Lumos." esclamò mentre la punta della bacchetta di sambuco si illuminava di una luce fredda e chiara. Con un cenno della mano invitò Igor a fare lo stesso, almeno così avrebbero visto cosa c'era davanti ai loro nasi. Nella mente di Lorean si cominciò ad insinuare un'idea poco piacevole, prima il silenzio, poi quell'espelliarmus comparso dal nulla ed ora quel vicolo secondario che sembrava non volerli portare da nessuna parte. Si arrestò di colpo senza preavviso, l'uomo dietro di lei fu abbastanza comunque accorto da fermarsi prima di sbatterle contro, diede uno sguardo ad entrambi i lati delle case ormai diroccate, "Tenga gli occhi aperti Schuster. Questa situazione non mi piace affatto." ci doveva essere una trappola nei paraggi di questo ne era certa, buio, silenzio assoluto, l'incantesimo vagante, era uno schema tattico e forse sapeva anche di chi. Iniziarono nuovamente a camminare e Lorean si sentiva il fiato sul collo del suo collega da quanto le rimaneva vicino, scosse la testa chiedendosi perché il genere maschile doveva sempre essere pronto a proteggere le donne, lei si sapeva arrangiare non voleva aiuti. Non li aveva mai voluti. In quell'unico istante in cui abbassò la guardia accadde quel che aveva temuto. Il terreno sotto ai loro piedi svanì di colpo come se si fosse aperta una specie di botola, una sensazione assurda di vuoto pervase il corpo della donna e subito dopo i due precipitarono nel buio. La Logan imprecò tra se "Arresto Momentum!" urlò qualche secondo prima che si schiantassero sul pavimento, era secoli che non usava quell'incanto ma non nutriva dubbi sulle sue capacità ed infatti la caduta di arrestò e un attimo dopo atterrarono di colpo sbattendo la faccia a terra. "Maledizione." sibillò con i nervi a fior di pelle mentre si rimetteva in piedi. Qualche metro più in là c'erano i corpi di Barthemius e Joy privi di senso. Cosa altro avrebbe dovuto aspettarsi da quei due imbecilli? Respiravano ancora, il suo occhio medico le suggerì che erano semplicemente stati schiantati e colti di sorpresa. "Non preoccuparti per loro. Tu stai bene?" chiese fredda squadrandolo dall'alto in basso.
    Uno schiocco e davanti a loro comparirono due uomini uno con l maschera ed un'altro invece senza, Lorean non poté far a meno di sorridere mentre la sua voce prendeva un tono sarcastico "Eric da quanto tempo. Riordan avrebbe tanto voluto ucciderti di persona ma è già passato a miglior vita." Aveva indovinato di nuovo, non era la prima volta che incontrava quel traditore, avevano lavorato insieme per molti anni, era quasi arrivata a considerarlo un' amico. Da quando se ne era andato la Logan aveva ridotto ancora di più il cerchio delle persone fidate fino a farlo diventare inesistente, oh ma stavolta quell'uomo avrebbe pagato i suoi errori. "Occupati del suo amico. A lui ci penso io." sussurrò a Schuster ancora una volta senza guardarlo negli occhi mentre la sua espressione si faceva rigida e controllata, la bacchetta stretta nella mani destra, una saetta di luce ed il duello iniziò.
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    IGOR EMELRICH SCHUSTER
    ❝IL VOSTRO DOLORE E' LA MIA FORZA❞
    Non si era mai sentito così. Non aveva mai provato così tanta vergogna di fronte ad un avvenimento, ad un qualcosa che si stava sviluppando. In altre circostanze, avrebbe semplicemente risposto con un "e vabbé, me ne farò una ragione", ma quella volta era diverso. Quella volta, non vi era un suo compagno con cui condividere una ronda. Non vi era un fedele amico, con cui andare a sbevazzare e a farsi qualche risata. E chissà, forse anche a trovar qualcuna che potesse scaldargli le lenzuola.
    No, ora era diverso. Ora c'era una donna con lui. Una bella donna. Bella,ma dal carattere forte, combattivo. Non le solite sciacquette che si ritrovava per strada alle quali regalava qualche ora di piacere. Era una vera donna, che sapeva farsi valere, e alla quale sarebbe stato difficile mettere i piedi in testa per così dire. Era da molto tempo che Igor cercava donne del genere delle quali circondarsi, ma non era così facile trovarle. Era come cercare un ago in un pagliaio, e in quel momento quell'ago era costituito da un seno, un corpo formidabile, unito ad un cervello funzionante e anche molto sexy. Eh già,non era semplice trovar donne con una mente "calda",che ti facesse perder la testa. Solitamente, l'universo femminile conosciuto dall'uomo era formato da due tette rifatte, un corpo da urlo, ma un cervello da gallina. Non per offendere le galline, s'intende. Igor aveva preferito le strade facili, e non si era mai vergognato ad ammetterlo. Con amici, parenti, stuoli di persone. Con chiunque. La sua priorità era : "io voglio far sesso, tutte quelle che non sono interessate, girassero i tacchi". Un po' materiale come ragionamento, ma sostanzialmente era l'impostazione da lui prescelta. E quando gli offrivano da bere... oh, era proprio in quel momento che avevano conquistato il suo cuore. Ehm... non proprio il cuore... diciamo qualcos'altro. No, neanche il fegato. Decisamente più in basso. Ecco, facendo riferimento alla cintura, sarebbe tutto più chiaro. Aveva ragionato sempre con un sol muscolo, e questo era stato il suo limite più grande in ordine ascendente. Il suo vizio? Portar belle donne nelle camere da letto. Preferibilmente quelle altrui, così, tanto per aumentare il tasso di rischio. D'altronde, era un Mangiamorte. Era la sua fazione che creava le leggi, quale problema avrebbe potuto avere? Pochi, considerando tutte le volte che se l'era scampata. Una di queste aveva persino subito una Cruciatus senza fare un fiato... e lui si sarebbe dovuto preoccupare di una denuncia simile? No, assolutamente ridicolo.
    Ma tornando all'esemplare numero uno di femmina con coglioni conosciuta da Igor, ella se ne stava davanti, procedendo a passo spedito e indicando la strada con le proprie orme. Non che a Schuster desse fastidio averla davanti, oltre che di una splendida camminata si beava persino di una splendida vista, ma tralasciamo. Contrariamente al suo solito atteggiamento da balordo di periferia, da scavezzacollo, da interprete dei messaggi subliminali inviati dal sesso femminile... stava assumendo un modo di fare differente, quasi in netta contrapposizione con il suo carattere. Si stava comportando come un uomo fa con la sua donna... le stava controllando le spalle. Curioso quanto il suo lato maschile, iperprotettivo e attento, fosse uscito fuori senza sollecitazione alcuna. La verità era che la bellezza di quella donna lo aveva stregato, ma era meglio starci attenti più del solito. Non solo una volta una creatura felina come lei le aveva dato filo da torcere. Non voleva ripetere l'esperienza, non in quel momento che la sua vita aveva trovato un equilibrio, il qual punto cardine erano appunto le tante donzelle dal sapore zingaro. Insomma, i pensieri malati di lui furono brutalmente interrotti da un attacco. Un attacco che lui non captò, e questa cosa lo rese mille volte più sensibile e attento. Sentì un "Protego" scagliato con forza dalla bacchetta della Logan, che saettò in loro difesa come un cane fa col suo padrone attaccato da un branco di lupi. Era mai possibile aver sfiorato la tragedia senza alzare un dito? Era Igor Schuster, e con una bella donna davanti ci capiva ben poco. Era meglio sintonizzarsi di nuovo su quel canale, o di sicuro ne avrebbe pagato le conseguenze.
    «La autorizzo a mollare il colpo, madame Logan, se non dovessi essere così pronto.»
    Era difficile per Igor Emelrich Schuster ammettere di aver sbagliato. Probabilmente non l'avrebbe mai fatto, e difatti non si era scusato per il mancato proteggersi. Diciamo che, utilizzando una perifrasi, aveva espresso la sua negligenza momentanea, promettendo con un tacito accordo che nulla del genere si sarebbe più verificato. Magari sarebbe successo ancora, ma lui aveva sempre ragione, quindi poco male. Era così che andavano le cose, così che andava il mondo. E nessuno poteva farci nulla per cambiarlo. Dopo quel colpo mancato, aveva innalzato la propria attenzione, guardandosi attorno e tentando di captare ogni minimo rumore. In più, stava alle costole della ministeriale, quasi le alitava sul collo. Era come se volesse farsi perdonare per il mancato appoggio di poco prima, ma non l'avrebbe mai ammesso a parole. E se gli fosse stato chiesto, nessuna parola sarebbe uscita dalle sue labbra, se non un fiume di parolacce. E Barthemius? Dove era finito? E il suo fido scavezzacollo con l'animo di bimbo e la brama di imparare, che fine aveva fatto? Nessuno dei due lo sapeva, motivo per cui era meglio procedere a passo d'uomo e con i sensi all'erta per evitare un improvviso attacco.
    La risposta arrivò poco dopo. Si erano infrattati in un luogo angusto, silenzioso. Poco raccomandabile, oltretutto, ma erano alla ricerca di un fuggiasco e nulla li avrebbe risparmiati. Neanche una strada buia e stretta, neanche il silenzio più assordante. Aveva acceso la sua bacchetta con l'incantesimo Lumos, fiamme gialle si erano propagate nell'aria fino ad ottenere una luce fissa che illuminava il percorso antistante. Si era guardato intorno, dopo aver udito l'avvertimento della sua compagna. Aveva guardato in tutti gli angoli, sollevata la bacchetta fino ad illuminare ogni pertugio, ogni possibile nascondiglio. Gli sembrava di essere seguito, pedinato, osservato. Puntava la bacchetta in ogni angolo, muovendosi a scatti per prevenire un attacco. E fu così che qualcuno si mostrò. Due uomini, e la Logan doveva conoscere molto bene uno dei due per rivolgersi a lui in quella maniera. Fece come gli era stato detto, e sollevata la bacchetta lo puntò contro l'altro, senza smettere di fissare i suoi occhi. Sembrava quasi ci godesse a doversi battere con lui, ma non sapeva ancora con chi avesse a che fare.
    La lotta imperversava. Quello chiamato Eric fiammeggiava dalla sua bacchetta, cercava di difendersi dagli attacchi e poi rispondeva con forza sovrumana per sopprimere la donna. Igor si batteva con l'altro, che era sicuramente meno esperto ed era più facile rispondere ai suoi attacchi. Si abbassava, si rialzava, lanciava uno Stupeficium roteando il polso con maestria, come se nella vita non avesse mai fatto altro. Di tanto in tanto, si voltava, lanciando uno sguardo alla sua collega, che si stava battendo con la forza di un leone. Con un ultimo colpo, assestato nel punto giusto, il suo avversario era scivolato a terra accanto ai corpi privi di sensi di Barthemius e del suo amichetto. Non fece neanche in tempo a voltarsi che vide Eric, la bacchetta puntata, la Logan scivolata a terra. Non aveva capito bene come fosse successo, ma sapeva di avere solo un nano secondo per reagire. Lorean era a terra, che fissava il suo aggressore. Con odio represso? Una punta di rabbia? Forse tutto messo insieme. Credo proprio di sapere come andrà a finire. sentì sibilare dall'uomo, ma quando vide la sua bacchetta sollevarsi in direzione della mora, Igor reagì. Sollevò d'impulso la propria e gliela puntò contro.
    «Stupeficium!» urlò con forza, vedendolo volare al di là della Logan e cascare rovinosamente a terra con un tonfo. Ignorò momentaneamente gli occhi di lei, avrebbe avuto tempo per parlarle, chiederle come stava. Ora, la priorità era sistemare quell'uomo prima che potesse loro nuocere ancora. Schuster si avvicinò a grandi passi, puntandogli ancora una volta la punta della bacchetta addosso. Non v'era pietà nei suoi gesti, non un briciolo d'amor proprio. La parola DISTRUZIONE sembrava campeggiare sul suo petto a lettere fiammeggianti. «Incarceramus!» urlò ancora. I suoi occhi si dilatarono, vedendolo sollevato da funi robuste che lo stringevano. Sembrava quasi divertito da quel folle momento, dal suo volto sofferente mentre soffriva in silenzio. Tutto intorno a lui aveva perso interesse. I suoi occhi infuocati ammiravano solo il corpo che si contorceva, sollevato in aria, quasi fosse una mosca che tenta di liberarsi da una ragnatela. Alle sue spalle, il suo fedele galoppino si era appena sollevato, e stava marciando verso di lui stringendo la bacchetta in una morsa, aspettando il momento giusto per attaccarlo. La sua vendetta, però, era decisamente troppo importante in quel momento per pensare ad altro. Voleva farla pagare a quell'uomo che aveva osato vantare diritti sulla vita di Lorean Logan. Vendetta, sublime vendetta.


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  6. don't lie with Logan.
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    Lorean Logan
    ❝where there is a flame someone's bound to get burned❞
    Quattro anni prima
    "Sono io quella che dice le mosse da fare e prevede quelle del nemico. Ti farai ammazzare Eric." urlò la donna sbattendo i palmi delle mani sopra la scrivania ricolma di carte e mappe segnate in vari punti. Detestava chi non la stava a sentire soprattutto quando si trattava di strategie, era l'unica stratega su cui in quel momento il ministero poteva affidarsi ma a poco sarebbe servito se i pavor non la ascoltavano. L'uomo davanti a lei misurava a grandi passi la stanza, lo sguardo rivolto a pavimento, non aveva mai visto Eric così preoccupato, diceva cose senza senso e ragionava in modo strano, inusuale... aveva sempre avuto una mente brillante e la Logan non si era mai dovuta abbassare a rimproverarlo per la sua leggerezza. L'atteggiamento del mago in quei giorni era cambiato radicalmente senza un apparente motivo, forse perché finalmente erano alle costole di un gruppo di traditori che la donna non vedeva l'ora di sbattere ad Azkaban ma non poteva di certo perdere il lume della ragione, non ora che erano ad un passo dallo scoprire il nascondiglio di quelli inetti. "Eric. Ascoltami."esclamò la donna staccandosi dalla scrivania ed andando di fianco a lui ed in quel momento accade l'imprevedibile , lui la prese di forza attorno al collo con un braccio mentre con la mano le puntava un coltello all'altezza del ventre. "Cosa diavolo fai?!" gridò Lorean mentre cercava di liberarsi dalla stretta mortale. Non poteva credere alle parole dell'uomo che affermò di essere una spia da ormai molti mesi, di essere riuscito a giocare anche lei, una delle donne più potenti ed influenti dell'intero ministero. Voleva informazioni, informazioni strategiche e poi si sarebbe sbarazzato della Logan, peccato che nel suo piano non aveva tenuto conto di una cosa molto importante. Nell'ufficio della donna c'erano molti oggetti magici in grado di lanciare un allarme, bastava che lei riuscisse a sfiorarne uno, il più vicino era un fermacarte posato sull'angolo della scrivania e per arrivarci Lorean improvvisò. Si mosse di scatto riuscendo ad mettere al tappeto il suo aggressore che però di tutta risposta impiantò la lama del coltello nel suo ventre , un dolore atroce le tolse il respiro, ma prima di cadere rovinosamente sul pavimento, Ren riuscì ad raggiungere il fermacarte ed a attivare il sistema di sicurezza. Mentre lei perdeva conoscenza, Eric si dava alla fuga, due secondi dopo Riodarn piombò nella stanza di sua moglie e fu solo grazie al tempestivo intervento suo e dei medici che la Lestrange riuscì a sopravvivere.

    Dopo quattro anni, quattro anni finalmente Lorean aveva davanti il secondo uomo che avrebbe voluto fare letteralmente a pezzi dopo suo marito. Lo squadrò con una specie di ghigno dipinto sul volto, quanto aveva aspettato quel momento, quante volte aveva voluto trovarsi faccia a faccia con quel traditore con cui per anni aveva condiviso vittorie ed insuccessi, battaglie e perdite. Ucciderlo era per Ren prima di tutto una vendetta personale, poi una questione d'orgoglio e infine un dovere. Un colpo di bacchetta e ben presto i due iniziarono a duellare con una tale forza, che il rumore degli incanti rimbombava creando una specie di eco, Lorean combatteva sicura e non dava il minimo segno di cedimento, ogni tanto il suo sguardo cadeva su Schuster che sembrava aver la meglio sull'altro mago. Aveva dimenticato quanto Eric fosse forte nei duelli di magia , credeva di riuscire a disarmarlo con un paio di mosse ben calibrate ma si sbagliava, perché la velocità con cui l'uomo lanciava gli incanti le dava appena il tempo necessario per difendersi e fu dopo una decina circa di minuti che uno dei protego della Logan cedette. La donna fu scaraventata in aria e poi a terra da un everte statim , il suo corpò sbattè di peso sul pavimento di marmo e l'anello di David le si sfilò dal dito della mano cadendo tintinnando qualche metro più avanti. Stordita Ren imprecò tra sé , cercando di non far si che il dolore fisico potesse toglierle la lucidità e soprattutto la possibilitá di reagire. Eric le puntò la bacchetta a un centimetro dalla faccia mentre lei tentava di rialzarsi "Ti ricordi l'ultima volta che si siamo visti? Volevo delle informazioni e le voglio tutt'ora. Finiscila Ren di combattere tanto credo proprio di sapere come andrà a finire." la donna lo fulminò con lo sguardo nessuno si era mai permesso di chiamarla così, nemmeno Riordan, l'unico che le aveva attribuito quel soprannome era morto insieme al suo cuore quando aveva 18 anni. Rabbia, una rabbia paragonabile solo alle fiamme dell'inferno entrò in circolo nelle vene di lei in quel momento ma poteva fare ben poco se non riusciva a recuperare la bacchetta, mentre pensava a qualcosa per riuscire a ribaltare la situazione il suo aggressore venne scaraventato lontano da Igor che aveva assistito probabilmente alla scena ed aveva reagito. Notevole da parte sua, riuscì quasi a stupire la Logan che però ora non poteva perdere nemmeno un secondo, con uno sforzo si rialzò in piedi e raccolse da terra la bacchetta di sambuco, si voltò di scatto osservando come l'altro uomo messo al tappeto dal mangiamorte si fosse rialzato. "Igor! Dietro di te!" esclamò lei vedendo un lampo di luce attraversare il buio, una frazione di secondo e anche Schuster fu scaraventato con forza contro una finestra il cui vetro di disintegrò completamente precipitando atterra assieme all'uomo che probabilmente perse conoscenza perché non si mosse più. Era nuovamente sola, stanca, sfinita e incazzata, "Adesso basta! " urlò con i nervi a fior di pelle impugnando la bacchetta e portandola contro l'amichetto di Eric "Avada Kedavra!"
    Una saetta verde ed il mago stramazzò a terra senza vita, gli occhi persi nel vuoto e una smorfia di dolore dipinta sul volto. Inutile dire che Eric sbiancò, forse non credendo la Logan capace di arrivare a tanto ma mai sfidarla e farla incassare seriamente perché altrimenti quello sarebbe stato il risultato. Nuovamente pronta ad attaccare Ren sogghignando esclamò "Non avrai alcuna informazione da me. Preferirei morire piuttosto che dare in mano ad uno sporco traditore i segreti del governo!" il duello ricominciò tra rapidi colpi di bacchetta ma stavolta la mora cominciò ad avere la meglio, la difesa di Eric cominciava a cedere e lui a stremarsi, qualche altro incanto e Lorean lo avrebbe definitivamente finito così, da bravo codardo appena ne ebbe occasione si smaterializzò ansimando "Non è finita qui Lestrange."
    Oscurità. Silenzio. Ren si assicurò di essere veramente rimasta sola prima di abbassare la guardia e dirigersi a grandi passi verso Igor ancora a terra ma sembrava aver ripreso conoscenza. Scattò in lei la tipica personalità protettiva che manteneva con i pazienti al San Mungo dato che quell'uomo le aveva appena salvato la vita, si inginocchiò a terra affianco a lui che sembrava voler rimettersi in piedi. "Sta fermo." le ordinò lei con un tale tono che sarebbe stato meglio non contraddirla per alcun motivo. Fece roteare la bacchetta tra le dita lanciando un incantesimo di diagnosi e assicurandosi che Schuster non presentasse altri traumi a parte un taglio all'altezza della spalla che in poco più di un minuto riuscì a medicargli senza problemi. "Poteva ucciderti. Rifletti prima di agire maledizione." esclamò lei alzandosi in piedi e permettendogli di mettersi seduto con la schiena poggiata al muro mentre lei lanciava due reinnerva e svegliava i due belli addormentati. Quando ripresero entrambi conoscenza trovandosi Lorean infervorata davanti agli occhi non furono in grado di spiaccicare una sola parola , lei scosse la testa indifferente mentre veniva raggiunta da Igor che era nuovamente in piedi. "Abbiamo finito qui. Nel mio ufficio. Ora. " disse poi afferrando il braccio di Barthemius e smaterializzando tutti e quattro al ministero. Qualche secondo dopo erano nuovamente nell'elegante ufficio della Logan che stanca ordinò indicando Barthemius e Joy "Voi due. Fuori di qui." solamente quando lasciarono la stanza sbattendo la porta lei andò a sedersi dietro la scrivania abbastanza esausta, portandosi per qualche istante la mano destra alla testa parlò mantenendo un tono della voce più tranquillo "Schuster si sieda."
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  7. outlaw queen
         
     
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    IGOR EMELRICH SCHUSTER
    ❝i hope you die❞
    Il pericolo gravava. Era come sentirsi sempre vicini alla morte, senza toccarla mai direttamente. L'intuito li aveva spinti in quel posto, nello specifico quello della Logan. Gli avevano già riferito quanto fosse tremendamente testarda, quanto prendesse il suo lavoro molto sul serio, quanto desiderasse andar fino in fondo pur di raggiungere i suoi obiettivi. Se qualcuno gli avesse detto che avrebbe seguito un tal folle piano, non ci avrebbe creduto. Igor era un tipo molto pragmatico sì, questo era pur vero. Eppure, conosceva i suoi limiti, quanto fosse importante fermarsi e non attraversare un varco troppo difficile da raggiungere anche solo col pensiero. Si erano gettati in quella avventura come un uomo si getta da un aereo senza paracadute, alla cieca. Erano esposti a morte certa, ma Igor avrebbe servito ugualmente il potere. Avrebbe rispettato le proprie ideologie, senza trascendere nella follia. E, per qualche strano motivo, avrebbe anche messo a repentaglio la propria vita pur di salvaguardare la missione alla quale erano andati incontro. Curioso. Lo faceva semplicemente per la missione, o vi era qualcosa di molto più losco sotto? Non poteva saperlo. La sua mente contorta agiva da sola, senza chiedergli il permesso. Il suo istinto era simile a quello della Logan, anche se non l'avrebbe mai ammesso. Era un punto a suo sfavore, nella stragrande maggioranza dei casi. In quel momento, avrebbe preferito prendere tutto alla leggera, lasciarsi andare ad un'età più infantile e rintanarsi in qualche localaccio a bere del buon Whisky Incendiario, a ballare, e ad abbordare qualche bella vittima innocente. D'accordo, magari quest'ultima parte poteva anche cancellarsi, oppure diventare decisamente più interessante. Qualcuno avrebbe potuto rendere il tutto molto più interessante. La stessa donna che,in quel frangente,stava lasciando danzare l'estremità della sua bacchetta, lanciando incantesimi a destra e a manca per difendersi dagli attacchi dei suoi aggressori. La stessa donna che, in quel preciso momento, era seduta a terra, disarmata e inerme di fronte ad un uomo che le puntava contro la punta della propria bacchetta, ansioso di fargliela pagare per quella sua insubordinazione. Occhi negli occhi, era come se la Logan aspettasse solo di essere colpita. Come se stesse, tuttavia, architettando un piano geniale per togliersi da quella situazione decisamente scomoda. Igor l'aveva preceduta. Un giorno l'avrebbe ringraziato, o forse no, in quel momento a lui non importava granché. Era inquieto, non vedeva l'ora di fargliela pagare per averla disarmata. Di difendere il suo onore, reciso forse da quel colpo mal parato. Il suo incantesimo aveva colpito con forza il suo nemico, facendolo crollare a terra, ma il tutto non si concluse lì. Un avvertimento, un urlo di Lorean lo costrinsero a voltarsi. Non fece in tempo. Si era voltato troppo lentamente, non era riuscito ad alzar la guardia. Un incantesimo lo aveva colpito con forza, facendolo cadere a terra rovinosamente. Sbatté la testa contro qualcosa. Un masso? Non lo sapeva. Rimase inerme per del tempo, e questo non gli diede modo di dare una significativa mano. Rimase in un puro stato di incoscienza, senza possibilità di risollevarsi. Non riusciva neanche a chiedersi come ce la stesse riuscendo, come Lorean se la stesse cavando in quella situazione. Sperava almeno di aver creato un giusto diversivo, di averle permesso di riprendersi per poter continuare la battaglia. Non se lo sarebbe mai perdonato se avessero perso il vantaggio per colpa sua.
    Igor, dietro di te.
    Quella frase era stata strana, anche se pronunciata in un momento di puro pericolo. Lo aveva messo in guardia da un attacco, ma l'aveva fatto nel modo più strano. Per un secondo, erano quasi stati vicini. Come se fosse una sorta di ringraziamento, la Logan gli aveva dato del tu... lo aveva chiamato per nome. Non gli aveva rivolto le solite parole disgustate che aveva ricevuto da quando aveva messo piede nel suo ufficio, qualche ora prima. Era come se qualcosa fosse cambiato, quando Schuster aveva sollevato la bacchetta per difenderla e aiutarla. Quando rinvenne, la situazione era decisamente diversa da quella precedente. Intorno, non sentiva incantesimi. Non riusciva ad udire schianti, né frasi, né parole pronunciate a caso. Vi era un silenzio di tomba, decisamente inquietante se si rifletteva su quel che era stato poco fa, quel campo di battaglia. Avevano rischiato di esser colpiti diverse volte, e non da un semplice schiantesimo. Si erano difesi strenuamente, solo loro due. I due uomini che li avevano accompagnati in quella missione erano stati solo di peso, la loro assenza sarebbe stata migliore rispetto alla loro inerzia nel movimento. Gettò uno sguardo alle sue spalle. Uno dei due uomini era morto, non quello che si chiamava Eric, non di certo lui. Il suo compagno, con il quale Igor si era scontrato prima di perdere definitivamente i sensi. Ringraziò il cielo, uno dei morti non era dei loro. Dunque, vi era possibilità che la battaglia fosse stata vinta da loro. Eric doveva essersi scontrato con Lorean, ma quando si guardò ancora intorno, non lo vide.
    Provò ad alzarsi, ma qualcosa lo frenò. O meglio, qualcuno. La Logan era al suo fianco, decisamente stanca per la battaglia, ma sana e salva. Ed era quella la cosa più importante. Non sapeva se avesse riportato lesioni più o meno gravi, ma quel che era assicurato e che per lo meno si reggeva in piedi. Dal canto suo, aveva preferito farlo distendere nuovamente per assicurarsi che non ci fossero gravi problemi. Si sentiva confuso, ma dopotutto non sentiva niente di preoccupante nel proprio corpo, e niente di rotto soprattutto.
    «Sto bene... sto bene...» sussurrò in maniera impercettibile, sollevando brevemente solo il capo da terra per riuscire a guardarsi ancora intorno brevemente. Lo aiutò a sistemarsi con la schiena appoggiata al muro, e prese a curargli le ferite che aveva all'altezza della spalla. La sua espressione si contrasse solo brevemente, quel poco dolore che sentì lo avvertì all'altezza del muscolo non appena ebbe lanciato il suo incantesimo. Lo rimproverò con decisione, dicendogli di star attento la prossima volta, ma la risposta che ottenne fu solo un sorriso divertito. Non che volesse farla arrabbiare, ma era il suo modo di reagire ad una situazione poco imbarazzante. Si voltò, quel tanto per guardarla mentre gli incantesimi colpivano le zone lese, rimarginandole completamente. «E rinunciare a scoprire che sei una brava infermiera...? No, diciamo che è stato meglio così. » scherzò divertito, smorzando la tensione con un sorrisetto sghembo. Aveva capito che tipino fosse Lorean, e non l'avrebbe stuzzicata ancora per quel tempo che avrebbero passato lì. Poco più in là, vide i due risvegliarsi grazie ad un suo incantesimo. Si tirarono su a sedere, e più arrabbiata che mai Lorean intimò loro di raggiungerla nel suo ufficio. Poco prima di smaterializzarsi, Igor lanciò uno sguardo in terra, e qualcosa di luccicante attirò la sua attenzione facendolo restar fermo e immobile. Si piegò appena, e raccolse da terra quel che sembrava a tutti gli effetti un anello. Se lo rigirò tra le dita. Non poteva che essere di Lorean, era l'unica donna ad aver partecipato alla battaglia, e probabilmente ad aver messo un piede in quel posto dimenticato da Merlino. Poi, seguì i due nella materializzazione. Si ritrovarono nell'ufficio dal quale tutto era cominciato, quel nefasto giorno.
    Furiosa, li cacciò via. Era quello che si meritavano per non aver seguito gli ordini. Schuster non era oggetto di rabbia in quel momento, per cui si voltò semplicemente verso i due, che a testa china abbandonavano la stanza. Un sorrisetto soddisfatto gli attraversò il volto. Quello di cui aveva dubitato di più prima di combattere, era stato probabilmente colui che l'aveva stupita di più. Quando i due ebbero abbandonato l'ufficio, Igor si voltò verso di lei, vedendola ora seduta dietro la scrivania. Rimase immobile, anche quando lei gli chiese di sedersi, nello stesso modo formale in cui l'aveva accolto al suo primo arrivo lì dentro. Era strano come cambiasse atteggiamento in base al posto dove si trovava, o ancora, in base ai suoi sentimenti, puramente momentanei. Deglutì appena, poi con un sospiro tirò fuori dalla tasca l'anello, quello che aveva raccolto poco prima. Non rispose al suo invito, e non disse niente riferendosi al fatto di doversi sedere. Allungò semplicemente il braccio, fino a raggiungere la mano di lei, quella appoggiata sulla scrivania. Sfiorò impercettibilmente le sue dita, e con un lieve sospiro appoggiò l'anello esattamente accanto al suo dito, abbandonato sulla superficie.
    «Questo deve essere suo.» disse semplicemente, allontanando subito dopo la mano e giungendola dietro la schiena insieme all'altra, senza muovere più un muscolo. Era già abbastanza difficile restar lì, davanti a quella donna, con mille domande nella mente. Come, per esempio, il doverla ringraziare per avergli salvato la vita. Non era semplice, dato che non l'aveva mai fatto in vita sua. Avrebbe cominciato in quel momento? Restò semplicemente a guardarla, in attesa di una mossa da parte sua.


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  8. don't lie with Logan.
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    Lorean Logan
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    Smaterializzato. Eric era riuscito a sfuggirle ancora una volta, aveva preferito voltarle le spalle e fuggire come aveva già fatto in precedenza. Un codardo. Un codardo come pochi che meritava di morire per tutti i problemi che le aveva causato nel corso del tempo e pensare che Barthemius lo aveva in pugno. Maledizione. Avrebbe severamente punito la sua incompetenza ma non ora perché probabilmente, accecata com'era dalla rabbia, lo avrebbe strangolato senza esitare un secondo. Joy non aveva colpe se non quella di essere un emerito incompetente, un inutile animaletto da compagnia senza alcuno scopo, quei due idioti si erano lasciati giocare dalla strategia di Eric con una facilità vergognosa. Lorean non avrebbe nemmeno perso tempo a fare rapporto, non appena rimesso piede al ministero li avrebbe licenziati di persona.
    Quasi correndo la donna ispezionò il luogo prima di abbassare la guardia e recarsi invece da Schuster, quel mago l'aveva colta di sorpresa con il suo atteggiamento, aveva cercato di aiutarla non appena Eric le aveva puntato la bacchetta contro, era stato impulsivo, la sua sicuramente non poteva classificarsi come una mossa strategica dato che aveva voltato le spalle al suo nemico dandogli occasione di colpirlo e metterlo fuori combattimento ma aveva dato la possibilità a lei di rimettersi in gioco. Nessuno da ormai molti anni si era comportato così nei confronti di Ren, nemmeno Riordan, solo David ed il risultato era stato tutt'altro che soddisfacente. Il suo corpo ora giaceva in una tomba, tomba sulla quale la Logan aveva giurato di non legarsi mai più a quel sentimento distruttivo che aveva rovinato completamente la sua vita. L'amore. Era stato difficile, troppo difficile chiudere il suo cuore ai sentimenti per convivere con Lestrange e quando ci era finalmente riuscita, una bimba dai lunghi capelli castani e dagli occhi azzurro ghiaccio era nuovamente riuscita a far breccia nel suo cuore e a conquistare il suo affetto, sua figlia. Sheridan. Davanti a lei non mostrò mai il suo lato materno, aveva paura Ren di legarsi così esplicitamente a una persona, ne temeva le conseguenze , non voleva vedere Sher scaraventata a terra da un lampo verde, con gli occhi persi nel vuoto e l'espressione assente, non avrebbe retto a veder morire anche lei perché nonostante tutto Lorean era sempre sua madre, l'aveva sempre tenuta d'occhio, sempre protetta, l'aveva salvata, l'aveva curata ed ora la teneva lontano solamente per proteggerla. Questa convinzione permetteva alla Logan di vivere senza rimpianti, senza preoccuparsi ogni cinque secondi di quel che sarebbe potuto accadere in futuro.
    Inginocchiata accanto all'uomo la donna pensava che infondo quell'urlo che involontariamente gli aveva lanciato avvertendolo di guardarsi le spalle era a tutti gli effetti una specie di ringraziamento assieme alle cure che ora gli stava fornendo, non era di certo il tipo di donna che si inchina agli atti eroici compiuti dai maghi ma riconosceva a Schuster il gesto che aveva compiuto, seppur inutile perché in qualche modo lei se la sarebbe cavata ugualmente. (#sorrynotsorry infondo è una Logan u.u)
    L'uomo steso davanti a lei sembrava confuso ma tutto sommato stava bene, si riprese ben presto dal colpo rispondendo al suo rimprovero con una specie di battuta sarcastica "E rinunciare a scoprire che sei una brava infermiera...? No, diciamo che è stato meglio così." La provocava apertamente, a questo la Logan non era di certo abituata, nessuno mai in tutto il ministero si era permesso di scherzare con lei , lo fissò inarcando appena le labbra rosse in un sorrisetto malevolo "Non si prenda gioco di me Schuster." mormorò seria ma allo stesso tempo leggermente divertita finendo di medicargli la ferita, il taglio non era poi così profondo ma si trattava sempre di una lacerazione piuttosto seria. "È meglio se passa al San mungo prima di tornarsene a casa." concluse lei alzandosi e dirigendosi verso gli altri due idioti ancora svenuti, anche lei la mattina dopo sarebbe stata di turno in ospedale, magari lo avrebbe incrociato e avrebbe dovuto trattenersi dal ridere. Lanciò un reinnerva su entrambi gli uomini ai suoi piedi e appena furono tutti e tre di nuovo di fronte a lei si smaterializzarono nel suo ufficio.
    Ormai era l'alba, non sarebbe riuscita nemmeno a tornare a casa, il suo turno iniziava alle cinque e terminava solamente alle due del pomeriggio, Ren andò a sedersi dietro alla scrivania di mogano con espressione stanca, doveva fare ancora una cosa. Prima che barthemius e joy chiedessero la porta alle loro spalle e se ne andassero dal suo ufficio lei parlò di nuovo con autocontrollo ed un briciolo di rabbia "Siete licenziati. Se vi vedo di nuovo mettere piede al ministero non mi limiterò più solo alle belle parole. " I due la guardarono senza nemmeno fiatare e senza aggiungere altro chiusero la porta di colpo.
    Ora nella stanza erano rimasti solamente lei ed Igor, il perché non lo aveva cacciato le sfuggiva ma si sentiva un Po in debito con quell'uomo che, con il suo gesto, si era guadagnato un velo di rispetto. Quando Schuster si avvicinò alla sua scrivania la sorprese il fatto che non si sedette ma che invece le sfiorò le dita della mano posando accanto ad esse un oggetto. Il cuore di lei in quel momento perse un battito, la sua espressione mutò velocemente, come se fosse stata scossa da qualcosa, come se avesse visto un fantasma. Il suo anello. Come diavolo aveva fatto a perderlo e non accorgersene? In tanti anni non le si era mai sfilato dal dito era sempre rimasto lì, legato a lei, un ancòra che le manteneva vivo il ricordo del passato, il perché era diventata Lorean Logan in tutto e per tutto. Lo aveva perso, come se il destino avesse tentato di suggerirle di dimenticare quel che era stato, di lasciare che il dolore si trasformasse in ricordo e non in una specie di arma. Ancora sconcertata dal fatto che Igor avesse trovato e poi restituito quel gioiello non riuscì a trovare le parole per rimproverarlo a dovere per essersi messo in mezzo tra lei e Eric. La donna rimase in silenzio per qualche istante prima di rinfilarsi l'anello al dito e portare la mano alla testa, piegando il gomito e poggiandiandola lì, non riusciva ancora a crederci. Lanciò uno sguardo all'orologio, le cinque meno venti, doveva andarsene e alla svelta la dott.ssa Azura Blanchard era una maniaca della puntualità. "Se ne vada Schuster. Riceverà un rapporto dettagliato sull'accaduto domani in giornata. Voglio trovarla qui alle 18.00 in punto. Chiaro?" esclamò infine Ren riassumendo la sua solita aria autoritaria, non aveva tempo per pensare alle eventualità, ai perché dell'universo , ora doveva recarsi al lavoro, bere un caffè e fare finta di aver dormito 12 ore piene quella notte. Aspettò che Igor lasciasse il suo ufficio, dopodiché anche lei uscì dal ministero, attraversò le vie di Londra illuminata dai primi raggi dell'alba, sì trasformò in un vicolo assicurandosi di non essere vista da nessuno e poi varcò le porte del San Mungo infilandosi il camice bianco e dando il buon giorno alla segretaria e a qualche guaritore che incontrò per i corridoi. La bacchetta infilata in tasca, le cartelle cliniche dei pazienti sotto un braccio e quell'anello nuovamente legato al dito della sua mano, quella notte aveva fallito il suo obiettivo ma non avrebbe perso le tracce di Eric, non stavolta, lo avrebbe trovato e avrebbe messo la parola fine a quella storia, da sola, come aveva sempre fatto.
    bitchplease35annistrategamangiamortepensieve
    ©#epicwin

     
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