Let's socialize

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    ravenboy

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    Rusell Cooper
    ❝The more people I saw, the more alone I felt❞
    - Si perché mio padre mi ha promesso che mi porterà a Parigi l'anno prossimo, dicono che lì bla bla bla - Il braccio appoggiato su un tavolino instabile, la mano tesa e la testa accasciata comodamente su di essa facevano ben intendere il livello di interesse di Russell Cooper per quella discussione. La ragazza che si trovava di fronte, Brumalda, Brumilda, Bruqualcosa, blaterava da circa un'ora di quanto suo padre, e per proprietà commutativa lei, fosse ricco e potente. Nel mentre Russ trangugiava qualche patatina che una cameriera svogliata gli aveva portato. La noia lo aveva spinto a cercare compagnia in qualche bella donzella della sua casata, così da stemperare la monotonia dei giorni ad Hogwarts. Non amava particolarmente socializzare, ma aveva sentito dire che Bruqualcosa, fosse stata per molto tempo nel mondo dei babbani, così come Russ. Il corvonero sperava di trovare in quella ragazza qualcosa che avviasse una buona amicizia e ,chissà, magari anche una relazione. In fondo anche Russell era un ragazzo come tutti gli altri e,per quanto odiasse ammetterlo, desiderava vivere come i suoi coetanei qualcosa che si avvicinasse alle sensazione che tutti i poeti sin dall'alba dei tempi chiamavano "amore". Certo non sperava di trovarlo in Bruqualcosa, ma perlomeno credeva che la ragazza fosse come lui interessata alla cultura babbana, ai libri, alla chimica, alle serie tv trash che Russ cominciava a prendere l'abitudine di guardare. E invece no, del mondo babbano quella ragazza conosceva soltanto le scarpe firmate, gli inciuci delle varie star e altre cose che sul corvonero avevano un effetto blandamente soporifero. Mentre le labbra della giovane ragazza si muovevano, Russ si guardava intorno senza prestare la minima attenzione all'interlocutrice. Scrutava il bancone, le cameriere, il barista, e anche le persone losche sedute nei tavoli più remoti del locale. Ad intervalli periodici di 2 minuti si infilava una patatina in bocca, sperando che il rumore della masticazione coprisse la voce stridula e irritante di Bruqualcosa. Alla fine, preso dallo sfinimento, accasciò la mano sul tavolinetto in legno e cominciò a fissare i suoi occhi blu sull'interlocutrice. Questa si zittì di colpo e arrossì, abbassando lo sguardo. Se Russ avesse saputo prima che bastava così poco per zittirla l'avrebbe fatto prima. Ora era calato un silenzio piuttosto imbarazzante. Il corvonero trangugiò l'ultima patatina rimasta e sollevò il braccio per chiamare il cameriere, ma prima che potesse farlo sentì la mano calda di Bruqualcosa sulla sua. La sua voce, già normalmente fastidiosa, era resa più acuta dall'emozione. -Senti Russ, mi è piaciuta molto questa chiacchierata, ti andrebbe di incontrarci anche domani?- . Il corvonero la guardò attentamente, non sapeva esattamente cosa dire - Chiacchierata? Non si definisce chiacchierata una discussione in cui sono coinvolti due o più esseri umani? Non mi sembra di aver mai aperto bocca- Bruqualcosa spalancò la cavità analeorale in segno di stupore, sgranò gli occhi, ritirò la mano, e per concludere prese con uno strattone la borsa che aveva abbandonato sullo schienale della sedia. Durante tutto il procedimento mantenne quell'espressione grottesca di disappunto. Per tutta risposta l'espressione di Russell mutò in qualcosa che doveva sembrare uno -Scusa-, ma niente riuscì a placare la ragazza, che uscì biascicando qualche maledizione contro Russ. La prima cosa che gli venne in mente fu -E adesso chi paga?-. In effetti, dopo tutte quelle storie sulla sua agiata condizione sociale, il ragazzo era convinto che Bruqualcosa avrebbe pagato il conto al posto suo, da vera gentildonna. Ora i suoi piani erano sfumati. Con sguardo mesto osservò i pochi denari rimastigli nel portafoglio e poi il barista, che lo guardava in maniera moto creepy. Russell gli fece un gesto che voleva significare -Metti tutto sul mio conto-. Inforcò il suo giubbotto consunto e si diresse verso l'uscita, quando vide quello che sembrava un annuncio. Ripetizioni di chimica ed informatica. Per informazioni contattarmi al numero blablabla o inviare un gufo al luogo indicato. Quella era la sua occasione. Poteva finalmente conoscere qualcuno che non pensasse che la cultura babbana era robba per idioti o per la camera delle torture. Uscì dal locale con passo incerto, sperando di non incontrare Bruqualcosa, poi si diresse verso la guferia più vicina. Una volta giunto in quello che sembrava un alto bastione di roccia pieno di barbagianni e volatili poco rassicuranti Russell ne scelse uno e legò alla sua zampa la sua finta richiesta di ripetizioni. Con quali soldi avrebbe pagato era ancora un mistero, magari sarebbe bastata la sua brillante simpatia (?). Dati due buffetti al barbagianni si affacciò ad una delle strette finestre della struttura e fece volare l'uccello verso la sua destinazione. Let's socialize


    sheet 18 Metamorfomagus Ravenclaw Neutrale pensieve
    ©#epicwin

     
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    Bells spinse il labbro inferiore all’infuori, sollevando – ma neanche di troppo – lo sguardo verso il biondino di fronte a loro. Al fianco di Jeremy Milkobitch, le braccia incrociate sul petto, sbuffò l’aria a denti stretti arcuando entrambe le sopracciglia. Fu il Tassorosso a rompere l’imbarazzato (ma più che imbarazzato, sarebbe stato più corretto dire confuso) silenzio, ponendo la domanda che frullava nella testa della Dallaire da un pezzo: «perché lui è con noi?» Quel che Bells non aveva previsto, era che fosse Jeremy a fare quella domanda. Corrugò le sopracciglia lanciandogli un’occhiata di sottecchi, un angolo della bocca curvato appena verso il basso. «pensavo fosse amico tuo?» replicò con una domanda, facendo scivolare gli occhi chiari sull’altro ragazzo. «non lo conosco?» Qualcosa non andava. Erano già fatti come cocchi? Prima di recarsi ad Hogsmeade, non ricordava di aver fumato; in realtà, non ricordava neanche perché fossero ad Hogsmeade, o dove fossero Oscar ed Arci.
    Il che significava che, probabilmente, l’avevano fatto.
    «perché sei con noi?» chiese al biondino, studiandolo dalla punta dei piedi a quella dei capelli color grano. Non aveva un’aria familiare, e non ricordava di averlo mai visto in vita sua – non che significasse qualcosa, considerando che fino a poco tempo prima non aveva mai visto nessuno, in vita sua. ihih «volevo degli amici» ah, okay. Qualcuno avrebbe potuto interrogarsi sulla risposta del ragazzo, domandarsi se fosse o meno ironico – se facesse parte di uno spionaggio industriale indetto dalle squadre avversarie #triggered – e, in caso fosse stato sincero, prenderlo per il culo.
    Non Arabells Dallaire, che si limitò a scambiare una rapida occhiata con Jeremy ed a stringersi nelle spalle. «okay» cit Eminem. Non offrì alcuna presentazione in merito a se stessa o a Jeremy, né chiese al Biondo di farlo: amava il brivido.
    Si guardò attorno nel locale, notando – neanche troppo tristemente – che fosse pieno. Morse il labbro superiore, individuando infine un posto perfetto, ma tristemente (per lui) già occupato. Senza attendere i propri compagni di squad, Bells percorse l’interno dei Tre Manici fino a trovarsi dirimpetto al giovanotto, che da vicino riconobbe come un compagno di casata.
    Un compagno di casata che non giocava a Quidditch: aveva perso ogni simpatia in partenza. «è occupato» asserì, tamburellando sul legno ed indicandogli con un cenno del capo l’entrata, prendendo tranquillamente posto di fronte a lui. Dopo qualche secondo di diffusa mal interpretazione di Russell Cooper dell’invito della Dallaire, Bells corrugò le sopracciglia mostrandogli più efficacemente, con ambedue le mani, la porta – difficile fraintenderla. «ho detto che è occupato. vai ad essere triste e solo da qualche altra parte» sorrise gentile, malgrado il tono non lasciasse intendere una peculiare bontà d’animo. Beh? Aveva quindici anni ed era già il capitano della squadra di Quidditch dei blu bronzo, credevate davvero potesse perdonare ad un concasato di non aver fatto i provini per entrare in squadra?
    Era pur sempre Arabells Dallaire, mon dieu. «ordiniamo anche per gli altri?» domandò al Milkobitch, malgrado non fosse certa che li avessero invitati a quella piccola gita. L’avevano fatto?. Piegò poi le labbra in un sorriso più onesto ed affascinante, l’intenso sguardo dal doppio colore puntato al Cata ad Honorem Per Un Giorno: «CI OFFRI DA BERE?» i’m asking, but also telling.
    # no one is safe
    15 y.o. | quidditch captain
    06.04.2015
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    lies
    bells dallaire


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    Eh. La vita ci ha condotto qui per qualche mistico motivo, in un altro tempo dove Amos faceva finta di fare il giovane e di uscire di sera. Era un modo come un altro per vedere delle facce diverse che non fossero quella di sua sorella e del suo circo ambulante, e disintossicarsi dalla candeggina che usava per pulire il pavimento. Ecco che quindi, come una Cenerentola qualunque, non la sera ne approfittava per scappare di casa per andare a vedere il suo Principe Azzurro. Questo, se effettivamente avesse avuto un’amante o degli amici. Non capiva come mai, ma l’intera popolazione degli special teneva a evitarlo come la peste quando cercava di socializzare a lezione, e non capiva se fosse per il suo cognome o perché magari non si lavava.
    Era per questo che preferiva girare per la città alla ricerca di qualche passatempo che smorzasse la monotonia a cui era solito; avrebbe potuto attaccarsi a internet come tutti i giovani, ma a dire la verità non aveva idea di cosa fare. Cercare qualche porno? Vedere video su Temple Run? Non capiva l’hype, per lui una delle cose che lo rendeva felice era sapere che non sarebbe stato torturato l’ora successiva. Aveva passato fin troppi anni nei laboratori per pensare di godersi l’adolescenza come chiunque altro, e l’unica cosa che gli rimaneva era cercare di adattarsi. Più facile a dirsi che a farsi, avrebbe davvero avuto bisogno di un guru che lo indirizzasse nella vita.
    Beh, per adesso aveva se stesso. Ossia la peggior guida che potesse chiedere.
    Stanco di vagare per la strada, l’Hamilton decise di prendere qualcosa da bere dato che erano ore che mancava di casa. Si avvicinò all’entrata di un locale, accodandosi a due ragazzini. Forse si avvicinò un po’ troppo, perché dopo qualche momento si voltarono verso di lui confusi.
    Ecco, ora lo menavano.
    «perché lui è con noi?»
    «non lo so, pensavo fosse amico tuo?»
    «non lo conosco?»
    «perché sei con noi?»
    «volevo degli amici» una risposta del tutto onesta, anche se probabilmente inquietante. I due ragazzi si guardarono per poi annuire, e con un cenno del capo lo invitarono ed entrare insieme a loro. Bene, almeno non l’avevano riempito di botte.
    Sembravano persino simpatici? Anche se non avrebbe voluto azzardare troppo.
    Il trio si avvicinò a un cafone qualunque, e dato che c’erano così tanti tavoli liberi vicino a loro decisero di importunare proprio Mela Fuji. «era un vostro amico?» chiese tanto per fare conversazione, mentre aspettavano che arrivasse un cameriere per prendere i loro ordini. Chissà se aveva dei soldi nel portafoglio. Merda.
    # no one is safe
    photokinesis | neutral
    mhh whatcha say
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    amos
    hamilton


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    Era una bellissima giornata, e le rondini i piccioni volavano oltre i sogni nel cielo azzurro di quel bel paesino. Il paesino era bellissimo. Jeremy Milkobitch si soffermò, meditabondo, ad osservare il volo psichedelico dei volatili - perché davvero, non scherzavo (né il ragazzo era fatto, stavolta: sì lo so, assurdo.); doveva esserci qualcosa di mistico che mettevano nei mangimi dei piccioni in quel di Hogsmeade, ed il tassorosso era abbastanza convinto che ci fosse lo zampino del Pidgeon Master (una figura leggendaria, e che appariva in molti racconti per bambini della generazione zeta: si narrava apparisse sotto la forma di un ventiseienne con l’anima di ultracentenario – forse un alchimista!, ipotizzavano i più – in una nuvola di piume, e che ogni suo leggiadro passo sull’asfalto avesse il melodico suono degli uccelli in calore; molti dicevano il suo fine ultimo nella vita fosse quello di diventare un vero e proprio piccione e cagare sulla testa di tutti e sette i miliardi di esseri umani, ma queste erano mere illazioni) – ponendosi più quesiti di quanti non dovesse.
    Ad esempio, dov’erano gli altri Catafratti? Avrebbe passato i G.U.F.O quell’anno senza l’aiuto di Bells, o avrebbe dovuto copiare da Arci – e, quindi, venire bocciato -? C’erano le stelle nel cielo?
    Il venti percento di venti, è venti?
    Ma soprattutto: «perché lui è con noi?» domandò, la fronte corrucciata ed il pollice puntato contro il biondo affianco a lui e la Dallaire. Non… ricordava di averlo visto arrivare. Di solito era confuso il Milkobitch, ma almeno le suddette volte era abbastanza fatto da essere legittimato nel suo disorientamento esistenziale.
    Quella volta, no – o almeno… non gli sembrava avessero fumato? Non ne era certo.
    Non era certo più di nulla. «non lo so, pensavo fosse amico tuo?» dischiuse le labbra, incrociò le braccia – e, senza sapere esattamente la risposta da dare alla Dallaire, si ritrovò di nuovo a guardare il cielo in cerca delle stelle di risposte. Scosse infine la testa, dopo aver almeno provato a fare mente locale. «non lo conosco?» sempre dubbioso, sempre - come diceva un vecchio aforisma, firmato P.X.C. nella Sala Comune dei Tassorosso: “nel dubbio, dubita”. «perché sei con noi?» rude ma onesta, la Dallaire. Si voltò nuovamente a guardare il cucciolo di foca, annuendo piano alle sue parole.
    «volevo degli amici»
    «okay»
    «okay»
    Narrator’s voice: okay
    Era un po’ creepy, il biondo: gli piaceva.
    Come i Tre Manici di Scopa dall’interno: da bravo Alessandro Borghese quale non era, avrebbe dato alla lochescion un bel diesci. Seguì spedito la migliore amica, ma prima dovette cercare lo sguardo del Biondo Senza Nome: probabilmente non aveva ancora inteso le intenzioni della corvonero.
    Non gliele avrebbe spiegate. «corri.» e, insieme a lui, si fiondò sul tavolo.
    Sventolò le dita davanti alla faccia del tipo, sorridendo radioso alla sua faccia inebetita. «hai sentito la signorina. smamma.» oh, st’impertinenti.
    «sì sì amikissimo. un po’ depresso, ci ammazza sempre il mood quindi lo mandiamo a riprendersi con un bel bagnetto nel lago nero senza braccioli» ma c’è la piovra gigante!
    E sti cazzi. «no cì, non ordinare per loro: sono delle merde e non sappiamo dove sono PAGHI TU?» e, ultimo ma non meno importante - anzi! -: «hai un nome?»
    Così, giusto per sapere.
    Chi l’avrebbe mai detto che quell’amicizia avrebbe portato ad un omicidio premeditato sopra la Torre di Astronomia solo pochi mesi più avanti!
    Tutti #oblivion
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    15 y.o. | hufflepuff
    06.04.2015
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    Alzò la testa di scatto, distogliendo lo sguardo da una formichina parecchio interessante. «I miei sensi da Cata stanno vibrando.»
    Ci sono persone che hanno cinque sensi; Arci, nella sua immensa modestia, ne vantava addirittura sette, contando la Seconda Vista e, per l'appunto, il super potere che gli diceva in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo si trovasse, quand'è che gli altri cata stavano scroccando a qualcuno senza di lui. Un dono, secondo alcuni, una benedizione del cielo, secondo il ragazzo serpeverde. Il problema era: perchè uno dei suoi amici si stava facendo offrire qualcosa? Il Leroy si alzò leggermente dal proprio nascondiglio, osservando in giro. La partita a nascondino era già finita? Si era nascosto almeno un'ora prima, frse di più, e se non si fosse scritto sulla mano "ti ha sconfitto anche la vita, cerca di vincere almeno questa e stai zitto e fermo" probabilmente si sarebbe arreso dalla noia slash dimenticato proprio della partita. Ma Bells - colei che era sotto per contare? Bells non si sarebbe mai dimenticata di Arci (come invece aveva fatto lui, qualche mese prima, non andando a cercare Jack #ops #ciaoJack #InsegnaAgliAngeliComeEsseredimenticato). Era assolutamente impossibile.
    ...giusto?
    Si stiracchiò, lo sguardo a vagare sui passanti intorno a sè ma pronto a rinascondersi in caso la corva fosse stata in vista. Mh, niente a destra, niente a sinistra, n- "RAGAZZA" Sorriso smagliante, Arci si passò una mano fra i capelli corvini (portati alla troy bolton) osservando solo di sottecchi la studentessa che gli stava passando davanti ridacchiando. Ok, dicevamo? Niente a sinistra, niente davanti, niente verso il castello... con uno sbuffo, si risedette a terra, le braccia incrociate. Poteva essere una tattica di Lies: gli faceva credere che il gioco fosse finito per farlo uscire allo scoperto e poi ZAC! Tana per Leroy! Puntava sulla sua noia e sulla scarsa propensione del serpeverde a rimanere fermo ma mh mh, non avrebbe funzionato. NON CON LUI!!!!!
    «No boh cioè, quella ragazzina, la tipa che gioca a quidditch ed era cieca, no?, ha detto che il tavolo era occupato e lui MUUUTOOO!! Ma letteralmente muto! Secondo me ha qualche problema, poverino...»
    ...
    poteva essere qualcun altro «Ma dici la Dallaire?»
    ... poteva essere entrata nel locale per andare velce in bagno «sì sì, e aspettavano altri amici, ha detto che avrebbero ordinato per tutti»
    ...
    ...
    «NON E' GIUSTO!»
    Lo sapeva che era una trappola SE LO SENTIVA!!! Ma si stava annoiando così tanto che alla fine si alzò davvero, osservando da dove provenivano le due. Tre manici di scopa, eh? A passo di carica, il serpeverde si avventurò verso il locale, sbattendo contro un tipetto smunto durante il suo passaggio («Scusa socio pop killerino sotto shock ics dì»). Spalancò la porta di scatto e - oh. Eccoli i suoi amici, tutti felici e contenti, per niente alla sua ricerca e- MADDAI!!! CON UN ALTRO TIPO?? Shokkato, andò verso di loro, battendo le mani sul tavolo richiamando la loro attenzione. «HAI VINTO!» sbottò fissando Bells. «contenta??» con un grugnito, afferrò una sedia e si sedette al loro fianco. Bastò uno sguardo veloce al biondo per capire «Offri tu, sì? xoxo. Avete già ordinato per me?» e poi occhi scuri di nuovo su Bells «chissà come fai a vincere sempre»
    eh, chissà come faceva.
    # no one is safe
    15 y.o. | slytherin
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    archibald
    leroy


    Edited by pipe dream: - 19/12/2018, 01:22
     
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