I segreti di un sorriso

for lilith :3

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Grumpy James
         
     
    .

    User deleted


    James B. Ean
    Carry it with you, ‘til someone forgives you.
    Strinse le mani attorno al collo di Joyce e sorrise. Non lo fece con forza come avrebbe osato con una puttana qualsiasi, no. Nelle sue dita c'era qualcosa di diverso, una specie di tenerezza che al posto di lasciarle un livido le solleticava delicatamente la pelle: una carezza che si soffermò sulla linea della mandibola e continuò verso la liscia superficie di quelle labbra carnose e belle, che tanto gli piaceva baciare e mordere e succhiare. Il corpo snello della giovane rispose a quel debole contatto fisico, attorcigliandosi attorno al suo in segno di tregua: il ragazzo avvicinò il proprio viso e sguainò un sorriso sornione e tentatore, mentre la osservava dormire. Da sveglia i suoi erano languidi, seducenti, di un azzurro che a volte gli aveva quasi fatto paura: freddo e distaccato, un po' annoiato, completamente diverso alle pupille da cucciola che aveva conosciuto a scuola. Dopotutto non era la più quella ragazza: l'aveva nascosta nel profondo e si era mascherata da donna dura e inflessibile. No, quella Joyce era sparita: rimpiazata da una sua copia adulta, più dura e forte di quanto si fosse mai aspettato o immaginato; inclinò la testa sul cuscino e si morse il labbro: sembrava una bambola, arresa così alle braccia di Morfeo. Bionda e rosea, bellissima: il trucco pesante le era colato sulle guance e ora James era capace di vedere quanto il suo viso fosse ancora leggermente bambino dietro al nero delle palpebre. Lasciò cadere la testa sul cuscino, infilzando la foto di quel buddha sorridente appesa alla parete: non c'entrava un cazzo con lui, ma veniva con l'appartamento e alla fine non gli era sembrata una cattiva idea tenerlo. Riempiva uno spazio che altrimenti sarebbe stato vuoto e nella sua vita, James ne era oramai ben cosciente, di buchi da colmare ce n'erano anche già troppi. Era come se la sua esistenza, che insisteva nel vivere veloce e intensamente, fosse stata scambiata per una lepre e l'avessero riempita di piombo: pallini che avevano lasciato fori grandi e piccoli, lacerazioni che probabilmente non sarebbe mai stato capace di ricucire; cominciò ad arrotolarsi una ciocca di capelli biondo platino attorno a un dito, in modo distratto e senza averci veramente pensato. Il suo profumo e quello di Joyce si mischiavano alla perfezione nell'aria viziata della stanza, intrisa di fumo e di sesso: la sentì muoversi al suo fianco e le permise di scivolare in una posizione anatomicamente più comoda della precedente, che la vedeva avvinghiata attorno al suo torso come un'edera velenosa. Non si era pentito di aver dormito con lei: gli era piaciuto rivederla dopo tanto tempo e assaporare nuovamente la sua carne gli era piaciuto tanto da volerne ancora. E ancora: intrappolato in quel circolo vizioso, desiderava ogni volta poterla rivedere ancora per morderle teneramente la pelle bianca e per baciarle via anche l'anima dalla bocca ardente. Ritrasse il braccio da sotto la sua testa e si alzò a sedere tra le lenzuola di cotone e la coperta di lana: allungò la mano verso il comodino per afferrare le sigarette e l'accendino. Lo sguardo sempre annoiato di James si posò sulla sveglia che aveva appoggiato li il primo giorno in cui era arrivato in quel posto e che da quel punto non aveva più mosso: le nove. Le fottutissime nove del mattino. Appoggiò prima un piede e poi l'altro sul pavimento freddo, rotolando assieme alla sua voglia di vivere verso il cesso: lo specchio non gli restituì nessuna nuova immagine di se stesso, se non forse un James leggermente meno imbronciato del solito. La sua espressione sembrava essersi appianata un poco, lasciando che le rughe che gli coprivano sempre la fronte si distendessero per qualche istante: fu guardarsi nella superficie riflessa e tornare ad essere il malumorato giornalista a cui facevano schifo i sensimenti e coloro che li provavano.
    Una doccia veloce, una pettinata alla ribellione dei propri capelli e, appena asciutto, un vestito d'impeccabile fattura indossato: spruzzò con non curanza qualche goccia di profumo sui polsi e controllò che la barba non gli fosse cresciuta troppo, su quel viso ancora un po' immaturo. Uscì dal vapore del bagno come una creatura delle tenebre finalmente risorta: scarpe di vernice lucida, nere, in contrasto con il buon umore che infondeva la stagione alle porte. Con una calligrafia obliqua e veloce lasciò un bigliettino a Joyce, invitandola a restare e a servirsi del suo appartamento e di ciò che ci avrebbe trovato dentro: cibo, vestiti e anche un paio di video porno nascosti sotto a una piccola montagna di calzini da lavare.
    Uscì con il cattivo umore sotto braccio proprio come un francese avrebbe fatto con la sua baguette e si avviò a servirsi una generosa e ben meritata colazione al Red Velvet: a due passi da casa, non troppo economico né salutare, ma si molto gustoso. Tenne la porta aperta per un paio di anziane che lo ringraziarono sorrisi sdentati e gesti del capo di evidente gratitudine: ma non fece in tempo a varcare la soglia a sua volta che un lampo platinato lo travolse in pieno, facendolo finire per terra e provocandogli una dolorosa contusione alla spalla. « Ma che cazz... » il pavimento non era per nulla comodo. Nope.


    Scheda ▴ 21 ▴ Negativo ▴ Pensieve code role by #epicwin for obliviongdr

     
    .
0 replies since 15/3/2015, 11:31   307 views
  Share  
.
Top