Non è certo il silenzio che mi assorda.

Karma,Shane,Megan.

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    Non parla più col padre da tre anni, l'argomento famiglia è un tabù.
    Il suo colore preferito è il nero, ama le fotografie istantanee e le sigarette.
    Odia il contatto fisico e tutto ciò che riguarda l'amore e l'affetto in generale,San Valentino per lei è "Il giorno durante il quale mi chiudo in camera e non esco fino a domani"
    Non ha fratelli né sorelle. O almeno così pensa...
    Ashtags per tutti! #momentobaricco(?) #facciolacarinasoloconchimidaglialcolici #infartodelfremello #nonsacosèunarenna



    Karma Montgomery
    sheet ⋆ 16 ⋆ Halfblood ⋆ Neutral ⋆ Prefetto Serpeverde ⋆
    Cara Karma,come stai?
    Spero con tutto il cuore bene. Ho saputo che hai preso un altro ottimo voto in pozioni, sono molto fiero di te. Sto ancora tentanto di allontanarmi dall'alcool,questa volta seriamente, davvero. Mi sta aiutando persino Jacob,pensa un po'.Ti ricordi del mio amico Jacob,vero? Da piccola lo chiamavi zio, gli eri molto affezionata. Se ti va di tornare, per queste vacanze di Natale, potresti rivederlo. Abita con me adesso. A proposito, mi sono trasferito nel mondo magico (di nuovo) per starti più vicino. Ovviamente, ho portato tutte le tue cose con me e le ho sistemate nella tua nuova grande camera. Ti piacerà,ne sono sicuro. Mi manchi molto e, ti prego, rispondimi. Questa è la settantottesima lettera. Ti voglio bene,papà.

    Accarezzai il gufo di mio padre, Brandy (ovviamente, mio padre non poteva scegliere un nome decente) che mi aveva portato la sua lettera Bravissimo Brandy, hai fatto un ottimo lavoro. Lui mi guardava, in attesa di una mia lettera da portare in risposta. Scossi semplicemente la testa e lui volò via, come sempre. Strappai il pezzetto di carta azzurro e lo buttai giù dalla finestra. Ancora non mi aveva chiesto scusa.

    Se c'era una cosa che proprio non mi mancava del mondo babbano, della mia vita prima della lettera da Hogwarts (a parte ovviamente mio padre) erano le lezioni. Quelle di Hogwarts erano decisamente più interessanti di quelle di matematica,scienze,inglese. Le apprezzavo talmente tanto che, anche dopo le lezioni, mi ritrovavo spesso a frequentare la biblioteca. Prendevo in prestito un libro,me lo portavo in sala comune e passavo tutto il pomeriggio a leggere,sopratutto in quelle fredde giornate di inizio inverno. Quel giorno stavo leggendo un libro di storia della magia. Nella sala comune dei Serpeverde non c'era praticamente nessuno, a parte qualche studentello che se la rideva per chissà quale cretinata. Un urletto. Una risata. Le chiacchiere che aumentavano sempre di più di volume. Leggere mi veniva praticamente impossibile, ma tentavo comunque di isolarmi come potevo e di concentrarmi su ciò che avevo davanti.La rivolta dei goblin...gli elfi...i giganti... rinunciai presto alla mia lettura quando,di ritorno dalle ultime lezioni pomeridiane, entrarono ancora più ragazzi facendo una confusione tremenda. Chiusi il libro e decisi di godermi il piacevole tepore del fuoco, sperando che nessuno mi disturbasse.


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    Si è trasferita in Inghilterra per Liam Callaway, suo fratellastro, e per farlo è scappata di casa.
    Ancora oggi sente un vuoto ogni volta che pensa a suo fratello Paul, suicidatosi quando era bambina. Quando chiude gli occhi, allle volte, le sembra ancora di riuscire a vederlo.
    Ha pochi amici, e con loro non si mostra mai affettuosa.
    Lavora al Lilum come spogliarellista e, nel frattempo, segue lo stage al San Mungo. Dopo Hogwarts vorrebbe specializzarsi in psicomagia.
    abbigliamento / foto Attualmente indossa la divisa di Hogwarts: una gonna a balze scozzese, forse fin troppo corta, le calze color carne a cui ha aggiunto delle parigine che le arrivano alla coscia, la camcia bianca, la cravatta ed il maglioncino verde-argento.



    Megan Lynn
    sheet ⋆ 17 ⋆ half-blood ⋆ deatheater ⋆ Studente ⋆
    Sulle rive del lago nero quel giorno il vento era gelido. Megan Lynn sostava in piedi, le mani incrociate appena sotto il seno coperte dalla lunga sciarpa di serpeverde, lo sguardo rivolto all’orizzonte. Attorno a lei, il silenzio che solo una coltre così spessa di neve poteva garantire. Amava il modo in cui la neve sembrava essere in grado di attutire qualunque suono. Qualunque grido, risata, pianto. Era davvero un peccato che non fosse anche in grado di attutire i sentimenti.
    Voltò di poco il capo incrociando, a pochi centimetri dai suoi, due grandi occhi verdi che la fissavano freddi. Mike Anderson la stava lasciando, e lei non sapeva come dirgli che non le importava particolarmente. Mike Anderson si era innamorato di lei, ma lei non sentiva nulla. Mantenne lo sguardo fisso in quello del ragazzo fino a quando Mike non si voltò, le labbra carnose piegate in una smorfia, chiuse su parole che non avrebbe mai pronunciato, su insulti che solo i suoi amici avrebbero potuto sentire, ma che Megan conosceva a memoria.
    Ci aveva provato, lui, a farle sentire qualcosa e per lunghi istanti, attimi sospesi fra sospiri e sussurri, anche una piccola parte di lei ci aveva creduto. Ma quando lui l’aveva messa alla prova, quel pomeriggio, la verità era venuta a galla. Era un guscio vuoto, incapace di provare qualcosa se non piacere. E lei non aveva potuto dirgli che non era affatto vero, che c’erano persone a cui voleva davvero bene, perchè sapeva che Mike aveva ragione. La stava lasciando, e lei non sentiva niente. Allungò un braccio per toccargli la spalla perchè sentiva che era la cosa giusta da fare in quel momento, ma non appena lo sfiorò Mike si spostò come se lei l’avesse scottato. Nulla, nel suo sguardo di ghiaccio, cambiò. Nulla dalla sue espressione o dai suoi movimenti lasciò trapelare dispiacere, perchè non le dispiaceva, non come avrebbe dovuto. Riportò la mano sotto la sciarpa, mentre Mike le dava definitivamente el spalle e si allontanava verso la scuola.
    Forse avrebbe dovuto sentirsi in colpa, chiedergli di restare, scusarsi e baciarlo. Ma non si sentiva in colpa. Quando avevano iniziato ad uscire insieme lui sapeva com’era fatta. Quando erano andati a letto insieme, la prima volta, lui sapeva che era solo quello che a Megan interessava. Lui sapeva, ma non aveva voluto vedere e Megan non poteva farci nulla.
    Passarono cinque minuti, o forse cinque ore, prima che Megan decidesse di muoversi. La riva del lago, soprattutto in quel periodo dell’anno in cui era ghiacciato, era il suo posto preferito in tutta Hogwarts, semplicemente perchè il panorama che si poteva vedere era talmente maestoso da non lasciare spazio ad altro. Quando era lì, lei non esisteva più. Quando era lì, il resto del mondo era fuori dalla sua portata.
    Si voltò lentamente, affondando gli stivaletti neri dal tacco alto nella neve, e nel giro di pochi minuti raggiunse Hogwarts. Aveva voglia di vedere Shane, ma allo stesso tempo desiderava rimanere da sola, magari leggere un libro.
    E proprio mentre formulava questo pensiero alzò lo sguardo e si accorse di essere arrivata davanti alla biblioteca. Entrò, salutando con un mezzo sorriso la Lewis, poi si diresse subito verso il reparto di Arti Oscure. Non aveva mai amato troppo le biblioteche, con quel silenzio carico di conoscenza che impregnava ogni angolo, e la polvere che si infiltrava fra i vestiti, eppure ultimamente ci passava molto del suo tempo. L’ultimo anno di scuola si stava rivelando più impegnativo di quanto avesse immaginato. Scrollò le spalle e la testa, massaggiandosi il collo con la mano gelida, mentre scorreva i titoli con gli occhi. Passò qualche minuto, ma alla fine scelse quale leggere e tornò dalla Lewis, che le fece sempre le solite raccomandazioni.
    Quando entrò nella sala comune di Serpeverde, il libro stretto inconsciamente al petto come uno scudo, la trovò piena più del solito. Alzò gli occhi al cielo, insultando qualche ragazzino che le bloccava la strada, e dopo qualche lungo momento raggiunse il camino. Con grande disappunto noto che la poltrona su cui era solita sedersi era occupata dalla Montgomery così, con estrema nonchalance, si lasciò cader sul tappeto proprio affianco al camino, la pancia a terra e le gambe sollevate che si muovevano ritmicamente. Aprì il libro senza usare la mano destra che non accennava a smettere di tremare, e si mise a leggere ignorando tutti coloro che le stavano intorno.


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    ⋆ CAPOSCUOLA SERPEVERDE
    Orfano di entrambi i genitori da un anno. Ha un rapporto complicato con lo zio, Damian Icesprite.
    E' schivo, solitario, taciturno, ambizioso ed emotivo, nonostante tenti di nascondere a tutti quest'ultima caratterista, per lui sinonimo di debolezza.
    Quando ama è per sempre. Quando odia è per sempre.
    Animagus da un anno: Lupo bianco.
    Tirocinante al San Mungo. Vorrebbe diventare Guaritore.
    Lavora al locale notturno, Lilum, perchè sa che il denaro è la carta jolly della vita.

    abbigliamento / fotoDivisa Serpeverde un po' sfatta. Cravatta allentata, camicia non del tutto abbottonata e fuori dai pantaloni.
    E' stanco, capitelo.
    materie preferite Incantesimi Strategia Erbologia Pozioni Arti Oscure
    amo e odio
    La musica, cantare e suona chitarra e pianoforte.
    Leggere libri di qualsiasi genere, dai generi letterari babbani, libri horror, fantasy e storici.
    Dormire fino a tardi, quando può permetterselo, e rimanere sveglio il mattino, avvolto dalle lenzuola fresche.
    Andare a correre e ad allenarsi sulle sponde del lago nero.
    Ama il verde, il blu e il nero

    Profumo dell'amortentia: Vaniglia, lime e basilico

    Odio: Tante cose.


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    Shane Howe
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    Quella mattina Shane Howe aveva capito una cosa molto, molto importante: le donne sapevano essere pericolosissime, nonché particolarmente manipolatrici e aveva dovuto ammettere che ci era caduto con tutte le scarpe, nella trappola ideata da Hope Mills. Forse il fatto che Hope fosse ¼ Veela incideva sulle sue tecniche manipolatorie, ma con uno stratagemma ben organizzato gli aveva fatto credere che quella mattina sarebbero passati solo in un negozio perché lei doveva prendere 'due cose' e poi sarebbero andati allo zoo, per passare un pomeriggio diverso. E invece era stato fregato, e adesso si ritrovava a dover aspettare fuori da un camerino di un negozio di biancheria intima perché Mills - in certi casi pensare a lei come semplicemente Hope era troppo difficile – “aveva visto un completino intimo niente male”.
    Ancheggiava nervosamente sul posto, mentre lo sguardo, indispettito, osservava l’uscita con disperazione. Era il quinto negozio che visitavano e Shane reggeva in mano le cinque buste di Hope e solo una, molto piccola, sua.
    'Questo reggiseno è troppo grande!' Sentì l’amica lamentarsi, oltre la tendina di piume rosa. 'Ma perché non ho le tette?!'
    Shane alzò gli occhi al cielo, perché aveva sentito quella frase cinque volte in due ore.
    'Engorgio!' Parve quasi un sussurro, ma Shane lo udì chiaramente.
    Questo è barare, lo sai? Trattenne a stento una risata, che avrebbe offeso Hope per sempre, e davvero non voleva.
    'Voglio solo fare una prova!' Disse lei subito, risentita, punta nel vivo. Shane si domandava perché Hope si facesse tanti problemi sul proprio seno. Insomma...era bella così, che problema aveva se non era poi tanto grande? Non la capiva! Sapeva solo che aspettarla era snervante. Quanto ti manca? Domandò lasciando le busta a terra e infilandosi le mani nella tasca della giacca.
    'Ti prego mi prendi la 32 coppa A?!' Domandò disperata, ad uno Shane che davvero non era aggiornato sulle taglie dei reggiseni.
    Coppa? E come faccio a capirlo? Di Coppa conosceva solo quella delle Case.
    'Leggi l’etichetta!!!' Allungò la mano oltre la tendina di piume per passargli un reggiseno giallo di pizzo. Shane lo prese in mano dalle spalline e lo osservò per leggerne la taglia, che probabilmente era più grande rispetto a quella detta da Hope. Partì alla ricerca del reggiseno, sparendo tra i vari scaffali. Non aveva idea di dove andare a pescarla, perché aveva un ottimo senso dell'orientamento per molte cose, ma non per i negozi. Alla fine dovette rivolgersi ad una commessa perché non sapeva dove andare a cercare il reggiseno, gli sembravano tutti uguali e poi c’erano troppe coppe, troppi numeri. Dopo aver trovato la coppa giusta, si avviò di ritorno al camerino in cui stava l’amica ma venne attirato, fatalmente, da un’altra sezione del negozio, in cui erano venduti oggetti magici differenti e dai poteri diversi. Costavano davvero una fortuna perché erano pezzi unici! Inutile dire che ci perse più di mezz’ora là. La mattinata si era conclusa con una Hope infuriata per essere stata "dimenticata" nel camerino e con uno Shane assalito da mal di testa.
    'Mai che facessi una cosa per me! Sei un egoista!' Si era pure preso e messo in tasca le offese, senza ribattere, perché il mal di testa era troppo forte. Avrebbe preferito finire in Sala torture, piuttosto che in un altro negozio di biancheria intima con Hope.
    C’era di buono fatto compere anche lui, sebbene avesse un pacchetto di dimensioni microscopiche. Promise a sé stesso che mai più avrebbe fatto shopping, mai. E se avesse dovuto accompagnare Hope le avrebbe dato un tempo massimo di mezz'ora per trovare tutto ciò che le serviva. Insomma, lui non era nemmeno d'aiuto se non per portare le buste, cosa che avrebbe potuto fare la sua elfa. Shane aveva uno stile molto semplice nel vestire. Amava le tute, sopra ogni cosa, perché erano comode e larghe. Amava le t-shirt semplici, le camicie e jeans. E basta. Davvero non richiedeva grandi sforzi o pensieri complicati, non come Hope comunque. Arrivato fuori dal castello aveva attivato ogni sensore di allarme per stare pronto ad evitare palle di neve volanti varie, perché alcuni suoi compagni avevano organizzato una battaglia senza esclusione di colpi. Per un attimo gli balenò in testa l’idea di fermarsi e partecipare, ma aveva davvero un mal di testa molto forte, e anzi, era convinto di avere la febbre. Le guance erano arrossate, come le orecchie. Una volta rientrato a castello era profondamente amareggiato per non essere passato allo zoo, tant'è che, peggio di un bambino, era intenzionato a tenere il muso a Hope per almeno una settimana. Ma sapeva che non ci sarebbe riuscito, troppo sforzo quando poi gli sarebbe passata quella sera stessa. Allo zoo sarebbero andati il giorno dopo e lui non vedeva l'ora, amante degli animali qual’era. Arrivò in sala comune con in mano la sua bustina, contenente due regali per la stessa persona e si avviò fino al dormitorio. Incontrò in Sala, dinnanzi al fuoco, Megan e un'altra compagna, Karma. Cosa ci fate qui? Fuori hanno organizzato una battaglia a palle di neve increbile! Disse davvero entusiasmato. Della serie “lasciatemi il posto in Sala comune” Amava quando rimaneva da solo nella Sala, soprattutto quando aveva mal di testa come in quel momento e avrebbe solo voluto rilassarsi, stava malissimo.

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    Karma Montgomery
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    E, se era possibile, la sala comune si era riempìta ancora di più di studenti verde-argento.Non riuscivo a capire cosa fosse potuto accadere, il perché di questa moltitudine di Serpeverde improvvisamente riversati nel nostro punto d'incontro abituale. Non era ancora ora di cena, le lezioni erano finite da un pezzo: se fosse stato questo il motivo tutta quella gente sarebbe entrata da un pezzo. Alzai gli occhi al cielo e buttai la testa all'indietro; non era di certo il giorno adatto per cercare un po' di pace. Tra tutte le teste more e bionde che stavano in quel l'ormai minuscolo spazio vitale attirò la mia attenzione una testolina rossa, di una ragazza di cui non riuscivo a ricordare il nome, ma che avevo visto spesso parlare con il caposcuola. A primo impatto i due non sembravano legati da nessun rapporto sentimentale, ma con noi serpi non si può mai sapere:c'è chi nasconde una miriade di insicurezze sotto strati e strati di cattiveria o silenzio, chi non avrebbe mostrato i suoi veri sentimenti nemmeno sotto tortura per paura di risultare vulnerabile.C'era chi di sentimenti proprio non ne aveva. Ognuno ragionava a modo suo. Comunque, la ragazza in questione, vedendomi sembrò come infastidita, non riuscivo a capire se per aver visto la mia persona in generale (non stavo simpatica a molti) o per il punto preciso dove ero collocata. Alzai un sopracciglio come a chiedere spiegazioni, ma lei sembrò non notarlo o non farci caso. Si buttò invece per terra davanti al fuoco con molta nonchalance. L'ostentata sicurezza di certi concasati non smetteva mai di stupirmi. Entrò poi Shane, il caposcuola, provato da chissà che cosa, a proporci una partita a palle di neve. Passo. dissi con tono piatto, mentre quasi tutti gli altri presenti accoglievano di buon grado la proposta, riversandosi nei corridoi.Che giornata orribile. Se il buon giorno si vede dal mattino...che stupidata, i modi di dire. Mio padre era solito dirne uno:" Nel gioco del Burundi, o schiacci la polpetta o il melograno". Ma mio padre era sempre ubriaco, quindi.


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    Edited by shane is howling - 30/12/2014, 10:30
     
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    Si è trasferita in Inghilterra per Liam Callaway, suo fratellastro, e per farlo è scappata di casa.
    Ancora oggi sente un vuoto ogni volta che pensa a suo fratello Paul, suicidatosi quando era bambina. Quando chiude gli occhi, allle volte, le sembra ancora di riuscire a vederlo.
    Ha pochi amici, e con loro non si mostra mai affettuosa.
    Lavora al Lilum come spogliarellista e, nel frattempo, segue lo stage al San Mungo. Dopo Hogwarts vorrebbe specializzarsi in psicomagia.
    abbigliamento / foto Attualmente indossa la divisa di Hogwarts: una gonna a balze scozzese, forse fin troppo corta, le calze color carne a cui ha aggiunto delle parigine che le arrivano alla coscia, la camcia bianca, la cravatta ed il maglioncino verde-argento.



    Megan Lynn
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    Megan voltò la pagina del libro lentamente, lo sguardo fisso sulle pagine senza tuttavia riuscire a leggere nulla. Si spostò leggermente, il tessuto del tappeto le solleticava la pancia scoperta dalla camicia che si era inevitabilmente alzata quando si era sdraiata davanti al camino, e piegò la bocca in una smorfia. Da quando era entrata nella stranamente rumorosa sala comune i suoi pensieri avevano iniziato a vorticare senza che lei riuscisse a fermarli e tentare di concentrarsi sul libro di Arti Oscure che aveva fra le mani non era servito a nulla. Si osservò le unghie ben curate per qualche istante, facendo finta di non notare il tremolio della mano destra e per un lungo attimo non desiderò altro che chiudere la mano così forte da permettere alle unghie di lacerare il palmo. Allora, forse, avrebbe sentito qualcosa. La rottura con Mike, per quanto le dava fastidio pensarci, aveva acceso in lei la consapevolezza che non erano gli altri il problema, ma la sua incapacità di esternare e, alle volte, provare sentimenti veri per qualcuno. E Megan sapeva anche perchè era l’automa che tutti conoscevano: aveva paura, e la paura oramai sembrava comandare ogni sua mossa.
    Chiuse le palpebre, beandosi dell’oscurità che il suo sguardo le restituì e lentamente le riaprì puntandole nuovamente sul libro. Chissà se sua madre sarebbe stata fiera della ragazza che era diventata. Chissà se Paul, guardandola, avrebbe visto la Megan che aveva conosciuto. Spesso la rossa si ritrovava a fare pensieri del genere senza tuttavia riuscire a darsi una risposta, e spesso desiderava riuscire ad avere il coraggio di parlarne con qualcuno. Ma parlare delle sue insicurezze, delle sue paure, l’avrebbe solo resa debole agli occhi di coloro che avevano iniziato a volerle bene per ciò che era diventata. La conoscevano come la Megan menefreghista e fredda che era diventata, e lei non era pronta a mostrarsi a loro nel pieno della sua vulnerabilità. Perchè in fondo al suo cuore lei era ancora la bambina spaventata che aveva trovato il fratello impiccato all’albero in giardino ma nessuno doveva saperlo perchè in quel mondo mostrarsi debole equivaleva a dare a chiunque l’opportunità di schiacciarti.
    Si morse il labbro inferiore, cercando di scacciare dalla mente tutti i pensieri negativi che la stavano assalendo, e fece dondolare un paio di volte le gambe tornando a concentrarsi sul libro. Aveva scelto un tomo sugli inferi, affrontanti in una delle ultime lezioni. Era rimasta davvero affascinata da quell’incantesimo, dalla possibilità che dava. Dal potere.
    Un lieve sorriso si disegnò sul suo volto mentre rivedeva il procedimento per crearne uno, e appuntava su una pergamena domande per il professor Icesprite. Arti Oscure era forse una delle sua materie preferite, anche se alle volte ammetterlo -perfino con se stessa- la spaventava. Fino a dove era disposta a spingersi? Aveva imparato che la magia aveva sempre un prezzo (cit), e l’aveva imparato sulla sua pelle. Essere una strega le era costato la sua famiglia. Essere una strega le aveva spezzato il cuore. Eppure ogni volta che teneva fra le mani la bacchetta, ogni volta che apriva le labbra carnose per pronunciare un incantesimo, sentiva che la magia era parte di lei, e che senza di essa non sarebbe riuscita a sopravvivere.
    «Cosa ci fate qui? Fuori hanno organizzato una battaglia a palle di neve incredibile!»
    La voce entusiasta di Shane le giunse fin troppo chiara alle orecchie, e Megan sobbalzò leggermente. Era presa dalla lettura, dai suoi pensieri, e non aveva fatto caso all’ombra del caposcuola che si proiettava sul suo libro. Alzò leggermente la testa spostandosi i capelli dal volto e lo guardò. Aveva le guance rosse dal freddo, ma qualcosa nel suo sguardo tradiva l'entusiasmo della sua voce. Megan inarcò leggermente un sopracciglio, come per dire ‘stai davvero parlando con me?’ ma la Montgomery anticipò la sua risposta. Megan inclinò la testa verso la compagna, ancora seduta comodamente sulla sua poltrona e con un tono di voce non troppo alto, quasi annoiato, disse «Quoto» e nel mentre si accorse che la sala iniziava a svuotarsi. Evidentemente Shane aveva parlato con voce più alta di quanto la rossa avesse inizialmente notato, e i ragazzini chiassosi che avevano invaso al Sala Comune si precipitarono fuori dalla stanza senza pensarci due volte. Nel giro di pochi minuti la Sala si svuotò quasi del tutto e loro tre rimasero gli unici ospiti, fatta eccezione per tre ragazzine del secondo anno che non facevano altro che fissare Shane, ma che la rossa decise di ignorare senza problemi. Un sorriso si fece largo sul volto di Megan, mentre sollevava gli occhi in quelli del caposcuola con uno sguardo che non lasciava intendere nulla di buono, e stando ben attenta a non farsi vedere dalle bambine, trasfigurò una delle due boccette d’inchiostro che aveva con se in ciò che era realmente: una bottiglia di whisky incendiario che aveva rubato a Liam qualche giorno prima. Tirarla fuori, davanti alle prefetta, poteva essere un rischio ma Megan sperava che Shane l’avrebbe protetta da una possibile punizione. «Io ho un’idea migliore delle palle di neve, Shane. Che ne dite?» Inarcò entrambe le sopracciglia e spostò lo sguardo sulla Montgomery includendo anche lei nell’invito. L’aveva vista parlare con Shane qualche volta, e non era così maleducata da escluderla visto che era a portata d’orecchio.


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    Shane Howe
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    Si dice che l'uomo è un animale sociale, tutte stronzate, almeno secondo Shane. L'uomo nasce e muore solo, gode e soffre da solo. Questa era la realtà. Le persone erano semplicemente un contorno con il quale si era costretti a vivere, senza poter scegliere. Quindi in conclusione l'uomo non era un essere sociale per scelta, ma era costretto dai fatti, la terra era piena di uomini. A volte Shane dimenticava che gran parte dei suoi compagni di casata erano un po' asociali, come lo era lui in fin dei conti. Ma non poteva non apprezzare quella che riteneva una qualità. Non riusciva a spiegarsi cosa ci trovassero molte persone nella folla e nello stare in gruppo. Lui odiava i gruppi. Erano una cosa animalesca, un po' come un branco di lupi - e lui ne sapeva qualcosa - E quando si formava il gruppo, sapeva essere un'arma potente, un cervello comune. Probabilmente era mal sopportato anche per questo, preferiva di gran lunga un atteggiamento portato all'individualità, alla solitudine e alla crescita personale, con il risultato che questo modo di fare, veniva interpretato erroneamente come "superbia". A nessuno piaceva essere snobbato, e troppe volte Shane aveva snobbato gli altri. Ma non c'era niente di personale sotto, davvero! Non era mica colpa sua se mamma lo aveva fatto disinteressato. Ciò non significava, comunque, che avrebbe disprezzato la presenza di due belle ragazze con lui. Soprattutto se avevano alcol a seguito. Karma la conosceva da sette anni, e ci aveva parlato davvero poche volte perché anche lei, come Shane, era riservata e fredda. - A parte le serate alcoliche tenute in Sala comune, in cui tutti sembravano diventare, stupidamente, amici. Shane compreso. - Karma Era ambiziosa, studiosa, come ogni Serpeverde degno di questo nome. Ma Shane non era riuscito durante questi anni, a trovare un collegamento con lei. E poi c'era Megan, che ultimamente qualcuno nella casata aveva iniziato a chiamare Pandora. Indovinarne i motivi non era complesso. Era bella, bella da ogni punto di vista, ma dal suo bel vaso non potevano che uscire i mali del mondo. "Megan Lynn non sa amare." Qualche ragazzetto, deluso dal fatto che la Lynn concedesse il proprio corpo ma non il suo cuore, aveva iniziato a mettere in giro strane voci sulla ragazza. Alcune male lingue dicevano che si prostituisse al Lilum, e a quel punto Shane ragionava come gli animali, cioè non ragionava più. Ma sapeva che Megan era più di quello che si ostinava a mostrare al pubblico, perché era come lui, in fondo: sapeva che mostrare il proprio cuore agli altri, le avrebbe portato solo brutte cose. Era così, era la realtà, ma alcuni erano troppo stupidi per accettarlo. Erano tre anime nere, che potevano accendersi e divertirsi come gli altri, certo, a patto che circolasse un po' d'alcol tra di loro. Incrociò le braccia la petto, ascoltando le parole di Megan, e non accorgendosi nemmeno delle ragazzine del secondo anno che lo fissavano. Questi erano dettagli che solitamente gli sfuggivano, raramente Shane si rendeva conto che qualcuna gli stesse dietro, perché era sveglio per altre cose, ma non per questo. Quando tutta la sala fu libera, Megan prese una bottiglia di whisky incendiario e Shane la osservò. Era Caposcuola, avrebbe dovuto rovinare i piani della piccola Serpeverde, ma quale stupido avrebbe rifiutato una bevuta gratis? Lynn, dovrei punirti...disse serio, prima di lasciar spazio ad un piccolo sorriso furbo. Ma non oggi. Un ottimo caposcuola, che seguiva tutte le regole, o forse solo quelle che gli facevano comodo. Tirò fuori la bacchetta dal fodero della divisa e richiamò le carte da gioco, messe in uno scaffale della sala. Vi va un poker alcolico? Non erano rare le giocate a poker alcolico in sala comune, consisteva appunto nel giocare a poker, con l'aggiunta che bisognava indovinare i valori e i colori delle carte coperte sul tavolo. Chi sbaglia beve.

    « Don’t blame it on me »

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    Il suo colore preferito è il nero, ama le fotografie istantanee e le sigarette.
    Odia il contatto fisico e tutto ciò che riguarda l'amore e l'affetto in generale,San Valentino per lei è "Il giorno durante il quale mi chiudo in camera e non esco fino a domani"
    Non ha fratelli né sorelle. O almeno così pensa...
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    Karma Montgomery
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    Sigarette, sigarette. Dove siete? Perché non vi posso avere qui con me? Le mie amate sigarette erano una di quelle cose che mi mancavano davvero del mondo babbano. Non ero quel genere di fumatrice ipocrita che, perfettamente consapevole della sua dipendenza si ostentava a sostenere:"Posso smettere quando voglio!". Io non potevo. Non potevo affatto. Tentai di resistere a quella voglia irresistibile guardando negli occhi prima la rossa e poi il caposcuola, spostando molto lentamente il mio sguardo prima su una e poi sull'altro. C'era qualcosa di strano che legava quei due,era ovvio. Beh, di strano non potevo dirlo con certezza, ma qualcosa c'era di sicuro. A quel punto, prima che potessi dire qualsiasi cosa, Megan tirò fuori una bottiglia di whisky incendiario. Mi raddrizzai sul posto e la guardai come se avesse appena imprecato in aramaico antico. Ma cosa stava facendo? Era completamente impazzita? Quale genere di masochista tirava fuori dell'alcool davanti ad un prefetto ed un caposcuola? Megan Lynn, che domande. E tra lei e il caposcuola in questione c'era sempre quel qualcosa. Avevo due possibilità: seguire il mio dovere di prefetto e sgridarla, prendendole la bottiglia e chiedendo a Shane perché non avesse fatto lo stesso.Oppure, potevo divertirmi e bere un po'. Quella bottiglia mi chiamava ed io non potevo resistere.Lynn, dovrei punirti...ma non oggi. guardai intensamente la serpeverde negli occhi, per farle capire che anche per me, per questa volta, l'avrebbe passata liscia.Vi va un poker alcolico? Chi sbaglia beve.senza cambiare espressione mi avvicinai a lui ed annui piano. Ero bravissima a poker, ma per quel giorno avrei finto. Avevo davvero voglia di più di un bicchierino.

    « My blood is burning,I'm radioactive. My heart is nuclear, love is all that I fear. »

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  8. kick their ass‚ megs!
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    Si è trasferita in Inghilterra per Liam Callaway, suo fratellastro, e per farlo è scappata di casa.
    Ancora oggi sente un vuoto ogni volta che pensa a suo fratello Paul, suicidatosi quando era bambina. Quando chiude gli occhi, allle volte, le sembra ancora di riuscire a vederlo.
    Ha pochi amici, e con loro non si mostra mai affettuosa.
    Lavora al Lilum come spogliarellista e, nel frattempo, segue lo stage al San Mungo. Dopo Hogwarts vorrebbe specializzarsi in psicomagia.
    abbigliamento / foto Attualmente indossa la divisa di Hogwarts: una gonna a balze scozzese, forse fin troppo corta, le calze color carne a cui ha aggiunto delle parigine che le arrivano alla coscia, la camcia bianca, la cravatta ed il maglioncino verde-argento.



    Megan Lynn
    sheet ⋆ 17 ⋆ half-blood ⋆ deatheater ⋆ Studente ⋆
    Megan non era mai stata coraggiosa. Aveva sempre avuto l’abitudine di girare al largo dai problemi, evitarli, far finta di non vederli. Ma da quando era arrivata in Inghilterra qualcosa era cambiato, lei era cambiata. Era cresciuta, forse. O, più probabilmente, aveva imparato a lasciarsi andare, a lasciarsi trasportare dalla corrente e prendere ciò che le veniva dato. E così, aveva imparato che qualche volta valeva anche la pena rischiare. Soprattutto quando in ballo c’era il divertimento e, anche se all’apparenza la Montgomery avesse voglia di divertirsi quanto Malfoy di mettersi a dieta e risparmiare loro l’orribile spettacolo della sua pancetta che inevitabilmente sbrodolava fuori dalla canottiera troppo piccola, Megan aveva con se il giusto incentivo per farla sbottonare un pochino.
    Ruotò la bottiglia di Whisky fra le mani, osservando il liquido all’interno seguire i suoi movimenti con lievi onde, e poi alzò lo sguardo sui compagni non riuscendo a nascondere un sorriso alla reazione di Karma Montgomery. La fissò per qualche secondo inarcando un sopracciglio, continuando a giocare con la bottiglia come se niente fosse, poi la voce di Shane attirò la sua attenzione. Avrebbe dovuto punirla, le disse, e il cuore di Megan incominciò a battere lievemente più forte. Era pronta a scommettere che Shane non l’avrebbe fatto, ma c’era da considerare la presenza di Karma. Magari l’avrebbe punita per dare il buon esempio alla sua collega. Abbassò lo sguardo dal volto dell’amico, passando lentamente un dito sul libro ancora aperto davanti a lei, e quando Shane parlò non nuovo alzò su di lui uno sguardo gelido. L’aveva fatto solo per darle fastidio, lo stronzo. Lo fissò male mentre tirava fuori la bacchetta dalla tasca e con un’incantesimo chiamava il mazzo di carte -che, nella loro sala comune, era sempre a portata di mano- per poi lasciarsi andare ad un sorriso. Giocare a Poker Alcolico era uno dei divertimenti più in voga nella sala comune e lei, che era dannatamente incapace a quel gioco, spesso ne usciva ubriaca marcia. Si morse il labbro inferiore, chiudendo il libro con delicatezza ed appoggiandoci sopra la bottiglia di Liam. Poi alzò nuovamente lo sguardo sui compagni. «Io ci stò» sussurrò, per poi allungarsi e fregare il mazzo di carte dalle mani di Shane ed iniziare a mischiarle.
    Lasciò scivolare le carte fra le mani per diversi minuti, mentre con la mente tornava a qualche giorno prima quando Mike, prendendola per sfinimento, l’aveva convinta a giocare con lui ed un gruppetto di ragazzi del suo anno. Lei, che già non aveva voglia in partenza, non si era messa d’impegno per vincere e questo, sommato alla sua scarsa capacità e ad una sfortuna colossale, si era praticamente bevuta la bottiglia di Vodka babbana che uno dei ragazzi aveva rubato giù agli alloggi dei muggle da sola, con il risultato che Mike aveva dovuto portarla in stanza in braccio. Il mattino dopo le aveva fatto una scenata, che ovviamente lei non aveva ascoltato, poi tutto era tornato come prima.
    Scrollò le spalle, lasciando che il ricordo di Mike le scivolasse addosso come un vestito oramai inutilizzabile, e appoggiò le carte sul pavimento davanti a lei, invitando Shane a sedersi con un cenno. «Qualcuno deve smazzare» sbuffò dopo qualche secondo, indicando le carte e, quando il mazzo fu diviso, distribuì due carte ciascuno mettendo poi tre carte, rigorosamente coperte, sul pavimento. Sollevò le sue due carte stando ben attenta che nessuno sbirciasse, poi puntò due falci per iniziare il gioco. Se fosse stato poker normale, allora anche gli altri avrebbero dovuto subito puntare ma non era così. Con un colpo di bacchetta trasfigurò i vasetti accanto a loro in tre bicchieri, che riempì fino all’orlo di Whisky. Che i giochi abbiano inizio, pensò, pregustando già il calore dell’alcool che le scendeva lungo la gola, poi scrollò le spalle. «Parto io. Secondo me questa qui...» Posò l’unghia smaltata di rosso sulla carta centrale, poi sollevò lo sguardo sui compagni, «E’ di picche» Una volta che anche gli altri avessero cercato di indovinare una delle carte sul tavolo e puntato, allora le avrebbe girate, ed il gioco sarebbe iniziato sul serio.


    « Arriverà la fine ma non sarà la fine »

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    Ciao *___* Scusate il ritardo ç____ç Allora ho pensato di giocare a Poker Texano se per voi va bene <3 Nel post ho già distribuito due carte ciascuno e messo le tre carte di partenza sul tavolo.
    In sostanza adesso dovete guardare le carte e puntare -con Megs ho puntato due falci, quindi per giocare dovrete puntare due falci o più. Una volta che avremmo puntato tutti, allora gireremo le carte e si potrà puntare nuovamente. A quel punto il mazziere, Megan, metterà sul tavolo un’altra carta coperta: in questo caso si dovrà solo indovinare il seme e puntare solo quando verrà scoperta. Poi verrà messa sul tavolo un’altra carta, e si farà come prima. A questo punto, bisogna puntare un’altra volta e poi ‘vedere’, quindi ognuno mostrerà ciò che ha in mano ed i vari giochi. I due che perdono bevono ancora.
    Ogni volta che sul pavimento viene messa una carta coperta (o, in questo caso tre -una per ciascuno) dobbiamo tentare di indovinare il seme della carta.
    Quindi, ricapitolando:
    Si punta, tranne che per il primo turno, con le carte scoperte.
    Si beve quando non si indovinano le carte coperte e se alla fine si perde.
    Per le carte in mano, ho usato un sito di numeri random.
    Per Fante, Donna e Re valgono i numeri 11 12 13, mentre per i semi 1=Cuori, 2=Quadri 3=Fiori 4=Picche.
    Megan: 9 quadri - 9 fiori
    Shane: Fante quadri - 9 cuori
    Karma: 7 fiori - 3 cuori
    [x] numeri [x] semi
    Per decidere invece quali sono le carte coperte farò un stamp -come questo- di una partita su un sito di giochi.
     
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    ⋆ CAPOSCUOLA SERPEVERDE
    Orfano di entrambi i genitori da un anno. Ha un rapporto complicato con lo zio, Damian Icesprite.
    E' schivo, solitario, taciturno, ambizioso ed emotivo, nonostante tenti di nascondere a tutti quest'ultima caratterista, per lui sinonimo di debolezza.
    Quando ama è per sempre. Quando odia è per sempre.
    Animagus da un anno: Lupo bianco.
    Tirocinante al San Mungo. Vorrebbe diventare Guaritore.
    Lavora al locale notturno, Lilum, perchè sa che il denaro è la carta jolly della vita.

    abbigliamento / fotoDivisa Serpeverde un po' sfatta. Cravatta allentata, camicia non del tutto abbottonata e fuori dai pantaloni.
    E' stanco, capitelo.
    materie preferite Incantesimi Strategia Erbologia Pozioni Arti Oscure
    amo e odio
    La musica, cantare e suona chitarra e pianoforte.
    Leggere libri di qualsiasi genere, dai generi letterari babbani, libri horror, fantasy e storici.
    Dormire fino a tardi, quando può permetterselo, e rimanere sveglio il mattino, avvolto dalle lenzuola fresche.
    Andare a correre e ad allenarsi sulle sponde del lago nero.
    Ama il verde, il blu e il nero

    Profumo dell'amortentia: Vaniglia, lime e basilico

    Odio: Tante cose.


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    Shane Howe
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    Karma sembrava studiarli, Shane aveva notato il suo sguardo incuriosito, che a tratti si fingeva disinteressato o forse appariva così solo a lui. La vide anche puntare Megan come fosse un'aliena, non appena la rossa tirò fuori la bottiglia di Whisky e Shane temette che potesse fare la spia, come era giusto che fosse alla fine, visto che le regole erano regole. Se per lui non c'erano affatto dubbi che tenesse la bocca chiusa, perchè pur essendo Caposcuola, Megan rimaneva sua amica - e comunque per l'alcol avrebbe fatto sempre un'eccezione - non poteva dire lo stesso di Karma, magari avrebbe fatto la spia perchè credeva in quella regola stupida, o forse solo per fare un dispetto ad entrambi. La conosceva sperficialmente, non poteva dire se avesse mantenuto la parola o meno. Ma non avvenne niente di tutto ciò, anzi, Karma annuì, stando perfettamente al gioco e Shane le sorrise. Ma lo sguardo di Megan non gli era rimasto indifferente, a volte bastava un'occhiata per comunicare e quella di Megan fu così diretta e tagliente che gli fece correre i brividi lungo la spina dorsale. Se c'era una cosa in cui sapeva essere particolarmente brava, come lo era lui, era lanciare sguardi torvi. Che prevenuta! Non voleva certo metterla in difficoltà, insomma era pur sempre il Caposcuola, doveva almeno fingere di essere interessato a tutte le regole che vigevano al castello, anche se alla fine il non poter portare alcol la riteneva una regola inutile. Allo sguardo freddo di Megan rispose guardandola serio, inizialmente, ma poi sporgendo in fuori le labbra, imitando una papera e incrociando gli occhi. Che si facesse una risata, ogni tanto. Tornò serio poco dopo, senza preoccuparsi se Karma avesse visto la sua performance o meno. Anzi, si avvicinò alla Prefetta e sorrise malizioso. « Brava Monty, alla fine quella di non poter portare alcol al castello è una regola assurda, no? » Tirò fuori dalla scatola le carte che gli erano arrivate in mano ma non ebbe il tempo nemmeno di tastarne la consistenza liscia e fredda per più di qualche istante che Megan gliele fregò di mano. Sollevò un sopracciglio, lanciando a Karma uno sguardo d'intesa, poi incrociò le braccia al petto aspettando che la rossa mescolasse bene le carte. Ci rimase un po' più del necessario, tanto che Shane si domandò se le si fosse inceppato un meccanismo nel cervello, per accanirsi così sul quel mazzo. Probabilmente si era persa in qualche pensiero.
    « Così le manderai a fuoco. » Commentò, ancora a braccia conserte, andando poi a prendere posto vicino a loro. Smazzò le carte, in silenzio. L'entusiasmo della Lynn era contagioso, conosciuto in tutti i mari (?) Fortunatamente tra poco avrebbero bevuto e magari si sarebbe sciolta un po'. Raccolse le due carte passategli dalla ragazza e le osservò, aveva un fante di quadri e 9 di cuori. Era molto scettico, ma chissà...puntò due falci.
    « Mah, secondo me questa » e poggiò l'unghia - non smaltata di rosso #wat - sulla carta a destra rispetto a quella indicata da Megan « è di Cuori. »
    Shane non era un tipo fortunato, per questo non faceva quasi mai giochi alcolici, preferendo di gran lunga pagare per bere in fretta, senza aspettare. Ma giocare era più divertente, perchè l'attesa di sapere se avesse vinto o meno aumentava, alla fine, il piacere di bere in compagnia. Era sfigato a poker, e nonostante la sua pokerface funzionasse alla perfezione, poteva tranquillamente ammettere di essere più fortunato in amore - e per la cronaca in vita sua si era innamorato solo di Andrew Stilinski, sotto effetto dell'Amortentia.

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    Karma Montgomery
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    Seguii con lo sguardo i movimenti lievi delle mani di Megan, che facevano ruotare lentamente la bottiglia di Whisky. Mi morsi il labbro inferiore, per un attimo infastidita dalla situazione. Ovvio che no era la cosa giusta da fare, su questo mi ero già interrogata. Ma se dovevo dare uno strappo alle regole, perché farlo proprio con quei due? Era palese, almeno per me, che in mezzo a quei due io ero il terzo incomodo. Un po' meno palese lo era per loro due, che sembravano quasi non capire l'intensità della tensione sessuale che provavano una certa simpatia l'uno per l'altra. E che fastidio quando uno non riesce a vedere ciò che ha davanti al naso. buttai la testa di lato, mentre una malsana idea si faceva largo nella mia già malata mente. Fare la stronza mi veniva molto bene e non lo nascondevo. Ma quel giorno mi sarei impegnata, a fin di bene. La rossa si sarebbe resa conto che il caposcuola non le era indifferente. Non mi sfiorava nemmeno per un attimo il pensiero che mi stessi sbagliando io, sicura com' ero. Brava Monty, alla fine quella di non poter portare alcol al castello è una regola assurda, no?Mi limitai a sollevare le spalle senza alcun commento.Certo che lo era. Ma non odiavo così tanto la mia spilla da dirlo ad alta voce.Dopo aver appurato che pure la Lynn voleva giocare, questa si mise a mischiare le carte, prendendo il mazzo dalle mani di Shane. Continuò a passarsi le sottili carte da gioco tra le mani per qualche minuto mentre io e Shane, in silenzio, la guardavamo. Non potei fare a meno di incantarmi e andare con la mente a tutt'altro. Quand'ero piccola e papà andava al pub ad ubriacarsi di prima mattina, io accendevo la tv e mi mettevo a gambe incrociate, in silenzio, a guardarla. A quell'ora c'era sempre uno spettacolino di magia per bambini, messo in scena da un prestigiatore dal nome che mi faceva ridere come una pazza. Non ricordo quale fosse. Non sapevo ancora dell'esistenza della magia, quella vera insomma e ogni volta che guardavo lo spettacolo riflettevo sul fatto che quell'uomo viveva grazie alle bugie. Il pane a casa lo portava grazie alla finzione. E quasi quasi mi piaceva, la cosa. Mi ispirava moltissimo.Mi riportò al presente la voce di Megan, seguita dal commento di Shane.Qualcuno deve smazzare. Cos' le manderai a fuoco. Una volta sistemate le tre carte davanti a noi ed aver ricevuto le nostre, iniziammo a puntare.Lasciai cadere per terra due falci ed indicai la carta a sinistra.Per me quella è di picche. dissi con tono piatto, mentre lanciavo uno sguardo pieno di...significato a Shane. Era l'inizio di due giochi: il poker e fa' ingelosire Megan Lynn.

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