paura e delirio in sala comune

Claire/shane

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  1. maledimielë
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    17anni -- Serpeverde, Caposcuola
    CLAIRE OPHELIA ROBINSON
    Le ballerine grigie lucide di Claire sbattevano violente a terra, passo dopo passo, destando l'attenzione degli studenti che si trovavano, malauguratamente, sulla sua strada. A ogni sventurato la Serpeverde riservava un'occhiata di gelo, un'occhiata che bastava a farlo volatilizzare . In sette anni, proprio come Claire aveva imparato a conoscere Hogwarts, anche Hogwarts, e i suoi studenti, avevano imparato a conoscere lei. E guardandola in faccia quella mattina chiunque non fosse stato del primo anno avrebbe potuto tranquillamente capire che stava andando a punire qualcuno. La bocca, stesa e serrata, si stava preparando a pungere con la lingua velenosa. Gli occhi, azzurri e gelidi come loro solito, erano fissi davanti a loro, come un'aquila che punta sin da lontano la sua vittima. Le mani invece erano strette a pugno, tese lungo i fianchi, e si spostavano ritmicamente assieme ai suoi piedi, veloci e sicuri. Sapeva bene dove andare, Claire. La sua vittima, quella volta, era un compagno di casata. Non ne era turbata, anzi: i Serpeverde meritavano un controllo più vigile degli altri proprio perché ci si aspettava molto più che dagli altri. E non poteva accettare neppure il minimo sgarro. Neppure il minimo richiamo, ovvero proprio quello che era appena successo.
    Shane Howe era un ragazzo sveglio, questo Claire lo sapeva anche se non l'avrebbe mai ammesso. Erano entrambi dell'ultimo, avevano portato avanti percorsi scolastici paralleli. Raramente si erano rivolti la parola, e in tutti quei casi era solo per necessità, o per punzecchiarsi per questo o quell'altro motivo. Non si erano mai presi, ma tutto sommato coesistevano. Vivevano le loro vite senza turbarsi a vicenda, preferendo altre compagnie, separati da caratteri troppo diversi, o più probabilmente troppo simili. L'animo imperturbabile di Claire non era mai stato infuocato da Shane Howe. Effettivamente il compagno di casata non aveva mai destato alcuna particolare emozione, nella giovane donna, se non quel giorno. E purtroppo, o per fortuna, quando si parla delle emozioni di Claire non si può mai parlare d'amore, tutt'altro. La sventurata vittima era colpevole di aver fatto perdere punti all'onorevole casata cui appartenevano entrambi. La sventura era proprio questa: era capitato nella stessa casata della Robinson, e per di più allo stesso anno. Questo significava che Shane Howe era costantemente sotto controllo, e probabilmente era del tutto consapevole di cosa lo attendeva. Avrebbe dovuto esserlo anche negli anni addietro, quando Claire non era altro che una studentessa che teneva morbosamente alla Coppa delle Case, figuriamoci quell'anno, all'inizio del quale era stata eletta Caposcuola, per cui considerava la vittoria una sua responsabilità personale. Non poteva essere assolto, quindi, per aver fatto perdere punti ai Serpeverde, per aver apertamente contraddetto il professore di Erbologia. Non poteva essere assolto perché lo aveva fatto in maniera talmente indisponente, che Claire pensò che lo avesse fatto apposta per farla irritare. Ma certo, stava chiaramente sabotando lei e il suo lavoro! Chissà da chi era pagato, da quell'immondizia di Tassorosso, sicuramente. Aveva già dimostrato particolare propensione per quella casata. Ah, perché non c'era finito, allora, se gli erano così affini? Mentre quel fiume di domande e imprecazioni scorrevano nella sua mente, la verde-argento era giunta nella Sala Comune della sua casata, nei sotterranei. Entrando scrutò furiosa tra la piccola folla di studenti, i quali, chi prima chi dopo, cominciarono a notare l'espressione di Claire, e a chiedersi, con un certo timore per sé, a chi fosse riservata. Qualcuno si allontanò, con la coda tra le gambe, colpevole di qualche misfatto che tanto, prima o poi, le sarebbe giunto all'orecchio. Qualcun'altro invece restò, incuriosito, per assistere alla scena. HOWE! La voce scoppiò in un urlo acuto che risuonò nella Sala per qualche istante. Gli occhi di Claire presero improvvisamente vita, si animarono delle stesse fiamme dei suoi capelli. La giovane Caposcuola vide qualcuno sospirare, sollevato di non essere il designato, sollevato che non fosse il suo turno, quella volta. Howe, salta fuori se non te la stai facendo sotto, lurido beota! Altrimenti ti verrò a cercare personalmente e non sarà piacevole, anzi. Potrei anche farti vedere come ho fatto a prendere Eccezionale a Corpo a corpo. Era ferma, lì, sulla soglia. Il mondo in quella stanza si era momentaneamente fermato, proprio come in una scena del far west. Claire ora stringeva saldamente la bacchetta, che portava sempre nella vita della gonna. La stringeva mentre scrutava come un falco tra i ragazzi, la stringeva mentre cercava avidamente la vittima del giorno. Si costrinse a contare fino a tre. Era il suo unico modo per controllarsi, ed era anche strettamente limitato a quei tre secondi, purtroppo, perché sul quattro era sempre già scoppiata come una bomba. Uno. Nessuno si faceva avanti. Dove diavolo era nascosto Shane Howe? Forse alla fine aveva davvero cambiato casata e doveva cercarlo nella Sala Comune dei Tassofessi. Due. Che diavolo guardate, perdenti? Ringhiò ai ragazzi lì attorno che non facevano altro che fissarla, chi divertito chi un po' meno. Un gruppetto si dileguò, la sala era quasi deserta ora. Tre.
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    Edited by maledimielë - 8/7/2014, 14:22
     
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    Quindi, ragazzi come sapete quando Marjoribanks Beaumont scoprì l'Algabranchia, ci fu una vera rivoluzione in campo subacqueo. Il nuovo professore di Erbologia, secondo Shane, era un asino. Dove l'avessero pescato era un mistero.
    Non è esatto. La penna d'oca di Shane, che si stava muovendo veloce sulla pergamena si fermò all'istante e lo sguardo andò al professore.
    Come prego? Il sessantenne panciuto e con lenti molto spesse guardò Shane quasi strabuzzando gli occhi e aggiustandosi gli occhiali che gli erano inevitabilmente caduti sulla punta del naso.
    Shane sollevò le spalle. Elladora Ketteridge scoprì l'Algabranchia almeno un secolo prima, nella seconda metà del 1600... si guardò un attimo intorno, sentendo gli occhi degli altri studenti puntati su di sè. Insomma...lo sanno tutti. Concluse riportando lo sguardo sulla sua pergamena.
    A quel punto Shane giurò di aver sentito un gemito strozzato provenire dalla scrivania, e rialzando appena lo sguardo vide che il professore era diventato paonazzo e gli occhi rischiavano di saltargli dalle orbite.
    Mi sta contraddicendo Howe?! La scoperta dell'Algabranchia è attribuita al grande mago e grande Erbologista Beaumont Marjoribanks!
    Shane assottigliò losguardo, era certo che la scoperta fosse avvenuta ad opera della Ketteridge, anche se i meriti li aveva presi l'erbologista. Le figurine delle cioccorane a volte mentono, sa? Il silenzio tombale per almeno cinque secondi.
    FUORI DALLA MIA AULA. La voce del professore, al quale ormai gli occhiali erano ricaduti appesi sul suo stesso petto, esplose in tutta l'aula contro il serpeverde che senza fare una piega raccolse i propri libri dal tavolo, incurante degli sguardi che gli studenti - qualcuno in particolare - gli stavano lanciando. Guardò a lungo il professore di Erbologia, in quella serra troppo stretta per tutta quella gente. Lo sfidò con lo sguardo a lungo prima di voltarsi e lasciare l'aula. MENO 15 PUNTI A SERPEVERDE! Gridò l'altro non contento, dietro Howe che si fermò un attimo, sentendo quelle parole, ma poi riprese a camminare fregandosene altamente. Insomma, era lui che aveva torto.

    E così si ritrovò ad avviarsi al castello da solo, arrabbiato per aver ceduto all'impulsività. Avrebbe fatto meglio a tacere, così gli Slytherin non avrebbero perso punti. Si avviò a passo svelto verso la sua Sala comune, per poi rientrare nel dormitorio maschile. Gli ribombò nella testa la sua ultima frase "Le figurine delle cioccorane a volte mentono sa?" CAZZO! Che idiota! A volte non riusciva proprio a tenere a freno la lingua! Ma come se non bastasse doveva pure sfidarlo apertamente prima di abbandonare la serra! Scalciò un paio di scarpe - sue chiaramente - che si trovavano nel pieno centro della stanza e andò a sdraiarsi sul proprio letto. Innervosito da sè stesso più che altro. Chiuse gli occhi, e si lasciò andare ad un riposo molto breve. Dopo circa un quarto d'ora un richiamo soave lo ridestò.
    "HOWE!" La voce era inconfondibile, era della loro Caposcuola, era furibonda e come darle torto?
    Non aveva un bel rapporto con Claire, anzi, più che altro non aveva con lei affatto rapporti, come non li aveva con il resto dei suoi compagni. Era più che altro un rapporto "io non cago te e tu non caghi me se non in casi estremamente necessari". Quello era un caso particolare, sapeva che Claire - come lui - teneva in particolar modo al punteggio degli Slytherin e che far perdere punti così alla propria casata era da idioti. Ma cosa doveva fare? Era impulsivo. Si girò dall'altro lato del letto e si portò un cuscino sulla testa, così magari avrebbe evitato di sentirla, ma fu inutile.
    "Howe, salta fuori se non te la stai facendo sotto, lurido beota! Altrimenti ti verrò a cercare personalmente e non sarà piacevole, anzi. Potrei anche farti vedere come ho fatto a prendere Eccezionale a Corpo a corpo."
    Lurido beota? Così, davanti a tutti? Si immaginava la sala comune piena di altri studenti, visto che quello era un orario di via vai interminabile.
    Si levò il cuscino dalla testa e guardò verso la porta. Non sarebbe entrata a cercarlo anche nel dormitorio, vero? Si prese il suo tempo, si stiracchiò e scese dal letto per rinfilarsi le scarpe, con molta calma. La sua divisa non era mai in ordine e questo era risaputo, ma in quel momento anche i capelli erano perfettamente spettinati. Sembrava ne fosse uscito da una lavatrice, in effetti, o che avesse subito l'accatto del Platano picchiatore. Si avviò, molto lentamente, verso l'uscita del dormitorio e aprì la porta ritrovandosi metà sala comune rivolta verso l'unica persona che stava al centro della stanza: Claire. Purtroppo, una volta aperta la porta del dormitorio, gran parte della folla si era voltata verso di lui, che odiava avere occhiate sopra di sè. La guardò, un attimino infastidito. Perchè non hai chiamato anche la banda musicale già che c'eri? O usato un sonorus sulla cima della torre dell'orologio? Sono qui, dove pensi che sia? Era arrabiato anche lui, dopotutto, per aver perso punti. Capiva la rabbia di lei, certo, ma chiamarlo così attirando l'attenzione di tutti gli studenti era da isteriche....


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    Edited by iridescent - 10/7/2014, 13:35
     
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    17anni -- serpeverde, caposcuola
    CLAIRE OPHELIA ROBINSON
    ...Tre. La bocca di Claire era lì per scoppiare, negli occhi aveva le fiamme della bomba che stava per esplodere. Ma quella bomba era lei. Lo sapevano tutti, sapevano che Claire la rossa era da maneggiare con cura. Altrimenti? Altrimenti i suoi capelli avrebbero preso fuoco. E i primini ci credevano davvero, a quella storia che girava per i corridoi del castello, tanto che Claire li sorprendeva spesso mentre le fissavano la chioma. La verità era che le fiamme le teneva tutte dentro, e solo lei sapeva che se le avesse liberate Hogwarts e il territorio nel raggio di tre kilometri sarebbero diventati nient'altro che cenere e macerie.
    Ma la bomba non esplose. Shane Howe apparve giusto in tempo sulla soglia della porta del suo Dormitorio. Aveva l'aspetto trasandato di chi non si cura troppo di sé, completamente in contrasto con la precisione maniacale con cui invece si trattava Claire. Anche in quel momento di panico e ira i suoi capelli erano perfettamente pettinati, ravvivati da boccoli naturali che avevano tutta l'aria di essere stati preparati a lungo. Ma Claire la perfezione ce l'aveva nel dna, in lei nulla era lasciato al caso, se non nelle lentiggini. I suoi occhi azzurro-ghiaccio cercarono quelli di Shane, per fulminarlo, ma non li trovò colpevoli. Erano piuttosto infastiditi, come se fosse stata lei e non lui a causare il danno. Perchè non hai chiamato anche la banda musicale già che c'eri? O usato un sonorus sulla cima della torre dell'orologio? Sono qui, dove pensi che sia? A quel punto la Serpeverde fu costretta a respirare profondamente, e a cercare nuovamente di autocontrollarsi. Esteriormente poco appariva dell'ira e delle imprecazioni che le passavano per la testa, e se ne aveva sentore solamente cercando bene in fondo ai suoi occhi. Co-me o-si? Sibilò dopo lunghi istanti a denti stretti, avvicinandosi al ragazzo con l'indice puntato minacciosamente contro di lui a mo' di accusa. Sinceramente pensavo fossi dai tuoi amici tassoidioti visto che hai deciso di fargli vincere la Coppa delle Case. Gli sputò acidamente addosso, lo sguardo inviperito di cui solo una Serpeverde è capace. Un ragazzino a pochi passi ridacchiò vistosamente, al suono delle sue parole, attirando l'ira della caposcuola. Claire si voltò a guardarlo, ancora più arrabbiata. Stupido beota, sparisci da sotto i miei occhi o non ti ricorderai più come si ride. Anzi meglio, ce ne andiamo noi. Non farti più vedere. Mentre parlava aveva afferrato bruscamente il braccio di Shane, e lo stava trascinando proprio nel dormitorio da dove era appena uscito. Un ragazzo dormiva in un angolo, ma lo lasciò fare perché sapeva bene che si sarebbe svegliato da solo sentendoli litigare. Lasciò la presa sul compagno e chiuse la porta dietro di lei, mentre lanciava un'ultima occhiataccia agli studenti in sala. Contento, ora? Che c'è ti vergognavi che gli altri scoprissero quanto sei stupido? Era tornata a guardarlo, severa, ma il suo tono si era acquietato ora che non sentiva lo sguardo indiscreto dei ragazzi più piccoli. Claire cominciò a pensare ad una punizione, a qualcosa peggiore dell'umiliazione che gli aveva appena fatto subire. Non l'avrebbe passata liscia. Era grande, grande abbastanza da rifiutare gli 'insegnamenti' dei compagni. E questo non gliel'avrebbe permesso, non avrebbe ignorato la lezione della verde-argento, anzi. Gliel'avrebbe impressa nella mente e sul corpo.
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    La vide avvicinarsi a lui troppo velocemente, e con sguardo minaccioso, puntandogli contro il dito. Oh accidenti che situazione, sembrava fosse sua madre! La guardò male tentando di farle capire con lo sguardo che non era proprio il caso, ma a lei probabilmente non importava un fico secco.
    "Sinceramente pensavo fossi dai tuoi amici tassoidioti visto che hai deciso di fargli vincere la Coppa delle Case." Trattenne un sorriso, ok, le cose iniziavano a divertirlo sul serio! Non voleva farla alterare ancora di più, comunque, visto che sicuramente le sarebbe venuto presto un infarto. Così ricacciò via il sorriso e annuì fintamente dispiaciuto e sapeva recitare bene. Okay, adesso però calmati. Le disse con tono adesso meno acido. Tutto si può chiarire no? E poi, non voleva certo finire in sala torture, non che Claire potesse portarcelo di peso, visto che in confronto a lei era praticamente un armadio, ma avrebbe potuto chiedere aiuto agli aguzzini della sala, o comunque chiedere rinforzi e Shane non ci teneva proprio a fare un altro giro lì. Era proprio furibonda per quei 15 punti persi! La vide alterarsi ancora di più alla risata di un ragazzino, e attaccarlo, per poi prendere Shane dal braccio e spostarsi nel dormitorio. La forza immane di quella ragazza lo stupì, comunque la seguì di sua spontanea volontà dentro il dormitorio.
    "Contento, ora? Che c'è ti vergognavi che gli altri scoprissero quanto sei stupido?" Si andò a sedere sul proprio letto. No, è che, odio le scenate pubbliche. Sollevò le spalle. Tutto qui. Adesso, se permetti, questo stupido beota vorrebbe farti notare che ti trovi nel dormitorio maschile e che sei completamente fuoriluogo.
    A quelle parole il ragazzo sdraiato all'angolo alzò la testa e vedendo la caposcuola diventò di mille colori, poi si nascose sotto le coperte.
    Il problema sono i punti? Li recupererò. Disse come se fosse la cosa più semplice del mondo. Il professore è una capra, spero che su questo concordiamo, semplicemente non ho avuto il buon senso di tacere.
    Sperò che lei si calmasse, anche perchè Shane odiava anche solo dover litigare così con le persone, perchè comprendeva quasi sempre un confrotti diretto con qualcuno, che lui se non in casi strattamente necessari evitava, semplicemente perchè odiava doversti approcciare (in bene o male) con qualcuno.


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    CLAIRE OPHELIA ROBINSON
    Definire Claire ‘isterica’ non era del tutto azzardato. Spesso, molto spesso, la verde-argento se la prendeva molto per cose futili, proprio come in quella mattinata. La verità è che voleva avere tutto sotto controllo, e se la prendeva così a cuore perché aveva soffocato troppa rabbia e troppo a lungo, tanto che ora era costretta a farla uscire fuori quando poteva per respirare un pochino più liberamente. Il sorriso nascosto di Shane la fece irritare, dunque, pur essendo un dettaglio relativamente futile. Okay, adesso però calmati. Tutto si può chiarire no?Le parole le rimbalzarono in testa come una pallina di ping pong. Immaginò di prendere la testa del ragazzo e di staccarla a morsi. Poi di portarla al professore di Erbologia per cercare di riacquistare i punti che aveva fatto perdere alla loro Casata, i punti che Shane non valeva. Cercò di calmarsi, di nuovo, e di nuovo inutilmente. Ora non si trattava più del danno che aveva fatto, ma della grandissima presa per il culo che traspariva dalle sue parole snervanti. No, è che, odio le scenate pubbliche. Tutto qui. Adesso, se permetti, questo stupido beota vorrebbe farti notare che ti trovi nel dormitorio maschile e che sei completamente fuoriluogo. Claire non capiva quale parte di tutte quelle parole gli dava più fastidio. Forse era stata la parola fuori luogo ad urtarla così profondamente, forse semplicemente era stata l’espressione insopportabile del ragazzo. Ciò che ne venne fuori fu un’espressione completamente indignata, che raramente aveva assunto. Di solito evitava completamente le smorfie, non erano indice di autocontrollo. Erano un diffetto, e lei non aveva difetti. Ma non riuscì a trattenersi anche quella volta, le scappò prima che potesse bloccare il suo stesso volto. Preferisco lurido beota. Ti rappresenta di più. Ringhiò torva, prima di schiarirsi la voce per avere modo di alzare ancora di più il tono. Non sai quanto sono emozionata nell’essere in un luogo così traboccante di virilità. Ma ti assicuro che l’emozione che mi prova questa puzza di piedi e panni sporchi non è positiva, Howe. Arricciò il naso e agitò platealmente la mano davanti alla faccia, come per scacciare quell’odore. Ma era impossibile, oramai era parte integrante di quella stanza, di quelle mura, del pavimento. Persino i letti lo avevano assorbito. Ogni singolo oggetto aveva lasciato il proprio odore naturale per integrarsi in quella nube di gas. Lanciò un’occhiata in fondo alla stanza, la dove il compagno di stanza di Shane si era svegliato e voltato a guardarli, sconvolto. Miller, mi dispiace dirtelo ma ti assicuro che non ti sognerò in pigiama stanotte. Il ragazzo fece una smorfia ma non si mosse, e Claire si chiese se avesse capito o cosa. Ma poco le importava, perché ovviamente Shane continuava a parlare con quella sua voce fastidiosa che le faceva schizzare i nervi. Il problema sono i punti? Li recupererò.Il professore è una capra, spero che su questo concordiamo, semplicemente non ho avuto il buon senso di tacere. Il problema erano i punti? Sì. E no. Il problema era il mondo intero, che si stava impegnando per mandarla al manicomio, da quello che poteva vedere. Il problema, scimmione, è che non ti rendi conto di essere al settimo anno! Sto cercando di controllare tutti, in questa casata, ma di sicuro TU non dovresti essere un problema, anzi. Dovresti fare da modello ai tuoi compagni più piccoli. Ma ovviamente cosa ti importa? A te basta vivere nella tua solitudine gnegne perché nessuno è abbastanza all'altezza, eh. Cosa ti importa se IO tengo a qualcosa? Aveva parlato con più foga di quanto voleva, aveva perso il controllo e le parole erano uscite senza un filo logico, senza censura. Rimase in silenzio per qualche istante, gli occhi fissi su Shane. Ma non guardavano lui, come per magia guardavano invece lei, come se si fosse materializzato uno specchio, tra di loro. Dopo un minuto di silenzio respirò rumorosa e incrociò le braccia al petto. Dovette scuotere il capo e strizzare più di una volta gli occhi per ritornare alla realtà. Lo so che è una capra. Gli do due settimane. Ora il suo tono era piatto, apatico, come se lo sfogo di poco prima le avesse improvvisamente bloccato il moto d'ira che l'aveva animata. Sentendo la sua voce così calma, troppo calma, si affrettò ad aggiungere: Ciò non toglie che la colpa è tua e della tua linguaccia, Howe. Senza alzare il tono come prima, anzi, mantenendosi sull'apatia. Bastava urlare per sfogarsi? Doveva farlo più spesso, allora. Si sentiva improvvisamente sfinita, fu tentata di buttarsi su uno di quei letti e dimenticarsi tutto, il suo nome, la sua casata, la coppa, il punteggio. Voleva solo dormire, ma sapeva che la giornata era ancora lunga, e Shane Howe era solo uno dei suoi tanti ostacoli prima del letto.
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    Ascoltò la sua lunga lamentela sul fatto che il loro dormitorio puzzava. Lui non sentiva affatto la puzza di cui lei parlava. Le serpi erano molto pulite, non erano certo dei tassi o dei grifi. Sei tu che sei voluta entrare qui. E rise come se fosse ovvio. Miller nel frattempo si alzò, con in mano dei vestiti e si diresse in bagno borbottando qualcosa con tono infastidito. Shane a questo punto si sdraiò sul proprio letto, e portò le mani dietro la testa, guardando il soffitto del suo letto a baldacchino e sperando che la caposcuola abbandonasse quel posto felice il prima possibile. So di essere al settimo anno, per questo mi sento in dovere di correggere un professore se sbaglia, così gli studenti più piccoli non apprendono cose sbagliate, no? Insomma, il suo ragionamento non faceva una piega, ma dimostrava anche quanto fosse testardo fino al midollo. Avanti Ophelia, non prenderla sul personale, anche io tengo ai nostri punti. Adorava chiamarla con il secondo nome (le poche volte che la chiamava, ovviamente) Perchè apprezzava quel nome più di Claire. Ophelia, davvero un bel nome, non tutti lo conoscevano a scuola, anzi, lo conoscevano davvero in pochi. Ma Shane era al corrente di molte cose sul conto degli altri suoi compagni, perchè anche se poteva non sembrare, era estremamente curioso! Una volta aveva sbirciato per caso un compito della ragazza, e nella firma aveva letto entrambi i nomi. Ophelia gli era rimasto impresso. Gli ricordava l'Ofelia del drammaturgo babbano Shakespeare, di cui aveva letto l'Amleto. Ofelia, impazzita per l'omicidio del padre e per amore, si era poi suicidata. Anche Shane, qualche mese prima, dopo l'omicidio dei genitori, aveva seriamente pensato al suicidio ed era quasi stato sul punto di compierlo. Poi aveva pensato che la sua vita valesse più di qualsiasi altra cosa, e solo vivendo avrebbe potuto mettere in atto la sua vendetta, che non sarebbe tardata ad arrivare. Non sapeva se a lei piacesse come nome, ma non aveva importanza, piaceva a lui.
    "A te basta vivere nella tua solitudine gnegne perché nessuno è abbastanza all'altezza, eh."
    Questa frase scese abbastanza affondo dentro di lui, ma come sempre, tentò di non darle troppo peso, insomma non era la prima volta che qualcuno lo accusava di essere snob, quasi se lui fosse sulla cima di una piramide e gli altri ai suoi piedi, come se fosse su un piedistallo. In realtà, non era così e chi lo conosceva sapeva quanto fosse in realtà un ragazzo semplice. Il fatto che pensava che la sua vita fosse più importante di quella degli altri, non significava che lui era una persona migliore degli altri. Semplicemente amava la solitudine o la compagnia di poche persone fidate. Shane era diffidente e misantropo, non snob. Rimase in silenzio, guardando dinnanzi a sè, con sguardo che in realtà non faceva trasparire nessun sentimento. "Lo so che è una capra. Gli do due settimane. " A quel punto la guardò, voltando appena la testa verso di lei. A quanto pare concordavano su qualcosa.
    "Ciò non toglie che la colpa è tua e della tua linguaccia, Howe."
    Già, ma che ci vuoi fare. Si rialzò dal letto e si rimise in piedi portando le mani nelle tasche dei pantaloni neri di quella divisa sempre più sfatta, in cui ormai la cravatta allentata era diventata una collana. Guardò un attimo Ophelia e visto che non voleva andarsene lei, lo avrebbe fatto lui. Vado a scusarmi con il professore capra, per "le figurine delle cioccorane". Insomma, si sarebbe scusato solo per quella frase. Sperava così, di leccargli abbastanza il culo da fargli riguadagnare i 15 punti persi. Riflettendoci, poteva scostare momentaneamente il suo grandissimo orgoglio che spesso gli faceva da scudo, ma solo per ridare agli Slytherin ciò che avevano perso.


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    CLAIRE OPHELIA ROBINSON
    La Serpeverde seguì con lo sguardo il compagno di casata, lo osservò torva mentre si sdraiava su quello che doveva essere il suo letto, e i suoi occhi tornarono velenosi quando sentì la sua risata snervante. Claire aveva seri problemi, con le risate. A lei non facevano lo stesso effetto degli altri, non le veniva a sua volta da ridere, tutt'altro. Si soffermava invece a constatare quanto fosse rumorosa questa e quanto ricordasse il verso di un porco quell'altra. La sua fortuna era che erano davvero in pochi, pochissimi, ad aver voglia di ridere sotto il suo sguardo. E forse era proprio la rarità di quelle situazioni a renderle così fastidiose. La risata di Howe né era rumorosa né ricordava il verso di un porco, ma riusciva comunque a sembrarle sgraziata, inopportuna e assolutamente dannosa per i suoi timpani. Non mi piace la tua risata. Smettila. Ringhiò prima che potesse finire da solo. Non c'era nulla di cui ridere, e nel momento stesso in cui lo pensò, Claire si rese conto di non avergli ancora dato qualcosa per cui piangere, errore suo. So di essere al settimo anno, per questo mi sento in dovere di correggere un professore se sbaglia, così gli studenti più piccoli non apprendono cose sbagliate, no? La stava prendendo per il culo, lo sapeva, era evidente, con quella sua faccetta da bravo ragazzo, con quelle stupide giustificazioni. I suoi nervi stavano letteralmente saltando, probabilmente si vedeva del fumo uscire dalle sue orecchie, ma non sapeva se erano allucinazioni o realtà. No, Howe, se il prof dice che due più due fa cinque, tu semplicemente non alzi la mano per correggerlo. E anzi quando sul compito ti chiede 'quanto fa due più due?' tu senza neanche pensarci ci scrivi un bel cinque affianco. E' facile. Alcuni lo definiscono come "dare agli altri quel che vogliono". Il problema di Claire era che per lei l'eticità non esisteva. Non c'era giusto, né sbagliato. C'erano solo i suoi obiettivi, e le persone che doveva manipolare per ottenere quello che voleva. Non si era sentita la coscienza sporca per anni, per tutta la sua vita, di sicuro non se ne sarebbe fatta una condanna proprio quell'anno, il più importante.
    Avanti Ophelia, non prenderla sul personale, anche io tengo ai nostri punti. Non era la prima volta che Shane Howe la chiamava col suo secondo nome, e la cosa non le piaceva, non le piaceva per nulla. Come poteva anche solo esserne venuto a conoscenza? Che invadente spione! Probabilmente era il solo in tutto l'istituto, e poteva farlo sparire dalla circolazione, volendo. Non chiamarmi Ophelia! Ancora non so come diavolo sei riuscito a scoprire il mio secondo nome, ma la cosa non mi lusinga. C'era qualcosa in quel nome che la rendeva ancora più schizzata di quello che era già di suo. Ophelia, sua nonna, madre di suo padre. Ophelia, una suicida, figlia ed amante. Non voleva quel nome maledetto, non lo voleva perché non le apparteneva sotto nessun punto di vista. Di sua nonna poco le importava, tutto ciò che ricordava di lei era un sorriso largo, in contrasto con gli occhi neri severi, profondi, mentre sibilava 'lo so che hai rotto tu il mio vaso, ragazzina. Ora vai nella stanza della punizione, e non ti voglio sentire.' E invece la sentiva, perché Claire urlava, si dimenava, non poteva farne a meno. Anche se sapeva che dopo ci sarebbe stata un'altra punizione, molto peggiore, anche se sapeva che non era giusto comportarsi così, non era da signorina per bene. Ma Claire lo aveva sempre saputo di non essere una signorina per bene. Claire, sono Claire, chiaro? Il suo sguardo si era incupito, ma fissava comunque minaccioso quello di lui, mentre la sua voce era ferma e decisa.
    Vado a scusarmi con il professore capra, per "le figurine delle cioccorane". Sentendo quelle parole torno subito in sé, e si ricordò del motivo per cui stava parlando con Howe. Vorrai dire andiamo. Non sono stupida, starò lì a controllare che vada tutto come deve andare. Lo corresse, cominciando a camminare rapida verso la porta del dormitorio. Prima di aprirla si voltò verso il ragazzo, verso la sua divisa stropicciata e disordinata. Sbuffò rumorosamente di proposito e senza aprire bocca afferrò brusca la sua cravatta, che si era completamente allargata, e lo azzittì con lo sguardo. Prese a maneggiarla sicura di sé, l'aveva imparato a fare tanto tempo prima, quando suo padre la obbligava perché era di fretta per il lavoro e lui semplicemente non ne era capace. La mamma in quel periodo aveva già smesso di guardarlo, e Claire era stata costretta a farsi insegnare da una domestica. Ovviamente l'aveva minacciata di farla licenziare, se mai l'avesse detto ai suoi. Perché a quanto pareva entrambi i suoi genitori si aspettavano che certe cose Claire le sapesse e basta. Quando finì, dopo dieci secondi, Howe stava molto meglio. Si lasciò sfuggire un sorriso di soddisfazione, e poi gli indicò i risvolti della camicia. Quelli sistemali tu, non ci tengo a palparti il culo. Ed era vero, per qualche strano motivo la Serpeverde continuava ad essere animata dall'odio e dalla rabbia, piuttosto che dall'amore e dal desiderio. Ovviamente non se ne faceva un problema, aveva visto tante ragazze calpestate, in lacrime, afflitte da un dolore che Claire non riusciva neppure ad immaginare. L'amore forse era l'unica tortura di cui non conosceva i meccanismi.
    Molto meglio. Potresti avere un aspetto decente con poco, vedi? Disse con convinzione, guardandolo dall'alto in basso. Sembrava quasi contenta, ma durò un attimo. Poi tornò allo sguardo incattivito di sempre, fece un cenno del capo al suo compagno di casata e uscì in Sala Comune. La terza ora di lezione era cominciata, quindi c'erano solo un paio di ragazzetti solitari che fingevano di star male. Collins e Grant, se non andate a lezione neppure domani potreste fare una brutta fine. La minaccia le venne meccanica, come se fosse una battuta di circostanza. Fulminò i due e poi raggiunse a grandi passi l'uscita, lanciando occhiate al ragazzo per controllare che non volesse scappare.
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    Ophelia, o meglio Claire, aveva un'idea molto diversa da Shane su quella che viene chiama "coerenza con sè stessi", forse lui non era abbastanza furbo per seguire il suo pensiero di vita, cioè, dare ragione agli altri per evitare la sottrazione dei punti. Questa era probabilmente la differenza più grande tra lei e lui.
    " E anzi quando sul compito ti chiede 'quanto fa due più due?' tu senza neanche pensarci ci scrivi un bel cinque affianco. E' facile. Alcuni lo definiscono come "dare agli altri quel che vogliono"
    No, decisamente no, non concordavano. Ma ovviamente questo non era un problema, non dovevano mica andare d'accordo su questo per forza. Ciò che adesso avevano in comune erano i punti persi, e Shane doveva recuperarli. Alla fine, anche lui pur essendo estremamente impulsivo, ragionava e capiva i suoi errori, magari ci metteva un po' ma alla fine li capiva. Si avviò alla porta del dormitorio mentre Claire parlava e non rispose alla sua frase sul "due più due fa cinque" si limitò ad ascoltarla.
    "Vorrai dire andiamo. Non sono stupida, starò lì a controllare che vada tutto come deve andare." E si posizionò dinnanzi a lui, andando a sistemargli la cravatta. Inizialmente non capì cosa voleva fare, ma quando la vide manovrare sulla sua cravatta la lasciò fare, guardando dall'alto il suo viso pieno zeppo di lentiggini. Anche Shane ne aveva qualcuna sul naso, ma non erano così evidenti come quelle di Claire, anzi, se non lo si guardava da molto vicino nemmeno si vedevano. Sorrise alla frase di lei. D'accordo, Claire, non voglio fare il furbo, vieni pure. Mentre lei continuava a sistemargli la cravatta continuò. Cos'ha che non va il tuo secondo nome? Domandò seriamente curioso. A parte il fatto che apparteneva ad una pazza suicida, ovvio.
    Quando lei ebbe terminato lui andò a sistemarsi la camicia, poi si sistemò un attimo i capelli guardando il proprio riflesso sulla finestra del dormitorio.
    Okay, adesso sono perfetto per una sfilata, andiamo? E uscì dal dormitorio ignorando i ragazzi che fingevano di sentirsi male. Dovreste andare da Rosier, se state male. Li informò Shane, visto che erano del primo anno. Si diressero verso l'uscita del castello e poi verso le serre.
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    Arrivarono alle serre in poco tempo e Shane potè scorgere in lontananza la figura di un serpeverde, non uno a caso, Jason Maddox si trovava all'interno di quelle stesse serre, nella parte opposta rispetto a quella in cui si trovava ancora il professore che stava risistemando il suo materiale. Shane non aveva proprio voglia di incontrare Jason, per niente. Il loro ultimo incontro alla lezione di Corpo a Corpo aveva visto Shane vincitore e Jason al tappeto. Non aveva voglia di discutere con lui, per niente.
    No, che diavolo. Commentò allora fermandosi un attimo. Non mi va di incontrare Jason.



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    Prefetto Maddox, perché si trova qui nelle serre? chiese il professore, notando il ragazzo perso nella serra. In risposta Jason sorrise, con la sua solita faccia da prendere a schiaffi, insomma da arrogante, finse però di essere lì in modo del tutto casuale Niente professore avevo solo voglia godermi un po' di natura mentì spudoratamente, in realtà lui stava andando in sala comune dei serpeverde quando aveva notato Shane e Claire uscire,insieme, per dirigersi non sapeva dove. Aveva a quel punto deciso di seguirli e una volta capito che si sarebbero recati nella serra aveva deciso di fare un'altra strada e quindi arrivare dal punto opposto da dove sbucarono poi loro due. Era sempre stato curioso, anche troppo a volte, e adorava capire cosa succedeva tra le persone, specialmente della propria casata. Magari avrebbe preso in giro Shane, quel rossino riusciva a eccitarlo in un modo perverso e cattivo, quasi come megan, entrambi facevano scaturire in lui qualcosa di strano e non era certo gentilezza, ma a differenza della Lynn, Shane non amava torturarlo ma solo prendersi gioco di lui nonostante fosse un bravo spacciatore. Con lui c'era la caposcuola Claire, anche essa rossa, ma diversamente dagli altri due citati, quella ragazza l'attraeva, come qualche anno fa lo fece Daphne. Probabilmente era così con tutte le ragazze, infatti per lui non era strano provarci ogni giorno con qualche d'una, non aveva preferenze, e per essere volgare bastava che respirassero insomma. Non che le ragazze venivano sminuite, anzi, le riempiva di carinerie, parole dolci, forse anche troppo, dato che lui era tutt'altro che gentile, infatti chi non lo conosceva poteva davvero scambiarlo per un ragazzo adorabile, cosa che assolutamente non era. Così, per curiosità soprattutto per la rossa caposcuola decise di seguirli e ora se li ritrovò praticamente davanti, nonostante ci fossero metri a dividerli. Passò al fianco del professore mi scusi prof. Ci sono dei miei compagni di casata. disse rimanendo con gli occhi fissi su di loro e con un sorriso che la diceva lunga. A passo svelto li affiancò e rivolse alla caposcuola un dolce sorriso Claire bellissima, ti sta infastidendo?! disse e rise per poi guardare Shane Vedo che sei in dolce compagnia..che fate? chiese poi tornando a guardare Claire.




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    17anni -- serpeverde, caposcuola
    CLAIRE OPHELIA ROBINSON
    Cos'ha che non va il tuo secondo nome?
    Shane Howe era un Serpeverde piuttosto particolare. Claire, ad esser sincera, non aveva ancora ben capito perché fosse capitato nella sua casata. Non aveva ben capito lui e basta, effettivamente. Ad esempio non capiva perché se ne stava sempre solo, in disparte, non capiva perché i suoi unici amici fossero così diversi da lui, non capiva perché era appassionato di quello strano strumento babbano che ogni tanto gli vedeva suonare. Non capiva perché certe volte, come quella, sembrasse sensibile. Ovviamente Claire non lo conosceva, né lui né la sua storia. Sette anni di scuola assieme e non aveva la più pallida idea di chi fosse veramente il ragazzo di fronte a lei. Si sentì turbata, a quella constatazione, perché certamente nessuno conosceva lei, e se lei non conosceva neppure un compagno di casata del suo stesso anno, beh, allora lei non conosceva nessuno. Non che ci tenesse, non particolarmente, ma non poté fare a meno di sentirsi per un attimo, un attimo soltanto, completamente sola sulla faccia della terra.
    Non mi piace. Tutto qui. Rispose sottovoce, come se gli stesse rivelando un segreto mentre in realtà gli rivelava una menzogna. Mentire le veniva in automatico, come se avesse qualcosa da nascondere, come se stesse nascondendo il suo cuore. Era colpa sua se non conosceva nessuno, questo era chiaro. Ma uscire da una vita di bugie e finzioni era difficile quanto uscire da una dipendenza. E in entrambi casi bisognerebbe prima ammettere il problema, cosa che Claire non avrebbe mai fatto spontaneamente, perché a conti fatti per lei non esisteva alcun problema. Okay, adesso sono perfetto per una sfilata, andiamo? La Serpeverde non rispose, camminarono in silenzio, invece, mentre percorrevano i corridoi noti e uscivano dal castello. C'era poca distanza tra l'uscita e le Serre, e la percorsero a passo svelto. A Claire non dispiaceva quell'aula. Il verde delle piante era lo stesso che portava sulla divisa con fierezza, e i raggi che le illuminavano erano quasi tangibili. Due figure maschili dall'altra parte delle serre attirarono l'attenzione. Il professore stava dicendo qualcosa a Jason Maddox. Con la coda dell'occhio si accorse che Shane si era improvvisamente fermato. No, che diavolo. Non mi va di incontrare Jason. E Claire non poteva che essere d'accordo. Jason Maddox era il loro prefetto. Era il tipo di Serpeverde esattamente opposto a Shane, pieno di vizi e con la fama da macho. C'era qualcosa di inquietante e perverso nel suo modo di fare, qualcosa che la spaventava terribilmente e la attraeva allo stesso tempo. Qualcosa che non era sotto il suo controllo, e che per questo era pericoloso. Claire bellissima, ti sta infastidendo?! Il volto della Serpeverde era teso, come se il solo udire quelle parole le procurasse uno sforzo immane. Erano le parole di un diavolo tentatore, lei lo capiva, lo vedeva chiaramente per quello che era, ma allo stesso tempo non riusciva a resistergli, sentiva lo stesso diavolo dentro di lei. Sorrise, ma non era il sorriso malizioso che tratteneva, era piuttosto un sorriso falso, di circostanza. Ciao Maddox. Sì, mi sta infastidendo, ma arrivi tardi. Me la sono cavata da sola. Gli occhi della caposcuola erano vitrei, come se avesse un fantasma al suo cospetto. Sentiva che c'era qualcosa che non andava. Era successo qualcosa tra Shane e Jason? Certo, oltre al fatto che a lezione il primo aveva messo il secondo al tappeto durante un incontro. La rossa lo ricordava, lo ricordava bene, perché effettivamente era una scena che non avrebbe mai neppure immaginato in tutta la sua vita. Piuttosto chiamami tu quando ti infastidisce. Saprei difenderti, Maddox. La sua lingua si era improvvisamente avvelenata, ma spezzò la tensione con una fragorosa risata. Quanto era raro sentire quel suono dalla sua bocca! Aveva del surreale, tutta la situazione. D'altronde ogni volta che incontrava Jason Maddox succedeva qualcosa di strano. Claire si innervosiva ancora prima che le si avvicinasse, il suo corpo si irrigidiva, mentre il suo volto cercava a tutti i costi di rimanere imparziale. Fortunatamente la sua lingua rimaneva quella di sempre, quella di una vipera. Ed era tanto più velenosa quanto più voleva allontanare la vittima. Sfortunatamente Claire era una Serperverde, per di più Caposcuola, respirava, e cercava in ogni modo di non inciampare tra le sue braccia. Aveva le carte in regola per diventare lei stessa la sua vittima. Vedo che sei in dolce compagnia..che fate? La rossa lanciò un'occhiataccia a Shane e poi allungò il collo per cercare con lo sguardo il professore. Lui sta andando a chiedere scusa al prof. Ci ha fatto perdere 15 punti oggi, solo perché non riesce a tenere a bada quella sua linguaccia. Tu, invece, cosa fai qui? I suoi occhi si ridussero a fessure e cercarono di scavare a fondo in quelli di Maddox, come per cercare altri pretesti per rispondergli male. Ma Maddox fingeva bene tanto quanto lei, e non trovò nulla. Era da qualche tempo che aveva il presentimento che qualche strano commercio potesse avvenire alle Serre. Ma la sua bocca era serrata, in attesa di scoprirne di più. Lasciò perdere il prefetto, giusto per il momento, e si schiarì invece la voce per alzare il tono. Prof! Può venire? Howe avrebbe qualcosa da dirle! Il professore alzò lo sguardo e cercò di capire chi fosse a parlare. Quando ebbe riconosciuto la folta chioma della caposcuola, si avvicinò nervosamente. Era ancora palesemente scosso dall'accaduto. Probabilmente sapeva di aver sbagliato. Claire ebbe l'impulso di tirargli un bel ceffone sul volto paffuto e barbuto. Ma si trattenne. Guardò invece Shane e gli diede una pacca sulla schiena, quasi lo volesse far cadere in avanti. Ovviamente non lo smosse di un millimetro, e la Serpeverde sperò che avesse almeno capito che non era una carezza ma una pacca bella e buona. L'espressione della sua faccia, d'altronde, non lasciava spazio a particolari fraintendimenti.
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    Jason non si fece sfuggire l'occasione e si avvicinò a loro, facendo sbuffare nuovamente Shane, che non si preoccupò di nascondere il suo stato d'animo. Assistette al loro stupido scambio di battute sul fatto che lui fosse fastidioso. Ancora con questa storia. Anche Evan Devereux, loro vecchio caposcuola, lo reputava una persona fastidiosa. Sinceramente lui non riusciva a capire in cosa fosse così molesto e anzi non si riteveva proprio tale, erano gli altri ad essere troppo suscettibili, il problema era loro, lui si faceva solo i fatti propri.
    " Lui sta andando a chiedere scusa al prof. Ci ha fatto perdere 15 punti oggi, solo perché non riesce a tenere a bada quella sua linguaccia. Tu, invece, cosa fai qui?" Sorrise, in modo abbastanza falso a Jason, a quelle parole. Sperò mentisse bene in proposito, se Claire ancora non aveva capito che Maddox era drogato e Shane spacciava, bè era meglio così e Jason doveva mentire bene, per non farsi scoprire, anche perchè ci avrebbe rimesso soprattutto lui che era aveva fatto della droga una dipendenza. Vide il professore avvicinarsi a loro, alle parole di Claire, e sentì una pacca di lei sulla schiena data in modo non troppo trattenuto. Così si voltò a fulminarla con lo sguardo più che potè. Riguardò un attimo Maddox, e con fare sicuro si avvicinò al professore iniziando a gesticolare con decisione mentre parlava. I suoi compagni non avrebbero sentito le sue parole, ma sapeva essere un ottimo oratore, soprattutto sapeva manipolare i professori di quel tipo: idioti.

    D'accordo Shane, accetto le tue scuse e i punti non vi verranno sottratti, non voglio lasciare un brutto ricordo di me. A quelle parole Shane intese che il signor Cioccorana aveva intenzione di fare le valigie e sloggiare da Hogwarts. Fantastico! Cercò di non sembrare entusiasta a quelle parole e trattenne ogni smorfia divertita e/o soddisfatta. Annuì abbassando appena lo sguardo, e quando il prof si distrasse un attimo si lasciò scappare un sorrisetto che durò poco.
    Oh, sono sicuro che troverà un altro impiego adatto a lei. Come spazzacamino babbano, magari. Sorrise affabile.
    E sa chi prenderà il suo posto? Domandò allora, sperando che il professore fosse abbastanza istruito da soddisfare quella sua curiosità.
    Sì, Edith Lagrange. L'espressione di Shane si fece stupita, i suoi occhi si ingrandirono appena e il ricordo della Lagrange, la mangiamorte conosciuta personalmente per l'ultima missione di Callaway, lo destabilizzò un attimo. Aveva visto quella donna morta nel lago del suo stesso sangue e poi inaspettatamente si era risvegliata. Era una donna dalle mille risorse che non gli aveva risparmiato battuttine sarcastiche. Ma, la notizia non è ufficiale, è una confidenza che ti sto facendo. Quella donna ha carattere e ha tutte le carte in regola per insegnare qui. Continuò il professore.
    "Sicuramente più di lei" avrebbe voluto rispondergli, ma si trattenne ancora una volta, dicendo invece Sì, ne sono sicuro. Detto questo non avevano altro da dirsi, salutò il professore con una stretta di mano e si avviò verso i suoi compagni poco distanti di lì.
    E' tutto sistemato e il prof Cioccorana lascerà Hogwarts. Informò i suoi compagni non appena il prof di Erbologia si fu allontanato abbastanza da non sentire le sue parole. Guardò Claire specificando E no, non è per colpa mia. Credo... Ma no, certo che non era per colpa sua.

    La notizia della Lagrange lo aveva rivoltato come un calzino e messo visibilmente in agitazione. Rivederla viva e vegeta, lo avrebbe riportato con la mente alla battaglia e al sangue di lei, cosa che voleva dimenticare. Visto che la mia presenza non è più richiesta, vi saluto. Detto ciò si allontanò con passo lento e rilassato, per tornare dentro il castello. Voleva stare solo.



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    Ciao Maddox. Sì, mi sta infastidendo, ma arrivi tardi. Me la sono cavata da sola. La ragazza rispose a tono, e forse anche in modo acido, ma a Jason piaceva, addirittura lo trovava eccitante in ogni donna. Infatti pensava che la professoressa Anjelika fosse attraente e Ophelia era simile, ma più sexy. Una ragazza straordinariamente affascinante in tutto quello che faceva e il fatto che fosse stronza col prossimo e in particolare con Shane non faceva che renderla irresistibile agli occhi di Jason. Rise così e si avvicinò a lei, ignorando Shane per il momento, cercando di inchiodarla con il suo sguardo da finto macho Peccato...ma lo sai che puoi contare su di me disse in risposta ma la ragazza aveva mangiato acido a colazione tanto che tornò a pungolarlo con le parole, ricordandogli della volta in cui il serpentello Shane l'aveva messo a tappeto. Ovviamente fu solo un evento straordinario, infatti bastava ricordare al Lilum. Quella si che fu una serata unica. Piuttosto chiamami tu quando ti infastidisce. Saprei difenderti, Maddox.affermò. Ma Maddox era tutto fuorché permaloso soprattutto quando aveva davanti una donna e in quel caso Ophelia, quella bellissima sirena in forma umana. Lo farò senz'altro..così poi ti darò il premio come fanno le principesse quando vengono salvate dai loro principi ribatté divertito e noto lo sguardo omicida che aveva riservato a Shane. Rise e con lo sguardo andò su di lui. Quel ragazzo era sempre così scontroso, ma non sembrava quella volta, sembrava cambiare se l'interlocutore era una donna e della sua stessa casata, insomma anche lui era come Jason. Anche se probabilmente a dirglielo avrebbe solo avuto una reazione aggressiva da parte sua, pensava seriamente che Shane fosse della stessa pasta di cui era fatto Jason. Lui sta andando a chiedere scusa al prof. Ci ha fatto perdere 15 punti oggi, solo perché non riesce a tenere a bada quella sua linguaccia. Tu, invece, cosa fai qui? continuò la compagna che ora era tornata a guardarlo, ma non si era per niente tranquillizzata anzi sembrava pronta a morderlo, come Anjelika quando diventava una vipera assassina e pazza. Ma Lui non demordeva, lasciò che Shane si avviasse dal professore. Lo aveva volontariamente ignorato. Non aveva voglia di torturarlo o prenderlo il giro quel giorno, da quando aveva posato gli occhi su Ophelia aveva deciso di non considerarlo la sua priorità, cosa che al contrario succedeva tutte le volte che s'incontravano nei corridoi. Non mancava mai di prenderlo in giro o peggio ricattarlo per la serata al Lilum che al contrario di Maddox, voleva dimenticare. Tornò a fissare la ragazza, si appoggiò alla porta, doveva pur fare il figo no?! Quando questo problema si sarà risolto mi concedi un'uscita insieme? chiese come se non ci fosse mai stato un tono acido nella ragazza, anzi al contrario lui aveva quasi percepito la voglia di lei a farsi invitare fuori.Solo Jason poteva aver captato una cosa del genere per questo il più delle volte prendeva un due di picche dalla donne.




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