The same old fears

@ufficio del preside | damian

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  1. sales
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    Aaron Sales
    mangiamorte • 21
    «And did they get you to trade
    your heroes for ghosts?
    Hot ashes for trees?
    Hot air for a cool breeze?
    Cold comfort for change?
    Did you exchange a walk on part in the war
    for a lead role in cage?»



    Lo trovò così: con la mascella dolorante, un rivolo di sangue che usciva dal naso e il culo a terra. Non che fosse rimasto inerme davanti a chi lo aveva attaccato, tutt'altro, ma poi si era reso conto se fosse tornato a casa in quelle condizioni, le stesse sarebbero ulteriormente peggiorate, e questa volta non sarebbero stati i muscoli ancora poco sviluppati di un dodicenne.
    Non aveva insultato nessuno, anzi! Nella sua testa voleva persino complimentarsi: il padre di quel tizio sapeva ballare davvero bene, ma non si limitava mica a quello, no, sapeva a memoria tutti i testi delle loro canzoni popolari! Mica cazzi.
    Probabilmente il ragazzo si era offeso, si era sentito attaccare dritto dritto nella sua virilità e in quella di ragazzo senor -neanche ricorda il suo nome-. Non era facile essere un indiano nel bel mezzo dell'Irlanda, sosteneva lui, figurarsi con un padre che ogni sera scendeva al bar per deliziare tutti delle sue movenze. Aaron da parte sua aveva palesemente preso dal ramo della famiglia sud americana piuttosto che dal padre austero e pallido, ma mai era stato ghettizzato né qualcuno si era mai lamentato dei carnevali di Rio che sembrava mettesse su Marisol -la madre- in cucina ogni volta che preparava il pranzo con la radio a tutto volume.
    Infondo non gli era andata così male, se il naso avesse smesso di sanguinare sarebbe riuscito a tornare a casa mascherando perfettamente il dolore al resto del volto, ma Liam non la pensava così.
    Non sapeva cosa ci facesse da quelle parti, era stato un caso che lo trovasse lì, seduto sul marciapiede, ma accadde, e si imbestialì.
    Fosse stato un ragazzo normale, quell'amico che i genitori augurano al proprio figlio, gli avrebbe teso la mano e l'avrebbe aiutato a ripulirsi, ma Liam -esattamente come la loro amicizia- era tutto fuorché normale. Dopo aver ascoltato il racconto di Aaron, senza dire neanche una parole, riprese a camminare per la sua strada, facendosi vivo solamente a sera inoltrata, come se nulla fosse successo. Come se non fosse andato a pestare di botte quel poveretto. Era il loro modo per marcare il territorio, per dirsi ti voglio bene.
    Per la prima volta, dopo anni, stavano combattendo una guerra senza potersi coprire le spalle, senza poter difendere quello che avevano costruito insieme.
    Lui, Aaron, era rimasto lì, per poter guidare la difesa ad un attacco che sapeva non sarebbe avvenuto mai.
    Lui, Liam, era andato là, a guidare un attacco necessario, e l'avrebbe fatto a testa alta e di petto, come faceva ogni cosa nella vita.
    C'era stato un momento in cui aveva deciso di lasciar perdere il loro piano e buttarsi nella mischia, prendere e partire per le scogliere, aveva cercato Leroy per far sì che qualcuno proteggesse il castello, ma non aveva trovato nessuno… allora era rimasto lì, a crogiolarsi nella disperazione.
    Aveva messo a posto l'ufficio.
    Aveva torturato due ragazzini del primo anno rendendosi conto in tempo che neanche ucciderli l'avrebbe fatto sentire meglio.
    Aveva cominciato a torturare sé stesso, piantandosi un coltellino nel palmo della mano e poi guarendosi. Piantandosi un coltellino nel palmo della mano e poi guarendosi. Piantandosi un coltellino nel palmo della mano e poi guarendosi.
    Alla fine si era rifugiato nell'ufficio di Callaway, si era seduto a terra, davanti alla grande scrivania con Kaos e Kela coricati ai suoi piedi e NonLoVoglio in grembo, una creatura ancora tanto piccola da sembrare il mostriciattolo più tenero del mondo.
    Non aveva programmato di regalargli un cane, lui per primo non sapeva da dove gli fosse nata l'idea di prendersene due, loro che non si occupavano di nessuno se non di sé stessi. Forse, in cuor suo, sperava che quel cane, per quanto piccolo e -ammettiamolo- brutto, potesse occuparsi di Liam, non viceversa. Avrebbe potuto imparare ad esternare una minima parte dei suoi sentimenti senza paura che qualcuno scappasse, che qualcuno morisse, che qualcuno lo pugnalasse alle spalle.
    NonLoSo. NonLoSo Callaway. Nome alquanto strambo, addirittura offensivo, ma quella era stata la risposta alla sua domanda quella mattina, e non si sarebbe permesso di cambiare.
    Il tempo era ormai cambiato, il sole non era più alto in cielo e il peso nel petto diventava ogni secondo più pesante.
    Poi dei rumori. Qualcuno sarebbe arrivato da un momento all'altro, se lo sentiva: il castello si sarebbe ripopolato, avrebbe trovato il modo di far sapere a Liam che era felice di vederlo senza abbracciarlo, senza stringerlo forte. Perché loro erano quelli che preferivano affrontare i nemici piuttosto che gli amici. Avrebbe trovato Leroy e avrebbero scherzato sul dove potesse essere finito, perché non sarebbe più importato a nessuno.
    NonLoSo drizzò le orecchie. Torna a casa LessieLiam.


    made by mæve.

     
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  2. damned‚
         
     
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    XXJx4D8
    DAMIAN ICESPRITE
    ex slytherin • professore • 26
    « War does not determine who is right - only who is left. »

    Una lunga giornata a San Mungo, una giornata che sembrava non voler finire. Davanti a lui una Guaritrice intenta a curargli l'occhio, oltre lei, dall'altra parte della stanza, altri due Guaritori stavano curando la signora Lagrange.
    Anjelika e Shane erano in un'altra stanza, probabilmente anche loro immersi nelle cure. Quella missione non era stata un mistero per nessuno, sebbene gran parte del mondo Magico non si domandasse nello specifico cosa i Mangiamorte erano andati a fare sulle scogliere di Moher. Quell'ultimo incarico sarebbe tranquillamente potuto passare inosservato, se non fosse che, su quelle scogliere avevano perso più di quanto avessero guadagnato. Avevano perso persone importanti, e tra queste, stando a quello che era stato riferito a Damian da chi aveva visto con i propri occhi, era presente anche Liam Callaway. Qualcuno aveva posto fine alla sua vita sparandogli al petto, e lasciando che cadesse nel vuoto dalle alte scogliere Irlandesi. Qualcuno che non aveva nemmeno avuto il coraggio di mostrare il proprio volto alla sua vittima. Da ciò che Kaylin Lewis aveva raccontato, non vi erano speranze che Callaway fosse sopravvissuto a quello scontro.
    Un ragazzo così giovane, morto troppo presto, per giunta per una trappola. Lo scontro sulle scogliere era stata una trappola per i Mangiamorte, che avevano abboccato come trote all'amo. Una carneficina gratuita, a cui avevano partecipato anche Babbani e in cui però, Damian sapeva, anche i Ribelli avevano sacrificato qualcosa, tutti perdono qualcosa in battaglia. Tutt'ora, dopo quasi una settimana da quello scontro, Damian si domandava se ne fosse valsa davvero la pena. La verità era una: la guerra non avrebbe potuto stabilire chi aveva ragione, aveva solo stabilito chi era rimasto in vita e chi invece era morto.
    Dopo San Mungo, i corpi dei defunti erano stati riportati alle rispettive famiglie che avevano pianto le perdite.
    Il suo pensiero andò a Callaway, nuovamente. Non che avesse con quest'ultimo chissà quale rapporto, però anche lui aveva diritto ad una commemorazione, ad un qualcosa che ricordasse che non era vissuto invano. Per quanto ne sapesse Damian, Callaway non aveva famiglia, a parte una sorella che non aveva voluto riconoscere, ma aveva delle persone vicine che gli volevano bene. Tra queste vi era senza dubbio Aaron Sales, giovane professore di Trasfigurazione e vecchio compagno di scuola di Liam a Durmstrang. A Damian spettava il difficile compito di informarlo della sua scomparsa, di raccontare quel che sapeva: che Callaway aveva combattutto fino alla fine, che era stato un ragazzo coraggioso in battaglia e che la sua vita era arrivata al termine troppo presto. Aveva fatto un giro nell'ufficio di Sales, nell'aula di Trasfigurazione, ma non l'aveva trovato. Così, grazie alla sua Mappa speciale, che individuava chiunque si trovasse dentro Hogwarts, aveva cercato il ragazzo vedendo che si trovava proprio nell'Ufficio della preside.
    Non aveva mai avuto molto tatto nella vita, non era un sentimentale, non era empatico, tutt'altro, era una persona molto fredda. Nonostante questo aveva pensato, lungo il tragitto che lo conduceva all'ufficio, a cosa poter dire a Sales, alle parole giuste che ovviamente non gli vennero in mente. Come iniziare il discorso? E semmai come comportarsi di fronte alla sua reazione? Perchè lo sapeva, avrebbe assistito ad una reazione forte da parte del ragazzo. Avvicinandosi alla porta dell'ufficio udì provenire dal suo interno versi animali, probabilmente canini, erano dei latrati di cuccioli. Damian non amava gli animali, in realtà perchè non aveva mai avuto la possibilità di affezionarsi a loro, Anjelika usava divorare qualsiasi animale nei paraggi durante i suoi sbalzi d'umore e le sue crisi. Quando bussò e poi aprì la porta dell'Ufficio si sorprese dei sentimenti che la vista dei cuccioli gli suscitò. Provò quasi tenerezza per quegli animali così carini, ma scacciò subito il pensiero, e puntò lo sguardò su Aaron Sales che stava seduto a terra, con i cani vicino a sè. Damian non era nel suo stato migliore quel giorno, l'abbigliamento era impeccabile, certo, ma il volto era stanco e sull'occhio sinistro aveva una benda in raso nero, che quasi lo faceva sembrare un pirata! La guarigione per quel tipo di ferita era lunga, ci avrebbe impiegato almeno un'altra settimana per sanare del tutto.
    Buongiorno, Aaron, tutto bene? Entrò nell'ufficio, che sembrava decisamente più ordinato dall'ultima volta che vi aveva messo piede, e chiuse la porta alle proprie spalle. Possiamo scambiare due parole? Poi il silenzio, la mente di Damian che ragionava in modo lucido su come poter iniziare il discorso. La verità è che...non so come iniziare. Diede voce ai suoi pensieri, quasi senza rendersi conto. Forse era meglio che Sales rimanesse seduto a terra, così nel caso fosse svenuto, Damian non avrebbe dovuto soccorrerlo per tenerlo tra le proprie braccia, sarebbe stato imbarazzante.


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1 replies since 27/5/2014, 23:53   204 views
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