Voltare pagina.

Maeve.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Skyler Morgan
         
     
    .

    User deleted


    codice

    tumblr_miplq90mJF1rdfre5o1_500
    SKYLER MORGAN
    EX SERPEVERDE • 23
    «Anche se siete sulla strada giusta, verrete travolti dagli altri se vi sedete ad aspettare.»


    Le persone, nel corso della propria vita, cambiano in base ai propri trascorsi. Sky lo sapeva bene. Quando venne al mondo conobbe fin da subito la morte anche se incoscientemente vide la madre chiudere gli occhi per abbandonarsi al sonno eterno. Una vita per una morte, uno scambio alla pari come se fosse un dannato prezzo da pagare.
    Un’orfana, ecco cos’era. Una piccola orfanella “raccolta” dalla nonna materna insieme alla sorella maggiore.
    Quel giorno la Morgan stava camminando con questi pensieri che le rimbombavano nella testa. I pensieri erano talmente infidi e maledettamente stressanti che non si accorse di essere arrivata in Dark Street. Si fermò e prese la testa tra le mani come per voler allontanare quei pensieri macabri che contornavano la sua esistenza. Ventitré anni passati a rimuginare e a cercare una valida spiegazione a ciò che il destino infame le aveva riservato.
    Abbassò lo sguardo sul terreno e socchiuse gli occhioni azzurri, respirando profondamente l’umida aria estiva che aleggiava tutt’intorno a quell’esile corpicino oramai adulto.
    Aveva scelto di tornare ad Hogwarts, voleva trovare un modo per riprendere in mano la sua vita ormai compromessa. Trovando un lavoro avrebbe dato una svolta decisiva al suo modo di vivere.
    Hogwarts era casa sua. Serpeverde l’aveva accolta tra le sue braccia e quando la dovette abbandonare, per un certo periodo, Skyler sentì un vuoto incolmabile dentro di lei ed in quel momento era li.
    Un sorriso spontaneo si disegnò sul suo viso a questo pensiero, doveva mettere un punto a tutto quanto e voltare pagina una volta per tutte.
    Raggiunse il muro e ci si appoggiò contro, quella pace e quella tranquillità fecero da paciere tra pensieri buoni e pensieri cattivi, trovando così un compromesso che avrebbe dato un leggero e momentaneo sollievo. La vita era lunga e la sua era appena iniziata.


    made by mæve.

     
    .
  2.     +1    
     
    .
    Avatar

    only illusions are real

    Group
    Special Wizard
    Posts
    1,402
    Spolliciometro
    +1,033

    Status
    Offline
    «ti uccido.» due parole pronunciate con una calma precisa e fredda, le labbra a muoversi appena in quella che – a tutti gli effetti – non era una minaccia, quanto una premessa. La sua giornata era già iniziata male: odiava i locali pubblici, frequentati principalmente da gente che avrebbe preferito di gran lunga sgozzare piuttosto che sorridere falsa da sopra un boccale di Burrobirra, ed odiava ancor di più quelli poveri. Il fatto che si fosse recata ai Tre Manici di Scopa, era tutto da imputare al proprio lavoro: non sempre essere Pavor significava avere la possibilità di torcere, e non metaforicamente, le budella a qualche ribelle.
    Talvolta le toccava il meschino lavoro sul campo. Le indagini preferiva farle in segreto, avvolta nel buio e nell’oscurità – purtroppo quel giorno non aveva potuto obiettare, considerando che il suo recente comportamento aveva già messo in bilico la sua carriera. Per quanto non avessero prove contro di lei, i suoi colleghi avevano trovato la coincidenza della morte del loro capo alquanto opportuna considerando che, solo il giorno prima, aveva sollevato con sdegno un angolo della bocca in direzione di Rea Hamilton sputandole un corrosivo sangue sporco.
    Ma innocente fino a prova contraria, giusto?
    Sentiva il sidro, rovesciato dal goffo – ed incapace – cameriere dei Tre Manici di scopa, far aderire il tessuto della maglia alla pelle del ventre; lo percepiva scivolare, lento ma inesorabile, sulle gambe, fino a gocciolare atono sul pavimento del pub. Fu abbastanza cordiale da dare un margine di preavviso allo sfortunato, stupido, ragazzino di fronte a lei: «corri.» sussurrato nel più dolce e melodico dei toni.
    Ed il ragazzino, corse.
    Gli abbonò cinque secondi per rendersi più divertente la lenta, ed inesorabile, caccia. Si alzò con grazia dal posto che aveva occupato fino a quel momento, abbandonando il locale senza – ovviamente – pagare, e ruotò gli occhi al cielo nel rendersi conto che scovarlo, non sarebbe stato affatto difficile: si era lasciato alle spalle occhiate seccate e borbottii sommessi; alla Hamilton bastò seguire la direzione dei loro occhi, per ritrovarsi a svoltare a Dark Street, dove il rumore della folla venne sostituito dal sommesso ticchettare delle scarpe sui ciottoli. Alzò un paio di seri, ed affatto impressionati, occhi bruni su una ragazza seduta su un muretto. «hai visto un imbecille passare -» non dovette neanche finire la frase, che la giovane – diligente: brava ragazzina - gli indicò la strada percorsa dal cameriere con un rapido gesto del pollice. Le sorrise, Rea Hamilton, chinando rispettosamente il capo verso di lei. «gentilissima.» le concesse, pur mantenendo il tono distaccato e glaciale che, da sempre, la identificava come Rea Fuckin Hamilton. Continuò per la strada indicata dalla ragazza, fermandosi all’incrocio con i pugni poggiati sui fianchi. Dove si era cacciato quel perdente? Rimase immobile soppesando le alternative, decidendo poi per la strada di sinistra.
    # no one is safe
    23 y.o. | pavor
    08.07.2013
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    rea
    hamilton


    punti rispetto: +5
     
    .
  3.     +1    
     
    .
    Avatar

    in ciao treno i trust

    Group
    Neutral
    Posts
    1,266
    Spolliciometro
    +1,185

    Status
    Offline
    Non era la prima volta che Andrew Stilinski si distingueva, fra i suoi colleghi, per aver rovesciato qualche bevanda su uno dei clienti – anzi, se non succedeva almeno una volta a settimana, gli altri camerieri gli domandavano se stesse bene – ma era la prima volta che le blaterate scuse di Stiles, prefetto dei Tassorosso ed - evidentemente – incapace a vivere, riceveva come risposta un secco «ti uccido»
    Mmmh. Non era esattamente un grande ammiratore delle prime volte. Rimase chinato di fronte alla ragazza, lo straccio ancora in mano intento ad asciugare il pavimento (aveva provato ad asciugare lei, ma nel momento in cui aveva allungato le esitanti dita nella sua direzione, aveva udito un ringhio gutturale che gli aveva fatto – saggiamente – decidere non fosse il caso) e la bocca dischiusa in segno di sorpresa. Non che la gente non fosse avvezza a minacciarlo di morte, ma…di solito erano suoi compagni, capite. Bulletti – poteva gestirli. Non maledetti adulti dallo sguardo omicida. «devi proprio?» gracchiò in risposta, maledicendosi nel momento esatto in cui le parole lasciarono la bocca. «no cioè – dico – scusamidispiace, non era mia intenzione – guarda, pulisco tutto. ti va una tazza di cereali cheerios? Sono quelli ad anello che sanno di miele e di fiori – ehi la sai la storia dell’ape e dell’ape del baldo giov-» «corri.» «sissignora.» Non se lo fece ripetere due volte, il sedicenne Stilinski, prima di scattare in piedi e lanciarsi a tutta burrobirra fuori dal locale. Il proprietario, oramai, chiudeva un occhio sulle sue fughe strategiche: Stiles voleva credere fosse perché gli volesse bene, ma aveva il sospetto che il vero motivo fosse che non apprezzasse spargimenti di sangue nel suo locale.
    Vabbè, un motivo valeva l’altro. «scusi» bofonchiò, schiantandosi contro (una decina) qualche persona mentre sfrecciava per Hogsmeade. Rotolò per terra, e con la stessa grazia con cui cadde (poca) si rialzò in piedi (sempre poca), continuando a correre senza voltarsi a guardare dove fosse il suo inseguitore. Era un trucco che aveva imparato i suoi primi anni ad Hogwarts, quello: quand’era una Matricola si faceva sempre beccare dai ragazzi più grandi perché non resisteva a voltarsi, e finiva sempre per schiantarsi contro i muri (e sì che alle scale piaceva cambiare, ma sti cazzi?) MA alla veneranda età di sedici anni, non commetteva più stupidi errori da novellino.
    «mi disp sks scuuusa levati NO DICO SCUSI devo passare sì cioè – scusi ciao» sgomitò fra le persone con il capo chino e le spalle incassate, spalancando la bocca per cercare di recuperare quanto più ossigeno possibile. Si buttò in una strada laterale, senza riconoscere – ovviamente: aveva il senso dell’orientamento di un Lele – Dark Street. Non si guardò attorno, preferendo invece continuare a correre – raramente quella era stata una scelta sbagliata.
    All’incrocio, si fermò.
    Destra o Sinistra?
    Odiava scegliere. Aveva tempo per cercare una monetina e tentare il testa o croce? Poteva tornare indietro e fare morra cinese con la ragazza che aveva visto poggiata al muro? Poteva abbandonarsi per terra e fingere di essere morto? Destra o sinistra dESTRA o sINISTRA. Con un disperato verso di gola, si lanciò dentro un bidone della pattumiera all’incrocio fra le due strade. Lo richiuse sopra si sé, rimanendo immobile e trattenendo il respiro.
    «hai visto un imbecille passare -gentilissima.» Attese, con il cuore in gola, finchè i tacchi della mora non giunsero in prossimità del suo bidone.
    Ed aspettò ancora.
    Ed ancora.
    Ed ancora.
    Quando si decise ad uscire, il sole era ormai tramontato, e si era di nuovo perso lo spettacolo serale del teletubbies. «mannaggia»Ma almeno era vivo.
    # no one is safe
    16 y.o. | hufflepuff
    08.07.2013
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    stiles
    andrew stilinski


    punti rispetto: +5
     
    .
2 replies since 8/7/2013, 18:07   281 views
  Share  
.
Top