Panta rei.

Karen

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  1. .karen
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    neutrale• 21• ex raveclaw
    Karen Davis
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    « open up your heart and just let it begin»

    Hogwarts, Sala dei Ravenclaw, terzo anno.
    - Avanti Davis, io sono dieci volte meglio di quello! Lo so che ti piaccio ancora, dammi almeno un'altra possibilità- la implorava un ragazzo biondo, o forse sarebbe meglio definirlo "il" ragazzo biondo, visto che si parlava del suo ex. La rossa, con i capelli legati in un alta coda, e con la sciarpa della sua casata attorno al collo, lo fissava inebetita. Con quale coraggio le chiedeva di riprovarci, dopo tutto quello che aveva fatto! L'aveva cornificata davanti a tutta la scuola, mandando la sua reputazione a farsi fottere. Sfortunatamente per lui, già da piccola Karen aveva dimostrato di aver un orgoglio grosso quanto una casa, e per questo motivo non lo avrebbe mai perdonato. Ma forse, alla fine, non le era piaciuto nemmeno così tanto quel Christopher, altrimenti una seconda possibilità gliela avrebbe data.
    -Stai lontano da me almeno cinque metri, brutto deficiente- rispose infine Karen, che non ne voleva più sapere di lui.
    Doveva prepararsi per il ballo e non aveva certo voglia di perdere tempo con quel baccalà. -E' un avvertimento Karen: ti aspetto all'entrata della sala grande e tu sarai la mia dama. Vai con quello e vedrai!- continuò Christopher, con gli occhi minacciosi.
    La Davis prese per un braccio Alison e andò nel dormitorio delle ragazze, decisa più che mai a non scendere a compreomessi con quello che l'aveva ridicolizzata davanti all'inter scuola.
    Tristan Rosier, un ragazzo appartenente agli slytherin, più grande di lei di quanche anno, con un certo fascino, l'aveva invitata al ballo di quella sera. A lei giovava molto accettare quell'invito: un ragazzo più grande che ti fa da cavaliere al ballo fa sempre più figa, Chris avrebbe rosicato e lei avrebbe riconquistato un po' d'orgoglio.
    Chris la guardò danzare tutta la sera con il ragazzo del settimo anno e come aveva previsto la Davis, rosicò quasi da ridursi in cenere.
    Una cosa che, tuttavia non aveva previsto, era che quel ragazzo le potesse interessare davvero.
    Un interesse che si trasformò in amicizia, in affetto, in amore.
    Perchè questo era diventato per Karen, qualche anno dopo.


    Era diventato un amore così forte da indurre la Davis a sacrificarsi e a scappare per paura che gli potesse succedere qualcosa. Un amore che l'aveva comunque riportata da lui, che ancora aveva la forza di guardarla negli occhi e di piangere per lei.
    Il tempo e la lontananza lo aveva cambiato, ma nemmeno troppo in fondo. Con le parole, del resto, si può dire qualsiasi cosa, ma con gli occhi no. Quegli occhi celesti, erano ancora lo specchio dell'anima di Tristan, un'anima che credeva di essere perduta, un'anima che attirava quella di Karen.
    Tutti e due, uno davanti all'altro, piangevano. Per cosa poi? Piangevano perchè desideravano non essersi persi mai.
    -Tu mi chiedi l’impossibile. Mi chiedi di dirti che non ti amo…ma non posso. Mentirei a te e a me stesso. Ogni istante, in questi ultimi tre anni ti ho amata, sempre. Ogni giorno ho pregato dei nei quali nemmeno credevo, affinchè ti proteggessero. Ho sperato che tu fossi felice da qualche parte, e che non avessi mai sentito il bisogno di tornare qui. Ma rivederti è stata la cosa più bella che potesse capitarmi… Ti amo Karen, non ho mai smesso. Ma tu mi chiedi ora di trascinarti con me all’inferno, ed è proprio perché ti amo che non voglio. Tu meriti di meglio. Tu meriti di vivere-
    Sentendo quelle parole, sputate fuori con tanto dolore, credette di vivere una storia come quella di Giulietta, o di Isotta, o di Ginevra.
    Quello era un amore impossibile: lui uno di loro, lei, anche se fuori faceva finta di essere di esserlo, dentro sentiva che era diversa.
    Ma anche lui sapeva che se voleva era ancora in tempo per cambiare.
    La Davis aveva tentato il tutto e per tutto, non sapeva più che fare. Aveva chiesto un ultimo bacio, forse di addio o forse no, e quello era arrivato.
    Sentì le labbra di Tristan posarsi sulle sue, con delicatezza, la stessa con cui un uomo accarezza il proprio figlio. Era un bacio diverso per la Davis.. Sapeva di lui, sapeva di rabbia mista a dolore, di felicità e di desiderio. Sapeva di amore per Karen.
    Chiuse gli occhi a quel contatto, lasciando che le ultime lacrime scivolassero lungo le guance arrossate. Un contatto che la Davis non voleva perdere. Istintivamente portò la mano sinistra dietro la nuca di Tristan e appoggiò la destra sul suo collo, come per paura che qualcuno glielo potesse portare via da un momento all'altro.
    Passarono dei secondi che sembrarono un'eternità, poi lei interruppe il tutto.
    Aveva paura che se avesse aspettato ancora un po', non sarebbe riuscita più a fermarsi. Alzò la testa, e lo guardò in viso, poi disse con voce rauca -A te la scelta Tristan..- poi ancora gli accarezzò la guancia.
    -Sei libero di scegliere, libero tra il giusto e lo sbagliato.. Io la mia scelta l'ho fatta, ora tocca a te.- disse ancora la rossa, sperando in quella risposta: l'amore.
    winston,©


    Chiedo venia per l'abominevole ritardo ):
     
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  2. *Tristan*
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    Neutrale• 25• ex Slytherin
    Tristan Rosier
    chace12
    « She's the One»
    In ogni momento, la vita ci mette di fronte a delle scelte. A volte sono le altre persone a chiederci di decidere, a volte ci sono scelte obbligate. A volte le alternative sono talmente tante che si cerca di optare per il male minore, o per quello che a momento ci sembra il meglio. Ma anche il concetto di “meglio” cambia col tempo. Cambiamo noi. Cambia il nostro modo di vedere il mondo. Cambia il mondo stesso che ci circonda. Panta rei. Tutto scorre.
    Probabilmente, se Karen si fosse presentata qualche mese prima, avrebbe trovato un Tristan che nemmeno avrebbe riconosciuto. Spietato, sfrontato, subdolo. Forse era davvero quello il vero Tristan, un soldato disposto a tutto pur di obbedire. Ma quell’incontro aveva cambiato le cose. Davanti a quei suoi occhi verdi, il giovane infermiere si rendeva conto di non sapere più chi era in realtà, e acquisiva la consapevolezza di aver fatto sempre le scelte sbagliate. Tutto cambia. Ma non è solo il fato a far cambiare le cose. Sono le persone che decidono dei loro destini, i sentimenti che guidano le azioni. Tristan aveva sempre seguito la ragione, mai il cuore. E spesso il cuore con la ragione contrasta.
    Le sue labbra, il suo calore, sembravano averlo portato indietro nel tempo, quando ancora la sua anima non era completamente dannata, quando ancora i sentimenti riuscivano a portarlo per vie diverse da quelle che i mangiamorte gli indicavano. Dopo tanto tempo, per la prima volta, riusciva di nuovo a sentire i battiti del suo cuore sincronizzarsi a quelli di qualcun altro. Lei era sempre stata l’unica. Nessun’altra donna era mai riuscita ad arrivare dove lei poteva con un semplice sguardo, con una semplice parola. Lei era linfa vitale, che si insinuava nelle vene come un veleno, annullando la ragione. Lei poteva essere ancora sua. Lei voleva essere sua, nonostante tutto. Nonostante il loro amore fosse apparentemente impossibile, nonostante fossero come la luce e l’ombra. Si appartenevano da sempre, come lo yin e lo yang.
    Ed ora era proprio lei a metterlo di fronte a un bivio. Gli chiedeva di scegliere. Ma scegliere cosa? Non poteva scegliere che strada intraprendere, ormai ci era troppo dentro per tornare indietro. Il tempo delle grandi scelte di vita era trascorso, e lei non c’era stata a guidarlo. Non poteva scegliere di essere ciò che non era. Avrebbe potuto smettere di uccidere, avrebbe potuto schierarsi coi ribelli, avrebbe potuto diventare qualsiasi cosa. Ma qualsiasi cosa avesse scelto non avrebbe cambiato ciò che era. Tristan Rosier era un mangiamorte, un assassino. Diventare un sant’uomo non avrebbe cancellato il sangue dalle sue mani non gli avrebbe impedito di vedere i volti delle sue vittime ogni notte. Nemmeno Karen avrebbe potuto risparmiargli le fiamme dell’inferno.
    Ma c’era una cosa che poteva scegliere. Poteva scegliere lei, che gli offriva il suo amore nonostante tutto. In realtà questa era una scelta obbligata, perché rivederla era stata la cosa più bella che gli fosse mai successa. Ed ora che l’aveva baciata e abbracciata di nuovo, non riusciva a immaginare di rimanerne di nuovo senza.
    La vita è fatta di scelte, la maggior parte sbagliate. Ma quando la vita ci offre una seconda possibilità…non sarebbe da stolti lasciarsela sfuggire?
    Appoggiò la fronte sulla sua, sentendo ancora sulle labbra il sapore di quel bacio, del suo respiro, delle sue lacrime.
    “Non posso scegliere da che parte stare, è troppo tardi per questo...” Disse in un leggero sospiro triste, distaccandosi leggermente per guardarla negli occhi. Avrebbe davvero voluto tornare indietro e cambiare tutto. Ma questo non era possibile.
    “Ma posso scegliere noi. E a questo non potrei rinunciare neanche volendo, non di nuovo. Tu sei tutto ciò che di bello c’è nella mia vita, tu sei il mio cuore. Come potrei vivere senza il mio cuore?”
    Sperò davvero che non se ne andasse di nuovo, perché lei era davvero il suo cuore. Lei era tutto ciò che riusciva a renderlo ancora umano, a fargli provare qualcosa. Era diventato un mostro da quando lei l’aveva lasciato. Ma ora sentiva che c’era ancora speranza per lui. E non parlo di redenzione, o di cambiamento. Tristan Rosier poteva ancora vivere. Non più solo un corpo vuoto, non più solo una macchina da guerra. Tristan Rosier poteva amare. Solo lei, com’era sempre stato.
    “Resta.”
    Di nuovo quel “resta”. Ma stavolta non significava “resta qui a farmi compagnia”, come pochi istanti prima. Stavolta significava “resta qui al mio fianco, sii la mia ancora, sii mia.” Probabilmente lei l’avrebbe capito. L’abbracciò, come a volerla tenere stretta a sé per non farla fuggire di nuovo. Come a volerle comunicare la sua fiducia per quel che sarebbe stato. L’avrebbe protetta da tutto, in primis da sé stesso. Avrebbero potuto superare tutte le difficoltà stavolta, insieme. Stavolta, per la prima volta, sentiva di aver fatto la scelta giusta.
    Hogwarts, settimo anno.
    Erano passati diversi giorni dal ballo, eppure non aveva fatto altro che pensare alla sua bella dama dai capelli rossi. Poteva avere chiunque tra le Slytherin. Eppure lui voleva lei. Non vedeva nessun’altra. Non riusciva ancora a credere di averla potuta vedere di nuovo, lì, su quella torre di astronomia. Sapeva che per lei, lui era soltanto un gioco, ma non gli importava. A quel Tristan appena diciassettenne, non importava mettere in gioco i propri sentimenti. Lei ne valeva la pena. Il gioco stavolta valeva la candela. Lei non era come le altre: era sincera, dolce, bellissima. Aveva ascoltato ogni suo parola con interesse, si era beato del suo sorriso. E poi era successo. Senza sapersi fermare, e rischiando seriamente di prendersi un ceffone, Tristan l’aveva baciata. E quel bacio rubato era stata una delle cose più belle che potessero capitare a quel ragazzino sbruffone e pieno di sé. Ma mai avrebbe immaginato che quel bacio avrebbe cambiato la sua vita. Solo dopo avrebbe potuto accorgersi che quello era vita.


    Ora come allora. Panta rei, tutto scorre, tutto cambia.


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    winston,©



    - entrerò nel giunness world record per la role più lunga della storia.
    -E tris sceglie Kareeen! *parte la ola(?)*
    -bene. dimmi tu se vogliamo concluderla così, un po' in sospeso, o se vuoi rispondere. Ci ho messo un secolo, perdonami! ç__ç
     
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  3. .karen
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    Ribelle • 21• ex raveclaw
    Karen Davis
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    « open up your heart and just let it begin»

    Se qualcuno in quel momento, per puro caso, fosse passato davanti all'aula di divinazione si sarebbe rtrovato ad assistere ad una scena a prima vista incomprensibile. Forse erano passate ore da quando la giovane Davis aveva visto Tristan con gli occhi vitrei, o forse il tempo l'aveva ingannata poichè in realtà non era passata nemmeno mezz'ora. Non lo sapeva, tanto meno le interessava.
    Il tempo le aveva rubato così tanti attimi preziosi della sua esistenza, che ora si stava facendo perdonare, riponendo due tasselli di un puzzle ben incastrati.
    Tristan e Karen, due persone così apparentemente diverse, ma allo stesso tempo più simili di quel che sembra.
    La rossa, dopo aver assaporato nuovamente quelle labbra conosciute, si scostò attendendo una risposta. Diversamente da prima, non riusciva a sostenere il peso dei suoi occhi. Stava a testa bassa, come quando ci si vergogna per un errore commesso, incapace di fissare altro che non fossero i tacchi delle sue scarpe.
    Tra l'altro, solo in quell'istante si rese conto di quanto facessero schifo. Sicuramente non le avrebbe più messe.
    Nella sua mente si stavano venendo a creare immagini e scene di vita quotidiana che Karen non riusciva a scacciare nemmeno con tutta la buona volontà che aveva. Brutta storia quella dei film mentali..
    Fece un grosso respiro, come se dovesse sprofondare in una vasca d'acqua gelata da un momento all'altro, poi sentì la fronte calda di Tristan appoggiarsi alla sua. Adesso, nemmeno se avesse voluto sarebbe riuscita a guardarlo in viso.
    Continuava a fissarsi le scarpe quando lui cominciò a parlare.
    -“Non posso scegliere da che parte stare, è troppo tardi per questo...”-
    La sua voce era percepibile solo per le sue orecchie, come se non volesse che qualcun'altro li sentisse.
    Così quella era la prima coltellata, il primo contatto con l'acqua gelida nella quale si sarebbe dovuta tuffare.
    Rimase qualche istante in silenzio e Karen, che non aveva il coraggio di guardarlo, pensò che da un momento all'altro lo avrebbe sentito alzarsi e andar via. Ma nessuno si alzò.
    Tristan staccò la propria fronte e la rossa ebbe la sensazione che la stesse guardando. Alzò per un breve lasso di tempo lo sguardo immaginando di vederlo varcare la porta dell'aula, ma ciò che vide furono solo i suoi occhi azzurri che, come una calamita fa con il ferro, non le permisero di staccarsi.
    -“Ma posso scegliere noi. E a questo non potrei rinunciare neanche volendo, non di nuovo. Tu sei tutto ciò che di bello c’è nella mia vita, tu sei il mio cuore. Come potrei vivere senza il mio cuore?”-
    La Davis pensò di non aver sentito bene ciò che l'infermiere aveva appena detto. O forse si?!
    Tutto avvenne in istanti indefinibili e indecifrabili. Aveva scelto loro, aveva scelto lei, aveva scelto di condividere la sua esistenza con un'altra anima, che anche se aveva preso le distanze dal regime, restava comunque dannata. Dannata per il suo passato. Dannata per una famiglia che non si era scelta ma che le era capitata. Dannata per un futuro pericoloso e imprevedibile.
    Non aveva paura. Non era mai stata una tipa smielatamente o diabeticamente romantica, ma in quel caso capì che, accanto a lui, tutto sarebbe risultato affrontabile.
    Poi lui la abbracciò, circondandola con le sue braccia forti, e stringendola a se.
    -“Resta.”- disse poi senza staccarsi da quel contatto. Karen sorrise sul suo petto, felice come una ragazzina quindicenne che ha appena confessato la propria cotta al ragazzo che le piace.
    Il resta pronunciato poco prima non aveva niente a che fare con quello di ora.
    Sarebbe restata fino a che il destino glielo avrebbe permesso. Sarebbe restata e non se ne sarebbe andata mai più.
    -Non me ne andrò- rispose infine la rossa con lo sguardo perso nel vuoto, ma con la mente di nuovo piena di immagini di vita quotidiana. In queste però, erano in due, e non da sola.

    Panta Rei. Tutto scorre, tutto cambia. Tutto ritorna.
    winston,©


    YUUUUUUUPPI!! Festino in aula di divinazione per questa role Finalmente finita ^^
    #karestanagain #ipiùffighi #soddisfazioni #rolechehapiùdiunannomalasciamoperdere <3
     
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17 replies since 29/5/2013, 18:15   505 views
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