Sin game.

Callie X Evan

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  1. ;Callie;
         
     
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    Melancolia Drokomoninov - 29 - Serpeverde
    epica-simone2

    "Your sex is on fire..."
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    Gioco.
    Peccato.
    Proibito, forse anche punibile se fosse stato scoperto.
    Ma Melancolia Drokomoninov se ne sbatteva altamente di ciò che era proibito e di ciò che non lo era.
    Quella sera uno degli studenti sarebbe entrato per quella porta e ne sarebbe uscito solo qualche ora dopo.
    Evan Devereux. Settimo anno, uno Slytherin con tanta ambizione e un carattere simile al suo.
    Incurante delle regole, opportunista, oco propenso alla sottomissione, almeno, da quello che aveva potuto capire.
    E di solito, Callie capiva molte cose dallo sguardo di un uomo.

    Certo, andare a letto con un sedicenne non era accettabile per i moralisti che popolavano quella scuola.
    Ma fino a quando rimaneva qualcosa di segreto, tanto valeva approfittarne.
    Una sigaretta, un bicchiere di vodka e un letto con lenzuola nere aspettavano il giovane studente, mentre Melancolia si preparava ad accogliere la sua preda.
    Un impermeabile nero, e sotto nient'altro che la propria pelle.
    I capelli lasciati sciolti incorniciavano quel viso di porcellana, mentre gli occhi erano contornati dalle folte ciglia, che per l'occasione aveva leggermente truccato. Questione di classe e stile.

    Callie si sdraiò sul letto, le gambe leggermente accavallate.
    Attendeva con ansia quel momento.
    Da tempo non si concedeva un divertimento simile, e finalmente l'istante propizio era arrivato.
    Pazienza, concentrazione, perseveranza.
    Tre obiettivi che lei aveva sempre perseguito con rigore e forza di volontà.
    Ma ecco, silenzio nella sua mente adesso.
    Per godersi a fondo certi momenti, nella vita, la mente doveva essere libera.
    Perché se la mente era incatenata, che gusto c'era a fare sesso con uno sconosciuto?

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    secver
    Evan Devereux
    Slytherin • 17
    «In the blood I fulfilled myself»


    Per una notte, avrebbe dovuto essere perfetto. Lui, che dell’imperfezione era la definizione, avrebbe dovuto indossare di nuovo la maschera di un amante, quello in grado di dare un orgasmo perfetto alla Drokomoninov.
    Poco gli importava che la donna avesse dodici anni in più di lui e che, fondamentalmente, volesse solo portarsi un ragazzo a letto per sentirsi più giovane. Erano le sue perversioni, non gli importava. Non si trattava d’altro, per lui, che cedere il suo corpo a qualcun altro per un paio di ore, così che potesse farne ciò che più le aggradava. Uno strumento.
    Era una delle sue insegnanti, infilarsi tra le sue gambe gli avrebbe aperte delle porte che, altrimenti, gli sarebbero state precluse. Questo era il fine: arrivare lontano, qualsiasi mezzo fosse costretto ad utilizzare. Godere, senza dubbio, non era il peggiore su cui, nel corso della sua vita, aveva dovuto ripiegare.
    Non gli interessava neppure che lo scoprissero: se così fosse stato, nella peggiore delle ipotesi lui sarebbe stato espulso da Hogwarts. E questo, con suo estremo piacere, sarebbe stato l’ennesimo grattacapo per sua madre. Cosa sarebbe successo a lei, non rientrava neppure lontanamente nei suoi pensieri.
    Si era fatto una doccia più lunga del solito e, dopo essersi asciugato velocemente, tanto che i suoi capelli erano ancora umidi, aveva infilato sui boxer un paio di pantaloni neri, bloccati attorno ai fianchi magri con una spessa cintura, e una semplice maglietta grigia. Scegliere abiti più eleganti, ovviamente, avrebbe destato sospetti. Aveva ricontrollato e rinforzato i tre Incanti Dissimulanti con cui celava le sue numerose cicatrici, onde evitare che la donna, dopo averlo spogliato scoprisse d’avere innanzi un poco attraente autolesionista. Non gli interessava affatto farle pena, anzi.
    In tutta onestà, era così poco legato a quella donna che non si era neppure posto questo problema. I suoi problemi erano solo suoi e non dovevano interessarle.
    Rapido, aveva percorso il tragitto fino alla sua meta. Nessuno gli fece domande.
    Non aveva nulla con sé, se non la sua bacchetta. Entrambe, poiché entrambe gli erano necessarie per quella nottata. Si trattava solo di un paio d’ore, questo è vero, ma voleva cercare di renderle memorabili.
    Arrivato davanti all’uscio, lo dischiuse e si infilò all’interno.

    Quando la vide, stretta nel suo impermeabile nero, le rivolse un sorriso. Bramosia.
    Evan era un buco nero che cercava in qualsiasi modo di riempirsi. Era tanto legato alla sua ipocrisia da credere lui stesso, solo per alcuni istanti, d’essere eccitato da quella situazione.
    La professoressa sexy e lo studente perverso. Sembrava la trama di uno squallido porno di seconda categoria.
    No, lui avrebbe reso tutta quella pochezza degna d’essere vissuta. Aveva un obbiettivo: divertirla.
    Circumnavigò il letto e si sedette sulla sponda.
    Dolce ma deciso, le strinse il mento e avvicinò il suo volto al proprio. Catturò il suo labbro inferiore in un bacio rovente che tramutò presto in un morso leggero. Quando quel contatto si concluse, un leggero rossore cerchiava il contorno della sua bocca.
    Le scostò una ciocca di capelli rossi dietro un orecchio. Lentamente.
    «Sei bellissima stasera» mormorò.


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  3. ;Callie;
         
     
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    Melancolia Drokomoninov - 29 - Serpeverde
    epica-simone2

    "Your sex is on fire..."
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    Gioco.
    La fremente e palpabile eccitazione che si prova prima di un momento come quello.
    La dolce sensazione di squallore, mista ad una leggera sporcizia di chi sa di stare per infrangere la morale.
    Morale, gran bella parola. Tre sillabe create dal bigottismo che negli ultimi anni si era impadronito della razza umana.
    Uomini, donne, non importava. Il finto perbenismo si era diffuso ovunque come un virus non arginato, un batterio che incatenava le menti di chi, se il giorno giocava un ruolo che non era il proprio, la notte gettava la maschera nel cesso e si lasciava andare alle perversioni peggiori, alla lussuria. Al peccato.
    Come lei. Non aveva mai nascosto quel suo lato, ma di certo un'insegnante di Hogwarts non poteva essere tanto stupida da mostrarsi sexy anche con gli studenti, oltre che con i propri colleghi.
    Stronzate. Perché fingere? Perché entrare in una spirale di bugie dalle quale è poi troppo complicato uscire?
    Perché sporcarsi le mani e l'anima con un'identità che non ci appartiene?
    Domande filosofiche e esistenziali che Melancolia si poneva mentre attendeva, nel letto, l'ennesimo amante da una notte.

    Poi ecco che l'uomo del mistero arriva.
    In silenzio, senza che un suono oltre al suo respiro esca.
    Non parla, mi fissa silenzioso e Callie sa cosa sta facendo. Sta leggendo la sua anima.
    Non succede mai. Non permette a nessuno di comprenderla, di scoprire le sue carte frugando tra le sue emozioni.
    Ma glielo lascia fare. E' una notte dove tutto è permesso.
    Cosa legge? Lussuria? Voglia accecante? Dolore?
    No, non può, perché Callie non mostra niente di tutto questo.
    Non ha emozioni, solo il suo corpo ha brividi pensando al piacere che arriverà di lì a breve.
    Lo guarda sedersi, lentamente, e baciarla, senza freni. Un morso, un altro, e le sue labbra infuocate.
    Il gioco sta per cominciare.

    «Sei bellissima stasera»
    Sussurra, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
    Trucchi inventati dagli esseri umani di sesso maschile per abbindolare le donne senza un briciolo di materia grigia.
    Ma con lei non funzionava. Si pose un dito sulle labbra er fare segno di silenzio ed iniziò lentamente ad accarezzargli il corpo.
    Gli addominali giovani ma perfetti, i fianchi magri ma ben definiti. Il corpo di un angelo del sesso, avrebbe osato dire.
    Con le labbra prese a sfiorargli il collo, i denti a mordere leggermente quella pelle giovane e ancora immatura.
    "Non si parla stanotte...non sono una di molte parole...voglio solo fatti..." sussurrò alzandogli la maglia e graffiandogli i fianchi, stringendoli quasi possessivamente. Un diavolo nel corpo di una donna dalla chioma fiammggiante.

    Con un gesto aprì l'impermeabile e si lasciò andare sulle lenzuola, trascinandolo con sé.
    Ora stava a lui fare la prossima mossa.
    E senza più attendere, la partita iniziò.

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    Evan Devereux
    Slytherin • 17
    «In the blood I fulfilled myself»


    La donna lo intimò al silenzio. Doveva solo scoparla.
    Evan non avrebbe dovuto neppure sforzarsi di fingere d’amarla. Aveva tra le braccia la rappresentazione corporea, e carnale, del più grande sogno erotico di ogni uomo. La Drokomoninov era l’amplesso perfetto del genere maschile: giù i pantaloni, dentro e fuori. Sarebbe stato facile e veloce. Un orgasmo ben riuscito, un piacevole esercizio fisico. E non sarebbe stato perfetto.
    O, meglio, lo sarebbe stato solo per lui, mentre lei avrebbe fatto ritorno ad Hogwarts non completamente felice.
    Non amava molto quelle donne che, come lei, credevano di saper condurre un amplesso. Le donne non ne erano capaci, non senza uscirne insoddisfatte. Prese dal dare piacere, si dimenticavano di darsene. E, lei, aveva accelerato troppo.
    Gli aveva tolto il piacere di spogliarla. Di sentirla sospirare. Ma avrebbe obbedito, in silenzio, facendole credere d’essere lei a stabilire le regole di quel gioco. Forse.
    Lei, sul suo corpo. Il suo petto, i suoi fianchi, il suo collo. Poi, gli mostrò il suo corpo e si gettò all’indietro sul letto. Scosse piano il capo, mentre faceva leva sulle braccia per non schiacciarla con il proprio peso.
    Scese sulla linea elegante del suo collo mentre, con una mano, le impediva di muovere la testa. Le sue scarpe caddero al suolo con un tonfo sordo. Si raddrizzò, ritrovandosi seduto sulle proprie caviglie. E la osservò, nuda sotto di lui. Era una bella donna.
    L’afferrò sicuro per le cosce e la tirò a sé. Con il suo corpo si mosse anche il lenzuolo nero che, trainato, si accartocciò sotto di lei. Le sue gambe, ora, lo circondavano. I loro fianchi, il suo, ancora celato dal ruvido pantalone, e quello di lei, entrarono in contatto per la prima volta. La prima di una notte che si sarebbe protratta ancora a lungo.
    Scivolò con ben studiata calma su di lei, non evitando affatto di farle sentire che l’eccitazione cominciava a fare il suo dovere. Infilò un braccio sotto la sua schiena, così da essere facilitato nel premerla contro di sé. Con l’altra, quella ancora libera, risalì la sua gamba, soffermandosi sicuro a qualche centimetro oltre il ginocchio. Il suo seno lo sfiorava. Quella maglietta cominciava ad essere di troppo. Ma poteva attendere ancora qualche minuto.
    Prese a lasciarle una lunga scia di baci, partendo da dietro il suo orecchio e soffermandosi all’inizio del collo. Cominciò a suggerle la pelle, mentre quella mano, quella sotto di lei, si spostò a sfiorarle il sesso. Glielo lasciò solo supporre, senza approfondire mai troppo quel contatto. Voleva solo distrarla da quel livido che, il giorno seguente, avrebbe dovuto nascondere con un incanto Dissimulante. Concluse quell’operazione con un piccolo morso.
    D’improvviso, si fermò. Le sue labbra, così come le sue mani, smisero di toccarla.
    Di nuovo, ritornò a sedersi. Con una lentezza che voleva chiaramente farla impazzire, prese a togliersi finalmente la maglia. Incrociò le braccia davanti al bacino, così vicino a quello di lei, e afferrò il lembo dell’indumento leggero. Piegando la propria schiena leggermente all’indietro, spinse in avanti quel suo iniziale turgore.
    Sì, voleva che lo sentisse. Voleva che cominciasse a godersi quella nottata di sesso. Voleva darle uno dei migliori orgasmi della sua vita.
    Scoprì prima gli addominali, pochi centimetri alla volta. Dall’ombelico, una striscia sottile di peluria sembrava indicarle la direzione verso il piacere. Una strada, quella, che presto la donna avrebbe percorso.
    Risalì ancora, mostrandole un torace tonico. Dovette interrompere per un istante il contatto visivo con i suoi occhi e il suo viso, che aveva volutamente trattenuto fino a quell’istante, per poter sfilare la testa dalla maglietta. Non vedeva l’ora di vedere la sua espressione, curioso di sapere se aveva avuto effetto su quella donna così fredda.


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3 replies since 5/5/2013, 22:30   129 views
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