colloquio aiutante - Coco

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    Sam
    Beauxbatons • 19
    «Dopo tutto, una bugia cos'è? Nient'altro che la verità in maschera.»


    C’era qualcosa di inquietante, ma anche di stranamente confortante nell’assumere le sembianze di Sam, la ragazza senza un passato. Ovviamente avevo dovuto ricreare una specie di percorso fatto dalla ragazza, qualcosa che dovesse escludere Hogwarts per ovvi motivi: si sarebbero accorti subito che non aveva mai frequentato la scuola, non avendola mai notata. Nemmeno Durmstrang era fattibile, Sales se la sarebbe ricordata.. Già, perché lui non sa di me, cioè.. di Sam. Sam è il mio piccolo segreto, se piccolo si può definire. E’ la mia ancora di salvezza, letteralmente: quando le persone vanno dal parrucchiere tendono a lasciarsi andare, a dire i più reconditi segreti, a vantarsi delle varie macchinazioni. Sam fingeva una curiosità disinteressata, Liam moriva dalla voglia di togliergli quello stupido sorriso dalla faccia. Non era facile convivere con due personalità ben distinte fra loro, ma nemmeno impossibile. Mi guardai allo specchio e apprezzai la forma che ero riuscito a dare al mio alter ego femminile: alta e flessuosa, occhi verdi e grandi, labbra carnose. I capelli erano un problema, perché io non ero abituato a gestirne di tanto lunghi. Li avevo usati come esperimento per i miei futuri clienti, e devo dire che non erano nemmeno un totale disastro. Per sicurezza comunque preferivo tenerli legati. Non vi dico i problemi per imparare a fare una coda alta che fosse anche dritta, ma questo è un altro discorso.
    Indossavo una semplice t shirt nera e molto professionale, con il nome del locale stampato a lettere cubitali sulla schiena; completava tutto un paio di pantaloni anch’essi neri, ed un paio di ballerine. Era davvero una sensazione strana avere quelle cose ai piedi, c’era qualcosa di sbagliato. La mia prossima tappa era quella di indossare i tacchi.. ma Dio, chi li aveva inventati? Erano un dannatissimo strumento di tortura, ed era impossibile camminarvici. Ormai guardavo con occhio nuovo tutte le donne che riuscivano a camminare con quelle cose: avevano tutta la mia stima. Più o meno.
    Ammiccai al mio riflesso e mi ripetei la storia che dovevo far conoscere al resto del mondo. “Mi chiamo Sam, mi sono appena trasferita da queste parti. E trovo che questo lavoro sia davvero.. perfetto per me!” cercai di assumere un tono eccitato, ma mi sentivo un completo idiota. Inarcai un sopracciglio e Sam assunse la mia solita espressione annoiata. Mi schiarii la voce. “Prima frequentavo Beauxbatons, nonostante i miei genitori fossero di Londra” strascicai l’accento francese e mi ringraziai mentalmente per l’incredibile capacità di apprendere nuove lingue innata. “Venga di nuovo a trovarci!
    Quando sentii suonare il campanello che segnalava l’entrata di qualcuno in negozio mi riscossi, poiché ero lì per fare un colloquio a qualcuno che avrebbe dovuto aiutarmi a gestire i clienti. Mi lisciai pieghe inesistenti sui pantaloni, e mi stampai un sorriso allegro in volto. Guardai la nuova arrivata entrare e.. beh, devo dire che io ero molto lieto di ciò che potevo vedere. Era davvero una ragazza mozzafiato: cosa potevo volere di più dalla vita? Mi trattenni dallo squadrarla dall’alto in basso, poiché l’interesse che provavo verso di lei non era propriamente adatto a Sam.
    Buongiorno. Sei Coco, giusto?” dissi porgendole la mano affusolata, senza far vacillare nemmeno un attimo il sorriso.


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  2. Aaron Sales
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    Coco
    Beauxbatons • 20
    «Che la Bellezza, odimi bene, Fedro, la Bellezza soltanto è divina e visibile a un tempo, ed è per questo che essa è la via al sensibile, è, piccolo Fedro, la via che mena l'artista allo spirito.»

    Sales guardò i tratti del suo volto cambiare davanti allo specchio: i capelli crescevano in morbide onde casten, il taglio degli occhi mutava e il color assumeva una sfumatura totalmente azzurra. Li chiuse per un attimo facendo sbattere le lunghe ciglia e quando li riaprì anche il suo corpo era completamente cambiato.
    Change.
    Ogni volta Aaron si stupiva di essere riuscito a creare una cosa tanto bella. Inizialmente si era sentito un po' neomamma doveva ammetterlo, ma dopo alcuni giorni di imbarazzo con il mondo e con se stesso si era reso conto che se davvero voleva mantenere una doppia personalità avrebbe dovuto dividere in due comparti stagni il suo carattere e quello che sarebbe stato di Coco. La biografia che aveva scelto per la ragazza era piuttosto banale, abbastanza da sembrare una persona comune: era nata in Francia, figlia unica di una coppia di maghi impegnati in lavori semplici ma ben visti, aveva studiato a Beauxbatons tra fronzoli e merletti. Avrebbe raccontato di essere da poco in Inghilterra per non rischiare di invischiarsi in discussioni troppo complicate su chi e quali posti frequentasse.
    Coco uscì di casa cercando di non farsi notare da occhi indiscreti, non avrebbe potuto sopportare che i vicini pensassero che lui frequentasse una ragazza fissa, figuriamoci se poi si trattava di sé stesso!
    Per l'occasione aveva deciso di non vestirsi con nulla di eccentrico o troppo elegante: aveva un paio di jeans scuri e attillati sopra i quali aveva abbinato una canotta color corallo che ricadeva morbida sulle sue curve, infine un giubottino di pelle nero.
    Raggiunse il negozio in poco tempo, rallegrandosi di quanti sguardi riuscisse a catturare con quel corpo, era quasi meglio che essere Sales! Quasi. Guardò la scritta che riportava il nome del negozio ed entrò sicura di sé, trovando più che divertente la situazione in cui si stava invischiando. Se l'avessero assunta avrebbe ufficialmente aperto il sipario sulla vita di Coco.
    “Buongiorno. Sei Coco, giusto?”
    Diede uno sguardo fugace al locale per fermarsi subito sull'aspetto della giovane che le aveva appena rivolto la parola: gli occhi grandi e verdi sembravano attirare irrimediabilmente l'attenzione di... di Aaron. Di un Aaron che però non era più lui.
    Sorrise nel modo più naturale di cui fosse capace e tese la mano alla ragazza stringendo la sua.
    "Buongiorno! Si sono io, piacere. E tu dovresti essere Sam giusto?" si tirò giù la cerniera della giacca - si sa che dai parrucchieri fa sempre più caldo- lasciando che si aprisse sulla canottiera leggermente scollata "Spero di non rubarti troppo tempo..." tirò fuori dalla borsa -ebbene si, stava cercando di abituarsi a quelle forme di tortura senza capirne ancora il loro vero funzionamento- alcuni fogli pinzati tra loro e stranamente non spiegazzati e glieli tese.
    "Non sapevo se avresti preferito qualcosa di scritto oppure solo un colloquio orale -Sales in cuor suo amò dire quelle parole- perciò ho preparato anche un curriculum. Ho frequentato Beauxbatons e sono uscita con il massimo dei voti in quasi tutte le materie. Al contrario delle mie compagne di corso, che hanno puntato fin da subito ad alte cariche al Ministero oppure a diventare Mangiamorte, io ho sempre desiderato immettermi in un mondo che comprendesse moda, bellezza e rapporti umani. Avevo cominciato un corso di parrucchiera poichè comprendeva tutte e tre queste qualità, ma lo abbandonai dopo alcuni mesi perchè per caso mi ero ritrovata in mezzo ad un corso per estetisti e mi sono innamorata! in seguito ho fatto un tirocinio che mi ha dato la possibilità non solo di apprendere ulteriormente ma anche di esercitarmi e migliorare ogni giorno." indicò con la mano il curriculum "Lì comunque c'è scritto tutto in modo un po' più dettagliato e formale."


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    Edited by Aaron Sales - 29/4/2013, 19:25
     
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    Sam
    Beauxbatons • 19
    «Dopo tutto, una bugia cos'è? Nient'altro che la verità in maschera.»


    Seguii il movimento della cerniera che si abbassava, non potei farne a meno. Nonostante le apparenze, ero pur sempre un giovane ed aitante uomo! Mi costrinsi a tornare al suo viso ed a mantenere il sorriso sulle labbra, mentre annuivo con interesse. “Esatto, sono Sam. Benvenuta da Amortentia” dissi con voce suadente, indietreggiando di qualche passo e accennando al negozio. Aveva una stretta decisa, insolita per una ragazza. non si trattava di maschilismo, Dio non voglia che sia accusato di una cosa simile, era la semplice realtà dei fatti. quasi che una stretta di mano rappresentasse un gesto più intimo e fuori luogo. Ascoltai il discorso di Coco, nonostante in realtà non mi importasse nemmeno un po’. Avevo bisogno di una mano in negozio, e tutto quel blaterare non.. aspetta.
    Aspetta, per la barba di Merlino.
    Beauxbatons? Cazzo! Il mio sorriso vacillò un istante, ma non abbastanza da insospettire Coco. Quella scuola era la mia copertura, o meglio, la copertura di Sam. Il fatto che avesse frequentato il castello francese era un ottimo motivo per non assumerla, davvero, meno l’avevo intorno meglio era: avrebbe potuto far crollare tutta la mia storia. Ma era così carina! E poi potevo semplicemente ignorare quel dettaglio, fingendo che mi fosse sfuggito di mente di ricordarglielo.
    Presi il fascicolo che mi porse, e ne sfogliai le pagine in modo disinteressato e leggermente annoiato. Alzai lo sguardo verso di lei e feci schioccare la lingua.
    Perfetto, ma le credenziali scritte non m’interessano. Preferisco qualcosa di pratico.. seguimi” feci un cenno con il dito e le voltai le spalle, avviandomi verso una poltroncina reclinabile. Mi sedetti e feci cenno di sedersi affianco a me. “Voglio un trucco particolare per una festa in maschera. Non ti do altri indizi, scegli te come procedere. In quell’armadietto trovi tutto il necessario” chiusi gli occhi. “Buon lavoro!”


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  4. Aaron Sales
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    Coco
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    «Che la Bellezza, odimi bene, Fedro, la Bellezza soltanto è divina e visibile a un tempo, ed è per questo che essa è la via al sensibile, è, piccolo Fedro, la via che mena l'artista allo spirito.»

    Coco non aveva mai tenuto un colloquio per un lavoro, certo, Sales era stato obbligato a farne uno per poter insegnare ad Hogwarts ma non era esattamente la stessa cosa. Sam in più non sembrava neanche per un minimo interessata a quello che il ragazzo aveva preparato con tanta cura. Com'era possibile snobbare tutta quella preparazione artistica? Avrebbe dovuto andare a fare teatro altroché! Oppure sarebbe dovuto nascere all'epoca di Shakespeare, quando anche i ruoli delle donne erano interpretati da figure maschili. Sarebbe stato il migliore del settore,la folla lo avrebbe acclamato entusiasta e avrebbe fatto soldi a palate!
    Si risvegliò dai sogni ad occhi aperti solo nel momento in cui Sam, con quel suo visetto tra il dolce e l'impertinente, se ne uscì con "[…] Preferisco qualcosa di pratico… seguimi."
    Non sapeva se essere contento di avere quell'aspetto per poter ascoltare quelle parole o se avrebbe preferito essere nella sua pelle per poter farle vedere seriamente qualcosa di pratico, Qualcosa in cui era davvero molto bravo.
    La seguì senza dire una parola, senza però perdere l'occasione di osservare al meglio il suo lato B. Era decisamente una ragazza interessante. Generalmente accanto a Sales stavano bene le bionde, probabilmente per questione di abbinamento di colori e pelle, ma ogni tanto amava fare delle eccezioni.
    "Voglio un trucco particolare per una festa in maschera. Non ti do altri indizi, scegli te come procedere. In quell’armadietto trovi tutto il necessario."
    Si sedette accanto a lei cercando di mostrarle l'aspetto più professionale che riuscisse a darsi, in realtà dentro di sé Aaron stava maledicendo i balli in maschera, i trucchi e quel posto.
    Si voltò verso l'armadietto cercando di fare una veloce lista di quello che c'era e di quello che gli sarebbe servito.
    "Allora, alle feste in maschera le cose sono due: o si indossa un abito con la rispettiva maschera vera e propria, coprendo quindi quasi tutto quello che si possa considerare come area di trucco, oppure ci si veste di un particolare personaggio o in modo particolarmente elegante lasciando libero il volto per poterci lavorare con ombretti e matite. Solitamente in quest'ultimo caso si ricorre a colori piuttosto scuri e sfumati in quanto danno un'aria più intrigante rispetto ad un bianco o ad un ombretto rosato." allungò la mano per prendere un paio di accessori e cominciò.
    "In partenza applico una base di fondotinta per rendere il tutto omogeneo ma senza esagerare in quanto hai una bella pelle." così dicendo passò il dorso dell'indice sullo zigomo della ragazza, come a sottolineare le sue parole "Prendo un ombretto argentato con i brillantini e lo applico su tutta la palpebra mobile, a questo punto nell'angolo in alto degli occhi comincio a sfumare con un grigio per poi proseguire con un nero. In questo modo allungheremo lo sguardo. Per far sì che il tutto sia ancora più magnetico aggiungo l'eye-liner..." Coco si avvicinò il volto a quello si Sam per essere più precisa possibile con il pennellino nero, fatto questo soffiò leggermente sulle palpebre ancora chiuse della ragazza in modo da eliminare i residui di ombretto in più. "Ora puoi aprire gli occhi." Si appoggiò le mani sulle gambe in attesa che Sam seguisse l'ordine e osservò con sguardo indagatore il lavoro che aveva appena svolto.
    "Perfetto, ma non abbiamo ancora finito. Solitamente io preferisco applicare il mascara solamente sulle ciglia superiori ma, in quanto festa in maschera, credo si possa un po' esagerare!" Stando attenta a non accecarla -cosa che mentre si allenava a truccare aveva fatto più volte- le passò il mascara nero anche sulle ciglia inferiori ed infine si impegnò nel metterle la matita.
    "A questo punto l'effetto dato è di luminosità verso l'interno dell'occhio data dall'argento e di eleganza e aggressività verso l'esterno quasi del tutto nero sia grazie all'ombretto che all'eye-liner. Opterei per colorare un po' le guance con il fard, ma al contrario della mia pelle la tua è più scura e meno rosata perciò bisogna andarci piano e trovare un colore il più simile possibile al tuo." Fece quello che aveva appena detto e la guardò entusiasta. "Et voilà! Per quanto mi riguarda aggiungerei anche un bel rossetto dal colore acceso per risaltare le labbra, ma anche un semplice lucidalabbra basterebbe, sei molto bella." Pronunciò le ultime tre parole come se fossero strettamente legate e coerenti con il resto della frase, del tipo: dato che sei già molto bella non c'è bisogno di accentuare le parti del viso, in realtà Sales lo stava pensando realmente e in modo del tutto staccato rispetto a quello che stava facendo. Era una ragazza affascinante e lui aveva fatto un ottimo lavoro.


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    //Off: assunto/a! Aaron, sei la donna della mia vita. Non rispondo on perché non ho niente da aggiungere. complimenti;)
     
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