Votes taken by running with the wolves

  1. .
    ciaoooo!! benvenutissima 💕🌷
    le presentazioni sono il male, ma è anche il primo modo per rompere il ghiaccio quindi eh, ci va

    che giochi ti piacciono, o a cosa stai giocando adesso?? io non sono così esperta, sono molto brava a mollare tutto dopo poco sigh. attualmente sto giocando solo a genshin impact, se vale?? (e sono fan di Kingdom hearts e idealmente anche final fantasy ma anche lì, mai finito un ff .)

    io sono Ari, quasi 28 anni!! di solito uso un altro account nell' off, ma non ho voglia di cambiare login quindi beccati l'account di Diaz (PG, per altro, attualmente dato per scomparso causa eventi di trama. chissà se è morto rip Diaz)

    Ti lascio come faccio di solito una serie di link copia incolla di cose secondo me utili ✨✨✨ non si sa mai

    guida alle sezioni (linkata anche in alto nel forum): è una mappa sempre utilissima per utenti nuovi e vecchi !! (come avrai notato abbiamo mille discussioni quindi... è bello sapere che esiste un posto dove è linkato tutto quanto, trovabile con ctrl+f. io la uso spesso!)

    guida ai doppi account. Qua sono elencati i rispettivi nomi di player-account-pg! abbiamo ottantamila account a testa come avrai notato, e magari ti osi chiedere "ma chi è sto pg" ma se non te la senti di farlo, puoi cercare qua! discussione sempre utile anche dopo mesi di permanenza ahaha. E collegato a questa, la

    ✧ lista dei pg work in progress (wip) di tutti. di nuovo, non perchè devi saperli, figurati ne abbiamo mille di pg e altrettanti di wip, ma perchè magari vedi il pv in giro a feste o nella sezione inception (dove ruoliamo pg senza scheda ancora approvata) e dici "ah ecco mi era familiare ma non è in lista prestavolto"

    ✧ Già che sono molesta ti lascio anche i miei pg con i riassuntini perchè why not (oppure puoi vederli dal pensieve se vuoi vedere gli account abbinati - io appena arrivata mi perdevo un po' con i mille account di tutti e mi piaceva impararli pian piano vedendoli in queste discussioni quindi... ricambio. Ma ovviamente nessuno pretende che li impari tutti subito!!!!!!) (per quello ci sono i raduni, ciao pulce ciao matti, non vedo l'ora di fare di nuovo i quizzettoni)


    spero di non essere stata molesta con i mille link (ripeto: no, non devi imparare in quattro e quattrotto i nostri mille pg e nomi e account ahahah però almeno sai che se hai dubbi, e non sai a chi chiedere, ci sono discussioni per trovare la soluzione ai tuoi dubbi

    PER QUALSIASI DUBBIO DOMANDA O PERPLESSITÀ NON ESITARE MAI A CHIEDEREEE LI ABBIAMO SEMPRE ANCHE NOI !!

    e se ti va, abbiamo un gruppo telegram dove ciarlare (o semplicemente è più veloce organizzarsi lì per le role)

    ancora benvenuta 🍰🧡

    CITAZIONE (Kerfuffle™ @ 2/3/2024, 17:40) 
    .
    Anyway, hai fatto strada, stra bene ad atterrare (?) su questo forum, vedrai che ti troverai bene qui con noi!

    a parte l'aww, il "hai fatto strada" mi aveva buggato e ho riso da sola. l'ho letto con la voce da padre fiero dei film, non so spiegare
  2. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    1986
    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    Daremo la colpa al risveglio (punto.) traumatico, all'assenza di caffè, a qualsiasi sostanza gli avessero iniettato, al leggero panico nel vedere dei ragazzini sanguinanti - perchè in nessuna linea temporale Hector Fabien Diaz avrebbe permesso a qualcuno di tirare
    un pugno
    a mani nude
    ad uno specchio.
    Soprattutto, non dopo aver accennato lui all'idea di romperlo.
    «Mireia Strabuzzò gli occhi, incapace di fermarla per paura di farle male strattonandola e non avendo trovato abbastanza in fretta la forza di tirarla via di peso - preferendo il proprio comfort di non ritrovarsela di nuovo fra le braccia al fermarla.
    Se ne pentì subito, appena si rese conto di cosa davvero fosse successo.
    Dopo il primo momento di sorpresa al rumore e alle schegge ovunque, finalmente afferrò Mira per l'avambraccio della mano che aveva usato per tirare il pugno, guardandola negli occhi-
    arrabbiato.
    Decisamente arrabbiato. Non un'emozione facile da estrapolare a Diàz - soprattutto, non facile che la esprimesse a parole.
    «¡¿En qué demonios estabas p-pensando?! ¡Podrías haberte roto la m-m-mano! ¡Podríamos probar la silla p-primero, o p-patearla! ¡Usa una sábana en el medio! por el amor de Dios, incluso el codo habría sido m-mejor! ¿Por qué quieres hacerte daño? ¡No eres indestructible, Cat!» Ci mise qualche istante a rendersi conto di aver usato il messicano - ma anche se alcune parole erano differenti dal cileno, immaginò che Mira (Mira, non Catalina; sperava non avesse notato lo scivolone) dovesse aver capito il succo del discorso. Aveva già perso una sorella che si credeva più forte del resto del mondo, non avrebbe lasciato che succedesse a suoi amici. Non con lui lì.
    Prese un grosso respiro per calmarsi, guardando di nuovo la mano della ribelle. Lasciò la presa distogliendo lo sguardo.
    Pensò di chiedere scusa. Era una donna adulta, poteva fare quello che voleva.
    Non lo fece.
    La ribellione non era sopravvissuta dieci anni grazie a comportamenti azzardati e ribelli che rischiavano la loro vita senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni e sapeva di avere ragione a non approvare il comportamento di Mira.
    Prese un pezzo di vetro da mettersi in tasca, la seguì alla finestra in silenzio, le lasciò scrivere il messaggio (notando altri visi ad affacciarsi alle finestre; altri ragazzini, grandioso), poi le prese di nuovo il braccio - con più delicatezza - invitandola in silenzio a seguire i suoi passi fino al letto.
    In silenzio, afferrò un lenzuolo, lo strappò, e poi la cercò di accompagnare di nuovo in bagno.
    «togliamo le schegge. L'acqua calda è meglio di niente; se ci sono pezzi ormai nella carne, usciranno leggermente»
    Finalmente, alzò lo sguardo su di lei nuovamente.
    Non imbarazzo, non tristezza. Sfida. Voleva rifiutarsi pure di assicurarsi di non peggiorare la ferita? Pur non essendo sicuri che sarebbe stato necessario necessario combattere per uscire di lì, e la possibilità di rompersi una mano era una cosa stupida? «P-pensa, prima di agire. Non sei qui da da sola.»
    You taught me to laugh
    You taught me how to cry
    I learned it with you that sometimes a flower grows even in tears
    But it's not easy if you're not with me
    I'll shout, I'll shout your name till I lose my voice
    In the rain under the snow
    Suspended in the air like two swings




    ho trovato un traduttore random di messicano, sicuramente è sbagliato . ma tanto l'importante è il senso generale, e il messicano è diverso dal cileno quindi è comunque possibile a mira suoni male grammaticalmente
  3. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    1986
    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    «spero che almeno vada a sciacquarsi»
    Lui sperava piuttosto che Kaz restasse alla finestra, dove potevano vederlo, e assicurarsi che non ricevesse altre botte. Cercò di studiare il ragazzino a cui era attaccato, un po' defilato rispetto all'Oh... riconoscendo anche in lui un volto conosciuto dalla resistenza. Kayne, se non andava errato, e come Kaz pareva sporco di sangue - ma non avrebbe saputo dire se si erano scazzottati, o se era stato un terzo a intervenire. Non sapeva cosa fosse meglio.
    Imbarazzato, si lasciò abbracciare da Mira, ricambiando con due leggere pacche sulla schiena, ma... niente. Non era successo niente.
    Non aveva davvero altre idee per uscire da lì e raggiungere Oh (e le altre persone alle finestre), si sentiva impotente. Anche provare ad alzare di nuovo la voce, sembrava inutile: sentivano dei suoni soffocati attorno, quando stavano zitti, gente che parlava (gridava?), ma erano troppo lontani, o separati da troppo cemento, per comprendere appieno le parole.
    «Altre i-idee?» E in quel momento, lo vide.
    Non era certo di come non avesse fatto a farlo prima.
    Confuso si chinò, braccio tenuto in alto per non obbligare mira a fare lo stesso, e tirò l'angolo del foglio sotto il mobile-
    «cosa-...»
    Un volantino di persona scomparsa, di Kyle.
    Ma Kyle non era scomparso, l'aveva visto il giorno prima nei laboratori dei pionieri. E che senso aveva un volantino con la data odiern- ah.
    Guardò il cielo limpido all'esterno.
    Non ci aveva dato peso, all'inizio, dando per scontato quell'hotel fosse fuori londra, ma ora-...
    «non è più san san valentino» una domanda, ma anche un'ipotesi.
    A quel punto, panico. Quanti giorni erano passati, dal suo ultimo ricordo? Anche lui era stato dato per disperso? Sofia pensava non sarebbe tornato come sua mamma? Non sarebbe davvero tornato?
    Appoggiò la fronte al vetro, respirando velocemente.
    Non sapeva che fare (e manco arianna perchè non abbiamo neanche camere comunicanti . )
    L'occhio gli cadde su un cuore disegnato su una finestra con- sangue?
    «Possiamo s-scrivere, per comunicare» Guardò Mira, cercando di apparire sicuro. «capire se gl-gli altri sanno qua-qualcosa che noi non sappiamo. Rompiamo lo specchio, lo userò come coltello per tagliarmi, e usare il sangue come loro»
    You taught me to laugh
    You taught me how to cry
    I learned it with you that sometimes a flower grows even in tears
    But it's not easy if you're not with me
    I'll shout, I'll shout your name till I lose my voice
    In the rain under the snow
    Suspended in the air like two swings
  4. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    1986
    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    Soffiò una risata all'imbarazzo dell'altra, ricambiando la spallata.
    «smettila di prendermi in giro» «altrimenti?»
    Che era già di per sè sconvolgente qualcuno dicesse a Diàz di smettere di scherzare, visto che faceva una battuta ogni otto anni. Si sentiva di nuovo un po' in (quest) guerra, dove erano tutti così stanchi da ridere alle cose più assurde.
    Incrociò lo sguardo dell'uomo ammanettato dall'altra parte del vetro (barbie), ma non era certo di capire... se stesse bene. CHARADE TIME! Lo indicò. Fece un pollice alzato. Alzò le spalle come punto di domanda - il tutto mimando col labiale: "state bene?"
    Barbie: si allontana.
    Diaz: totem
    Ok i guess?? Doveva immaginare comunicare non fosse... facile.
    Seguì Mira verso il muro, continuando a osservare di tanto in tanto verso la finestra per cogliere altri segnali... ma si voltò verso la ribelle riconoscendo il pattern dei colpi. «Sai l'alfabeto morse?»
    «me l’ha insegnato mio fratello, magari qualcuno lo conosce»
    Aveva qualche dubbio al riguardo, ma mai dire mai, no?
    «dimmi se anche tu hai bisogno di qualcosa»
    Scosse la testa. Era particolarmente... stanco. Affamato. Un po' stressato dal fatto di non sentire la propria magia (due volte in pochi mesi: sperava non diventasse un'abitudine)... ma sapeva di poter ancora resistere.
    «Potremmo usare il- Kaz Oh.»
    Sara: non hai mai detto cazzo ad alta voce?!
    Non tirò via Mira dal muro, perchè capiva che aveva bisogno di stare lì per sentire se qualcuno avrebbe risposto ai suoi colpi, ma tendendo il braccio si riavvicinò di un passo alla finestra guardando l'amico di Clay ad un'altra delle finestre.
    «Il ragazzo con la lumokinesi. Sta sanguinando» Finalmente, iniziò a sentire il panico della situazione. Che ci faceva un ragazzino lì, ammanettato? E perchè sanguinava? Stava male? Era stato il tipo sconosciuto con cui era legato, o qualcun altro? Non era un innocente scherzo se permettevano ad un ragazzino di rompersi il naso.
    Ora si che voleva uscire da quell'hotel.
    Anche a lui, cercò di chiedere "stai bene?", usando lo stesso metodo di prima e, poi, l'alfabeto a gesti classico dei bambini. L'aveva imparato con Sofia, e anche se non era certo Kaz lo sapesse, nutriva qualche speranza. "Noi siamo bloccati qui".
    E tutto sarebbe stato più facile se fossero stati italiani e capaci a gesticolare come noi, Ciruzzo fatti valere.
    Tornando al come uscire di lì: potevano provare a rompere la finestra, magari calandosi con le lenzuola avrebbero potuto darsi alla fuga... ma voleva davvero mettere a rischio anche Mira quando si trovavano in uno spazio chiaramente pregno di magia sconosciuta? No, decisamente no.
    Potevano provare a rompere i muri? Ma come? Spostare i mobili, guardare dietro i quadri? Avevano già cercato ovunque-... doveva esserci una soluzione più facile, che divertimento c'era altrimenti...
    «Il biglietto di-dice buon san valentino. Forse dobbiamo-» si morse il labbro. Guardò Kaz (sorrideva? Digrignava i denti dal dolore??), tornò alla donna-... «Non abbiamo ancora p-provato a vedere se facendo qualcosa da da san valentino, saremo l-liberi»
    Deglutì.
    «P-p-posso?» Lentamente le prese titubante il viso fra le mani. Si avvicinò... Le posò un bacio leggero sulla fronte.
    Mormorò: «Non dirlo a Javi»
    You taught me to laugh
    You taught me how to cry
    I learned it with you that sometimes a flower grows even in tears
    But it's not easy if you're not with me
    I'll shout, I'll shout your name till I lose my voice
    In the rain under the snow
    Suspended in the air like two swings



    - risponde al saluto di barbie chiedendo a gesti "stai bene"
    - chiede a kaz a gesti (e con l'alfabeto a gesti) la stessa cosa + "noi siamo bloccati qui"
  5. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    1986
    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    «per te una fragranza omaggio con la promessa di tornare a trovarmi di tanto in tanto»
    Abbassò leggermente la testa grattandosi il naso. «Mi mi stai dicendo che ho un cattivo odore?» Sorrise leggermente sotto i baffi ... e visto che non era fatto per comunicare con le persone, si affrettò ad aggiungere aggrottando le sopracciglia. «è una battuta. To-tornerò con piacere, sicuramente» ugh, perchè con qualcuno era più facile comunicare, e con altri no? gli si spegneva il cervello, quando cercava di fare buona impressione, e ovviamente voleva farla a Mira: la conosceva da anni, era gentile, ed era finita in quella situazione imbarazzante con lui invece che passare un san valentino normale.
    / stacchetto finestra /
    «è decisamente qualcosa di più grande di uno scherzo»
    «O siamo qua tutti per per lo stesso motivo?» Continuò ad agitare il braccio in alto... e l'occhio cadde al giardino. Ah, non c'era nessuno. Da nessuna parte. Per niente creepy. Tornò alla coppia misteriosa., e provò ad aprire la finestra (e se anche solo questo li avesse riportati in un'altra stanza, sarebbe tornato al vetro) «Tappati le le orecchie-... EHI!» provò a gridare «CI SENTITE?»
    Era: confuso.
    Doveva starsi divertendo, o aveva ragione a iniziare a trovare tutto... strano? Poteva spezzarsi il pollice per liberare sè e Mira delle manette, ma poi sarebbero stati comunque bloccati lì, e a quel punto cosa potevano fare?
    «Forse basta a-aspettare la fine della giornata» ipotizzò per tranquillizzarla, in modalità papà aggiunse: «Per il resto stai stai bene? Hai freddo? Se devi... a... andare in bagno s-sto fuori dalla porta accostata, possiamo a-a-a-prire il rubinetto. Non v-vergognarti»
    You taught me to laugh
    You taught me how to cry
    I learned it with you that sometimes a flower grows even in tears
    But it's not easy if you're not with me
    I'll shout, I'll shout your name till I lose my voice
    In the rain under the snow
    Suspended in the air like two swings


    mira e diàz agitano la manina alla finestra, e Diàz grida
  6. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    1986
    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    «no… però mi sa che tu sei andato peggio» non c'è niente di meglio di una bella ragazza che ti dice che stai male vestito così, per l'autostima!
    Diàz abbassò lo sguardo su di sè, dovendo convenire che non era la sua taglia, ma lo stesso un po' imbarazzato dalle parole dell'altra. Stava così male?? Non era vanitoso, e poco gli importava di quello che la gente pensava del suo aspetto, ma era comunque felice di non vestirsi così, di solito, se quella era la reazione.
    «ah non ci lavoro ancora!! ma ho preso un locale ad Hogsmeade dove voglio vendere fragranze, sto provando a ristrutturarlo secondo il mio gusto»

    «Avvisa quando apri» le sorrise «mi mi farebbe piacere vedere» non se ne intendeva di profumi, nè li usava, ma forse Mira sarebbe stata così brava da trovare quello perfetto persino per un brontolone come lui.
    «un’escape room dici? ma ci avrebbero lasciato degli indizi più concreti. stiamo cercando da circa dieci minuti e non abbiamo trovato nulla»

    «abbiamo trovato il primo biglietto. Forse è è è un indizio» si affacciò alla finestra ponderando «buon s-san valentino... forse dobbiamo comportarci c-come ad un appuntament- oh aggrttò le sopracciglia, posando la mano sul vetro. Non aveva bisogno di chiamare Mira per invitarla a guardare anche lei fuori, ma picchietto lo stesso contro la finestra. «C'è qualcuno a quella finestra» un bene? Un male? Non ne era sicuro. Soprattutto perchè «guarda i i polsi» ammanettati anche loro.
    Continuava a essere tranquillo, a pensare fosse tutto un gioco o uno scherzo ma un sesto senso gli diceva che ci fosse qualcos'altro sotto.
    «Un un indizio?»
    Alzò la mano libera, agitandola per richiamare l'attenzione dell'atra stanza.
    You taught me to laugh
    You taught me how to cry
    I learned it with you that sometimes a flower grows even in tears
    But it's not easy if you're not with me
    I'll shout, I'll shout your name till I lose my voice
    In the rain under the snow
    Suspended in the air like two swings


    lo scrivo qua, chissà:
    si affacciano alla finestra, Diàz muove il braccio per richiamare l'attenzione di qualcuno
  7. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    1986
    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    Annuì sorridendo tristemente al commento su Julieta. Poteva decisamente immaginare la necessità di fuga dopo... tutto quanto - e poteva capire anche il risentimento della sorella minore se se n'era andata senza dare grandi spiegazioni. Non disse a Mira "tornerà", perchè non voleva mentirle senza sapere tutti i fatti, ma sperava che il supporto muto fosse sufficiente.
    «ma secondo te perché ci hanno spogliati e poi rivestiti?»
    Aggrottò le sopracciglia. «Credevo fosse il il tuo pigiama» guardò i propri vestiti. In effetti... neanche lui era il classico Diàz; niente di sconvolgente, eh, non costumi da dinosauri o da pirati, però non era il tipo di persona da vestirsi con... camicia e completo brillantinato? Sembrava uscito da uno spettacolo di musica in prima serata. Si osservò nel rifletto della toletta, un po' imbarazzato dai bottoni della camicia che tiravano e- uh «è... tuo?» indicò i segni di rossetto, osservando poi le labbra di Mira con attenzione per cercare di guardare se il colore combaciava.
    Oh, Javi lo avrebbe ucciso.
    «io a parte il negozio e la passeggiata con il cane non avevo da fare un bel niente»
    Cane- CANE! «Dante» mormorò ricordandoselo all'improvviso, grattandosi la barba e ricordando la palla di pelo. «certo. L'ho c-conosciuto» Sorrise fra sè e sè. come aveva potuto dimenticarsi di un cucciolo simile? Di cui non parlerò oltre perchè Diàz parlava con gli animali, ma io non so davvero se il cane è una bestia di satana o no. «in che negozio lavori?» Intanto, perchè era già preoccupato sarebbe stata licenziata o che avrebbe creato problemi ai possibili utenti, e poi... beh. Perchè non lo sapeva, o ricordava, ed era curiosa. Classica amicizia, no? Sai che traumi ha subito il tuo amichetto a sei anni, il suo rapporto problematico col padre e il nome dei suoi animali, ma non davvero che lavoro faccia ogni giorno.
    - il teletrasporto nel bagno fu inaspettato.
    Erano... in trappola?? Lì? Sempre più strano. «Ancora sicura non sia uno uno scherzo?» per essere una tattica mangiamorte contro i ribelli, lasciava un po' a desiderare, e anche i laboratori non li ricordava così.
    «e se provassimo a contattarli dal telefono che c’era sul comodino?» Scosse la testa, scavalcando il bordo della vasca dentro cui erano finiti, e aiutando Mira porgendo la mano come un cavaliere. «Era era finto, parte della lampada» l'aveva notato prima cercando le chiavi, e non trovando fili di ferro per scassinare le manette (anche perchè lo dice il fateggio che non c'è il telefono).
    «Forse è solo una- come si chiamano. Quelle quelle cose che v-vanno di moda» si strinse nelle spalle, di nuovo nella sala principale. «Dove ci ci sono gli indizi in giro e se non li risolvi non puoi u-uscire» La gente pagava per andarci, magari qualcuno gliel'aveva regalata a loro in versione extra. «I maghi s-sono... particolari» che spiegava perchè gli pareva totalmente plausibile. Era pur sempre nato magonò, a cavallo fra i due mondi: sapeva il fatto suo. «hanno c-cacciaviti che scrivono sui sui giornali scandalistici»
    You taught me to laugh
    You taught me how to cry
    I learned it with you that sometimes a flower grows even in tears
    But it's not easy if you're not with me
    I'll shout, I'll shout your name till I lose my voice
    In the rain under the snow
    Suspended in the air like two swings
  8. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    1986
    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    «mia sorella non torna a casa da un bel po’, dubito si sia presa la briga di farmi uno scherzo»
    Gli occhi castani passarono dalla stanza a Mira, studiandola. «non lo sapevo» forse nessuno aveva pensato potesse importargli, alla resistenza, o forse erano drammi interni familiari in cui l'essere ribelle non c'entrava niente, e se n'era solo... andata.
    Posò la mano senza manette sulla spalla della minore, uno sguardo comprensivo; non aveva più una sorella, ma non avrebbe mai dimenticato l'amore per lei, o il dolore di perderla. «stai bene?» aveva ponderato se dirle, piuttosto, che gli dispiaceva, ma magari non era una questione di stato, e non serviva dispiacersi. Sperava ancora che Julieta avesse "semplicemente" litigato con la minore degli IG.
    «non è un po’ troppo per uno scherzo, comunque?» Forse? Lui non era esattamente un simpaticone, ma esisteva gente che avrebbe potuto trovarlo divertente.
    «e scusa se sei rinchiuso qui con me il giorno di san valentino»
    scosse la testa sorridendo leggermente «non non avevo programmi. Sofi è da amici» Aprì un cassetto, frugò un po' alla ricerca di qualche oggetto adatto ad aprire le manette - una forcina, una spilla... «tu?»
    Riprese in mano il foglietto, cercando... indizi. Qualcosa. Non riconosceva la scrittura neanche impegnandosi.
    «Ti ti va bene provare a chiedere alla reception?» La guardò di sottecchi. Si sarebbe vergognata di farsi vedere ammanettata a lui? Si impegnò a studiare la sua reazione, pronto a chiederle se voleva la giacca da mettersi in testa.
    You taught me to laugh
    You taught me how to cry
    I learned it with you that sometimes a flower grows even in tears
    But it's not easy if you're not with me
    I'll shout, I'll shout your name till I lose my voice
    In the rain under the snow
    Suspended in the air like two swings
  9. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    1986
    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    «non devi scusarti, qualsiasi cosa sia successa eravamo in due» Oh ,e se questo pensiero non lo mise ancora più in imbarazzo. Non si impegnò neanche a sorridere, distogliendo lo sguardo e tossendo leggermente per schiarirsi la voce. Nope, no, non avrebbe pensato a sè e a Mira in modi strani. Mhmh, assolutamente no, cancelled.
    «sei stato comunque molto più delicato nel svegliarmi di quella bestiaccia a quattro zampe che mi ritrovo a casa»
    Diàz, che ha bestemmiato fra sè e sè obbligandomi a censurarlo: «bene» e via anche il pensiero a gente a quattro zampe con la ribelle, non voleva sapere cosa facessero lei e Dante nel loro tempo libero.
    «è tutto molto strano. se fosse stato uno di noi ad ammanettarci avrebbe lasciato le chiavi in giro, visto che non ci ricordiamo un bel niente e non eravamo nel pieno delle nostre facoltà mentali»
    Continuò a osservare in giro «Non non saprei. Non ho mai fatto cose simili... c-credo» cercò il suo sguardo. «proprio perchè dovevamo e-essere... non nel nel pieno possesso delle nostre f-facoltà mentali, potremmo aver l-asciato in giro la chiave» non escludeva l'idea del rapimento, ovviamente, ma... non gli piaceva molto.
    Come chiedeva Mira: perchè loro? E perchè lì? Gente strana al mondo ce n'era, ma non capiva il nesso.
    Guardò il proprio braccio quando lei gli fece notare lo stesso livido. Aggrottò le sopracciglia, sfiorando il buco. Non era un esperto di roba sintetica, ma- uh.
    Sembrava proprio che fossero stati drogati.
    Avrebbe spiegato la sensazione di spossatezza.
    Si sporse per leggere il biglietto. «È san san valentino?» contò mentalmente; in effetti, erano a inizio febbraio «oh. Auguri?» ??????????????????
    Cercò con gli occhi altri indizi. «Fo forse è uno scherzo, allora. Hai hai amici che farebbero c-cose simili?» aggrottò le sopracciglia «Julieta?» certo, c'era tutta la resistenza che avevano come amicizia in comune, ma Julie era... particolare così, e Diàz una volta aveva scherzato con i fratelli IG di aver avuto una cotta per lei. Forse ci aveva creduto e voleva sistemarlo con la sorellina????
    You taught me to laugh
    You taught me how to cry
    I learned it with you that sometimes a flower grows even in tears
    But it's not easy if you're not with me
    I'll shout, I'll shout your name till I lose my voice
    In the rain under the snow
    Suspended in the air like two swings
  10. .
    I think I'll pace my apartment a few times
    && fall asleep on the couch
    1986
    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    Quando gi occhi di Diàz misero a fuoco la donna, riconoscendo Mireia, lo special si irrigidí, spostandosi e allontanandosi a bordo del letto. Merda merda merda?
    Non c'è niente di meglio, per svegliarsi totalmente, di una dose in endovena di panico e imbarazzo perché ti trovi
    a letto
    in un hotel sconosciuto
    ammanettato
    con la sorellina di un amico.
    Che fra l'altro si aspetta un altro uomo vicino a sé. «mi mi dispiace-»
    Come ci era finito a letto con la special senza neanche ricordarlo, se neanche lei lo sapeva? Era stato tutto consensuale, almeno? Si era... approfittato di lei? Sembrava confusa quanto lui di essere lì.
    Diàz non beveva mai, fumava solo per rilassarsi, non usava più droghe pesanti, e non era decisamente il tipo da dormire con qualcuno (con una donna) con tanta facilità. Com'era successo?
    «non lo so? ero sicura di essermi addormentata a casa mia ieri sera »
    si passò di nuovo il pugno chiuso sugli occhi, scacciando la stanchezza, e annuì. Perché si sentiva così... strano...
    Avrebbe trovato una soluzione, l'avrebbe riaccompagnata a casa, ovunque fossero. La magia lì non andava, ma magari fuori dalla stanza si.
    «Cerchiamo in in giro qualcosa per aprire q-queste»
    L'ambiente non pareva pericoloso, ma meglio non rischiare.
    Non era abituato a essere costretto a quel modo, quindi ebbe qualche difficoltà a capire come muoversi con la cilena attaccata a sé, ma in qualche modo, aiutandosi a vicenda, riuscirono ad alzarsi dal letto, per cercare in giro risposte.
    «c'è c'è sicuro una spiegazione lo logica» per forza: l'alternativa sarebbe stata essere stati rapiti, e che senso aveva essere stati messi li... insieme? anche in quanto ribelli, aveva poco senso non fossero in una prigione.
    notò l'ombra di un livido sul braccio della special «quello lo lo ricordi?» non la conosceva cosi bene da essere sicuro non si drogasse per diletto personale.
    You taught me to laugh
    You taught me how to cry
    I learned it with you that sometimes a flower grows even in tears
    But it's not easy if you're not with me
    I'll shout, I'll shout your name till I lose my voice
    In the rain under the snow
    Suspended in the air like two swings
  11. .
    I think I'll pace my apartment a few times&& fall asleep on the couch
    1986
    special
    mr rain
    hector fabien diàz | legge-legge
    Al mondo, esistono particolari esseri - mitologici, indubbiamente - a cui piacciono le mattine. Aprono i loro occhietti belli, sorridono al mondo, ringraziano il cielo si essersi alzati (magari pure senza bisogno della sveglia), fanno la colazione dei campioni felici di essere vivi e pronti a iniziare una nuova, fantastica, giornata.
    Diàz non era uno di loro.
    Era un uomo ordinario, pacato e paziente. Apparentemente burbero, ma solo se non lo si conosceva - perchè diventava presto palese che la sua selettività comunicativa era data da un misto di timidezza e assenza di parole giuste sulla punta della lingua. Era gentile, normalmente, capace a esprimersi meglio con le azioni che non con le parole... ma non la mattina. Dio, non appena alzato.
    Un grugnito, versi sconnessi soffocati dal cuscino. Ancora cinque minuti, pensate di aver sentito? No, le madonne e tutti i santi. «porca» [beep] «e la sua» [beep] «perchè» [beep] «te lo infilo» [beeeeeep]«uughh... caffè....»
    Era sveglio già da un po' (colpa della luce? Della voce dell'altra persona? dei suoi movimenti che gli avevano strattonato il braccio?), altrimenti sarebbe stato ancora più cattivo nelle parole di rabbia bofonchiate a bassa voce contro tutti e nessuno. Aveva sempre bisogno di... un po'. Un po' tanto. Di tempo. Un'ora, forse due. Prima di diventare funzionale.
    E caffè.
    Allo stesso tempo, era piuttosto scomodo e dolorante per qualche motivo, e ormai doveva essere passato... abbastanza tempo da quando il suo cervello si era vagamente attivato. Poteva rischiarsela e (sigh) iniziare a vivere. Quindi si mosse leggermente. Sofia, sua nipote, era da amici quella settimana, ma aveva il lavoro, un'appuntamento nella resistenza per parlare delle ultime novità, e-...
    Voltò la testa per posare la guancia sul cuscino, i capelli scuri che andavano da tutte le parti, le palpebre stanche.
    «Uh» c'era una. «UH» PERSONA????
    Si alzò (non si scattò, non esageriamo. Diciamo... vagamente veloce), accorgendosi nel farlo delle manette a unirlo all'altra persona???? «C-cazzo?»
    Portò la mano libera al viso, massaggiandoselo, cercando di svegliarsi. Era ancora- cosa?
    eh?
    Ma
    E perchè il suo cervello era ancora più lento del solito?
    «scusa» per la parolaccia «cosa...?» era stato rapito e non se lo ricordava?? e portato in- un hotel? Aiuto? «che che s-succede» dov'è bugo.
    You taught me to laugh
    You taught me how to cry
    I learned it with you that sometimes a flower grows even in tears
    But it's not easy if you're not with me
    I'll shout, I'll shout your name till I lose my voice
    In the rain under the snow
    Suspended in the air like two swings



    ma sì, un po' di random.
    Se non conosci il pg: sono arianna / soft boy !! Diàz lo conoscono in pochi anche on gdr, però è ribelle ex magonò, messicano, sua sorella gemella (classe 86) è stata a hogwarts, fa l'erborista
  12. .
    hector diàz
    Got so much to lose
    got so much to prove
    god, don't let me lose my mind
    Se non fossero stati in punto di morte, Diàz avrebbe potuto trovare nel giovanissimo capo del consiglio qualcosa di simile ad un amico (non di quelli con cui ti confidi, magari, ma di quei colleghi a lavoro che ti fanno fare un sospiro di sollievo ricordandoti che in effetti non vuoi spaccare la testa a proprio tutti quanti).
    Apprezzava le sue mute affermazioni, il modo in cui riuscivano a capirsi senza sprecare troppe parole - o senza farsi troppe domande che esulassero dalla situazione. Il faunocineta non era mai stato tipo da fare rumore, le conversazioni a voce non erano il suo forte, e preferiva restare nella sua comfort zone silenziosa se non era con pochi amici intimi. Quindi comunicare con Daniels era- facile. Occhiati, cenni della testa. Domande e risposte semplici per raggiungere l'obiettivo comune di non morire sbranati da Lupi che non sarebbero dovuti esistere.
    Iniziava quasi a sentirsi a suo agio, abbastanza da rispondere al muto dubbio posto dal Daniels prima che davvero lo considerasse un terrorista (cosa che era, ma meglio non lo scoprisse così): «scuola superiore babbana. Mi piacevano chimica e biologia» abbastanza da averlo spinto a continuare sulla strada dell'erboristeria - privato a causa dell'assenza della magia della possibilità di perseguire una carriera come pozionista. Imparare i principi per creare bombe era stata la naturale progressione della sensazione di essere odiato da un mondo di cui avrebbe dovuto far parte per diritto di nascita, e della separazione dalla gemella durante gli anni scolastici.
    «non puntiamo ad ucciderli. dobbiamo incapacitarli. Il fuoco potrebbe accecarli, o spaventarli, abbastanza da renderli obiettivi più facili»
    Non seguì lo sguardo dell'altro, capendo ugualmente cosa stesse insinuando.
    «Non posso correre più veloce di loro» così sicuro nel dirlo, che neanche balbettò. Mostrò il cellulare, posandolo sul tavolo. Aveva controllato poco prima la batteria, ancora carica per... un po'. «Proverò a a contattare qualcuno di più più preparato e a-aarmato» inclinò la testa di lato. A dire la verità, credeva il piano fosse sempre stato quello. Daniels voleva lanciarsi dal tetto e correre via? Pensava di essere così veloce? Se si fossero messi a scappare, i lupi avrebbero di sicuro continuato a-
    Oh. Aspetta. Gamba o no, di certo non potevano scappare insieme, ma solo il Daniels?
    «posso attirare la la loro l'attenzione. Tenerli occupati m-mentre ti allontani. Da qui, o da dalla porta» Daniels era un mago, sarebbe stato più facile per lui: doveva solo arrivare dove la magia funzionava di nuovo, e sarebbe stato al sicuro.
    Raccolse le bombe finite, attento a non farle sfregare con niente, la molotov, tutto il necessario, e si diresse verso l'altra stanza. «non non mi aspetto che tornerai» così, caso mai Daniels pensasse che Diaz si fosse offerto di restare, con la speranza che fosse il capo consigliere a mandargli soccorso in fretta.
    Insomma.
    Era comunque compito del ministero occuparsi del problema dei Lupi lasciati senza controllo a sbranare civili indifesi, quindi prima o poi avrebbe dovuto fare rapporto di quanto successo nel bosco, e indirizzare i cacciatori alla baita... ma per allora poteva essere troppo tardi per Diàz. Non aveva grandi speranza nella macchina ministeriale. Preferiva pregare che i suoi messaggi venissero spediti e arrivassero ai destinatari - ed è tutto dire.
    Una volta nell'altra stanza, alzò lo sguardo verso la finestra (dovevano rompere il vetro - disse narratore sara - davvero? ma non c'era un modo per aprirla? ma chi diavolo aveva costruito quella casa), riabbassandolo alla ricerca di oggetti utili.
    «sembri piuttosto informato in merito alla creazione di bombe. Lo sei altrettanto nel lanciarle?»
    «ho una buona mira» sorrise, spostando una sedia e una piccola scrivania per aiutarli ad arrampicarsi oltre alla finestra.
    «posso sparare»
    Annuì. Poteva anche finire i proiettili: scappando, sarebbe stato stupido voltarsi indietro per sparare «Quando s-sei sei pronto»
    Una volta sul tetto, Diàz avrebbe alzato il cellulare con la mano sinistra, sperando in un miracolo, e lanciato le bombe con la destra, impossibilitando i lupi e accecandoli, confondendoli, mentre Daniels- li distraeva con gli spari? Scappava? Il faunocineta l'avrebbe scoperto solo vivendo. Magari era la sua ultima avventura, e sarebbe morto lì. Magari sarebbero sopravvissuti entrambi, magari nessuno dei due.
    «ora»
    gif code
    37 y.o.
    sp. muggle
    rebel
  13. .
    hector diàz
    Got so much to lose
    got so much to prove
    god, don't let me lose my mind
    «come fai a saperlo?»
    Diàz avrebbe potuto preoccuparsi dello sguardo quasi interessato dell'altro, considerando che sapeva il suo ruolo al ministero... ma francamente se ne infischiava del parere del capo consiglio Daniels in quel particolare momento più che in altri. Non pensava di doversi giustificare per le sue conoscenze o per le armi che aveva con sè: non aveva fatto nulla di illegale.
    Non nelle ultime ore, almeno.
    Scrollò le spalle come a dire "è così e basta", richiudendosi in silenzio a guardare le proprie munizioni. Daniels poteva non fidarsi della sua parola, se non lo riteneva affidabile. Il messicano non era irritato dalla domanda, ma un po' divertito (misto a scocciato) che l'altro ritenesse investigare sulla questione un utilizzo funzionale del loro tempo: se proprio voleva sapere se era uno special, o se c'era stato qualcun altro - di magico - con lui in quel luogo, bastava chiederglielo direttamente. Non perchè Diàz non volesse dirglielo (era un faunocineta dichiarato da 10 anni: non si vergognava, nè si nascondeva), o stesse giocando con lui, ma perchè fare conversazione era fottutamente difficile, e ancora di più in una situazione di vita o di morte in cui date informazioni non sono essenziali.
    L'accenno di un sorriso apparì da sotto i baffi, quando notò di sfuggita gli occhi attenti e confusi del capo consiglio, ma, di nuovo: servivano domande più dirette se voleva sapere perchè girasse armato (perchè non avrebbe dovuto, dopo una guerra simile?) o perchè sapesse costruire piccole bombe (chissà se il suo vecchio professore di scienze sarebbe stato fiero di lui).
    «ok, macgyver»
    ...d'accordo, questo fece alzare finalmente del tutto lo sguardo di Diàz sul ragazzo. Uomo. Tipo. «quanti a anni hai?» MacGyver era un telefilm quasi vecchio persino per Diàz (che, vissuto a cavallo fra mondo magico e mondo babbano, non si era privato delle gioie della tv in chiaro e dei programmi dati in replica ottanta volte), per Daniels doveva essere un telefilm da nonni... oltre che appartenente ad un mondo che non era il suo. Era un capo ministeriale: sicuramente rispondeva la profilo di "purosangue" e "cresciuto in una famiglia che non tocca cose babbane neanche per sbaglio".
    Ripensandoci qualche secondo dopo, scosse la testa, dirigendosi in cucina per prendere i fiammiferi adocchiati. «non devi dirmelo» aprì un cassetto, frugò fra le cianfrusaglie, tenendo gli occhi aperti per trovare anche dello scotch. «sembri solo solo giovane per conoscere MacGyver»
    Inaspettatamente, trovò davvero del nastro adesivo, rendendo la sua proposta da ideale a fattibile. Lo alzò per mostrarlo a Daniels, e prese le scatoline di fiammiferi.
    «non sprechiamo le tue risorse per un salto nel vuoto»
    posò tutto sul tavolo.
    «bomba semplice sia» tornò in cucina, pensando di cercare meglio per acido muriatico o altri prodotti chimici. Quelli sì che sarebbero stati il massimo. «non non aspettarti l'esplosione del secolo. Non li ucciderà» spostò alcune bottiglie. Nisba per quanto riguardava l'acido. Magari in bagno? «ci farà solo solo guadagnare te tempo. Vedi prodotti per per pulire? Potrebbero avere in ingredienti utili»
    Alzò lo sguardo sul biondo, vide che stava cercando qualcosa nelle tasche - non acido muriatico, sperava.
    Inizialmente, Diàz osservò confuso la fiaschetta (ah, erano già arrivati al momento "disperazione" dove si ubriacavano confessandosi segreti intimi piuttosto che morire sobri e soli?), ma al «molotov?» sorrise leggermente.
    La molotov di per sè non funzionava col suo tipo di bomba, ma l'alcol poteva aiutare. «Vuoi fare un un ultimo sorso prima?» insomma.
    Forse Diaz era strano a girare armato e tutto... ma se l'altro girava con dell'alcol, magari ne aveva bisogno.
    Iniziò a tagliare i fiammiferi tornato al tavolo, e dopo un primo momento, si fermò. Guardò il Daniels, ancora.
    «Aiutami» magari un giorno se ne sarebbe pentito, il mago avrebbe usato quella (blanda) informazione contro gente innocente o contro ribelli ma- insomma, non gli stava neanche rivelando un segreto indicibile. Daniels avrebbe potuto googlare quella stessa informazione se solo ne avesse avuto voglia, e ora erano lì.
    Indicò le cose sul tavolo che aveva preparato. «spezza le le teste dei fiammiferi» mentre Diàz faceva lo stesso, e andando avanti spiegava cosa stava facendo.
    Rompeva i fiammiferi (non tutti: non si sapeva mai), tagliava la scatola tenendo solo la parte dove normalmente si accendevano, creava due cilindretti con queste strisce, univa il tutto con lo scotch. «più c'è scotch, più sarà d'impatto bruciando velocemente» mormorò continuando a lavorare, intervallato dai commenti sui Lupi.
    Era comico che l'idea migliore che fosse venuta, era stata quella di usare le conoscenze imparate (e messe in atto) nella sua turbolenta pre adolescenza.
    «se hai altre proposte, questo è il momento»
    Scosse la testa.
    «se riusciamo a salire sul tetto senza farci uccidere, possiamo rischiare di di accendere una torcia» quella del telefono sarebbe stata sufficiente, se non ne trovavano una più potente e pensata apposta in casa «mandare un segnale di aiuto. Potremmo richiamare però gente non non pronta ai Lupi - o altre bestie» fissò le piccole bombe finite. Fra quelle e le pistole, forse avevano una chance anche di indebolirli e scappare? Abbassò lo sguardo sulla propria gamba. Mh.
    «forse di là c'era una finestra che dava già sul tetto.» prese il cellulare dalla tasca, prima di andare avanti, e guardò lo schermo. il campo assente lo scaricava più del dovuto, ma Diàz aveva provato lo stesso a inviare dei messaggi con la sua posizione: bastava un secondo perchè la rete di riprendesse.
    gif code
    37 y.o.
    sp. muggle
    rebel
  14. .
    hector diàz
    Got so much to lose
    got so much to prove
    god, don't let me lose my mind
    «chiedo venia. casa mia era già troppo affollata»
    Onesto. Il capo del consiglio riuscì addirittura a meritarsi uno sbuffo leggero dal naso, l'inizio di una risata che in una situazione non di vita o di morte forse sarebbe stato qualcosa di più (che poi, era la storia di una vita: se solo ci fossimo conosciuti in circostanze, vite, diverse-).
    Non commentò oltre la questione, perchè non aveva le parole adatte pronte sulla lingua per rispondere in modo simpatico, nè pensava che comunque all'altro potesse importare troppo che lo facesse o meno.
    Il Daniels confermò di non essere ferito, e il suo sguardò saettò alla gamba di Diàz.
    Lecito.
    «è un un graffio», spiegò - e se in una situazione diversa sarebbe potuto suonare come minimizzante, in quel contesto specifico sperava fosse ovvio che intendeva che non fosse stato morso. Sarebbe rimasta la cicatrice a vita comunque, ma non si era dovuto preoccupare di metterci sopra argento e dittamo per chiudere la ferita. «puoi controllare» sicuro nel dirlo, senza ironia o tono di sfida; dopotutto, sarebbe stato tragico per l'altro se uno dei due si fosse trasformato . «non sono un mago» In teoria doveva bastare perché non si trasformasse anche in caso la saliva del Lupo si fosse mischiata al suo sangue (limitandosi a farlo morire di una morte lenta e dolorosa), ma su questo punto non era così sicuro; non gli pareva di aver mai sentito nel secolo corrente di special o babbani che diventavano licantropi (solo casi di special non classificati come tali che, come Diàz stesso, potevano trasformarsi in lupi normali), e neanche di gente che si trasformava senza un morso, ma solo con un graffio... ma quei Lupi erano diversi. Tutto quello che sapeva, poteva essere sbagliato.
    «quanti proiettili hai?»
    Premette il lato della beretta, facendo scattare il caricatore per guardare i proiettili rimasti e dare una stima più accurata e precisa. Tirò poi fuori dalla giacca posata sulla poltrona una piccola scatola, contò, e torno a guardare il daniels. «Diciotto totali, nove millimetri» guardò il Daniels. Guardò la sua pistola, una domanda muta. Lui? Serviva dividerseli? Poteva non essere un fan del ministero, poteva essere quasi certo che il capo consiglieri lo avrebbe lasciato morire se avesse ritenuto di non aver bisogno di lui, ma Diàz non era il tipo da non dare occasioni - soprattutto quando la persona che aveva davanti era così giovane.
    «il telefono non prende»
    seguì il suo sguardo verso il soffitto. Mh. «Neanche la la magia». Ah, non era il gioco delle ovvietà? (per quanto ne sapeva, Jack Daniel aveva perso la propria bacchetta nell'inseguimento con i lupi, e non aveva notato questo particolare). «Potrebbe non ba bastare salire» Sperava fosse chiaro il messaggio che intendeva mandare: non gli stava dicendo che era totalmente contrario all'idea, quanto potrebbe funzionare, ma potrebbe anche essere un suicidio. Per lo meno, prepariamoci al meglio perchè sia sicuro.
    Che poi, non ricordava neanche se avesse visto una finestra che dava già sul tetto, o se avrebbero dovuto arrivarci da altre parti.
    «se troviamo dello scotch, posso fa fare un paio di piccole bombe, usando le scatole di fiammiferi che ci ci sono in cucina» tornò a frugare nelle tasche della giacca, tante e piene «ho due piantini di belladonna e aconito; una piccola manciata di argento» non serviva dirgli perchè avesse il kit del cacciatore di licantropi, o il fatto che fosse andato in quella zona specificatamente per trovare i Lupi e fare qualcosa al riguardo (visto che il ministero era inutile). «Inseriti nella bomba, e facendoglieli inalare, forse darebbero loro abbastanza fastidio da da da darci il tempo di di far funzionare il cellulare» lo fissò. Ma poi non dovremmo farci mordere. Non sapeva quanto l'altro fosse esperto di licantropi (Diàz aveva avuto dieci anni, da quando sua mamma era morta e sua sorella trasformata, per impararne il più possibile), ma almeno le basi doveva averle imparate a scuola: per sopravvivere a un morso, serviva dittamo e argento. Volevano giocarsi così il secondo? E soprattutto: avrebbe fatto qualcosa contro quello specifico tipo di lupi? Quelli normali ne erano solo infastiditi.
    Si grattò il mento, perso nei suoi pensieri. «pensavo di di aspettare l'alba; gli animali sono intelligenti, non sprecherebbero a lungo le forze contro una porta chiusa» il mobile vicino a cui era tremò leggermente, e sentì un ringhio dall'altra parte. «ma loro non sono animali normali» e per quanto ne sapevano, potevano continuare finchè non li avrebbero uccisi senza dormire o cercare altro cibo.
    gif code
    37 y.o.
    sp. muggle
    rebel
  15. .
    hector diàz
    Got so much to lose
    got so much to prove
    god, don't let me lose my mind
    Strinse il legno fra i denti, la vista a farsi offuscata qualche istante mentre versava l'acqua sulla ferita e, con un panno pulito e mano non propriamente ferma, la puliva per evitare facesse infezione. Si maledisse per non averlo fatto immediatamente, preferendo prima fare un giro della casa e cercare cose utili.
    Quando il peggio fu passato strinse il panno sulla coscia, coprendo il taglio, il petto ad alzarsi e abbassarsi freneticamente mentre cercava con scarsi risultati di calmare il respiro. Buttò a terra il bastone (che bastone non era, quanto la gamba di una sedia), e osservò il lavoro fatto. Avrebbe ancora perso sangue, e la cicatrice, come sempre con quelle inferte da un Lupo, sarebbe rimasta, ma poteva bastare per il momento. Doveva bastare per il momento.
    Si tirò in piedi, attento a non posare tutto il pese sulla gamba ferita, e si avvicinò al lavandino per lavarsi nuovamente le mani, sprecandone il meno possibile perchè non sapeva quanto tempo sarebbe dovuto rimanere lì, e quanta ne rimaneva nella cisterna esterna.
    Era proprio una situazione di merda.
    Non aveva avuto intenzione di occuparsi del problema dei Lupi da così vicino, la sua idea era quella di monitorare dove si trovassero, piantare qua e là delle piante calmanti - o velenose - per tenerli bloccati lontano dalla società e dalle città babbane visto che il ministero non interveniva prontamente e delle persone erano già morte inutilmente, ma non aveva considerato due grossi problemi: l'olfatto più sviluppato di queste creature, nonostante non ci fosse ancora la luna piena, e la propria incapacità di usare i poteri in quella zona. Se era ancora vivo, nonostante le ammaccature, era stata per mera fortuna: era scappato, ma prima di potersi allontanare abbastanza da potersi considerare al sicuro la sua magia era stato come spenta, i lupi ancora a portata d'orecchio e in mezzo ad un bosco sconosciuto. Si sentito di nuovo ragazzino, un quindicenne magro e allampanato che non poteva fare altro che gridare mentre sua madre e sua sorella combattevano per la propria vita contro un Licantropo.
    Neanche in guerra si era reso conto di essersi abituato tanto ai propri poteri, negli ultimi dieci anni, da sentirsi svuotato senza di essi.
    Beh, almeno grazie alle proprie conoscenze del luogo e della natura aveva confuso e distanziato i Lupi, era riuscito a nascondersi, e forse se aspettava abbastanza a lungo-
    Tump.
    Drizzò le orecchie, lo sguardo a scattare verso la porta. Qualcuno - o qualcosa - era entrato in casa. Come? Era stato bravo, a nascondere le tracce. A rendere meno pesante il proprio profumo grazie alle piante che aveva con sè, a sporcare col proprio sangue le creature vive che trovava, perchè portassero l'odore in giro-...
    Tirò fuori la pistola. Quanti colpi aveva, ancora? Due, tre? C'era un caricatore nella giacca, ma l'aveva lasciata nell'altra stanza.
    Silenzioso, fece un passo. Un altro.
    Davanti a sè, ancora voltato, c'era un uomo. Diàz attese a sparare, ma qualche istante dopo quasi se ne pentì, quando questi si voltò, ricambiando la premura di puntargli un'arma addosso.
    Sapeva chi fosse Jack Daniels.
    Era il Capo del consiglio, come poteva non saperlo? Praticamente ogni decisione presa dal ministero passava da lui, dal suo quasi inalienabile diritto di veto, e nel regno unito doveva essere una delle cinque persone con più potere, con più influenza. Una di quelle che dovevano essere state d'accordo con quella guerra, con tutte quelle morti, e prima di allora con il regime in generale e il dolore che aveva causato.
    Fu l'idea di un istante: potrei ucciderlo.
    Diàz probabilmente sarebbe morto con lui, ma poteva valerne la pena - e nessuno l'avrebbe mai saputo. Poteva sparargli, subito, ficcargli un proiettile fra gli occhi senza che potesse usare la magia per difendersi, o, in modo più cruento, lasciare che fossero i Lupi (che lui aveva probabilmente dato il permesso di usare in guerra contro i babbani) a occuparsene e a smembrarlo pezzo dopo pezzo dopo pezzo.
    Le narici dello special si allargarono ispirando, ma come era arrivata, l'idea sparì, e Diàz spostò la mano, la canna ora sulla porta.
    «Li hai portati qui.» Non un'accusa di per sè, quanto una (non così amichevole) constatazione del fatto che avesse messo entrambi in trappola.
    Scosse la testa, sbuffando mentre le labbra si sollevavano impercettibilmente. «maghi» mormorò fra sè e sè. Maghi, disadattati e persi senza la propria magia. Rimise la pistola nei pantaloni dopo aver messo la sicura, e si spostò per mettere «i mobili contro le finestre» per murarsi vivi. Arricciò il naso per una fitta alla gamba, ma si mosse ugualmente per rendersi utile, rovesciando il tavolo e spingendolo con uno sbuffo.
    Lanciò uno sguardo al capo dei consiglieri. Giovane, più di quanto ricordasse, e dall'aspetto fragile e malnutrito. Si chiese se fosse per colpa dei Lupi, o qualcosa che si portava dietro dalla nascita.
    «sei ferito?»
    gif code
    37 y.o.
    sp. muggle
    rebel



    era già divertente che avessi iscritto dià per avere role e gli sia capitato il prompt con i licantropi - in questo periodo green creek core - , ma che sia capitato con te è ancora più comico. PACK PACK PACK!!!
67 replies since 9/2/2023
.
Top