this star-like solitude

finn ft. shar | better run | pre-quest#11

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    il voto dei protettori è quello di permettere a se stesso ed ai compagni di vedere l'alba successiva, sopravvivere per combattere un'altra guerra.
    I club o i pub non facevano per lui. Finn era un ragazzo che volente o nolente era solitario, si rinchiudeva in casa e lì rimaneva. L'unico modo attraverso cui socializzava era attraverso il proprio lavoro offertogli dal suo migliore amico e che da quando era sparito, si era trovato a gestirlo da solo. L'unico motivo per cui si trovava al Better Run era che forse sperava ancora che fosse tutto uno scherzo e che lo avrebbe trovato in uno di quei locali come era solito fare, davanti a un bancone con l'ennesimo bicchiere in mano e in uno stato pietoso. Una delle poche volte dove effettivamente lui si rendeva utile ed era l'adulto fra i due. Quando era entrato, però, di Ethan non c'era neanche l'ombra. Finn faceva del suo meglio per non essere un peso per le persone attorno a lui, eppure anche quando non faceva niente, risultava una palla al piede. Non aveva fatto niente per essere stato rapito e non avrebbe mai voluto che qualcuno lo venisse a cercare. Certo, voleva essere salvato perchè era chiaro che in quella condizione non sarebbe riuscito a farlo da solo ma non se questo avesse dovuto significare che altri si sarebbero sacrificati al posto suo. Non avrebbe mai immaginato che il Lotus potesse sparire poco dopo che lui ne era uscito. Era scappato per più di un motivo: la squadra di ricerca venuta per loro stava vincendo e lui sarebbe stato solo una palla al piede e soprattutto non sapeva ci fosse anche Ethan, altrimenti sarebbe rimasto. A quanto pare era bravo a scappare, odiava ammetterlo ma non c'erano più dubbi a riguardo, era identico a suo padre. Finn era rimasto lì dove l'hotel era scomparso per un'intera giornata. Aveva aspettato che riapparisse, che tornassero da loro, che la droga avesse smesso di circolare nelle sue vene e che fosse rinsavito. Aveva aspettato così tanto che a un certo punto si era trovato a non sapere più cosa stava aspettando. Erano state ore interminabili, era rimasto lì finché qualcuno lo aveva raccolto come spazzatura e lo aveva portato a casa. Non ricordava nemmeno quello, si era completamente dissociato dal mondo. Forse ci era arrivato da solo a piedi, forse si era smaterializzato o forse non era mai tornato a casa e stava sognando tutto. La sua vita, le loro vite, negli ultimi anni erano diventate molto più movimentate e lui non si era comunque adattato, aveva continuato a vivere come il solito cagnolino spaventato e non aveva mai osato reagire. Si era accorto troppo tardi di aver bisogno di cambiare per sopravvivere qualche giorno di più in quel mondo e aiutare i propri amici ma ormai era troppo tardi, non sarebbe mai stato abbastanza. Se mai fosse sopravvissuto avrebbe dovuto iniziare a prendere in mano le redini della propria vita che erano state per troppo tempo lasciate allo sbaraglio. Sarebbe cambiato. Aveva osservato il suo riflesso nello schermo del cellulare e aveva riso all'idea. Non sarebbe mai riuscito a cambiare, a non essere la piattola che era, a non essere così debole, così inutile, così maledettamente Finn. «un... uh...» non era nemmeno abituato a bere, non sapeva cosa chiedere o di cosa avesse voglia. Alle feste ingurgitava qualunque cosa trovasse nella zona alcool senza sapere nemmeno cosa fosse perchè se anche gli avessero detto il nome di quello che stava bevendo, non avrebbe comunque capito cosa fosse. Il che era divertente contando che condivideva l'appartamento con Ethan e che buona parte del loro frigo era dedicata alla sezione alcool. «... qualsiasi cosa, mi affido alla casa» il che sapeva essere una mossa azzardata ma alla fine lui era quello delle scelte sbagliate e che si cacciava sempre nei guai. Una volta in più o una in meno non avrebbe fatto la differenza. Non era nemmeno sicuro di voler bere, ora che ci pensava. Troppo tardi. Doveva sembrare davvero patetico, ma anche lì, quella non era affatot una novità.

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    It's not the devil at your door
    It's just your shadow on your floor
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    24 yo — ex ravenclaw — glitter fairy — neutralDon't think twice
    You'll be dead in a second
    Turn your eyes
    From your hands to the heavens
    Kill your pride
    Turn your fear to a weapon
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    più razionali e metodici dei berserker, i cacciatori studiano attentamente le loro prede prima di passare all’attacco, considerando ogni punto debole.
    Sharyn non gestiva bene la solitudine. Un conto era scegliere di passare tempo con se stessi, un altro era ritrovarsi in quella situazione. Non fraintendetela, aveva abbastanza amici e famiglia da tenerla occupata per settimane, ma era diverso quando quella famiglia non includeva suo fratello. Vedete, la giovane Winston aveva bisogno di una platea a cui riversare addosso tutti i misfatti della sua vita, gli aneddoti quotidiani e il sano gossip che passava di bocca in bocca al ministero. Sin da piccola, aveva scelto come sfortunato recipiente Marcus. Occasionalmente Isaac, ma le cose erano– erano complicate, e al momento non aveva abbastanza spazio mentale per gestire anche quello. Era certa di una (1) cosa ed era che erano in un luogo migliore rispetto all’anno prima, ovunque questo fosse. Comunque roba da pazzi, ragazzi. Nel frattempo i suoi pensieri erano mutati ancora, un passo indietro alla notizia della sparizione di un sacco di cristiani. Dai, uomo più o uomo meno, alla Winston sembrava davvero fosse sparita mezza Inghilterra. Peccato che le storie che aveva sentito non avessero alcun senso, per quanto fossero intriganti. Sembravano più racconti presi da una delle ff che leggeva, con gente drogata e legata insieme, strani figuri che minacciavano la Bella ™ di morte. Ah si, e poi Il castello errante di Howl che dal nulla prendeva e spariva come se niente fosse. Trovava difficile pensare che suo fratello fosse finito tra le vittime –Marcus, una vittima? faceva ridere anche solo l’idea– perché non lo credeva così deficiente da farsi cogliere di sorpresa. Ma eh, ultimamente aveva avuto la testa tra le nuvole. Il cazzo faceva male?? Se preso in culo ecc ecc.
    Ma preferiva non pensare a cazzi e suo fratello nello stesso momento.
    C’erano luoghi (e laghi) e momenti, e non era il naso. Caso.
    Vabbè– stava bevendo, le era concessa un po’ più di confusione mentale rispetto al solito.
    Ed era proprio mentre stava ingoiando il suo jello shot che notò una presenza familiare al bambone. BANCONE. Era più brilla di quello che avrebbe voluto a quel punto, ma non ci diede peso mentre si fece strada verso– «la mia anima gemella preferita???» o lo diceva a tutte le sue anime gemelle? Probabile. Si avvicinò al ragazzo più di quello che era socialmente consentito, ma per un miracolo divino tenne le mani al suo posto. Consenso and all that. Per pura fortuna era riuscita ad intercettare strascichi della conversazione che Finn stava avendo con il barista, e ci tenne a far sentire la sua opinione con un rumoroso BOOO. «non ti preoccupare, sarò io la tua guida spirituale per testa sera» premette un palmo contro il suo petto, l’aria saggia di chi sapeva quello che faceva «allora, amo fai che fare due shot di rum e pera» un classico intramontabile di ogni raduno «e un purple haze! grazie troppo gentile smack» gli lanciò un bacio da lontano perché. Eh. Era difficile la vita da diversamente sobri, il mattino dopo si sarebbe pentita di ogni interazione. Intanto, si mise comoda contro il bancone poggiando il fianco contro il leggo e rivolgendo la sua completa attenzione all’amico [auto proclamato] «beh, cos’è quel muso? posso fare qualcosa a riguardo??» era una problem solver, FATELE CAUSA. Già era triste di suo, non poteva sopportare che lo fossero anche gli altri.
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