William Lancaster ha fatto delle scelte. Ha scelto di vivere cento vite diventando un paradosso di se stesso. Ha scelto l'equilibrio sul caos e l'ordine. Ha scelto di farsi portavoce di tutti coloro rimasti a metà fra una sponda e l'altra della politica mondiale. Ha scelto di offrire le stesse possibilità a tutte le parti in gioco, ponendosi ad un punto a metà fra le forze di Abbadon ed il Nuovo Ordine. Lui a legare e tirare i fili della Guerra di Primavera Magica, offrendo strumenti che andassero a pareggiare le discrepanze con il nuovo, impossibile potere messo in tavola da Abbadon. Lui, a tenere tutti nodi nel palmo. A stringere. A lasciare andare. Vi ha chiesto di scegliere, in passato. Un anno prima, ha guardato i soldati dell'esercito di Sartre e gli ha chiesto di prendere tempo. Per cosa? Per una possibilità, ha mormorato. Una possibilità persa, perché il tempo non va a favore di nessuno. Scorre e basta, carnefice di se stesso. Una possibilità persa quel giorno, però. Non per sempre. Nulla, si perde per sempre. Ha scelto di esserci, per quello. Ha scelto di fare accordi con impensabili e folli rubando un hotel intero, perché nulla muove i passi dell'uomo più del cuore. Vi racconta una storia che non ha tutte le parti, perché alcune le deve ingoiare e sorriderne. Non tutte le sue scelte sono condivisibili: è bravo, a mantenere segreti.
«quella che sto per raccontarvi, non è una storia come le altre, ed allo stesso tempo, è esattamente come le altre. ci sono eroi, ci sono cattivi. è solo difficile scindere gli uni dagli altri»
Si stringe nelle spalle, sorridendo.
«punti di vista. viviamo in un mondo che abbiamo creato, ma non scelto. oggi siete qui perché avete la possibilità di farlo: scegliere. scegliere la libertà. scegliere un'alternativa. mi dispiace essere stato costretto ad attirarvi qui con metodi poco…ortodossi, ma era necessario. avevamo bisogno di tutto l'aiuto possibile, per costruire quello che vedete alle mie spalle. ed abbiamo bisogno di voi per completarlo. siete qui per qualcosa, giusto? vendetta. spiegazioni. amici. possiamo darvi tutto quanto. prima però vi chiedo solo di ascoltare.»
C'erano una, due, centinaia di volta. Il Quinto Fondatore. Una società basata sul momento, vi racconta. Senza futuro.
«la sua è una magia che prende, senza dare mai. se non troviamo un modo per esiliarlo…»
Scuote il capo. Quando torna a parlare, lo fa lentamente. Scandendo ogni lettera.
«le dimensioni sono sottili. più sottili ogni giorno. quando diventerà troppo, sarà tardi»
Un dato di fatto. Vi sta offrendo le informazioni così come sono, nude e crude. William Lancaster ha scelto di andare contro i suoi alleati, per portarvi lì. Jeanine e il Drago l'hanno scoperto solo quando impedirlo sarebbe stato impossibile. Ha liberato alcuni messaggeri, perché è l'unico a conoscenza del fattore mancante a completare il rito. La magia che li renderà intoccabili. C'è fierezza, nel suo tono. Una fierezza triste, in qualche modo. In qualche mondo.
«la chiamiamo "Bolla". Si tratta di una base operativa in cui poter riunire menti e braccia per creare qualcosa di nuovo. non esiste una soluzione ad Abbadon, ma possiamo crearla. non siete stanchi che qualcuno scelga per voi? non siete stanchi di una società mai equa? siamo tutti uguali, nella bolla. fianco a fianco. non vi chiedo di scegliere noi. vi chiedo di prendervi la responsabilità di sapere che da questo punto in voi, qualunque cosa accadrà, avrà anche la vostra impronta. non è facile, vero? colpa.»
La indossa bene, quella parola lì. Sa quanto gli appartenga. Gliene sono state affibbiate migliaia, ed ha sempre cercato di meritarsele. Colpe.
«non vi chiedo di credermi. credete a loro.»
Amaranth. Liam. Corvina. Adrian. John. Se volevate ricordare, click - ora lo fate.
La Bolla non è sempre stata la Bolla. Non lo è neanche adesso. Quel che era quando avete aperto gli occhi la prima volta, però, era solo un hotel nel nulla. William Lancaster e Jeanine Lafayette, con l'aiuto dei loro collaboratori vi hanno accolto sul suolo messicano con sorrisi tirati ed un chip iniettato nel petto mentre eravate privi di sensi. Poco cortese; molto pragmatico. Vi hanno tolto quella che ora vi promettono - una scelta - obbligandovi a lavorare per loro. Siete stati divisi in due gruppi: chi rimaneva nei confini della città (Corvina e Liam ricordano di averne fatto parte, così come tutti i partecipanti dell'oblinder) e chi, invece, era incaricato di lasciare la Città e costretto a farvi sempre ritorno. Un guinzaglio morale, perché in Città c'erano le stesse persone che vi avevano portati al Lotus a Febbraio; fisico, perché il chip premeva sul cuore. Le missioni degli esterni variavano: serviva materiale, manodopera. Libri smarriti. Messaggi da portare. Coloro all'interno della Città, l'hanno costruita. Fisicamente, senza l'ausilio della magia. Non più di quanto fosse necessario. Avrebbe attirato troppa attenzione. Schiavi dello stesso sistema che ora offre l'opposto. Le prime settimane, sono state le più difficili. I disordini. Le insubordinazioni. Le punizioni. Giornate passate a sperimentare, senza sapere quando - se - ne sareste usciti. Ma. Ma. Non è stato così per tutti i mesi. Giorno dopo giorno, avete avuto sempre più libertà. Avete iniziato a fare amicizia con gli altri cittadini, alcuni volontari ed altri come voi. Avete avuto tempo libero. Concessioni. Parole, e parole. La Città si è espansa facendosi rifugio per babbani e disertori. Le loro lacrime sapevano di speranza; non ricordavate più che colore avesse. La risata di Lancaster nel mostrarvi l'ennesima meraviglia che avete aiutato a costruire; la voce ferma di Jeanine Lafayette a suggerirvi fosse la strada giusta. Piccoli semi che, nei due mesi passati nella proto bolla, vi hanno reso collaboratori. Sempre prigionieri, ma con una data di scadenza. Non era previsto rimaneste per sempre. Non così. Voi Cinque siete usciti prima degli altri, ed in maniera imprevista, ma il vostro forzato contratto era destinato a finire, prima o poi. Oggi, è quel prima. Quel poi. Questo non lo sapete, però. Né voi, né coloro ancora all'interno, cui viene posta la stessa domanda che fra poco vi ridarà un futuro solo vostro. Quello che sapete è che voi siete usciti, e gli altri sono ancora dentro. E ricordate. Ricordate i corpi addormentati di Marcus e Moka, Javi e Wren, Sinclair. Poggiati in una stanza come suppellettili. Marionette pericolose. E allora perché non sono morti. Scelte. Equilibrio. Ucciderli non avrebbe aiutato nessuno: su quello, William Lancaster, era stato irremovibile. Finché aveva potuto. Il loro orologio, iniziava a rallentare i battiti. Non lo facevano forse tutti? Ha degli accordi, l'uomo. Ha fatto delle promesse. Nulla che vi riguardi, comunque. Nulla di cui possiate sospettare qualcosa. Quello che sapete è: non possono uscire. Non loro. Non gli altri. Non ancora. A meno che. A meno che, non avessero già avuto modo di scegliere: quello, non potete saperlo. Hanno scelto la Città? La Bolla? Le promesse? Ricordate i pasti in mensa. Le birre attorno al fuoco. I primi sorrisi un po' più sinceri. La musica di una chitarra. Strappi alla regola a rendere quella prigione qualcosa di più. Qualcosa di meno.
«mi dispiace»
Lo ripete, perché è vero. Lo ribadisce, perché lo rifarebbe.
«il debito va comunque pagato»
Semplice. Non vi piace? Pazienza: tutto quello che stanno - che state - facendo, è qualcosa di più grande delle vostre banali preferenze.
Alza lo sguardo alla Bolla. Ed accade tutto insieme, come spesso succede.
Accade che c'è uno spiraglio, ed uno dei Cinque può aiutarvi a trovarlo. Potete entrare nella Bolla, a vostro rischio e pericolo. L'hanno scoperto in una delle prime ronde, ma non sono mai stati in grado di utilizzarlo, considerando che il chip li avrebbe uccisi. Ora? Ora potete. Entrare, e portare il caos. Entrare, e portarveli via.
Accade che i cancelli si aprono, e ne escono volti che conoscete. O non conoscete. Indossano tutti la stessa divisa che avete visto agli avversari i giorni precedenti. Sono guidati da una donna la cui fama la precede: Jeanine Lafayette. Hanno scelto la Bolla, quindi. Non tutti; qualcuno sì, però. Sono armati. Vi guardano sperando di vedervi altrove. Lontano, magari.
Accade che vi hanno seguiti. Vi hanno scoperti. Stanno arrivando. Suoni che dovrebbero esistere solo nel mondo onirico degli incubi - ringhi, e clic/clic, e artigli a tranciare gli alberi.- vi riempiono le orecchie, costringendo il cuore a saltare battiti e secondi.
William Lancaster non sembra sorpreso. Jeanine Lafayette non sembra sorpresa.
Ed accade che. Questione di un istante. Se ne rende conto solo chi è vicino loro, perché avviene in silenzio. Un segreto con il Fato. Una minaccia bisbigliata all'orecchio, soffiata in bocca da aliti bollenti. Amari. Il futuro raramente, è dolce. E l'uomo conosce migliaia di modi per fallire e collassare su se stesso. Ed è reale, quello che vedono. Reale quanto i loro battiti, ed i vostri respiri. Ma non è scritto nella pietra. Elias Raikonnen vede il mondo inghiottito dal buio. La nebbia ne consuma ogni millimetro, spegnendo ogni luce come dita su uno stoppino. Sente la risata di Abbadon nelle ossa. Lo sguardo opaco di Sabine, lo percepisce strisciare sulla pelle. Vede creature nate dall'orrore fatte d'ombra e morte. Vede strade diventate fiumi d'acqua rossa. Vede città devastate dagli elementi. Zanne avorio. Abissi oscuri che ingoiano ogni cosa. Un gelo eterno impossibile da scrollare. Organi interni a pulsare e pulsare e pulsare e - Troy Bolton respira la cenere di un mondo in fiamme. Lancaster è rimasto in piedi; non è solo. Orme fantasma sulla polvere. Ossa brillanti sotto una luce tragicamente impossibile che scioglie lo sguardo. Esistono ancora le stelle, senza la notte? Creature strisciano fra le pieghe di un mondo devastato dalla siccità, arido e asciutto come vetro su una spiaggia. Qualcosa pulsa in lontananza, ma non riesce a vederlo. Qualcosa che non dovrebbe vivere. Tutta l'aria che non c'è. Sono mani, quelle a terra, ma non sono le sue. Il sangue è trasparente e rimbalza in onde continue e -
«sapete. come cambierete la storia, non mi riguarda»
Sembra stia scherzando. Non è così. È solo un umile messaggero, plasmato per distruggere l'ordine ed il caos in egual misura. Quello che è stato deve rimanere, e quello che sarà diventare quel che resta. È politica. È la società. È l'uomo.
«indelicato da parte mia, e preferirei davvero non essere io a dirvelo, ma…»
Sospira. William Lancaster ha fatto molte, molte scelte. Rimpiante solo alcune. Guarda un punto oltre le vostre spalle. Guarda la Bolla. Guarda voi. Uno per uno. Una storia vecchia come il mondo, quella lì: c'era una volta, fintanto che c'era.
«siete con noi, o siete contro di noi»
Che sguardo triste, quello di William Lancaster. Un uomo che vince e perde sempre. Che ha fatto delle scelte e continuerà a farne. Con, o senza di voi.
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