but I can't keep— (fuck)

fray ft. nate

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  1. 13th.
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    friday de thirteenth
    Sembrava destino.
    Chiaramente non lo era, visto come si erano evolute le cose – Friday, stranamente, non si era persa in strani labirinti magici, e Nathaniel aveva rimandato il milkshake al giorno dopo, perdendosi la pseudo rapina in corso – ma lo era sembrato. Uno strano intricarsi di fili dettati da un volere superiore (la palla) a scrivere una storia tutta particolare che li aveva portati in momenti eguali ed opposti, binari paralleli destinati a non incontrarsi mai, hashtag star crossed almost lover.
    Eccetera eccetera.
    Insomma, il Fato non aveva davvero previsto quell’incontro, figurarsi Friday De Thirteenth, che quel giorno come i cento precedenti, ancora non aveva capito da che parte fosse girata nel mondo.
    Era sparita per cinque mesi, rapita in un Laboratorio Siberiano dove sperimentavano magia radioattiva su dei bambini. Non le avevano tolto la bacchetta, ma qualcosa le avevano preso comunque: promesse che non aveva mantenuto, integrità morale, fiducia in se stessa. Quando il Ministero, con una task force chiaramente prevista per sopperire nell’impresa, li aveva raccolti e riportati nella società, Fray aveva… lentamente cercato di inserirsi negli ingranaggi che prima l’avevano ospitata oh, così comodamente. Era una giornalista, una ricercatrice, un’esploratrice, ed era una obliviante, anche se quel lavoro aveva iniziato ad andarle stretto. Il pensiero di usare la magia, perfino dopo mesi, continuava a farla sentire… sporca, come stesse facendo qualcosa di sbagliato. Non lo sentiva naturale. Ogni volta che impugnava il catalizzatore magico, sentiva sulla lingua il sapore di cenere delle pire accese fuori dai Laboratori, i corpi dei caduti a disintegrarsi nella neve.
    Un mese…? Dopo, Abbadon era tornato da ovunque fosse nascosto, per dichiarare guerra a tutto. Non una fazione specifica, non una parte geografica delimitata, a tutto il mondo. Aveva riso all’idea che potesse infrangere lo statuto di segretezza, agitando una mano nell’aria per liquidare la questione: ma dai, e chi mai gli avrebbe dato corda in una follia simile -
    Tutti. La risposta era tutti.
    Sapeva che ci fossero delle forze opposte in quella guerra, ed era stata dannatamente tentata di mandare tutto a fanculo, e tornare l’adolescente riottosa che saltava sul tavolo della Sala Grande aizzando la rivolta per offrire uno stipendio agli Elfi. Poi aveva guardato Thor, gli occhi enormi e spaventati con cui l’aveva osservata al lockdown di Hogwarts. Le spalle irrigidite ed i pugni lungo i fianchi, a fingere di non essere terrorizzata da qualunque cosa stesse succedendo, ed era stata egoista, scegliendo sua sorella rispetto alla cosa giusta da fare. Poi era apparso Sandy, con una faccia… diversa, ma Sandy comunque. Lo ricordava bambino con quegli stessi occhi e identiche fossette; non si era resa conto di quanto fosse cambiato negli anni, finché non si era presentato al loro zerbino con quell’aspetto. Smarrito. Spaventato e perso, con strani vuoti di memoria – «no, sunday, non sono stata io – e momenti in cui sembrava dimenticarsi di esistere nel loro stesso spazio e tempo. Un mese ad aspettare che finisse. Il massimo che era riuscita a fare, dal covo13th, era stato mandare risorse finanziarie a gruppi di nicchia dei quali non avrebbe neanche dovuto conoscere l’esistenza; non era bastato.
    Un (breve) preambolo per dirvi che alla De Thirteenth, come ad un Giuliano abbarbicato sul cuscino più comodo del divano di casa #Alzheimer, giravano i coglioni così vorticosamente, che poteva tranquillamente essere la mascotte dei #Sette a distruggere qualche cittadina dall’altra parte del mondo.
    Troppo presto?
    Passò le mani sul volto, premendo le dita sulle palpebre abbassate prima di trascinarle sulle guance tirando verso il basso. Come si fosse ridotta a quello, di nuovo, non avrebbe saputo dirlo. Uno pensava che dopo un po’ si imparasse dai propri errori, ma non la nostra De Thirteenth, nossignore: lei perdeva la vagina incastrandosi nella sua forma metamorfomagus per far riavere la magia a suo fratello, poi rintracciava l’unico mago in circolazione che l’avrebbe riportata alla sua forma originaria perché in possesso dell’anello, poi seguendo una pista per un articolo si faceva rapire per la Siberia e, bonus, ritrovava il mago che le aveva ridato le ovaie, solo che non era più un mago ed era uno special depresso e tossicodipendente. OPLA! Ed eccola in quella che si prospettava essere un’altra meravigliosa avventura, spinta dalla frustrazione di non sapere più cosa fare di se stessa. Come rendersi utile, in primis; come smettere di sentirsi colpevole per cose che non aveva fatto. Aveva addirittura valutato la possibilità di sganciare il cash nei Laboratori, e tentare il tutto e per tutto sperando le dessero la chiaroveggenza, ma alla fine si era risolta a metodi più… umani. Razionali? Non tanto: dipendeva dai punti di vista.
    Aveva trovato quella piccola bancarella nella periferia del Wicked, dove La Veggente leggeva il futuro in maniera, dicevano le recensioni, spaventosamente accurata. Il suo carro sarebbe rimasto solo per pochi giorni, quindi bisognava prendere appuntamento, ed offriva diversi servizi ai suoi clienti. Friday credeva che fosse una grandissima baggianata, ma era così disperata da essersi aggrappata perfino a quello: le avrebbero tolto il MALOCCHIO? Sì, per favore. Non era disposta a vendere il suo primogenito solo perché non progettava di avere figli, ma almeno ad un rene poteva rinunciare.
    «TREDICI!»
    Sì, c’era il biglietto come dal macellaio. E sì, per una peculiare ironia dell’universo, le era capitato il 13. Sollevò le tendine, volgendo un sorriso a labbra serrate alla donnina, che immagino inquietante come quella della Città Incantata, seduta al centro della baracca.
    «dov’è l’altro?»
    «...l’altro?»
    «ne manca uno»
    Stavano già parlando dei reni? Corrugò le sopracciglia, cercando di essere il meno sospetta possibile nel tastarsi i fianchi. «no?»
    «e ti dico di sì invece. Io lo so» si puntellò violentemente un dito alla tempia.
    Friday ebbe un po’ paura.
    «LO :eye: :ball: :eye: SHENTO»
    «oh…….» annuì, malgrado non avesse capito. L’altra la invitò ad accomodarsi.
    «arriverà a momenti. Abbiamo molto di cui parlare»
    Oh, Cristo Santo: voleva anche un polmone?!
    I’m not the same
    That I was When I was seventeen
    All those old friends
    That I had They don’t remember me

    31 y.o.journalistdeja uh?
     
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5 replies since 31/7/2023, 00:41   176 views
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