irony is the opposite of wrinkly

ft. amy louise

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    Sulla sedia di plastica, le mani sotto le gambe e la felpa utilizzata come copri sedile improvvisato, Mad rifletteva che l'ironia più grande in tutta quella situazione era che lui detestava le discoteche. Non era nei suoi piani finire a lavorare in un posto del genere ma, come gli ricordavano sempre gli altri, aveva(no) bisogno di soldi e doveva(no) iniziare a darsi da fare. I tentativi precedenti erano già tutti falliti, e anche miseramente oserei aggiungere, quindi quella era l'occasione per lui di riscattarsi – o, semplicemente, iniziare a guadagnare qualche quattrino. Il mondo babbano lo spaventava troppo per permettergli di avventurarsi oltre il confine invisibile che divideva una realtà dall'altra, e quello magico non era poi così clemente con le persone come lui; Mad non sapeva se le cose fossero leggermente migliorate per loro special o se fossero peggiorate per i maghi (entrambe sembravano ipotesi valide) ma ciò su cui non nutriva alcun dubbio era che in pochi avrebbero accettato di dare un lavoro ad uno come lui – special, certo, ma non solo. I problemi che Maddox si portava sulle spalle erano ben più grandi di quello e... e, onestamente? Non aveva voglia di pensarci.
    Si tirò a sedere in maniera più dritta, facendo cadere la testa contro la parete alle sue spalle. Però, infondo, una cosa giusta l'aveva ipotizzata: difficilmente avrebbe trovato altri posti di lavoro e, sebbene non lo entusiasmasse poi molto, quello alla discoteca doveva tenerselo stretto. O, quanto meno, superare il periodo di prova prima di fallire completamente. Erano già state piazzate scommesse su quanto tempo avrebbe impiegato prima di scappare via in lacrime e rifugiarsi nel suo angolino di Scatola dove spariva fin troppo spesso, e lasciare ad Hartley il dannato compito di raccogliere i pezzi delle sue crisi mistiche (Hartley, in the background: «been there, done that») e siccome tutti volevano un po' di tempo in superficie, ma nessuno lo voleva più di Mad, il biondo non era intenzionato a cedere. Sì, sapeva benissimo che prima o poi sarebbe crollato sotto il peso della gente !! che !! chiede !! insistentemente !! cose !! ma non voleva dare la soddisfazione a nessuno – non prima del necessario. Sparecchiare i tavoli, ripulire il pavimento da bicchieri abbandonati, asciugare ogni tanto chiazze di vomito fuori dai bagni, assicurarsi che la gente in fila fosse munita di cartoncino per la consumazione... dai, erano tutte cose semplici. Ce la poteva farcela (cit.)
    «oh boi» appena un sussurro, sibilato tra i denti stretti, mentre con gli occhi chiusi riviveva le immagini di quella notte terribile; alla musica si sarebbe abituato, prima o poi, nonostante fosse diametralmente opposta al suo genere. Ma alla gente? Quella richiedeva un po' più di pratica – e molto, tantissimo, sacrifico. Non era affatto un tipo espansivo, il Rory, né uno in grado di fare amicizia facilmente, e più in generale, le altre persone, lo mettevano a disagio. Vedeva nei loro sguardi sempre un pizzico di GiudizioTM di troppo, consapevolezza che qualcosa, in lui, fosse terribilmente sbagliato, e che ne approfittassero per creare un'immagine del ragazzo distorta e, diciamocelo, errata. Il suo non saper parlare (con e) agli altri non faceva che dare supporto a questa teoria, purtroppo: impacciato e spesso a corto di cose da dire, Mad tendeva a rimanere in disparte il più possibile e parlare solo se direttamente interpellato. Al contrario di Hartley, che fissava con aria di sfida ma non dava mai la soddisfazione di cedere per primo solo per stizzire gli interlocutori, Maddox non aveva davvero idea di come ci si comportasse naturalmente con degli estranei: si parlava del tempo? Dei gattini? Si piangeva insieme? Eh. Le opzioni per il Rory erano tante ma una delle akas un po' più spigliate, gli aveva suggerito molto semplicemente «dont» quando lui l'aveva pensato. Ah no, dunque? Piangere con gli sconosciuti era da escludere? Oh, too bad: sarebbe rimasto in silenzio, allora. Che poi, una volta presa confidenza e imparato a conoscere qualcuno, Maddox diventava estremamente socievole e simpatico – bastava chiedere a Benji per conferma! - ma... l'approccio iniziale? Eh. Quello lasciava a desiderare. Come si era ritrovato, dunque, un introverso come lui, a lavorare in un luogo così affollato di gente ubriaca e potenzialmente molesta? A dirla tutta, non era stata un'idea sua, ma d'altronde molte delle cose che spesso succedevano nella sua vita non erano totalmente opera sua; era uno dei contro della sua... condizione. Ad ogni modo, J. - quello era, ovviamente, il suo nome d'arte ma nessuno conosceva quello vero - aveva procurato loro una sorta di lavoro e Mad Rory aveva la responsabilità di tenerselo stretto. «fun-fucking-tastic» La lavatrice di fronte a lui iniziò a caricare l'acqua, e lo special desiderò ardentemente che il lavaggio veloce fosse davvero davvero veloce; aveva bisogno del proprio letto, uno di quelli standard e comuni in tutti gli alloggi di New Hovel, ma pur sempre suo. E aveva bisogno di una doccia! Sentiva addosso l'odore di vomito permeato attraverso il tessuto di jeans ed era molto vicino ad imitare la giovane che aveva rigettato addosso al Rory tutto quello che s'era bevuta quella sera, «pure l'acqua dei sottovasi» una evergreen. Per sua fortuna era stato sul punto di terminare il turno, per quella notte, ma il viaggio verso casa in quelle condizioni era stato aTrOcE. E ora, svestito dalla vita in giù, attendeva (poco) pazientemente che i suoi pantaloni venissero puliti. Perché scegliere di fermarsi, alle sei del mattino, alle lavatrici comuni (si dai, tipo quelle dei seminterrati del college, lo so che avete presente) quando avrebbe potuto farlo l'indomani, in tutta tranquillità, domanderete voi – o forse no perché non vi frega una ceppa, giustamente – ma la spiegazione è semplice: Maddox Rory faceva, punto e basta. Qualsiasi cosa gli venisse in mente, la realizzava, senza pensare al come, quando, perché, né a come ottimizzare i tempi, o le azioni. Fermarsi a lavare i jeans era stata l'IdeaTM e lui l'aveva seguita, fino a realizzarla, semplice. (Come dicevo... eh, aveva i suoi problemini.) Se n'era ovviamente pentito un (1) secondo dopo aver premuto il tasto di avvio e aveva tentato in tutti i modi di fermare il lavaggio, ma ormai il danno era fatto e non poteva tornare a casa mezzo nudo – o peggio, con i pantaloni zuppi. Picchiettò le dita sul ginocchio pallido, in un tic che condivideva con tutti i coinquilini, per poi rendersi improvvisamente conto di non essere solo (nello scantinato del college lol): c'era qualcuno che stava caricando il cestello proprio accanto al suo. Finse di non notare le macchie di sangue su indumenti e persona, ma siccome Maddox non era per niente bravo a fingere (tranne quando c'era da far credere ai coinquilini – quelli veri – di New Hovel che il via vai nella sua stanza erano... eh, “amici”; era preferibile lo scambiassero per un ninfomane che si accompagnava ogni volta con qualcuno di diverso piuttosto che spiegar loro La SituazioneTM) lo sguardo indugiò sulle chiazze cremisi più del dovuto. C'era una storia dietro? Mad sperava di sì, e voleva sentirla, ma non avrebbe mai chiesto!! vI pArE !! Era curioso, ma piuttosto che chiedere ad alta voce !! si sarebbe gettato nella lavatrice (?)
    Però fissava – oh sì se fissava – perché negli ultimi sette minuti aveva avuto come unica compagnia i suoi jeans che roteavano con moto ipnotico aldilà dell'oblò trasparente, quindi eh, la persona appena arrivata – e la storia dietro le misteriose macchie uao – erano un'ottima distrazione.
    Specialmente da se stesso e dai suoi pensieri.
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    Edited by challis. - 14/6/2021, 16:33
     
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    Ultimamente tutto stava andando male. Malissimo.
    C'era sempre qualcosa che andava irrimediabilmente storto ed Amy stava seriamente pensando che suo padre le avesse lanciato un qualche tipo di maledizione perché altrimenti non sapeva proprio a cosa fosse dovuto quel periodo di sfiga nera.
    Doveva forse rubare un oggetto prezioso dalla casa di un qualsiasi collezionista? In teoria nulla di più semplice per lei dato che faceva questo lavoro già da un po' di tempo. No? Ed invece no.
    Le cose appunto non stavano andando bene. Del tipo che non riusciva a rubare neanche mezzo oggetto. Del tipo che non era riuscita a guadagnare neanche un galeone (o una sterlina) nelle ultime due settimane. Il che era frustrante.
    Amy era abituata a vincere. A riuscire a fare bene il suo lavoro ed a guadagnare con il suo lavoro sporco. Invece così tornava ad essere la persona inutile che era stata in tutti quegli anni di vita insieme al padre e questo era più di quello che poteva sopportare.
    Aveva giurato che non sarebbe mai più tornata ad essere quella persona. Aveva promesso a se stessa che nessuno l'avrebbe mai più fatta sentire come se valesse meno di zero. Eppure in quel momento le sue convinzioni stavano vacillando.
    Il suo lavoro non era di certo tradizionale e sicuramente era pronta ad avere dei momenti no. Ma così continuativi? Era difficile non sentirsi male di fronte a quella serie di insuccessi inspiegabili.
    Insomma... Volete degli esempi? Un oggetto da rubare spostato mezz'ora prima. I proprietari che rincasano in casa nel momento sbagliato, costringendola alla fuga. Una rissa in pieno centro che le fa perdere l'uomo che stava seguendo. Un idiota che si intromette mentre cerca di carpire informazioni da uno straniero, ecc.
    Non glien'era andata bene mezza. E la lista era davvero lunga perché aveva cercato di sopperire a questi insuccessi con altri incarichi. Però era andato tutto male.
    Per questo si era quasi convinta che fosse stato sul serio suo padre ad averle lanciato una maledizione, anche se ciò era impossibile. L'uomo era solo uno stupido babbano che, tra l'altro, non sapeva neanche bene cosa fosse il mondo magico, quindi certe cose non avrebbe potuto farle o saperle. Forse.
    La sua cattiveria era però innata. Chi poteva dirlo, dunque?
    Amy negli anni aveva imparato ad aspettarsi qualunque cosa da quell'uomo. Era pertanto non ancora pronta a scacciare del tutto questa idea dalla testa. E poi le faceva bene dare la colpa ad una persona che odiava così tanto, piuttosto che darla a se stessa.
    Tutto quello che le era accaduto era proprio fuori dalle sue responsabilità perché era avvenuto in modo totalmente casuale. Con chi altro poteva prendersela? Ed era così ingiusto. Come se non si fosse fatta il mazzo ogni singolo giorno della sua vita! Prima per sfuggire all'ira di suo padre -prendendole anche di santa ragione- e poi per tentare di sbancare il lunario.
    Amy era davvero stanca. Della situazione. Delle ingiustizie subite.
    Voleva solo poter vivere in pace. Guadagnare e vivere la sua vita come tutti. Una vita semplice ma dignitosa.
    Era così difficile? Era così impossibile?
    Purtroppo in quel momento lo era proprio tanto. Ed il suo umore era pessimo dopo l'ennesimo fallimento.
    E vi chiederete: che cosa sarà mai successo questa volta? Una stra-maledetta rissa tra bande rivali. Amy non c'entrava niente in tutto questo, anche perché non fa parte di alcuna banda, eppure uno dei due gruppi l'aveva scambiata per un componente dei rivali e si era dovuta difendere. Bazzicava spesso in quel quartiere, soprattutto per trovarsi dei nuovi lavori dato che non era proprio un bel posto, ma ci avrebbe pensato due volte prima di andarci ancora una volta.
    Aveva i vestiti macchiati di sangue -un tizio di una delle due bande aveva deciso che usare la magia non era il massimo ed aveva uscito fuori un coltello-, un polso dolorante, un fianco con un livido violaceo ed un graffio sullo zigomo sinistro dovuto ad un volo che aveva fatto quando una magia l'aveva colpita in pieno. Più una ferita da coltello sul braccio.
    Era scappata per il rotto della cuffia.
    Ci sarebbe potuta rimanere secca molto facilmente.
    Ciò che l'aveva aiutata di più sicuramente erano i suoi poteri. Poter emettere delle onde sonore con un solo urlo non era male, anche perché questo ti teneva in automatico lontana da gran parte della gente -tranne se ti sorprendevano da dietro-. Ed infatti diverse ferite erano proprio dovute al fatto che da dietro era scoperta e ci aveva potuto fare ben poco.
    Il tizio con il coltello si era dato da fare, coperto dai suoi compari, ed aveva colpito un sacco di persone -tra cui lei-. Sui suoi vestiti c'era sia sangue suo che di tutte le altre persone che quel pazzo voleva fare fuori. Era disgustoso.
    Doveva subito mettere tutto a lavare. Sperando di non gocciolare sangue da tutte le parti. E doveva anche medicarsi la ferita.
    Poteva esserci giornata più nera di questa? Mmh? Tanto valeva che l'avesse iniziata lei una rissa, così almeno avrebbe avuto tutto più senso. Invece così ci si era solo ritrovata nel mezzo per la stupidità delle persone e non si era per niente divertita.
    «Che idioti... Che nervoso! Se solo non fossi ferita...!» disse Amy, tornata nel suo appartamento per prendere un cambio di vestiti e per pulirsi le ferite -specialmente quella al braccio-.
    Infilò i vestiti sporchi di sangue in una busta, pulì doveva aveva sporcato e poi si diresse verso la stanza comune delle lavatrici, così da far sparire le prove di ciò che era accaduto quella sera.
    La prima cosa che sentì entrando però fu una puzza strana. Le venne subito da vomitare ma non aveva intenzione di tornare indietro con dei vestiti insanguinati. Grazie tante.
    E che cos'altro sentiva? Alcol? Effettivamente una persona c'era lì dentro. Ed era pure in mutande. Tanto... c'era sempre il modo per rendere la serata ancora più brutta.
    Amy roteò gli occhi al cielo, infastidita.
    Decise che la cosa migliore da fare era sbrigarsi, così tirò subito fuori i vestiti insanguinati dalla busta e preparò la lavatrice.
    Sentiva però chiaramente gli occhi dello sconosciuto su di lei.
    Di bene in meglio. Insomma.
    «Lo trovi interessante?» chiese Amy, scocciata. Si girò verso lo sconosciuto e lo guardò da capo a piedi.
    Amy non era di certo stupida e sapeva perfettamente cosa stesse guardando il ragazzo. Per questo decise di farglieli vedere meglio.
    «Guarda pure. Tanto non mi stai dando per niente fastidio.» disse Amy, ovviamente in modo ironico e sarcastico. Era infastidita ed avrebbe voluto far sparire quel ragazzo all'istante. Era già stata una brutta giornata. Ci mancava solo lui!
    Sventolò i pantaloni davanti alla sua faccia e poi li lanciò nella lavatrice, accompagnati dalla felpa.
    «Soddisfatto? O vuoi che ti faccia pure un riassunto della mia giornata? Così da soddisfare la tua curiosità.» chiese ancora la ragazza. Amy non era di certo famosa per i suoi modi gentili. «E potevi portarti dei pantaloni...» disse infine, infliggendo il colpo di grazia a quel povero ragazzo che alla fin fine non le aveva fatto nulla. Era facilmente irritabile.
    special [muggle]
    Emission of sound waves
    Neutral
    23.01.1998
    Amy Louise
    Whittaker


    Probabilmente non era quello che avevi in mente ma spero che possa andarti comunque bene. Amy si adattava un pochino al prompt che avevi scelto e quindi ti ho risposto io <3
    Scusa eventuali errori ma data l'ora non ho neanche ri-letto il post.
     
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    Sapete una cosa? Maddox avrebbe pagato per farsi rapire da qualcuno e farsi impiantare (installare? iniettare? cucire nel DNA? vabbeh, qualsiasi fosse La Cosa Che Facevano I Dottori, Mad intendeva esattamente quella) un qualsiasi altro potere che gli desse la possibilità di sparire per qualche minuto – o qualche anno.
    Cioè, non scherzava assolutamente: avrebbe seriamente pagato qualcuno pur di scambiare il suo dono con uno che gli permettesse di diventare invisibile con la stessa facilità con cui si accendeva e spegneva una lampadina.
    Click; era invisibile.
    Click; era nuovamente visibile.
    Click; puff, sparito di nuovo.
    Bello, no? Così come Mac, il suo collega, sembrava accendersi e spegnersi ad intermittenza, anche Maddox voleva provare la stessa ebrezza ma sparendo agli occhi di chi aveva di fronte. Poteva anche diventare qualcun altro e non essere riconosciuto, ma volete mettere sParIRe?!?!?
    edit: e invece pensa, doveva solo scoprire che poteva farlo anche lui con il suo, di potere, wow
    Sì, avrebbe decisamente pagato – con dei soldi che non aveva ma eh, alcune delle sue akas erano veramente piene di risorse, una soluzione l'avrebbero trovata.
    Per il momento, però, doveva accontentarsi di ciò che era (un cretino) ed esistere 24/7; ma peggio ancora, doveva affrontare il mondo e !! le !! persone !!
    Tipo quella tipetta biondina di cui si era accorto troppo tardi e che aveva fissato troppo a lungo. Okay, d'accordo, era stata anche colpa sua e della sua maleducazione (quante volte la dolce Georgie gli aveva detto che è brutto fissare le persone? doveva iniziare a darle retta) ma non si meritava tutto quel sarcasmo.
    Non piangere, non piangere, non piangere, e per tutti i numi, non trasalire, idiota” ma il monito di Hartley, nascosto da qualche parte nella Scatola, arrivò troppo tardi.
    Poi lo sentì, chiarissimo come chiare – seppur in ritardo – erano arrivate le parole del coinquilino; un sospiro così forte che per un attimo Maddox temette che anche l'altra ragazza potesse percepirlo. Ma no, come al solito, era tutto nella sua testa. Letteralmente.
    Si ritirò leggermente verso il muro, stringendo le gambe come a volersi coprire, ben conscio di essere nudo dalla cintola in giù, e proteggersi allo stesso tempo. Non era spaventato, ed in effetti stava sperando di essere colpito da un fulmine e di spirare lì dove si trovava, ma tutto nella norma per lui.
    Eppure, nonostante il rimprovero, non abbassò lo sguardo; più forte della necessità di fuggire ad ogni situazione scomoda, per lui, c'era solo la curiosità che lo spingeva, sempre e comunque, a ficcarsi nei guai. Perché dai, era palesemente alla ricerca di problemi se decideva di continuare a fissarla con lo sguardo da pesce lesso sconvolto e troppo basito per smetterla. E in quel caso, la curiosità era tutta frutto di quegli indumenti da cui lei stava cercando di lavare via il sangue.
    «È tuo?!?! È di altre persone?!?!?!?!»
    Chiese, prima di rendersi conto che magari no, non avrebbe dovuto impicciarsi: la voleva davvero una risposta?
    …beh sì, la voleva.
    E infatti, puntuale come il pugno sul naso che si sarebbe meritato per non essersi fatto gli affari suoi, arrivò quel: «...se ti va?» Magari le avrebbe fatto piacere sfogarsi un po' con uno sconosciuto!!! E non solo perché lui moriva letteralmente dalla voglia di sapere !!!!!!!
    Ogni giorno che passa mi stupisco del fatto che siamo ancora vivi, con questo imbecille al comando” ma in realtà, lo special lo sapeva perché erano la stessa persona (duh!!!!) Hartley gli voleva bene e non lo pensava veramente, aveva solo la parte del bullo da recitare. Eppure, in qualche modo, aveva ragione: Maddox era una specie di kamikaze, suicida al punto da dar fiato alla bocca anche quando lo sapeva (e lo sapeva) fosse meglio stare zitto. Come già detto, per quanto solitamente gli piacesse perdersi nei propri pensieri e rimuginare sulle cose, quando poi c'era da riflettere prima di agire, il biondo spegneva completamente il cervello. Era impulsivo – il che spesso lo portava ad essere anche pieno di rimpianti ma, eh!! Che poteva farci!! «Cioè, non voglio farmi gli affari tuoi,» un po' si, ma almeno quello non l'avrebbe detto!! «ma se vuoi parlarne con qualcuno...»di sicuro non sceglierebbe te, zuccone”. Eh, uff, avere altre persone che vivevano nella tua testa alle volte era davvero difficile da sopportare!!! «Sta zitto, Hart.» Che, di norma, avrebbe solamente pensato – per non far credere a chi si trovava di fronte, di aver a che fare con uno svitato (spoiler: lo era.)
    Ma era pur sempre l'alba (o quasi, non aveva la più pallida idea di che ora si fosse fatta) e lui era StAnCo e voleva solo andare a dormire ma la lavatrice continuava a girare e i suoi pantaloni erano ancora sequestrati dal macchinario e !! la bionda era l'unico svago per un Maddox Rory annoiato, sfiancato e troppo curioso for his own good.
    E, a tal proposito: «ce... ce li ho i pantaloni...» credeva davvero andasse in giro nudo?!?!? Vabbeh che era un po' fuori di testa ma... «sono in lavatrice...?» non era lì solo perché gli piaceva passare il tempo sulle sedie di plastica delle aree comuni a vedere i panni girare dietro l'oblò – che poi oh, se qualcuno lo trovava un hobby interessante mica lui giudicava nessuno1!11!! però ecco, insomma: «sto facendo la lavatrice.» Le fregava forse qualcosa? No, probabilmente. Ma Mad ci teneva ad essere chiaro.
    sei proprio un cretino
    «e tu molto maleducato»
    E poi un sorriso innocente alla ragazza che, tra parentesi, «come si chiama?» ma che, le dava del lei? #no stava solo parlando con Hartley, terzo partecipante in quella stramba conversazione. Un Hartley che, tra l'altro, rispose con un secco “ma che ne so io!” e tornò a ritirarsi da qualche parte nella Scatola.
    Ah, okay quindi: l'aveva lasciato da solo. Pazienza.
    Altro sorriso in direzione della ragazza, un po' meno convinto stavolta «Io sono Mad»
    As in: io sono pazzo?
    Certo, anche, perché no.
    [verse 1]
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    Edited by challis. - 14/6/2021, 16:37
     
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